L'Unità - anno VI - n.33 - 16 agosto 1917

236 L'UNITA Le stalle di Augia II governo burocratico Chi regna e chi governa. Al Mini~tero _ del commerc io e deJ la<voro, il minist ro De Nava regna ,e il comm. Giuflrida 1ro· vern,-i o sgoverna. Il Giuflr ida, che non è p iù un funzi onari o del Mini stero, ma un consigliere di Stato, perman e al Mini ste ro, pr esent e cli persona ed assente per or oan ico, sce vi-o cli funzi oni r esponsa bil i e con pieni poteri irr esponsabi li . Plasma, a su a imm agi ne e somi glianza, per suo uso e cons umo partico lare , or,gani e funz ioni di Sta.– lo, e vi adatta seguaci e pros eliti , afflncbè tutto i! con~g no ubbidis ca domani al disegno dell'og– gi. In somma, si ha il caso tipic o di un impiegato, il qual e senza ben definite attribuzioni, giovan– dosi di qu elle del mini stro, è ministro di fatto , in attesa di divento.re ministro anche di n ome, quando il primo non 10 sa r à più nea nche di nom e. Ed ecco che cosa p uò avvenire al 'Ministero del comm ercio, De Nava et GiufTrida consulibus . 1° Nomina a Direttore gene.ra ie del Capo ga– binetto di S. E . De Na va (comm. Ca.manni') ; a Ispettorn generale di un Capo divis ione iiprovvi– sto di qualsiaSli titolo {ha la sola licenza elemen– tar e) (comm. Zag are se) ; a Ca'J)o divisione di un semp.lice .rag ionere (comm . Brus cag li); a Ispet – tore generale a L. 9000 di un Commissario di emi– ,grazion e (prof . Attolico), attualm ente delegato comm erci ale a Londra. c1Jn una diari a spec la:le di L. 50; a Ispetto r e a L. 6000 di un sem,plice av · vont izio (cav . Pietr a); 2° J>repos ti: a Capo dell'I spett orato gener ale del comme.rcio interno un Ispett ore del Credito (comm. Pa lumbo Cardella); a ca!po d elle Scuole comm ercia li un ing egn ere (comm : Marmiroli ); a Caa>o di un importante ramo degli .Approv,vi– gionam enti un verificatore di ,pesi e mi sur e (comm . Batti stella) ; 3° ConcP,Ssion e di asaegn! fissi mensili : al Giuffrida di il... 500 (oltre a lle infini te commis– sioni e missioni); al capo r agioniere, comm . P an– fili, a cap i se zione, a segretar i, ad archivisti– capi, ecc.; 4° Concessione deJl'esonero dal servizio mili – tare a giovanissi mi funzi onari e premia.zione del loro imboscamento medi ante compensi S'peciali (per esempio, Giordani, Ma nca , Bruno, Rossini , De Martino, Gizzi, ecc., ecc.); 5° Concessione di laute gratificazioni di mi – gliaia di lir e agli impi ega ti ,grossi e ,piccoli , ma limit atame nt e a color o che !armo tParte dello. cri cca dei Giuflrida, a danno della. massa del più bisognosi 1unzi on a ri, e mentTe si lesinano e si sti r acchiano modes tisrumi sussid i a genitori di mili ta ri cad uti al tronfie, ecc.; , 6° tDichiairat o indi spensa ,bile e«! insosiltul!bile flnan co un inserviente (Roosini Giuli o). 7° Concessione di mis sioni pr esso le ;icuole industriali di Napoli e di Fermo al ca!po r agio– nie:re P an.f\111, iper dar gli agio di vjsitare la fa– miglia e il figlio mili ta re ad Ancona a spese del Governo. Potremo continuare per un ,pezzo la elen ca· zion e di simili onesti ed equi provvedimenti: quod difTeriur, non auf ertur ! "Gli Slavi,, (di ADAMO.MICKIEWICZ) Sta per esser,i pubblicala un 'edizio ne itali ana di qu est'opera class ica del grande :poeta pol acco, che ebbe tanta influ enza su Mazzini. Saranno omesse le parti filologi che e sto riche, ormai inv ecchiate , e rim arrnnno intatte le -p agi– ne tuttor a attuali, che sono le più. Ùna pr efazione del Lubos lawski acco mpagn e.rà questa prim a edizion e ita liana. iLa composiz ione è già ini ziata. La tiratura di– pend erà dal num ero delle iprenotaz ioni. Il volu – me sarà messo in vendita a l pr ezzo d'i tr e lire. Inviare le pr enota zioni alla signorina Silvestr a Tea, via di Monte Tarpeo, 56, Roma. Le scatole dei cerini E' noto che appe na ent rato in vigore il mon o– polio de.i !iam miteri, furon o rJtirate dal commer – cio tut to le sca tole vecch ie di cerini. Da sei mesi un eno rm e numero di scato le si sono accumulate nelle !ab'briche in att esa di destino, mentre il pubb lico manca ùi fiammiferi. Infatti vi era un a grave questio ne da ri solvere: Je vecchie scato le da 15 centooimi (per esempi o la popo lare Ita lia– niss ima) conte neva no 120 cerini; ora il MonO'l>O· lio ha rid otto il contenuto a 110. Come è possibil e che il Governo rega li 10 fiammiferi ai con sum a– tori? Sarebbe un a cosa Inaud ita. E , poichè vieil · vers a •pe r filcune scato le, come qu elle da dieci centesimi, bisogna aumenta.re di qualch e cerino per avere la conten enza regolamentare, dopo sei mesi di profond e meditaz ioni ci dicono che la Direzio ne generale d el .Monopolio sa rebbe venuta a questa str abiliant e conclusi one: radunare tutta la merce spa rsa nelle fabbriche di Magenta, .Tr o– farello, Bosconea , Moncalieri, Crignano, ecc., in una città del Pi emon te, r eclutrure qperai e per aiprir e le scato le, togliere i famooj . dieci cerini o met terne q1ualcuno, e forse cambiare le scato le, pe.rchè diver samente i f<iammif eri 1 boll ano nell 'in - 1 volucro semi-vuoto. Occorr e stabilire che il costo di clieci cerin i ammonta all' incirca ad un ottavo di centooimo. Calcoland o che la merce giacente òa. ,sei mesi abbia il val or e di due mili oni , il Go· veirno ha perso già 50.000 lir e di inter essi, spen – derà una somp:ia non indiff erente a trasportare la m orce nel fortu nato paeae di concentrazione , olt:r;i che disturbar e il traf fico ferrov iario , in qu e– sti momenti anormali: pagherà mer cedi ad ope– ralie, a sarveg lianti e, cosa n atur ale, trasferte a molti ,funti onari che sorveglieranno quest o impor– tantiss imo lavoro. Altro che ~n ottavo di cente– simo per scatola 1 Un industria le av rebbe subito fwtto questo sern– ,plice ra gio namento: Non va1e la pena di togliere i dieci cerini, nè al pu.bb1lco può importare di a\l'Cfe pochi cerini di più, poich è la legge st,eesa a.mmelte un a tolleram.a in più od in men o, chiu – do un occhio, ordino alle fabbriche di cambiaJre la ma'rchetta , o meglio di incollar e la nuova mar– ca sulla vecchia, e via, sub ito in circolazione la me~ce ch e difetta sul mercat o, lasc io che il pUID· b'lico goda i dieci cerini o ne aibbia pochi di meno, <perchè nessuno se ne accorge in quanto cbÒ nes – suno [Pensa a contar e i fiammif eri n elle scato le. 'Ma 'uQ r .agionamerito GOsi semplice, può at– tecchi re nella m;inte di un funzionario governa · tivo, senza far pe nsare al finimondo? (Dal Secolo ). Come parlano gli slavi..... austrìacanti La Serbie di Gin evra , che i nostri nazionalisti voo liono far cr eder e austriacante , ha commenta– ,r nei numero riel 6 ago sto le f amo se di ch.iara..i o– ni pi utt osto austr o/ ile di L ord R obert Ceci !, di cui ci siamo occupati nel passato numero del– l'Unit à.. E il comm ento , che qui ri produ cia mo, do– vr ebbe bastare da sè solo ad aprire gli occhi, a quegli ingenui, che si sono lasciat i ri empire la testa dal pr egiudizio che tutt i gl i slavi del sud son o austriacanti: pregiudizi o m esso in circola – zi one da gente che /,avara al salv at aggio deLl'A.u– stri a. Lord Ceci! si è dichiarato d'accordo col de· p,utato ,Buxton, che aveva cond ann ato la politica dello smembr amento deJl'Austria, ed ha rip etut o che anc h 'egli considera la Gl rm ania come )'av– ve1,sario ,principa le. Sotto un certo punto di vist a, il ministro in· glese h a r ag ione. La Germania è, evidentemente, l'avv ersario princip ale; ma gli altri sono il braccio delta Gerntania, e non meritano il n ome di a v· v.ersarf secondarf. Gli al leati non ha.nno che un solo avve r~ario : ed è il b1occo g,1rmanico, fortificato dal blocco ttLra.nico-turco, alla testa del quale si tr ova la Germ ania. Per avere la vittoria bi sogna vinc ere la ~r – mania, e senza di ciò tutti i disc orsi sulla pac e futur a sono senza fondam ento. Ma per rendere inoffensiva la Germania, bisogna tag liarl e il brac cio aus tr o-ungarico b.ulgar o-turco. .La que stion e a ustri aca, a nrhe fatta astrazion e da ogn i dOVel'e m orale di J.ilierare i suol !popoli da] regime oppr essivo a cui sono sotto messi, è il nodo della. questio ne tede sca, per chè, come la Fra nk {ur ter Zei tu ng deil'S luglio scriveva, in un mo mento di franch ezza, « la gue rr a attuale è stata !atta pe.r la conser vazione dell'Austria ": cioè la disfatta tedesca deve pr odurr e lo smem – bramento del!'Austria e il fallim ento dl\l pill.Ilo pange.rma ni sta. Su ('fnesto punto, nes.sun dubbi o dovrebb~e possibile. Ogni !POiitica dell' Int esa. d.i!retta b con · serva re l'Austria -Ungheria signifi cher ebbe la vit · torio. tedeeca. . La Serlbia sa rebbbe la 'IJ':rimaa vedersi abban · donata alla mer cè della Monarc hi a dualista. Tut – te le maggiori riparazioni mat eriali lascerebbero immu tate le cose, con qu esta differen7.a che la resistenza del popo lo se<rbo contr o la ,pressione tedesca si tr overebbe a.ssai ind ebolita, dopo che i sacrif ici di questa lotta h ann o consumato le no · slre forze migliori. E sar ebbe un r esultato disa– stroso non solo per la Serb ia, ma anche, e so· pr atutto , per l'It ali a, per /,a Fra nci a, per l'Inghil – terra, per l.a Russia . Noi ci irifiut iamo a crede r e che Lord Ceci! abbia potuto considerare per un sol momento come ac – cettab ile un a ta le soluzione dell'attual e conf11tto. • • La •si.a.In(Pa itaMona sta facendo un cam bia · mento a visto.. Si cambia come Fr ego!L, sotto gli occhi degli spett.atori. Un lbattilba limo. Si vede che c'è abitu ata. Era -tutt a contro gU ju go-slavi. Gli ju go-slavi e.ra110fino a ieri il terrore, la di· ,;grazia., il pericolo e il n emico più accanito del· l'I tal ia. Il lùro nome - che si trova negli scritti cli Pac ifico ValuttL, pat riota tri estin o, e di Giu • &er1peMazzini , pat riotta italiano, non d'oggi - era niooteme no che una creazio ne dell'Austri a. Guai a !parlarne. Guai ad accennarne . cDaJli &llo jugoslavo. Non si dava più nelle polemiche del « ibirbante » a chi n on la pensava. nello stesso modo. Era assai più spiritoso dare d ello « jugo – slavo ». I ,quattro jugo-slavi de.J.l'Uni tà - era poi H colmo dello spirito . !Ricordare al nemico che è pov ero, che è p•c o num eroso, che non è potente, consola i ma ram aldi'). Oggi la stampa ital iana comin cia a cambiare. Ha già ca mbiat o. P arl a di jugo-slavi senza ar– r ossir e e senza frèmere. Dice che bisogna inten · dersi con loro; che bisogna trattaJTe; che blso · gn a vedere; che non sono cosi ne:ri ; ch e posson o essere amici. Con modestia: ma è tutto quello che si ·dloova no i; ch e 'bisogna parlarci, sentirli, trattarci. Av· ver sar j? For se. Gente che faceva, si capi sce, l'in · teresse del su o paese. Come ndt. Ma che utile tra.ttarli d a birbanti, da austriaci , da pagati e da tra ditori? Quando si deve tratt are un affar e n on si cominci a col dar e dei bricco ne al contr attante. Lo si tratta da contra .ttant e, fino a 'iJ':rova.con • uraria. Ora la stamp a ita lian a si troTa. nella graziosa situazi on e di voler trattare dopo avere Insultato, calunniato e irritato. Perfino Supi)o è rie-otra.to in gra zia; lo si cita senza disdegno, senza boc– cuccie, senza. l' epiteto di traditore. E sapete che manovra . ha idea to? « L'evoluzion e àmic hev .,Je de · gli j,ug o-slavi ». Già, già; non è la s tam<J)aitalia · na che camb ia, sono gli jug o-slavi. Maom etto, a,Jmeno, era più sincero: - se le montagne n <'u vengon da me, ande rò io dalle montag ne. Gerente re spons abile: ERNESTO FIU.TOKT Qnl'!CliNA POUGRAFICA ITAILIANIA ROMA - Via della Gua.nllola, N. a - 11011A

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