L'Unità - anno IV - n.12 - 19 marzo 1915

646 !..' UNI TÀ il suo mare ; pcrchè sobmentc per Tries lc e per l'Adri atico essa può scen dere nel Mc– cliterr:mco sfuggendo al contro llo ingle se. Epp erò chi a noi contende il dominio di Trieste e dcli'Adriatico non è più soltanto l'Austria, ma più dcli'Austria, ce lo con– tende la Ger mania. Ciò posto, è possibile immaginarC' che la Germani a ci consenta di risolvere int egral– mente il nostro problema n:-tzionale? I ,o escludo. Ma se per i pot esi la Germa – nia, strett a dri estreme difficolt:\ lo consen– tisse, siffatt o :1.ccordo, a guerra finita, di– ventereb be per essa un pr-.::.o di u,rta. I partiti politici e fa guerra. Ma l:l voce di un accordo it alo-ger manico a scJrt amento ridott o app:uisce plausibile per i nostri conscrv:nori, i qua li non vo– gliono s1:1ccarsi dalla Gcrm :mi:1 e non vo– gliono nccost:trs i :1 1; lnt cs:1, e sa rebb~ro soltanto dispos ti di far la guerra all'Ausni:1 ! Da qu esto contr :1ddiu orio st:u o degli an imi è possibi le chr veng.1 fuori un qua lunqu e ibrid o comprome sso della natur:1 di qu ello che è st:tto in que sti giorni ventilato. La coscicnz:1 popo l:1re non lo permetter:i. ln conclu sione, di fronte a così formicb – bilc nemico qual' è la Gcrm;,ni:1, netto è il dil emma: - o noi risolviam o il prob lem:1 politico e milirnre in qu esto momento con :iccordi e sotto la garenzia dcli' Europ a nel prossimo trnttato di pace i o noi divente– remo p:1cificament e una dipendenza dcli' Im – pero tede sco ! Pens:ino, akun i neo-co nservatori, che ne1la [elice posizione di Stato vassa llo della Ger - 111:mi:1, god remo di un:\ lun g:t e ben ordi– nat:l pace, in cui i nemici esterni saranno spariti, e i nemici int erni - la dem ocrazia - sar.1nno tenuti in freno e sogge tti. Invece :wv erd di noi quel che già è avvenuto dell'Au stri a e della Turchia. Lu ngi dal godere la pace bcM:t di un p;,ese che ha :1.ccett:1to il protettorat o straniero, noi sare mo 111ilitnrizznti e costret ti :id :1.umentare l' esercito di terra e l'armata di m:ae, che sotto la direz ione del Grande St:: i.to Mag– giore tede sco s::i.r::i.nno impi ega ti, non p<'r difondere l'indip endenza n:1,zionnle della pa– tria, tn:l per 1a con quista del mondo :1 beneficio della " Pi ,i gra11d,· Cermat1i,1 "· A misura che i veri termini del pro– blcm:l si sono venuti chi:lrcndo, noi ab– biamo assist ito :1 not evoli mut ament i neW in– <liri1.1.o dei p:utiti. ln un primo mome nto, qu :mdo si è cre– duto che le rivendicaz ioni nazion:1,li impli – cavano soltanto la guerra all'.\u st ria, ab – biam o assistito :l un gcne r;,le impulso bel– licoso, a cui par tecipavano tutti i part iti, democratici e conservator i. Se ne tenc:1 in dispart e il puro elemento cleric:1le, che crede sempre an cor:1 di , ritrovare a Vienna le chiavi di un qualche galv:mizzaro potere tempor:1lc. Quando poi si è visto spuntar e diet ro I' Austri:1 P cimo chioda to del Kaiser, lo spi– rito della pa ce ha invaso i consen-a tori gu<'rrafonda i del giorno prima. Il conse rvat ore italiano può ancora cs– :sere aus tr ofobo, ma non rinunzia ::i.dessere germanofi lo. T ra la paur., della forza mili– tare tedesca e I' :tmmir:17.ionc del regime 1euton ico ant idemocra tico e antip ar lamen– t :i.re , egli ha tr ova to ndl:, formula della utut rnlità nrma ta la bandiera che copre il cont r:1,bb:1,ndodei suoi molteplici int eress i. Per le stesse inv ertit e ragioni, non appena sullo ~fondo del quadro gigantesco è appa rso lo ~pettro dcli' imperialismo teutonic o e le minacc ia di un regim e int erno a stile ger– m:mico, la dcmocrnzi:t ha accentuate le sua tcnd on1.e dcli' intervento 3r1nato accanto agli Stati della Tripli ce Intesa, che combattono per la indipe ndenza degli Stati naziona li e per la libcrt:i dei popoli. Se non che è mal pos to il problema nel dilemma crudo di int ervento o neutr:llità. Non vi possono essere i fautori della gue rra per la guerr:J nè fautori della neutralità per la ncutrn lità. La queHion c di merito, sta nel prec isar e il progr:1.mma , ossia gli scopi che si \'O– gJiono raggiungere, con l'int ervento o con la neutr alità, :tlla fine del Conflitto europeo , al moment o della pace. Ed io dirò sub ito, a grandi linee, che cosa noi ddla democrazia radi cale i men - diamo raggiungere. , Gli St:ui della Intesa h:mno n:fermato ripetut amente che 1:i nuov:l carta d' Eu – ropa sar::\ modifica ta secondo il prin cipio della n:1zionalir:ì dei popoli.... E noi non vogliamo che I' It alia esca da questa guerra europ ea senza che abbia, in confor mità dei suoi int eressi, conqu istati, con le armi della cliplomazia o dcli' eserc ito, i suo i con fini natura li verso l'Au stria-Ungheria e nel– l'Adri:ui co. A garenzia di quest:l conqui sta, noi non vogliamo che dal present e conflitt o I' h ali:t esca isolat:a, alla mercè politi ca e rnilir:tr e dcll.1 German in. Gl' Impe ri cen trali hr-n.no iniziat:l e ~ beguirn la guer r:t violando i tratt ati, i prin– cipi del diriuo delle genti e della umanità, la propriet:ì. dei privati, l'onore delle donne, la vita dei fonciu lli e dei non combattenti .... E noi non vogliamo che qu est i sentimenti barbarici s' impadroni scano di nuovo de11a unrnni t à e sommergano la civiltà euro pea. Noi vogliam o che dopo que sr:1 imman e e folle gue rra sia :issicurarn una pace lunga a tutti gli Sta ti europe i, gr:mdi e piccoli. Noi vogliamo che il nuovo trattato di p:1,ce ob blighi tutti gli Sta ti d' Eur opa a ridurre le spese militari. Noi vogli:lmo che nel nuovo trattato di pace tutti gli Stati civili d' Europ:l si ob– blighino ridurr e gradualmente le barriere dogannli. Noi vogliamo che nel nuovo trattato di pace sia riconosc iuta la libert:I dei m:tri. Noi ,·ogliamo che nel nuovo trattato di pace sia adottato il principio della porta :tperta in tutte le colonie appartenenti a Stn.ti europei. Questi sono i problemi della pace fotura. Queste nostre ::i.spirazioni spiegano il fatto ~trano: - che i p:1cifisti, i liberisti e gli rintimilitari sti di tutt o il mondo sono di– vent:lti interventi sti, per domare il mil~ -, rismo ted esco. E al contrario i militari sti son diventati c1uasi tutti p:lcifisti, perchè sperano che la neutrnlit:\ italiana assic uri la vittoria delle :1,rmi tedesc he, e che que sta viv ifichi in 1utt:l Eur opa la pianta del milit::i.rismo, che cons iste nell' aument:tre sempr e le spese mi– litari senza mai nrrivare alla. guerra. Ad esso si 3ggiungo1to i figli e discen denti dei p:lniti legittimisti - seguac i dei Bor– bon i, dei Papi, o dei vari Grnnduchi , che ~ono anch'ess i tutti per la pace, cioè per la n eutrn lid. in favore dcli ' Austri:l. Ad es.so si aggiungono quei conse rvatori , che sper: mo nel trionfo delle armi tede sche l::i. egemonia politica in Eur op:1 del regim e :m tip:trbmcntare e antidemocrat ico che vige negl' imp eri centra li. Ai guer rafondai in tempo di pace, ai cle– rica li austriacanti, ai conserv:l tori che sci– miott :mo le pose antip arbm entar i del Kaiser si associano i socialisti uffici:lli italiani; cioè una parte di essi ; una par te che ogn i giorno più si assotti gli:1, liber:1.ndosi degli elementi inte llettu almen te e mor:llmentc migliori; ma che nondimeno conserva. la macchina elet – torale, e parla in nome del par tito. Ad onta di tutte le e~agerazioni polemi– che io non credo che i socialisti ufficiali possano desiderare il successo del regim e politi co teutoni co. Essi s::i.nno che i1t Inghi h err a in Francia e nel Belgio la posizione econo mica del la– vorntore è di gran lunga superiore a quell a del lavorat ore tedesco. Essi sanno che nei paesi par lamentari la posizione economica del la,·ora tore ha progred ito a misura che h:l progredita la sua influenz:1 politica . Essi non po:isono aver dim enti cato che in Itali :1 il miglior amento econo mico del bvor ato re h:t seguito all:l lott a vittoriosa combattut a per la conquista del diritto di sciopero e di organizzaz ione... Essi sanno , in una pa– rola che la liben:l politi ca è condizione del migliora mento econo mico delle classi popolari. ·Gino Bianco Se non che essi pensano forse che ad ab– battere il militar ismo prussiano in Europa bastino le fon.e della tripli ce Intesa. lo non so st bastino i so che la guerra sarà lunghi ssima sen1.a l'intervento di nuove fon.e che rompano l'equilibrio dei bellige– ranti ; e so che b quest ione essenziale, come ho de tt o, sta nel prepar:lre nella opinione pubblica il progr3mma della pace futura , e so che il progra mm a del Ministero non è il programma nostro; donde segue il dovere di mobil itare tutte le forze politi che della democrazia per crear nel paese le correnti p0litic he che faccia.no uscir dal [uturo Con– gre sso della pa ce, trionfante il programma nos1ro. Si ottcrr:\ o non si otterrà il disarmo l - Si ott errà o non si ott erd la ridu zione delle barriere dogan: :i.li ? Si otte rd o non si ot– terrà pei nostri emig rant i un 1ratrnm ento di perfetta par ità giuridica nelle colonie di Stati europei, per es. nella Tuni sia ? Or bene : un a fr3zione della democraz.i:t socialista si dichiar a estr~nea a questi pro– blemi. che inte ressano l'av venire economico dei lavorat ori. Probabilmente essa pensa che, come a vincere gl' imperi centrali bast: :i.no le forze degli Alleati, così a difonderc i veri e du– raturi int eressi del prolcrnriato dobbiamo bastar e noi della democra 1.ia liberale ! Per sè riservano una funzi one sola : - sfrutt:lre la sofferenza econo mica della massa - sofferenza che dipend e d:1,lla guerr:l eu– ropea e non dall ' int erven to o meno del- 1' Itali a nel conflitto - per dir dopo che essi furono contrar i alla guerra, per crearsi qu esto alibi clctt or:1,le, che permctt ed chi sa :t quanti avventurieri di correre il pa lio di incruente b:lttaglie elettora li e di pro– fittevole vittoria, spec ialmente nel i\·lezzo– giorno . I problem i imminenti. Deplorando l' assen1.a del socialismo uffi– ciale dall:1 gr:1,nde batt :lglia che noi com– b::i.ttiamo per le )iberd pro letari e, appre– stiam oci ad affron tare - come sempre - da soli i nostri tradii. ionali nemici. Chi sono? I gruppi monop olistici del p:lT:l'-Slllsmo industrble e gran:lrio, che gi:i, profitt:lndo della guerr:l che distr:le l' att enzione pub – blica, si agitan o per otten ere un aum ento dei dazi prote tt ori industr i:lli, e il ripristino del dazio sul grano. La fine dcli:\ guerra mett er:\ sul ta.ppe10 i probl emi fond:lmenrn li del programma li– berale, tra cui, nell'int eresse dei Comuni . ddle classi lavoratrici e del .Mezzogiorno pri– meggi:lno: 1 o la riforma delle finanze loc:1,li che deve essere compresa nella generale revi– sione tributari:\ che la guerra im.porr:\ an– che ali' It alia; 20 l'abo lizione del dazio sul grano ; 30 la. ridu;,.ione de i daz i indu stri:1,li fin.o al limite necessario, per farci concl udere trattati di commercio i più liberal i pos– sibili. Per que sti vitali inter essi nostri, i mtel :1,micicd io entreremo in camp agn a. Questa elezione non. è che una scar:i.muccia della lotta. che imp egner emo nel P:lesc e nel Par– lamento. A, de Viti de Ma r co. EMIGRAZ IONE E GUERRA Riflessioni postume di un Presidente del Cong resso dei Segreta riati di Emigraz ione recentemente tenut o a Fi renze. Non m1 piacc iono i congre ssi, e li sfuggo per quanto è poss ibile: lasciano un senso di sconforto sopra t utto se tratta.no di cose che sta nno a cuore; e troppo spesso non sono altro che futile accadem ia. e un pre– testo per viagg i a tariff:i. ridott a. Per que ste ragi oni il Congresso dei Se– greta riati Laici di Emigr azione, tenuto a Firenze il 7, S e 9 di que sto mese, non sembr:w:l un Congresso : i congr essisti erano tutti scri:tmcnt e competenti, d' una com– petenza maturata sui fatti e non sulle ci:1rlc; portavano la preoccupazione sin– cera, la respo nsabilità cli un gr:lvissimo pro– blema e la buona volont:\ di risolverlo -- E stato uno spettacolo nobile, raro e confortant e; e forse per qu esto le cron:-!.che dei giorn31i lo han no qua si ignora to, come al gran pubblico itali :m o piace di ignorare i maggiori prob lemi della. vita nnziona le. Tr ecentomila cmigranti 1 avvezzi ali' espa– tri o annua le verso gli Stati di Europa, sono stat i ricacci: :i.ti in It alia d:illa guerra; è necessario che vi rimangano: a) per r:i.gioni che int eressano la loro tute l:l, sia che I' Irnlia continui :1 rimanere ncutr:il e, si:l che debba ent rare in guerra; b) per rag ioni che intercssnno gli effet– tivi militari itali;,ni; e) per la. sincera app licazione dclln no– stra ncutralit:l, finchè essa dura. Come fare? li Govern o non ha avuto il coraggio di prend ere il pro\"ved imcnto rad ic:ilc che si im poneva : proibir e I' emigr:1zione in modo assoluto, e ciò pcrchè non credeva di po– t ersi rend er respon sabile della situazione crcat;\ a.W im crno da que sta misur:l sin– cera.. Ha :tdot ta.to irwecc una mezza mi– sur:l : subord ina.re il rilascio dei passapo rti :11la.presentazi one cli un contr:lttO di lavoro :lpp rov:1to dal Commissar iato dcli' Emigra– zione. Chi ha un po' di pratica di qm:ste cos<', vedr:\ che ciò equiva le :ti divie to di emigrare, se non nella form a. cert o nella sostan2:1; o :limeno che creerà un a condi– zione di favore pe r qu elle 1.one di emigra– zione dove sono in uso i contr:nti collet– tivi, dov e è maggiore l'organizzazione , e forse ::i.nche più prcss:mti le influen ze po– litiche cd elett orali. f: dunq ue assolutamente necessa rio che gli em igranti siano occupat i in patr ia. I Segretariati convenuti a Fir enze d:l ogni parte d' lt :ilia, da Udine a Napoli, da Parma a Aquil :l, da Tiran o :l Castellammare Adriatico h:inno portato dati e fatti che sono il frutto d' una vita vissuta tra gli emigranti, e non d'una stati stic:l d' ufficio : la situazione è gravissima dovunq ue, cd ancora non si è provveduto :l fronteggi:tr la. La disoccupazione dei rimpntriati è ve• nut::i. certament e ad aggravare la .disoccu– paZ.ione ab itu ale, ma non è della stessa ca– tegori:l. L' emigrazi one esce nella su:i grnnde maggioranz:1, dalle zone montuo se : da lle prea lpi e da quell' :1.spro ed ingrato dorso appenninico che produce uomini e non li sa manten ere. Tropp o ben e si è detto fino ad ogg i dcl– i' Emigrazion e da chi troppo poco la cono– sceva . Si è dett o che era forza di espan– sione, causa di civiltà, ricchezz:1,per il no– stro paese : si sono esalt:lti i rivolctti d'oro che rifluivan o in patria e le c:isettc bianche dei « rit ornati "· I governi, press:lti d:llle necessità politi che e pronti a cedere a chi faceva la voce più grossa, furon ben lieti di accogliere qu elle opinioni : use i mon– tan :1,ri risolvono il loro problcm:l andando– sene . tanto meglio ; meno preoccupazion i per chi resta a governare, e più margine per accontentare gli altri che non se ne vogliono :1,ndar e, e son turbolenti ,,. Così, complici lo Stato e la pubblica op i– nione con qu ella spensier:lt ei.za che è cn– ratt cristica it aliana, si è venutn crean do quella tr iste servitù, di cui ora scopri:1,mo le sanguinose conseguenze. Così ci cr:lvamo pacificamente avvezz:ltÌ al fatto che _una pa rte d' It alia dovesse necessa riam ente var – ca re ogni anno i confini per mangiare il pane qu otidi:tno; così vedev- :1.mo fuggire, qu asi rall egrand ocene, quella gent e monta– nara che pure è il serbatoio profondo cd inesau sto dell e più belle energie e delle più solide qu:llit :ì della razza. Lo Stato ha. gove rnato b mont ag na per quarant' anni con una legge fores tal e, che-

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