L'Unità - anno II - n.35 - 29 agosto 1913

~llora ripr esa e ampliala; poichè le prati che, •testè arrena tesi, non meritavan neppure questo nome pomposo: non toccavano le ques tioni pili -scottanti (per es. quella delle scuo le per Je mi– noranze nazionali ]; miravan o unicamente a re– i;olare l'uso delle due lingue nei dicasteri sta– tali; riguardavano poi solUIOlO la Boemia ; non le altre pro vincie in c::uiczcc hi e tedeschi si ur- 1lano: la Slesia, t• Austr ia inferiore (Vie nna!) , la Morav ia dove le proporzion i nazionali sono an– •che peggio ri per i tedeschi, e dove un compro– messo, assa i più ampio, stipulato nel 1905, non portò la sperata pacificazione nazionale: segno del valer rela tivo dei protocolli e dei patti, ove 1e condizioni generali d'ambiente non siano an– -cora mature . Gli ultimi avvenimenti boemi, po– tranno dunque ancora rovesciare dei ministe ri ,o sciogliere dei parlam enti ; rna i rapporti fra -czechi e ted eschi sono ormai troppo ostili, per acquelarsi e sistemarsi nei con:lli di assolutismo -statale ovvero per pro seguire, ali' infinito a iste – ,riHrsi in mutue aspettative catas trofiche, smen – tite e supt rate d_ai fatti economici e sociali. bt apcc:ululoal del ccatnlllmo . Sull'i mma turità delle gare nazionali e sulla ,conseguente selvaggcria e !lterilità del conflitto, fla speculato e specu la il centrali smo. Sino ad -ogii, è stato proprio in prima linea l'ant agoni– smo czeco-tedesco, che, pur procurandog li im– barazzi e noie d'ogni maniera, lo ha merav i– .gliosamen te 2iutato a conserva re, integra, la sua sagoma fondamentale chiesastico-buroc ratico– ,militarista , ad affron tare e supera re le tendenze avverse (più propriam ente borghesi, libero-par– lamentari, ant idogmatiche ) che pure suss istono, •e abbastanza gagliarde (specie nella borghesia -czeu) ma che, divise dal conflitto etnico, anzi. -chè sommarsi, si elidono. Sciaguratame nte domani - quand'anche il con• flitto czeco-tedesco superasse la fase ascensio– nale della sua parabola, - cioè la fase più acuta -e in sostanza pili propizia alla conservazio ne in· tegra le del regime domina tore dell' A. U. - il --centralismo avrà altre corde al suo arco: i conflitti tra polacchi e ruteni in Galizia, fra tedeschi e .sloveni nelle provincie alpine (Stiri a e Carinzia}, fra slavi e italiani nelli. Giulia, sono tutti ben magg iormen te immaturi, epperò pili lontani dalla fase che il conflittu czeco-tedesco ha toccato o presumibilmente sarà per toccare. Dislivelli più o meno profor.di , economici, sociali e intellettua– Ji, suss istono fra i contenden ti (profondiss imi spec ie quelli fra polacchi e ru teni: So,1 ¼ di .analfabet i fra i ruteni, nel 1900 !) epperò l'alba <.!ella pace e della tolleran za nazionale è sciagu– ratam ente ancora lontana, cosi nella Galizia -come nella Giulia. Il centralismo può sperare -di mantec.ere ancora colà qutl /a11/o di g"erra ..na.cionale (nè tr oppa, n~ troppo poca) che gli giova a impedi re la fusione o almen la spinta -consensuale di forze e di ideologie ad esso an– ti tetiche. Senonchè, a complicare l'ambi ente e a ren– <.lcrlo più fosco, non soltanto al prcssimo av– ·venirc dei centralismi di Vienna e di Budapest ,ma anche (che è ben peggio) di tutte le nazioni in A U., incombono, dal sud della monarchia, i recentissimi , tn.gici, impreveduti avvenimenti <balcanici. Tutta l'azione - interna ed ester.1a - del centralismo absburghese, verrà ormai in– fluenzata dl\ quegli avveniment i, testè finalmente giunti, dopo lun ghissima e sanguinosa crisi, a maturazione - almen nti riguardi che qui pili ci interessano. Nel discorr ere dell'avve nire del <e ntrali smo, cioè nel ricercare le più probabili, prossime fasi di quella che ormai si chiama la cris i austro -ungarica - ciò che tenterò di fare in un ultimo artic olo - converrà avere spe– ciale riguar do alle ripercussi oni degli avveni• · menti esterni sull' interno travaglio delle nazioni dell'A. U. in cerca di forme meno incivili ed ass urde di conviv enza stntiile. A NGELO Vl\'ANTE. Abbonamen to speciale per una serie di numeri successivi : dieci untesimi per ogni num ero. Sono in vendita presso I' Amm. poche ,collezioni del 1912 al prezzo di L. 10 per _gli abbonati e di L. 15 per i non abbonati. L'UN ITÀ L' ON. BETTOLO E LA TERNI L'o11. Btllò/0 1 presidt11le della Lega navale, si i dato da alcm,i mesi a qut sl" pari e a i11viar, t11ciclicl,e a tu/li i giornali amici - ciot a q"asi "'lfi i quolid,am· - ptr demm d ure lo staio di debolecca della marina italiana, In 1,eces ilà di 11110v, coslr11.1Jio11i,gli aumt11/i nu s/rù,ci o fra11- cesi a cui 11011 corrispo11do110p1·upor1,io11ali a11- menti italian i, ccc. ecc. Dopo che fo11. En rico Ferri /,a ,·i/ascialo al- 1'011, Bellòlo "" culi.fi ca/o rtg olare di buona tondo/la polilica e morale ;,, compmso dtl posto di profe ssore ordinario di tlirillo j>e11al,alfU11i• versilà d, Roma , 1'011. Bellòlo putJcredersi oramai • i11/tgt r vita, sceltrisqut purus "• comt disse il Jr.·. Ulisse Tangamlli, e far e lt1 campagna per l'au mento dtlle spest 11avt1lisw,sa cht alcun o sia aulorù1:1t1/o a vedere alcuna corn:lm, iÒne fm la s11arum orosa attivi/ii m, rio11alislt1 , g li alti t i bassi dtllt al/ioni della Terni. Ptr ò fo 11. Btl • li>lofarà /Je11ea ricordarsi dlf, nncl,e dopo c/,e l'o,, , E11rico Ferr, si i rima11gia/e lt1l/e le sue nccus,, res/a sempre mila relatsio111dtlf i11d1ies/a sulla mar ina quald1t coser,lla, cht lo rig uarda mollo direllame 11le e cl1t 11011 gli fa grande onore. Ecco i11ft1/li qualche pagi 11a cl,e lo rigua rda, riass,mla da/f i11cl,iesla del I 906 sulla mar i11a Hti Dieci anni di vita italian a di FRANC&SCO PA– PAFAVA (1). Ri cordand o queslt 11011 troppo vec– chie, ma troppo prts/o dimmlica/1 110/i:sie, ,roi speriamo che qualc11110 fra i soci della Lega na– vale, fra quelli cioè che 111 fa11"0 parie;,, /J11011a f,dt , ti OII vi rapprtst11/a110 gf illler,ssi delle case costn ,ttrici, si domanderà fi"o a cl,e p,m/o è opportuno che la presidtt16a de/1(1 Lega sia affi – dala ad w, uomo cl,e /,a pr,ci sam ,11/t i prect– denli polilici delf o11.Belli>lo. Risulta dall 'i nchiesta che il 16 maggio 18t4 l'amministrazione della marina ordinava (primo contratto con Ja Temi) 86oo tonnellate di corazze da consegnare entro il 1888. Il 15 dicemb re :887, nuovo contratto:: altre 2000 tonne llate. Si arriva al 10 luglio 88 e la Terni non ha conseg nato che 1613 tonnellate. Ne mancava no 6g87. Eppu re aveva avuto un'anti cipazione di 3,200 1 000 lire nell' S.. e di 5.Soo,000 lire nell' 87: tota le, 9 mi– lioni. Era evidente che la Terni non sarebbe sta ta ai patti e non avrebbe conse-gnato entro 1'88 la quantità di corazze prescritta. Tuttavia il 14 luglio 1888 il ministe ro della marina le or– dina altre 3000 tonnella te di corazze. Sono, in tutto, 14.200. Di pit), col contratto (o atto add izionale) 14 luglio 88 s' intrnduce ques tn novità: che tutt e le corazze ordinat e con quel contr atto e le altre 2600 tonnellate deW 87 aum entano di prezzo ; non solo, ma il prezzo aumenta anche per le non ancora consegnate 6987 tonnellate del con– tratto 84. In media, un aumento di prezzo di lire 300 per tonn. Il che su (6987 + :a6oo + 3000) 12.587 tonnellate diede una maggiore spesa com– plessiva di lire 3.776.100. Non basta: lo Sta,10 aggiunge ai 9 milioni, già anticipati, altr i 3. Si arriva cosi a 12 milioni di anticipazioni. Tutto queslo (come dice un documento ufficiale del dirett ore generale del materiale) 11 per mettere la società in istato di poter continua re nell'eser – cizio del suo stabilimento "· E risulta pure da documenti ufficiali del ministero della mari na del 1888 che la Terni si trovava in così cattive acque perchè e aveva S?crpera to una parte dei suoi capitali in spec ulazioni azzardosé e rovi– nose di miniere. " Dunque 1' acciaieria di Tem i, che diceva di volere • ema ncipare la patria dall'estero " (2), si è fatta sussidiare dalla patria per turare i buchi dei suoi cattivi alTari. C1ò onora l'acum e degli amminis trator i dcli' acciaieria, non quello del ministro della marina, Brin . li quale, non soltanto nel 1888 1 s'accorge in che raiza di gi• nepraio s' era messo con " l' emancipazione dall'estero ,, e nomina un delegat C\di vigilanza amministrali va (da non confondersi col delegato di vigilanza tecnica ). Saggio pensie ro che non servi a nulla : è crea to l'organo , ma non fon- 11) I due TOlumi di compleu i,e p,.1ine 830, ,.ti1I dal Lateru di Bui, e mcui in vendiu. al preu o di lire 10, pouono euer e acquiJtad d•Rli 1bbonati dell' U,"'1l per lire 8. In mi ,i po,10no aeguin mese per mese le •icende della pothlc1 incuna ed inter• nui on1le dcli' JUtli1 per lutto il decennio 1899-1909. (1) Rdatione letta 111' 1uem blea della Sode1à Veneta, 8 ,:iu– lDO 188.1 Vedi I.. liNT"ll '"' "OMÙI, ,o gluano 1905; conf,. rt ai.aOlretti , ziona. Anche dopo il 1888, anche dopo e mal– grado il delegato di vigilanza amminis tra tiva, • l'ammin istrazione della mar ina si astiene dal• l'indagare sulla gestione della società, ostinata • mente si rifiuta a provved ersi delle garanzie per le quali siffatta indagi ne avr ebbe potuto essere facilitata, ostinatam ente persi ste nel pres tare alla società il suo concorso finanziario sotto una forma che esclude qualunque sua par tecipazione alla gestione ed ai profitti dell'azienda,, (1). Eppure, come nota la commissi one, i quatt ro milioni circa di aumento di prezz o delle corazze davano facile diritto alla cointer essanza. Sono storie vecchie che riguardano persone morte (Breda che personificava In Terni, e Brin che personificava la mar ina); ma sono sto rie che occorre ricordare perchè si allncciano a que – stioni che toccano pers one vive, cume gli ono• revoli Morin e Bettòlo. L'oo. Morin era nel 189.f ministro della ma– rina (presidente deJ consiglio, Giolitti : non è male ricordare l'•lleanza dei nomi e la concor– danza delle cose) e fece con la Terni un nuovo contra tto per corazze. Si trattava di due tipi di corazze nuovi (nichelate; e harw eyzzate o bre• ve/tale). Per le nichelate fu stipulato un prezzo di 300 lire superiore alle precedenti ; per le harweyzza te o brevettate , di 6oo lire superio re alle precet.lenti. Soltanto, da quale preizo siamo partiti ? Quale è il prezzo al quale furono ag– giunte le 300 e le 6oo lire per tonnellata? Quale il pre:;:zo che diremo normale ? Si direbbe che avrebbe dovuto essere quello del pri mo con– tratto 1884, quello che fu effettivamente e re– golarmen te pagato per le 1613 tonnellate con– segna te il 1° luglio 88. Invece no: il prezzo di partenza, il prezzo in base al quale si ~ fatto l'aumento, è il prezzo anorma le, il prezzo di favore, quello accordato nel contratto addizio– nale 14 luglio 88, e che aumentava il prezzo normale, del 188-t, di 300 lire per tonnellata . Cosi che, in conclusione, il contratto Morin 1894 aumentò i prezz i per le cora zze nichelate non di 300 ma di 6oo lire per tonnellata e aumentò i prezzi per le brevettate non di 6oo ma di 900 lire per tonn ellata. Con tutto che si tratta sse di tipi nuovi di co– razze, il consiglio di Stato trovò i prezzi ecces – sivi e volle conoscere il pare re del comitato per i disegni delle navi. Ma il povero comitato quel che pensava non I' ha potu to dire perchè • l'am- 11 ministrazion e della marina gli ha imposto di " tenersi pago di informazioni che ad esso sem- • bravano o insufficienti o di nessun valore, e • di fondHre su queste il suo parere, richiesto .• dal Consiglio di Sta to. E i membri del comi- • lato per i disegni delle navi (che, se, come • consulenti tecnici, dovevano giudicare secondo • le loro convi nzioni, come militari doveva - • no ubbidire i loro superiori ) ubbidirono, si " contentar ono delle informazi oni o insufficienti ,. 10 nulle e diedero un parere in tale senso che • parv e esaur iente al Consiglio di Sta to, ignaro 11 del retroscena; non cosi però, a chi il retro- • scena conosca . Il risultato fu che i prezzi ec• • cezionali del 1888 diven nero normali, e sulla • base di essi si discusse ro i ribassi dei con- • tratti successivi (17 novembre 1Sç,g, 21 gen- • naio 1903 e 5 novembre 1904) "· Ed ecco in qua l modo la storia dei morti si allaccia alla storia dei vivi. L' inchiesta conclud e che il prezzo per ton– nellata pagato dallo Stato alla Terni fu supe – riore in media a quello che si sarebbe dovuto p.:igare i di lire 8oo nel cont ,-atto del 1894, di lire 533,So nel contratto del 18g,g, e di L. 416,50 nel contratto del 1903 : una maggiore somma complessiva di circa dieci milioni. li co11lrallo del 189';} è opera delfo fl. Btllòlo . C'è di pit). La commiss ione dice che II nei çontratti dell'84 [ministro Brin], 88 (Ilrin], 94 [ministro Morin], t 99 [n, i11islro Btlli>lo] e' era una clausola circa la scelta delle pias tre da sot– toporre al tiro, che chia ramente le indicava al fabbricante fin dal primo stadio della fabbrica– zione, il che toglieva alla prova del cannone la mass ima par te della sua efficacia ,,. A questo n~ r on. Morin, ,,~ l' 0 11. Be/1()/o si son degnati di rispondere. Certo qua non si po· leva invocare l'e conomia. Si son limitati a far passare e ripassare, l'uno davan ti al Senato e (1) Sunto della nla:ione, Coffitrt ~~114 ur• , )O aprile. Gino Bianco 363 l'alt ro dava nti nlln Camer a, le solite Kasuga e Nisshin (le navi giappo nesi che hanno fatto buona.pr ova contro i russi ed erano corazzate di brevettat e Terni), spostando anche qui, al solito, la quuti one. E resta intatt o qu;mto oss erva l' inchiesta su ques to ldsle co11/rasfo: 11 eccessivo scrupolo di parsimonia ,;oltan to quando si tratta di assicu . rar e 1'efficacia delle nostre navi e di difendere la vita dei nostri uomini ", spmsi era/a prodiga– li/O quando si tratta di assicurare • la vita ar– tificiale e le sopraffazio ni • della Temi. Nel suo discorso del 5 luglio l'on . Morin ha fatto al Sena to- le seguenti confessioni : - • Nei primi anni della società di Te rni (il period o delle condizion i tisiche, quando quello stabilimento non dava dividendi e a mala pena si regg eva) il minist ero della marina non fu in general e molto insistente nel chiedere r ibassi di prezzo. Nel per iodo delle co:idizioni floride della Temi, il ministero si è continuamente sfor– zato di flttene re ribassi e ne ha sempre conse • guiti in tutti i contratti, ma non come s1 desi– derava e come credo la società avrebbe potu to concedere ... Allora siamo tutti d'accordo: t 0 che il mini– ste ro della ma rina ha tenuto in gambe una casa industr iale non vitale, pagandone i prodott i esa – gera tamente; 2° che la Te rni ha poi mostra to la sua riconoscenza imponeodosi. 11 ministero della marina s'è scaldata una serpe in seno . Date queste confessioni, i1 buon senso con– cluderebbe che i ministri della marina hanno per ventidue anni amm inistrato male. Invece l'on. Morin dice che • hanno emancipa to la ma• rina dall' indu stri~ strani era ", emancipazio ne ideata e iniziata dal Brio. Con molta grazia, e grande ossequio per II la vasta opera, il vivace ingegno e la multiforme attività • di Brin, l'on. Morin tende a scaricare su di lui tutta la re• sponsabilità della cat tiva amministrazione della marina dall'B-t al 96. Cosi l'on. Mirabello ha passato i suoi peccati all'on. Bettòlo, l'onorevole Btllòlo all'on. Morin e l'on. Morin a Brin che tace perchè è morto. E chi domanda i respon~ sabili è mandato a cercarli nel mondo di là. • Fu opera saggia quella di Brin ? • si do– manda l'on. Morin. E risponde cosi, con quell a forma part icolare di schiettezza che sta nel dire una parte del vero per meglio nascondere la verità: • Questo solo dirò, che fu opera gran• demente applaudita in quel tempo, e che io pure partecipai all'ent usiasmo generale per essa. Ma quando, alla fine del 18g.3.assunsi il por– tafoglio della marina, col bilancio ridotto nelle tristi condizioni che il tempo imponeva ... incli– nai a credere che Brin cadesse nell'esagera– zione, o per lo meno avesse troppo affrettato o forzato una evoluzione che forse sarebbe stato più prudente incoraa:giare bensl, ma lascia r compiere in modo più Jento e sponta neo: co– munque sia, tutti i successori di Brin hanno, più o meno, subito le conseguenze di quella situazione •· Che l'opera di Brio fosse • grandemen te ap– plaud ita • dagli azionis ti, amminis tratori, diret– tor i, avvocati, ingegneri, giornalisti, deputati e senatori de1la Temi, nessun dubbio. Sono le medesime categorie di perso ne che hanno gran– demente fischiato la commissione d'inchiesta. Ma, a sentire l'on. Morin, si direbbe che tut ta l'Italia fosse sta ta invasa da un cieco entusiasmo per la~r em i e per la • emancipa zione della marina dall' industria straniera "· E questo, no. Fuori dalla famiglia marino-temaio la, il patriot• tismo del gran maglio è stato sempre accolto da un risolino di scetticismo. Nè è mancata la protes ta di chi vedeva che II emancipazione dal - 1'industria stra niera • voleva dire diventare mancipi d'un gruppo d'i ndustria li nazionali. Più ancorn. L'avvoca to generale erariale, se• nator e Mantellini, aveva dato sul primo contratto con la Terni (16 maggio 1884) il segue nt e parere, decisamente contrario. • Può essere pertanto c.h'io m'inganni , ma parmi di vedere o di travedere che questo ca• pitale che si anticipa dalla mari na costituisca tolta la scorta con cui si mette a navigare la società di Terni in questa speculazione: che, se r iesce, e Dio lo voglia, se ne arr icchirà essa società, e, caso mai non riusc isse, e Dio noi voglia, la marina perderebbe tutte o le più delle sue anticipazioni "· E cos~ ha fatto l'on. Morin nel 1893 quando

RkJQdWJsaXNoZXIy