L'Unità - anno VI - n.18 - 3 maggio 1917

CENSURA L' UNITA CENS URA Ogni puese , iene cool obbligato a fare poco conto sul frumento che gli potrebbe venire dal di fuori, anohe indipend entemente da.gli ostacoli, <la.Ilacostosità e' dalla scm'!!Czza dei tra porti ma,. rittimi. Ogni pause de, ·e concentrarsi in sè stesso, !'erca ndo (li dare a.Ila prupria agrico ltura un nuo – vo indirizzo speciale, vo1Tei dire di guerra. , forse anohe di dopo gue rra: tale da sforzare lo. produ– zione non del fnunento soltanto, ma di tutti i p1·odotti diretta.monte alimentori per l'uomo, ou – mndo, per qua.nl -0 sarl, possibile, l'allevo.mento di tutto le forme più utili del besti am e alimen– tare e da lavoro. Italo Giglio!i. (Day/i Alti dell'Accademia dei Georgofili). L' AU·TONOMIA DOGANALE I grandi quotidiani asservi ti <Pl prot ezionismo indtutriale, mentre d,dnno la maygio1·e 111,bblicità /l(L ogni 11wnif estazion e 1n·otezionista, fanno la con.giura ciel silenzio su tutt e Le affermazioni an – ti p rotezioniste. La ta tt ica è vecchia: f ar ignorare ai tet tori tutto ciò che si può dire contro gl'i nt e– n·ssi detLe camorre, che pc,gano i giornali, e suu· ucstionar li con te, notiziCL dell e sole manifestazi o– ni, che fanno com.odo a chi paga. ('osi è cwvem,to, che men tre nttlta è stato detto da nessuno in torno alla relaz i one votata ctalla Ca– mera di commercio di Cagl'iari contro il prote:io· Msmo indus tr iale e granario, tutti i gioniuli, i11,– vece, hanno pa rla to in Lungo.e in largo detlu ri'tt · n.ione tenuta ·recentement e a Mi lano da tutti i cll poccioni del 11rotezionismo industriale. Per res istere eff icacemente <t quest'assalto, che viene 1n·epl1rato al benessere della nostra nazi'lne dallll conibriccola dei ladri in guanti gia ll i, sareb· • be necessllho che le Camere di commercio di Pisa, di Cllgli llri, B<tri, Cosen:a, l' llmministrnz'ionc p ro– vinciale cli Potenza, tutti gli enti pub blici e le as– sociazioni pri va te, che si sono già dichiara ti con– tro il pr ote:ionismo, costi tuissero un comi tato co· 11ut11edi m·opagll nda e di azion e, eccitassero le altre Camere d·i commercio dell'Italia agricola a 11rendere vosizion e contro la minllccill che in– gr ossa all'or i: ;onte, raccogli essero i ntorno a sè qtiegli industriali, che !ianno inter essi antiprot e– :ionisti e che in certe 71rovincie sono so{foc<tti dat mestlltori J)roteziOnisti ·impadron it isi delle cari– che delle Camere di commer cio. Per es., in provincia di /Jrescill, dove la Came– ra di commercio lascia fare e disfare i l 'suo se– ur etllrio, i l famigerato Fit.ippo Carti, quello che sco71rl gli alberi di cau cciù a Vallombrosa, vi sono molte industrie, che vivono quasi del tutto tli espor tazione, per es., le f ll bbric he di botto1ri ctt Palllz:olo sull'Og li o, le quali hanno tu tt o dli 71er – dere dal protezionismo chimico e meccani co, di cui L<t Camera di commercio di Brescia si è fatta por tabandiera. Nei sullod .ato convegno di Mi lano, i p escicani del protezion i smo si sono creduti f orti abbastan – za per chiedere che l' It alia abbllndoni addiri tt ura il regime dei tratta ti di commercio, che port a almeno qualche attenuazione alle loro ingordigi e, P adotti it sistema dell 'au tonomia doganale e della do71pill tar i{( a. Questo sistema è cosi spiegato dall'Idea Nazio– nale, organo per la vi ta e per la morte dell a ca– mo rr a: « li sistema economico doganale al qua l e si è in f ormato, in cin quant'anni di esistenza, lo Sta to i tali ano, par te dalla f orm azione di un'unica lis ta cli di ritt i doganali, detta tariffa {ienera le ed ap– vrovata dal Parlamento. L a tariffa genera le è semvre modifl,cabil e per legge. Ma i l Governo ha f acol tà di sti pu l are con le altre potenze delle ridu– zioni alla tariffa general e. Ciò avv i ene mediante i trattati di commercio, la cui durata oscilla in genere dai clieci ai dodici anni, durante i qua li non è possibil e natura lmente di var iare le tariff e co11vezionalmente ridott e o vincolate . « I n Francia , invece , il Parlamento approva 1noBianco J non una, ma d1te tariffe, la 1/lassima , cioè, e la minima; la prima si a))pli ca li quei paesi coi quali /11 Francia non Ilei specillli sli71uta:'ioni commer· eietti; la seconde, rappr esenta 1w 11ini,no di vr otc– :io11e 11er le industrie nazionali e tm mas simo di concessioni rispetto lii paesi strani eri . Al disotto della tari{Tu minima i negozilllori non JJOsso110 yicu1111wi ilis cenil ere 11è110 s/ipttlar e i trattati. i\'on solo; ,aa la Fr c,ncilt restlt 71,clrona , sol che lo voal'ia, di modi(Lw re, mentre vigono i trattat( con yli allri J)ltCSi, la sua tariffa minima. T trat – tati infatti, net regime auton omo, non stabilisco· no mia misura di dazio di dieci o di venti, ma si rif eriscono se1n111icementellllll tariffa minime, o ad altra tariffa specia le, che vig e nel momen to nel qual e il da:io deve ltpplicarsi. Il che è quanto e/ire che le conven:ioni consis tono, secondo il siste– ma dell 'au t onomia, nell'accordar e la tariffa mi · nimll con tutte le oscilla:ioni relative, non una ta– ri{Ta ftssa obbligatoria per tutta la duratp. del tratta to "· ,\' on è il divieto assoluto d'importazione dal · l'estero che nessuno OSll domandare, per chè sa– rebbe t~O!l1JOsfa.cciato. Ma è qualcosa di veagio: · è la rovinll cli tu tt e Le nostre u:iende es11ortat1-ici, e s71ecil1lmente dell'agricoltura meridiona le. Pen hè alla nostra autonomia iloganale gl i altri rispon – cfrrebbero con al trettanta au tonomia .; alta nostra tal'i{Tll minima - che viceversa dovr ebbe esser e più as71ra delle al.tua/i tari{( e dei trattai .i di co1u– mercio - unche ali ultri 071porrebbero una loro tariffa ... minima, r he rap71resent erebbe anch 'esrn un inlls71rimento sulle tari{( e attuali; nessunll si– cure:ca di lavoro continuo ci sarebbe per le nostre a:iende esportlllrici, perchè ad ogni moment o 710- tr ebbe essere modificato da noi e dagli attri il r e– gime doaunal e. l soli industriali, che ri escissero a f <tr entrare i loro salariati nella commissione dell e tariff e doganuli, e che avessero clanllri abbas ta11,– ca per vaoar e i giornali quoticliani, sarebbero si· curi di sfruttllre in per vettt 9 la arande maggi o– ranza delllt nazione italiana ! Contro quest'llttenta to sfaccia to ai diritti di tutti coloro che in Italia Lavorano senza parteci))ar e ,11/1• camo rr e giornal-is t·ich e e parlamen tari , si è l evata •La Cumera <Liconnnerc'io di Cagliari nella sua reta:ione, assumendo ta dif esa del regim e dei trattati. E noi riproduciamo qui le sue osservazio· ni, riservandoci di ri71rodurre il resto clella rela - :ione, non llJ)pena ce lo consenta lo spazio. · Il sistema autonomistico con doppi a tariffa, quale si vorrebbe fosse adottato in Ital i a, è teo· t'icame;it e e prati camente inattuab ile e dan noso. Se, di fatti, come ha acutamente osservato il Ca– blati , la doppia tariffa rigua rda un prodotto este- 1·0 ohe si fa1Jbr:ica a.nche all'interno , ma a costo maggiore, la tarif fa minim a in tal caso, rapp re– sente rà la giusta e n ecessa r ia protezione accorda · ta al prodotto nazio naJe, e il prezzo cli que sto 11rodotto dovrebbe essere basato su l costo di pro – duzione, awnentalo della tariffa minima. L'ap· pJicaz ione in lai Cl!,SO della tariffa massima un - 1>edirà ai prodotti este ,i di var care il confine, ma, consent endo un forte rialzo dei pt'ezzi all'interno, co tringerà tutti i consumatori a sottost a re ad un in.giusto aggr,11•io, ~ù esclusho beneficio di una. ris1rclta cerchw ùi produtto ri. 1 nuovi 1>rczzi, inoltre, invoglicrnnno ben presto la co;.lituz ione di il'uprelie che ))rodu rrann o a costi sem pr e pii1 elenHi, bino a rn~giungere e-osti marginal i coinci· ùent1 eol numo prezzo. :\'uod rnpporti d'i.nteres " , erranno rosi a sorgere che rend erann o dirtì · dl e il negoziare J>erl'applicazione della tariffa mi– nima, e l'arma di gue rra contro ravrnrsa~•io si trn mut erà in una pernianente oppr e~, io11e per noi stessi. Che la ta1·iff11mas. inm si int end e applicare ad un pl'Oclolto non esistente e non ottenibile net Re· gnu, si può star certi che, in ogni caso, sia che esso venga uttenulo da più pa esi a costi diversi , sia che lo si, ottenga eia un solo J)8Cse in condi – zioni di monopolio, in misura più o meno sensi – bile, ci si troverà semp re costretti ad app rOV"'l'i– gionar ci a più alto 1>rezzo, ed a soppo1ia re unn priva zione di utilit à forse più grave del dan no recato al paes e contendente. Applic9,l'e la tariffa mas sima, in omma, signifi– ca instaura,,e un regime di rappresaglia, ed 1- rontrario ad ogn i ordine logico il pensare che 11n simile regime po a assumersi come condizione normo.le di vita , senza dann eggiare se stessi. J negoziato ri deg li ac cordi comme rciali, qua ndo siano vincolati nella loro azione dalla doppia ta – riffa, si tro\'eranno privi delle fa coltà più efficaci per stabil ire ut ili transazio ni poichè, offren do IA ta riffa minima non potranno mai ottenere larg,hc concessioni, dat o che ess a poggio su basi di as· soluto. protezione e che può esser semp re vario.tn senza senti re l'altra parte contrae nt e; e min ur – ciando la tariffo. massima non inculera nno alcun timor e, poichè la sua applicazione cost itu isce pr i· •ma di tutto ca usa di forte pregiudizio per il J)lles~ che la adott a. Le tratlolive si re nd ono così pit'1 difficili, e con ogni probabilità pot ranno dare buo– ni risultati solo se si sarà disposti a viola re l'inl.e· grilà d el pri ncipio.' L'e empio della Fran cia è, a tale rigu9,J'dO, più ist ruttivo di qualunque ragionamento. Dal 1892, anno in cui fu insta urato i l sistema autonomo, ben frequenti furono le deroghe al prin cipio ch e si dovett ero consenti re, perchè non si ri usci a stab i– lire alcun aceordo impo rtante se non contro l'im· pegno d i diminuzione da apportarsi a voci delln tarif fa. minima e l'obbli go rec iproco di non mod i-' fìra re, per la durata. dell'accordo me dooimo, le nuove ta,rHfe pattu ite. Le nu merose leggi votate dal Pa rlamento per consenti re tali derog he costi · tu iscono la miglio r prova della fallac ia del sistem a col quale nòn si la che rende re più difficili Je tr at– tative, fallac ia che fu implicitamente riconosciuta an che da lla Germania., quando nel 1891 ri tenn e prudente ritornare al regime comm er.ciale dei tr at– tali. Anche quest o regim e non pu ò certo dirs i im– mune da difetti, ma esso ha il pregio di assicura· re per un determ inato perio do di tempo la sta bl – lilà delle tari ffe con innegabile util ità pure per i produtt ori; di favo rire le espo rtaz ioni procuran– do alle mede sime sbocch i convenienti sui mer– cati ester i; di frenare le pernic iose asp irazio ni protezioniste avviando anzi la politica comme rcia· le ,·erso un regime sempre più libera le, specie per l'estesa applicaz ione della clauso la « della n azio ne più favorita "· E quando, ten uti presenti que· st i pr egi, si consideri ino ltr e che fu appu n to il rngime dei trattati, quello che, man mano tempe– ran do nel decorso degli ultim i t1·en t'anni le ..,. sprezzo del protiezionismo, ha in parte posto d - 1mro ai dann osi effetti che la ta riffa dogana le del 1887 esercitò sul commerc io inte rn aziona le e su molte tra le più ca ratte ristiche prod uzioni del pae– se; chiara appare la convenie nza di non a.bban · donar e un sistema che ha già dat.o util i ris ultati. Camera d! commercio d! Cagli ari. Errata-corrige l\'el num ero passato del gio rn ale, nella colonn a interna della qu arta pagina, pa rla.ndo dell 'azione del magi stra to, che presiedè nel dicemb 1-e 1909 a Vienn 0, ll 1irocesso Fr iedju ng, è sta to stam pato che da l Pre sidente il F riedjung fu irri tato, men – tre andava. stampato aiutato. E' vero che i nostri lettori debbono orm ai aver fatto il ca llo agli spropos iti di stampa del gio1·– nale. ;\la questo è un po' troppo superiore al ca· libr o ord ina rio!

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