L'Unità - anno V - n.1 - 8 dicembre 1916

I divieti d'esportazione Col 20 settemibre ha cessa.Lo di esse.re per– messa la esportazione delle uve da tavola. Quel– la dei fiohi seoohi fu antecedentemente vietata. Non è diffioiM p,revedere che albri divieti se– guiranno . Si pa-rla. dell 'olio di oliva, del qual e il raccolto non pare sc.ao :soquest'anno I Ciò por– terà un grave contraccolpo alla. economia gene- 1,ale de,l Mezzog.iorno. Sembra a noi ohe in questa compl=a 1n.ate– ria delle esportazioni la. Commissione centra.le degli app,rovvigionament i non 'tenga sufficiente conto dei non trascurabili interoosi delle popola – zioni delle •regioni produtti;c .i e che abbia ocohi solo per vedere le necessità delle popola>!.ioni consumatrici e oreoohie per senfo-e gli strepiti ohe fa la, gente delle città. settentriona li insoffe– rente dell' aumento verificatosi in tutti i consu- mi popolar i. . E dimentica che è proprio la popolaz ione opc raia delle ga-a.ndi città. settentr ionali quella rh c, meno soffre dello stato di gue1,ra; c,he prop1·1O lassù si spande e oircola la più gra n part e dPl danaro ohe lo Stato spende per i -bisogni deU\, . seroito ; mentre il :Mezzogioin.o, quasi tutto a eco– nomia rurale e generalo molto povera, senza ol– tre risorse ohe quelle del suolo, ha bisogno d, valorizzare rapidam ent e e nel miglior modo po1,– sibile i suoi prodotti di espo1·ta.zione per pot a•·o provvedere alle deficienze di ciò ohe è indisp en– sabile alla gra nde massa della popolazion e; e, bra l'!ll!tro, al pane, essendo, purtroppo , da qual– che anno insufficient e la produ zione locale. Il torto del Mezzogiorno è sempre stato qu~l– lo di soffrire e tacere. Ved ete lo stupi do cancan oho hanno fatto i giorn ali politioi a proposito delle uova. Si vor– rebbero carcerar e tutti i negozia,nti all'i ngros,;o sol perohè mantengono le indispensabili ri,;er-ve per fa.r fronte al consumo nei pei;od i nei quali la produ zione si rallenta sino a esa urirsi. Ciò r..he, non solo è lecito , ma necessario, diventa illecito e del ittuoso I E a questo stupi do cancM1 dc,Ua stampa politica hann o fatto eco le auto rit à :le– ferendo i commerciant i al magjstrato I Fnrtuna– tn.rnente in te mpo è intervenuta, pare, una cir- oola.-e ministeriale ai Pr efetti . · La proibi z.iione dell'esportaz ione dell'u va da tavo la è stata accolt a dagli stessi giorna li con g,rande compiacimento, senza clle nessuno ab– bi.a per un momento l' idea. di pensar e ohe t!\le ~vvedimento , mentre nuocerà. indu'bbia.ment ~ !\gli inte ress i dei produttori (gente di campagu.1 ohe lavora ed ha poca dim estiohe,:za coi quoui diani politioi) non apport erà probabilmente nes– suni ~simo vantaggio al oonsumator e, perohè il prezzo al quale lo stesso paga la -&-utta fresc.i. /> in dipend enza di altri fattori. La nostra espor taz ione complessàva. di frut ta fresca , uva esclusa., ha raggiunto nel 1913 il V9.• !ore di oirca 53 m ilioni di lire; è scesa nel 11:114 a circa la metà di tale importo e si è ridotta nel 1915 a un sett imo I Di sola uva fre_sca (da tavola e da vendemmi a) si esportò nel 1913 per un ,,alore di ci.rea 14 mi– lioni ; e nel 1915 per un valore di poco più d, 1111 milion e I Non è difficile 'preve dere che tal.i esportazion i si ridur.ranno a ben poca e trasol)rabi le cosa nel con-ente anno. 11 danno sicuro, certissimo, è delle popola-z,.;. ni rurali meri dionali. Il consumatore non ne ha avuto un corrispondente vanta..:,"1gtio. E poi sarebbe ora di domandarsi obi è il -:ion anmato re di frutta fresca nel nostro Paese. No i non crediamo sia.vi al.ti· a gran de città in Italia all'infuori di Napoli dove una grande mas– r,a. di popola.zione facoia della frutta fresca (uva, l\c,hi, eoo.) il companatico abituale per settimd.– ne e mesi. In Alta Italia, anche quan do l'u va era tanto deprezzata. da potersi avere a poc3a lire per qu intale, mal~a_do le facilitazioni fatua al. oonsum atore, con l'apertw-a, tra l' altro, d1 Rpaooi municipali, non si ebbe un notevole in oremento nel oonsumo. La frutta fresca in tutta l' Alta Italia è con· sumata maggiormente dalla borghesia, la qu1.1le è bene in grado di sopporta.re qu"alohe onere Gino Bianco L'UNITÀ maggior e per la propria alimentazione; mentre è quella che attraverso a.i giornali politici str illa di più. . Non r,i dimentichi oho tutta questa speci,ilc produzion e mci-idionale mentr e è destinata a conr,umatori danarosi, e non costitu isc·" clemeuto indispensabil e, base di aJimc.ntazione per nes– suno, è d'altro canto di difficik , di impossibile conservazione oltre certi rist rett i limiti di tem po; ond e la soppressione di sbooohi consuet ud i– nari pel passato, od anoh o soltanto il re11derne r,iù difficoltosa la vendita, cagiona ser issimi dan– ni irreparabili aJla num erosa cat egoria dei pr0 dnttori. Si_consenta adunqu e al ~r ezzogiorno di fare un po' di danaro lasciando gli esporta.re yerso i paesi alleati olio, legumi, ortagg ,i, pomodori fr,·. sohi o in conserva, aranci o limoni , ced·ci, e quant'a ltro si deve pit, all'attività dei suoi 1"' boriosi coltivatori ohe non alla troppo decanta– ta felicità del clima . Si tratta di par cochie dieoino di milioni d1 lire che non si possono far perdere senza ridu .n·e nl– lo sti·emo l'economia di intiere provincie m e,·1- dionali. E neppu re dovrehbesi d.imen_ticare ohe og111 produt tore è anoho consumator e : i produttori <!i uva vendendo l'uva si trasforma.no, in un sooo11- do tempo, in conswnatori di gra,no e. di carna ~ di cotone e di fono e di manufatti e di concimi e di solfato di rame, i cui · prezzi, enormemente saliti , rincàrario per tutti il costo de,lla l•ita e il costo delle produz ioni agricole. Non si capisc o quindi porohè - col clivie.tu di esport azione - sì deve favorire una categoria lim itata o l'elat iva.mente agiata di consumatori I\ danno di una grandissima massa di consumatori meno forttmati. L 'esport azione dei legumi e ort agg i :firese,hi wcse da un valore di circa 23-24 milioni, quale fu nel 1913 e nel 1914, alla metà. circa nel 19.l 5. Aranci e limoni si esportarono per un valore di oirca novanta milioni nel 1915 . Albi-e « voci » di gran de importanza -aono mandorle, noci e nocciuole, di cui si esportarono nel 1915 per un complessivo vaJore di più c,l-e sessanta milioni. Non si preg iudiohino troppo alla leggera nosl cospicui interes si. Tu tta la politica ohe si sta facendo a basoa,l i calmieri e divieti di esportazion e , sem bra a noi ohe sia troppo semp licista, ohe prescinda com ple– tame nte dall e oondjzioru della produzione, e.be tralas ci di oons.iderare come saoiebhe necessario le inevitabili ripei'Oussioni tra le cla,ssj non m eno 11u1Det·o.~e dei produttori , e che si preoccupi un;_ oamente, o ,guasi, di accontentare la piaa.za o fo stampa politica, ossia i giornalisti tr oppo spe,,o inte,rloquent i in questioni ohe non conoscono <'h,i supe rficialme nte, per non dire ohe ignora.no d,,] t\/,tto o, peggio ancora., che svisano sulla ,base di 011ronei presupposti , fi p1·egiudizi ohe banno ,)Orso legale. , Prod m1re e vendere non è cosa La.Cile in tutto il nostro Paese e difficile ru;sai nel Mezzogiorno. Non si distmggano con improvv:ide clt·aconia:10 disposiv.ioni i faticosi risu ltat i di molti ann i di la– voro. Lo stato attuaJe 'di guerra sia, auguriamoce lo, stato pass eggero; m a non pei·IDD.ngano di E-.,no oonseguenze mag~ori di quelle che e.rano proprm– mente inevitabili, mass ime per questo povero e disgraziato Mezzog iorno. Eugenio Azimonti, Si può collaborare utilmente all' ' ' Unità ,, 1° chiedendo il giornale a tutti i rivendit ori e segnalando all'ammini str azione i nomi di ri– ven ditori a cui si possa affidare utilm ent e lo smercio del giornale ; . z• segnalando senza ritardo all 'ammini,tra , zione tutti i rita rdì o altri inconvenient i, che possano occorrer e nel servizio postale o di riven – dita ; 3° inviando notizie, documenti, ritagli di giornali, che possano servire alla compilazion e dei « Frammenti della vita italiana ». 5 Guerra politica e guerra eco– nomica. L'opinione di un neutrale francofilo La Lega iranco-czeca ha pu.bblicato a Par igi un manifesto per chiedere che la Boemia sia co– stituita in Stato indip endente , conchiudendo ohe ., l'i11di1>e11denza dei paesi ezechi sarà contro r e– " span-sione economica della Germania un m ur o « così te1iribile come Verdun è stato cont ro la sua « espansione milita.re ». La francofila Gazell~ de Lausanne, commen– tan do questo manifesto, app r<1Vacoi·dialmente il •r-~·ogrammadella indipendenza della Boronia. Ma quanto al trattamento, che si pretende imporr e all'esva.nsione economica della Ge,rmania, fa delle : iserve assai se.rie e assennate. « Gli allea.ti - osserva la Gazette de ;:.ausunne - si pPOpongono fermamente di impon-e alla Germa nia. vinta una inde.JU1itàdi guerra. E que– sta volontà. ci aw:,,re legittima. Ma la fine ùelle ostilità, non è il ca.so di farsi illusioni al riguardo, lascerà la German ia rovinata nè p iù nè meno che i suoi avversari e incapa.ce di pagare una inden – nità di guen a. Se gli alleati persistono nell'es igere una inden – nità, la Germania non potrà pagairla che a poco a poco, mediante un pre levamento annuo sui guadagni dei suoi finanzieri, indll6triali, cornmer– cianti. In queste condizioni, è pro1)1"iO ~po rtuna , e politica questa min accia che si trova continua– mente nei paesi alleati~ di rovinare totalmente la forza econe>mica della Germa.ma.? ». Una contraddizione io termini La Gazette de Lausanne met te il problema nei suoi veri termini . Pretendeire che la Germania paghi una indenn ità di guei-ra, che non i,otr,i non essere enorme, per ri•para1·e ai danni che essJ lia r>rodotti sca.tenanù o la guea-ra; - e pretendere ridurre i tede;;chi a non r>oter nè vende1ié nè collll!lrare, cioè a non poter produrre la ricchezza, con cui d~ ono pagare la imdennità - è una con– trad dizione in termini. Basta questa seilllplice osservazione della Ga– zet te de Lausanne per far capire comeproc lama1·e che la Germania paghi una indennità, e nello stesso tempo vroclamaro contro la Ge1manfa la guewa .iconomica e !l lboico;,t.aggio,significhi non possedere .la minim a ombr1 di senso comune. La indennità immediata Supponiamo, infatti, che la Germ ania sia oh J;Jigatn. a pagare 200 miliardi d'ind ennità. Una !l)arte di questa indenn ità la pag herà su– bito con -nav i milit ari e mer;:a.ntill, macchin e, va– 'f,ori ferrov iari, mater ie pTjme. disponibili al mo– mento della pace che il Governo tedes co poS6iede in propr io o si farà ceder e dai suoi sudditi, di ve– nendone debito.re. I prod otti e le materie pr im e, cosi cedute dalla Germania agli Stati alleati, sei·– viranno a sostituir e nella flotta mili tare e mer – can tile o nelle o•icchezze agricole e commercia li della Intesa a.nti,germa.nica i vuoti fatti dal l,a guewa. I gov-erni dell'ln te;;a., <:he J"icevera nno questa indennità in natura, risa.rciTann o i danni a i loro sudditi dann eggiati da lla g,uerrn: dato, per es., che una fab'.brica. c1i caffè-cicor in. di Cam– hral sia stat.a danneggiata dai tedeso'hi per cin– que milioni J)er aE\l)ortazione di m ate rie pr ime e di m acchin e e per demo lizione di fabb1icati, il pror>rietario della fab'.brica acquiste r à un credito d i cinque milioni , coi quali vot rà a.cquistalre co' materiale ceduto da.Ila Germania com.e indennit à, quel che gli occorre rà. per ricostru ire la sua fab – brica . Con questo sistema , molt e_ falb1>riche tedesche rimarran n o senza macchine: que ste macchine serviranno a mettere in gra do le fa:Jmriche fran – cesi o belghe o polacche, distrutte dalla guerra nei paesi invasi, di rimettersi subi to al lavo ro; le fa:bbriche tedesche dow-a.nno ricostituire il lo– ro macchinario prima di ricomincia1'0 a prod ur – re. Cosi le di struzioni di ri cchezza. prov ocate dal – la Germ_a.nia.nei paes i invMi saran no pagate dalla Germania, non solo con m1 oolore corri– spondente alla ricchezza distrut ta., ma anche con u11adisorga11izzazione immediata délla sua strut – tura economica.: i vincitori ,avra.nno modo di ri – costit uir e sul>ito la stru ttur a IJ)ropria, e la Gennn– nio non a.wà la 1>O,sibilità di affacciars i nell-11. nuova fase economica intatta, cioè in condizion o di nti liz~are a pr(l!)Tiovantaggio le distruz ioni d.a essa prodotte durante la guer11a nella ricchezza alt rui.

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