L'Unità - anno III - n.16 - 17 aprile 1914

, problemi della vita italiana. Si pubblica il Vmerd l in Firente - Direttore GAETANO SALVEMINI - Direzione e Amministrazione I Lunra rno Vespucci 12• -A bbonamento annuo or e per. i pae si italiani dcli' Austria e della STiz:cra ; per l'e ster o Lire 7,50 - Abbonamento aosteoit orc Lire 20 annue - Un nume ro Centesimi lO - Con o corrcnt~ c:on la po~ta. Anno Ili - N. 16 - 17 Aprile 1914. SOMMARIO: Scuole publ:Uc.he e acuole private, E. VAJNA , G. SAL\ 'EMINI, - I trafflun tl ckU.i guerr,1, L1SA ScoPOu . - I dolori dtlla Sardq na, NICOLÒ FANCELLO. - L'equivoco radlcalt, l~'U:,.:JTÀ. - Uo' « o del banc:bdto a E. Giretti. Scuole pubbliche e scuole private. Cd,a • Un ità• , Credo aver risposto in pr cce,denza alla do– manda soUe,•ata nell'ar ticoletto Monopolio sw– la.stico}, con una nota che uscirà sull'Azio,r~ di Cesena. Ma per la stima profonda ed il consenso nutrit o da noi dem ocratici-cristiani verso i punti fondamental i del programma • unitario », ritengo dove roso un" breve ·~chia • rimonto. <tua.si soli orga niuruc la scuola privata . Mi par che scop ra cosl un contrasto di esigenze , senta riuscir e a superar lo in qualch e maniera . Ora ciò appu nto metterebbe conto , secondo noi, di tentare. Limita to il problema alla scuola media , colla tendenza a risolverlo non tanto contro i clerica li, q uan to 11ell' interesse dcli' educa• zione nazi on(\IC; noi rit eniamo che ali ' esi• genze di contr ollo statale facciano posto suf• Si tratta soprat utto della scuola media . Siamo d' accorcio nel rigetta re il concetto fìciente il rilascio dei dip lomi superiori, il si• • sterna dei concorsi app licato a tutte Je car• giacobino o medievale d'u n un ico organ o distribut ore della ct ltura , come in generale nel creder e alla suprema efficacia d;ll~ libertà che dà virtù di sopravvivere durev olmente soltant o a chi se lo merita : quei preti che de– legan o alla scuola pubbli ca l'insegnamento del loro catechismo, quegli zuccherieri che do– mandano ai dazii la protezione dei Joro im– pianti sbagliati, quei maestri che deploran la concor renta delle scolelle, ci sembrano una stessa banda di simonia ci, profondame nte in• creduli nel valore effettivo cli' tut to le beJle cose che pretendon o di tu tela re. Nasce il dissenso su ll'app rezzamento dello stato di fat to attuale e qu ind i delle riforme ' da introd urvi. eventualme nte. Dice r U11itcì che l' Ita lia si trova in regillle di perfet tissima concorrenza ; siamo al contrario . pensiamo noi, se non sot to il monopolio, almen o in un regime di fortis simo privi legio a favor delle scuo le medi e eserc itat e dallo Stato, che d ' altra part e 8011 anc he a parer nostro le meno att e ad infondere un caratter e strettame nte soli• da te nella formazi one della cultura e dei ca • ratteri. Difatt i, non basta per crear quel campo di utili espe rimenti pedag ogici. che l' LJ,iilà giu• sta mcn te si augura, la facoltà generaliss ima cli aprir scuole concessa. ai pri vati . Sorvcglfata nella scelta degl i insegnanti, elci test i, nello svolgimento dei program mi (cose tutt e su cui si stende e si ò rifatta da qualche anno cffet • tiva la vigilanza de i provved itori agli st uclii) ; costret ta ad andar e a domandare anno per anno I' mimillalur agli insegnanti concorrenti , che cosa può la scuola privata riuscire, se non una copia riveduta e scorrett a di quella dello Stato ? 8..u ta conosce re la mentalità ut ilita • rista delle nostre famiglie ed alunni , per in• ten dere quant o poco seguit o otterrebbe, nelle condizioni presenti, anche un coragg ioso ten • tati vo pedagogico fuori dci quadri ufficiali. Il noccio lo della qu estione sta, come l"{i,rilà ha visto bene, nella questione degli esami. '.\li pia ce richiamar mi in questa materia a quant o scr iveva test~ nella sua Didattica il Lomba .rdo• Radice, rispondendo alla do manda: - Chi deve esaminar e ? - Eg li osservava giusta • ment e che l'uni ca persona ca pace di dar il valore di uno studente è qu ella medesi ma che lo hn istru ito o, per ragioni di convenienza. qu ella che deve :unm ctt crlo nella sua scuola. Ora, nella massima p:,rt c dei cas i, gli alunn i prove nienti dalla scuola libera si trovan CO· st retti a dar una serie di esami dava nti a in• segnanti, che non li hanno mai avuti e che non li donann o mai ave re per scolari. Come ovvia re a questo regim e di pri,; Jegio ? L' Uml<ì si an-csta davanti a lla incompatibi • lità eh un csammat ore che de,-e trar lucro ,llrdlamtttl~ da lla sua scuola, al supremo di· ritto eh ~rveghan1..a dello Stato, e da,anti forse alla nece~!>lt,\ d1 con tra.stare i lcntat1v1 dei cleri cali the fino .1d oggi hanno saputo ricre pubb liche cd orma.i anche in molt issimi impieghi privati . Giusto quindi che al mo– mento, dcli ' ammissione agli st udii universi• tarii (dove non esiste concorrenza, ma sarebbe possibi le una certa au tonom ia locale) gl' inse– gnanti , che devono ricevero realmenle degli alunni, si acce rtino con una prova seria e completa , tenuto con to del ramo di studii prescelto, della loro capac ità a segu irli : l'esa me di ammissi one all' Università, insomma, ri~ stab ilito e sostit uito in tutti gli effett i e rer tutti gli studenti agli a ttua li esa.mi di licenza liceale o tecnica . Ncll' int erva llo, che dovrebbe essere fissat o per legge, fra la licenza clemen• ta re e ta le ammissione, la scuo la libera e qu ella di Stato potrebbero provve dere in gara, colla più completa cguaglìan1.a e libertà, alla cui• tura formativ a della giovent ù bo rghese, orga• nizzando quel siste ma di studii e quelle prove int erne di profitto che credessero meglio adatti allo scopo. Sal va sarebbe l'in tegri tà de lla scuola di Stat o da os ni pen etrazione clerica le; sgravata la sc.uola libera da ogni r.oc :va rego• lamentazione n1inervina ; egua li tutt 'e due nella gara da\'anti ad un elemento superi ore di giudizio. Ques ta è una propos ta : che se an che non apparisse opportuna :, trad ursi in atto , non per qu esto ccsserehbc la posizione del dilemma e la necessi tà di supe rarlo meglio altr imenti, sc111.a sacrificare ness una delle esigenze mo– rali, cultura li e polit iche che sono in cont ra• sto. Forse, come accennava A. !\font i scri– vendo sulla Voce a pr opos ito del progetto Credar o, I' unica riforma possibile della scuola media, consisterà proprio nel sorge re e nel vigoreggi arc di una scuola che sia liber" non soltanto di nome. Esistono a l cli fuori dello Stato forze morali cd aggruppam enti cl' uomini non più capac i cli sodd isfare a parecchi compiti che ancora gli sono affida ti ; ha in ciò ragi one il Lanzill o. Ebbene, penso che. tranne l'al fabeto, l' istru• zionc profession ale e que lla scientifi ca supe• rior c, la funzione de lla cu ltur a sia ormai uno di qu est i e che la sua libertà perciò possa Cn– tra re nel program ma profondamente decen– tra lista di un nuovo mov imento democrati co. E UCEK IO V AIXA . A oslr,, 13 marzo 191,1. POSTILL A. I. - Noi non sappiamo se ,·cramc ntc da qua lche an no a qu esta part e la sorveglian za dei provYedito ri a~li stud i sugl' insegnanti, sui 1csti, sullo s,·olgimcnto dei programmi delle scuole private sia di,·en lata cffettiYa. Ab · biamo i nostn dubbi su questo fatto, per il moti\"O scmp lrci,;;,i;imoche non crediam o pos• s1b1le tal e eflc tti, •it:1 '.\la "'• tratta di con te– :-,razionc, che non ha per la noc;tra discussione ncs~una importa nza :-;o; :-.arcbbc un male - noi scn\'e\'a mo "'li r Cmld del r7 ottobre lio ca Gino Bianco 1903 - se quegl i ar ticoli della legge Casa ti, ch1 dànno allo Sta to un diritt o di ispezione, f½sero senz' altr o aboliti an che esplicitamente. 11 Governo tenga le sue scuole, e cerchi di farle andar e meglio che sia i::0'iSibilc ~ e 'i pri– vati restino asso luta mente liberi, ,rei limii i delle leggi. um,u11i, di organi z.1.arele loro scuo le come meglio credono ,. E la sola legge com une, a cui ci limite remmo, sarebbe che • I' inse• gnan te. come ogni t1llro prof essioni.Ha,, sia ahi• litato legalment e all ' esercizio della sua pro-, fcssionc •· J I. - Cosi pure noi non sappiamo se ve • ramcnt e il cattivo andamento delle scuo io private sia det erminat o dalla costrizione, in oui esse si trovano di seguire gli stessi pro• grammi e metodi delle scuole governative, dove gli alunni priva tisti sono tenuti a dare gli ·esami RHH O fHr QHHO . Gli alunni privati sti di ginnasio, per es., poswno aspetta re fino alla quin ta ginnasiale ~ primi di presentar si a dare il primo esame alla scuola pubblica : e un periodo di libertà , che dura cinque ann i, 6 in ve rità tutt'a ltro che breve. ì\fa non si può dire che questa libertà giovi molt o. La prcp..ua1.ione dei pri va tisti, che vengono a.Ila licenza ginnasia le, ò quasi semp re i)tcomparabi lmcnte più meschina di qu ella de– gli alunn i delle scuole pubbliche. Peggio pre– para ti, certo, ~ono gli a lunni de lle scuole pri– vate laiche, le quali nella loro grandiss ima maggiora nza sono veri e propri centri di de– morali u:a zionc giovani le. Ma non è a dire che gli alunni de lle scuole ccclt.-siastic hc val– gano un gran che . E sebbene nc..1.nche gli alunni delle scuole pubbli che brillino per eccesso di coltur a, pure è innegabi le, per chiunque os– servi la realtà delle cose senza preconcetti di parte , che nel!' insieme le scuole pubb liche funzionan o men o peggio delle scuole private. E il catt ivo funziona mento - più o meno accentuato - di tu tte le scuole non si deve attr ibui re tant o all'essere o non essere pub– bliche o pri va te, quant o alla indiffere nza che tutt e le fomiglie, di qua lunqu e partit o o di nessun partit o, hanno per la scuola. Le- fam i– glie mandan o i figli a scuola, come li mandano a messa, come li lasciano anelare al post ribolo se si tratta. di ma schi, o a 1101.zc se si tratta di donn e. Dove c' ò una scuola pubb lica, mand ar.o il figlio alla scuola pubbl ica; dove c'è la sola scuola privata, lo manda no alla scuola privata ; dov e c'è una scuola pubb lica e una scuola privata, lo manda no alla scuola pri– vata dopo che i! stat o boccia to nella scuola pubbli ca, oppure preferi scono la scuola pri• ,-ata perché forni ta di un co1witt o che con– senta loro di sbarau ars i del tutt o del caro ram pollo. Ben di rado la scuola privata è scelta pcrchc'! migliore della scuola pubb lica. E ben rare sono le scuole private associate a con– vit ti. a cui i geni tori possa no affida re i figli con la sicurezza cli una buona ed ucazione mo– rale. - I.' Italia ò ,111 paese di peland roni : clericali, anticl ericali, conservatori, rivoluzio– nari. pu bblici, privati , sono tutti cs uali - que sta é la veri tà ; e questa è la spiegaz ione de l ca tti vo funzionamento di tutt e le scuole. e non delle sole scuole I Ma anc he qu esto fatt o non può ;wc rc nes– sun peso nella no-,trn disc ussione. Dobbiamo prendere il nost ro pa~c com' è, e cercare con ~ffett o e con pa1..ien1.arenderlo meno pe– lan drone che sia possib ile. 111. - Ciò posto, 11 Varna e noi siamo cl' accordo che una scuo la, lll cui gli in.segnanti fossero direttamente pag:Hl d.1gh ah111n1e do– vessc10 nello stes,;o tempo clas.1;ificarli socia.I• mente mediant e prove d' esami aventi ,·a.lorc giuridico, darebbe origine ad enorm i immora– lità: donde la necessità di escludere gl' insc- .. guanti tlclle scuole private dalle eomm.i,sic;ni d 'esame , che rilascino certificati con va lore legale; e la necessità d1 resp ingere con incrolla– bile intran sigenza su qu esto ierrcn o le pretese del partito clericale, non per apr iorismo an– ticleri cale, ma per difen dere ne.Ile nost re scuoio que l pochissimo che ancora non è stato som– merso nel pela r~clronismo univer sale. Però, l' insegnante di scuoln pubb lica, ch e ha • istruito l'alun no, ò vernment c la persona adatta a giudicar lo alla fine del corso e a cla ssificarlo giuridi ca m .. cnte ? Rispondiamo fran cameot e di no. • t uni– versale fra noi il pregiudizi o - abbiamo scr itt o fino dal 1908 insieme ad Au;e<Ìo Gal letti ne La riforma della sc11ola media, (Palermo San– clron), che i lett ori ci vorranno consentire di citare , perchc'! in quest o caso il ricor rere a scritti precedent i esclude ogni ,i"°'pctto di op• portuni smo nella discu ssione - ~ universa le il pr egiudizio che giudice natura le cieli' alunn o sia l'insegnant e che lo ha istruit o durante l' ann o. Ora e1ucsta teoria è altretta nto as• surda quant o sarebbe assurdn l'a fferma zione che il colla udat ore natura le cli un · opera in mur at ura sia il murat ore che l' ha fatta o colui che ne ha avuto l'appa lto. Giudice na • t ural e dcli' alunn o non ò colui che per '· un anno lo ha _istruit o, ma colui che deve islruir lo nell'anno successivo, e che ha il dirit1 o e il dove re di accerta rsi prima di amm etterl o nella sua classe, se ha la preparazione neces– saria a seguire utilm ent e i nuovi studi , e se non frastornerà con la sua incapacità il lavoro degli altri . Oggi nessun insegnante è rcspon • sabile dell'asi nit à dei suoi alunn i : egli non h:t nessuna libertà cli scelta , la scolaresc.'\. gli è conscll'.nata dal collega della classe inferior e. né egli può rifiutarla ; e nessuno puù sapere se gli alunni di un a clas!te siano ignoranti per esser venuti ma l preparati da l ma est ro del corso ante cedente o per esservi stati rovinati dagl' insegnanti cl' oggi. No i vorremmo che ogn i insegnant e fosse piename nte liber o nel reclu tamento della sua scolaresca e fosse pie• nam cnt c respon sabile del profitt o di essa. Oggi gli alunni non hann o nessun int eresse a stare con un insegnante labori oso e seve ro: per essi un maestr o poltr one ~ un vero terno al lott o, perchc'!li dispe nsa durante l' :umo da l lav oro e li promuove in massa alla classe superi ore. Sosti tu endo agli esam i di promo1..ione o di li• cenza gli esami cl' ammi ssione, gl" insegnanti delle classi superiori sarebbe ro gli ispct tori na . tura li delle classi inferi ori ; e sarebbero ispet• tori respo nsabili della loro opera, pcrchè di essa dov rebbero render conto alla loro volta ai colleghi delle classi succc<Jsi,•e, cd eserc ite• rcbbc ro il loro cont rollo non sui metodi clida t• tici, che sono per nat ura loro incont rollabi li, ma sui risult a ti dcli' insegnam en to di cui il maestro deve essere davve ro respornsabilc. E gli alunn i e lo famiglie non si accheterebb ero allegra mente ali' eve ntual e inerzia o incapa – cità del maestro, ma protesterebbero con vio– lenza con iro chi venisse meno ::al proprio dovere. :s'egli esami dnti col siMcma vigent e il profes sore è molte ,·olle tentat o cli libc• ra rsi cli un alunno noioso e ingombra nte, re• galand ogli il passagg io con uno M:apaccio_nc per e,·i tar e 1I pericolo cli ntro"ar-,elo fra i piedi ranno dopo. Quando 111,·cce I' c~1m1natorc do,·csse prcnder-,i h11 !.oli(' bracc ia ncll' anno succes:-.i,·o 11can<l1dnto, andrebbe. a,'k1.1 guar. ding o nel concede re le ammi,<:.u)n1, cd ~, itc•

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