L'Unità - anno II - n.34 - 22 agosto 1913

L'UNITÀ L ' imposta edilizia nei medi e gran di Comuni. Dopo ave re esa mina te le sperequazio ni dcl – i' impos ta edili21a in rapporto ai picco li Co– mu 111, è neces sari o espor re <1ualchc rilievo an– che relativamente ai centri maggio ri. Questi posso no di vidersi in tre categorie : citt à princip nli; capol uogh i minori <li pro vin – cia; comuni non capol uoghi, ma di pressoc hè ugual e importanza pel numero degli abi tanti e per l' urnmontare della impos ta che da ess i vien corri sposta all'erari o. Uo'avve rlean prelfmfoare. È necessa rio av vertir e che i dati s tat istici - quando tralla si di raffronto dir etto tra una cd nitra città - vanno conve nientemente ap– prezzati insieme ad altr i elementi di vari o genere, non potend osi assumere da soli ad esprcs~ione assolu ta di maggiore o minore ag– gravio. L' irnposta edilizia colpisce il redd ito de i fabbric,ati secondo il prezzo d'affitto, reale o presunto degl i stess i: ma poichè i valor i d'af – fitto vc1riano da luogo a luogo, è nat urale che nel!' imposta non possa - nemmeno con la per– cen tuale uniforme della p:i.rtc erariale (16,25•/ 0 ) - trovarsi n alla corri spo ndenza tra località differe nti, lonta ne, di potenzialità economica di– vers a, con diversa densit à di popolazione ecc. Dello ciò, è d'altra par te vero cd evidente che - di regola - i valori locativi tanto più sono eleva ti quan to maggiore è il grado di agiatezza, di ricchezza genera le e diffusa in una data città, e qu anto maggio re è l' incre – mento costante della po1>oluzione. Di conse– guenza, se dai rilievi statistici si desume che in unn loc:1lità 1 la qual e attraversi un period o di stasi o di regresso economico, l' imposta si manti ene proporzi onalm ente maggiore risp etto nd altrn località in pieno sviluppo, può fonda– tnmente umm~uersi che il tributo esercita una disuguale press ione cd a dann o del centro meno ricco. L' indice di tale pr essio ne ci vien dato dalla parte d' imposta che r icade su ogni abitant e, poichè, in effetti, il tributo sulle case si rivcr • sa, frazionandosi, a carico della ge neralità dt:i -~ \la:::~~ <~~w~:t!o d:l~~p:~f~a~~o~i. lo sconl'dno I confronti, che segu ono, dimostrerann o una volta di 9iù come l' imposta in esame sia giunta ad uno sta to di massi ma disugua – glianza. I Comual maggiori. I maggio ri C,,mun i del regno, insieme a tutti gli altri con popolazione da 15 mila abitanti in su asce ndono a circa 250. Presci ndendo, per ora, dai capoluoghi di pro – vincia, la gran pa rte di tutti gli altn si distri – buisce come segue rispetto alla quota media di cari co erar iale per ogni abitant e : Numer o de i Comuni "$'.luo11 media Nord Cenuo ,, Isole Tol, inferi ore- u L. 1 7 5 13 da L. 1 a L. 2 2 13 15 22 52 2 . 3 4 16 13 8 41 3 . 4 5 5 IO 2I 4 " 5 4 3 3 IO 15 44 42 ;i6 137 Altri 18 Comuni (di cui II al Nord) hanno una media va riante da L. 5 a 10. Come si vede, il maggior numero di Comuni -con basse med ie (L. I a 3) si riscontra nel Centro (36) e nelle Isole (J; ). li mas:gior nume ro invece di Ct>muni con medie più alte (L. 2 a 5) si riscontra nel Sud (261. li Centro ne ha 24, le Iso le 9. Nell'uno e nell'altro gru ppo il Nord figur a per num ero in(criore: ciò si spit'g a con qua nto fu espos to nell' U11ild del 25 luglio, per esse re ci~ i Coq1uni se ttentrionali, nella loro gran massa , -di popo lazione inforiore ai 15 mila abitanti . Dunque, non solo rispe tto ai più piccoli Co– muni - come vede mmo - il Sud ~ più agg ra– va to dd Nord, ma i dati espo sti ora ci confer- ;1:;:it ~h~/ afi ~,~: ~~ nt ~~:~li! i i~~~t~n:;,c ~~ -quanto il numero di ess i con una quota media di imposta fra L. 1 e L. 5 è maggiore che non nel Cent ro, nel Nord e nelle stess e Isole. I capoluoghi di prov incia. I confronti, che seg uono, riguardanti i capo- ~~~f~: n~~rfro~: 11~~ 'l's~~r~i-ranno a spiegare cd a Potenza, ~nlerno e Sass ari , con popolazio– ne, rispe ttivamente di 17, 44, 44 nula abi– tant i, paga no d' impos ta princ ipale L. 86 mila, 225 mila, 219 mila. Ne risulta no le quote medie per abitan te di L. S e S· 1, . lnvece, i 71 1111:i abuanti di Modena e I i4 mila abitan ti di Alessa ndria pagano una quo ta media di L. 4.8. Ecco altri confronti: ebilH li quo1a in m.gliaia mcd,1 Ferrara 95 3.3 Regg io Em. 7 1 3· Forli 46 2.5 Perugia 66 2.1 R,wenna 71 2.1 Arezzo 48 2.2 L11ca ;5 2.9 in vece ebi1101i , ... in migliaia media Caserta 34 4·7 Campoba sso 17 4.6 Aquila 22 4·3 Avellino 24 4. Beneven to 24 4. Foggia 76 39 Chieti 27 3.7 È tipico il caso di Potenza, la cui quota ,con quell e di Salerno e Sass ari - supera, ol- ~~f:;: ~ c~ ~i~o~~ lc~\1.~~id~ n;t iri~9 q::::, lu~~I~~ del Centro e del Nor'-1. Potenza sta qu asi alla pari con Mo~za (.;.J); super~ P_rato J3.3), <:;a.r– rara (J 5), R11nin1 (2.;) e tutti gh altri centri m seguito designati . La pove ri~ di Pote::i~a è ri_– saputa; la sua popolazio ne, in 10 anni, non e aum entata nemmeno di mezzo migliaio ; media di 2 9 1 mentre qclle ricche , fiorenti clttà del Nord l'aumento dal 6 va al 20. Cagliar i con 62 111ila ab. ha la quota di 6.1, uguagl,a Pmlov;1 l6.1), supera Brescia (6), Ber• : : ~ 1 :l~i~ -~·1~ttt ;11(\fl ;iNc~1;ao~1~~-,~!'s: ~~! t!ar cati. ... sugges tivo il confronto che può farsi tra Campobasso e Modena, Alessandria, Ferrara, Reggio; trn Fogr;i:i. e Rave nna , Ferrara ; tra Ave llino e Lucca, Arezzo. Ed i capolunghi me• ridionali supcrnno nncoru Macerata (3 3) 1 Ascoli (2.2), Mass a (2) 13ellun o (1.9) ecc . Coo.frontl carattu latlcl . Lucera, piccola ciua di 17 mila ab., con la quo ta di 4. 1 supcrn: ebi1en1i in migl,1i1 quo11 Busto Arsizio 20 4. 0 Vmrcggio 17 4 o Prnlo 5 1 3.3 Carrara 4 1 3.5 Rimini 44 2.7 : usr: dei~~tl~~~ f ~ie~!~r~u~~ o~~ot~i4 di~~:~v~nuc~: popola:tione talora quintupla, e non cert o meno ricchi di Lucera I Di fronte a: popo l. quota Cerignola 32 111. 3.6 Sanse vero 28111. 3.3 Canosa 24 111. 32 Bitonto 30 111. 3 2 Altamurn 23 111. 3.0 stanno: popol. quo1;1 Carrara ,p 111. 3.5 Prn to 51 111, 3.3 Reggio 71 111. 3.0 Lucc11 75 m. 2.9 Rimini 4 i m. 2.7 Imola 33 rn. 2.4 Pistoia 65 111. 2 :a e gli altri cent ri che seguono, nonchè Catania (2.8) e gli altri seconda ri capo luoghi cli Sicilia. Di fronte a: popol. quote Gioia 21 2-9 Iglesias 20 2.8 Bisceglie Grav ina 31 18 2 4 2.6 Corato 42 26 Andria 50 2.6 Molfetta 40 2.6 stanno: popol. q, ou Forll 46 2 5 Ravenna 71 2.1 Per ugia 66 2.1 Cesena 42 ,a Budrio 17 1.6 Argenta 20 1.4 Copparo 39 1.2 e gli allri comuni che seguono. Di fronte a : popol. quo11 Matera 17 2.4 Terlizzi 24 2.3 Melfi 15 2.0 Noccra 20 3.2 Cava 23 2.2 stanno: popol. quota Belluno 22 I.9 Cesena 42 I .8 Art'ZZO ~8 2.0 Massa 31 2.0 Caltagirone 45 1.3 Acireale 35 I 7 Cortona 29 1.0 S. Pier d'Arena 34 l.O e pci Ascoli, Perugia, Rave nna ccc. I ceohl foduatrlatt. Stimiamo superfluo proseguire nella enume – razione. Qui deves i però avvertire che i centri e ca– poluoghi con quote medie superio ri a L. 6 (non molti del resto) trovunsi tutti nel Nord . !\fa, sia in riguard o ad ess i, sia, generalmente, rispetfo a tutte le nitr e citt:'l.scttentrìonali, occorre te– ner presente che nel car ico dcli' imposta presa :,,;~t"~ ~~;:r.~rb :.~: ~i';~ ;~l:::i,.~ :C:,~t ~:~ demmo - a 20,663 nel Norll cd a soli 2,819 nel Sud. Dunque lutle le quote medie de i centri setten– trionali si abba ssano quando si stralc ia la tass a che gra ,•a s u~li opifici {1). E poichè tale parte dc li' imposta totale tanto più è rile,•ante quan to maggi ore è lo s,•ilu,:,po economico delle region i più progredite e più prosp cr", - quali e do– vunqu e esse siano - , più scos1bile, più mani – festo, più allarmante apparir à il distacco tra le region i iudiscutibl/mtut e più ricche (ove di con– seguenza numerosi sono gli opifici) e quelle che so110i11disc111ibilmeult più jxw lf't. Avvertimmo già che i da ti statist ici vann o apprezzati con,•enir:ntcmcn te, e non da soli, nè in modo assoluto. 11 pr edetto r ilievo era, perciò appun to, necess ario. Ed ora tragg a ognuno quelle conseguenze che le proprie pa rticolari cogmzio ni delle va rie località posso no suggerirgli. Per noi è (ermo ed t: certo che - pur rite– nut i quan to si voglia var iabili i P.rezzi locati\'i tra luoghi e regioni di verse - 11 reddit o dei fabbricali della Basilicata, degli Abruzzi, delle Pugl ie, della Calabria, della Sardeg na, non può esser sr1ptriorf/ a quello dei c,utrt" - ugualmente o di più popolosi - e s1mpn cli ,ma ,m:fefiiore :·:~:~ ':t~,~fJ >f:~;~~ ~c: ,d~lclt~ ~~~~~d!; 1: Lfg~J ; e della Lomba rdia. C::,oclusfooe . Chiudend o queste note, J.>iù insistente ci si riaffaccia la domanda : qua h le cause, quali i responsabili cli quf'Sta iniqua inversione, pe r la qua le il po\'ero , l'in dolente, il tapino e petu– lante meridionale è sta to chiama to agli onor i (1) Ci manca 01ni d110 per toenenre dal lolalc: la tuu degli opi6ci. e pcr~i•>ci es1cniaao dal f.are confronti rer le ciuà m•g• aiori, le cui quote rucJ,e .ono Roro.. •7·◄· Gcno1"a l<J.2. llib.no 13.~, Touno 1-4. Firenie 12.6. Vcnu,e 11.3. Napoli 10.3. l1 teca Gino Bianco dei pr imi posti nell'adempimen to dt'Wobbligo di pagare la ta;;sa sulle case, :inche su quelle da tu,, cnuç:n mdo, abb,uidonate? Le cause! errori d1 principii e di sistemi, difeu i di metodo e deficienze di persone, fisca– lismo sfrcn:ito che culpesia lt: ragio1 1della giu– sti zia e sprezz.1i dettami de ll'economia, ma che si arr esta di fronte alla prcpotcr12:a ed alla frode. I res ponsab1h ? Tutti: da l ministro, che, alla giornata, inneggia ngl1 avan zi di bilancio - <1uasi non fosse motivo di tris tezza In sottrazione contmua :t da nno del risparm io nazionale - al parlamento, alla burocraw i. E respo nsab ile - vor remmo dire - è anche questo misero, scia– gurato popolo nellu sua incosciente noncuranza sorda al risveglio, in quella che potre!Jl>e dirsi vihb. sua, se non rosse invece esp ressione di accascfamento, di ddu sione, di sfiduciu : perchè non crede pili agli uomini e non ha p1l1 fede nella giustizia !.. In questi nostri studi, trattandosi di dover compar.ire quote di t:.1ss~1 tra località diverse - e, necess ariamente, d1 non ugu.ile ricchezza - ci siamo trovati continuamente di fronte alle disugu.aglianze regionali. Con qu esto noi non abbia mo inte~o di fare qui del regionalismo per partito preso . Parlando di Nord e Sud, non in– tendiamo rcr rimina rc sul trattamento più o meno favore vole, che le più povere regioni - per causali diverse - han potuto avere nel pas – sat o ; nemmeno le nostre osse rvazioni van prese per querimonie s tucchevoli di chi attende an– cora ,I saldo dell'elemosina governa tiva. Inten– diamo semplicemente richiamare l'attenzione sul segu ente fatto: che mentre una parte d'I talia si trova in condizioni di progresso e di svilu ppo am– mirevoli ed invidiabili, - di cui tulli , scttentrio, :a ,~~e~1t~~e~~/s 0 t~a~,n~ ft';~~ l~et!1:~I ;i~~~f~~ 05 ~a~~ d'Itali a in condizioni arrctrnt c e, trann e poche oasi, povera o del tutto misera ; - i carichi pub– blici non sono r ipartiti in propor1.ione della ric– chezza, della potenziulit:'I economica e contri– butiva di cinscuna. Èqu esta un'ingiusti:tia da molti anni denunciata e dimostrata. Ma il rimedio se ne att ~nde ancora. ~u;l1~ ei'm-;;;,~;a ·~t ;;~li1! ~~~i~~e: GJr ~~~t~u1t~ parl ano, e che dovrebbe av~re per base, stand o al nolo progetto dcll'on. Giolitti, i redditi accer– tati nei ruoli attuali. Dire che l'im posta terreni del Nord non è proporzi onaUt a quel 50 '/ 0 della totale produ– zione agraria nazionale che vi esiste; dire che, per l'agglornerarncnto delle popolazio ni agri– cole meridionali, ques te soppo rtano un tr ibu– to di tassa fabbri cati di cui gius tamente vanno t or~u:todi~eincfi!~t~ c~se1~!~cf~im!ffe::~ ~ ri ~=~ dcsimo, le stes se popolazioni del Sud, col mag– gior numero di Comuni chiusi pcl da zio, sop– portano le impos te sui comuni in misura mag - ,~~ ~tt ~~tt~0d ~f ! n°J~~~;l 0 3!1 sc: ~s;n ed~p~r~~~ dimostrare che non ~ possibile, non è giusto - e nemmeno legale, a tenor e delle vigenti leggi - che si continui ad impover ire il Mezzogiorno col sottrarn e ricchezza per via di tr ibuti mala – mente rip artiti , illegalment e npplica ti ed inde– bitamente percctti, denunciare tulto ciò per in- fa0r~adel i~: ~i: ina\i~~~:.e~~':Oc~~i, iJ~e;~~~li~~! sar ebbe quello di chi si rifiuta di rinunzia re alle ingiu stizie, di cui gode, dopo che queste ingiustizie sono state indiscutibilmente dim o– strate. D'a ltr a parte, non bisogna dimenticare che ol– tre alle ingiustizie documentate da lle medie re• gionali, vi sono le ingiustizie spe c.iali fra co– mune e comune della stessa regione, frk indi– l•iduo e individuo dello stesso comune. A quel– l'impos ta edi lizia, che opprime con una quota mt• dia enorme un misero comun e del Mezzogiorn o, vi son o proprie tari che sfuggono in larghe pro– porzi oni, aggrav ando per ciò mag-giormcnte l'in– gius tizia dt cui soffrono tutt i eh altri ; e vicc- ~cu~f ~fe:mJ:rsJ~ ; cJ~~!rib ~~~tea~:f1~:;:a dne~nC~i rado cosi rap ricciosamente, che alcuni paga no troppo anche assolutamente, mentr e altri non pagano affatto. E fra le stesse province mer i• diona li sareb be facile notare s1>crc1uazioni as– sai notevoli, per cui ciò che su lle medie re– gionali guadag nano le une va tutto a rendere sempre più grave l'ingiustizin, che pesa sulle altr e. La .sperequa zione tributari a è universale. E non dov rebbe esse r lecito a nessuno gabellar e come gra nde riforma democratico, una nuova imposta, rhe prendesse per base tulle le spe re- quazioni attuali. R. D'OR SA. L etture raccomandate a chi vuo l farsi una seria coltura sui principali e impr orogabili pro– blemi della nostra politica inter na : GIUSTINO FORTUNATO, ll 8'f ea– zog iorno e lo Staio Italiano ; FRAN CESCO P PJ' MA VA, 'Dieci anni di vita /Id/la na, 1899-1909; ANTONIO DE VITI DE MARCO, Per /{ Me..og lorno e per la libertà comm erciale ; L'OPUSCOLO della "Vou ., su la Quesllone meridionale. I nostri abbonati possono otte– nerli a prezzi ridotti, facendone richiesta alla nostra Amminist ra– zione. Sono in vendita presso l'Amm. poche collezioni d,! 19l2 al prezzo di L 10 per gli abbonati e di L 15 per i non abbonati. La storia di una torta. L.1 conquist.1. Dal giornale sindacalista rivoluzionario L'/11- ltrnt11siomrle, 3 maggio 1913: • L' U11io11t Si11tlacal1 ha da to una nuova " prova della sua vitalità e della s ua forza, • è verso cli essa che si volgono le sper anze • di tutti i lavoratori milan esi in quest'ora. 11 Il 30 corr. dinanzi alla S~dc dcli' Unione " Sindacale Milanese, in vinle Lodovica, si • andò formando un assembramento di rne. .. tallurgici , che aumentando man mano diven ne • ben presto una folla di 10,000 persone, che • la crisi indu striale minaccia gettar e sul la- • st rico vitt ime della disoccupazi one e della • fame. Eran o gli OJ>era i add clti agli s tabili- • menti del materiale mobile fer roviario. Come • il salone dcli' U. S. era incap ace a contenere • l'immensa cd impr ess ionante folla dei senza • lavoro, il compagno Filippo Corridoni do- • vette arr ingarla d:t una finestrn de l sa lone ,. che dà s ul viale. Egli fu acclamatiss imo. " Indi la folla in corteo compatt o mosse 11 vtrso la pref et111ra, preceduta dal Consiglio " del Sinda cato Metallur gico e da Filipp o Cor– • ridoni. La Commissione uccompagnata da " Bacchi e Corrid oni venne r icevuta dal Pre– " fetto Panizz ardi al quale il Segretario dell'U. " S. M. espose le ragi oni della protes ta. Tutt e " le settimane nelle più impurtauti officine del- • la città come Miani e Silvestri, Elve tica, Elet- • tro ferroviaria e Car minati si licenz!ano sc m- • pre nuovi operai, mentre si 1liminuisco no i • salari. La domanda degli operai i de il Go- • ver110 i11ltrvenga presso questi sta/Jilimtnti a • cui dà vita pw ovviar, che a g ravissime con• • Yg-11en~t possa la f an11 cont/111-rtgli operai. • Il Pre fetto do:,o aver esp resso la sua mera - • viglia per la mancanza di lavor o nei detti • stab ilimenti, assicurb c/11 oltrt aa milioni di • lavoro so110 stati loro concessi dallo Stato, • prom ettendo di interessa rsi prt sso gli indu- • striali per chè venga pre slo eseguito. " Finito cosi il colloquio c~l prefetto, il com– " pagno Corrid oni ne rifcrl alla mass a raccolta " sulla Piatz a Monforte i risulta ti. Orn - egli • disse - se malgrad o ques te pr omesse il la- • voro non dovesse venire, voi dovete trovarvi • pronti ad usar e della vostra forza per irn- • porr e che ogni ge nere di ostruzion ismo ab- • bia fine e che l'esec uzione dei lavori sia sol- • lecita •· La entità della torta . Seco ndo il telegramma inviat o dall 'on. Chiesa all'on. Giolitti il 27 luglio, i bilanci delle ind u– strie per cui la dimostrazione si1_1dac lista e ri– voluziona ria del 30 aprile invocava ordinazion i dall o Stat o, • hanno dato in ciascuno degli ul– timi esercizi un utile medio di oltre il 7 per cento sul loro capita le di 30 milioni "i n1a que· st'util e è il resultato dei • prezzi di preferen– za ", che le nostre Fer rovie concedono ai for– nitori milan esi, prezzi - che rnggiungono fino il 20 per cento di maggiorazione sui prezzi di possibile :acquisto dall' indu str ia estera •· E il St colo de l 15 agosto conferm a le notizie date dall' on. Chiesa, scrive ndo: - Esaminand o i bi– lanci de lle quattr o Societ:\ de l materiale mobile in questione, troviamo che mediante il sussidio (o protezione) governativo, f'SSe hanno realiz– zato, ollrt ad amm or/am tnli f ortissimi e supe– riori a qutlli 11ormali e staluta,i, utili netti per circa tre milioni e trecentomila lire, utili che oltre alle riserve hanno perme sso d,i retribui re il capi tale da circa 1111 dtcem1io con un interesse del ?°lo e di versare regolarmente ai pochi consi glieri di amministraz ione oltr e 250.000 lire annu e" · Come dev'esse r facile, col 20 °lo di magg iora, zione a sp ese di noi poveri minchioni, dar prova di quello u spirito d' inbda liva "• cli cui gl' industriali milanesi si vant ano continu amente e con cosi poca modestia! L'on. Giolitti, nella risposta all'on. Chiesa, non ha sme ntile le affer mazioni del de putato repubbl icano: • Quanto ai prezzi del mater iale mobile - egli ha telegr afato - può ess ere che andando all'estero si trove rebbe a condizioni alquan to migli ori; ma ciò se rcc:herebbe danno agli indus tri.ali, sareb be un vero disas tro per la classt optraia •. L~on. Giolitti ragiona come un socialista riformista e cooperatore qualunque : la closs, op,raia , secondo lui, non è format a da i

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