L'Unità - anno III - n.15 - 10 aprile 1914

L'U N ITÀ COME SIAMO ANDATI IN LIBIA Dalla prefazioHe di q1uslo t•olum e, che la Li– breria ·d ella \' oce ha messo ;,. t·e11dila ,rd/d scorsa u ttima,ra al pra:o d, Lir e 3, stralc;iauro il stgue,ite fr amm u,to sulle circostanze imme– diat e che tfetermi,rnro11 0 la gu"rra ,ie/ settembre 1() 1 l. [..,'\ tr ent enn ab aspir,11.ionc dc .3I' it lliani v.::r– -;o h Libia, se spiega • pcrchè siamo a ndati in Libia •, o megli o ■ pcrch~. o prima o poi, era destino che ci anelassimo ■• non spiega perché ci siam o andati w qud mome11l0 e non prima e non dopo. A <1ucsto propos ito , si è parlat o di una mi – na ccia di immediata occup.,z1one milita re della Libia , o di part e della Libia, per opera della <:crm ania. o dc li' Ing hilt erra. o della Fra ncia, n di chi' sa chi - minaccia a svc nt,uc la q uale il Governo ita liano a\'r cbbc eia un mom enlo all' ah ro decisa I' impr esa . Ma la noli zia l! "tata più volle smentil a. n~ - per chi CS..'\– mini per poco i rapp orti int ernazi onali nel - 1'estat e del 1911 - prCSC'nta alcun elemento cli rcdibili tà (1). :\la sme nt ito e rit enut o incredibi le il fatto mat eriale in si!, restano sempre le circosta nze ~ d 1e o prima o poi la Lib ia doveva esse re oc– cupata da qua lcuno, e che in Italia era un dogma quasi univers alm ente accettato che la occ upazi one pc.r opera alt rui sarebbe stata un clisastro per noi. e che pertant o la Libia do– ,·eva esse re occupata . o prima o poi, da noi. In siffa tt e condi 7.ioni dello s >irit o pubbli co, la qu estione de lla L1 ia era div enuta una SJ>C- cie d i inciampo continuo nella politica estera italiana. F inchl! questo prob lema fosse 1fo1a– ~to sospeso in q11f111lo q11ts lio11e iut ernaziom ,le, la Libia a, ·rebbc servito sempre nelle ma ni delle altre potenz e come un motivo o un pre – testo per crea rci difficoltà, per farc i pagare il loro consenso alla ipotc.•ca da noi accesa, per rica tt arci. La Libia minac ciava , sopra• tutto, di pesa re in manie ra assai da nnosa per noi nelle tr att a ti ve per il rinnovamen to della Tr iplice alleanza o per una eve ntual e ades ione nostra alla T riplice Int esa. Bisog nava chiude re quest o capito lo della nostra poli– tica estera: chiude rlo con la conq uist a, che i,emb rava del rest o facilissima (2), - dal moment o che era\'amo cosi ignari dei bostri reali inte ressi da non volerl o chiudere con una rinu ncia, che beninte so. fosse fru tt o non di fiacchezza ma di ferma e cons.'lpcv olc volontà. E la conqu ista, già che doveva a vve nire, era bene che ,wve nissc prima della scade nza della Tri plice allca n7.a (19 13). li mome nto buono. già che lo sproposit o ~1 do\'eva fare . s.'\rcbbc srnto l'autunno del 19()8, allorch~ scopp iata in Tur chia la rh-olu - 1ione contro Alxlu l-1lamid , J'.\u 5tria deliber ò l'ann essione della Bosnia e dcli ' Erzcg o,·ina . La conq uista della Libi.i avrebbe dovut o es– :,,.cre con temporanea nl c<1IJK> di Aehrcnthal. Ma in o tt o anni - ta nti ne erano passati dal - 1' inte sa con I' lnghilt<.•rrae la Franc ia - nulla, sembra , era stato fatt o per 1'1'Cparare ser ia– mente l'impresa . E la ri" oltmo ne gio,·ane - 111rca e l'ann essio ne au~tna ca sorpr ese ro 1 nO'itri uomini d1 Go,·e:rno diso rientati , scom– hussolati , incapa ci di agm .• Sfuggita quell a occasi one. ~ ass.'li probab ile che. già nei primi mesi del 19 11. l'i mpresa sia :-;tnla esplicitam ente delibc rat:l dai nostri uo– mini di govern o per un temp o non lontan o. Jufatt i. già nell' aprile del 19 11 comi nciaro no ml essere distri b111ti ag li uflìciah dcli ' esercit o 1 manu a letti d1 con vcr.,.1zione ital o-ara ba . E proprio nella prima\' era del 19 11, Giuseppe (1) Sp,ed almente tull 'aN11rdo di at111b1dre •Il• Geu11u ia _ eh• e 1111• la 1111g1lor• hutr 1l11• - un progeno di oc:cup,a, ■Ione militare im111edia11nal ,e 11en1bre del 19 11, 1i 1'edano le ou er•u ioni dec:i1iu di C,,,. ,. Spellau1on nel Saeo/• del 21 ftbba io 191-4. (t) ., Nou ua a inittro e 11eo11n uo•~ p111idco ier io creden c:ha la 1uerr1 libu:• ti u rebN tu1t<i prol11naa1a, nrebb. e:~ alal a la.DW, f- e 1ec111t dall a 1uao1.a b.alc:anic:a • : c:0111 ba Kiill O !'ori. Luun1i ul c.,,.,,, tl,II• ,,,. del 21 dkembra 1911, E aal C", i.,, J,J/11 u ,-. 1hl I) (ebbra,o 191,4 KTtHY a : • Il )lt•1 1tero del l\jllO lti"e q1Hl10 dall'oa L11uat1il pt"<rniJe,.. 11 pou lb,111 della g..e,u h~ ca ? l',,.,,dc ftdoia , Yolau maaittl di quetlo -,ccuio na le nieu o {art 16 dell a k 11• 17 !aglio 19101, '"" qlllled.O la nec:ut iù. di IIIH tlllClll , . ,,,,,,u. Ji """ ,1.,,,,, •• alr•u••• ••~ I,, poteuno fa1tl pale1i 111'1mpr0Yf'i10 e • Ca– mera c:h11 .. ? S1 tuo1t• di 11u ,,. l1110 domande , alle qoe ll a ,, ...po oppo ,111001111, pond11;\ •• Ma 1111 enno poni• l'on. Lut• uu l IYeYa g l ritpoUo tlll c.,,;,,., ,,,,,,,,..,, allribHnd o . •• Il meri:o dì an, prop:11110 que l ,. meu o , ccui o11ele •• proprio ia vl,c a della non lo■1an1 t1r1pru1olib ca. Sella q111ole, de111q11,, ti upell• H di I porl ll ,,.c,l■ tll(CClto Cl'>tl on• lelD• plico • d1mottruio■e ■1ou:e ,. I Pia.ua pubb lica, ·a sulla Tr, b,rna le corrispon – denze su la • Terra promessa • ; e subit o dopo . Giuseppe Bc,•ionc inizia,·a la serie delle sue mirabola nt i esplorazi oni su la St"mpn . E, per tutta l' esta te, la camp agna giornal istic.'\ si cstende,·a e si int ensilica\'a . È mai possibile che In Trib1111a e la Stamp a si sicno mosse. scnz' ave r prima ricevuta l' imbecca ta da l Go– vern o? Questo, J>erò, é certo : che il Co\ •erno, men– tr e da\' a ai giornal i l' ordin e di inizia re la campa gna cli ecci tam ento dello spi rit o pub • blico, no n si propo ne,·a la gue rr a immcdia ta. Se la guerra fosse stata preved uta per la fine di sctt emhr e. nè I' on. di San Giulian o av r~bbc nel giugno dic hiarat o in piena C:imera che le nostr e relazioni con J.1 Tur chia era no ottim e e che tutt e le precedenti ver tenze eran o chiu– :.c; n~ a i primi di sett embr e s.u cbbcr o sta ti licenziati dall e grandi manovre i richia mat i. per dover li richia mare subit o dopo : nè la flotta si s.ue bbc tr o,·ata impre parata alla spe– dizione. Affermando , che anco ra 11 23 ago– ~to 19 11 I' on. Giolitti era convint o che in Libia • bisognav a anda re, 11011subilo certo, ma col tempo •. - il senat ore Fra ssati deve avere raccontata una assoluta verità . E a conferma di questo dat o cronologico, sta il fatto che proprio verso que l tempo il nostr o Governo nomina va Garroni ambascia– tore a Costant inopoli. e ) lercatclli conso le a Tripo li. A\•rebbe fatt o qu este nomin e, incor– r~1fdo ;,, lrmle critich e per la nomhrn dr( Garroui, se a vesse preved uta la guerra fra poche setti – mane? t,: assai proba bile che I' on. Giolitti proget– tasse cli fare I' imp rcs.'I nella primavera o nell ' aut unno del 1912. L'a mbasc iatore Car– roni avrebbe la, ·orat o l'ambi ente a Costa nti– nopo li. distr ibuend o denar o fra i giovani tur – chi, e prepara ndol i a cedere di buona graz ia :11 momento buono. Mercatelli in Libia avrebbe fatt o lo stesso lavor.:> fra i capi ara bi, che il Banco cli Roma a fTermava nostri amici e sma– niosi di essere conqui stati ; o al mome nto buono avre bbe provoca to I' • incidente • per farla finita . Int a nto i giornali , in Italia , dispo– nevan o lo spirit o pubblic o ali' impres.'\ . Quand' ceco il 17 settembr e 191 1 - e 110 11 prima - I' on. Giolitti . secondo le rivelazioni del senatore Frassa ti. si decise. E anche que– sto da to crono logico è indubbia mente esatto ; perchò ancora il 14 sett embre il Corriere d' ll ,1lia. organo tr iJX>lino freneti co, denun – ciava il He. come contrario alla volont3 del p.1.csc (1); e propri o il 17 settembre , Enri co Corradin i, licenziando le boz7.e della prefa- 7.1oneciel ,·olumc L'ora d1 Tr1pol1 , minacci a, ·a anche egli il Ile, se a,·essc cont inual o a resi– stere nll' ictus na zionale (2). Sarebbe ro stat e ncccssnr ic que ste mina cce, se il ne e I' on. Gio– litti 11011 ave ssero conti1H1tltO a rilut tar c? Pcrch~. du nqu e. I' on. Giolitti aspe tt ò il 17 sett embre a decidersi ? Pcrchè solo in questo moment o sentì che i g1ornah lo a\'e, ·ano servito p1ì1 che egli non <lcs1clerassc. r clre /' oprn1011t pubbli ca gl( avei·a prtsa la m<r 110. I.' It alia nel 19 11 si ann oiava . Era disgu– staW cli os ni cosa. I parti ti democ ratici eran o d iscesi nll' ult imo grnd ino del pubb lico di– spreuo. I.' on . Giolilt i era .... I' on. Giolitti . I.' on. Son nino scmb ra"a 1111 carro abband o– nat o su di un binario morto. ~ cssun uomo alle , 1'ìte, che affidasse eh un miglior avve nire. Qua lunque COS..'\ era megho che questa sta.gna- 7.ione un1,·cr~ale. Questa • q ualunque cosa • i giornali quotidia ni la presentava no nella con– qu i<,tn de lla • terra promessa •: conc111ista fa- (1) • Se non che da quakhe par te •I l'I 111 accf nnando ad o.i tu io11ie a tilubenie cht •err,bbe 10 ad lntr alc:iare que l• l'u one pot tira del Go.,,r1110 cht .. ,.bb. tt••• con■lalla1a dalle ind•1ini compiu te pru..o le Cencelle 1io e11ropee , • che an1i le r1l1111a11te del Prt1iden 1e d, 1 Con• JIÌ O der lH rt: bb.ro dal fatl o d1 """ Yedeu , 1acourgi 1to •• r1• •Il, ,j ,,,. Abbiamo <rO!ato rilenre , a 111010 di cr09ac:a. qea,uo t i u rip,ettt1Jo • qout o propot lto ie qraalcbe •• bie•t• po 11ice: • • d, ta la craYitl delle ceu , 11 11•- e aarar11.11111e I.e foeda tuu , ie qaa11t0 il d1ffi, ile 111cou 111i1tnc.re cbe ella .-olo.11 &el!lorrale di aoa ou iOe•, che reclama le c•raalte dtl nto ane11 ire politico ed econor■ico. pon a oppou i 11 nt o dì ••" ,,.._ . c:raiti ri•ol - 1ono nella •~r,1nu di 11aa ene,g lca tutela 1h ani• i 6duc:io1i dtl p•e•e •· (2) • Q11eodo ques to "Oltre d' ltel ia •i •el111e d1 nuo\·o 11elle pmfo nd11à dell'anenlre ... io 1ono d'an •ho eh• il n•- 1,otiallt•o do•rebbe ie,a11r11 11n'11ione ,.,,~,_.,,., .,,. riw/11.• '=""'.," "•• •ci , r••fr •us • , ,,, .,,,, , , ,., •"" " " " 11 •• ,.. ;• ,,•• • • L'••• J, T, i,.ti , P"l · XIX. 1noBianco cilc, niente cos l'osa, enormemen te produttiva , ncccs:sarissima ali' Ita lia. E allora viva la guerra I In poco tempo i giornali furono so– prafTatti dati ' impa zienza i!-{teric.'I dei lett ori : chi le d ice,·a pii , grosse, ,·endeva cop ie di pii, ; a furia di dirle r uno pili grosse cieli' al– tr o, a mezzo sett embr e ogni freno a lle follie spari. Ed allora bisognò che il Gove rno si de– cidesse nlla gue rra a un tra tt o: sen7.a imm e– diata preparazione d iplomati ca, senza prepa– razione loca le (meno q uella .... a rovesc io del Banco di Roma ), senza imm edia ta prepara – zione militar e. A determinare la guerra imm ediata, contri – buiro no indubbia ment e altr e circosta nze piì1 o meno grav i. 10 I C.iovani Tur chi, fatti accor 1i dalla campas na dei giornali italia11i che la guerra era q prima o poi inevitabile, cominciavano a prcndert i provved imenti necessari per ar – mare gli ind igeni della Libi a e preparare la difesa (1). Per conseguen7.a era eviden te la opportunil à che da part e nostra il colpo fosse tentato subito, prima che i preparati vi guer - rNChi <!"'"' \'Crsario fossero avanza ti. -zo l giornali con5Crvat ori anti giolitti :rni, sapendo che il nostro Gove rno era imprepa – rato alla gue rra, cd avendo la sicurezza che I' on. Giolitti non vi si sar ebbe su due piedi av, •enturat o, soffiavano nel fuoco, SJ>eranclo di far cadere il ministero su ques to problema, nella indignazi one dcli' int ero pl.csc: con l' on. Giolitti sarebbe cad uto il monopolio delle as– sicurazio ni e il suffrasio unh ·crsa lc; il suc– cessore avrebbe av uto egli la gloria di un' im– presa , che si rep 11tav" fa cilis sima. L' on. Gio• litt i parò il colpo, facendo qu el che nessuno lo riteneva capa ce d i fare. E nel discorso di Torino si bur lava del tcntati\' O di accerc hia – mento, a cui era sfuggito, riafTerma ndo la ne– cessità del monopo lio delle assic urazi oni e del sufTragio uni versa le. 3° Il Ban co di Roma , che nel 1905 a, •eva avuto dall ' on. Titt oni l'in carico di fare la • 1>enctra zionc economica ■ in Libia - e l'av eva fall a con afTari sbagliatissimi e rendendo odiosa I' Ita lia agi' ind igeni - aveva biso– gno C:i assicurarsi sen1.a ult eriori rita rdi i fruttì dei cap ital i arrischiati (2). E per ecci– tar e il Gove rno a smett ere ogni indugio , aveva nell' ~ta te del 19 11 conchiu so con un gruppo di ban chieri ted eschi un compr omesso, me– diant e cui si prepara va a cedere loro tutti i diritti , cli cui era investit o in Libia , Se c1ue– sto compromesso si fosse rea lizzato, ;,, quell e date co11dit io11idello spirito puliblt co, I' on. Gio– li.Ui snre bbc stat o un uomo perduto. Questo ricatt o del Banco di Roma non deve esse re stat o I' ult11no moti\'O, per cui l' impresa fu clcosa allora, in que lle condi zioni. 4° La vcrten 7.a insorta fra Germania e Fran cia dopo il colpo di Agadir (1° luglio 1913), dopo esse rsi inasprita fino alla mina ccia cli guerra stli primi ssimi giorni ciel sett embre, si potcv;t considerar e come oramai composta fra il 1.5e il 20 set temb re. La Francia realiz– zava sul Marocco l'inte sa con I' Itali a, mentre I' lt aha continuava a non ave re su la Libia che la solita ipoteca_... seques trabil e. Già che I' impr esa bisogna, ·a farla, era ben e farla su– bito, dOO prima che sii altri conlr:i enti della int esa medit erranea , avesse ro il tcm1X>di di– mcnli cnrc che l' Ita lia era sempr e li n<Iaspet – tare . - Ma que st'e lement o di giudi zio deve avere pc3..'lt o !>t11le delibcra1.i oni dcli' on. Gio• lilli meno assa i di quelli, che abb iamo in– nan ll c:,am1nati . Ed ceco spiega to, scn7.a bisogno di conosce re documen ti seg reti o d i fant asticare compli ca ti mtr iglu d1plomat ici, ma semp licemente a lume cli buon senso e con la coordina1.ione di fatt i noti a tult i, perché l' Itali a t1ndò in Libia in quel momento. G. SALVUIIN I. (1) Ordina di ,en •ii lo dell' A111mi111l10 A11b1 ) del J 011obre 1911: • L'1111•0 a Tr ipoli del tru po,10 /J.,r.,,. 11ell1 ■olle del 2) otl.obfe dec:i•e il Go•er no d1 S. M. Il R• alle ocn pa– aio11en111it11e• (.ft._,. ,; , 16 febbraio 1914), F.cco 1ple,au., •e•u bilO&no d, t10'P1>'■ f1onu1 ticber i,. la dtelti11u •one d1 , .. ,, •• E u ,i • .,.1. ,,.._aa.re , ••H• ricorru e • 1_b,M11 l111r■c:d di pohl Ìc:• 11110,nu.lO■ele, il heuol oso 1blr c:o .e T0Ln1k, buie 11oc.11e ""I dieco,.a r. no .ella C. mera dall'"" · G,oliul 111ella te diata del I •a u o 191,4. le ICillCnll pa1ol.: • La ftoua tur ca eu, di 4 c:o,u ,11e e di 7 c:acd 11orpedn1ia,e. A meuo 1iorno, ,1 , ,,, ;r,',,,., dd/ 11 dr'eJ,in,n ~ion, ,U ,,,,,..,,, I• 1q11d11 tur ca era pu 1i11 da 1Jeiru1h. Il con~ol11 l11loano telei ra(a c:he era dheua a 1111-e,t. 11'oJ 1,,r 11 lo Cù,nal't• . F.11 11r1ute di oc– c11para T11p,ol e 8e1111ui •· 1, Si •tdane • que• o propotho lt ou eru1 lo11Idi Con1 do 7.oli Hl .',"-' ' 9 mauo 19,4. 493 La discussione sugli zuccheri cl1e si doveva tenere a Fire nze nel conveg no del 5 a pril e, ind etto dalla Federa zione dei commercian ti , non fu una discu ssione , ma una bara onda continua ; gli zuccherie ri, che eran o int en·e nut i alla riuni one a spese della • Unione zuccheri • da Genova, Bologna, Ferra ra cd alt ri siti interr ompevan o con tin unm<'ntc gli oratori ant iprotezio nisti , non appena quc:sti li toccavano sul vivo. Gli an tiprotezionisti. che non erano disposti a lasciarsi soprafTarc da cert e forme di teppi smo in guan ti, reagi– van o a dove re. E cosi corse ro in discreta quan – tit à pugni, ombrellat e, seggiolate e generi simili . Gli a ttri buti e gli epiteti non si cont:mo : gli zuccherieri. che non volevan o si discut esse regolar mente, si sentirono ripeter e su lla fac– cia t.umultu arin mcntc tutt e le denominazioni di cui il di.r.ionario pa rlamenta re ita liano ~ ricco in ab bonda nza . I nostri am ici han no già lett a sui quotidiani la cronaca ciel fatta ccio. A noi impor ta metterne in luce sintetica– ment e il significato gen eralo. 11 qua le e che gli zuccherieri non sono in çrado di soppor – tare t-ranquillament c una d iscussione rego– lare della qu estione degli zuccheri. Non a vendo argomenti seri e<I onesti da contr appo rre alla campagna nntipro tezio nista sono costrett i ad urlar e. Ma anche urlando e imp eden do la di• scussione, dovett ero avvedersi che c· ò in Ita – lia oram ai un gruppo di persone, Il' qua li non intendono pii, lasciar pas sare in silenzi o le loro nobili imprese e non rinun zieran no alla campagna contro il parassitismo 7.uccheriero finchè 110 11 abbia no rip ortato vitt oria com– pleta. Caratterist ico ha il tumu lto, provocato dagli zuccheri eri allorchè il Girett i li invit ò a pub – blicare i bilan ci delle loro aziende, affinch~ il paese sappia quali sono le toro condi7.iom reali, prima di concede re ad essi i favori, a cui aspirano. E anche più caratt eris ti co I' im– b.'l.razzo ciel prof. Aducco ; il qua le invita to perentoriament e eia\ Gire tti a dire se I' Unione zucche ri aveva sl o no comprat a la fab brica di Pontelongo e a qua li cond i7.ioni, non osò dire nè si nè no, e alla fine se la. cavò con la frase: • gli afTari sono gli affa ri •• che suscitò una lung a o,•a7.ionc degli... antiprot ezio nisti, mentre gli zuccherieri non sapevano che pese.i pigliare . Di qu cst ' incidente nè la Trib, orn, nè il Corrierr d' Itali a fan no cenno nel loro reso– conto, che pur è lungo e par ticolareggiato per le part,i che fan no comodo agli 1.ucche– rieri. E il Corriere ti' ltalfo è contrari o al divor – z.io : e la T r1IJ1rna si metterà a chiedere il clivorz.io , non a1>pena Giolitti e Rolancli-Ricci ne vedranno la conven ien7.a. E mentr e farann o la comm edia di batt ersi sul div orzio, s;1ranno cl' accordo nel dife ndere gli zuccherie ri. L'adunanza f111l col discorso di un • irred en– tista zuccheriero •. un certo avv. Giu"iti di Genov a , che fece sbe llicare da lle ris.l gli stessi zuccherie ri , e che gli antipr ote7.ionisti accom– pagnar ono da l principio alla fine con app lausi ironici e con continu e C.'\nnonat e ,,oca h. I comm crcinnti fiorentini , che assistetter o alla batW glia scn7.a part ecipar e nè per gli uni nè per gli altri, dC'Siclerando cli essere illum i– na ti sulla questio ne. se ne a nelaro no oUinrn– ment c edificnti sulla tattica degli zuccherieri . , Han no la coda cli pag lia e 1>er questo non vogliono che si discu ta • dicev a uno di essi. E qu esto~ stat o 11resultat o, tutt'altr o che tra – scu rabile , della discussione. Gli affari che fa il Governo. Dal Corriere cl' Italia del 5 april e: • Circola insistent e la voce negli :,mbi enli maritti mi che sicno in corso trattative tra. la Società cli Nav igaz ione , ltal:1 • (,'( il Go– ,·crno per l' acc1uisto da parte di c1ue1t' ult imo del pirosca fo ■ Napo li •. che all11almt nte lro– t·tui 1" dis11rmo ,rt/ 11ostro ,porto. • Esso infa tti IIOH è p1 Ù adattq "' Urt •IZIO ,, , t!111graz1011e, pt!r la su" scar sa l't!iocrtd ( I l mi• glia) e pt!rchè ,nsr,ffic, ente a tull1 1 mol/er111 ada llam c11l1 pel lra.~porto enllgr,mt, , e sfornit o addirittu ra di alloggi pcr passegge ri cli clas'lc. La socict:\ " Itala • 11011 ,wendo qu11uli cosa p, ,1 far e del • 1\"11poll •. 1,e aurebl>e propost,, l'acqui sto 111 Got.•trno, che potr ebbe ch:st inar lo a na ,·c-tra 1port o per la Libia •·

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