L'Unità - anno IV - n.12 - 19 marzo 1915

av rebbe dovuto proteggere i boschi contr o i montanari, e che invece ha avuto per risultato la distruz ione dei boschi e la fuga dei Monta nari. Ln. legge Sacchi del 19 10 su1la « siste mazione dei bacini montan i », la vera grand e opera di Stato, da cui la mon– tagna aspetta il suo risorgimento, è ancora ineseguita , nè a quant o pare, si sono an– corn 1mz1nt1 gli studi tecnici prelimin:ui. .Ecco pe rchè lo Stttto non è tccnicamcnte in grado di offrire agli emigra nti rimpa– triat i, il lavo ro che offre agli opera i delle bonifiche e delle irr ignzioni. Esclusa l' opera diretta dello Stato, o :1lmcno ridotta a ben modeste propo rzioni, resta il Comune: questo povero ente, vero mart ire della vita :1mministr:1tivn italian:i., già acc:1sciato sott o il peso di molteplici gua i, si è trovato solo a frontegg iare la si– tuaz ione. E l' h:-i fronteggiata ero ic:imentc clev:indo le imposte, aggrappandosi ai mu– tui per le opere comunali, improvv isando uffici tecnic i colle sue misere finanze, com– batt endo colla burocrnzi:t st:-italc che dopo aver pro messo milioni e facilitaz ioni mene ora freni e inc iampi più !lspramente di prima . I decreti del 22 sette mbre stanziano 100 milioni in mutui ai Comu ni :1.ll ' int eresse del 2 % per l'esecuzione di opere pubbliche. ed assegnano un sussidio governat ivo fino :-il 40 %- .Ma i 100 milioni son stati rapida – mente asso rbiti, probab ilmente dai co muni più ricchi, meglio dotat i di com pete nze tecni– che ed ammi nistra ti ve, non dai comuni montanar i che hanno emigr:1.zione ; ed il sussidio è qu asi sempre risultato più b:1.sso di quel eh' era sort o il regime della prcce– den te legisb zione. I Comuni piccoli, poveri, sperduti tra le montagne, battono disper:1.tamente :igli spor– telli gi:\ chiusi e non san no che cosa dire alla loro gen te per cui la frontiera sbar– rata sembra divent are la cinta di una pau– rosa prigione. Se ecceziona le è il momento present e, eccezionali de bbono es!-erc anche i provve– dimenti ; e la difesa degli emigrant i non intere ssa una sola categoria , ma è difesa n:izionale. li Congresso di Fir enze, eco sincero di questo stato di cose è ,·enuto :-ille seguenti conclusioni : « L' V111 Congr esso dei Segretar ia ti laici « di Emigrazion e, constatato, dalle rol:t• « zioni elci Rappre sentan ti convenuti, che « r improv viso rimpatrio degli emigrami h:, • aggravato fortemente la disorcupazionc, • che t:-ili condizioni economiche, esacer– « batc da i man ca ti rispar mi e dal ca rov iveri, .,.hanno creato una situaz ione che di giorno (. in giorno si rende più minacciosa; « consider ata. la impoo!>ibilid e l' inop– c1 portunità di tr ovare . nel momento attu :tlc, « nuov i mercat i di lavoro este ri, per i pericoli ..-1 che sovr~st:mo sull' emigraz ione verso i 11 paesi belligeranti ; « consider:ito che nessun mezzo coer ci– ◄1 ti, ·o vard a tratt enere in patria la man o •1 cP opera disoccupat :-i: u FA l'OT I u 1° che il Governo :-idotti, senza altri ◄1 ii1dugi, una larg;1 e raziona le politica di « lavo ri pubblici mirante al migliorament o (! economico e sociale del Paese : e z 0 che elimini le lentezze e gli ostaco li « burocratici che si frappongono :-ilb solle• « rita esecuz ione di opere pubbli che eia ◄ p:irte di Pr ovi11cie Comuni e Consorzi, c. provvedendo ali' .tdeguato fin:mz.iamento · • 3° che favori sc:-t. medi:inte opportune « concess ioni ferrovi arie. le migrazioni in– « terne. " Il Congresso si :i,-.-;ocia ali' azione pro– ' mossa dalla ConfeJ<!razionc Generale del (I. Lavoro, dalla l.eg ., X.u ionale delle Coopc– « r:uive e dL1lb .Feder:-tzione delle 1\lutu e e per raggiungere dett i obbi ettivi, e dà m.,n– c dato all' Ufficio Centr:tle dei cgrernri :ni e cd al Comitat o Parl:t ment,tr c Pro Emi~ « gr.1nti di esporre al Governo - unita • «t mente :ti r:tpprc sen t:mti della T riplice del -« L.\Yoro - i dcsidcr.1t:l suesposti ,._ Conclusi oni sobr ie e r.1eionc\·oli, se si con- L' UN I T À sider i che i delega ti r:1ppresentavano inte – ressi urgen ti, ed avevano l' an imo :'\llsÌoso e preoccupato di chi sa leggere nell'avvenire. La moderaz ione, la disciplin a, la. unid di vedute e di intenti anche rra persone di prindp i diversi, suggeriv:tno a chi scrive, alcune conside.razioni oltre i limiti del Congresso, e pensieri che andavano anche verso altr i 1tomini di buona volont à, i preti. di Geremia Bono,nelli che hanno voluto ri– manere laggiù, dove infuria la guerra, :l fianco dei loro · fr:-itelli. Form:ue il fascio di tutte le buone vo– lontà, le qua li son molte e crescenti in Ita– lia, contro a tlllte le appa renze; ecco il dove re dcli' ora presente che è tr:tgica in sè stessa, anche prescindendo da quello che ci riserb:1 l' avvenire. l. a politica inquina, corrompe, sfibra la vita italiana che la incende solo come con– tesa di formule o di persone. Restaurare la fiducia, educare, a.gitare onestamente i grandi problemi, formare la coscienz:-i civica; ecco il comp ito che spetta a. tutti coloro (e son già legione) che vogliono e dimo strano di s:iper ben opera re : così sar:\ prep:irata una. generazione che potrà intendere la poli~ tic.t e b vera dig nità delle sue gare. E sarebbe utile proporci que sto, fino da oggi, qu:ilunque poss:t essere il nostro de– stino di domani : poi eh è nè la pace nè la guerra saranno, in sè stesse, la panace:-i universale per i nostri mali. Guido Valensin . LE DUE GERMANIE Si è- molt e volt e, da che la guerra è scop– piata, udito ricordare con rammarico le alt e e-reazioni dello spirito tedesco, qua si che le nost re :-inime teme ssero, rinnegando l' atteg– giamento odierno de lla German ia in :umi , rli coinvolgere nello stesso ripudio tu tta l'opera del suo genio. No, non è contro lo spirito tedc:sco, al quale è deb itrice l' umanit:ì int iera, che combatte l' Europa, m:1 con tro il regime prussiano inst au rato da Bismarc k al quale, fedele e sottomes sa, si è piegata rim:inen– donc tra sfigurata, la nazione german ica . Nessuno può dimentic :ue che la sua alba era srnta precorsa da un generoso moto libera le che pa reva preludere ad una Fede– raz ione rep ubbli cana nel centr o europeo, anzichè 3d un ritorno al feuda lismo impe– riale:. Enrico Heine, il sognatore « d' una gra nde confede razione di popoli, d' una sant:1 al– leanza delle nazion i », che avea scritte dure paro le contro i prin cipi e la nobiltà tedesca, si domandav :t allor:1, frega ndosi gli occh i trasogna.to : <t Dei repubb lica ni tedeschi ? Ho pena a crede re ai miei occhi ed alle mie orecchie : eppure noi vediamo di questi re– pubbl icani qui in Francia ed in Germania 11. Ma er:l l'epo ca degli slanci generosi, F epoc:1 che udiva 1:-t voce di Mazzini, di ~Iickiewicz. di Micheley, di Quinet, l'epoca in cui la miglior part e dei tedeschi non po– teva p:ularc dcli' unit:\ germanica senza unire :li propri o prog ramma l'ind ipendenza della ]>oloni:1, senza stigmat izzare la polit ica dello Czar, l' epoca in cui come per un lutto nazionale si pi:-ingeva per la caduta di Var– sav ia, in cui i proscr iui polacchi erano por– tat i in tri onfo com e degli eroi, in cui i poeti tedeschi in:1lzavano inni alla nnzione mar_ ti1e, r epoca ddln « Giovin e Gcrm ani:-i 11. Essa fu soffoca ta da!L1 ferrea mano dcl– i' uomo che 11 ingrandì la Pru ssia rimpi ccio– lendo lo opirito del popolo tedesco >1 (1) : ma da Bòrne ad Hcine, da Laube :t \Viembarg, d;1 ~lundt a KUne è :11la. glorios:-i falange eternat;1 nt·i " Cavalieri dello ~pirito li, da uno dei suoi più :udent i militi, Carlo Gut z– ko\\. che don;", ritorn:tr e la Gcrm:-inia per– sen te se \'Ord essere in Europ:.. un element o di re:tle progrc::;socivile e politi co. In essi la fede non era un' opinion e, ma vcniv.t cor:1.ggiosamente inncst:na sul tron co della dt. l : • c~si non facevano differenza. tra vi– vere e scri,·ere, non :separa vano I, politi ca dalh scienza d:ll1°:irte dalla religione i er:Hlo nel temp o ste~so arti sti, tribuni, apostoli » (2). Spren.n ano la Pru ssia appunt o per la sua in~inccrit;Ì ros titu zionale. Come fidarsi, chie– de\'.\ ironirn mente l-leine, di • questo bi– gott o e lungo eroe in ghette, ghiottone, mil– bnt ato rc, che bagn:t il suo bastone di ca – poral e ndl' acqua benedetta prim a di pie• chiare : Di quc:-ta natura allo stcs~o tempo filosofica. cris tiana e solda tesca ~ Di questa mistur ., di birr:t bi.1nca. di mem.ogna e di sabbi ., di llr..indeburgo. di questo 'fortufo tr a gli :stati ? ... E!:-si .1\"C\ .mo ~etc di libertà r- di since– rit à. :scnti\,1110 11 che la grand e legge del progres!-O dell,l na rnra è d'ott enere un più ( 1) i-: JII .RZL:1,". (,) 111.1,c . alto grado di div inità. Non conoscevano che lo Stato dei doveri : a ch iunque parlava :-iudacemente del propr io diritto essi oppo– nev:tno il suo dovere, al povero come al ricco, al debo le come al potente» (1). Non par di ud ire un' eco della propaganda maz– zini:111a? Imbev uti delle idee lumin ose dell'epoca , vedevano con terrore l'opera lenta che j) guanto di ferro prussiano compiva sui cer– velli tede schi, fin su que lli più ardiram.ent e rivoluzionari. Ora è Hegel obbliga to a di– mostra re come r:iziona le lo st:u u quo della serv itù : ora è Schlefer macher che prote sta contro b libertà e raccomanda la devo– zione cristiana :ti buon volere dcli' :tutor ità. Quant i bei nom i svaniri ! Quant i c:..ri ta– lent i dissecc:-ti allo scopo più indegno. Come era bello il nome di Arndt prima che per ordine supe riore scrivesse un libello tignoso, ove si dimena come un cane in onore del suo anùco padrone, e da vero cane v:m– da]o :-ibb~ia ~1 sole di luglio! Onorato suo– nav~ il nome di St:iegemann: come è ca• d uto in b:isso dopo ::iver scritt o le Poesie russe ! Schlefcrma cher è div entato cava liere dcli' aquib rossa di ter za classe ! Era un tempo un migliore ca v:lliere ; esso stesso era un' aqu ib, cd appa rt eneva alla prima classe ! l\fo non solo i grandi, anche i piccoli sono rovinati così. Uom ini che parb v:ino e scriveva no liberalment e si ri– trovano nell' impero dcli' oscurantismo, scr i– vono delle apologie pru ssi:mc, delle clichia– razioni contro i giorna li franc esi, dei pro– geui cli legge di <"ensura (2). Ah ! come presto si erano spent i i fuochi di \Vart – bourg (3). Così ali' infinito? Non si sarebbe un giorno stanc:?.to il popo lo tedesco, questo grande docile folle, di !-entirsi calpestare da innume revoli migliai:1 di soldati ? Questo speravMlO con Heine gli uomini del 1 48; ma già appariva ali' oriZ7.ontc la massicci:t figura di lui che incarnando lo spiri to pru s• i::i:1110, do, ·eva uccidere nella sua culla b Giov ine Germ:lnia, pron um.ian do fin dalla su:i entr ata al :Parlamento queste parole piene cli rude fran chezza, rhe suonavano un:-i sfida alle aspirazioni più pure dcli' ani– m,l ted esca : « Appartengo ad un p,lrtito che si fa gloria delle accuse di oscurant ismo e di tendenz e mcdioe, ·ali: appa rtengo a que lla grande moltitudine che viene opp o– sta con sdegno alla parte più intelligente della n:lzione ». Ilcbcl ha detto un giorno che l'unit à tc– dc~ca si s:1rebbc potuta ottene re senza il cancelliere di ferro, e :incor meglio e più (1) C. GunKo w. (2) H EJNI!. (3) Il 17 oU. 18 r 7 professori e giornalisti liberali a, ·evano organizzato a. Wartbourg una festa per celebrare l' anniversario religioso della Rironna e quello patriottico della batta glia di Lipsia. Durante il giorno il programma officiale : discors i, canti. ~ta a notte gli stu – denti accesero elci grandi falò su cui getta– rono tra gli evviva le opero cli l<otzevue e di Jlaller, il codice della gendarmeria prus– siana e come simbolo del militarism o una cintura della guardia pruc;.c.iana e un bastone da caporale au!itriaco. a Gino Bianco 647 far ilmente. Gran parte del popolo germa– nico, degli uomin i polit ici di tutte le n:-i– zioni hanno dichiar:,ta :issurda que sta che era la convinzi one degli uomini del periodo rivoluzionari o : ma è giunta forse l' orn di doveri~ rievoc;:ire, illuminandola con gli cle– menti realistici che sfuggivano ali' cpoc.t in cui il ministro vivcv:-i. La sua. colossale figura non ci deve !"lbba– gliarc al punto da non saper più valuta re tutti i germ i malefici eh' egli ha gettat i in grembo a11a sua. terra e che oggi recano i loro fru ni di sangue e di morte . Egli & stato uno dei maggiori artefici di quell' an• t:tgonismc slavo-ge rman ico che non poteva riso!versi per vie pacifiche, giacchè non è la risult :inte di una lotta economi ca, di aJ:1- tipatie :ut ificialmente sostenu te m:i di irr e– sistib ili corrent i irredenti stiche rivendic:t– trici contro la cgemon i:1 pru ssia.na ali' oves!: contro I' egemonia tedesca nel!' impero degli Absburgo, <li diritt i e di libertà . Fu Bisrn:trck infa tti rhe iniziò il tenta– tivo di denaz ion:-iliuai ione violent:-i dei po– lacchi coord in:tndola con la infelice lotta dd Kul tu rka mf e ispirando le sue leggi specia li a quc ll' odio bruta le che dovev:t più volte esplode re in seno al Parlamento e suggerirgli, quando aveva già abbando– n:-ito il pote re, i disonorevol i discorsi di Varz.in. Nel 1863 egli non solo cont ribuì mobilizz:rndo presso la front iera e imponendo all'A ustria lo sta to d' :tssed io in G:ilizia, :1 soffocare I' insurreziont' pobcc:t ma fece con– dan nare per alto tradi mento tutti i gent i– luomini posnan i che avevano comba tt uto fra gli insorti restituen do come 1c int eniio• nalmente colpevo li >1 :llla Ru ssia rntti i Var– sav i:rni fuggia schi arresta ti sulle ferrovie pru ssiane. Fu Bismarck che dopo la con– qui st:i del '6+ fece proibire I' uso del da– nese in tu tt o lo Slcswig-Holstein, priva ndo della patria pot està coloro che mand:-ivano i propri figli in Danimar ca. Fu Bismarck per mezzo dei suoi emissar i e con la com– plicit:\ deg 1 i uom ini di st:tto ungheresi che impedì metodic;unente ::i Francesco Giuseppe cli accordare maggiore autonomia agli slav i dcli' imper o danubiano; nel 1871 <l'acc ordo con Andr:t ssy e con Beust , rovescia il Mi– nistro Hohenwart che stav:-i per :-iccordare :tlla Boemia una coit ituzione federale so– sti tuendolo col Ministr o Aucspc rg :ii servizi del Gcrmane simo. Si ripetè cosi il colpo dd 1861 quando la carta federa le venne strap , p:tta cblle m:tni dcli' imperatore da Schm er– ling e dag li altri cons iglieri tedeschi della Corona.. 13ism:irck e dop o Bismarck e più di Bism:u ck perchè senza la sua sag:tcia il Bismar r kismo: :ittcggiamento che ha ra– dice, è vero, nella Stessa diffusa coscic1w.1 di cui il cancclli1:re fu potente esp ressione, ma che da lui ricevette esemp i, metodo, sostegno e sopr:Hutto giustificaz ione. ~ia per far cadere :t Vienna un ministero sla.vofilo. come ncll' '89 quello del Conte Th un ch e doveva applicare le ordinan ze Bnden i sulla lingua tzcc:t, si:i per fare ap – provare con tr o <lrgli slavi una legge barb:i– rica contr :lria :tll' um~rnità e al diritt o, come quel la dcli' espropri:izione foTl.:ila dr-Ile terre polacche, sia per ost::lcolarc agli slavi b libcrt:\ delh1 vi1.1 aiutand o ad esempio la T urchia nella lott:i contro le popolazioni balcanich e (1), è sempre ;-,Ilo stesso prin - (1) L ' amici.,ia ira la German ia (la riorga.• ni✓1.atrice cicli' esercito ltirco) e la. Turchia è SOl'U sotto gli auspici di Gnglic lmo 1l e di Ab<lnl-1 lamid. Ali' appoggio tedesco è do\'u\11 I· indifferenza della Porta cli fronte alle pro• teste ddl" Europa per i mm,saeri d'Armenia. Nel 1 897 in occasione dei moli cretesi la Ccr• mania dichiara per mc1.1.0 ciel suo ambascia– tore a Costantin opoli che • Il governo imperiale è pront o ad npprovare le misure pii 1 o meno energiche che prenderanno le _POten,.e, f,rc~ f t ru 1dolc perù energiche, poichè è persuaso chu oramai l'o ra clclle tergiversazi oni è pa..-,.sata . Kon si può rimanere inattivi (li fronte ali" spogha:io11t che la Grecia prcp,,r;l ,. Ed r– rncrito sopratutt o clclla Germania - che in– ,·ano tento cl" indurr e I' lnghilterr~ :,d atta ccare il Pirro - il ln mba.rdamcnto tli Akroti ri. Tutti ricordano che l'impero teÙC!,CO,per non

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