L'Unità - anno II - n.49 - 5 dicembre 1913

420 Corriere drlla Snn prote stare un giorno con– tro Giolitti; e invocare il giorno dopo che Giolitt i non se ne vada. Giolitti è una ne– cessitù per il partit o libera le, finchè resta, c1ual' è, part ito conservatore mascherato dn libe'" le. Bisognerebbe uscire dall'equi voco. Di– sognerebbe avere l'intere sse, e quindi anche il coragg io, di rompere que sta confusione caotica e indistint;i, in cui s' ammor1. a In virtLÌ cre:nr ice delle idee, e: in cui se-mbra intri stir e 1:-t vita d' It alia. Bisognerebb e che i conservatori abban– don:issero gli ultimi ricordi dcli.a tr adizione e si dichiara ssero senz' altro conservat ori. Bisognereb be che que lli fra i rad icali e i socia listi, che sono cOnservator i anch' essi smett e~sero le commedie ed assumes sero :rnch' ess i le loro posi;,.ioni naturali. Finir ebbe così b crisi cioè l' equ ivoco, libe– rale. E finirebbe b cr isi, cioè, l' equivoco democratico. Cioè finirebbe il giol itt ismo . F. I' essenza de l1' anti co liberali smo passe– rebbe olla nuovo democraz ia. Rivivrebbe in questa il lib era lismo rivo luzionario di St'SSant ' ann i or sono, non per ripe ters i, ma per attuare un nuovo di verso :wvenire. Il ve ro scolaro è co lui che nega il pen siero de l maes t ro dopo averlo assorb ito, e riesce a veder più loncano per chè è salit o sulle spa l1e del maestro divent ato nemico. E l' oper: , non mancherebb e : bas terebbe la lotta co ntr o lo sfru ttn mcnto del protezio– nismo indu stri ale e st at ale.... Ma troppi interess i imm edia ti, in tutti i gruppi politici, trovono comoda la co nti – nuaz ione de ll'eq uivoco . F. così abi le ed è riuscito finora così be ne il far politi ca con– servat rice sotto bandi era liberale. proc lamars i socialisti face ndo politica an tipr olernr ia, gri– dare contro i pre ti e dar 1n mano ai preti ! f. cosi util e per gl' intere 5si grandi e pic– cini, che devono essere .td ogni cost o co n– serv,n i, un nuo vo grande part ito, in cui possano trov.1rsi pa cificame nt e insieme i cle– ricali purchè non pre nd:mo troppo sul se– rio il clerica lismo, e gli an ticl erica li pur chè firmin o il patt o Gentiloni; i conserva tori, purchè non si spaventino dei sovvers ivi, e i sovve rsivi pur chè non dieno noia ai con– se rvato ri ; i repubbli cani pur chè si lascino eleggere dalle que sture e dai preti) e i mo– narc hici pur chè non sieno, rome Wollem– borg, così indipendenti da mt"ritarsi l'od io de lle que stu re e dei preti. E così la bar ca ca mmin a. E l' on. Giolitti con tinua ad es– sere sempr e indi spe nsa bile. E sparito lui, resterebbe: sempre il giolitt~smo: reste reb– bero ciOf' sempre gl' inte ressi, che hanno bisog no ddl ' t"quivoco e del silenzio per ve– ge tare in pace, e che si cercherebbero un alt r' uomo rapp resenta tivo, e lo rrove reb– bero subito coli' :iiuto di tutti : cleri cali e anticle ricali, conservator i e democra tici, re– pubb licani e monar chici, individtwli sti e so– ciali sti. Tutto ques to, beninteso, nel!a Camera e nei gio rnali . Nel paese, qualcosa di nuovo ge rmogliri. Ed ecco perchè qurilc un o non sorride più, e non si sen te più sicuro di ce rte legg endarie abi lit ù. E vorreb be mu– tar e, ma non sa mut are. Ora bisogner::\ vede re se que ste nuove forze, che germog lian o, saranno sv iate an– ch' esse o di sfatte dai parlamentari e dai giornali sti della vecc hia democraz ia, op– pure se potranno :arrivare ri tanta forza d:-i rompe re la vecchia cros ta) sfasciare i vec– chi acco modamenti, urt are gl' intere ssi che han bisogno della complicit:ì di tutti i par– titi per sviluppars i indi sturbati, cos rrin gere i politicant i a smett ere le ma sr here e :1 rivelar si per que llo che sono. Qu ando ciò :1vven isse, di crisi del par– tito liberale non si parlerebbe più, per chè non ci sa reb be più un par tit o liberale, in– termedio fra rleri ca lismo e demo crazia. E nemme no ci sa rebbe più bisogno dcli ' on. Giolitti . An 1.i l' on. Giolitti diventerebbe un uom o imposs ibile. B. Giuliano . Sono in vendita presso l'Amm. poche wllczioni del 19 12 al prez zo di L. 15 per gli abbonati e di L. 20 per i non abbonati. L' UN I TÀ Leghet borghesia ed elezioni pugliesi. Le osservazio ni seguent i muovono da un arti colo pubb licato nel ~ - 33-1 (21 novembre ) del Coiricre delle Puglir, che ho ricev uto, forse pcrchè i, i è fatt o anche il mio nome; ma , s' int ende che io non avrei rub ato ~pazio a un settimanale di idee come I' U11ilfi se avessi avut o ru nico scopo di polemizza re. Tocca , se vuo lè, a Luigi Lucate lli, e gli sa rà facile io ~ mi sbrigherò in quattro paro le. Quel c-he im– porta osservare è che l'arti colo, firm:-ito <la una quar an tina cli elett ori cioffrcsis ti cli Bi– tonto , è, nella sua sostanza, una nuova tirata cont ro il movimento delle leghe contadine, come tant e alt re che hann o ingombrato i giornali liberali per tutt o 1' otto bre. Fortunatamente i corrispondenti dei gior– nali liberali, che non hanno anche smesso di rintronar le orecchie ciel pubbli co colle terri– bili gesta de i famigerati leghisti, non son giu– dici inappC'llabili. cli tutto il movimento, e, giova - mi sembra - ad elezioni compiute di rivede re un va· i giudizi che in proposito elette il Commissar io t ecnico per la Puglia, prof. Enrico Pres utti (/11chiesta /mrltu11enlare sulle condizioni dei contadini 11el!e Provi11cic 1Weridio11ali e nella Sicilia. voi. 111) alcuni dei quali hanno riscosso l' appro, ·:lzionc cli.. tu tta la Commissione, e passano nella R<"hr– zionc Finale col suggello dcli' autorità del se– nat ore Eugenio Fain a. A pa~g. 34-35 della Relazione finale si legge: • La Puglia è la regione del 1\fozzogiomo con tinenta le dove le leghe dei contadi ni hann o ragg iunto importan za numeri ca e inAuenza notevo le :sulle condizioni dell'agrico ltura locale ... Basterà notare come le leghe siano piuttosto in decadenza, ma, dove resistono, perché ben dirette , esercitano un'a zione moderatrice nelle contese econo miche e moralizzatrici sui co– st um i, massime contro la violenza privata e I' uso de l colte llo. Uniscono tutte al caratte re economico tendenze politiche, o meglio per– sonali, a favo re di ,mo o altro partito del luogo, ma l' indole indivicluatlstica meridio– nale rende la disciplina dei leghisti nelle cle:i. zioni poco resistente.... •· La lode data da l relatore ~ perspicua ; per intend ere il biasimo bisogna ten er presen ti le idee del Commissario tecnico Presutti e dello stesso Relato re sulle amministraz ioni. locali : • La sca~ attività econom ica (della bor– ghesia) e il malessere che ne è conseg uenza acuiscono le gare locali, favor iscono la forma– zione di clientele a base cl' int eressi perso nali ma,;cherat e da et ichette politiche, spingono i partit i alla conqui sta dei Municipi per trame vanta ggio a pro' ci<"i loro aderenti (Relaz : finale, pag. 25). 1fono noncur anti deg li inte– ressi del maggior numcr Q son le ammini st ra– zioni dei luogh i ove le leghe si riesce • a tra– scinarle come classe nelle lot te elettorali • (Relaz. Presutti - , Inchiesta • voi. Il]. pag . 62) ed ivi alle sterili gare perso nali accende un'agi – tazione nuova e pili legittima: • Dove i con– tad ini come classe, non come individui ven– gono trasc inat i nelle lotte elett ora li, a non lungo andar e i pa rt iti locali si I icompongono ; da una par te si schieran o proprieta ri e fit– tuari ; da ll' altra part e professionisti artigiani e contadi ni • (Rcla1.ionc Presutti, pag. 619) . Chi ha inteso dunque di trasc inar e i conta – dini alla lot ta come classe ha cercato ~i cor– reggere un difett o lamentato dal senatore F.1ina. seguendo i dettati di quel sovversivo che tutt i conoscono nel prof. Presutti dcli' Uni– versità di Cagliari. Se liberale volesse ancora dir <111alche cosa, si s..1.rebbe aspettato che la Tri bmw e il Giornale ,l' llal ia suggerissero una dive rsa intona zione ai loro corrispondenti, molt·o pii'1 che dopo 1111 mese e mezzo di cam– pagna astiosa, la Tribuua del 25 corrente at– tribui sce a Gio!itti niente meno che il desi– derio di romper le cricche locali e di essersi convert ito al suffragio universa le proprio per questo scopo ! Che Giolitti l' abbia voluto non é veram ent e molto C'hiaro, ma che lo scopo fosse sacrosanto è e, idcntissimo. lo non conosco profond ament e !a storia ammini stra ti, ·a dei Comuni del Col– legio di Bitont o, però mi dà un po' da pensare che il capoluo~o del Collegio, ammin istrato ora - non so da quando - da un frat ello del deputato Cioffres<>abbia visto in dodici ::anni - da l 1896 al 1()0i - tre commi ssari regi, una volta per dissensi interni del Con– siglio Comun ale e due volle per disordine am– ministratfro (Relazione Presu tti, pag. 626). A t.iovinazzo , stand o sul luogo, ho udito poi un curioso aneddo to sull' ultima revizionc dcl– i'. imposta fobhri cat i : parrebl,c che le vccchie case, dove s'acc alca la povera gente, e dove la pcrccnh1lale delle inesazinni di fil'ti è mag– giore, siano state a~grava tc con aumenti da % ad ~~ e che i fabbri ca ti nuovi non abbiano subito aumenti o li abb iano av uti irr isori. Ora capisco lo zelo, da me costatato de vis u, di due consig lieri comunali per la.... ocula• tezza nel rilascio di certifi cati elett ora li, anche a batta glia vinta, e dico vinta, pcrchè quando io andai a verificare il funziona mento della macchina ostru zionistica patenta ta a Giovi– nazzo, la bat tag lia per Cioffrcsc era vinta colla sicurezza. dei due centr i di Terlizzi e Biton to, e r accanimento a Giovinazzo era inutil e per CiolTrese, forse non inut ile per l' ammini stra – zione Palombclli bisognosa della vitt oria sul luogo. Una curiosità che non mi son pot uta le,·arc è rii sapere se a Bitonto, centro \'ini colo im– portante, cli quel li che subirono rapida tra– sformaz ione agraria una trentina d'anni ad– dietro ci furono, alla rottu ra del trattato di commercio colla Franc ia, rcscis,;ioni di con– tra tt i a miglio,.ia. Certo in Pugl ia, come leggo a pag. ~ della Relazione Pres utt i, il giochetto fu att ua to su larga scala e quegli onesti bor– ghesi c-he paiono tanto indignati della politica di classe - la chiamano, e come non a.~pet– tarselo ? la propagami.a di vendei/a, e di odio di classe - allora si ripre sero il terreno scassa to e convert ito in vigna beneficiando, molto prima del tempo con tratt ualm ente stab ilito, del sudore altrui. I\'la non si deve dire , non si può dire, pcrchè il pa rtile dell'ordi ,ie per bocca d'una qua– ran tin a di degnissimi accoliti, protesta sul Cor– riere delle Puglie. Sfrutt are I Dio guardi; son tutti filantrop i più di Condorcct , e, se c' è a Bitonto una Lega di resistenza fra propri e– tari e affittua ri, non avrà. certo fatt o come quc ll' altra, di cui parla il Presut ti a pag. 6o4 , che si oppose a includer nello Statut o ogni parola di istitu zioni di previdenza e di a...'Si– stc nza per i contad ini e proclamò : Noi fac– ciamo l'int eresse nostro; se il Gover no vuol migliorar le sorti de i contadini ci pens i lui coi suoi denar i ! Certo però, anch'io ho visto l' irritazione de i golantuomh1i contro il conta– ~iname e sentit o pa rlar r.on disprezzo di • quella gente che non ci vuo l piì1 neanche salutare •· ì\fa dove and iamo a finire ? il contadino che non sta più a schiena curva e col cappe llo in man o! L' impr ~ ionc mia collima - che ci vuol fa.re il Corriere delle Puglie ? abb ia pazien– za - con qur sta: • Vi è in fondo nei proprie tari la convin – zione che i contadini non sono uomini come loro. J1 comm. Dalmazzo, ispettore genera le al l\'linistero cicli' Int erno, mandato a Ceri– gno la.. ebbe a dirmi cli aver letto sul viso dei proprietari la meravig lia per la ugua glianza di trattam ento formale che esso faceva ai prop rieta ri ccl ai cont adini, facendo sedere gli uni e gli altri accanto a s~ M. Probaù ilmcntc anche i firmat ari dcli' arti– colo son conv intj che oggi il contadin o conti troppo e st ia troppo bene, e eh<"rosse sufficien– te il trattame nto usato prima dcli' estender si dcli' emig razione e del fiorir delle Leghe. ~ Come stanno i cÒnt adin i ? • ru chiesto dal Pr esut ti ad un Sinda co. • Benissimo •· • Ma lei st-csso ha eletto che mangian o pat::ate•· • Eh, le mang iano per na– t1m1le avarizia • (Rcla z. pag. 6o-1). Oh brioches cli storica memoria ! :\fa forse aver scritt o sulla Riv oluzione Fran cese òc un altro de i t-or ti di qncll' inc..omodo moscone del Salvcmini che ha ronzato per due anni diffondend o l' odio di c/a.sse con la sua pro– pag:anda rib"ssiJta (che sarà mai ?). La logica della borghe sia, rappresentata e difesa dai firmat ari dcli' arti co!o in causa, è poi curios issima: Ques ta propa ganda era un pericolo serissimo. il finimondo pareva vicino, ma. viceversa poi, non è successo nient e f>tr- Biblioteca Gino Bianco • c!,è le Jonc del partit o del dii;ordinc ei-ano mil– lantale, "°" reali. È ha.st ::atocli<"il p,uti to ciel– i' ordine smettesse gli an tichi rancori, perchò quelle quattro noci in un sacco che sono i contadini, si riti rassero in buon ordine , scon– fitt i prima cli combattere da 1111a strabocche• vole maggioranza, da lr enorme magg ioranza de lla popo lazione.... che sa.rc: bbc, secondo i dati tlemografici nuovissimi, la borghesia. Spe– riam o che in questa ben emerita borghesia. dopo l'a bolizione del volontaiia to cl' un an no, si trovi tanta carne <la ca nnone qua nto basti a conten tar tutti i s..1.cripanti de l naziona– lismo! Jn somma violenze eia par te del partito dcl– i' o,J:,ie non cc ne sono sta te, Niccolò Un– ga ro, <lett o il Tign oso, non ha mai bastona to nessuno, il prof. Bonfigli è stato un impru– dente lui (mi dicano quando , dove ho mai ab .ato il ba~tone e chi ho guardat o in cagne– sco), il prof. Salvcmi ni ha insultato i maestri dicendo che hisogna porta r le mogli ctall' as• sc...'-SOre per ave1e il posto (t) (ma gii diano quercia, e subito, ali' insultatore, <1uerela dico e facoltà <li prova , altrimenti le denegazioni non ,·algono). Ma non dicano mai che un co– mizio eletto rale è • una evidente provocaz ione per tutta la cittadinanza •. Qu<"sta !)Oi è me– ravi gliosa l I comizi della gente occupata nella vendem mia si ctcvon tCn("r digiuni di la,,oro ... ~ rch~ il partito dell'ordine possa gridare cont ro lo sciopero! Se la domenica precedente a quella delle elezioni ricorre, a la festa dei san ti Medici, me ne dispiace tant o pcl calen– dario , ma osservo che non si fa ogn i an no una riforma eletto rale che renda la domenica pre – cede nte a quella delle elezioni cccczionalm cntc import ante per uso di questo monda ccio, e quindi i santi Medici su in Paradiso e i loro devoti e il piccolo commercio in tt:rra possono per una volta tant o, ave re un po' di pa7.ienza. Ma se il part ito dell'ordin e ha questa stra– bocchevole maggioranza, che bisogno c'era di mandati di cat tur a cont ro il dottor Mo– dugno, di accoglienze c-ome quelle preparate a Terliz zi pel candidato incomodo, e a Bi– tont o pcl professor Spinelli (che non ha Pro– prio avuto nemmeno la possibi lità di mostrarsi impruden te, perc hé ap pena sceiio è stato ri– cacciato in treno) ? c-hc bisogno c' era di mes– saggi filosofici ai frat elli Modugno pcrchè si rit irassero dalla lott a, se no, gua i ? (1) C'è bisogno cli dire che si tratta di una frottola piì1 cret ina del natura le ? Sui primi del gen naio 19 12 ripetei a Bari una confe renza, già fatta a Tra ni, Reggio Calabria, Cosenza, Cata nzaro, sui difetti de lla legge Creda ro nei riguardi ciel McZ1.ogiorno. La mia conforenza, che ~ ora pubbli cata in volumetto di miei pic– coli studi di politica scolastica da ll'e ditore Bal– biato di Catan ia, non era fatta per piacere ai rnuclata ri dcli' on. Credar o e ai pezzi grossi dcli' Unione Magistra le. che proclamavano al-• lom Ja grandeZ1.a cieli' on. Credaro e della sua legge. Occorreva, dunque, distrarre I ' atten – zione dc:i maestri dalla quest ione, che avev o suscitata, con qual che ind dcntc personale . Detto , fatto . Nd la conrcrenza io spiegavo come uno dei motivi dello scatSO rendimento delle scuole serali è anche la negligenza rii alcun i maest ri, i quali allorch(: si tratta cli otte nere l' incarico e l'inseg namento, si da nno un gran da fare, vanno a postu lare presso gli assessor i, mandano mogli a postu lare; ma ottenut o l' in– carico non lo escguisco no con la cura che do– vrebbero . e scoraggiano gli alunni, che diser– tano perciò la scuola. Queste mie considera– zioni offrirono non immediat ame nt e, ma un giorno dopo, il destro alle proteste .... ammae– strat e: io avevo acc usato la , classe • ; io avevo offeso la • classe • dei maestri nel loro • ono re di padr i e di mar iti •, dicendo che mandav ano le mogli dag li assessori a .... divertirli ; ccc. ccc. ln timazioni pubb liche a me di scolparmi alla loro presenza, senza nemmen o prova re prima di mette rsi con mc privatamente in rapporto per dissipare gli eventuali cc1uivoci ; inter – vento in pompa ma gna de i pad reterni dcli' U– nione Magistra le, che mi citarono a un cont ra– ditt orio in Roma; comuni cazione circolari ai giorna li ccc. ccc. Va da sé che non mi degnai di risponde re. :\la, intant o, quel che i cancl:1- tari dcli' on. Creda ro vole\'ano otte nere, fu raggiunt o: il giro delle mie confe renze contro la gra nde e perfetta legge Credaro ru t-roncato. Ed ora , i galantu omi ni -. di Aitonto, presi a un tratt: o eia incffahile tcncrcz:r.a per la scuola popo lare e pei maestri della medesima vann o a 1ipcscare l'in ciden te del gennaio 19 12 per spiegare la alleanza da essi compiuta nell' ot– tobre del 19 13 con Ungaro il tignoso, coi preti e coi poli7iotti, cont ro i contadini . Che schifo ! G. SALVE lll ~I.

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