L'Unità - anno V - n.3 - 22 dicembre 1916

Il protezionismo visto òalle trincee Zona , di Guen·a, 7_dioembrn 191G Le vicend e dell a, guon-a mi hanno fatto giun • gero insiomo tutto un fascio di let tere di varia data. o i giorna li elio E lla ed altri amioi ho.ru10 uvuto la bont ll d'invio.rmi. Ho appr eso cosi di– verse notizie in uno stato di spi,~to tutto partico– lare. Ello. mi parla degli sforzi veramente eroici che i nost ri maestri fanno contro le nuov e mène del prot ezionismo. E io ho appreso con un senso di gro.titud ine verso i promotori, le noti zie sul Congresso di ){i]ano . ç om e cittadino e come sol– do.to io ho sempr e inteso di combatte,: e per In li– ·bel-tà e non già per da,r modo a, obi, sia pu1-e con giustific ato moti vo, è rimasto tranquilla,mente a = propri a,, di prepamr e alla collettiv ità com– bo.ttente nuovi vincoli stato la,trici o nuo, •i ,bal– zeJ.li mnsohernt i sotto voci di to.riffe. E ho pensa– to nd aloun o dolorose notizie comnnica temi poco prima da uno. lett era di Agost ino Lanz illo, anch e lui combattent e per la li'bertà,: n otizie di morti e di olocaust i, più oho per l' allargam ento d 'It a,lia, per la formazion e mom le della, nostro. nazion e. Più che o.gli altri ho pensa to a,l modesto maestro elementare ohe aveva, portato la nostra voce e i nostri ideali tra le balze selvagge d'Aspromont e e che poi è caduto cosciente mente su una famosa posiziono del Carso. Ci siamo trovati insieme nel– fa stes.sa trin cea e sotto la medesima ba,ndiero our sonza conoscerci come, senza. conosce rci, ci ern– valno bat tu ti insieme per il rinn ov= ento pll,Cifi– co d 'Ito.lia. Gaetano Ji'ilastò è un altro e non ultimo dei no– st ri che cade. Molti aJtr i cadra nno. E ' bene che cado.no pc.rohè del loro sa.orifizio so.rà mn ter inta lo. nuova coscion1,a nazionale. Ma io non vorrni che i nostr i avversm·i - i quaJi -pa.rla,nocon tantn si– cnmera della mort o del liberismo - intendessero sperar e sopro. tutto ln morte dei giovani li,l:,eristi, modest i mn audaci e tenaci. Ciò so.rebbe patrio t– tico.mente commovente. Tutta.,ia,, pur sembran– do a. primo. yista. molto pratico , lo sarebbe assai poco. Chi vive tra i solda ti sente dire tro ppo spesso che a.Ila guerra armata, altr e lotte segu iranno. Chi ha visto lo. morte giorno per giorno in nome della patria , non è dsposto a. permettere che domani hi patr ia p_ossa,essergli matrig na. Questa grand e guerra di collettiv ità sarà un;i. grande ispirat,;ce di coscienze, Il contadino oh 'è stato soldato non saprà più a,dattÙ,rsi ad essere una qua,ntit à tra– sctll'abile. Sbaglia quindi chi su ppone di poter ottenere leggi ingiuste oontro di lui. Sarà già tan– to Llcumulo dei sll,Crifi7.i economici ohe tu tti do– vremo sopportaro per coprire le ·spese dello. guer– r& che non sarà facile accresce rli per fini di puro privilegio. Quest o in linea prati ca.. In linea, teo – rica. è veramente straordinario l'a.eumo di chi po.r– in cli morte del liberismo. Forse che la gu e11ranon ha gettato l'una nell e ,braccia dell 'a.ltra le nazioni più ,,arie dimostrando che lo sforzo di una, na- 1.ione sola sarebbe stato incompl eto e infecondo ? Dove sta dunque la, famosa autonomia assoluta della nazione , corno l'in tendon o i cant astorie del pretezionism o'/ Fo1,se che la gueno. non ha san zionato l'as– soluto tr ionfo dei competent i (di quelli che lo so– no, non di quolli ohe credono di esserlo) e il faJ– Jimonto di tutt i i piani teorici e general i ohe fanno un bel vedel'Oma u.n gran brut to opera.re? Ed oc– ca che dopo questo c' è chi dice ancora cho il Go– veiino deve mig liora.re l'agr icoltura , dare svilupp o all'industria , conquista re i mercati e cosl via, I Il che, inteso in senso ragion eYole, può sign ifica.re uno. cosa molto ma molto diversa da chi crede che il Governo a,b,biala facoltà mimcolo sa di riu– nire in sè le capn.cità tecn iche di milioni di per– sone ohe, a proprio rischio e pericolo, anima,no le 1noBianco L'UNITÀ indust rie e i commerc i, svilupp ano l'ag ricoltura ecc. ~lo Le pare, che chi ha di simili illusioni sia cli molto in arr etrn,to ri~petto ai tem pi? Jo non so quanti di noi potranno ancora ripren– dere la pen na o la parola per farn e ancora armi di difesa, di quei nostri ideali libo.rali cho la guerrn ha l'innovato non già distrut ti. So che eia unn cosl grnnde mescolanza, di sangui sposati si su i campi di bn.ttaglia con tanta tragica eloquenza non dovo - mora lmente non dove - uscire la g,,ot tezzu cli competizi oni nazionaJi qua.li nell 'epo– ca a,ntoriorc a,l\a guerra qualcuno poteva sognare. I popoli si sono accostati in condizioni sl dram– matich e ohe non è possil;ile voler li spingere a, rin– chiuders i nuo,·amente entro i propri confini sen– za un palpito di umanit à e 001.1 mir e d 'irragione – vole e cieco egoismo. Chi combatte per le nazio– na.lità non può certo desidera re ohe le naziona lità vogliano suicidarsi e quindi non può non rico no– scei·e gli egoismi na.ziona,li: quelli tuttav ia illu– minati dagli idea,li , i quali sono sempl icemente intei·essi bene inte si, come noi ci siamo sforzati di fru· intend ere al popolo itaJia,no divulgando nei tempi della neutrnl ità le r01iioni por cui la guer– ra ci appnriva. necessar ia. Ed ora lasci pur e che la generosità dei nost:·i avverSll,lisi sbiz,,a,n;soo a combatte.i~ un esercito quale il nostro di cui solo qua lch e gooeraJe, è ri– masto al vecchio posto, mentre quasi tutti i gre– gari sono mobil itati in un altro esercito e per la necessità più immediata. di salvar e anche le indu– st rie dei protezioni sti dal tallone a,lemanno. Giun– gerà. pure il giorno in cui qualcuno, almeno di noi, 1·itornerà alle vecchie battag lie con spirito ringagliardito. E allora si vedrà se il trionfo dei protezioni~ti debba. essere eterno, nonostant e le vecch ie e le nuove esperienze. Per ora io e i miei amici non possia,mo ohe es– sere g.rati a chi, come i promotori deJ Convegno di Milano, fanno sì che la fiam ma del nostro idea– le IDOn sia spent a. dalla tormen ta,. Guerra e diritti nazionali L'on. Tura.ti ha detto: «Altro è ammette re l'op– portu nità e il diritto delle unità nazio nali, da noi ~empre 1>1'0pugnati, ed altr o invocare o giustifi – care la guerr a per questo scovou. E ha parlato rom.e un libro stam pat o. Ma ora non si tratta cli invocare o cli giustifi – care un a guerra, che non è ancora comin ciata. Ora siamo in un a,gue rra , che è stata prov ocata dalla Germania e dall'Au st ri•a, e in cui gli altr i 'pa.esi hanno dovuto [lrecipitarsi, se, non voleva – no pc.rclere ogni dàritlo naziona le sotto il colca– gno genna nico. Ciò '!)Osto, qua.l'ora ed .i il dov~ ,e ùi coloro che 1,reten dono d,i ave re sem'pi-e p1•opugnat i i di ritti nazionali? )1ett.er1, i alla finestra, a sfogJi .a.re la ma rghe rit a : mi ama, non mi ama, come ha fatto ron. Tur ati, o - peggio ancora - ado ttare tutt ~ Il' teode tedesche contro l'equilibro eu ropeo, come ha fatto !'on. 'l\reves, e far e l'apo1ogia dell'A•1- stria -Ungheria, come ha fatto !'on. Lu.cci? E anche ammesso che il solo atteggiamento da prendere fosse qu ello di ass idersi su l sasso della neutr alità a geme.re nel dolore e votare ordini del gjorn o di protesta, come ha fatto l'on. Tur ati - l'a.ttoggiamento degli altri du~ non merita discus – sione - , che logica è mai que!lla.dell'on. Turati , che avenrlo sempre anunesso l'oppor tunti,tà , anz i il cliritto dell e unità nazi onali, doman da che questn guerrn fini sca senza avere risol,uto nessun pr o– hlema, senza ave re 1·iconociuto nessun diritto, lasciando le cose com'erano pr ima della guerrn? Egli invoca « l'arb itrat o obbliga.torio munit o di efficaci sanz ioni "· Qunli possano ma.i esse1·c ,1ueste sa nzioni , !'on. T1Urati non spiega: dovreb– lJc ri conoscere che la sola sanzio ne ef-ficace sa- 1•ebbe la dichiarazi one di guerra . da part e di tutte ,~ P otenze a quell a che non si sott omettesse al– l'arbitrato, e \'on. Turati è troppo tolstoiano per arr ivare a queste conseguente. :Ma lascia.mo da pa rte questa discussi one. Ammettiamo eh.e l'ar. hitrato sLa organizzato e tale da incute re rispetto a11che ai tedeschi. Per chè \'on. Tur ati vuole sottomettere all 'ar bi– tl'ato solamente le modalità della evacuaz ione del Belgio, della Fr ancia, della Roma .n.ia, della Ser– llia, ciel Montenegiro? 1\Jltri prob lemi naziona li noJ.Jce ne sono in Eu– l'Ol>U, che i·ecla.mino di essere ,anch 'es.si n cono– ;c iuti e .i.ssicurati da chi p.rntende ave,· sem1>re ,.,runesso il dir itto delle unit à nazionali ? L'o11. Turati non Il a mai sentito 1 ,arlo.re ùi una Alsazia-Lorena , di UJ.Ja Po$nallia, di una Galizia , ù, lilla Polonia Russa , di .una, Tr ansi lvani u, ùi una BòeJnia, di una l:loslliu-E1·z-egovina, di una Croa.zia, cli una s10,·eni U'/ I p1·olllemi, che inte- 1essano questi popoli, non crede !'on. TuraW, che ,neriti no l'at tenzione del suo areopa.go· / E se il ~uo areopago si ri vela incapace di risolverli, crede l'un. Turati eh qu est.a guerra, oià elle la Germania 1. l', l ustria l'hann o voluta, sa.1-e:bbe bene fi,1isse ltisciando sem1Hse att ivi quest i germi di nuov e guerr e'? Parlando · in una Can1era ilt91ii.ana,!'on. l'urat i non poteva tac ere del pr dblema degl'italiani del– l'Aust.ria, nè poteva ri'p~tere quel c.he 1·i!Pete con– tii~uamente l'Avan ti , cl1e " dallo. guerl·a nessuno uubba tra rr e beneficio, di nessun gene re, por ne;; ~ua1 moWvo "· L'uamo non è ca.i>ace <1,; certi co– rng.gi! Ed ha d.ichiai·ato che vuole " una retli fl– cazione del confine italico per ciò che è indiscu - 1 ibilmente italian o e risponda a garanzi e strate– giche "· E dat o c.he con questo !'on. Turati non abbia inteso il " parecc hio " gioliUiano, ma ciò che tu tta la tra dizione più pu·ra. del nostro Ri– so1,gimento, non inqu inata dall a lue na.zionali– Ha, ha sempre chiamat.o •italiano - possiamo per "na volta tanto es.ere d'acco rcio coll'on. Tura ti. )'1a anche nell'esporr e un'idea giu!,ta, \'on. T,u– rati non ha ,potuto fare a meno di commette r& u1 a cattiva azione. Quest'idea l'ha pl'Csentata per fa,r inghiotti re lu protesta contro il P atto di Londra , e per insi– nua,re che l'Ita lia, conten ta di esserSIÌarr angiat •1 per conto suo, dovi,-ebbe lasci are che gli altri al– leati dell'Inte5a se la shr igas sero da sè. L'on. Tu– roti , insomma, ha parlato del problem a. nazio– nale ital iano, solamente a scopo di paoe sepa– rata! Spiegare all 'on. T1Ura.tiche la Camera ha vo– tato non sappi amo quante volte la fiducia al Mi– nistro, che h a firma to il Patto di Londra; cl\e 1>cr ciò essa non può riroa.ngiiarsi l'im'pegno as– s11 nto senw. disonor-a,re l'Ita:lia per tutta l'eter – nità; - spiegare quest o a,II'on. Tura ti , crediamo che sa rebbe fati ca spr ecata. « L'onore! che cosa è onai l'ono re - doma ndava Falstaft - Mi rad – orizza foTse la gamha? "· Pro· !'on. Tur ati, anch e !I Patto di Londr a, è un u pezzo di carta 11, E così sia. Ma chi sa che !'on. Tur ati non sia più sensi- 1:ile a un altro a.rgo.ment.o più tedesco. Di grazia, quand o l'It alia si penta del Pat to cli Londra e si a.iTa ,n.g i 1}0r conto propri o, quali ga– ranzi e ci dà. \'on. T•urati, che l'Austri a e la Ger– mania, d<Jd)o aYerci disonorati e isolati nel mond o, non si ri'piglino quelle « garanzie strategic he che stanno a cuol'è flnanche all'on. Tura.ti? Crede !'on . Turati che, avvP.randos i questa e– ,,entu alità, basterebb e un suo oTdine del giorno di pr otesta per consolarci ? ♦ ♦ L'AMMINISTRAZIONE prega i sottoscrittori di azioni di mandare con cortese puntualita le loro quote in ragione di lire 20 per ogni azione sottoscritta ali' Ammini– strazione del giornale; via Adda, 4 - Rom a. e Chi non desidera abbonarsi è pregato di respingere il giornale senza staccare la fascetta

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