L'Unità - anno VI - n.29 - 19 luglio 1917

2 1 0 L'UNITÀ Fasti e nefasti del Commissariatodei ' consumi ALL'ARREMBAGGIO In Russia la guer ,rn è valsa a dete rmin are la rivoluzione , anch e e specialm ente, contro la ti– rannid e buroci· at ica. In Itali a , 8 quan to par e, va suc ~edend o H con– trarlo: è la burocrazia cho pr ofit ta della guerra per comp<iere una rivoluzi one ad esclusi,vo ;prap:ri o vant agg io. O meglrl.o una par te d(;ila bu rocrazi.a, quel -la, oioèè, che lavora me no, che ha mJn ori moriti dell 'altra, ma, in comP.Onso ha maggiori pretese, ambizi oni sconfinate, e sopra.ttutlo appog– gio inconcliziona.to dal s uP.<)riori 1Per ragioni di partito. li cent ro più rivolnzionario è il Mini6tero di Agricoltura, o meglio quello che intendavamo per ta le. Ora n on si .sa più come chiamarlo, specia l • mente dopo le varie filiazioni, oltre che ut erine , ext.rauteri.ne, presenti o futur e: Ap1)rovv1giona menti, Con sum i, ecc. ecc. Si è costituito, \n t.anto, un :Ministero entro il Ministero con quel non b ene defin ito ancora uffi– cio di politica econouii.ctt, il quale, mentre serve bervissirno a promuovere a lauti s tipendi! una quantità di funziona.rii, serve a rend èr e pigioni e– ro qualsiasi ,:Winò,slro del grande Giuffrida, pre– posto .a ca!po dell'ufficio stesso . E certi funzionari beneficati non ne nas condono il recondito fine : H no~tro Giuffrida <è destinato ad esser deput ato . Poi lo vogliamo anche ministr o e rrùnistro del ' l'Ag1icoltura o del Commercio o del J.,avoro, Quando egli sa rà nostro mini stro 'Comanderemo n oi su tutta la bassa gentag lia thurocratica che ci sta alle spalle. Ma, >perdJventare rrùnistro deve pure fars:i una clientela politica. E quale ufficio ,più adatto di quello di ea.mpo dell'uffl clo di poli– t,\ca econom \ca per l' int ern o e 'J)er l'est.ero? E' un mezzo padret erno, ora. Ohe cosa -sarà dopo colla medagli etta? Non !l)asseranno quindic i giomi chP sa r à ministro! Ed alla palazzina di Santa Susanna si pensa cli imitare ciò che si ~a a via XX Settembr e. C'• il nostro Can epa. Ma è possibile che re sti !'.umile SolLOS€og:i'€ltario, malgrado Commissari o genera le dei Consumi? Questo Ufficio, durante e dopo la g-uerra deve dJlventare il centro della ,riforma so– ciali sta nazionale. Viu i commercianti. Via i vi– lissimi li.nlermediarii. Dàlli ai produttori che gua– da gnano in una maniera MSolutam enle indec;,n – te, .ipeoialmente di spr e"giati ag ro.rii. Il nostro Canepa .accentrerà tu tto in .un ,grande Ufficio, da far e inv-idia a qualsiasi altro del 'genere della kolossale Germania con un esercit o di ispettori, di controllori, di delegati. E come -,otrà resta re umi– le Sotto.segreta 'rio? Occorre rà almeno un Mini– stero! .Ed in conseguenza ci sarà bisogno di sempre nuo,; impiegati ed Jmpiegate ... A che g,iovere:bhe la rivoluzi one se non servisse anche alle rivendi di caziom femi•nili cosi tenacementie ow resse? ... E noi, noi che da tanto tem'J)o non !llTiviamo a sor– passa re la sog lia dell'avventiziato, ,potremo aJ– iìne .-espira r e... Perch é avremmo ser vito tanto tempo, se non il MiTllistero clle ci ha dato Il gram o s tipendio, certo · il partito, con tanta fe– deltà e devozione, fino al punto da tare degli ordini del gio; no contrari ai nostr i st.essJ uomi – ni?.... E cosi fina lment e ,verrà l'ora della giusti– zia per noi, per le nost re sorelle, !per le nost re fidanzale, chi sa un giorno anche per le nostro ama nt i... E che ai saretbbe, poi, di male? ... I co– dini soli si potrebbero maravi gllare ... Pe rch'è, in fondo, a che servir ebbe, all ora, la rJvoluzione ... conseguenza necessaria ed ind01Preca:hile della guerra? ... Eccesso di potere L'ono revole Commi ssa ri o ai consumi h a dichia– ral o alla Camern che si è sempre ben guardalo dall'eccede r e da i pot eri affidrtt.igli, e si ebbe le giu ste app rovazion i per codeste sue ort odosse di – ch iaraz ioni ... Una siffatta dichi ara:zi0i110sa rebbe pa.1·sa inu – tile e s up erflu a p er un 1iotere amm inistr at ivo che vive nell'ambito e per l'appli caz-ion e della legg e. Se quindi la dichiarazi on e d.n ta l senso è stata latta , vuol di re che \'onore vole Cane pa ne ha sentito la opiporl unità e il bisogno . E di que sto à bene 1, rendere atto. Ci facciam o forti di obbie tt are all'onore-v 0le Ca– ne1)a che ci r isult ano elementi specifici da.i quali emer ge perspi cu a.mente come, in va ri e occas ion4, non solo ha sconfinato grossola nament e dai suo i polari, ..-ia ha anche 01>0rat o contro ogni prin cilpio di diri tto pubblico e p1,ivato. l Jellori ri corderanno l'appunto !atto dall'Unitd al decreto riguardant e il ca lmier e dell'olio d 'oliva, in quan to !'on. Commissario, senza averne nem– meno lontaname nte d i,oter i, si faen o le'<'ito d i annu llare d' ai,bitrio le contr at tazioni avvemul e libera.mente fra le parti p rima che il calmi ere entra sse in yigore . Tale nostra osse rvazl<>nc, ri p ortat a sopra vari giorna li ed approvata dall a coscienza ùel pubblico, non ebbe ri sposta. Ma ciò non basi.a. ' una volta enlJ·ijti nel re~n<> clell'a 11bitrl o, chi li tiene ph\ qu€sti sig nori? Valga un aneddoto per lutti. Un.a im'J)ortanti ssi ma casa ita liana (fa.remo i nomi ,;e ne sa rà il ca.so ) aveva vendu to una par – titn d' olio d'C'lirn. Bd un'altr a ca~a comm emial e di ■.n'altra piazza: mettiamo di •:\'1ilano. Tale vendita era stata fatta al prezzo x, inf eri ore al calmiere e pTima che questo ema n asse . In seguito, ,orse ro dil\ficoltà t.ra compratore e venditore, ragio ne per cui quest' ultimo si l'ifiutava di consegnare la mer– ce ,venduta. Se rifiu tava la consegn a ave va Io sue buon e ragioni che a n oi non spettta nè rif e– nire n i: valutar e. Il compratore, priv ,ato commer– ciant e, 'Poteva, cr.edend olo, far va,lere - a ~un volta - le su.~ r agioni e le su e pr ete.se, conv~ nend o il vend itore dinanzi a l giudici del suo pa e– se, ch e avrebb ero fatto la loro sentenza dando gli ra gione o torti' . OrJ:;ene, un giorno il commerc1anl e vendit ol'e si vede, con non 11oca sua meravi glia, venire in ma. ga z;,,ino l'au torità incaricata della requ isizion e ra quale gli com\!JliCò a bru c<i,ape lo un ordine del Commissariato dei consumi ch e imponeva la re– quisizione a favore di Tizio, pri vato compr ato1•p della merce in contesa . li Colonnello (perchè ora sono • colonnelli elio assagg iano · gli oli...) fatt e apr ir e le poche po – stur e avanzate dopo una requisizion e quasi com· pleta opera ta nei magazzini della prel0data cas a, il Colonne llo di co, giova.nd osi della sua apparente auto nità., si è a llora fatto lecit o di prendere e re– qui sin nell'inter esse del Tizio di Milano la mer ce miglliore <ihe il p overo commerc.iante -a.Vbva in maga zzino. Non val sero le p.roteste: vi era un ordine iben pre ciso del Commissa riat o dei con– swni. Se invece di esse re una pe1,sona disciplinata e ras spgnala sotto la bufera che imperv er sa, fosse stato un a.ltro, avrebbe giustamente m.and ato 11 CoJonn el'lo ed •il suo seguito e tutto il Commissa– riato di Roma .a quel pa ese... Invece questo -galan– tuomo ha pi egato il capo . Purtr Òppo va facendosi str a,da n el n oolro ceto comme rcia le la persu asi o– ne che oramai tutto è lecito alle nostr" ps eudod it– tature ... E la merce venne dal Cofonnello ritir ata e spe– dita al Tizio d1 Milano con edifica zione di tutti. Non solo: non venne pero.neo J}a.gata ed il povero comme r ciante rosi depredato (è la 'J)arola) è an– cor Il che telegrafa senza aver e soddisfa:r.ione di !-!orta. Ora, domando lo, di front e ad una contestaz io– ne i nere nte i r apporti d' indol e comme.mi.nle tra due ca se commer ciali, chi doveva decider e? Trat- ta vasi evido nteme n te di una qu est ion e di mi o e_ di tuo . un ,ico compe tente a decidere ero J'auto1·1tà giud iziar ia. In vece !'on. Commissa r io d~i cons u – mi, ha cred uto fa'.'e a mi o di ~aie g1ud1Z10,. _ed ha giud icat o lui. P1u che 1ud1calo, ha eseg1111to la. sua sentema di a utorità senza ness una delle ga – ranzie che, fin'or a, faceva.no sa lvo il diritto e l'inter ess e del priv ato cittad ino, ne ll'esec uzione cl elle sen lonze. Vissuhl alla sc uola del diritto pubbli co moder – no che è scuola di liliertà e di gara nzi a de.i di – r itti dei citt ad ini, noi abb iam o fin'ora vedu to ohe ognun o dei tre p oteri in cu i si divide lo Stato ha av~1to gelosa custodia dei suoi diritti e delle sue pre rogative. Gli sconfin ament i d i potere , le inv a– sioni dell'auto r~tà rurunini straliva nel campo del– l'auto ri tà giudi ziaria, • cos idetli emp iétements cles 1,ouvoirs, hanno semp re avuto giusta repres– sion e da lle leggi di diri tto pubbli co e pri,vato. Doveva veni re il Commissar iato dei cons umi, i cu i p oteri sono, fino a p1:ova contra ri a, anco ra , e per fortun a., ben limi ta li, a dar di frego a tutte le tra– c!i'l.ionl giu.-idiche e di Li'b&li.à sopra le quali si basa ed ha vita la più alta ga ranzia dei cittadini. Resta dunqu e ben chiarrunente asso dato: 1° Che il Commissariato dei consum i si è fa tto lecito di in vade re il campo del potere legislativo, in quanto ha legifer al o annu llando, senzà averne la J)Olestà, contr a tti lib eramente stipulati prima del calm l0'1·e; 2° Ohe il delto Comrn,issariato ha inv aso ed in– vade l'ambi to (Jel ,poter e giudiziario, in quan to sentenzia d'arb ilr io in questioni commerciali m– tercedenti fra pri vati citta dini ,- no.n solo, ma. ese– gnisce d'a ut o11i.tà le sue decisioni. E pare che has ti! P. A. L'ENTE NAZIONALEDEICONSUMI E I COMMERCIANTI Per quanto tutti gli alli del Comm issa.rd.a.tocon – sumi e le vocJ che circolano negli ambienti bu– rooratici sia no tali da 'J)ersuadere che niente .sar à trala scia to pur di portare al libero commercio le più grav i lesioni, purtuttav ,ia. l'onorevo le Commis– sa ri o dichia ra in ogni occasJone che è sua in – tenzion e di lasciar vd.vere, per quanto "d,isciplinato e mod erato d al suo contro llo, il libero commercio. Gli si potnibbe ri spond ere che contra fac tum 1irotestatio no n valet ed i falli - -~iù che le di– chiar aziol1Ji - stanno qui a p rovare le intenzio– n i: se U nostro commercio, comunque e dovun– que , contin ue rà a vivere, non sarà certo per la benevolenza della burocr azia, sru·à per le energie, le inte lligenze, lo sp irito di lavoro e di iniziativa dei nootri commerc ianti, ben usi ad affrorttare le p iù ,gral'i d.ifficoltà ed a superare le cri9i p iù forti, a.ndhe se provengono da. chi dovrebh~ evi– tarle ... Il Commi ssario gener ale, d°unque, 'Per sua bontà e sotto molte riserve, avnbbe in animo di lascia– re un pi ccolo posto rui c~ns0r1à deJ commercianti nel gr ande , macchinoso e mast odontico ente na– zionale che·, con tanta fat ica va labOO'iosamente pa rt orendo. Naturalment e, i consorzi dei com – mercianti sa ran n o un a ben esigua minoranza, di fron ta allo strapotere degli enti aut onomi, ecc. Inta nt o duibitiamo che i n ostri commercianti che, fra le altre cosP., hanno un poco di buon sen '. so e non m ancano di quella pr.aticità che tanto dif etta nella burocr azia , vogliano riulllÌr,si in con– sorz io, nei modi imposti dal Commissariato. La f~nzi on e comme rciale, qual e fr a noi vie.ne eser - · ci.Lata, è di sua essenza individua -li-sta, ed è bene che lo s ia nell'interesse st.esso deJ con9Umatore ch e viene cosi' a fruire dei benefici dell a concor . renza. Ma, dato a.nche che i nostri commercianti ade– rissero un a formul a dei consora i, quale pr ofitto trarrobbero <l·al l'a pipartenere all'ente magno, nel quale la loro IV(>ce non .avrebbe ser io valore e sa– rebbe soffoca.la dalla schiacciant e maggioranza degli enti di cons&mo che rawre.se • tano Ja. cor -

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