L'Unità - anno IV - n.11 - 12 marzo 1915

642 !..' UNITÀ giung ere al nrnre: e si comprend erà che una lotta ,maloga verrebbe tenacemente condotta da lle popolaz ioni int erne con tr o que llo Stato jugo-slavo che dominas se le loro comuni cazion i coll'Adr iat ico. Chi potreb be fa r diment ica re ai tede schi I' idea madre del pangerman ismo, il così de tt o loro dirino al mare Adr ia1ico ? Cert o, non siamo più ::ti tempi della ca ricatura di qu esta idc:1, quando a. T rieste si srnmpav a un gior– na le Die Adria , organo cen t rale della Ger– man ia meridiona le, la quale secondo il con– cctlo del dirett ore si estendeva da l Po al– i' Alban ia. E non siamo neppure più :ti tempi, in cui i tcdc~chi sognava no l' ass imi– lazione degli it alian i di Tri este : chè n.nzi in qu est i ultimi temp i tedesc hi e ita liani erano alleat i nella lott a cont ro gli slavi. Ma è an che indub irnto che, ad onta della fallit a germa nizzazio ne, P importan za l"!co– nomica dei tedeschi nella costa sett entr io– nale ad riat ica è :mdata sempr e crescendo; e per molto tempo :incorri, fino a quand o lo sv;Juppo capita listico degli slav i non :,b– bia soverchiato quello dei tede schi, quella costa sarà lo sbocco di un hinurla nd eco no– mica.mente più tede sco che ~lavo. Da quant o tempo i tedesch i non v:mno ripet endo che il possesso del Belgio e della Olanda è per l'imp ero una necessit:ì ? Imm ag inars i, quin – di, qual e pericolo perman ente di guerra sare bbe il ragliar fuori tutte le alt re popo !azioni d'A ustr ia dal mare Adriatic o, mercè la costitU1.ione d'un o stato litorane o slavo. Nè da esse soltant o s:ucbbe minacciat o il nuovo Stato sl:lvo : chè verso orie nte esso avr ebbe contro di sè anche i magiari, popolo giova ne, in pieno sviluppo, tag liat o ;mch' esso fuori dall'Adriatico. Perciò non mi sembra davvero che si possa ragionevo lmente ausp icare, come fa l'amico Salvcmini, qual e un massimo bene da ritrarsi da ll'at tuale conflitt o, l'esclusione completa del- 1' Austria da ll'Adri.at ico (1). Una simile esclu– sione non è possibile immag inare che ad un patto solo : con il completo ann ient a– mento dell'Im pero; ma allora non è il caso di parlare d'esclusi one cb ll'Adr iatico cl' uno Stato che più non esisterebbe. Ora, questa cvt:n.tualità della completa scomparsa dcli' Im pero, è un'ipot esi da te– ner presente come tu tte le altr e. poich è nessuno può prevedere gli effett i di qu,esto colossa le cat.td isma che s 1 è ab battuto sul- 1' Eur opa, come nessuno può prevedere i ,fo,a,;tri d' un terremoto o d' un ciclone. l\fo se indubbiam ente deve calco larsi anche quella event ua lid, non possiamo neppure dim en– tic.irc che il suo grado di pro babilità è limitato . Sembra, infatt i, difficile che lt: pote nze della Tri plice In tesa sian o scese in campo e SQ<stengano questa guerra tit an ica per giun– gere al risultat o, in.evitab ile nel caso dello sfa sciam.cnto dcll' Aust ria, che la German ia esca rafforza ta dalla guer ra, mediante l'an– nessione ali' imp ero pru ssiano degli undi ci mi·lioni di tedeschi ddPAu str ia. Nè è molto presu mibile che I' Inghilt erra e la Francia consent ano di buon grado all'eccess ivo in– grand imento del colosso moscovit a, an ch' esso inevitab ile nel caso <lella scompMsa del- 1' Austr ia. E se il forma rsi e il prevale re d i certe idee ha un qualch e peso nella so– luzione fin.aie di fatti ca tastr ofici com.e l'at – r-uale guerra , non dobbi amo dimenticare che, fino a ieri in Fran cia e in Inghilt erra I' esi– st. :n.za dclPAu stri::i. era riten uta ta nto ne– cess:1ria, da far dire che av rebbe dovuto essere creata nel caso che non fosse csi– stit.1. E tanta è la forza di questa ide~, che v' ha oggi chi parla - e lo ste sso SaL vernini è fra questi - della possibilità · <l' una pace da conclud ersi fra l'Au st ria e la T ripli ce Int esa, con esclusione della Ger– man ia. ln ogni modo, torno a ripete re, anche l'ipotesi della scomparsa dell'Imp ero Au- (1) Qui accennavo al tra filetto appars o nel– !' U11ild d el 4 Dicembre 19 14 col ti tolo: La soluzione ideale. Posteri ormente Salvcmini in vari .irticoli lia meglio chiarit o il suo pensiero, e spcciahnente nelle note ali' articolo di G. 5.>.n– ua : Dov'è il maggior pericolo? (8 gennaio 1915) esplicita ment.c afferma la relativa faci– lità cl' una fiui s A11slriae. st ro-Ung arico va tenuta prese nt e. Come pur– troppo non è possibile dare del tutto l' ostra– cismo ali' alt ra ipote si estrema : che P Im– pero esca talmente vittor ioso dalla glrerra da estendere il suo dominio anc he sulla Serbia e il i\lon tenegro . Ma una simile ipotes i, più ancora di quella di un comp leto sfasciame nto, ha a mio avviso qua si del fantast ico : non per quella natural e antipat ia cht: ogni itali ano ha per l'A ustria, ma perchè un simile stra– g1ande risult ato presupp one tale forza e potenza ncll' Impero e tale estre ma de– bolezza e remissività in tlllt O il resto d 1 Eur opa, quali nessun indizio aut orizza e giustifica. Tutt o concorre dunque - se non m 1 in– gann o - a mostrare come di più facile re:-ilizzazionc una terza ipotes i : quella che la J ugo-sl:wia nel più pross imo avveni :e debba subire una soluzione si continuit:\ politi ca, una interruzione, che consentirà alla Serbia di sbocca re ali'Adriati co forse con l' annessione della Bosnia e della Dal– ma?.ia, men.tre I' T mpero absb urghese con– tinuerà a comprende re gli sloven i e il cosi detro Regno di Croazia. Si trove rà allora nella n.cccssit:\ di con.sentire nel suo seno il libero svih\ppo di qu esta restante nazio– nalit à jug o-slava, assu mendo quell'i ndir izzo tri alistico che ormai sembra mat urato dai fati. Nè a tale soluzione opporrebbl! oggi osta– coli insormontabili una decisa volont à uni– taria (,lei jugo-~lavi più sett entr ionali. Poichè se effcttivam. cnt e in passa to si esage rava nella va lutazion e delle differe nze fra i di– versi popoli jugo-slavi, si esage ra oggi in senso opposto, tr:-iscurand o del tutt o quelle differenze, le quali in.fluiscono non poco nel rendere tutt ora forse imm atura l' unific.1- zione politica. Se lo spit ito irredentista ha m, :;so qualch e radi ce negli ultimi tempi anche fra gli sloveni e i croa ti sett entrio– nali, la corrent e preva lente tuttora fra questi sembra quella incanalata in senso aut o– nomista. li probléma nazionàle ita liano . Ciò posto, in. che cosa consiste il pro– blemc1dell'Adria tico da l punto di vista ita– liano? Esso pre~enta tr e nspctti: il na zionale: il milit ére e l' econo mico, intima mente con– nessi l'un o all'alt ro, e tu tt i e tr e di gran– dissimo valore. Abbiamo parlato finora come se sulla sponda orientale dcli' Adriati co non si svol– gesse che una sola lotta naziona le : quella degli slavi. Ma accan to :,gli slav i, lungo quella sponda, più o meno compatti , vi– vono e lottano per la propria conservazi one anche t:irca 450 mila it aliani. La sorte, che a quei nostri frate lli riserban o gli avven imenti , rende tutti oggi in Italia tr cpid an ti e ansiosi. E pur in mezzo alle molteplici soluzioni che si affacciano per ris 1 olvere il nostro problema nazionale, pur in mezzo alla var ietà dei mezzi che si pro– pugna no dai diversi partiti per raggiungere la soluzione, si può con sicura coscienza affermar e che nessuno oggi in It alia osa sost enere che gl' italiani d' oltre confini deb– ban o essere abbandon ati alla cieca fortuna. Purt roppo però la solui.ione del problema naziona le adriati co non presenta il cara t– tere relat iva mente semplice e facile che pre– senta quell o del Trent ino, dove la popo la– zione italiana costit uisce una massa com– patt a e serrata, tenut a assieme dall a stessa conform azione del terr itorio. Sulla Sf>Onda nord-est dell'Adriatico ci tro– viam o, )nvece, in presenza d' uno di quei rmd ez-votu di genti, in cui la lott a per lo spazio fra le diver se nazionalità si fa a palmo a palmo, in cui la commistio ne delle gent i che vi si tr ovano di fronte raggiunge il massimo grado, in cui non esiste in altri ter mini un netto confine etnografi co, ma una larga zona di confine etnicament e ete – rogenea e contestata. In ta li cond izioni annettere politicamen– te tutta questa zon:1 ali' una o ali' altra delle nazion i in. lott:i, non si può senza sa– crificar~ più o men o largamente l'un a o ca Gino Bianco l' altra nazionalità. E, d'a lt ra pane, poichè non è possibile che il confine politico sia tracciato esclusivamente col criterio etno– grafico Puni ca via <l'uscita parrebbe quella di tr ovare un confine che annettesse :i.i due Sta ri confina nti qu egli spazi, in cui la rispetti va nazionalità ha incontrastato pre– domini o. Ora a chi osservi come siano distr ibuiti gl' itali ani oltre P at tuale nostro confine orient:i le, n.pp.irt subito evidente, come la loro compatte zza vada gradatamen te sce– mando, man manq che si procede da occi– dente verso oriente e da nord verso sud . Nel Friuli orienta le, o Goriziano, su 250 mib ab it.1nti, 93 mib sono it:iliani e t S 1 sloven i; ma qui è ancora 1elmivam cntc fa– cile separare i due cleme nti, in qu ;into gl' italiani occupano la pianur a e gli slo– veni il monte, e la lot rn non esiste che al centro principale Gorizia e nel dist retto di Cormons che comprend e il terri torio di Collio, misto d' italiani e di sloven i. Segue Trieste col suo distretto, che forma il nucleo più forte e più compa tt o, il cen– tro d' ir r:i.diazione dcli' italianità d'o ltre con– fine ; in cui, per quanto sia accan it :i la lotta fra slav i e italiani, questi rappresen tano la grand issima maggioranza della popola– zione : 14 1 mila sopra un totale di 188 mila ab ita nti. In Istria, intesa nella sua attua le costi– tuzione amm inistrat iva, 147 mila ital iani si oppo ngono :i. 250 mila slav i; ma in effetti nel ver sante orientale dcli' Istria che gr::i.– vit.1 verso il Ouarn.ero, la prop orzione de– gli italiani diventa minim a. Nei distre tti di Castelnu ovo e di Volosca con le annesse isole appena 13.000 italiani sta nno di con– tr o ad So mila slav i. Ancora più in là, a sud-est non troviamo più che sc:i.rsi e dispers i nuclei d' italianità in mezzo ali' oceano slavo : I 24 mila ita – liani dcli' autonoma Fiume, in mezzo a 2.6oo .ooo ab itant i della Croazia-Slavon ia; i 18 mila - secondo le statisti che ufficiali - o metti amo pure al mass imo 50 mila ita– liani frazionat i e dispersi nelle piccole cit– tadine costiere della Dalm azia, occupata dalla massa compatta di oltr e 6oo mila serbo- croa ti. :E: evident e che voler risolvere il prob lema nostro nazionale, an nettendo ali' It alia tut te ·o gran parte di queste genti, sarebbe con– tra rio a quello stesso dir itt o di naz iona lità, in nome del quale noi siamo risort i a na– zione e in noine del quale invochiamo la libera zione dcgl' italiani irr edenti . Non altret ta nto si pot rebbe dire se P an– nessione si limitass e a quella parte del ter– ritorio dove l' italianità, pur frammista agli slavi, s'è conserva ta relati va ment e com– pa tt a. Cioè : tutta la part e che resta al di qua del confine storico dell' Istria (Ti mavo, - Agro tri estino - Catena de lla Vena - Monte Maggiore - Pun ta Fian ona, la Pax tecu.m dei romani). Con la prima soluzione, per sa lva re 450 mila italiani, dovremmo inghiott ire entro i nostr i confini oltre un milione di slav i al minim o ; con la seconda dovremmo rinun– ciare alle poche migliaia di italiani di Fium e e della Dalmazia ma congloberemmo nel re– gno soltanto 385 mila slavi al massimo. So bene che simile soluzione non può sod– disfare la novi ssima scuola che vuole ri– spettato il pr incipio della nazionalità , ma soltanto per la propri a; che proclama 1a necessità della difesa della patr ia, ma sol– tanto per la propria; che vuole la es pan– sione economica e politica, ma soltanto per sè. Per simili aberraz ioni, che possono eser– citare il fascino d'un ·momento, il fascino della forza e del successo bruta le, ma che preparano a non lun ga scadenza difficolt à. e delusion i e dolori, non sarebbe possibile muo vere alla guerra la grande maggioranza del popolo nostr o, come non furono spinti da esse a lotta re e a soffrire gli uomini del nostro Risorgimento. E gli stessi pro– pagandi sti della conquista dalm'lta lo sen– tono così bene, che sono obb liga ti a defor– mare i fatti per dare alle loro idee un' ap– p:ucnza di di ritt o na ziona le : at tribu iscono falsamente a Mazzin.i, cioè al teorico del diritto nazi onale prr tulti i popo li, l' affer– mazione che la .Dalmazia sia ita liana; pro – clamano la estrema facilità di assimilare ali' iralianit:ì gli slav i (anche gli arabi della Libi a ci aspettavano a bra ccia :ipert e !) : moltiplic:i.no arb itr ar iamente il numero de– gli itali ani, e assouigli ano quello degli sla– vi i sven1olano il bandicrone di quei diritti storici, che appunto per essere sto rici non hanno più nessuna base :utual e; sostengono che la Dalmazia è necessa ria :-ili' I rnlia per– chè è la.... quart a parete di casa nostra . senza spiegare come mai la quan:i pa– rete di casa nostra debba essere proprio lì, isolata dalle altre tr e : sono obbliga i-i, insomma, a mascherar e con ap pa renze di giust izia la ingiusti zia fonda men tale delle loro prete nsioni. Alcun e setr imane or sono, anda i :i.d asco l– tare a Bari 1m • orato re naziona lisra, il qu ale affermav a con assoluta sicurezza la necessi tà per l' It alia di conqui stare non. solo la Dal– mazia, ma anche tutta l'Albania pcrchè tutto l'Adr iatico poss;i dirsi it aliano. In que l momento vedevo fra la folb impallidire il volto e inumidi rsi il ciglio di uno dei gio– van i student i albanesi della nostra scuola di comm ercio. E senti i rossore per que l linguaggio, che S"ctrà nazionalista ma non è certo na zionale : sent ii che non per questo quel giovan e era venuto in Ita lia, per apprendere cioè che la sua patria deve essere da noi conqui stata ; sen tii che nello spiri to di quel giovane quella conferenza nazionali sta dissipava a un tratt o ogni in– fluenza di simpatia it aliana ! Nè si dica che il numero non ba sta da sè solo a creare il diritto nazional e. Quando per affermare . il diritto delle esigue mino – ranze degl' it aliani di Dalmazi a a dominare un oceano di slavi , è necessario scomodare i Consoli romani e Pietro Orseolo e ricorrere alla quarta parete di casa nostra , allora è evi– dent e che la ragione è dalla pa rte del nu– mero. E invano si fa appello al ricordo che gli slav i di Dalmazia hanno avuto dal nost ro dom inio la civiltà nei secoli passat i. I secoli passati sono .... passati. Una volta. noi demm o la civiltà anche alla Gallia ; abbiamo perciò diri tto a conqui sta re la Franc ia ? La Grecia dett e la civilt::\ a noi una volta : dev e la Grecia perciò preten– dere a dominar l' It alia, oggi ? Chi vorrebbe tra scinare l'It alia a conqu istare la Dalma– zia dica lealmente che il suo è un prog ramma di imper ialismo militare e comm erciale : non cerchi di tra vest ire e dissimulare l' imp eria– lrsmo con argomentazi oni che abbi ano l'ap – parenza di essere att inte alle tradizi oni de– mocrat iche del principio naziona le. I nostr i imper ialisti abb iano almeno la schiet – te1.za dei loro ma estri tedesc hi, che non si peritano di dire che vogliono conquistare il Belgio perc hè ne hanno bisogno, e che :i.ssalira nno qualunque paese tutt e le volte che farà loro comodo. Il prob lema militare. Veniamo ora ali' aspet to militare del pro– blema. 11 confine oriehta le d' Italia, con la zona apert a friulana al di qua dell' Isonzo, è come un portone di casa completamente spalancato : esso è, insieme alla mancata anne ssione del Tr entino, lo scott o di Cu– stoza e di Lissa . E imp ossibile riassumere qui, nè avre i alcuna coffipet enza per fa1lo, le lun ghe e viv aci disc ussioni, a cui ha dato luogo la difesa di quest o locus minoris resisten tiae del nostro confine milit are. Una cosa sola parmi di poter con sicu rezza da esse de– durre : cioè, che· se il confine orientale ra p– pres enta il punto debole del nost ro paese , questo si deve essenzialmmte al fatto che rAustr ia possiede, oltre al Trentin o, anche la costa occidentale delP l slria . Jl Tr ent ino, quest o cuneo aust riaco nel nostro terri torio, que sto saliente , come di– cono i milit ari, rende ard ua e difficile la difesa del confine orienta le, sopratutto per– chè per gli eserciti da noi ammassat i ali~ difes a del Fr iuli rap present a la gravi ssima minaccia di essere presi alle spa lle. Ora a

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