L'Unità - anno III - n.13 - 27 marzo 1914

d ebito ipoteca rio d i L. ì6 ,6?.t-027, ci~ di L. 3. 161 per ett aro: un dcb~to iQOteca rio su• pcriorc al quad rupl o de l \·alore della ter ra. Nel 1903 (a cui risa le l' ultima statis tica in pr oposito) il debit o ipot ecario era di 36.510.884. Sempre enorme ! Dopo il 1903, esse ndo interven uta una gra– viss ima crisi economica , è probabi le che la. cifra sia cresciuta . !)c l mal essere econom ico abbiam o un' indi ce sicuro nelle vendit e for- 7.0SC per mancato pagamento d' impo ste mi– nim e (di compet enza della pretura ) : per 100.000 ab itanti si hanno in Sardegna ben 139.-z vendi te davanti alle Preture , mentr e il Piem ont e ne ha 0.5 e la Bas ilicata - che vien sub ito dopo la S."\rdcgna - ne ha solo 45.6. Delle 139.2 vendite (tlrzose solo 17. 1 riguar– dan o debiti superiori à 50 lire: 64.7 riguar – dano debi ti tra le cinq ue e le cinquanta lire ; e ben 1 0 8.2 rig uardano imposte inferi ori a 5 lire ! 11 deserto pletorico. Si domanda se un popolo di 111iseria si grande e sottopos to a si grandi angher ie sia obbligat o ad essere costituit o cli uomini santi . Alle crisi econom iche vanno congiunt e se,npre le cris i mora li. La Sard egna ha av uto cd _ha i suoi briganti. ha avuto ccl ha i suoi furti agri coli, le sue II bardan e• (razzie di bestiame), il sa- I botage in 1>er~1an enza; ma è necessa ri~ attri – buir e al patrio govern o la respo nsab1htà che gl] spett a. Guar d iamo le condi 1.ioni del popo lo sard o: popolo assa i rado, teoricamente insufficiente a i bisogni della cultura. ma praticament e sovrab – bondan te. Succede un fenome no an alogo a qu ello del disordine idrauli co, il qua le provoca eg ualm ente la siccità e l' inondazione. cosi come il disordine demografico sardo provoca la manca nza cli bra ccia e la disoccupa1. ione. Secondo il censiment o del 190 1 ci sono in Sar – degna ;p .66 1 lavorator i o conduttori dei pro– pri fondi ; 24.03 1 cont ad ini obbligati, bifolchi, boa ri: 15.-408 coloni e mezzadri, e ben 72.753 giorna lieri cli campa gna . Ques ti ultimi sono genera lment e disoccupat i. Se la Sardeg na fosse a cultura inte nsiva, la disoccupa 1.ione non esi– sterebbe o sarebbe la solita disoccupaz ione \ stagi onale: sicco me _1~ Sardeg, _m ~ clcdit: SO· prat utto alla pastorma , q uesti 72.753 d1sgra• 1.iati sono disocc upati tutt o rann o. ~ J propri etari delle terre, poveri come sono, on posso no cert o affrontar e i rischi e le spese elle radicali tr asfor mazion i ag ricole. Posti sotto il torc hio tri bu tario e doganale rega lato dal governo italian o. essi non hanno potu to che tra sfo rmare i bosc hi in campi, devastando la Sardeg na. Tal e derns ta1.ione era inedta– bile ! Ed è cosi che dop o il '70 la prov incia di Cagliari ha visto diboscare 9 1.446 ettari e la prov incia di~ sari I z5.o] o ettari : cifre incompl ete e pur tc'rribilment e impr essio na nti ! Il che significa che un decimo della Sardeg na agri cola è stato ucciso: poc hi anni di cu ccagna gra nifera e poi lo sq ua llore de l terreno esausto e incolti vabile.. li deserto è div enuto sempr e più deserto e la ~ a1.~ la ognora pili pleto rica. I sapie nti che pretendo no colonizzare la Sardegna con le em igra zioni interne non sanno qu ello che dicono. Questa semplicistica cd asinesca tr ova ta era già stata scope rta prima che I' on. Pantan o dive nisse un pat riarca della dem ocra 1.ia e Nu llo Baldini un santo Ì-,adre del socia lismo ufficioso . Si poteva leggeri, già ·venticinq ue anni or sono, nt ll' I nchiesta agraria : • Fui semp re senza entu siasmo per coteste colonie posticcie ; lo sono del p..'lri molt i dei miei cont erranei i qu ali non senza ragione osse rvano: perchè opera i e contad ini coatt i tra noi, se non tro – vano lavoro quei del luogo nati o? Tan te fa. cilitazio ni, tant e largh ezze. rchè non ai con• tadini che nacguero nelr isola ? •· La democrazia affar istica gius tifica i propri appetiti con l'ignoran za de lla popola zione sarda . I sa rdi sono gli ignoran ti che lasciano la terra incolta. sono i b.ub .·u i a cui i socia listi di Ro• magna dc\'ono recare la ci, ·iltà. Lasciamo anda– re : diceva G. 8. Say che • il tatuaggio dei sel– vaggi de l sud equiva le ai mostacchi dei selvaggi d 'E uropa . Cose egua li! Eh! quale è mai l'uomo che abbia ragione di ridere di un altro ? • E Luigi Settembri ni in\'e i,·a da Xa poli contro i preten- L' UNITÀ zìosi sapi enti ciel Piemont e: • Che volet e ? Ogni sa\' iO ha le sue sciocchezze e ogni paese ha le sue magagne: qui abbiamo i brigant i, lì i creti ni •. E urebteben e che i molti consig lieri e salva toli della Sardegna non ignorasser..)che lo • sta to d'a nimo dC'isardi è precisamente que llo del Settembri ni, con l'a ggiunta d'una buona dose cli sarcas mo sprezzante . Perchè an che i sass i s.tnn o in Sardeg na che l'i sola non ha bisogno cl' uomini ma di de naro, Non tutti però ca– piscono che qu esto bisogno impon e alla Sar- degna il controll o effett ivo dcli' indirizz o della poli tica economi ca, amministrativa e tiella po• litica estera del Governo italian o. ::\lancand o una cosciente rivolta cont ro I' indiri zzo spe n– clerec~ dell~ , Po~1a I1:1na, il triplicism~ ad oltranza che rende di0icili alla Sardegna 1 rapporti con la Fran cia e taglia la via alla sua colonizzazione , la Sarde gna va, attravers o una grav issima crisi mora le e mate ria le. verso nuove rivolte incoscie nti . N1co1.ò F ANCEI.LO . Mezzadria e lotte economiche. Caratter istica delle lott e econom iche, che si van no svo lgendo, specialmente nella Pro. vir.cia di Ferrara. tra i lavorator i agrico li e la classe padrona le. organizza ti i primi nelle leghe e nei sinda ca ti e la seconda nell ' Agra– ria ferra rese, i: lo s~orzo tenace dei sindacati operai a penetrar e nell' orga niuaz ione tec nica della prod uzione e nell 'o rdinamento del l~. varo. I punti ,~ rciò, verso i qual i si sono ( tes i gli sforzi maggi ori della.. classe , ope raia, sono la C()rl<(l1i~ legli uffici di collocamento e la lot ta contro la com part ecipaz ione agr z.ria, e spec ialmente contro la form:i. pili comun e di essa e cioè contr o la 111e.::a4g'a. L' ufficio <1t' ~cillocament o, nel concetto dei sinda cati ope rai. deve tendere al monopolio d ell;i man o d' opera per par te di essi, in modo che vengo no chia mat e le soJlo-cla.sçi capital i– stiche, perc h(! da lla comunanza cl' interessi col padr one sono attratte fra le spi re cieli' econo– mia borghese. I padroni, al contrari o, favori scono la tra• sforwui one della cond uzio~ diretta , che con• siderano · solo come forma tran sitoria cli ordi• namento del lavoro agricolo, nella mezzadria e nel ,piccolo affitto. Le difficoltà di ul)a lotta efficace, per parte dei sindaca ti opera i, contro la comp art ecipa– zione agraria si sono dimos trat e insupe rabil i, ~ rché la compart ecipar.ione agrar ia e special– ment e la mezzadria sembra che c.:orrispon dan o a necessità tecniche ed econom iche della pro– duz ione agraria, che ..:ol pa.'4saggio da lla cui• tura estens iva alla inten siva ha bisogno di as- da pro\'vede rt: alla ripa rt izione delle ope re cd r sociare ai rischi cd ai profitti dcli' im presa alla perequazione dei salari degli avven tizi con i turni , durant e la mort a stagione ; e nelfo stesso tempo a pen etrare, per mezzo di esso, direttament e nell 'o rdi nam ento del lavoro, il qua le t cosi piename nt e contr ollato dalle legh e. In fatti ,non si ha mano cl' opera se nari dai sindacati e solo ai patti fissa ti ·da qu esti ; ai pad roni è sottratta ogni scelta, in modo che essi non possono elimin are i meno capaci e forti, e boico tt are i ri belli. Cosi si sosti tui sce al criteri o della capac ità e della forza , base dcli' ordin;1men to del lavoro nell'e conomia ca– pitali stica, il criterio de l bisogno illdfoiduale. Na turalment e contro questi prin cipi si op– pone la clas,e padrona le, che vede nell' impo– sizione degli uffici cli collocame nto una climi• nnzionc dello stesso diritto di proprietà, che si b.-is..1. sulla libera scelta della mano d 'oper a, sulla libera adoz ione clei metod i tecnici e delle forme cli la, ,oro. che dai propr ieta ri o con dut • tori dei fondi si rite ngono i phì opport un i. La lotta contro la compartecip azione- ag1i– cola è comu ne a quasi tu tte le organiuazio'li dell' Emi lia e ciel Polesine, e- fu appro\':ita in t-utti i rece nti cong rcs,;i della Provincia J i Fer• rara, e fu termine di conte sa nello sciope ro d i Ar~enta del 1909, cli Massafi'iCaglia nel prin – cipio del 19 12 e nella prima\'era del 1()13, e sopra tt utt o tra i lavoratori e le .l{ran di aziende agricole di Gallare Lodigiana, Valle Volta. quand o ques te licen1.iavano le famiglie, che rifiutava no i piccoli affitti. Le vice nde della loH..i.dei sinda cati ope rai cicli' Emilia, contro la compart ecipazi one a~ri• cola, sono am pia men te svolte in un pregev ole e recen te stud io del Dott. Fran cesco Giannini : Le lotte tcouomiclle utlla Provùicia di Ferrara (1), nel quale con rigorosa obiettivit à e sicura com– pet enza vcngo 110 st udiate lo svo lgimento e le cause dei grandi con flitti economici. che hanno turbat o, in quest i ultimi anni, la Pro– \'incia di Ferrara . Sono note le ragi oni teori che. per le quali i sinda cati ope rai han no credut o. nell' inte • resse della loro causa, di combattere le varie forme di com part ecipazione agraria ed il pie• colo affitt o. Si afferma infatti che solo le masse piì1 liben.· e pronte degli avvc nf1z1 {?OS– sono muove re r oppo sizione pii1 aspra e di– retta ai 1>allroni, e che la com a, tC<'i a1.1onc cd il >iccolo am tto asso rbono una massa mag- gio lcuue- CJ. teg;orie di ;:.; .;,;;;..:;.;= '-•• · at ~ rispetto ad altre. crea ndo cosi un · opposizione d ' inte– ressi tra gli stessi organizzati . Per il trionfo degli interessi della cat egoria deg li a, ·vcnt izi, pre,·alenti nelle on;an izzazioni. il progresso è prolttan 4zart. eliminar e cioè la cla~ i interm e– die e prima fra qu este qu ella dei mezzadri, (1) Elir,uo d,11, Riri,ta j ,I/• S« i,t i! Co•_,,,,,.,i •li pp. 8-g IO e 11, Roma l!Jll)- agrari a il lavorato re, che rende meno costosa la produzione coli' impiego cli tut t i i compo• nenti la famiglia, col lavo ro delle donne e dei fanciulli, che nell ' a1.ienda agrico la possono in molt i lavori, in cui si richiede uno sforzo fisico minimo. sostituire facilment e il lavoro di ope – ai adu lti. • L' ultimo f'ongresso di Ferrara - nota il Giann ini - ricono bbe infatti impossj bile fa~ spar ire di colpo i fittavoli ed i mezzadri. e che I' uniCo pun to, in 1.:ui gl' interes – si di questi conve rgessero con quelli de• gli avventi1.i non potesse essere se non che i fittavo li ccl ì mezzadri non si accrcsces~ 1~ Solo ~os si potev a diminuire per que str · ia concorre nza e non togliere altra terra ai brac– cian ti. La lotta dovev a pertanto appunt arsi contro chi ass umeva nuove terre a compa.rte – cipazio ne; e con tro q uesti, in un 'ad unanza recente a T.ilX>la. si stabill cli usare l' arm a aguz 1.aelci IX>icottagg i. I sindacati opera i hanno dovuto però riconoscere che tuttav ia aumenta la compartecipazione in misura se~1pre-:ns}t – gio1;" e c e •essa ~ u;- dalle masse . ... • Altn hanno voluto pcrt ~nto evi~ ! cozzo diretto fra compar tecipant i ed avventizi, chie– dendo d i sostitu ire al lavor o a cointeressenza le afòttanzc collettiv e. le quali già tenta te ampiamcnt·e nella stessa Roma gna non hann o dato grnncli frutti e non buon i risult ati finan . ziari e sono apparse impr ese di persone e d i gruppi pii, che cli classe. Altri infine hanno chiesto che alme no la d istri buzione delle terre sia fatta attraverso i;li uffici di collocament o. • Chi seg ue metod i pili blandi ha consigliato di raccog liere i mezzadri in nrga nizzaz ioni con– tro i padroni, per tentare di togliere a questi la direzi one delle azicnJe. Altri han no pensato che cosi riduce ndo l' utile pad ronale si potesse arrivar e a costr ingere i p.'l.droni ad abolire la mezzad ria. 1 pii1 radi cali nella lotta procb • mano invece la necessità di attaccare diretta • menle i mezzadri per ottenere che scomp..1.iano. E questo ~ parso il part ito più logico, poiché di.fendendosi i mezzadri contro i padroni. si sarebbero avuti que lli alleati finchè ave ssero a"ut o bisogno di miglioram ent i e poi si sareb– bero avut i con i padroni contro. Nè sarebbe sta to cert o che i padr oni abo lendo la me,;. 1.aclria, sarebbero tornat i all' avventi ziato e non ad esempio al piccolo affitto, forma di lavoro più libera e più economica. I sinda cati di Ferrara sono qu asi compl etam ent e per l' azione più dura , per l'allonta na mento dei mezzadri e dei piccoli fittavo li da i sindaca ti, per r intensifi cazione cont ro di essi dei boi– cottaggi e Jci sabotag gi. È ciò, non ostante le deliberazi oni blande dell' ultimo congre s– so . (I). L' avv ersione teori ca e prat ica èei sinda– cati operai dcli ' Emilia, contro la comparte• (1) Q141011111 Don. FU.!I CUCO . Op. cit. pp. :11.n, e Gino Bianco 485 Cipazione agric ola , sembra che debba attri• quirsi alle stesse cause . che avrebbero spint o i socialisti romagnoli ad :ivversare la mez– zadria ., avversio ne, di cui il ~ nel suo ott imo studio Metu1dria e braccim,tato iu Romagna cosi parla : • I grav i insuccessi clf'i socia listi roma~n oli nei loro rapporti con i me,;zadri cd il fatt o che in nessu na parte de lla Romagna essi riusciro no ma i ad orga • nizzarne sta hilment<" la massa, sono appunt o la conseguenza dcli' assoluta incom ptltibilità delle loro idee colla realtà econo nuca della lll<'Z– zadria. Ora, se ta le incomp atibilit à fosse la conseguenza necessa ria di una concezione SO· cialista sana e mod,rna, nulla vi sarebbe da ridire. t,,'!a il fatto è ben diverso . li fat to è che essa dipcéicfe esclusivamente dal non avere st udiato ob iet1::ivamente il fenomeno: dal non essers i resi cont o delle condizi oni storiche e tecn iche, per le qua li la mezzadria è e rimane vitale; da l non avere visto che altro 6 il ter• rena in us e cd altr o è il te rreno agnco Jo ; peggio ancora, dall 'a\'CIC esh .. '50 al secondo con• e.etti che ormai non valgano più nepp ure J>('"ril primo . Ad esemp io, la crede nza ap cora diffus is• sima fra i socialisti romagnoli, che la mezzadr ia sia II destinata a scompar ire" per risolversi nel bracciantato , dip<:nde eia una mecca nica esten– sione ali' agrico ltura di quella famosa legge de lla concentrazi one ~encra le, che si pensava vigesse nelle industrie 11 (t ). Il Gra1.iatlc i ha ~ dimostrato, come esi• stano cause tecn iche ed umane , che favori– scono il perman ere e la "ita lità della mezza – dr ia, chf' pre al!.., il lavorato re a dh ·enta re il proprietari o dei meui cli rochmone (ideale comune af'"'s'Oeialismo, ("'Omeal sindaca lismo). interessand olo al prodotto cd ammaestrai\• dolo a quell' orea nizzazio ne tecnica della pro• du zione. a cui non sarlt ma i preparata la class e dei salar iat i agricoli, abituata a disin– teressarsi della produzione agricola e manc ante delle capacità tl"Cniche, che dann o al nÌ0zza– dro la possibilità di partecipare alle fun1.ioni dir ett ive dcli' azienda agricola. Di fronte all:,1realtà economica e tecnica, an che i sinda calisti non tarde ranno a ricon o– scere infeco nda e vana la lotta, che combat• tono cont ro la compa.rtecipazi onc agraria, po– nendo tregua .a.Ile lot te frat ricide fra braccianti e mezzadri. Che l'a ttegg iamen to di recisa av– versio ne ai mezzadr i ed alla · me1.Zadria non debba essere anoo ra definitivo, per parte delle organizzazioni sindaca li, ci sem bra poterlo ri– levare da lle segue nti paro le, che recentemente scriveva Tullio Masdtt i, Segretario dcli' U. 5. F : • Dichiaro, per mio conto, che I' attegg iameuto. che dovremo assumere in avvenire di fronte al problema mezzadrile , 6, allo stato delle cose, tutt'alt ro che defin ito. Vedremo se con. verrà averli nemi ci nelle org~ni1.za1.ioni pa• dronali, o ami ci e<Ialleati a fianco delle nostrc-. Non appr ofondi sco, pcrch~ andr emo troppo lontano e pcr cht un· analis i profonda del pro– blema richiede qua lche cosa, che non ~ nè l' impro vv is..-izionc este mporanea, nò la pregiu– diziale teoretica • (2). Non ostaco lato, per semplice eret,:iudir.iale teo rica , per pa rte dei smdaca ti o rai l' affer• mar si del la compa rteci ga 1.ione agraria, potre • mo vedere attenuate se non ccssaR;,. le ase,re lotte economi(-he , che si combattono da ann i ~ S$0 ferrarese, colla tr as rormazione della pletorica categoria de&JLavventizi in compar• tecipanti agricol i, in ~ue lle terre, che dovranno essere conqu istate ali' agricoltura da lL1. bonifica delle valli sette ntr ionali clt"4comacc ùo e cl.le valli s..-ilse tra. Argenta e Portomagg iore, bo– nifiche già preparale da anni e mai com piut e e che il Giannin i, nel suo ottim o stud io, ad• dita come il prezzo della pace socia le nella Pr ovincia di Ferrara , oltrcch~ di progresso o/ redenzione agricola. L ETTORE LOI. INI. (I) \', o,..,,i1Aoa1 Pror. Awro:-r10. 1/•u"dr/ 11 ,. 6,-,ee,-.,.t• lo i11 RomJX,." in • Cri1tu Soci•lt •• 16 genn• io 191I n 2 p. 23. 0 ) \". L•■nicolo Arta,tltiti, ,t/u66-Un,.,,' • 1oti111i1li ;,, H~ ,,.,r,.,, di TULLIO MASOTTI 11el pciiodico • I,' l111cr11t1io11tle• del 10 genn,io 1914 n. 142 I vecchi abbonati che ancora non hann o pagato l'abbo namento per il 19H sono pregati di farlo al più presto per evitar e le noie e le spese della tratta postale.

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