L'Unità - anno III - n.9 - 27 febbraio 1914

L' U N ITÀ 469 tm·à il lavoro degl' insegnanti, ma ... senza fa– tica. E e' è da sperar e (per quanto non sia •detto) che si riusci rà a diminui re anche gli orari deg li alunni, che superan o le trenta ore in certi istituti , e ciò aggiungendo le ore del doposcuola : basta appun to chiamarle, non ore di lezione aggiunte , ma doposcuola , e il mira – colo è compiu to. Il doposcuola è tutto. È vero ,che a cercar lo non par nient e, anzi è come un· ombra che vaneggia e par comparire e scomparir e or qua or Ili, inafferra bile come tutt e le ombre che si rispettano; ma se rilt– scirà a prender corpo, vedrete . È vero an che che per adesso nelle stesse scuole elementari non e' è ; ma che importa ? Lo avrem o nei licci. Nelle Unive rsit à ll)ltavia pa re di no, per ora. Ed ecco un altro miracolo. 1 prnfessori, che qu alche settimana addi etro erano i maggiori responsabili dei mali della scuola media (i cu i programmi erano perfetti ssimi), non te li ha fatti la relazione con un colpo di bacchetta magica diventar coloro che, anche a traverso a difettosi ordinamenti e a deficienza di mezzi, dànn o una istruzione non inferiore a quella di .altri stati ? l\fa lasciam o stare ormai gli scherz i dèlla relazione. I vecchl difetti. Questa legge, - a cui quando comparve la prima volta si fece an che I' ap;mnto di es– .sere troppo lunga e -!..arrag gmosa e di toccare, -senza nat ura lmente riso lverli, troppi argo– menti, - ricompa re ora senza alcuna ridu– zione e senza semplifi cazioni. Cosi avver rà, eome già troppe volte, che fra gli sbad igli di una tarda sed uta passeranno inosse rvat e di– spos izioni, di cui si vedrà il danno soltant o a cose fatte. Disposiz ioni di carattere giur idico, per esem– pio, s' insinua no fra gli ar ticoli di carattere finan ziario, come quelle sui concorsi, sulle pu– nizioni, sul num ero delle cattedre, sulla di– str ibuzione delle classi aggiunte, _sull' aboli – zione di ogni limite di o:e per le autorità nell' ass'egnazi one degli incar ichi (art . 8). C' era prop.io gran necessità e urgenza di ta le legi– s lazione frammentar ia, mentre già le lt ggi a ttuali regolan o ampiamente tutta questa ma • teria ? Non vien fatto d i credere che si sia vo– luto cogliere il momento opportuno per far passare di contrabbando qualche dispos izione, ma gari per slegarsi le mani, mentr -! si spera ehe i professori siano ipnot izzati dai mirabo– lanti aumenti fatti balenare ai loro occh i, e la Camera sia impegnata nella questio ne finan– ziarin? Le med esime osservazion i si potrebbero fare sulle riforme didatt iche, come per esempio ri– guardo ali' educazio ne fisica. Per la quale è architettato tutt o un ordinamento diver sis– simo da ll'attu ale, che potrà anche ave re dei lati accettabili. ma che pre suppone ad ogn i modo condi zioni che ade sso non ci sono, e non -ci saranno per parecch io tempo, Non era me– glio intant o, invece di far della poesia, dar e i mezzi per la creazione delle pale st re e dei campi cli giuoco, migliorare le condizioni dei mae stri ; e lascia re il resto a miglior tempo e a miglior sede ? E quel garbuglio di tan te per– sone che insegnan o e che sorveg liano tu tte in– sieme (fino i rappresentanti .. dei padri di famiglia I), e qu elle squad re fatte con alunn i di ist ituti diversi, a lla cui discipli na però pro vvedo no i diversi capi cl' istituto. punendo quindi con disparità cli criter i e di me,zzi la stessa man canza, t un affare che persuade? Quanto alla questione econo mica, già l'anno scorso fu lam entat o anche su l' Unità. che, contrariam ente a qu ant o si usa in leggi di por– tata fina nziar ia. qu esta compa risse senza al- •cuno specchio di cont i che most rassero qua li sono in rea ltà le en trate e le spese. Ebbene, q uesta seconda \'ofta si è fatto esattame nt e lo stesso. Ed è a que sto proposito assai signifi– a..tiv o il fatto che alle cifre pubbli cat e l'anno sco rso per dim ostrar e che il gove rno non s pend e quant o vuole far crede re, non è op– posta nella relazione od ierna alcuna seria con– fut az ione. Non ba sta infatti venirci a dire che alcuni insegnan ti, specia lmente, anzi esclusivame n– te del ruolo C., aumentan o lo stipendio d i duemila lire o più .... A par te, infatti, che si tr atta di ra rissimi C..'lSi. bisognerebbe aggiun - gcrc anche che per taluni insegnanti di questo ruolo l' orar io è perfin o moltipl icalo per sei ; e qui ndi i I Governo, paga ndo finora come classi aggiunte qu elle molte ore che includ erà nel– !' ora rio obbli gat orio, spende press' a poco lo stesso . Che se in qua lche caso questi enormi– aumenti di ore reste rann o sulla carta per impo ssibilità cli compl etar e gli orari, è quest o precisamente uno dei peggiori difett i della legge, per cui alcuni faranno tu tte le 24 ore d'obb ligo, e altr i, con la st~ssa materie e con lo stesso stipend io, an che solo 4. E q uesto a pr oposito di perequa zione e di giustizia! C'è poi l' aum ent o delle tasse scolastiche; e quella, anche con le ultim e riduzioni, non è affatto leggero e tra scurabile ; ma non credo il caso di ripet er qui tutt e le osservazi oni fatte l'anno scorso, d' indole finanzia ria e mo– rale , nè mai seriam ente ribattut e. L'aumento degli orari. Piutt osto è da protestar e anc ora una volta contro l' espedi ente fiscale dcli' aumento de– gli orar i cl' obbligo, in cui pure si persiste e che si vorrebbe didatti camente giustific..'lre. Che ci sian o adesso parec chi insegnanti che fanno molte ore pili dcli' obbligo, è un fatto positivo, e dep lora to da molti di quelli stess i che le fanno come un a dura necessità. Ma che questo autorizzi ad aumentare l'ora rio a tutti per obbligo, non sarà mai vero, se non quando fa– coltà cd obb ligo sia no la stessa cosa. :È ben vero che tali obblighi non arr iveran no, come dice la relazione, a quell e ore 28 che molti fanno adesso sponta neam ente. Non ci manche– rebbe altro! Ma in troppi casi sarà una coer– cizione tut t'altr o che uti le, c si arrive rà , per evitar e suddivi sioni cl' insegnamenti , più in là delle 18, 21 e 24 fissate dalla legge, cioè non molto lontano da lle depl orate 28. Quant o vantaggio possa ricava re la scuola da questo insegname nto eccessivo, fatto inoltre per forza, è facile vedere. E. c' t di peggio. Ment re da una riforma era lecito aspettarsi che fosse combattuta la ten– denza agli orari eccessivi e facchineschi, si è veduto il Governo fare precisa me nte il con– tra rio : non solo ha preso argomento dalla esistenza del ma le per san zionarl o e sfrut – tarlo fiscalmente ; ma degl i emendamente ri– chiesti ne ha accett at o proprio qua lcuno che lo aggrava. rifiutando quelli che lo avrebbero allegger ito. ?,'fent rc infatti ha negato di des i– stere dal progett at o au mento degli o ari cl' ob– bligo , ha cedut o sulla questione dei massimi facoltativi che restan o a 28 (mentre nella pro– posta precedent e eran ridotti per il ruolo A a -25) ed ha pers ino favorito la caccia alle class i aggiunte elevandone il compen so. Dice a questo riguardo la relazione a pag . 8 che questo au mento porta una spesa di qua si un milione e mezzo. Accettando questa cifra e calcolan do la media ciel compenso delle ore in class i aggiunt e seco ndo la legge del 1906 in cento lire, la somm a basterebbe a pagare , 5 ,000 ore: e perciò a render possibi le cli ri– sparmiare l'aum ento di tre ore obbl igato rie per 5000 profossori. Tenend o conto che non a tutti i professo ri si potran no in rea ltà far fare le ore in più che mina ccia ques ta legge, si vede - anche se le cifre qui espost e sono soltanto app rossimati ve – che la somma non t molto lontana da quella che occorre per lasciare i limiti cl' orario at , . t uali. Finanziariamente dunque non par e çhe tale aumento fosse una assoluta necessità. ~ se ne avranno inconvenienti didatt ici assai grav i : in prima linea que llo del completa– ment o cl' orario in istituti diver si dal proprio. Uno elci peggiori mali dcli' ordinam ento at- uaJe era que sta trasfo rm azione del professore vendichia cchicrc ambu lant e che corre da un ca.po ali' altro della città per completare le ore. Ed ecco ora una legge che viene a sanzionare il male e farne un do – vere! Molti aug uravan o in certi tip i di scuole una diminuz ione del num ero elci professori unendo le materie affini. per il vanta ggio di una mag– giore coordinazi one degli insegnam enti e unità di crit eri edu cativi. Ma il nostro progett o darà precisa ment e il coutra.ri o. .Non unifica gl' in• segnamenH ; ma squarta I' insegna nte. man – dand o per le~c il med esimo professo re a in– segna r e mat erie diver se in dive rsi istituti. Nè ca Gino Bianco si prenda la scusa solita che ciò avv iene an – che adesso. Oggi, almeno , non si dà a lle abi – litazi oni un significato cosi largo come si pro- van o di domini o comun e. Nel contrasto in– tim o fra il ministro giolitt iano e il pedagogis ta., evident emente il pri mo ha sopraffatto e sop- pon e in qu esta legge, e d'altra part e l'aut orità pr esso il secondo. scotaStica oggi fa ostacolo an zichè incita mento ( Per il bene della scuola media , in cui questa agli eccess i. Con la nuova legge nessuno può legge è dest inata ad aume nt are i mali e la d ire in c1uesti eccessi dov e si and rà. a finire ! confusione, bisog nerebbe au ~urarsi che H ~<tr- Molte altre cose sarebbe ro da dir e: ma lam ~nt o, se non sap rà mod ifica rla sost an ziai - non è forse necessari o perchè si veda come mente, la respingesse scnz ' altro. I\l a non c· è qu esta legge, ispirata. a puri crite1i fiscali, sia molto da sperare . la negazione di prin cipi peda gogici che pare- L. PARM EGG IAN I. BR ASILE E D La stampa italiana e brasi liana si è occu• pata di un progetto per una cooperativa cli lavoro e di produz ione agricola da organiz – zarsi con operai italiani nel Paran à (Brasile). li progett o è opera del fam oso Donato Bat– telµ,1- già socialista ed oggi.... ami co del Govern o, del Bra sile - e della • Lega nazio– nale delle Cooperati ve •· Prima che il Consiglio dcli · emigrazione avesse pronunziat o il suo giud izio in merito al progetto, si è saput o che il Governo del Paranà non ha danari, e qu indi non è in con– dizioni di mantenere le promesse. La • Lega nazionale delle coopera tive• non si é sco– raggia ta per qu esto ; cd ha ap erto tratta – tive con lo stat o brasiliano di l\1inas Gcracs. i?, bene chia rire una volta per sempre la situazi one, anche pcrcht fino ad ieri ci si era fatto credere che la proposta partiva dal Go– vern o de l Paranà, che poi sarebbe quello che non ha dana ri. Si era detto , infatti , che, in seguito alla inchiesta compiuta due anni or sono in alcune regioni del Brasi le da lla Commissi one colà inv iata dalle organ izzazion i proletarie ita liane, la • Lega delle coope.rati ve • aveva credut o di pre ndere. in considerazi one una proposta dello Stato del Paranà, in base alla qu ale sarebbero stati ceduti gra tuit amente alla lega stessa, in una· località. visitata e giudicata sa– lub~c e fcrtil z. 35 mila ettari di ter reno eia affidare ad una colonia di mille famiglie agr i– col<:cda completa re in 5 anni (200 famiglie all\ an no). 11 Gove rno del Pa ra nà, si diceva , si sarebbe impegnato a sostenere tutte le spese di viag– gio per le famiglie, e (ti concede re ad ogni un a un premio di 1000 lire (comp lessivamente L. 2,166,000 ) ; di anticipare L. 1,500,000 per le spese di costruzione del le case coloniche e degli edificii pùbblici, osped ali, magazzini. uf– fict, scuole ccc., e di versa re L. 1,266 ,000 per la costruzion e di strade e impianti di servizi pubbli ci. Ma que sta proposta è fallita , per– chè, come dicevam o. il Paranà non ha i mezzi per sodisfa re q uanto promettev a . Il risultato avrebbe dovuto rende re cauta la • Lega delle Cooperat ive •· L' ha spinta , in– vece , a tratta re con altr o Sta to più ricco : qu eUo cli Minas Geraes . Contempora neame nte la stampa brasiliana annunzia che prossi ma– mente sarà revocato il divieto Prinetti di emigrare poi Brasile . E per cons eguen za la resistenza dei nostri coloni laggii 1 - resa pos– sibile da lla rarefazione della mano d'opera - s' indebolisce ali ' annu nzio di nuove grandi correnti immigrat orie. La qu estione esorbita dall'ambito di un sem})lice progetto e si riverbera su tut ta la nostJ:a etnlgra zionc nel Brasile. ~r~~isiamo innan zi tutt o brev emente la si– tua ~,içm; nostra, paese di emigrazione, di fro~J~ al Brasile, paese di imm igrazi one. Quand o la crisi del ca ffé peggiorò•le cond i– zioni dei nostri connazi onali nelle fa tenda.s del Brasile, il Governo cl' Italia credt doveros o intervenire, e nel marzo del 1902 un decret o del ·Comm issariato dcli' Emigra zione (istituito dalla legge ncll ' ann o precede nte 190 1) firmato L . Bodio, non Princtti, revocava. la concessa aut orizzazione a i vet tori di tra sportar e emi– granti nel Brasil e con viagg io gratu ito o sussi– diato e vietò gli arru olamenti a condizione di favore. La concessione precedente era stata fatta al Brasile in base ali' a rticolo r3 della nostra legge suU' emigra zione. Posteriormente, perdurando le tristi condi– zioni dcgl' ita liani nel Brasile, lo stesso Com– missariat o. con cir colari del 4 luglio e 1° di– cembr e dello stesso an ao, disponeva che le EMIGRAZIONE compet enti a utorità non vi lasciassero pass a– port i pcl Brasi le a ope rai, man ova li e conta– dini , se non em igrassero spontaneamente, pa– gandos i il viaggio a proprie spese. o se non si fossero mun iti di bigliet t-i prepagati , ad essi inviati da pa renti. Un decreto del Ministero degli affari este ri. in data 2 febbrai o 1906, riconferma va queste dispo sizioni e stabili va che i bigliett i prepa– gati fossero garentiti dal nu lla osta consolare ' per evitare frodi e false chiamat e. Questo dc. creto trovò la sua ragione d' essere nei richiam i che i propr ietari di faunda s faceva no con bi– glietti pagati, a fine di evitare i rigori del de– creto del ma rzo 1902 . Nessun divieto qui ndi d' emigrazion e vi è stat o pel Bra sile il qua le, con i decreti accen– na ti, veniva a perdere un a posizione di pri – vilegio per acquistare quella normale , comune a tut ti gli a ltri paesi cl' immigrazi one, in ar– monia con lo spiri to di tutta la nost ra legge del 190 1. E fu que sta repressione di privilegio, accanto alle condi zioni, in cui versavan o i nostri coloni nelle piant agioni del caffè, che fece scendere la nostra emigrazione eia 100 mila a 13 mila ~.~ . Cont ro qu esta politica seguita costant emente dal Comm issa riat o dcli ' Em igrazi one verso il Brasile sta in pri mo posto la propag anda. fatt a da l Brasile per attrarr e una mag gior corrente di immigrazione nost ra.; segui rono le pressioni sul nostro Governo per abolire il divieto di emigrazio ne gratu ita ; ven ne in– fine I' intere ssam ento delle organ izzaz ioni ope– raie ; e - tramit e Donato Batt elli - siamo oggi di fronte al progetto di colonizzaz ione accenna to. Noi siamo contra ri al progett o in pa.rola cd abbia mo fiducia che il Commissar iat o dell'Em i– grazi one saprà far valere contro di esso gli int e– ressi dei nostr i emigran ti cd emigrati. Ci si dice e ci si ripete che il Brasile è un paese ricco, e che dobbiam o sfrut tarlo; e ci si porta anche l' esempi o della Germania, dcl– i' Inghilterra e della Francia . Ma si dim enti c.."l che questi t re paesi vann o sfrutt and o la terra delle Amazz oni coi cap itali e coi commerc i, e non con l' avvilin cnto e col sacrificio delle migliori energ ie dei loro paesi. Né è da fidar molto sulle garenz ie e sulle promesse governative. Nessun governo può mutare l'as setto sociale cd economico del Brasile . Ed è qu est" assetto che non è compa – tibile con una condizione verament e digni– tosa pei nostri connaz ionali . La dolorosa esperi enza cli qu esta sempli ce verità , è stata fatta da cent inaia di migliaia di lavoratori itali ani ; l quali o han dovut o fata lmente rasse gnarsi alla loro triste condi– zione, o son ritornati in patria malati, inabi li e pe zzenti. Prima di tra ttare col Brasile, dovremmo pote rci scordare tut te le vessazioni, tutte le ingiustizie. tutte le tortu re mora li e mat eria li, di cui è stato laggiU vitt ima tanta ·parte del nostr o popol o. Dovrebbe pr ima cessa re lo spetta colo che ci dan no i nostri piros cafi fa. conti scalo a Santos e che rivers ano anc ora nei nostri por ti i lur idi spettri della povertà umana. Fino a che tutt o ciò avrà una traccia, I' Ita– lia dovrà continuar e nella politica ferma e de – cisa ; e sopratutt o do bbiam o ten ere a co n– servare int egra qu ella che l' on. Luigi Rossi class ificava l'energia morale, se non vogliamo perdere d'un tratt o tutti i frutti di dicci ann i di resistenza, La e Lega delle cooper ative • non avr ebbe dovuto ignorare la sensibilità del fenomeno

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