L'Unità - anno III - n.36 - 4 settembre 1914

h:t inve ce bisogno di mani tit aniche che la trasformino; giusli:ia oggi vuol dire : /n – .dipenden:n della Polonia, Am1t ssJ·o11edella B ornia-R~ govi,ia al regno serbo, Auton o– mia del!' Al.sazia t' l.orenn, Am1tssio11e della 'Transilvania e Bucovina alla Rumania, An– ·nessio,u del 'lr naino e delle Alpi Giulie al– i' It alia : vuol dire distruzione d'ogni ra– gionr di co11tesa r d' o.ffesa. Solo perseg uendo con pertinacia e fede qu est i pri ncipi a traverso la stampa, le co– spirazi oni, i martiri.... e quant i marti ri hanno già visto in qu este tri sti giornate le prov in~ie aust riache! ... sarà possibile creare quell o stato d'animo europeo che influirà cerro sulP indirizzo del futuro congresso: congresso de lle cui lince direttiv e già la Tri plic-c Intesa dc vrebbe assumersi l' im– pegno di fron te ali' Europa, onde rifr a ncare le ftle rivoluzionarie dell'Austr ia e or ien – t:ue definitivamente le alt re forze ancor ogg i perp lesse. l diplomat ici che ali' ultim a ora verran no :t conte mplare la nu ova fisono mia europ ea 'S' accorgeran no che in fondo ciò che ess i chiamano il Ca.so non po teva meg lio lavo– rar e per il vero equilibrio cjoè 'Jper la pace ,•uroptn che tra sformand o gli stati sull a ba se delle na zion:ilid: e che uno stato liber o e potent e dalle rive del Baltico a i Carpazi oltr e che centr o prop ulsore. di ener– gie per il rinnov::im ent o int ern o della Ru s– sia, se rvir:\ come punto d'unione e di co ncordia tra il ger mane simo e lo slavis mo : missione che assic ura alla Polo nia un di– ritto di cittadina nza nella Ci Ofline Europa ,che il seco lo fonder:\. G. D'A cANDIA. L' Internazionalismo che gli ù11prcssionisli e i chia cchicratori tla ct~ffè predi cano definit ivamente falli/o , sia ft1cendo proprio in questi giorni, e grazie a questa. guerra, un, passo colossale 11erso la sua realiz::nzioue. Come l'Europa cscz'.laor è un secolo dal Congresso d'/ Vienn a. presentò nna carta assai pi ù sc111,plice di quella che prece– deva la R-ivnluzionc francese, e rappre– sentò ,ma notevolissima tappa nel cam– min o del genere 11ma11r dal polverio anar– chico e barbaro del fcudc1lismo verso la •t callolicild » economica e i11/cl/el/11alc e morale e politica,· cosi l'Eur opa del se– colo ventesimo presen terà dopo questa guer– ra, senza dubbio, una config urazio ne più compalla, meno f rnslagliala. meglio ccor- 1/inala della vec:chia Eur opa del decimo- 110110 secolo. Sa rà una confederazione anligcr manica, a cui presiedano l' I nghilterra e la Ru s– sia ? Sarà 1111 grande blocco germanico. domin ante co11la forza delle armi su un mosaico di popol i soggetti o tributari ? S arti un · alleanza di tu/la I" E uropa oc– eidenlal c e centrale, democratizzala da!la ,guerra, e strrlla dalle 11ecessiltì della c:o- 111w1c d1ft'sa contro la Ru ssia? Ecco ciò che nessuno oggi può dire. E' lecito esprimere delle prefe renze: sa– rebbe sciocco affermare delle pre11isio11i. 1Ha quei.lo è certo: che nella ,:uova Eu– ropa le ricrhc::zc, gli uomini, le idee cir– colaa11110con maggiore libertà, con più fcn 1idt1 rapidità. con pi,ì intenso ritmo ,_t,e nel passalo . La Ida eterna della solida– rirlà dcgr in/eressi di lutl n il genere uman o. che sembra oggi squarciala, ben presto si ricoslituirt ì pi,ì lar{{a, piit resistente, più profonda. .Vo11 per questo m1remo un equilibri o deji11ilit 1 0. I conlrasti inevitabili fra i gr uppi locali, clll' si mamfeslcr ebhero· come a/Iriti inlcrna:ionali fn cilmenlc sanabili in 1111 sistcuM largo di cguag/i"an::c quale sa– rebbe pr omosso dalla villoria inglese, as– swnercbbrro la f orma di lolle intern e. di rlt'olu:zioni . di congiure in un sistema che f osse donu·ualo dnl/'imp crialismo germani– co. La t'illoria della Germania renderebbe piri penoso e più lento I' asscslamenl o de– fin ilfro t. il fu11:.io11amc11to giornali ero delle n1101•c più larghe so/idaricltì interna ::ionali . .li a la 1·ia dcli ' umanità t ttna sola : -verso !r fd crazione dei popoli. E questa L' U NI TÀ via non è scclla per arbitrio di volontà ùz– di viduali: è imp osta dalle necessità in– tim e e permanenti di lui/a la vita econo– mica moderna. L' i11leruazio11al1:smo della scienza, del– l'industria , del commercio, lungi dal fal– lire, si d1'lalerà, co11, passi p,:ù giga11/cschi f ra i popoh, sbarazzati - poco impo rta per opera tli chi - da alcune delle vec– chie frontie re, o costretti ad w zn maggiore solùlari ehì contro i pericoli della egemonia di ,mo solo. L' UTOl' ISTA. I siderugici e gli armamenti Non è questo il momento cli rispon ti.:::e ad un lungo artico lo polemico che ci dedica l' Eco11omisla ti' Italia. prendendo ancora una volta le difese del protezionismo in generale ed in particolare cli quello ~iderur gico. Ncm •ilcvercmo la solita accusa per cui si rappre – sentan o gli anti protczion isti come nemici ir– redu cibili di qualunqu e sviluppo industriale dcli' Italia e in omag gio ad un principio astrat – to •· e non crediam o valga la pena di conte – stare ancora una volta l'apo logia del prote– zionismo che assic ura lavo ro cd alti sa lar i a decine di migliaia di operai, concorren do a diminuire il malann o dcli' emigra zione. Ci limitiamo. invece, dat a l'importa nza che l'argo mento riv este per le necessità urgenti della. difesa nazional e, a rilevare soltanto il tent ativo che si fa , poco felicemente , di ri– battere le accuse grav issime rivolt<' a que– sto propos ito dall' on. Giretti alle indu strie side rur giche protette . Che il governo italiano paghi le rota ie a 220 lire la. tonnellata, meutr c lo Stato prus– sia no rifiuta. una. fornitura. offertag li dal sin– daca to germani co a 118 mar chi, i nostri p10- tezionisti la giudicano come la cosa piit na– tura le del mondo : ma per dim ostra r<"- coi loro calcoli molto larghi - la tenuit à e la necessità della differenza di prez1.o (che rap– presenta - si noti - nelle ultime fornitu re ferroviarie, una maggiore spesa di parecchie decine di milioni), devono mettere a ca rico dello Stato comprat ore tut·to o qu asi tutto il da zio protettore di 6o lire in oro per ton – nellata. l\'lcntr' è ev idente che. trattandosi dell o Sta– to. quelle 6o o 6-z lire non devono figurar e nel con to. chè in caso di importaz ione dal • I' csto ro sarebbo il co mpratore stesso che ri– scuoterebbe con una man o il dazio eh· egli paga coli' altra . !\la. r accu sa che d!\. sopra tutto ai neni dei siderur gici è qu<'lla di antì– patriotti smo. per cu i r glt e1rma111e 1II /Jalia11i sarebbero ri11carali dal protu io11smo i,1 modo ,,;parumloso, la11loclil per le ,iuove dread nougts 11oi paghiamo ,1000 lirtJ ltr lomie/lata, mentre l' I 11gJii/lcrra 11e paga JOOO •· Il difcnSùrc elci siderur gici non cont esta a ffatto 1·osat tezza. na turalmente appr0$Simativa ,dique– ste cifre: ma fa le piì1 nito meravi glie pcrchè di una differen1a di 1000 lire per tonne ll.ita sui mate riali d. armame ,,to si voglia imputare la prot<'zione alla siderurgia, che si aggira fra le 6o e le 120 lire per tonnellata . • / libuisti, egli scrfrt , mt lto110 ,,, '"' fas cio la prole::io11e siderurgica t•tramenl c rndu,#rial e co,;uss a agli All i Po,,, ,. alle A ccialtrie. ai Lam inato, , con quella $/JeCralc, spcciahssmw. statale, degli ar– ma me,rt, t dtllt ft rrovlt. /)islingu,am o. .iisti,i– g1tiamo, pt , carrt,i I St si ,cp11ta oppm,111no t com·t 11u 11/e che r /Ja/ia abbta ad essere tri– butarli, de/I' tSlt ro pc, g/1 armt1me11t1 e debba r,durs, al llt't llo ,il In I qi,alsiasl repubblichella dt:I Ct 11lro t/1 A mer,ca, si <1bbi<1 Il coraggio th dirlo e sr abohscm,o I dllll pe, materiali di ar• mamt nlo. Co11seg1uwu, 11e <.arri che saremo alla mt:rct tic, s111dacat1 d, c"se eslere costruttr ici e stg 111leremo a pagare , prezzi ti' ora se 11011 pllL Oppure .<1 dica cluaramcnte clat per dignità e s,cure.r::a ,r /Jalfo si vucl ma11lenerc m Paese ,l prìulltgio di Jablm ca::lont dtl materiale di difes a, ma . abobh I tla::1 s1deri,rgici L'tr l e pro– pr,, s, t·uol r,l1rart da/I' esltro "' f ,a11cl11g,a quel po· di lamrnat, t di prodotli di prima lat·oraz,onr. e/re so110 oggi Jor,uti dalle accw ,e– t-it 1la/la1u. r ,I rtsull alo sard sorprcnde11k: a1:remo d1slrulto una promtUc,1/e 111dustrio 11a– z1011a/t, ma at•remo rispa rmia/o sulle 4000 /,re a tom1tl/ala, qualche /,ra e pochi ce11tesimi •. Parole cloq ucnt i cd efficaci, ma che h.inno il solo difett o cli man e.ire di base ! Tut t i i li• bcrisl i italiani che han tr.i ttat o in qu esti ul– timi anni delle questioni siderurgi che, han ri– conosciut o la necessità politica e milit.irc di rendere lo St-ato ita liano indipendente da l– !' estero per tu tto ciò che riguarda. gli arma.– menti. Ma, in Halia, la netta distinzi one che stab ilisce il Ridolfi, fra le industrie side rur – giche di prim a lavorazione e le fabb riche cl' arm i, corazze e simili, non csistu che sulla cart a, e talvolt.i nepp ure su que lla. Tern i, Armstrong. Ansaldo, Orlando, Odcro, fabb ri– cano rotaie e l.iminati. come corau.c cd ogni genere cli material i cl' .irmamcnto. Lo sfo rzo costante delle indu striu siderur giche è quello di special izzarsi nelle forniture dello Stato ed in 1 pa.rticolare nelle forn iture militari. Qua ndo si parla quind i cli protezioni smo si• derllrgico , il termine va esteso a tu tte quelle falobrichc in cui le poche e pote ntiss ime sc– cietà side rur gic he sono direttame nte inte– ressa.te. La guerra e il La. Camera di Comnl<'rcio di Cosenza ha fatto voto che il Governo per fronteggiare l 'att ualo crisi crescente dei prezzi abolisca il da zio sul grano. L' idea crn sta ta già lanciata dall'on. Giretti nel Secolo, e da l senat ore Fras– sali dirt.t-iorc della Stampa in un telegramma ali' on. Salandra; c proprio negli stess i giorni la Gaz:etla di .Mcssi,ia e delle Calabrie pub– blicava una letter a in cui il sottoscritto faceva per conto suo la stessa. pro 1x>sta . Si Yede che l' idea circola nello spirit o di molti. Si compr ende però che il YOto della Camera. di Commercio di Cosenza. ha un ben pili .iuto• revole significato, o dovrcbb<• detcm, inarc qual – che rispo5ta da part e del Gc-,vcrno. lo non credo, per altro, che si possa avere alcuna fiducia in un ~:iggio e tempes tivo prov• ved imcnto : finora tutto ciò che è stato fot to dal Governo por fronteggi.ire la crisi, <limo• .stra com' osso p1oforisca balocca rsi con le pueri li mina ccie ai cosi detti speculatori e nomine di commissioni, meni-re do vrebbe ap – profittare della cont ingenza per distTuggcrc cli un colpo le croste parassitar ie che stre mano l' econo mia del paese. La sto ria è sempre la stessa: in Ita lia non si prO\'V<'tle .il rip.iro: se non quando si è presi per la gola. Anche il dazio sul grano sarà sospeso quand o, resi inutili i palliativ i finora C'icogitati, l' alto prezzo dei vh,<'ri avr:\ creato profond<' cor• ronti di malconte nto nel paes e, rompen do forse la dL ciplina 11azi<tnalc cli cui il Govcrro dichiara cli avo r bisogno s,nza far nulla per mantenerla. Epp111e il caro prezzo del pane , a.3.5ai pH1 chC' quello dc•llo zucchero, può dcterm in.ire una perico losa neita1.ionc. L.1. pubbli ca op i– nione 110 11 potrà mai p<"rsuaders i che ment re dalla guerra tut te le classi dl'bbono uscire iatahn c1,tc da nneggiate, e tutt e dc vo110 sa– pere sopporta rne il dan no, solo i gra nicultor i e gli zuccherieri lungi dal soppOitare danno alcuno clcblxmo trarr e vanta ggi usura.rii da l- 1' unh ·crsale iattura . E non mono S(.. vero ~arà il giudiL.iO cieli' opinione pubbli ca verso un Govern o che permetta questo arric chimento dei pochissimi a ~J)('<.1f' cicli:> na zione. La situ azione- attu ale t appunto tale: il prezzo del frum ento aum enta e determina fatalm ente l' aumento di tutt i i suoi surr o– gati e di tutti i prodott i nei quali esso entra come bono strumenta le. i?. una v.ista raggiera di merci di primaria ncccssit:\ che aum<'nta no cli prezzo e di rift~o operan o su tutta l'e cc– nom ia dei singoli. Ora non è difficile comprenclero che;.questo aume nto di prezzi t consoguen1.a natura le cd inevitabil e de lla dim inuita libertà dei mari e dcli' impr ovviso rarefarsi delr offerta . Ed è puerile p1etenderr di ostacolare tale feno– meno economico con le minaccio e lo ordi• nanze prefetti zie contro gli spec ulat ori, o col. l'affermare con presuntu osi connmi cati uffi– ciali che la. provvi sta. cli grano è sufficiente ai bisogni del paese. Anzitutt o sappiam o lutti che il racco lto è stat o scarso e si prc\ ·ede\ ·a infatti un aum ento nel gettit o del da zio sul gran o. i:: 1><>i noto ca Gino Bianco 579 i\fa - si dirà - .inche amrnc-=saquesta identità. d ' inter essi, non iscompare la necessità per lo Stat o di nrnntcner e in vita l'industria na– zionale deg li armam ent i, non solo col rim– borsare questa del protezionismo dog.inalc sulle materie prim e, ma anche .issicurando ad esse favo ri, che aumentino del 33 % di fronte all'e stero, il prezzo d<'llc costruzion i. V<'rissimo , rispond iamo. Ma se la libera in– du stri a per continuare la sua proch11.ione ha bisogi,o di un sovrapr ozzo di 1000 lire per tonnellata (-io milioni di lire di sovrapp rezzo, ~r un a nave di 20 mila tonnellate) , non ve– diamo propr io quale v.inta ggio abb ia lo Stato a mant enere in vita con tali sacrifici r indu– stri a libera. Noi proponiam o che lo Sta to si sostitu isca comp letamente ad essa. Si può essere nemici. firchè si vuole. delle stati?.Zazioni: ma in queste condizio ni esse s' impongono come l'u nico mezzo di salvarsi dalla rapina di pochissimi patr iotti ci, a nzi nazionalisti, spec ulat ori. g. I. dazio sul grano. che l'es trema sensib ilit à del mercato moderno, e spec ie ccrca lico, ò tale da risontire ogni vari.izionc del suo equilibrio , La leggo st-ati• stico•eco nomica di King (vecchia di oltre un secolo) e' insegna che bast a nel raccolto la di– minuzione di un decimo per produrre un aum ento di prezzo di tre decim i, e basta una minore offerta di gra no di due dc..-cimi per produrre un aum ento di prcz1.o di otto decimi. Non può metters i in dubbi o che un paese impo rtatore di gra no come l'Itali a, debba risentire la dim inu zione di offerta o la. provi– sione di una diminuzione d i offerta del gran o e subirne il cont raccolpo nei prezzi. Tal e fenomeno ò sta to accent ua to cl.ili' a u– mento imp rovviso de lla domanda: perchò è noto che sia l'autorità mili tar e, sia alcun i Comuni popolosi fecc10 dello grandi provv iste di grano pagandolo anche a pre1.zi elevat i. È logico qu ind i che il grano aument i di prezzo, e che molti commercianti e grossisti tentino la spcc ula1.ionc, tenendo in serbo de lle ma sse di frume nto per porlo in vendita al momento op1x>rtuno . Come può il Gove1no imped ire questo elc– mcntarissimo fenomeno econo mico ! Non certo con f;li appe lli a l patriotti smo, Un solo mezzo, e formidabi le, il Governo può adopera re, cd ò quello sugg, rito cl.ti Fra– sati e cl.il Gire tti, cd ora dalla Camera di Commerc io di Cosenza: dist ruggere la. situa– zione attu.i lo di quasi mono1x>lio dei grandi produttor i di gra no, abolendo la pro te1.ionc sul grano e il daz io sulle farine. li solo annun cio dc li' abo li1.ionc di <1ucsti dazi. st ronch<'d'l la specu lazione at tual e, e nello stess o tempo muterà lo stato di pre, ·edi– bilit.à dcll' ollcrta di gra no su l mercato na– zionale. E basterà questo a corregge re gli effett i della diminu irn libertà dei traffici. I prop rietari e accap.urat ori <li grano, infatti. non avr.111110 pii1 int cn.-:;se .id a~pct t.ire cho i mercati dclrAm orica do! Nord o de l Sud e del Canadà vengano a rompero il loro mono– polio sul mercato naziona le. L.. 1. guerra attu.ile, contrariament e alle prime induzi oni si p1cscnt.i lunga e tena ce. J1 Co– \'Crno dovre bbe capir o che la nazionc italiana, neutrale , non può restar e tutt o c1ucsto tempo in una c,omplcta p.."lralisi de lla sua vita eco– nomica : occorro invece trovare la via perchè il ritm o <.lclla produzi one e degli scambi ri– prenda sia pur e in pii1 limitate propo11ioni e a limenti le att ività del paese. - La via pH, diritta e rapida per favorire tale rip resa è I· abolizione di queg li intra lci che per ragioni politiche il Gove rno ha , in passato, posti alla libertà economica: e spcciahn cnte di tutt i quei daz i dogana li che avev,1110 la /11nzio,ic dr proteggere 1· produttori i,itcrni tla/1(1. concorrenw dei paesi oggi U lligcYanti. Questi paesi ormai ncn possono esercitar e tale concorren1.a, ~ quindi inutil e ai produtt ori ita liani la prote– zione di cui finora trasse ro profitt o. mentr e nel momento presente c,;,ga riesce doppiam ente funesta ali ' int ero paese. I partiti democratici - e in prima linea il Partit o socialista -- dovrebber o iniziare.

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