L'Unità - anno VI - n.21 - 24 maggio 1917

LA VOCE DEL SANGUE I,J Corriere del!a sera del 3 maggi o 1917 dava la n9tizia di un opuscolo stampato alla macch1a: « Le nuove alleanze e il Mediterran eo», che veniva dlistribuito gratis. J,n quest'opu scolo o,servava il Corriere - « l'onesto pen.sato Te sostiene che iJ Governo ita – liano dsive esigere dall a Fran cia immed iatament e la restitu zione di Nizza, la consegna (o almeno la indipendenza) della Col\SiÌca,la consegma (o alme– no la trasformazione in Pr otettorato int ernaz.io – nale) dehla Tunisia, e da ll'lnghilterra Ma:Ita ». E contiinuava : « L'egnig,io, ma innominato uo– mo di Stato dimentica dli dire che cosa dovr ebbe fare il Governo italiano nel caso che Francia e Inghi:lten'a ll'i·fiuta.ssero di cedere: se ritirarsi dal– la guerna in atto q.i sdegnosa resip iscenza, o pas– sa re d 'un tratto net campo della Medieuropa per comb attere contro l'ln te9a. Tutto il tono dell'opu , scolo (ill tono e la canzone) è ostile ai nostri al– lea ti. Il succo dei suoi pensam enti, è questo: - Noi ci siamo ca.coiati in .una guerra , che non e.i compenserà dei sac riflzi fatt i. Noi combattiamo per a:lleat\ che ci burlan o e ci tTa:discono. La Fran ai.a è odiosa, e l'Inghilteru-a fa schifo . - E '. un'impresa d·i perfidia. Ma si tratta di un'opera origimale ita liana o di una traduzione dal tede– sco?». Il Corriere non ha dovuto aspettare molto la risposta. L'a:utore d~l 'opuscolo si è fatto conosce– re a1la redaz ion e del gionnaJe, ed ,è un nazionali– sta milanese, iscrit to da oltre vent 'anni alla Dante Alighieri! Il sangue intellettuale e morale di questo signore è così prussiano, cl1e il Corriere . ha pot uto chedere di aJVer d a:fare con un cittad ino di Fr ancoforte sUl Meno o di Berlino! L'aned doto è caratter istico. E il Corr iere non deve meravig liarsi di avere preso per tedesco un nazionalista italiano. Il Corriere non .ignor a certamente che i nazio– nalisti itaJiani desidera.vano, non la guerra del– l'Italia contr o l'Au stria e la .Germania per Ja so– luz.ione del pr o'blema nazionale italiano, m a la guerra alla Francia e alù'Ingh1lterra col program– ma esp osto nell 'opu scolo anonimo del socio, più che venteruutle, della Da nte Al ighi eri. Rivelatasi impossibrle questa seconda guerra, si voltarono verso la prima. Ma lo spirito loro è sempre Jo spirito p:rl.llSSiano,le nostalgli e loro sono sempre per la Germa.nia. Qualcuno esprime Je sne . idee con inopportuna chlarezza, ,come fa ~·.anon~– mo bia sim ato dal Corr iere.. Gli altrj le conserva– no in fondo al ero.ore: ma ·SÌ tratta sempre d!i sen– tdmenti attivi e potenti, I quali aspettano iJ mo – mento buono per prorompere e questo momento viene len ta:mente ma siste ma.tioamente prepa r ato. Impresa facil e, perchè non c'è c he da ,presentare alla gente gl'and!i ;programm i di conqu iste pos sibili a spese degli alleati, e seguire in tutti !i rapporti con gli aJleat i Ja tattica delila incontentabillità, di– c.rui.a.rando in sufficie nt e oggi quel che fu conve– nuto ieri, C;(l11testa:ndo, ca,vj]Jando, reciirn.i.nando ad ogni pie' sospinto, ch iedendo sempre quakosa dli più. P er finire. - L'Avanti trov•a che l'opuscolo del nazionwlista tedescofilo « dice itn verità co-se inte– .ressanLi ». Ah, la voce d el sang ue! Domande indiscrete Si dO?nanda alla direzione della « Tr ento e Tri e– ste» c01ne m11,i nell 'indir izzo diretto da cotesta associazione ai signor Nelson Page, ambasciato– re degli Stati Uni ti in IJalia, si sia fatta menzio – ne delle r ivendica zi oni italiane di Trento, Triest e, Fiume e ·zwra, senza ricordare Spalato, Sebenico, ecc., insomma tu tt a la Dalmazia, come in alt ri in– dirizzi, progr11,mmi, ordini del giorno di cotesta associazione. o L'UNITÀ 159 L'America e la pace europ.ea Pubblichiam o una lettera privata, che non era ctesti11ata alla pubblicità. La scrive un conosci to– re pr ofon do e un leader della opinione pubblica ani ericana. J::gli pro11one che si pr epari un la– voro sull o stato e il progresso della opinione pub– bl ica ilal ian11 durante la guerra, e fa poi a tal 71.-oposito alwne consid erazi oni fìnali sul proba– bil e atteggiamento che gli St11,tiUniti prenderan- ·. ,,t,11 /r a/lr trattative di pace. Richiamiamo lp, par ticolare attenzione dei no– stri lett ori e li preghiamo di contribuire con. dati e fatt i e discorsi e opuscoli d'occasione che pos– sano essere utilizzati aUo scopo. Il rapporto potrà così riuscire una ottima pub– bli'caaione di propaganda della nostra guerra '.al– l'estero. New York, marzo 1917. Caro ........ . Con questa lettera desid ero sugge11Te un lavoro ch'E lla ,potretlbe far fa re, e che sarebbe di grand e utilità . Potrebbe El la trovare uno studioso intel– •ligente, che seri vesse un rapporto accurato. ogget– tivo, suJJo svliJupp o dell'opinione itali ana 1iguar· do a.i ;problem i del vicino Oriente? Se fosse ra ocolto il materiale, io lo potrei pub- 1:ilcarn . Il laJVoro che ho in mente '!)otrebbe farsi da un giornalista italliano intelligente e dQIVil'ebbe prin ci palmenle consistere in una rice.rca da eseguirsi compu,lsando la stampa per.iodica, quotidiana f m!\Ilshle. . Si dovreibbe diisridere IÌ!rl tre sezioni: I. L'opilnion e pubblica itali .ana ed il vicino O,·iente p11i!made1la gue rr a. II. Lo svilu1}po dell'opinione p11bb1i,ea italian a dnra,nte l,a guerI"a. III. Aspira:ziond italiane per l'assestamento del– l>t pac e. E' sempre facil e ottenere una dichLarazione uf– firsiale di quello che pensa ii.I governo del momen– to riguardo a tali questioni. Quello che jm·ece noi vog,liamo è un rapporto su!J'o1)'indone pu l"lblica; e l'opinion e pubblica non è mai una unità. Vog.Hamo sapere, possibilmen te, non solo quello che pensan o g'l'it811Ji.a'Ili settentrio nali rigua rdo al Tuentino, ma an che l'atteggiamento dei sicliliaru. Vog,liamo sapere, per es.. qua'li grupp i aJ!l'inizio della guerra aspiTav1ano a ValO'lla, e fino a eh~ pun to i loro desideri sono dLventaLi un'esigenza. popolare. Sawiamo che si ,scr.iJvonoarticoli in favore del – l'an nessione d.i un grande hinterland die tro Valo– na, mentre alc-uni domandano solamente una ba– se navale. Ma non conosc:iiamol'>impo,'lamzarelat iva cli qu e– ste due corren bi. di idee. Come . Ella dice, non siamo bene .informati r.i– gum·do .aLla vita politica dell'I talia, nè ri gua.ndo all,la peroona,lità dei suoli « leade rs ». La posta d.i og.gi mi portò un opu scolo sul'l' « Ila.. Irta e gli Sla'vi. de1 S'U.d » d.i un uomo del q,.;ale non ho mai sentito il nome. Non ho mezzo di giudicare nno a che ~mnto le sue idee - che ,semb rano 1.i– beraJli - siano opinioo:Jicomuni . La pe rsona che farà il lavoro dowebbe no.n es– sere u omo dli parte. I,l valore del rapporto dovrebbe conslister e non nella esposizione delle idee dell 'a utor e; ma nella albiJlità sua di raccogliere I-eidee di altri ·uomini e cti assegnare ad esse la r~a.tiva importanza . E' deplorevole , ma vero, che nOfi -amenica.ni non sa:ppiamo che cosa i'Italia, .realmente vuole. An– dre mo a1la: Conferenza della pace conoscendo as– sa i più del·le aspirazioni del Montenegro, che non dli quelle dell'Italia .... , Noi a:b'.biamoun solo interesse in Europa: - la pace. Noj non albbia:mo alcuna idea americana ni.guardante Je mutazioni da a,pportarsi alla carta d'Europa. li solo nostro interes se è che si r aggi un– ga una sistemazione, che sia soddLsfacente p·e.r l'Europa stessa. Saremo soddisfatti se l'Europa lo sarà. Credo che il sen~imento pubb1ico americano vada ogni giorn o facendosi più chi aro ·e più forte nro senso, che .quanto meno l'Am erica s'ingerirà nei negoziati di pace, tanto meglio sarà . Speri.a.– mo che l'Europa possa sistemar la cosa senza cil noi. Probabilmente i nostri delegat i si asterranno dal discutere qualunque problema, amrneno cl1e non sia necessario d'intervenire per comporre ùissensi. Evidentemente la loro azione di media– zione sa rà tanto più efficace, quanto più essi sa· ranno bene informati. B. Le dichiarazioni della delegazione inglese Crediamo oppor tu no di colmare una l11,cuna dei resocon ti della stampa quotidiana, pubblicando le dic hi arazioni fatt e da Lord Gainford, president e della Delegazione inglese. Dopo un breve esordio l'oratore affronta l'argo– mento della politica commerciale della Gran Br e– tagna e dice : :\"oinon siamo qui pe r pa 'rlare a nome del nostro Governo, e possiamo esprimeTe soltanto l'opinane nostra; ma credo di poter dire che, qualunque sia la politica econom ica che sarà adottata dalla madre patria e dalle Colonie, è de s,m,rio det,<L nostra Nazione che le risoTSe di tutti gli Alleati sia no coor din ate in tal modo, da garantire i 1i.– sultati migliori a tutt i e a ciascuno . Quando la guerra sarà felicemente terminata, la ·posi zione economica . degli Alleati, individualmente e collett ivam ente considerati, sarà presa in egu\J esame qualunque sia per essere il sistema doga.– nale che adotteremo. Nel da1·e svilul)'po alle risorse del nost ro Impero , non dimentich eremo i rigu ar di dovuti agli interes– si dei nostr.i Alleati. L'arresto d ella precedente facilità dei trasporti, causato dalle abbominevoli atrocità commesse aai sottoma rini contro le navi mercantili e loro paci– fici equ ipaggi, ha reso sempre più ar duo il rifor– nimento, durante la guerra, del carbone e di altre me.rei, che noi siamo desiderosi e pronti di espor– ta re a vantaggio degli Alleati. Credo sia ,generalmente compreso come gli alt.i prezzi dipenda.no dai rischi di guerra e dalle dif – ficoltà dei trasporti: ma tanto i prezzi, come i noli, benchè tuttora alti, furono di comune accor– do 1idotU e posti sotto il contirollo del Governo. Continuano tuttora le perdite di nostre navi af– rond ate da .sommergib ili o da mine. Durante le ult:ime 10 settimane , sino al 5 maggio, noi per– demmo 413 navi mercantili . Altre nazioni ne per– dette ro in proporzione simile. Noi facciamo tutto ciò che è umanamente '!)0ssibile .per suppl ire alle pel'dlite dei trasporti . Il nostro paese ha prestato agJi Alleati 833 milion i di lire ster lin e e 142 milioni alle ·proprie colonie: somma compresa nel totale dell e ·nostr e spese di guerra, ammontanti a 4.31s milioni di ster – line. Ci · siamo imposti tr ibuti assai 'J)esanti che hanno portato le entrate •di bilancio a 1137 milioni di ste rline . Io spero quindi che i nostri Alleati vorra.nn o riconoscere che noi stiamo facendo, neìl comune inter esse, trutto qu ello che è in nostro potere, per assi.curare un fortunato pros egiulimento ·della gtter– ra ed una vicina vitto ri a . Il recente interv ,ento degli Sta.ti Uniti d'America i cui rappi ,esentanti deploriamo di non ave r oggl con noi, ne cessa riamente contribuirà assai, con ri sorse materiali ed inesauribili riserve, al fine de– si derato, e noi accog liamo la loro cooperazione la loro inf!Juenza, iJ! loro aiuto con viva att esa, rico– noscendone tutto il v.a.lore. La loro partecipazione aJla guerra dimos t ra come sia imp ossibile per qualS'.Lasi nazion e democratica, sia pure lontana 3000 migJie , di rifiu tar e il suo concorso in una ilotta 'P!lr la lfuertà, il diritto, la moralità e la ci– vàJtà. 11 progr esso compi<uto dall'Itali a negli ultimi 50 anni è stato veramente enorme: esoo eccita la

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