L'Unità - anno III - n.21 - 22 maggio 1914

L' UNITÀ 517 Le elezioni amministrative . Alla vigilia delle ultinw elezioni polit iche, pnhb licamm o in qu c:,to <,lesso giornal e un ar – ticolo (1) sulle norme proced urali sancite dalla nuova legge elettoral e per garantir e I' ind ipen– denza e la libertà dc-I voto. mettendo in ri – lievo la grande impor tanza che esse potev ano prat icame nte avere , <1ualora foss<-ro stat e ri– !-pcttat c. Quelle norme, peraltro, non erano state an– che introdotte nelle di~posizioni della legge comunale e provin ciale riguardanti le elezioni a mm inis trative, per le qua.li invece fu sostan – zialmente mant enut o, per quant o s' attien e a l mOflo di votare , il sistema <lclla \'CCchia lcgr;c. A porre rinc a un a ta le dissonanza , gli ono – revo li Baslini , Sandulli e Altobc lli pr esenta – rono appo siti disegni cli lcgg<'. ma la Commi s– sione pa rlamentare , incaricat a cli esami nar li, ha creduto cli proporre all'esame d<'lla Camera solo quan to si rifori'iCC al prolungamento dcl– i' orario hs.<:...'l to per la votazione, non riten endo opport uno , data l' imminenza delle elezioni. proporre ora una pii1 larga e comp leta riforma delle disposi1ioni di legge per le elezioni am – mini strn1ive, che le metta in arm onia con qu elle relati ve a lle elezioni polit iche. ~oi però , <'On la minorama della Commi s– sione stessa, siamo fermame nt e convint i non dc-li' oppor tuni l3.. ma della nec~ sità che quella riforma non sia ritardata. (;ià ci riuscl sempre in<'ompren sibile e iMpie– gahile come si fosse potuto , in uno stesso ordi namento elettoral e, dispor re dt:e sistemi div ersi di proced ura per l' espres sione <lei voto, qu ando nessuna ragione consigliava ques ta rli– vcrsità, anzi tutte le ragio ni consiglia,·ano che l qu ei sistemi doves sero essere identici . Se fu ritenuto che il modo di votare adotta to per le <'kzioni politi che era il più adatto ad assi– cur are la sincerità de l ,·oto, que llo stesso do– veva ac\ottars i per le elezioni am ministrative . .\d ogni modo, ricono1,ciut a la convenienza e la p<>'iSbilit à di rende re un ico ormai il modo di votare tanto per le elezioni politiche che per le ammini strati ve, non ,.• ò ragione per ri– t.1rdare ad introdurre nelle disposizioni rcla• th·e a queste ultim e le · consigliate riforme . Il fatt o stesso, che, per le:elezioni politi che si sia aùbandonato il sistema in ,iigore ~r le am ministrative, dice chiar am ente che il le– gislatore ha riconosciuto la falla cia del siste • ma, e non si compr ende come si debba an che per una sol volta an cora mantenere un siste ma condann ato . Ma. secondo la maggi oran za della Comm is• 5 ionc. il bre)'ç tempo , che ci separa dalle ele– zioni , n-;;= consenti ~ bbe ai Comun i di pro ,•• ,edere a qua nto occorre pcrch~ le modifi cate disposiz ioni della legge potes sero poi essere prati camente attuate. li motivo, ad unquc, dcli' imminenza delle elezioni si risohc rebbe in pure difficoltà prati che e mat eriali . l\la non vi è nessuno , che viva la vita d' oggi. il quale non S."lppia quant o facilmente queste difficoltà possano essere superate . )l a amm esso pure che ques te difficoltà siano insormon'tafi'iir quale ne dovrebbe es-.ere la consrguenza ? Non già <iuella di fare le elezioni col sistema in vigore, ma di ritardarl e di qualche mese, fino a quand o potran no essere attu ate le norme nuove. Poic hé fare le elezion i con un sistema, in cui non si ha fiducia , che si ritien e non adatto a ripr odu rre I' cspr es'-iOne vera e ,.'-incera del corpo f'lctt orale t come non farle: di pii1 an – cora : è pegg io che non farlC". t. d' a. POSTILLA l 11 nostro am ico ha per fett amente ragione. l\la qu esto non è un proh le'.na di l~gica : ò '.111 probl ema <.r intcres ~i prati ci. La chcnt ela g10- litLiana cerca di neutrali zzare in tutti i modi gli effetti ,lel suffragio unh ·ersa lc. rec o tutt o. E la preside nza della Commissione parlam entar e la cui maggioran za ha volut o la<;ciar e immu - tata la vecchia procedu ra de lla votaz ione, al – men o nelle elezioni runmi nistralivc , è un o di epici segretari dclr on. Giolitti. che fcccr" le .clc.,ioni dcli' ott obre 19 1 J. /' u (I} N d• I 18, ollob rr 191J: S,,ff, 01i• -J/ orr 0 1• # , ,ou· d• ro d t tf• rol# . La guerra e In un bre,·e opuscolo a\ ·cntc qu esto tit olo (1), l' aut ore del famoso libro su la Gra,idt 11/usione, NÒnn~ II. espone in forma se mplice e piana, valend osi di esempi pratici, alcun e idee e 1c 110 11 rlu'scira nno nuove a chi siasi int eres• sàÌ.o m problem i econo"°;nici e sociali . l\la, come giustamen te osserv a l'A., In questioni di ta l genere non è ta nto la. novità degli argomenti che importa . quant o il fau o che quegli ar go– menti escano da lla cate goria cli quelle verità. ~ i potrebbe ro dir e i,itellett,wl, . cd ~ntrin o tTa u Ua,_dclle.- ver ità rcahn cntc 1•1ss11te. che effettivam ent e plasmano e reggono la nostra cond otta . È questa una differenza, di cui non sempre ci rend iamo cont o. Eppure un ' idea non si attua se non a patto di non essere pili un sem– plice ogge tt o cli conoscenza inte llettu ale. Per quant o la cos.."l possa esse re avvilent e pel no– str o amor propri o di esse ri ragionevoli, é un fatto che le verità agi scono sulla nostra vita , non tant o per sub ila luce, quanto in seguito a una penet razione siste matica e qua si mecca • nica. Ecco perché le verità, che ci sono a cuore. giova legger le, par larle e scr iverle, an che se già altr e ,•olte le abbiamo enun ciate e consta• tate . Ed ecco perché può esser util e far anche conoscere in Italia l' opuscolo di Norman Angeli a qu anti sentono come noi la necessità di diffondere tra il popolo un concett o chia ro dei fatli essenziali al benessere e al progresso del paese. Nel suo consueto stile breve , terso e conciso, l' A . esam ina in primo lu~go qu~ sia il peso effettiv o che l' operaio risel,l_tC dcllc.. spt..'SC mi– litar i. Limitand o lo sguardo agli ultimi qua– °";'a-;;t' anni , egli presenta queste semp lici con– statazi oni : in qu esto period o circa cinq ue mi– lioni d' uomini tra i miglior i della popolazione europea hann o dedi cato il fiore della loro vita ad allenarsi per un dat o lavoro: qu ello cioè di ammazzarsi I' un l' altro, nel modo piii rapi do e nel maggior num ero possibile; nella sola Inghilterra si sono spesi da 75 a 100 milioni di lire ali : ann o solament e allo scopo di perfez ionare il ma cchinario destinat o allo stesso fine; i .gove rni invece di preoccuparsi del miglioramento e del progresso civile del popo lo, hanno concentrat o enormi ener gie solo nelr escogitare i mezzi di dan neggiare le altre na zioni e impedi r loro di rendere la pa rtita . 11 nootro spirit o cli sacr ificio, il nostro senti – mento di solidar ietà na zionale non sono stati evocati per organi zzare la lotta dcli' uomo cont ro la natura. cont ro l'ign oranza . contr o il ma le, ma han no servito prevalent emente a preparare la lotta materiale , brutale , dell 'un gruppo uma no contro l' altro. Ebbe ne : suppon iamo per un istant e che dura nte gli ultimi quara nt · anni cinqu e mi– hon1 dei nosfn giova ni si fossero annu almen te allena ti alla batta glia de lla vita civi le. a for– marsi cioè un giusto concetto delle sue diffi• coltà e del modo di superarle : che annual– mente sicno stati asseg nati in tutto il mond o dicci miliardi cli lire ad una sistemati ca lotta contro la miseria e contr o tutta l'infinita coorte di dolori e vergogne eh' eSS."l tra scina al suo se– guito: che a tal fine i vari Govern i avessero strett a una cordiale int esa di reciproco aiuto , I e quelle vite, qu el danar o, quelle emozioni fossero sta te dirett e a migliorar e r umanità ;:uwicht distru ggerla : - oseremmo noi credere che i problemi sociali sar ebbero tutt ora al punt o in cui sono? In Inghilterra (uno dei paesi pili prog-redi ti in fatt o cl' istitu zioni filan • 1ropiche) ,·i furono l'ann o scorso 400.000 mort i per malatt ie, che un più illumina to or– dinam ento sociale avrebbe potut o pre,·enire. Il numero supera qu ello dei morti in batta glia i~ nni di s~ ia inglese !- ~ on ~ dunqu e ilc a.so di basa re pri ncipal • mente la nostra av, ·ers ione alla guerra sul ) sent iment o cl' orrore che c· ispira no le sue stra gi : assa i pili stra gi av ,·engono sul campo di ba tt aglia ind ustria le. O\'C le ,·1tt11ne spesso subiscono soffere nze pii1 cru deli che nella guerra . pcrc hè pii1 lente, e con tutt o qu esto nessuno vuole abolire I' industria . La guerra bisos na considerar la come un Aagcll~ è ~- (1l So•Jiu ,:,, A~ O&LL, Tlu _ , 111JIlfu 1V•rin1 , T be N• • t oo.,I t.. boor Pru J L 1. d. Loodoo. Gino Bianco i lavoratori. .lSSOrbendo per la sua prepara zione una parte grandi ssima degli clementi ncccss.iri al pro• gresso, al benessere mora le e material e della società , ò ca usa di morti , cli malatti e, cli dolori. cl,e si f>Olrebbtro evitare. N~ ant o 9ucstione cli danaro: allor– chò si tratta sse cl' un vero bi~ogno del paese, nessuno avr ebbe il diritt o di lamentarsi di un peso an che maggiore. Si tratta an che dello sviam ent o clelr att enzione e cicli' int eresse pub – blico dalle questioni ciel vero benessere e del vero progresso uman o. si tratt a dcli' ottene– brar si del senso delle proporzioni, sicché la cosa seco ndaria sembra cli supr ema impor – ta1tza e viceversa, e i popol i si rendon o inca– paci ad affr onta re i pro blemi reali dcli' esi– ste nza, pcrchè devono lottare con difficoltà artificiali, create da Cssi stessi. pensarvi, qu ella stessa somma in piccole c1uo te giornali ere suddiv ise, nelle imposte indir ette . Inoltr e, quand o il citt adino non gett erà piì1 i!~bo io c1eca m~ lle casse dello St "lto, come fa il fedele nella casse tta delle elemo • sin c, affinchè lo Stato distribui sca i prov e ,ti secondo le vari e e indefinite esigenze c.! ,J paese, ma aprà che qu el dato aum ento di tributi andrà per cert e determinat e Sj>CSe. ~ certo che div crri, assai ~ dingo nel!' am – mett ere I' op1:x>rt ;;;;7tà di pagare. e assai pii, severo ~ I contr oll a-::-i '"in$ ego del suo de– naro . E già in Germania il provv edim ento di prel ~ •.ire 1; 1; ve sr..cse militari mediante una im posta chrctta stra ordinaria ha prod ott i ueste consid erazioni sono di 1 cosi evi- clcn e >non §~ SO, C 1e nessun uomo di go,·erno osa cont estar le: solamente t utti si dichia ran o impotenti a frenare la tenden za verso spese sempre pili vertigin ose, flnchè la opinione pub – blica non sia mutata. )l a si tratta di magre scuse. Qnegli ste ssi uomini cli governo. che vogliono far credere di non poter resistere ai furori bellici dei loro popo li, s."lnno beni ssimo . eccitare la opinione pubblica inert e, quand o hanno bisogno di ottenere nuove spese mili– tari, agitando fant asmi di pericoli immagi – nari, che svani scono non app ena le spese sieno stat e app rovate. Quando per es. , il Co• verno tedesco decise che la Ger mania dovesse avere una gra nde flotta, l' amm iragli o Tirpitz fondò la Lega Nava le, sussidiò poeti patriot – tici, si fece amico dei giorna listi, fece acqui– stare a l( ru pp un paio di quotidiani : cd ceco come in meno di dicci anni il Go,·ern o • dov~ ad erire alle insistcnli richieste della Nazione! • N. A. procede quindi ad esa min are quant o vi sia di vero nella suppos izione molto diffusa lra i socaahsh . che rc ontrasti internazi onali e gl;°; rmamcnti sieno il ~ snltat o dell e concor– r~e ~ ncar ie. È bensl innegab ile che un grup po internazi onal e cli forti capitali sti, spe – cialmen te interessati nelle indu strie mili tar i, tipo l<rupp e C.i agis ce nel senso delle ecci– ta zioni guerresche. )la tutta la banca onesta non ha verun interesse nelle operazioni dei t rafficanti della guerra, poichè la prosperità de lla maggior part e elci banc hieri dipe nde dalla prosperità general e, e non da lla guerra e da lle spese militari , che invece compr omettono o ralle ntan o il progresso cli questa prosperit à. La verità è che la infiu cnza esercita ta in ogni paese dai traffi can ti della guerra, riesce di così faci le impieg o, perché t rova nelle stesse classi lavorat rici un insieme di predisposizion i favorevoli, costituit e da ignoran ze e da falsi concett i. Ed é contr o ques te pred ispos izioni che bisogna lottare, dillondend o nel popo lo idee chiare e positive intorno ali' economia dell a guerra . Og ni altra forma di azione sarà sempr e vana . Ad accelerare il trionfo del bu on senso, Norman Angcll pensa che i partit i democra – tici dov rebber o ov!!,! !9.ue esis._cr~ e s1>CSC militari si pro,·~ sempr e, e~ fatto l' an no scorso in Fran cia e in German i~ diant e tasse SPlìcialbsui reciditi e sui 11atr i– m~ ù¼UA s)a-~j Jx:nsst:1nti . Sono queste, in– fatti , generalment e le classi fautri ci degli au n;~ i nelle spese milit ar i. I.a classe ope raia v1 si lascia an ch essa lrasci nare, per igno· ran za, da un 'o rat oria ciarl ata nesca , dall' istin – tiva ebbrezza che le dà la fanfara militare, il luccichio delle a rmi. lo svent olio de lle ban – diere; ma a ment e calma é troppo incalzata dall e immediat e, reali necessità della vita per preo ccupar si cli ambi zioni .imperiali ste. Se ognt nu ova dreadn oughl impli casse. poniamo, un determina to aum ent o delle imposte dirette , è assai proba bile che le impa 1ienze per nuove corazzat e e nuovi cann oni si frenerebbero di molto, e qu egli stessi che in generale sono pili zelanti della cosi detta " gran dezza nazio– nale •. sa rebbe ro ben presto conclotli a do– ma nda rsi se qu esta tale drtlldn oug/JI sia pro– prio necessar ia. V ' ~ gran differenza fra t.1,.sa e tassa . li contr ibuente pa ga a malincuore un a somm a in un sol colpo. mentre p.1.~ac;.en,.a nem meno i suoii'r"irti1':' nel mondO finan ziario va acce l· ftrnndos i l' avv ersione '1lle . i giornali conserva tori arri a rlicoi1 sulla • J,oTii:t'\rcf;l, a91p nl&U-lJ I• !- On sono p1l1 i partiti dem ocrati ci che discuto: 10 e si ribellano all ' ossessione degli arma menti. espon endosi ali' accusa di antipatri otti smo: sono proprio le classi benestanti , le <111alifino:-•. formavan o i partiti • patri otti ci• J>Cr ecce·- lenza, che sono obbligat o a dim ostrar e il lor ) pat riotti smo coi fatti , opp ure a passare ali' op• posizi one cont ro le spese milit ari. Queste ccl altr e propos te Nor man Ange li non le presenta come defin itive o assolute. Ln loro realiz zazione int rgrale o modificata ha un· im – portan za relativa . Ciò che prem e si è che il problema dei metodi da segmr e nelÌa lott =i contr o le spese militari sia discusso e agi tat o, rn modo che r idea de l dis.."lrmo scenda da lle ~mv ole dc li 11lop1a e dello slenl e accadem 1- \ S1110 ' ' • st 1011 , che 1i1 devono I a I:, soc1cta I. s. L a paura dei libri. Noi maestri eh siamo o dovre mm > essere 1 propaga on ella cultura, dell'am ore per lo stu– dio, abbiamo paura dei libri. Paura di ceni libri s' intende . Letto ri, lettrici di Barrili, De Am icis, Zola, Maupassant, anche di Mantegazza e di Flammarion non mancano, ma quan ti di noi vedono, cercano libri di storia, di filosofia, di scienze , di critica? • Tanto si fa scuola lo stesso - borbottano - e poi non abbiamo i quattrini. ., Ma per farsi chiamare • dire ttore ., studian o sul manuale e sud ano sulle dispense . Si capi– sce; qui e•~ il piccolo io da gonfiare; forse anche gli accresdu ti bisogn i... La par te meno umam, che tras cina l'uomo. La preoccupazione di mi- ) gliorare , superare sè stesso per migliorare - elevare la vita di chi viene a scuola e ci guarda _ ~ puro ide alismo., sogno, oggi che la vani tà incal za, che la civiltà esige, ecc. ecc. Nasce puta caso, l' idea di affidare la 5• e & ai mae – str i che hann o studiato di pii,) (proge tto in ge– stazione), o che han no superato un cert o esame (è in animo ciel Consiglio di Direz. delle Scuole di Milano) ? Eccoli levarsi di scatto e gridare in nome dell,1 giustizia, che si vuol offendere la classe, crear e privilegi : le associaz ioni prepit· rano o. d. g., i giornali scolasti ci soniano nella brace, Siamo tutti eguali, tutti usciti dalla stessa scuola, tutti bravi in que lla data misura , niente dis tinzioni; ma estri sì è sempre per i bimbi e giovm etll e uomini, Piano . Int anto i colechini che vengono dall o stesso maiale e dallo stesso fabbricante non sono proprio di sa 1>ore identico .Per le classi del corso popolare (s• e 6'-) occorrono buoni maestri., s i sa, come quelli di qualsiasi altra classe, ma in più devono avere certe cognizio ni e certe abi • lità che ora non si possono ammettere ad occhi l chiusi in tutti . Vi è chi se l' è acquis tat e e chi se l'acq uisterà, in silenzio senza pensare a scuote e ad esa mi. Ma v'è anche chi non vuol sape rne di far questo e intende stare a pari degli altri a testa alta, in omaggio ai pri ncip i di gius tizia, di eguaglia nza . Che s ia per quella tal paura ? lo ci giocherei un occhio. G. CESARE Pico. Per accordi con fa Casa Editrice A the– na eum il volum e di Ghino Val enti, Siudr di politica agraria, t. ceduto ai nostri abbo– nati che ne facciano richiesta alla nostra amminist razione, inviandone I' importo, per L. t, 50 invece che per L. 6.

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