L'Unità - anno III - n.38 - 11 dicembre 1914

L'UN I TÀ Intervento o neutralità? ~a.u/orc di questa _ co11/ere11za della al/' Uni– versi(~P2J'ol11r; ,,!!.L!?Js.a ç 1111_ Cran~lc~1,dit~lrialc: quel cho si suol dire 1111 • uomodi affari • (n;/ se11- so b110110). Ed è a11che 1111 uomo di coltura : un pio11icre, d1111q11c, di quella che san i, i111111 avvr– !J.kW 1c ~Pr.riamo non molto l<mlano, la clmsc dirigc11lc del 110s/ro paese. Le idre esposte in quesiti conferenza. j,crta11Jo, meritano attc11zio11e, non solo prl loro valore i11tri11seco, ma anche f,!'r la personalità tir/I' uomo che le formula. Il dovere di tutti. Supponiamo per un momento che in Ita– li a si.1 in vigore l' ist ituto del referendum, e che il governo creda mile cd oppo rtun o interrogare il popolo (e con questa parola int endo tu tte le classi dclb popolazione itali;1na 1 comprese le don.ne) inl orno :tlla via che I' It alia debba seguire nel prese nte scon– volgimento mondiale. Ogni citt adino ita liano, in questo c~so, a vrcbbe la necessid, oltr e che il dovere, di avere una opinione. E questa opin.ione do– vr<"bbe essere il frutt o, non d i passion i im– provvise non di visioni aberrate attra verso la lente del pa rtit o; ma bisogne rebbe cer– care di sciogliere con unn seria medi– t:li".ione sugli elementi di fatto, dal vi– lupp o intricat o degli avven imem i odierni, il particolare punto di vista ita liano, senza svalorizzare que lli che sono anche i più lar– ghi e supre mi int eressi di tu tta la rnza uma na. E in base a quegl i elementi di fauo dovre bbe ciascuno compors i un giud izio, fortemente e coscientemente sentito, sia di parte cipazione alla guerra, sia di :isten– sione assoluw . S' inte nde che a determ inare la opinione di ciascuno comribuir ebbe lo speciale tem– peramento, il nocciolo preesistent e e fon– damenta le di idee che sta a base della mentalit:\ politica, soci:1le, mor:ilc, cd an– che (dicia mo pure la odiosa parol a) l' int e– resse pan icolare di ciascuno. Ma questo non è evitab ile. E :td ogn.i modo non sa– rebbe nè un danno nè una colpa . D:tnnosa e colpcVole è la m:incanzil, non solo di ogni giudizio, ma perfino delle no– ziorù elementari, che debbono concorre re a formare il giudizio. D:rnn osa e colpevole è que lla indifferenz:i di molti, che nell' at– tu nle atteggiamento neutrale dcli' It alia e nel dovere deJla disciplin:1 n:n ionale vede soh anto una comod:1 scusa per esoner:us i da l pensare e dal perseguire e dal raggiun– gere un'opin ione, su quello che è il più urgent e e più pericolo so probl em.:t del no– stro avvenire nazionale. E il danno e la colpa appaiono tanto più grav i, qu :rn.do si conside ri l:t scarsa col– nna del nostro p:iese e la facilita con cui le persone men.o colte subiscono le influenze delle frasi alt isonant i e dei gir i bene ar chi– tctwt i di p:irole. Il problema da riso(vere. Porù:imoci dun qu e le quest ioni, che suc– ccssiv:un ente dovrebbero prescn.wrsi :i.lla ment e del citt adino italiano in questo mo– mento. E facciamo P ipotes i meno sirnpa– tica : que lla che il cittadino itali:mo, di cui sopr:1, non abbia che un mediocre senti– mento dcl sacro nome che porta, non :lb– bi:1 che un :issai tepido nmore alla terra n:1ti:1, non professi nessun culto per le me– mor ie di que sta terra, non :tbbi:1 nessuna sicurezza dei destini a cui forse nuovamente •qu est:t terra è chiamata. Suppon iamo, in– somma, un ital iano che sia tale solo pèr il fatto di essere materialmente nato, cre– Sciuto e vissu to in Irnlia. Se volesse ragio– nare, quest' itali:rno non potrebbe far e a meno di proporsi alcune domande. 10 Siamo o no in un. momento, se non. decisivo, molto importante per l' lwli:1, in cui tutt i dobbiamo preoc cuparci delle con– dizioni speciali, in cui l' Italia si trova o potd fra breve trovar si ? Anche coloro, i quali ritengono dove re normalmente i problemi nazion:tli cedere a i problemi di classe cd i problemi di pcli – tica estera a quelli di po.itica intern a; anche coloro, che riteng ono l' idea di pa– tri a essere orama i superata da quella di um:rnità - e, nnche fuori del campo degli intern:izion:dis ti inscritli nei qundri, vi sono molti uomini di elevato inte lletto e squis ito sen timent o, i qua li professano questa opinione - :1nchc essi non possono neg:tre che app unto in vista di una futur:l soluz ione più seria e più sicura di certi problemi sociali, alcun.i problemi nazionnli debbono ora essere risoluti ; che l' lt nli:1, per il cont inuo aumento della su:i. popol:t– zione, per il Russo con tinuo di questa po– polazio ne fuori del terri torio, per lo svi– lupp o sia pur lento e moderato dclb sua influenza nel mondo, non può disinteres– sarsi, non solo delle minaccie che venissero fa tte direua mcnt c :ille sue coste o ai suoi monti , ma anche delle modificaz ioni che att orno al suo territorio si vanno forse prepa– r:mdo. - Ho detto influenza. E intendo per questa non solrant o la preoccupazi one o il terrore, che potrebbero suscitare nelle altre nazioni le nostre armi quando fossero me– glio :tppron tat e ; ma P influenza civile dell e npst re atti vità scient ifiche arti stiche com– merciali e industr iali, troppo poco cono– sdute e apprez za te nell' Irnlia medesima. Esistono dunqu e prob lemi naz ionali - cioè d' int eresse comune a tutte le classi - di politica estera, da risolvere in questo momento in It alia. 2° Debb0no quest i problemi essere ri– solti solo in base a concetti di imm ediato intere sse italiano o secondo viste di inte– ressi più lontani e più larghi ? Devono essere risolti, basnndos i solo sul cu~cli;Tort;a , se~ondo la morale dd giorno ; oppure an– ~4~"fi 1 '\ ìiìs'to ~t~;fg;~ imento del diritt o a rui 1 f.l~ ~ at;2_Cementé ogS~ – pestato ? ~ sta domanda è più difficile rispon– dere che alb prima. Il citt adino ita li:1110, mentr e non può non rendersi conto delle spese che sa rebbero determ inate dalla guerra non vede nessu n accenno ad un provvedi – ment o che obb lighi le clnssi abbient i a pa– gare esse almeno una parte di quelle spese con un metodo ana logo alla imp osta sul pat rimonio usata nel 19 13 in Germania . Sente proclamnre la opportun ità di rompere anche con un'az ione marnmaldc sca la Triplic e Al– leanza·,; ma lo sente spesso, proprio da chi fino ad ieri era stato ferven te sostenitore di quegli accord i politici, che appunto si dovrebbe 10 oggi troncare. Sente parlare della necessità .1ssoluta di brandire la spnd:1, per il fatto che gli altri la brand iscono, e sente innalzare osanna ali' ideal e della guerra come qudl:t che uccide tutte le competi zioni degli indi– vidui e dei gruppi , tu tte le bassezze di questa che suol chi::ma1si vita borghe se, per 1' abbandono che ad un tratto ogni in– div iduo fa della propria person:1lid. e della immol:t;,.ione di questa sull' .1ltare del F inte – resse idea listico della p:u1ia. Ma anche que- ~ to inte resse idealistico - quando non si den tific-hi col d.csitjl'rio forteme nt e volut o ell' allargamento e dello ~vj luppQ~ = o , i v,,l~IJ...ic.tili\!'1,C~J,.tç. j<l!')I" dd l;~ l)lra e ~L!;!;,'~ , e quando si riduca, come nel pensiero di molti :1vviene, a niente alt ro che ad un aumento di tcrr itor;o, non finisce an– che esso per diventare un intert :sse mate~ riale, sebbe ne di ordine più elevat o ? D'altra pttrre il citt adino italiano sente ancora parlare della necessità di accostarsi a quei popoli, che difendono la democra – zia ed il progresso contro il milit:irismo e l'imperialismo; a cp1ei popoli, che com– batt ono con armi civili, di fronte ad altr i clic si dice compiano stragi e devas tazioni. Così gli avviene che mentre sente ripetere unanim ement e l' Itali a dover risolvere i pro– blemi naziona li del momento senza sc·nti – ment alismi, in bJse ai suoi esclusivi inte – ressi, in base al suo sacro egoismo, come fu dett o da bocca ministeriaie, \"Ìcevcrsa in tutte le manif estaz ioni pubbliche, che ac– compagnano la coscienza di detti problem i, egli ve'.de int rodu1si la pietà o il disprezzo, la s:mpa tia o l' odio, tutt: elementi cioè eca u1no Bianco veramente sent iment ali, per la sua deci– sione. Il fatto non (; nuovo, nè strano . In tutti i fenomeni della vita morale si trovan o di fronte::, la tenden za che considera unica norma di condott:t I' inter esse egoisti co dc– gl' individu i e dei popoli, e la tendenza che considera o sente istinti v:unente il legame che :1vvincc un uomo ad un altro, una ge– nerazi one alla precede-ntc ed alln sussc – gut:nte, e in tutti gli sconvo lg!menti, che hanno trasformato la figura e l'essenza deHc nazioni, <lacchè il mondo esiste, ha constatato più dur:uurc quelle soluzioni, le qu:ili rap– presentava no, oltr e che il prev:ilerc di certi interessi materia li, anche il sorgere di nuovi aspett i del pensiero e di nuov i più larghi valori morali. Queste tend enze si trovano sempre di fronte : ma non è detto che sieno semp re inconciliabili. E vecchia formu la ,··della morn le uti lit:iria che egoismo benin – teso e alt ruismo combaciano. Ma non è agevo le trovare :1 un trnuo il terreno della coincidenza. E innanzi al contr asto lo spi– rito resta incerto e tur bato. E la incer– tezza e il tur bamento si producono anche di fronte nl prob lema attua le. Vediamo. dunque, se e come, in mezzo a quest:1 selva di diversi e rnlvolta contra– ditto ri pensieri, il cittad ino italiano possa e debba rispondere alla seconda domanda. Ed esaminiamo lo stato d' animo della maggioranza dei nostri conc ittad ini di fronte ai singo li Stati belligeranti. Au stria, Germania, Franci a. A causa della ignoranza, in cui in fatto di politica estera è stato tenuto dai gover – nanti il popolo italiano, e a causa della scarsissima cultura politica del popo lo stes– so, è avven uto che ques to popolo, nel suo complesso, lungi dal considerare h1 poli– ticA estera a seconda degli interess i attu:1li e fut uri cieli' intera nazione, l' abb ia consi– dera ta attraverso I' interes se del prop rio partit o. Ma rispetto all'Austri:1, è innegab ile che in questi ultimi anni è andato genera lizzandosi nelle file di tutti i partiti, anche elci più divers i ed avvers i, la convinzione, più o meno p:-ilesemen tc confessata, che I' al– le:1nza coli'Austri:1 costituisca pel nostro paese un peso morto, non soltan to per ra– gioni di tradizionale avver so sentimento, ma per la opposizione di int eressi economic i e politici, che si va manife stand o sempre più eviden te, di mano in mano che I' ll alia va rafforzando le sue finanze, svilupp:indo il suo commercio e le sue indu st rie, mi– gliorando le sue :ittivid :irtistichc e scien– tifiche per lungo tempo affievolite. L-i Germania invece non ha suscitat o fino a poco tempo fa antipatie o invidie nel– !' Irnlia. Chè :inzi il tributo di :immir azionc per le moltepli ci forme delb sua at tività in tutti i camp i dello scibile umano, è stato sempre molto brgo in lt:ili a. Dici.imo di più : l' l t:ilia ha tenuto la Gcrmanin da– vanti agli occhi semp re come un esemp io, e ne ha imitato talvolta troppo pèdestra– mente gli istituti, senza tener con to dei caratter i specifici prop ri della nazione e degli inconvenienti gravi, che in un pop olo dotato di maggiore versat ilitù e di minor senso di disciplin:1,. queste copie pedestri avr~bbero prodotto. Citiamo l'ordinamento b:lJ\car io, l'organizzazione del partito so– cialista e lo sv iluppo dell'arte decorat iva, per dire tre campi molto diversi e nei quali I' inAuenza tedesca è stata dannosa. La somiglianza della nostra organizzazione bancaria con que lla tedesca e la conseguen te diretta partec ipazione delle banche alla fon– daz ione di impre se poco so lide esclusiva– mente allo scopo cli guadagnare sulla emis– sione delle azioni, è sta ta una delle cause della crisi indu strial e graviss ima, che l' lt a– li:1 attraversa da sei :umi a questa parte, :"tnche prima della guerra libica. I dogmi del socia lismo tedesco hann o avuto quel~ I' effetto deleterio che tutti conoscono sul funz.ion:1mento del parti to socialista in Ita – lia, e continu eranno ad aver lo fino a che correnti vive di revisionismo o di adatta– ment o alle condizioni speciali dell' Irnlia, o 587 cli idealismo sia pur sindac:tlista, non lo facciano ritornare a concezion i più armo– niche e meno di:iletti chc. - Infine della influenza della così detrn :1rte decora1iv.1 moderna tedesca in Italia sono vittim e que lle costruzioni, che sono ancbte sorgc n– fitte in que sti ultimi anni nelle vie m:is sime delle nostre citt:ì : palnzzo della Bor– sa e vi:1 Venti Settembre a Genova, via del Tritone a R.oma, passeggiata lung o m:1re a Viareggio, Palazzo di Giustizia, ecc. La Francia: - In questo momento tutte le simpm·i<' sono per questo paese . I.a ra– gione precipua di ta l fatto St:l, oltre che nell' opinione genera lmenre corrente ed in gr:m parte esatta, che la Francia sia pur e at trn verso una sequela di manife stazioni corro tte, sia sempre stata e si:1 ancora il crog iolo di tutte le rivendicazioni sociali, anche nella sicurezza che ess:1 si., stata aggred ita e difende la sua esistenza nazio– nale . Inghilte rra e German ia. L' lngh ilterr:1. - Ess.1 riassume per il popolo itali:mo un insieme di trad izioni egoist iche ed altrui stiche. Noi r:1mmcntiam o che in Inghilterra tutti i nostri profughi h;rnno sempre trovaro :isilo sicuro; noi 1an1- memiamo il culto che in Inghilterra, come in lt:1lia, hanno i nom i di :Mazzini e di Ga– ribnldi; noi r:1mmentiam o il vecc hio Gbd– sron.e affermare dinanz i ali' Europa, chC il Governo dei Borboni a N:1poli era la nega– ;,.ione di Dio. Ma rammentiamo :tnche l'abi– lit:\ con cui l' Jnghilt erra sn ottenere i suoi scopi mercantili , giovandosi talvolta delle armi degli }lhri e gustando i frutti di alberi non colt iv:iti da lej, Scnonchè anche nella manife staç.Ìone di questo, che è stat o chia– mato il suo egoismo mercantile, e per il qu::tle, co n es:tgeraz ionc, le è st.tto aflìbbiato il nome di perfida Albione, dobbiamo rico– noscere che gli inte ressi dei terzi sono più rispetta ti di quel c)le non siano cblle aspi– r:izion.i d i suprema zia comrner cinle della Germania . Studiamo un momento questo pun to che è di somma importanza . f: un punto di vista pu ramente commerciale; ma si s:1 che gli element i commercial i sono fra i mas– simi nelJe competizioni odierne dei popoli . Si è detto in questi ultimi tempi, e tanto più quanto più si acuiva l' antipa tia per l'attitudin e tracotante della Germani:1, che la Germania è riuscita a vincere la concor– renza dcli' Inghiltcrra mediant e I' abbass:1- ment o della qua lir-;\ dei prodott i. Non è assolutamente esatto. Può essere avvenuto qualche volr:l e da principio e per ceni spe– ciali prodott i j ma il modo, con cui la Ger~ mania ha combattuto in genere I' Inghil– terra nel campo del com mercio, è st:110 quello di meuer si a conrauo diretto col consumatore, invece di bsciare fra il pro– duttore ed il consu mator e un certo numero di intermediari, come face va l' Inghilterra; e com.e conseguenz:t lo sforzars i di soddi – sfa re i gus ti diversi della su:1 clicnre)a, adattandos i a modificazioni che il produt– tore inglese rifiutava, non in base a un concetto troppo alto della sua prod uzione, m:1 esclusiva mente pel conce tto economico che fr:1zion:1ndo la produz ione, il costo della medesima si eleva e quindi si eleva il preno di vendita. Affacciatas i a quei mercati mon– diali, che le parevano contes i dall' Inghil– terra - e lo er:1110infat:ti, ma con armi lenii e cortesi, perchè l' Inghiltcrra ha la– sciato e lascia, almeno fino ad ora, il regime della porta aperta ovunque - ; la Ger– m:inia attese :1 fort ificare e a svilup pare il suo organism.o industria le, mettend o a ser– vizio del mede simo, come è noto, una le– gione di scienziat i, ... ii tcc1Uci e di agenti commerc iali tutti fortcmtme organizza ti, tutti con larga preparazione scient ifica e tutti infine collegati da quel senso di ger– mani smo potente, che li ha fa tti qualche volta rassomigliare ad una societ:\ segreta . Così l:t Germ ania non solo ragg iunse in mo !ti prodott i una perfez ione in.discussa (prodotti meta llurgici ; lamiere Mart in-Sie– mens ; prodotti chimic i ; macchine elettr i– che), ma creò un:1 mirabil e org:lnizzazionc

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