L'Unità - anno II - n.43 - 24 ottobre 1913

.. L' UN 1 T À I clericali e la scuola media. 0 ) Il prog ramma attua le dei clericali. Dicevamo sulla fine dcli' art icolo pubbli– cato nell'ultimo numero dell' Unità che gli sforzi del P a"rtito clericale tendono oggi a concentrars i sulla scuo la media, con una t:Htica diversa da quella che fu da essi tenuta fra il 186o e il 1870. Allora il sistema scola stico statale era ap– pena in formazione, e si poteva negarlo in– tran sigentemente nella speran za di soffo– carlo nelle fasce. Oggi un migliaio di scuole pubbliche esiste oramai di fatto , e doman– darne l' abo lizione significherebbe mina c– cia re un tropp o este so e troppo subitaneo spostamen to di abitudini e di interessi, che reagirebbero cont ro il per icolo, ed aumente– rebbero le difficoltà dcli' opera progettata. I clericali oggi, pertanto, si limitano a presentare un progra mm a minimo, cioè la rivendicazio ne dc1la « libertà d' insegnamen– to» per le loro scuo le, in concorre nza con le scuole dello Srnt o. E per « libertà d' inse– g namento>> intendono non la libertà ad essi riconosciuta oramai incondi zionata da lla leg– ge Casati e dalla consuetu dine amm inist ra– tiv a, che ha abbandonato ogni diritt o di ÌSJJczione sulle scuole private : bensì r abo– J.izione più o meno larvata dtl monopolio ddle scuole di Stato in fatto di esami. Essi, infatt i, chiedono: 1. a Che gli Ist ituti privati, legalmente (l auto rizzati ave nti corsi complet i, possano u otte nere nella propr ia sede, sottos tando 'Cl a tutt e le spese a ciò occorre nti , una Com– e missioné per gli esa mi di licenza e di ma– « turità, e che P Istituto vi sia rappresentato i 2. « Che ogn i Istituto possa avere una « rappresentanza nelle Commissioni degli esa– u mi pubb lici di licenza e di maturità, per u assistere i propri candidati ; 3. « Che sia libera al candidato pr iva– « tista la scelt a della sede di esame, pur– << ché sia una scuola govern ativa o par eg– « giata; 4. « Che le tesi d' esame siano uguali u per tutte la scuole di pari grado, e pubbli– • catc in prin cipio dcli' anno scolastic o ». (REZZARA, op. cit. pag. 124). Il prog ram ma ma ssimo cleri– cale: e il Min ist ro rad ica le.. Qucst' ultima domanda è piutt osto scioc– <:a, e rivela in chi pri mo la escogitò una co– noscenza assai grossolana del meccanismo di un esame. Come si fa, per es., a mett ere in tesi la conoscenza del lat ino e del greco ? .anche ridotta, per es., tutta la storia in tesi, -come evitare che un esa minator e interpetr i i limi ti e la str uttura inti ma della mate ria indi cata da quella tesi in maniera dive rsa da un altro ? L' escogitatorc del programma minim o clericale concepisce, evidentemen te, l' ·esame come un succedersi pappagallcsce ,di domande e di risposte st ilizza te, e crede possibile che una mate ria d' insegnamen to possa essere ridotta a.... ca techismo. Ve l'imm aginat e un esa minat ore di mate ma– tica, il qual e debba interr oga re sulla « tesi » ,del teorem a di Pit agora senza pote r risalire, per accertare l' agilità intellettuale e la se– rietà della coltu ra del cand idato, a1la-, t esi • dcli' equiva lenza de i triango li, e poi passare di qui alla « tesi • delle paralle le ? Eppure questa scemenza pedagogica, do– mand ata ufficialmente per la prima volta al Governo dai clericii li nel 1908 (REz– ZA RA, op. cit. 29 1 e seg.). è sta ta accolt a ,da un l\•linist ro - guarda combinazione! - radicale : dall' on. Credaro (circolare 28 marz o 19 12). Più importanti sono le :1ltr e tre domand e, delle quali la pr ima si app oggi:i ad una con– suetudine ammini strativa , non autoriz::.atada nus u,ia ltggt, per cui il Ministro può con ce– dere a una scuola privata, di essere sede di esa– me, inviandov i a spese dell'i stituto intere ssa to un a commi ssione di insegnant i governativi. (1) Vedi Unità del 1~ maggio, t 3 giugno, 17 ott obre. Chi scrive que st e note, ricorda di aver dato gli esami di licenz a ginna siale in un istituto pri vat o, che aspettava il pareg giamento, da– van ti a un:1 commi ssione di qu esto genere: una mezza dozzina di professori gov erna tivi venuti da l capoluogo della provincia, al– loggia ti e nutriti a spese dcli' istitu to, che mangiavano come porci, e mand av:mo in lun go gli esami per inta scare il maggior numero possibile di diari e ; e che esami, giusto cielo, che esami da galera ! I clericali non si contentano di aver e la Commi ssione di esame presso la loro scuola ; vogliono anche che l'Is tituto« vi sin. rappre sen tato • : cioè voglion o che i profe ssori priyati ab– bi:rno voto nella Comm issione . È eviden te che non solo qu esta domanda non si deve in nessun mod o n.ccettare , ma si deve anche vietare esplicitamente al Mi– nistro la facoltà di con cedere sedi di esame a istituti priva ti. Se il Ministero della P. I. pubbli casse la nota i11ttra deg li ist:tuti pri– va.ti , a cui ha concesso sedi di esame in qu esti ult imi dicci anni di 1t democraz ia>> anticl ericale, se ne vedrebbero forse delle belle ! La terI.a domanda è stata accolta in par t e dal Ministro - guarda comb inazione ! - radicale , on. Credaro, ncll' ultimo regola – mento sugli esam i (art. 12) : i candidati provenien ti dalle scuo le private, i quali finora. potevano pre scntn.rsi alle scuo le go– verna tive della provincia più vici na a1la sede della loro abi tua.le dimo r:1, potr anno da ora in poi scegliere a loro arbitrio la scuola governativa presso cui intendono dare l'esame, cioè gl' insegnant i da cui pre– feriscono d' essere esaminat i. Basterà che il Ministero, confide nzialmente sollecita to da un gruppo di deputa.ti clerica li o.... mas– soni, conce ntri in un certo num ero di isti– tuti opportunamente d istribuit i per la pe– nisola i profo ssori in odore di san tità presso la Santa Mad re Chiesa, ed ecco orgn.niz– zato un perfetto sistcm.i di esami pubblici , a diretto serv izio deg li istituti privat i cleri– cali. Va da sè che di questo sistema app ro– fitteranno anche tutti gli asin i d' lt alia, concentra ndosi ncgl' istituti i cui insegnanti sono noto riamente più indulgen ti o più fa– cilmente co rruttibil i. È evident e che la concessio ne fatta in questo campo dall' on. Credaro ai clericali si deve revocare, e che occo rre ritornare al siste ma tradi 1.ionalc degli esami fatti dagli alunn i privati solamente da.vant i agi' inse– gnanti governativi dc1la provinc ia. Ed è necessario cenere bene gli occhi aperti sulle con cessioni di pareggiamen to, che i Ministri fanno in via ammin istrati va, dopo ispezioni, che il più del le volte sono un:1 ver:1e propri<-1 turlup inatura. L'i st itut o del pn.reggiamento, anzi, si dovrebbe senz' n.ltro abo lire, non solo perchè porrn in sè un:1 pericolosa in– frazione al principio del monopolio stat ale degli esami, ma perchè in generale le scuole pareggia t e funziona no scellerat issimamente, e gli esam i delle scuole pareggiate dànno luogo a imm oralità inaud ite. Per compren– dere il profitto , che i clericali possono trarre per le loro scuole dall'i stitut o del pareggia – mento, b:1sti ricordare il paregg iamen to con – cesso dall' on. Bacce11i (ma ssone!) al col– legio gesuitico di Mondragone una qu ind i– cina d' anni or sono, e il pareg giamento conce sso nel 1902 d:111' on. Nasi (ma ssonis– simo !) alla scuo la s:ilesian:i di l\foncalieri ( 1). La quarta domanda non ha bisogno di illustra 1.ioni : sono gl' insegn:rn ti delle scuole pri vate, che, preten dono di en tr are con di– ritto di voto nelle commi ssioni di esam e delle scuole pubb liche, e di giudicare cosi gli alunni, dn. cui sono dir ettam ente pagati. - L' on. Credaro non ha accett ata ancora que sta prete sa per le scuole medie , ma l' ha accolta nell' art. 70 della famiger ata legge (1) Assai sintomati ca ~ la simpatia che i clerica li hanno per le scuole pareggiat e, che con coraggio vera mente leonino lodano a pre– ferenza delle scuole dello Stat o ! Si veda a qu esto proposito R EzZARA , op. cit., pag. 30 e segg. ,no Bianco che port a il suo nom e, per le scuole ele– ment ari. A compl ernre il qu ad ro della corri spon– den za di amorosi affetti fra il M.inistro ra– dicale e il Partit o clericale, occo rrerà, poi, ricordare: che i cleri cali si lamentano della ecces– siva. mitezza delle tasse delle scuole pu b– bliche, le qua li rendono difficile la conco r– ren za alle scuole private (R EZZARA, op . cit. p~g-. 1o6) : e l' on. Credaro ha propos to nell' ultimo p rogetto di legge sulle scuole medie un aumento enorme delle tn.sse sco– lastiche; che i clericali, mentre invocano la « li– bertà d' insegnamento ».... per sè, deplo– rano che gl' insegnanti delle scuole pubbli – che possa.no impartire liberamente • un istr u– zione non rare volte contra ria ai prece tt i della catt olica Chiesa, e abb iano M In. libertà dcli' errore e della corrllzione • (REZZA RA, op. cit., pag 3-4) : e I' on. Credaro, ha ten– tato coli' ultimo progetto di legge di aboli re di fatt o la legge sullo stato giuridi co degl 'in– segnant i, privandoli di ogni guarent igia d' in– dipen denza, ponendoli :illa mercè dei mini– stri .... radi cali e dei deputati eletti coli' ap– poggio dei clerica li, e dist ruggendo del tutto il prin cipio fondamentale della laicità della scuola pubblica. Le idu dell'on. Giolitti • d,1- l'on. M on tre.sor. Tutte queste C'Oncesioni sono In. dedu – zione naturale della opinione esposta non è molt o dall' on. Giolitt i in una conversazio ne riferita da un foglio cler icale di Milano : « Se stesse in mc, abol irei, delle scuole pub– bliche esistenti, almeno i due terzi; men– tre incoraggerei, pur sorvegliandola con so– lerzia., la scuola privata r (Yoa, 1• maggio 1913). 1:: il progra mm a clerica le.... almeno per due tcn .i. Il programma intero fu esposto d:ill' on. Montr esor al Congesso della. « Nicco lò Tom– maseo n di Venezia nel 1908: (( La scuola libera provvede con capita li p ropri, smza grr.:,1u m,nomammtt .rul p11bblico erario, alla vita de i suo i istit uti , spec ialment e là dOtJesono in.ruificùnti lt scuole rtgit ; nè chiede regime di privilegio, ma serittà di controlli (f) e parità di diritti e di doveri.... Lo Stato ha bensì il dove re di diffondere e promuove re in tutti i modi le scuole del po– polo, togliendo I' onta dcli' analfabetis mo, che è un a. delle nos tre magg iori vergog ne, rendendo meno sudato il pane degf inse– gna11ti prima rù' ,· ma la scuola uco 11daria non ì nì obbligatoria nè popolare. li bila11cio ad essa asug11ato oa cn sando oltrt la nostra potenziali tà uo ,iomica, a danno delle scuole primarie e di quei provvtdimtnti che tutelino la dig11ità del maestro 11cigiorni dtl suo 111e– ritt1to riposo. Dunque lo Stato 110,i moltipli– chi le scuole secondarie, non esaur isca le cifre ara biche, accumulando le classi parn.llele; b ;ci larga pa rt e, come fan no gli altri Sta ti, ali' iniziativa priva ta, circonda11doladi llltti quei controlli che essa, no,ich; rifiutare, re– clama contitrnamentt •· La tatti ca. è abili ssima. : assumere le di– fese della scuob popo lare contro la scuo la media, mettere i m:1estri elementari con tro gl' insegna nti delle scuole medie, ad dur re a prete sto le ristr ettezze del bilanc io e i biso– gni della scuola popo lare per impedire a.IGo– verno di prov vedere ai bisogn i della scuola media pubb lica ; la quale , min ata così in– sensibilmente , sarà a poco a poco sopra f– fat ta. da.Ile scuole clericali, aoeflli parità di diritti per quanto riguarda. la. concessione dei certifi cati legali. E non lasci:imoci ingannare da lla solerte soroegtiam.a dcli' on. Giolitti e dn i stri con– trolli dell' on. Montre sor. Questi contro lli - che se fossero davvero u ri si trovereb– bero in antitesi col principio della « libertà d' insegnam ento • riv endic ata dai cattoli ci - sono invoca ti appunto pcr chè si sa che non possono essere stri. Le ispezioni volut e da lla legge Casa.ti sulle scuole priva te sono ca– dut e, come abbiam visto, in desuetudine, non solo per il solit o nostro lasciar andare in tutt e le cose , ma sopr atutto pcrcl1è non potevano non ricscirc assolut amente inani. 397 L' insegnante, nella sua scuola, può sempre ripeter e a qu alunqu e ispettore vada a im– magin arsi di contr ollarl o, queJ che Heine di~ ceva al dogan iere pru ssiano , battend osi la front e : « il cont rabbando è qui •· E poi nulb vieta che il Ministro radicale e magari massone mandi n. ispeziona re una scuola sospetta un ispetto re, che gli sia stato de– signa to sotto mano da un deputato amico, il quale alla su.i volt::t abb ia avuto la desi– gnazione dal dir ett ore della scuo la da ispe– zionare. Sono favori assai comuni, que sti, fra i politi canti: dam11sq1u pt tù nusq,u fli– cissim. Il prog ramma democratico. Come si vede, ~ que sto della scuola me– dia il lato meno bene fort ificato del nos tro siste ma scolastico e più facil ment e acces– sibile alla conqui sta clerica le. Di fron te :illc nostre Università, come alt ra volta abbiamo visto (Unità , 13 giu– gno), i clericali sono, almeno per ora, quas i , del rutto disarma ci, non avendo nelle loro file nè gli uomin i capaci di conqui st:irlc per la via della produzione scicntific:i, nè i mezzi finanz iari necessa ri a creare un a uni– versità privata, catto lica, la qua le afferm i il suo diritt o alla 11 libert à d' insegna.mento» , cioè alla.parit à de i diritti nel conferim ent o dei gradi colle università dello Sta to. Perciò su que sto terreno non si arri schian l aar batt aglia, e devono limit n.rsi a dc rare la tristizia dei tempi presenti e ad a urarc e prepara.re per vie tr ave rse, nei limit i del possibile, t empi migliori. All' estr emo opp osto del nostro sistema scolastico, l' istr uzione popola.re gratuit a, ammini stra t a dallo Stato o dagli enti sor– vegliati dallo Stato, non è neanche essa suscettibile di una efficace concorrenza da parte delle scuole private clericaH, per quanto sopratu tt o intorno ali' istruz ione po– polare facciano il massimo ba ccano i nostri anticlericali di princisbecco. In questo ca m– po, come meglio ved remo in un success ivo st udio, i clericali più che agitare la band iera della u libert:\ d' insegnam ento n, debb ono cercare di far preva lere il « diritto n.lla pre – min enza» della Chiesa cattoli ca sulle scuole pubbliche di un paese in maggio ranza cat– tolico, qu:il' essi affermano che sia l' It alia (clr. Unità, n. t6 maggio). L' istrùzione media, invece, si presta a meraviglia alla tattica della contra pposi– zione delle scuole priva te clericali alle scuole pubbliche indi pendenti da lle au torità eccle– siastic h e, e della rivendicazio ne della , li– bert à d'insegnamento • per le scuole pri – vate. Una scuola media, infatti, si può mette r su con a.ssn.i min ore spesa di una univ er– sità ; e può fare asseg namento, a differenza de1le scuole popolari, sulle tasse degli alunni , che vengono qua si tutt i da fam iglie più o meno benestant i e dispos te a paga re per la edu cazione dei loro figli. Con un perso– nale insegnante ecclesiastico, il qu ale costa incomp arab ilmente meno del personale laico, basta che una scuola privn.ta abbia., oltre ai contributi deg1i alunni , il suss idio finan– ziario di un vescovo, o di un fede le faco l– toso, o di un ordin e religioso, perchè essa possa prospera.re facilmente e cont rn.ppo rsi in ottim e condiz ion i di concorrenza uo 110- 1nica alle scuo le pubblic he. Si aggiunga. che I' ist ruzione media si ri– volge alle classi dirigenti, la cui conqui sta per mezzo della scuola è uno dei pu nt i fon– damentali della azione clerica le da.I seco lo XVI in poi ; che per quest'opera. il cler o ha un a tradizione tutt ' altro che inglo riosa, specie per qunnt o riguarda I' insegnam ento classico; che baste rebbero in It alia. poche cent inaia di scuole priva te int elligent emente distr ibuit e dove più cc n' è bisogno, per elevare contro il siste ma. scolastico dello Stat o un formid abile sistema concor rente di scuole clericali. E si comp renderà perchè sia proprio questo il terreno meglio di– sposto per la conqu ist a da parte dei clerica li. I qual i per riu scire a poco a poco nel loro intento non debbono far e altr o che inco– raggi are il Governo a lasciar andare a ma le con la indiff erenza e con la inerz ia le scuo le pubbliche , invocare cont inui au menti di

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