L'Unità - anno VI - n.21 - 24 maggio 1917

Quesla è la vera causa organica del relativo isola.menlo de ll'Italia p,ur ne l mondo dei suoi alleati e -plll· di fronte a coloro che più la amano! Trentadue anni di Tripli ce alleanza e di kulturi=;amento più o meno consaputo dello spi – ri lo nazionale non son passati invano e non si ca ncella no in un •paio d'a nn i ! Nelle classi diri – genti italiane si persiste a guarda r e ai -problemi oella 11oliti ca estera con spirito più ted esco che ita~iano , con a;nima che sa -più cli Bismark che di :.\Iazzinj >e ru Cavour. Ora la Germania e l'Austria -Ungh eria , essen do Stati costituiti n on in virtù, ma a dispetto del pri11cipio di nazi o– nalità, e del trionfo di nazionalità, in casa e fuo– ri avranno moltissimo da -perdere, non hanno nes – snn bisogno di far pro1Jaga nda all' este ro per spie– gare la lor o polit ica di sopraffazioni. l i nazi onalismo prussianeggiante italiano, in– vece, è l'moculazione sul tronco della tradizion e del Risorg imento, che vi r~1mgna, dell'abitudine mentale austro-tedesca, pr·e-nazionale e anti-na– zionale, di ostacola.re il costit ulrsi ru n.Jtri Stati nazionali o il comp leta rsi di Sfati nazionali a.11· cora incompl eti. ,Che co 'è desso $e non una ten – denza che m ira a perpetuare i germ i di guerra e le possibilità di preda .zioni futur e? Cosl la con– trllA'.ldizionenon è ancor ri soluta nell'anima. itali a– na, il dualismo tra lo spirito di '.l azzini e lo spi– rito di Bismark. Come al soli to, l'ammalalo è col~,i che è men o c-onscio della nat ura del ma le. Ma gli al tri la ve– rton chiara. E chi conosce l'ElLI'opa non può aver dubbi in prdposilo. L'U NITÀ Le giornate del ma gg io 1915 segnarono il pre– valere della J}iù nob ile It alia sull 'altra. Ma que – sta n on s·è duta ma i per vinta. Cert o l'anima profo nda del oopolo nostr o è sa – na: ciò che è mala.lo è il cervello, la cultu ra. !.'ist int o è gius10: ciò che è mala to è la pretesa HJJilità, che vuol corr egge rlo invece di accont en– tarsi a int erpr etar lo. Se vogliamo davv ero acq11ista re fra gli alleati e nel nmndo la l)Osizione mora le, che ci spett&. 'per la generosità emica ro n aui tanta parte del nostr-o popolo 1,a acce tt ata qu.esta guerra, dob · 1'iamo con,·ince .rci che una sola via ci conduce allo scopo: rimn,nere fedeli al pr imo impul so <li giust izia. e di Ii1bertà che ci ha condotti avanti aJl'Intesa, contr o la German la. Pr oclamiamo alto di voler r appor ti cli equilll con tutti i popoli, di rnlere per tutti i >popoli, non meno che per noi, la pienezza dei diritti nazio· nali. Cerch ia.mo la giustiz ia per tutti e i;opm ogn i cosa. E così non solo sa remo apprezzali mo– ralmen te di più, ma faremo anche ,un buon af– fare. L' Unità 11 problemajugoslavo Si è organizzata, n.J di q ua e al ù i là del Canale, una piccola cam p agna contro la L ega It alo-Bri tan– nica, perc hè questa non si è pr estata. a diventare una succursale della Pro-Dalma=ia per la maggior gloria degli uomini di Stato, che dirigono qu esta patriottica associazione. A lai fine si tenta di far passa r e per atti di te– nebrosa poliLlca. este ra sem plici alti d i cortes ia in– ternazionale; si cer ca di confondere le responsa – l>ililà della Lega Italo-Britmmi ca con quelle dell a .\' ew Europe e quella della Unità; e si cerca an– cora di faT risalire le responsabilità d el singolo in– div iduo a U'E nle di cui è membro. Si s1iera cos ì di crea r e immaginarie incompatibilità morali e poli– tiche per liberarsi delle persone incomode. E ' ovvio che la Lega Italo-Britanni ca, avendo un _programma vasto, ma precisalo nelle sue li– nee direttive, non può avere e non ha alcuna con– ness ione con la New Euro pe, come non può aver– le e non l'ha con la Pro- Dalmazia . Nel¼ stessa po – sizione di asso luta indipendenza rispetto alle due si trova l'Unità. Se la New Europe segue la nostra rivjsta n e siamo lieti; più lieti anco ra se riusciamo a con– trobattere la delelenia a1..ione che l' I dea Na=ionale compie all'estero ai danni dell 'Italia. Le tre organizzazioni che ho ricord ato opera.no ciasc una. in base al suo programma. Il che sig:ii – f,ca che l'azione collettiva dell 'ente non è da con– fonders i con quella, r he ogni socio liberamente può esplicare in altr i campi dell 'atli,vilà umana. Gli organismi politi ci non sono sette personali o confraternite ru amici, come spesso la mentalità provinciale del no stro mondo politico concepisce i partili politi ci. Gli ex-socialist i, gli ex-sindacali sti, gli ex-rllA'.li– cali, gli ex-liberis ti che fnrmano la compagnia dl ventura nazional ista san no bene che noi dell a Unità non abbiamo bisogno di nascond erci dietro l'articolo anonimo di una rivista este ra (quanto lontano! ) per trattarli a viso aperto, senza ma – schera., come meritano . '.\fa1 giuclicamo della: no stra linea di condot ta attribuendoci ì motivi da cui si lasciano essi giudare nella loro! ,Yew Europe è un'ottima rivista., che si occu– pa, da un punto di ,vista liberale e democ ratico, di tutti I problemi che riguardano il futuro as– setto dell'Europa. La questione 'b_alkanica e aclria- o neo lica è finora trattata. da a utorevoli specialisti da un pu n to d i vista eccessLvamente favorevole agli slav,i. Ma ciò che offende in que gli aricoli non è tanto il pensiero degli scrittori, che era ben noto assai prima che i\'ew Eiirope venisse al mondo, quanto lo spirito inopport uno, con cu i un giornale ~nglese interviene in questio ni essem,ia lmente italiane, che interessano soltanto l'Itali a e gli Slavi del Sud (1). :\la la rivi sta è aperta a tutte le vedute. Questo è jJ vantaggio che pubblicisti italiani figurino tra i collaboratori. :l[a noi dell 'Unit à abbiamo po st.o per nostro con– to il -problema jugo-slavo fin dal primo numero. 11 nostro pensiero di oggi è qu ello ili ieri; e lo ri1,e– liamo (2): Problemi immediati, t1 Noi difender emo il nostro programma della guerra, cbe non è stato e no n è ,il pro gramma di lutti i Yeccm interventisti. Poichè per noi le riven – dicazioni deJ!e terre della_ costa e delle città irre– dente contr o l'Austria non è il .fine ultimo d ella no stra guerr a.; ma piuttost o il mezzo o la tappa necessaiia. per conquistar e il confine militare, che ci assicul'i la indipendenza politi ca contro gli istinti e i tentativi di sopraff azio n e dominatrice della Germania e ci permetta. di scegliere libera– mente i nostri alleati di dom a ni. Questa.guerra, t1 eu ro1Jea » più che t1 nazionale », che La democrazia italiana ha voluto, sin dal pl'i– mo momento, p er la libertà di lutti i popoli, con la visione più lontana di preparare acco rdi ed unio– ni ru Stati per la pace dur a.tura, minaccia di es– sere distolta. dai suoi fini superiori per essere sfrut– tata. dallo spirito cli sepa rati smo tra le n azioni e (1) Ricevendo aj 11rinti di maggio il fascicolo d~I 26 aprile, scrissi subito a ll'on. A. F. \Vhyt e chieden– dogli chi fosse l'aut or e dell 'artico lo no;, .firmato e annunz iand ogli che desideravo ri spo nd er e. Ed -,g,~ mi rispose in dat a del 10 corr .... : « Th e emancipa– " of I taly fu scr itto da ... Naturalmente questa è « informazione privata. Ho appe na bisogno di dirl e t1 con quanto piacere accoglieremmo un s uo a rti – " colo su tate questione; sa rem o felic issimi di aver– " lo in qualunque mome nto ... "· (2) Vedi Unità 8 dicembrsi 1916. dal conseguen te protezionismo doganale, dall 'im – perialismo nazionalista e dalla tirann ide bu rocrn - 1.ica, e forse anch.e - diciAmòlo subilo! - clflllm 11- niri1Jalismo irr eden tista . lscco alruni dei maggiori problemi. Le forze cont ro cui combatteremo, additano in forma positiva le soluzioni che noi soste rremo. E' n06lro interesse che il p·11inc:i·p o di . naziona– lilà - che è fol'Za politica «reale» - sia rispeltn– t.o a fa,vore d egli altri, come lo abbiamo dife so e lo dif endiam o a favore nostro. La questione diventa concreta nei rapporti con gli Stavi d el sud. L'Italia, ri,portata nei suo i con– fini etn ici e militari, non deve ostaco lare la for– mazione di.una g•rande Serbia nazionale, che san – zioni lo smembramento dell'AU6lria e che diven– ti la nostra naturale e sicu ra alleata contro il co· 1 111.ne nemico accampato nell'Europa centrale, ed apra ftduciosa la via maestra aJla nostra -penetra– zione economica n ella Ba.lkania. E' ov,vio che la questione tr a ita liani e slav i del sud dovrà essere regolata con un compro mes so, pel quale nuclei slavi reste ranno in I talia e nu<.lei italiani resteranno nella più grande Serbia. A parte il regime ru autonomia che per la li n– gua, per le scuoJe, ,per i tribunaJ i, ecc., dovrà es– sere recLprocamente ga ran tito ai r isp ettivi nu clei , il !lUnto saliente Lor.a. questo tc - eh ~ il .c ompro – messo sfa direttamente stabilito tro. l'It alia. e la Serbia e sia informalo a senso di grand e m,isuTa e r·iesca accetto alle pop olazion i inte ressate. Spirito di equità t di arrendevolezza reoirproca informeranno le trattabh-e e facililoo,a:nno gli ac– cordi , se nelle du e parti contraenti vi è fin da ogg i il proposito di decomporre l'Au stri a n ei suoi eleme nti nazionali e la visione di fare un a com u– ne po litica estera di d ifesa antigerm anica. A questo prog ra,mma si appongo n o con c01xli l'imperiaJismo italiano e quello ju.goslavo. _\la è dovere delle menu colte ed equilib r ale del– le du e parli di combattere nei rispettivi paesi lo s1>irito imperialista, che corre dietro al mi r aggio d ell'i n grandi mento te rr itor iale ed igno r a ed osta– cola i maggiori benefici modern i del la es,pa.nsio– ne economica e culturale, che alimenta le cause di profondi dissidi tr a i due paes i e fa - sen za · -volerlo o volendolo - il giuoco degli Im peri cen – trali ». Oggi la nuova camipagna nazionalista con.r Q le aspirazioni nazionali unitarie deg li Slavi del Sud fa consapevolmente il giuoco degl' Impe ri C<>u tr al i. In altre parole, la divisione dell'Aust r ia. rn,i ·"'-'"' eleme nti naziinali por lasciare a\ va rii p opou a:I decide re dei loro propr i desti ni , è usctta u .. . ,A'O– gramma . della guer r a naz iona lista . In vece essa r e– sta nel programma della gue rra che comb atte la SerMa, e resta nel -progr amma della gue rr a ch e com batte la democrazia italia na. A. de Viti de Marco. • • La censura si esercita sopra un'infini tà di cose sulle quali sarebbe megli o non si eserci t asse esercita su talune mani f eslazioni che, sotto appa– ren;;a patriottica, v er ia. loro stessa esagera ; ione , finiscono col deprimere il pubblico. Essa lascia passare un'in{ì.nità di titoli gros solani e retorici, che gonfiano i più pic– coli avvenimen ti, sen;a notare che il contras to con la realtà che poi segue genera in qualche osserva– tore lo scetticismo e l'impa~ienza. L'anno passato i giornali della Toscana dettero per sicura, subi to dopo la 1iresa di Gorizia, quell a di Tolmino; e non ci si può irmnaginare come la disillusione che ne nacque ))Oi, nuocesse all'entusiasmo creato dalla ))rima noti:ia vera . Insomma la censura f arebbe benissimo a non lasciar passare a!tre notizie che quel/ P contenu te nei boll ettini, C'è il neutralismo e pacifismo grosso l a– no che fa propaganda con le notizie nere; ma 'e'/! il neutralismo e pacifismo furbo che fa propa– ganda con le notizie rosa, troppo rosa, più che rosa .....

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