L'Unità - anno III - n.25 - 19 giugno 1914

canti o condotti eri di impr ese industria li ed agricole, dai cui sforzi spesso eroici viene costrui ta a pezzo a peno tutta una nuova im palca tura sociale. E poic hè nè al sotto – scritto , nè ad alcun a pe rsona di buo n sens o, sarebbe lecita la minima esitazione per i due tipi soc iali, esclama trion falmente : dunq ue, lo vedi che non sei sociali sta ? Ma la realtà è assai più com plessa che il Sa.velli non pen si, nè si può ridu rre a un di lemma CO!-l elem entar e come quello, Sll cui egli fonda tutta la sua socialfo bia. C' è un altro socialismo: quello de lla in– tera classe pro letari a, cont ro i priv ileg i non solamente della borghe sia, ma an che di quelle categorie proletarie che per essere meno di– sagia te e meno inco lte e meglio organ izzate della massa mina ccian o continuamente di staccarsi dal la massa e di entrare nel sistema dei privilegi. E c' è un'altra bo rghesia: quella che prefe risce ai rischi del lavoro produtt ivo il parassiti smo poli tico ~accheggiato re del la– voro altrui 1 tan to bor ghe se quanto proletario e pur di conserva rsi la co mod ità de l sac– cheggio non ha nessuna repu gnanza ad al • learsi con le min oranze prol etarie meglio organ izzate) anzi le solleci ta a costituir si in oligarchie 1 e fa tutto quel che è possib ile per trasformarle da avanguardie de lla massa in mercena rie con tro la massa. lo credo , caro Savel li 1 al socialismo che tu non ved i più. Solamente 1 in un paese, come il nostro, in cui la borghesia produ ttrice, da te sogna1a 1 è scarsa e sopraffa tta dalla bor– ghesia parassita, ritengo che si possa e si debba esse re non solo r er il soci alismo con– tro le oliga rghie proletarie ma anch e per il cap italismo auten1ico cont ro il capi talismo parassita. Non è di fetto dell' ideale socialista {di quello che il $ave lli non \'ede) ; ma è d i• fetto de lla soci età, in cui viviamo , nella ,quale mancan o an cora le condiz ioni de lla real izzazione di quel!' ideale e per ciò dob biamo con ten tarc i di un ideale , diciamo cosi, infe– ricre e limitar ci a inv ocare, non un prole– taii ato padr one del mondo, ma una borghe sia meno inerte , meno ini ntelligente, meno h cile a Jac;ciarsi turl upinare da l prim o gab – ba moud i bo r,Rhese o prol etario. Ed ecco spiega lo perchè ali' Unilà possono con tri buire uomin i di orh:n lame nti ideal i di versi, ma conco rdi ne lla neces sità di un' a– zione immediata co ntro il parnssitismo delle mino ranze borghes i e proleta rie. Ed ecco an che spiegato perchè l' Unità non può nè ave re nè bandire una teo ria gen erale comun e a tutt i i collaboratori ed ami ci. Ed ecco anche spiega to come og ni di scus– sione per la ricerca d i una formula comun e è inutil e, e perciò tedios a. ' 11 $avelli co n le sue inve ttive contro il soc ialismo esprime un suo stato d'animo partico lare. Non pre tenda di imp orre a me i suoi sentimenti , co me io non pre tend o di imporre a lui i miei. Ognuno di noi si sb righi da sè, megli o che può , i suoi affari ·otimi. < i\la io vog lio sapere - mi par che con tinui il S:tvell i a insistere - in che mod o tu, nomina to G. S., hai sbr igato e sbrigh i i tuoi atfari intim i. E perciò, anche astrat ndo dall a necess iti imm ediata di lot– tare 111 Italia ph'.1 per I' av\'ento di una bor– gt:esia deg na di questo no me che per il trionfo del prol etariato, in ve rita ti dico che tu non sei socialist a, poichè tu non cred i nè al plu s\'a lore, nè alla concent razio– ne capitalistica, nè alla miseria crescen te, nè alla crisi hnale ri\·o luzio naria >. Ed io, di nuovoJ . a risP..2,_ndere : il socia– li~ ooè"' in '-luesti prin cipi; il sociali– sm o è nel fatto de lla clas'-e pro letaria che si organizza e lotta per la fine di ogoi pri– vilegio, crea ndo teor ie nuove via via che le ant iche sono co rrose da lle nuove e~perie nze 1 cade ndo, ria lzandos i, er rando, co rregge ndosi 1 provando, rip roYando. Ecco il centro incrol– labile della mia fede . Neli' es:une dellC in• g1ushz1e e d ei mali che travagliano il nostro o rdinamento economico e pol itico, non si può non riconoscere che vi sono classi su cui gra,·a co n eno rme sproporzione il peso di quet mali e di quelle ingiustizie, class i le cui sofferenze sonn de termin ate o ;ggra,·ate -dai pri\'ilegi di cui gli altri godono : orga- L' U N J TÀ ai zzando le forze di quelle classi per stabi – lire un più giusto equilibrio , per sopp rim ere l o ren dere meno str identi le ingiustizie, si organ izza appunto la lolla di classe. E una siffatta lotta, ben lungi dal l'essere espress ione di tende nze par ticola risliche, con tr:1rie al pre – valere del!' interesse geoera le, è anzi uno strum en to per ab battere partico larismi e far trio nfare la gius1izia e l'i nteresse <li tutt i. l Che nella pr atica deg li ult imi an ni lo strum ento della lolla di classe abbia servito a creare nuovi gruppi privi legiati nella stessa classe ope raia, non significa pro prio nulla in contrario. Bisogu a intende rsi an zi tutt o sul valore di ques ti privilegi nuovi. Spesso si tratta \ d i vantaggi in gran parte legittimi , che noi non ab biamo alcun mot ivo di con dannar e in sè, nè cli co ndannare, per consegue nza, la lotta co n la quale essi son o stati conseguiti. Noi vogliamo sohanto impedir e che quesli van– tagoi di grupp i relativam ente picco li siano gabellati per vantaggi di tutt a la massa sfrut– tata ed oppressa ; vogliamo im pedire che questi vantaggi e la pro messa di vantagg i ouovi inducan o una parte delle forze che noi co nsideriamo adatte a scuotere l'od ierna im· palcatura di ingiustizie e di pr ivilegi, a farsene i nvece puntell o. Non si t ralla , insomma 1 di rin nega re la lotta di classe, ma di edtare che una parte delle forze proletarie più pro gredite si ri1irino dalla lotta di classe ve rso una co llabor azione coi g1uppi privilegia ti j I si tratta di allarga re i quadri de ll' eserc ito che cori1batte la lotta di classe fino ;1I punto ch e non uno deg li oppressi ne rimanga fuori . È ciò poss ibile? li S.1velli lo nega, a quel ' che -:embra. 01 fronte al socia li-:mo egli è nello stato d'animo dell'aman te de luso. lo credo l,,., 1nvec:z._a que lla posc:ibilità; e ~ un am an te so lame'ii1'e imb1onc ialò C om;- 10 non posso suggerire il mio stato d'animo al $avelli, cosi mi par diflìc ile che eg li sugge – risca il suo a me . Questi problemi si risol– vono co ll 'azione e col la sob azione . E il 1 nostro gio rnale, metten do da pan e le di– scussioni astratte e cercando di suscitare un ' azione con crera into 1no a determina ti prob lem i della vila nazionale, con tribuisce - credo - alla chiarificazione e alla solu– ione dello stesso pro blema astratt o assai più e assai meg lio che co n sterili logom achie. L' urt o dell'e sperienrn, mett er.do :t prova le aspettative di ciascuno di noi, ci obhl igherà a rielaborare co ntinua mente i nostr i princi pi ideali assai meglio che non fare m mo sev o– lessimo cercare la ver ità coi sempl ici sforzi della ragione ragiona nte. G. Salv e mini. L'ALFABETO AGLI EMIGRANTI Gli tati C'niti del Xord, Yogliono chiu– dere ag li str;1.nieri ana lfabeti i loro poni . 11 proletari.'.lto rur:-ile itali :mo , che è il gra nde alimenunore dd la emigraz ione transocea– nica, si volge con doloroso stupore al pro– prio Gove rno e chiede perchè gli si vieti d' andare lit doYe si laYora, si guadagna .. si ,·ivc. F. il Governo ha gi:\ intavolato un' : i.mi– che, ·ole conve rsa7ione dip lom;itica con le autoriu\ americ:rne ad impetrilfe benevo– lenza per le umili oprrt', che la grandt pro– letaria, da i poni di Geno\'a e di >;,1poli 1 m~nda ne lla 11 ;\!erica ! Però, aa;into ali' azione diplc,m,nica, di dubbio esito e in cgni caso dolorosa e av– ' i lente . bisogn,1 creare scuole. scuo le, scuole ! In che modo e do,·e? ~ ci ccn ui ab itati, ove gi;ì S\'olgono la loro ,·it., rcgo bre le scuole diurne per i bambini, e le scuole serali per gli adulti e fer,1li e festi\'e, per gli emigrant i ? .. i\b 111 molte nos ue prc,·in cie la gr;in mass;1 nomade ,·.1 di terr;1 in tC'rr;1, anc he in pa– tria; ca l.i dai monti dibosc ;Hi cd ,nidi e la, or;i nella pi;in ur,, rer otto, o dieci mesi dcli ' anno; ritorna in e-.tate in montagna, e roi ;mcora e sem pre in giro o nelle 1..one rudimentalmente colti, ;11e del latifondo ai la, ·ori della :1,1pp:,, o in :.-en-i7io delle CO· st ruendc opere pubblic he, ai Ll\ or i di sterro. E sùlo quando il sa.br io si fa più sc;1rso in con fronto del co~to del la \'it .1 1 o qu;:indo le opere pubblich<' r:1llentano il l<,ro corso, o quand o il latifondo, a dispetlo di ogni legge di ci\'ild e di urnanid aumenta le solitudini delle camp;ignc e alla colti\' :11.ione de i cereali sostituisce il p;t.;rn (o. ,1llor.1,sp int ;\ dalla disperM ionc, si deci de ,1 tcnurc le ,-ic d.cll' \m eri1.·a. Le scuole i:-tituit c ne i (Cntri ;lhit,1ti non scn·ono a quest i nomadi sen,br i, ;\ questi emigranti del dom:mi. EJ enc • l' utilid, ,rn,.i la nc(cs5it;'1 della stuola t1mlml,mlr. Quc:--lO tiro di scm1t,. che i nostri r,rdi• namcnti scol.1stici ancora non (ontt·mpbno, sla bcenJo buona rro,·a nella prO\ inei., romana. ~ui \ ,1sti Lnifo!lJi dcli' \gro Ro· mano e della ralude ronll0,\ : rcr orcr. del Comit.HO delle --nwle rcr Ì (Ol1t.1Ji111. L' e:-.rerit'nl.;.\ di quelle '-(Uole. (]\ e nel corrente ;\Ono :-.i i~uui:-.cuno (ir1. 1 .?OOC' alunni . può gio\'are 111.~ lotLl c:ontn, I' rn:11 fabeti,mo (hc in que-.ti giorni , ' i:J\ 111.; 1 pronta e ,pgli,nJ.1. Quest~I espericnz;l 1.·idire che il lenomenu dcli' emigr.uione intcrn •. strctt me111e le g.no 1 qudlo dcli' 1.·mignzionc e-.tern,,. "1•n .;iglia che I.i S, uo/,1 , ,d.t 1110scol.1ro C' on (he questi ,·aJ.1 .1lb S :wla. Ci dict· 1.'heI S(uol.1 .1mbula11tc dc, t' es– -.ier r ~ ida .1J .icror ere o\ e il bi ogn la chiami, e~trcmamen te mobile ed acL-ncabilc nei necessar i spostamenti, sen 1:i. tropre e:-.i– genzc dichttichc i pro nta alla po\' cn:\ al– i' umiltà del loca le, dell1 arre d:unento i ani– mata da spirito di sacr ificio e di l:wor o. T:1le lavo ro. faticos o pe r l'insegnante, de\'c esse re come si è detto - semp licissimo nel ccntenmo didattico ; il leggere, lo scri– vere, le qua t tro ope r:11.ioni. Scuole semp lici, sca lette da \'illaggio, rico\'er:ite come che sia. fra ,·ecchie mura, fra quattrv pareti di leg no. sotto tende, tettoie \·agon i fuori <l'uso, etc. Il segre to della riuscit:l sta nclb r: i.pi< lit:ì dclh loro ist ituzione, nelLt immcdiat;\ riso luzione di ta nte minu te dif– ficold opposte cLil fa tto che e'ise debbono sorgere in luoghi lont:1ni . in :ipcn.1. campa– gna , presso gli acca mpamenti, i baraccamenti, i ,·illaggi di c,,pa nne ove dormono co nt.1dini e lavoratori. l\ on sia av \'ilimento per l'in seg nante e menomazione de lla dignid della Srnola il ricorrere :i. qu:1lche espediente, il rifugiarsi per breve st:igionc in loca li inad:-itti e bene spesso an tigien ici. J.a luce dell,1 Scuola brilla pili \'i\'.'.l e conso l.1111ein mcv.o al sa• crificio e ;t!L1 po,·erd ! Si pens i che !:i. lot w dc\'c essere tr;msilcri.1 m~1!'Cnz:i qua rtiere; che l' impon :1nz,1 di es.sa ha un \'a lore più alto di quello di un compiuto risu ltato di– Jatt ico; un \'òllore mor:1lc e pr,1tiço di ca– pitale importanza: di di.~11it,ì naz ion;1le ! ..i pens i infine che se umili fr,1 le più um ili sar;)nno le pare ti di queste scuo le, se <lis:1gi~1tc le cC'n<li,.icni di fatto in che l'opera del marsno si s\'C1lgc, la , it;\ di coloro che le debbono freqta·ntare è fr-1 le più misere ; si pens i che !->Olt;rnt o l' in:th;1m en t<, del li– \ elio intellettuale Jcl nostro proletar iato agr icok può cflÌ(;l(<.'llWntc opcr,,rr pe r il sm. miglioramento materia le. r. doloroso ;1ffcrm;1re che tutto ( ÌÒ sia 11C(l.'SS;1.rio ,,gp i; ma L, rer1.·enrnale dcll ',rnal– f.1bctismo italiano è.· ben :1lta, c il g<'rwre di \'iU d1e il rrnlcta1 i~1to a~r ic0i< dd mc1.. n ~iorno J" ltali:1, t scgna ta mcntc di que llo d1c I.in : 1.1 prnssimo alla C.1pitale, i: qua le nc:-.suno Stato, men d1e h,1rharo, potrehbe tollerare. I' doloroso oggi, d1c per h sruoLi popo 4 hrc .1 rendcrl.1 comriu t,1, eflkacc, rin·a di eJifi(i mr dello, di strumenti t.' progr;1mmi di,Llttid rt·rfc:-zionati. di iqituzioni comple– mentari !->Ì Ì: manife~ t.uo un sa lutare ri.;ve– glio, ond~ cgrt('I profcs,.ori e mat.·1tri srn– lii.rno c,.n,gi t;rno <' rrnpon,gono rnent re lo ~t:itu scmhra di,ro .... to a srenderc ingenti somme; ~ dnloro:-.o 1.·hicdcrc che !->ii~titui– <:. -rno " migli.1i.1 quc te m0destc scuo le, di– rci qu,l'-1, ~" tlonrnl.lri, do,·c anche po– trcbhero in'-einarc m:1e-.tri sen,:i ratcntc, .;oJo .rnim 1ti d.1 buona ,·olont, 1 e da scn<o rr,1ti(O, .\l.l ror~iamo I' ore(.;chio al grido iot ca Gino Bianco 533 delle umili oprrc 1 che ccrc:ino la.\'oro e scn1:1 l' a-b-c pit'i non lo tron'r:rnno i corr i;11110 col pensiero ai t;in ti maestri impro\'\' Ì:-. :i.ti, che nei paesell i de lla C:-ibbri:i. ca mp:1110 b ,·ita i:,;truenclo pri, ·;it:i.mentc i figli e i p,1- rcnti deg li emigr.1t i 1 i qu, 1li da lb lont.111:1 terra de l b,-oro :-;crin ,no o si fan no scri,·cre - : insrg natt 11 lrggrrr r 11 scrit•at ai nostri rr1g11::i steU l' r.l/nbrto. llO1l r·rnitt Jt' 1/Oll COI/O- T utta\'ia se la lotta s' impcg n;i co n sem– plicid e prat icid di \'edu te, se se ne lu– meggi., bene l'alta ci"i le imponanz,1, molti e molt i m;ie:-.tri d' Italia. s:nn.nno pronti ;1 da r l'opera k ro; I.i qu:1le. d' altr,, p;irtc, do,·d essere ;1degu;\t;1mente ricompt>nsat:1. Tutti i maestri potrebbero :l.\'erc oltre In. loro scol:t resc:1 regolar e del cenno, que• st' altra, più misera e più bisognosa di luce , che b, ·or;\ sulle glebe, che conosce r;\ il maestro p1.:r una st.1gi(lnc soltantc, frr~e , ma che po rted in r uorc la gr;1titudine pe– renne per il dono prc,ioso che es-.o gli h;1 dato . Ad esigen7e nuo ,·e, :1d ;\mbienti nuo\' i e improv,· isati , de,·ono ccrt,1mcn 1e co rrispon dere da p;irt e dello Stato organi 11110, i, che uaggano ispir.1zione d.1llc con tingcn,.e della \'it:1, che co nosc;ino L1 rcalt:ì dei fott i. che prepar ino sistemi :rn1min i...,u.1ti\'Ì e or– din:i.menti didattici pcllici, che di,.pong,1110 di :i.deguat i mcvi pecuniari, sia per com – pensare i maes tri, ~ia per :1pprcst:1rc i Jo. ca li e gli :i.rrcda men 1i, si;i per pron edere ai men.i di tr;1spono ! Poichè d,, questo co ntenuto semplice cd clement:i.rc 1 che I' urgcma del caso consi gli,1 oggi, 1.1 Sruoln 11mb11lrmtr, potd, :imi don:\ s;llirc ;1 più ,1lto li\'e llo : co mplet;irc le cl,issi pr imarie, :dlargarc i program mi d' inseg1rnmcnto, ,w, iare gl i alunni nnche ;\ sr<'cifichc conoscenze profess iona li. E sad bene che il futuro ord i11:1men to di questo nuovo tipo di scuci a, sia sorto da ll' rspr– rir11zn1 inizi:na fin d:i.lle origini de l mov i mcnlO. Intanto la voce che le org;1niz7:i.1.ioni ope raie, pe r bocca deg li on . C;ibr ini e Quaglino, hanno leva to per scong iur:u-e il pcr icclo di un:1 più vasu disoccup;lz ione, dov uta al tuto :1meric,rno, deve essere asco lt a.t:1, e il mC'mento per tradurre r:1pidamc nte ed effi– cacemen te in :1tt i il proponi mento d i una più intensa :i.7ione contro l' :1n:1lfabetismo deg li emigranti, è prop izio. lmponanti lavori di pubb lica utilit:i. sono slati iniz iati, ;1hri ripresi; come que lli per la dirett issima Roma-.N:i.poli, per :1cquedo t ti e bac ini mont:-in i e bon ifiche . Per le carnp;1• gne dc li' Agro e del la Palude Pontina si ,·anno accampnndo a migli:1i,1, br;Kcian ti analfabeti de l I ,:11io, de lla S:1rdcgn;1 1 dcli., Tosc:111:i., del\' 1 \ bru1.1..o, del la Campan i,, i emigranti di ieri, d1c prova no ,1 restare in p:1tri.i, emigr:i.nti di doman i che vorranno in seg uito cercare Lworo oltre l' oceano. org,, per ess i, e sub ito, b scuola serale, rico,·erata ;1lb meglio presso i baraccamenti o in qu,1khc r :i.s.ile disab it,Ho; vadano i ì\l,ies tri <lai ce ntri più \'icini a cw allo, sul carro, come ch<' sia. Ed abb ia lo St ato, la nwesLÌ, I' autor id, la forrn di imporre la Jtuola come un,1 chiesa, I' offi(io del mac...,uo come un sa– cerdozio 31lorchè quakhc propriclario in– tenda oppo rsi a I.ci, come ha fatto un pr in cipe romano, il qu:1lc ha rifiut;ito I' osp it,1- lid ;\lb scuola in un suo vecc hio c.1salc disabit,no ,1 poca di~t:\117:t da Rorn;1.. Qud Principe ha, t: ,·ero, sottcsc ritto ad un ma – nifesto na,ion:i. lic;ta in occas ione de lle re- ccnti ele,ion i.. ÙRA'IOR . POSTI LI. I Qur.1/ 1 nrlitolo mi d,ì modo di ribattert n11 cora una t•olta un mio :·ecrl,,iochiodo, il quale t Jtdtrl p, tt :·olu rondmmato romr "1111tùfr– morrntico ria 1110/ti maest, i elrmt nlnri, .u11:a chr prr que.,10 io mi sia mai convinto di at•rr tnrtrl. lli sop,1n rhe que.•ti i11srgnamr11ti irrego/1111 ma netts ari oggi al 110.,tro pnt)t comt a pm!t, firno abbmrdo,wti del tutto ali' im-:.i11- tfra dtg/1 i,uli·.:idui t dtl!r t1. ,nt;,rioni pri t•atr, rome /11 brnt mtriti1 Socfrt,i pu lr ,cuolr

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