L'Unità - anno III - n.27 - 3 luglio 1914

L'UN I TÀ \'Cnti a nni di prove, prima di riconoscere im– possibile I' aut onomia alba nc:;c. ).la il giorn o - prosi,im o o lont ano - in cui qu esto pro– gramm a dovesse riconoscNsi sconfitto. l' .\u – stri a dovr ebbe rmo da ora conoscere ben chiaro qual t.:sa rebbe il prog ramm a dclr Italìa : I' lt a– lia e l'Au ~tria tcngnno sem pre le mani a pos to, e I' Alba nia sia divisa fra i vicini . ?ila, purt roppo, il no~tro Gove rno sembra non prcoccup~lto di altro che di non avere pro gramma . 1~ dcplorc, olc come riguardo ai nostri rap - i porti con l'.\ ustria , l' esperienza non ci abbi a ma i giov at o per nulla . L.'Austria , ogni qua l– volta l' incontriam o di front e. è sempre per i nostri governan t i un Jeuomem, nuovo : la nostra scherma non sa che la para ta. Già dal tempo del Governo pron •isorio chi rinf oco– lav a il malcontento contr o il potere central e tra i ca tt olici de l nord, chi ha C'ccitalO gli scu– tarini cont ro la scelta di Dur azzo a c.,pit ale, se non l'Austr ia che !,' era , ista chiusa la sua ma rcia su Scuta ri da l pronto interve nto in– terna1iona le ? Da allora. fino all" assedio di Essad Pascili, fino nll' ultimo stupido ar resto de l nostro ufficiale, non ~ eia pa rte dcli" ..\11- st.ria che una serie di att i incons ult i, rabbiosi, che non hanno altra ragione se non quella di aum entare il cao~. E r on. Di Sa n Giuliano .. para . Fino a qu ando ci limite remo a. pa rare ? Non vcrr :\ mai il momento cli una spiegazio ne chiara e lcnle con l'.\ m,trin, che ci conse nt a una sincera amicizia in una situaz ione senza imbrog li, senta sorprese, senta ca, i lii ? :\la in Ita lia, oggi, la i politica delle mani net te • è in ribas~o : abbia mo tutti il furore della • polit ica del le man i sporche -- Se c'è da fare una pelandron;1ta. noi ~iamo felicis~ simi di farh . solo perc hè è una pclandronata. anche se in ulti ma an a.lis1 ci ricscir;\ dan nosa. E que~ta si chiama a poliuca realista. ■• On!,J:RVER. Il Partito socialista ed il problema doganale. Ntlf 11/lim o 111one,.o citi/a Rassegna con tem– por.111ea, Gino ~carp a pubblica tm i11/eressa11/e arti colo s11gJ> imliri :;;:;;i e sulle d~picolttì dtl pre– se,Jte m ouimenlo antipro/r.t;ionisla italiano. E /ti maggiore di.Oìcolttì la add ita nella opposi.cione sorda o aperta, che alc1111e orga11iz:moio 11iopt– ra ie /11ra u110 quasi certamen te ad _ogni azione aul ipro/ ttJionisla, per mw visio ne troppo egoistica dei loro in/eressi immtdi al i. E, mt more di 1m 11011lo11/a110 passtllo, t1cce111u1 an cht al pericolo clu il Par/ ilo sociali sta si lasci fuorviare dt1 1111a mtrgim a:;;ioue, nppuulo dalle pn ssioui dei g rup– pi e g rnppelli inlen ssah al p,olu:iouismp. Noi crtdÙlmo che il p,ricolo sia oggi assai minore che tdcuui a1111ior sono E a renderlo sempre pi ù tmu e deve mira re la propaganda dei socia– listi t111lipro/t:;;io11ist, nella m assa del loro par– tilo, il: m odo che qutsla 5i trovi pro11/t1 a mel• /ere ,, pos/o i g n,p pelli pro/t:;;ionisti, 11011apprna com incino t1 g iocar di coda, con l'ausilio di qual – che deputalo di 11ostrt1 vecchia conoscenza. Ma t1ppu11lo a rend ere più nella e più epicace lo propagn11dt1 a11tipro1,,,eio11isla uri Partilo so– cialista , è sm,prt 11/ile ricorda ,-, u rie penose e dep/ol'(;VO!i ,spe, im:, e di 1m 1011/0 110 passalo . E pcrci/Jritscir,; oppor/ una lo ripr ndm;;ionr, che qui facciamo di 1111 fra mm ento de/I: arlicolo dtllu Scarpa. Più di una volta nel passa to è occorso che moviment i iniziati dal Parti to soc ialista si tro– vassero poi neutr alizzati dalla azione di gruppi che antepose ro il loro interesse immedia to a c1uello della cla.iSe e della collett ività. Nel 1go6 qua ndo il giornal e ciel Partit o so– cialista ave\'a iniziato la campagna contro la T erni, e lo St ato in unn gnrn avevn concesso un appn lto di corazze alla ì\tidw ale, gli operai <li Terni caccia ti fuori degli stabilimenti cor– sero le strad e gridand o pnne e hwor o, e nwn . clarono deput azioni a Rmn a perchè persuades– sero il governo a tronca re ogni contra tto con ditt e straniere. - E qui si trattava di una ditt a la qunl e si era ved uta sfu~gire non altr o che un nppRho. Domani potrebbe trattar si di inte– ress i indust ri ali molt o più fortemen te attaccati e cli mHI qunntit:i piì1 num er osa di opera i che si difende rebbero con molto maggior accani– mento, La possi bilità di questa azione conlr addi toria è appnr sa in modo moll o esp ressi vo in un fau o recen te, nel qu:.le figurano una organi zzazione operaia in oppo sizione ad un'altra: l'azione an– tip rotezionista che l'una aveva iniziat o è rima– sta interamente paralizza ta. 11 La Tdbu na dei Ferrovieri 11, organo del Sinda cato nel num. del 5 marzo 1913 discutend o il bilancio delle Ferrovie scriveva: " Kelln. relazione mancano dati sicuri e precisi per po– ter dire in che misura le camor re indus triali italiane che vivono una vita 1>nrassitaria a spese del protezionismo sia no sta te favorite nell'a<'qui – sto de l materiale ... Abbiamo però un dato si– curo per potern e giudi care,:: ed è quello che ci viene offert o dall' acq uisto ciel combu stibile Qui viene indi cata la diffe renza cli prezzo ira ma ttonelle es ter e e nazionali , e l'imp ort o della maggi ore spe sa sopportata da l bilanci o dell e Fe rro,,ie. Poc he settim :me dopo il Dirett ore, non im– porta qui indaga re se convint o dall e arg ome n- tazioni della u Tr ibuna " o da altre, si induce a restr ingere l'ncqu isto de lle matt onelle nazi o– nali . Le ditt e chiudono gli stabiliment i. La massa fo ress a intorno alle Cnmere del lavorn. E qu e– ste si nccumunano agli indu striali, e si mettono con tro lo S tato, che in questo caso rappresen– tava l'in teresse genera le. Il s~gretari", socialis ta, della Camera del la– voro di Alessandria in una intervista sul II Se– colo " (apri le 1913) cosi si giustificava : "A in– durre il Go,,crno , da to anc he che l'adozione del carbone grosso sia conveni ente, cosa di cui du– bito, a far sospend ere in questo momento tale provvedimento basta no le condizioni critiche del mercato del l.wor o itnlir.no e la chiusura del mercato del lavoro estero, crisi di disoccupa – zione che si è acutizza ta in conseguenza della guerrn . Noi intendiamo solta nto impedir e che la crisi che i;ti:ì tr m aglifl l'econo mia locale- si aggra vi sempre più, e non è intenzio ne nostra sos tenere In socie t!l, qun nclo si dim ostri , cosa ,,,.,,, au cort1 f alla , che essa vuole iugula re lo Stat o. Noi ra mmentiamo allo Stato che esso ha il dovere di provvedere in qualche nwdo n qu esta ai ticn situazione di cose, se non vuole i11co11lrt1rea/Ire e magg iori re:-po11:;ab1liltì di fronte all'op inione pubblica li . lnv es1itosi nella pnr te proseg ue : l< Per dati che conosco debbo lealm ente affcrmnre che 11011mi pa re che lc1 So– cieltì abbia eccts.rive pret ese. In ogni modo, dat o che si potesse provar e l'ingord igia dtlla Socielò, lo Stnto potrebbe prendere un pro vvedimento radicale-, assumen do 1:-i ges tione di tutt i gli sta– bilimenti carb oniferi li . Il buon nomo ha il ri– medio pronto. Molte discorse simili dovr emo sentir e se il Par tito soci:1lista per par te sua non provvede. La fronte dell 'atta cco è naturalmen te rappr e– sentata dalla indu str ia metallurgica. Nel 1907 Verzi, allora seg retnrio de lla Federazione, pre· sen tò al congress o una relazion e che è uno de– gli studi migl iori del movime nto operaio che sia no s.tnti pubb licati in Italia. Nel III capi tolo, discutendo dell'indu stria nei rapp ort i con l'or· ganizzazi one, ha ragi one natu ralmen te d i occu– parsi anzitutt o della siderurgica " la qua le non aveva tardat o per rag ioni politic o-mili tari a sor – gere e prosperare in diverse part i d'lt ,ilia. L'alta protezi one accordata le dall o Sta to (colla tar iff., dogan ale de l 1887 coi premi all a marina mer– canti le, colle forniture per l'esercito e la ma – rina da guerra, ,;:olle leggi ferroYiarie e le co– struzi oni pubbliche e pe rsino colle sovv enzioni dirett e), elette impul so vigoroso , sconvolgendo ogni più att endibile rnppor to economico a dan no dell e indu strie meccan iche, ali' indus tria side– rurgica sotto l':tspctl o speciale della ribollitura de i rottami di ferro e di seconda fusione de lla ghisa e Sua conversione in ncciaìo. Gli scarsi capi tn.li allora esis tenti, che tr ovavan o impieg o più sicuro e remun erativo nel Debit o pubblico e nelle cos truzioni ferroviarie, cominciarono ad atlluire verso le nuo·,e industrie protett e, rim a– nendo lontnn i come era natu rale, dalle meno rem uneral ive come le mecca niche propria mente de tt e, con d.\nno manife sto di queste ultime • (pag. 56-7). La Fede razio ne !:il mant enne, finchè \"erzi fu seg retari o, sempre a\'versa alla eccess i,·a " pro - o eca Gino Bianco lezione politico-finanziaria " che godeva la si– derur gin. Anche nel 1903-.1 il grupp o sid erur gico na– vale :1veva provocato una larga disoccup;izìone di operai per forzare la Fed erazione a piegare dalla sua linea : " Con la crisi e la fame è più facile che gli operai se ri e intellig enti protestino contro i denigra tori dcli' industria nazi onale n (Verz i, p. 66). Nel 190-1, la ì\tagona ricorse ad – dirittura alla serrata per costr ingere gli ope rai ad esigere dal governo una politica di prote– zione. u La Fed erazione me tallurgica consigliò e gli opera i di Piombino accettar ono il cons iglio di subire magari le disas tros e conseguenze della disoccup azione anzic hè infr angere con un solo atto i capi saldi m:1ggiori della politica genera le del pro letariat o: le mir e del cap itali smo non furo • no favorite 111al'organizzazi one subì un notevole sbandament o " (p. 70). Qui sent iamo di avere clJnanzi veramente un 'organizznzionc, che non si lascia andar e dove la linea d i minore resi – stenza la porta, ma ha una politi ca propr ia alla qua le si m~nt iene ferma nnche se ne deve de– rivare un danno immediat o. i\la nel 1907 sopnwve nne \lna crisi in alcuni rami della metallur gica. Il Comit nto della Fe – deraz ione si radunò a conveg no il r2 genna io 1go8 insieme ad alcuni depu tati e rapprese ntnnt i di orga nizzazioni opera ie; e " consider ando che il pericolo della crisi meta llurgica in gem:ra le, su l qua le gli italiani gioca no per intimare ri-Y duzion i sui sala ri già inferiori a quelli dell'e – stero, pu ò Ja cilm wt e ovviarsi coll'aggiudic aJJio• ne all'imlu slria ilalimm della coslrw:io11e dtl materiale m(lbi/e /trro viario "• espresse in mas– sima il voto che " l'industr ia italian:1fosse messa in condiz ione di potei:sostenere la concorrenza dell'industria estera, m erci prov vulim t11/i doga- 11alicong eg nali per modo che la pro tezione sia mantenuta nei limiti strettamente indispensa– bili li ; e domandò che anche in ques to ramo di indu stria cosi favorit:l dalla. protezio ne e dal- !' aggiu dicazione dei lavori d i Stat o siano in– tr odo tte clauso le a favore de i lavo ratori analo– ghe a que lle richieste per i lavor,1tori della co– struzione 1rnvale (9 ore di lavoro, contr ibu to di 12 lire da part e delle ditt e per l'nss icurazione alla Cassa pensioni) (1) 11. Mutava così interame nte la poli tica fino allora segu itn dalla Federazione, poicliè questa rej?olò effett ivament e la sua azione secondo que llo che era stato deliber:lto nel convegn o. Nè pose molto tempo in mezzo : alla fine de l magg iQ, poichè la Direzione delle Ferrovie in que l peri odo, in cui doveva r.ipidamen te rin• novare una buona part e de\ mnteria le, ave va passa to delle commess e anche all'e stero, la Fe– derazione si risenti e inviò l'on. Bisso lati al Di– rettore per::hè facesse delle rimo str anz e. La storia di queste trattativ e può legge rsi nel Me– tallurgico del 1° luglio 1908 il quale portava nella prima pagina il titolo: u Pe r In difesa del lavoro nazional e "· Le Federnzioni nazion:ili, della cui opportu • nità nessuno più disc ute. hanno proprio q uesto compito cli st11dinr e le cond izi,:mi entro le quali si svolge l'ind ustr ia; e l'azion e loro non è li– mitata a svolgersi nel piano che I' indus trin si è data, ma pu ò anche tende re a rimu overe que– str. cond izioni e sosti tuirne nitre che siano più convenienti. Per la Federazi one metallur gica la riduzione del dazio sul ferr o è un.i condizi one di esis tenza . Negli ultimi :umi, dal 19o8 in poi, è andata con– tinuamente diminuend o, aggir ..ndos i :1ttualmente i.!Jtorno agli Sooo soc i. Nelle localit à del tru st siderurgi co ess :., non ha quas i sezioni. La or• (1) Queu •o,dino del giorno ii un documento ca,:1t1ori11ico <!ella co,i della • colhl>oruione di eluso •, fo.1111 a 1po1c dell11 re11anto bo,chuia o del reu anie proteu riato, ,l11icapi tallui e d•gli ope rai intoresuti nelle i11du1tdo predette: 11li ope rai :1l11t11no i capita lh ti " d1n111gglare l'c uu io e lo u ,chc doi con• tn mhto,i , a patto che i capitallui del tlcn,u o co1ì rubato ce– ,hn o uni\ parte 1i loro upen i 1otto forni. ,H 11\111ipiù elevali nella media generale e di condi,ioni di la voro pii.i f11vorovoli delle condi1ionl 1;cncra1i. Quuta co\labo ruion11 pu la con • q11ita del boctlno non ucludc poi la lona, per men o dc11;li s.c:iopori, per la ,cdiu ubu&lone fra padroni o opera i tlol frull o dtl bouino. E ,11110 quu ll 1ciopc1i, 1pcuo violenti decli opc.rai delle i11du11rìepT01otc11,che in,•nn,u10 il Pu tito So– ciali1ta. o cli fanno credcro allo tpirito ri'folu. ionuio d, ceno oriianinuioni. lla pro-,a10 a toC.:tre que l punto centrale, in cui 11' in1ereul tlei padroni e quelli tlc(r:lioper ai coincidono a dn,r110 d.dl ' i N(tf• 11a:,o,i;, o Ytdrele 111bito 1;:li 1pi,i1i rivo– Juzionui 1q1u1lia11i. e rfrel•nl il cua u c,e profondam ente cooJcrw-aloro e lat11icbeoecco di ccrli gruppi proletari di1po11i anche :a proclam■ni 1lndaulisu e anarchi ci. (.\. d. R.J 543 ganizzaz ione è scis sa; cont ro gli industriali, che si trovan o ben garantiti dalla protezione e pos– sono per ò opporr e una resistenza moll o mag– giore che in alt ri rami , non riesce più a vincere uno sciopero ; combatte le di tte de i ram i mi– nori, che si trovan o per cos i di re alla perif eria, non osand o misura rsi con quelle che rappre – sentano il gruppo cen trale; però ogni migl iora• mento delle condizioni d i vita non può esse re effettivo e dura turo per l'operaio . Si d iscute di met odo : si tratta invece d i SÌluazi oni che de – vono essere affrontate e non poss ono ess ere esC'luse. Nessuno può dunqu e negare che il Partit o socia lista abbi a lavoro da compiere pre sso le organizzaz ioni che gli sono vicine : si tratta di crear e un'opinione che non consenta ai dirig enti delle organizzazioni sindaca li cliscendere a com• promes si con gli indu str inli, e per limitata vi– s ione del propr io compit o, per pochezza d'animo, o per altr e rngi oni nrnncar e al loro post o nel– l'agitn ione che st:, per essere iniziata; di sol– leci tare le org:mizzazioni sinda cali a discutere nei loro congr essi e a determ inare l'atteggia– men to da segu ire, perchè ogn uno ornma i possa prendere In sua posizion e. G rNO SCAR I',\. Fr amment i di vita italiana. Per una più grande Italia. Ordin e del giorno \'Otato da lr assoc iazione naz ionali sta di Vcnc1in il 10 ott obre 1913 : • Il grup po di , ·cnez1a <lell' .\ -.sociazione na– t ionalista ; • con"idc rata la pubblic azione a pparsa. nel giornale La D1ftsf1 della sera dc li" S ottobre, dove, JX>lemizza ndo col Corriere tic/la Si:ra, 11 foglio clericale au spica I' insta ura rsi cli uno sta i.o con1essionalc in Italia e proietta sul– !' a zione politica de i catt olici l' ombr a di una. loro riserva int ol!cranda sulla intan gib1liUl di H.oma e la sovranit à dello Sta to; 11 rilevan do con pro fonda Lrislena. che preoccup;\ zioni elett orali hnnno reso possibile che tali dichinrnzioni, hcs temmi a11ti ciò che aLbiamo di piìi sac ro rima nes!:icro sen;,a ade– gua ta protei, ta ; sente urgente il bisog no. nella liberi\ de l :.uo più intimo sen tim ento d i in"orgerc con tro tale aberratin nc : cd osa spe rare che nc-s<,un candi dato al Par lam ento it aliano vogli a con codn rdo si• lenzio conci liare a l suo nome i suffragi cli qu ei ca ttolici i q11al1 non ... cntan o di ,l\'c r • superat o per sempre in sè stessi ogni di-.sidio fra la loro devo zione d i cristiani cd il loro sen tim ento di figliale itali a nit à.• · I l. Ord ine del giorn o pubb licat o da f.r,, Di/esci de l 25 ma ggio HJt 1 : a I.a Direzione Diocc!lana cli Vicenta com u– nica: • Il Comitato Elclt ora le Ca ll olico d i :'\laro– <;tica si è riunit o mercoledl .:o u. s. in a%<' 1ll bica straor dinar ia. sott o la prc~iden,.,L della. Direzione Dioccsann. per esa minare la situa– zione de l Collegio, in vista d<•ll' elezione poli– tica fissa la per il 21 gius;no. L 0 .\ ssemb lca, nella qua le era no rapprese n– tate lc organ iaazioni nostre e le parrocchie del Collegio, udi te le dich iarationi della Dire– zione Dioces.·u1a, dopo :unp ia cd c<,auri cnlc discussione, ha ad unan imità. deliberato d 1 <lare il proprio nppoggio al ca ndida.lo de i par– tili cos tilu1iona li, Hnrico Corradi111, come quc\lf) che, nella presente lotta. clctlor ,de politica, " meglio affida i ca.tl olici del rispetto dùi loro 1 pri ncì11i e delle loro i<l('a)ità ■• • Ora rendiamo noto che r1ues ta dclil.ìer:t– zione unan ime ha av u to la t:omplc ta. t.•d auto– rc\'o le ratifica dc li' l' nione Elettor ale Catto– lica Italiana • cosicclll: i ca tt olici de l Collegio di :\laroi,tica sono hcc111iati d i accede re a lle urne sul nomC' di Enrico Cormdini. l',ctn:a, 21 maKgio H) I 1· Hou1.1tro Z111110 D AI. V1 HMt:, 1'1e– sidc11lc della /)1rt t 1011e l)ioct<.cma di l'iClllZ( I

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