L'Unità - anno II - n.29 - 118 luglio 1913

• • L' UNITÀ 337 Le ideologie democratiche e " L' Unità ,,. < 1 > In un mio preceden te ar ticolo • Ptrchi I' U– ni/ti ,tovrrbl,t bastar, • pubblicato nel n. 2~ di quuto ginrna l(', io dissi che il nostro movi– men to può far le sue reclute in tutte le vari e frazi oni democr:itich.-, senza che queste reclut e si vedano perciò costrette a bollar e a mare le loro vecchie ideologie, sia no esse la socialista, o la repubblicana , o la radica le, o la democra– tica /011/ court, abbiano base idealistica, o cri– stiana, o anche puram ente naturale. E sogg iun– gev o~ che può esse r necessario , se mai, un pro– cesso cli rev,sione per queste vecchie ideologie; ma che use . nei loro nuclei fondamenta li non poss ono trovarsi in contrasto col prali cismo dcl– i' Unild. Mi si pe rmd ta di chiarire un po' meglio que – sto mio co11cetto, - accettal o il qua le mi sem– bra si risulv.1 naturalmente il problema dei fini che noi ci proponinmo. Se io non m' inganno, tutte le ideologie de– mocra tiche - Sludiate alla luce dell e rappr e– sentazioni elle di esse diedero i loro primi aposto li - hann o questo comune gra nde prin – cipio anim~ tore: che alln vecchia società, basata su privi leg i e disuguag lianze d'ogn i genere, debba finalm ente succedere una nuova società, in cui non sia più legge il privil egio e la disuguagli an – za - che non viene da natura - ; ma legge suprema di tutto l' ordimunento sociale sia l'ugu~g lianza di posizioni giu ridiche iniziali di tutti gli uomini dinanzi alla natura e a tutto ciò che essa offre di beni morali e materiali. Quindi 1°) guerra a tutt e le forme di privi legio, esis tr-nti nella socie tà attua le, qua• )unque sia il loro gen :-re ; 2°) legge del lavDro, nelle migli ori e più umane condizioni di bene!• sere, es tendibile a tutti gli uomini, in misura delle loro vc1rie attit udini e capa cità fisiche e morali Come si vede, un eleme nto ntgalivo di– stru ttore della vec"hia socie tà, e un eleme nto positivo ricos trutt ore della nuova. È vero , ht:: le var ie ideologie democra tiche tr adizionali furono caratter izzate nel loro na• scer c - e si mantennero poi tali più o meno sempre - da uno piu ltosto che da un altro degli clemen ti, che doveva no esse r parte inte– grale della socie tà futura. L'ideo logia socia– lista, per ese mpio, si contra disti nse per la nuova struttura economica di carattere colletti– vistico, che doveva ass umere il futuro ordi na~ mento sociale. L'i deologia repubblica n:1,più che • dei futuri rapporti economici, senza però tra– scu rarli, si pre occupò principalmen te delle for• me di governo che doveva n prevalere nei fu. turi sta ti dem ocra tici. Fina lmente l'ideol ogia ra– dicale, o democ rat ica che voglia dirs i - non certo quella degenere e ar ri\'ista di oggi, postas i qua s i per intiero a servigio della vecchia SO· cietft borghese, ma quella autentica che si CO• glie nei suoi miglior i teorizzat ori - un po' oscil– lan te, a dir vero, amò meglio caratt erizzars i per il metodo di azione che si dove,•a segui re pel rnggiungimento di quelle finali tà. Questo met odo di azione fu concepito come una lenta conquis ta, una gradua le sos tituzi one dei nuovi ai vecchi valori sociali i ma una sostituzione , che non doveva arr estarJi , con pa tente illogicità, a mezzo il c.,mm ino, ma dov('va giungere fino alle ultime conseguenze , anche se 11011se mpre chiara mente int nwvi~ te. E questo metodo di azione, del P<trtito radi cal:, de tte occasione re– centemen te all'on. Murri di cluamar lo - con indovinata frase - il parli/o dtlla rta/it:;a:Jiont, quando ess o intenda, con vera se rietà di pro– positi, a rea lizza re i nuo,,i valori sociali in seno alla socict:\ borghese. Mn se tutt o ciò è vero, è vero ahresì che, esa– minnnd o attentamente queste varie ideologie, nel fondo di ciascu na di esse troveremo se mpre appun to agitars i quei due elernen ti accennati di sopra: guerra a tutt e le forme di privilegio es istenti nella socie tà attua le, e legge del lavoro applicabile indi stintamente a tutti gli uomini. (1) la ,liscussiont sui fi11i, srtlr i,idirizzo del 110s/ro gio rnal e i vt 1111/a mm o 11tllt 11/lime stili– ,,,,,,,,, 11011ptrcl,i volessinro lro11carla, ma ptrcl,i ; 11ostri collabora/ori, cl,e ci avevtm o promesso di tt1rlt ci/mrvi 1 so110 stati imptditi da c,llri imptg11i, oppure l,a11110 smtil o il hisogno di ritlahor'1rt pui riposnlmn r.11/tle loro idtt prmu, di cm1t11larlt di nuovo al f uoco dtll" discr1ssio11r.. La quale ri– comin cio ora t co11lim1trci, sptrm mo, se11.ca inltr – ruciont fi11cl,l ,,on ci parra vmulo il momml o di riassumtrt t co11d u11dtrr. l'u. D'altra part e, solo a questa condizio ne - di possc-dere ci~ ques t'an ima comune - i vari ideali democratic i posso no godere del diritto di cittadinanza in mez·o agli uomini. Dh·ersa – mente, essi non sarebbe ro che nomi vani senza soggetto, e quello che è peggio delle vere tur – lu1>inature. Ciò premesso, è natura le domrmdarci: questi slt' ssi princip1, che ani mano di sè le v.1rie ideo – logie democrat iche, non troviu1110noi che perva – dono e informan o anche tutta la modts la, ma condu dentc opera di pralicismo, che va facendo la nostra "' Uni/ti 11.? L'idea le del nostro gior• nale, attraverso il suo propugnare de termi nate soluz ioni concrtle de i problemi della nostra vita nazion.1le, non coincide pienamen te con ciò che dovrebbero avere in comune i vari partiti de• mocratici : - realizzare cioè una società, in cui abbia fine ogni forma di privilegio, per dar luogo alla legge di uguag lianza e di lavoro ? Intravvedendo, più o meno consape volmente, i principi comuni alle vari e frazioni democ ratiche - ques t'unilà democrn tica nella variefa deg li alle ggiame nti -, che cos'a ltr o fanno tutti i col– l11borator i del nostro giornale, se non rich iamarsi continuam ente a quei princi pi, e indicare le vie di una azione per tradurre nella prati ca gli ideali fin qui vaghegg iali - ahi ! troppo e troppo spesso! - solt:rnto in as tratto, da chi av eva il dover e inv ece di farli avanzare nella rea lta e-.>ncreta? Dato ques to suo compi to di risveglia tore e suscitatore di vecchie fedi morte, '> ilhingu idite, o guas te, e non di creatore di nuove fedi, - è na. tur ale che il nos tru giornale non ~bbia sentito affatto su l nasc ere il bisogno di andare alla ri• cerca di una nuova formola, che lo distinguesse da tutti gli altri giornal i. Ed anche quan do ad un cer to punto del suo cammino è pars o ad alcu• ni amici esser necessario ado ttare una formola nuova, era naturale che il dirett ore del giornale respinge sse ogni tentativo per ridurre il nostro desiderio di azione coer ente e feconda negli an• gusti termi ni di una nuova definizione. Basta n noi richiamare i vecchi partiti demo • cratici aberranti da lla mèta al loro v.ero uffizio. E perciò noi amiamo questo nostro piccolo gior– nale, che grida forte e senza mai stancars i qual'è la via maes tra, per cui i vecchi part iti demo crati• ci devono mettersi oggi, se vog liono assolve re il lor o compito - l'uni ca via lungo la quale, in mezzo alla ribalderia e al ciarlat anismo dei più, sia possibile far avanzar e lentamen te ma sicu– ramente la realizzazi one dell'idea le democ ratico. La dem ocrazia dei fatt i, • ht vera pra tica de – mocr:tticn •, ceco il ricostitue nte da sommini– strar e ai vecchi partiti logori e imputridi ti. Pro– muovere concrtlammlt ne l senso voluto dal vero interesse democra tico, e si può p11rdire - anche se l' U ,11/d non 1• ha mai detto espressa – mente - iu "" senso socialistico, le soluzioni dei proble mi, che via via si presen tano da ri• solvere , ecco il rim edio grazie al qua le i vec– chi par titi potrnnn o tosto rinsanguarsi e ritornare a nuovn e più ricca vita. Que llo che non s i riesce a cnpire è questo: che gli uomini delle va rie frazioni democra tiche, che dovrebbero esser fatti appos ta per inle nde rsi nelle lin<'e sostanziali di una vigorosa e con– crtla azione di avanzamen to democrati co, non trovino oggi la via di quell'intesa, e quello che è peggio lavor ino in direzioni de l tutt o contra– r ie ul vero interesse democratico. O-,sia la cosa si comprende beniss imo, e seguiter.\ a sussi• stere, fìnchè le masse dai vari partiti de lla de– mocrazia non rilrovtrm mo la loro anima , e non avra nno la forza di respinge re da sè tutti quegli uomini, che camuffa ndosi da socialis ti o repub– blicani o rad icali, ma possedendo un'anima schie ltamente borghes e, non ha nno altra mira che dis tra rre i par titi democratici dalla loro via, e truffare vergognosament e il popolo che aspe tta giustizia. L. M. J\ ·et prossimo 1111 mero fJu/Jb/icltcrcmo i"/ lesto della confcrw:a fatta alla Pro -Cul– tura di 1-i·rc11ze, la sera del 2 ciuc110 pas– salo, da.l/'011. ANTON IO DE Vrn DE MAR – CO, per un programma d'a:i o11e tfemo– rratira. l nostri amici lroverau110in questo lavoro coordiuatc e sistemale 111ag11ijìca- 111e11/e le idee diretlt've della ·nostra oper a ,; 110ndu/JitiOmo&!teparccdlt.° di essi se ue servira11110 come di ottimo 111odc/lo pc, la propaganda nella prossi111aca111pag11a elet– torale. o Gino Bianco I partiti democratici e il problema doganale. I ndlca ll. Secondo il Consiglio della Società democ ra– tica Lombarda , il programma dogana le del Partito R:tdicale donebb' essere il seguen te : 11 Afferma ta la tendenz~ verso una gradua le • att enuazione de i daz i protettivi, specia lmente • in confronto di alcune industrie che vivono ." drg h enormi benefici della protezione, noi rin– " no,damo il voto che i nostri negoz iatori colla " tutela oculata de lla econo mia e della 1>rodu- • zione italiana - tutclu che valga anche a tro - • var riparo contro il contrabbando legale (dwn · • pmg system) organizzato a danno dell 'indus tri a • nostra - sappi ano contemperare i grandi in- • leressi de lle classi più umili e della mass a a dei consumato ri •· Generosa cor tesia a chi ci sa s1>iegare in que – st'ibis rtd ibis quale indirizzo dovrebbe segu ire nella riforma del regime doganale un Govtrno • radi cale •, che volesse somigliare al figurino della Democrati ca Lombarda. E pensar e che sono que ste le idee dei radicaE di sinistra an timi• nistt'riali. Immag iniamoci le idee dei radicali di destra, del culibr o di Fra ncesco Mira, Ugo Marcora e.... Riccardo Luzza tto I Un atteggiam ento più chiaro accenna ad as• sumere in questa questione il Pe11sitro radicale di Roma ; il quale ha pubblicato lo statuto ddla Lega antiprotezionis ta, e riconosce che la que– stione dei trattat i di commercio ~ oggi "' essen – ziale • per il nostro paese , e promette .il suo appogg io alle iniziat ive del Gruppo di propa– ganda antiprotezionista costi tuitosi a Roma. Ma fino a che punto gli accenni antiprote::io• nisti del Pt11siero radicale rispondono ali' idee della massa del par tito e dei condo ttieri del medesimo? Il Sa rac,110 1 per es., che è pur un gran lamp ione de l radicalismo, non se la dice poi troppo male coi siderurgici. E l'on. Arturo Luzzatto non t forse, anche lui, radica le? Perciò molto bene. ha tatt o il nostro amico e collaboratore Guglielmo Zagari a domandare alla Direzi one de l giornale, nel numero 5 luglio del Pm si,ro radicale, che i candidati radicu li, • di cui si trova no le lodi nella terza pagina del giornale•, sie no invitati a dichiarare esp licitam ente se ac– cettano, s1 o no, le soluzi oni concrete, per le quali si comba tte nella prima pagin a • del giornale me– des imo•· E assai opportun amente la Direzione del Pt 11sitro radical, ha indett o un ,.,f erc11d11m fra i deputa ti, i candidati, i presidenti delle Se– zioni radica li, per sape re che cosa ne pensino anche della ques tione doganale. Seguiremo con attenzione le rispos te al refe• rmdum : ved remo quanti e come risponderanno, e quanti non risponderanno; e informeremo i nostr i lettori dei resullati. Ad ogni modo, è interessa nte questo spirit o nuovo, con tendenze liberal i e liberis te, che tenta nel par tito radica le di orga nizz::ire i dis– sidenti su uu program ma concre to di rifor me politic he ed economic he. Sul Pm siero ratlicale si riconosce financo che • per orie ntare il partito verso soluzioni con– cre te di quelli che sono davvero i problemi gravi cd improrogabili della vita nazionale, è neces – sario liber:usi da quell'ant iclericalismo di ma• niera che inquina e snatura il pa rtito radicale "· Chi a,•rebbe mai cred uto. possib ile che un gior– nale rndica le ci proponesse tale ordi ne di di– scussioni? Con questo, non diciamo che sia il caso J i elevare ditir:.11nbi al rinnova111enlfl di questo che ~ senza dubb io il più ... mollusco di tutt i i partiti democratici. L'es1>erienza ci ammonisce di non illudersi troppo e attendere. Occorre, in chi vuol fnre ope ra ve ramente utile e fecondn, la vir tù della resistenza e della per sistenza. Occorre sopr:,tt ullo il coraggio di ribellarsi risolut:trnente e aper tamente contro i condottieri, rammo lliti o truffatori . E occorre perciò un grande disinterf"sse personale, il di– sgusto per ogni ten tazione di arrivismo , la in– difierrenza per le scomuniche e pe r gli ostraci– smi. Perch~ la nostrana democrazia ha anch'essa la sua congreg::izione cieli' indice e le sue sco– muniche lolae st11lt11liat. Merito maggi ore pe r chi sap rà piega re la mentalità radicale acchiappanuvole ad una con– cezione pos itiva ed austera dei doveri di una autentica democraz ia. I aocla1htf. Nella sedu ta del 16 giugno, la Direzio ne del Par tito socia lista ha concre tato la piattafo rma elettorale del Par tito. Nell'ordi ne del giorno ap– pro ,•ato non manca un appo sito ar ticolo, in cui si afferma la necess ità di II una politica doga • nale apertam ente lib"ris ta, specie in vis ta della rinnov:tzi one dei tra ttali di commercio, in pre– cisa opposizione al prot ezionism o industri ale ed ed a quello agrari o "· Durante la disc ussione prf"paratoria, Arturo Vella ha sos tenuto che il Par tito, "'o ltr e alla ri– gorosa afferma zione de i massimi princip i, la lotta contr o il militarismo e contro l'attuale imvr esa coloniale, debba assol utamente pro porsi dei pun ti co11cr,li , come unu politica sa ldame nte li• beris ta sul ter reno dog,urnle •· E il Fioritto di Foggia ha sos tenuto vigorosamen te l'op111ione del Velia , insistendo nella nec~ssità di una af– fermazio ne liberista • non solo per ragioni teo– riche, ma anche per rugioni di oppor tun ità del momento. perchè i vari protezi11nis1isuddividono gli interess i della classe • lavflratrice in Italia , crean do degli antag onismi di gruppi e di re• gioni, che annebbia no la visione netta de lla lotta di classe"· Non si pC1lrebbe nè par lare nè votAre meglio e più scx·ialist icamente d, cosi. Tutt o sta ora a vedere se dal deuo s1 passer'tl al fatt o, e se gli clemen ti liberis ti rit:"Scirnno a vince re la resistenz.a pass iva e so rniona, che non man che– ranno di oppor re.... quegh altri. I quali non !"ancano, tQtt'altro. Durame la recente discus– sione l'on. Agnini - tò, chi s1 vede ~ - è ri• tornato a fare la sua vecchia distinzion e tra ca– pitali mobili e cap itali sh1bili, • non divid endo il concetto de l puro liberismo sptcie sul terrmo industriai, • ,- in compenso ha s ventolato il ban– dieron e cosl comodo del • grande fundo politico socia lista •· Cagnoni (di Ra\' c::nna: guard a che combinazione! ), _.crede che il progra mma deb• ba essere ispira lo ad una gc::neralhà di pro– blemi e ad una riaffi::rmazione massimalista; non vuole elencuzioni di riforme, ma chiar e affer mazioni di pr incipi • : come tornan o a pr oposi to quel principi.,. massima listi. E Bacci (anche lui di Ravenna: guarda che combi– nazione!) vuole che la dire zione affermi il cri– terio an timonarchico e il criterio antimilita – rista in modo categorico e tassativo; ma quan to al resto • è bene non sce ncJe1 e a molti parti co– lar i, perchè se ci incam mrniamo sulla via del– l'elencazione, rischier emmo di smarrire la gran – de linea della lotta di classe •· Costui - i nostri leuor i se ne ricorderan no - nell 'aprile scorso, nel Consigli..>naz ionale della Confederazione del lavoro, trc-vava troppo poco liber isticamentc intr ansige nti le idee nnt iprote• zioniste de ll'on. Graziade i. E contr apponeva al– l'ordi ne del giorn o riformista dell'on. Grnz iadei un ordin e del giorno, proprio rrrrlvo 1ui ionario, col quale invi tava il pr oleturilllO d i tullo il mondo a combultere per ottene re l'i,bolizionc dei dazi doganal i in lutto il mondo. T re mesi non sono p:1ssati, e dei suoi antichi furori sembra che non conse rvi più memoria. E il nostro Mug ebbe buon naso allorchè scr1ss•. su l'Uuiltì del 18 aprile: • Parla re di un' agi 1:m one intc1na • zionale per l'ab olizione di 1utt1 1 dazi è, oggi, U'la cosa poco seri11. Certe rivoluzioni non si compi ono con la facilità cÒn cui si c,,nnpd: 1 un ord ine de l giorno. Ed è vera11t"ntc strabili:mte che quella aft(:rmazione cosi ngiJan Hnte avversa a /11lle le corrmli protttsionisle veng::i proprio d:.1I Bacci, che qua ndo fu <.)ircttore dcli' At•fmli si guardò bene dal toccare ht question e doganale e dal fare qu:ilsiusi campagna ant iprotczion;s ta, e che è segre tario oi;gi della Canwra del luvo ro di una provincia (Raven na), in cui ogni altro giorno si invocano dal protettore Gove rno con– cessioni di lavori pubblici per lenir~ lu 1>iaga de lla disoccupazione. O il 13acci non ha pensa to agli effetti che un'i mprovvisa ~bolizio ne di tu tti i dazi produ rrebbe su ll'economia pu bblica e alla crisi in cui sarebbe gettata la classe operai a ; e ques to non testimonierebb e trop1>0bene della se rietà e del se nso di r~spo nsab.J ità con cui si studiano da certi gru ppi cert i problemi. O eg li vi ha pensato; e poichè non è lcc1tt> suppor re che si attenda da quella crisi lo scop pio e il trionfo della rivoluzione so.:iale, vuol dire che egli intende sta rsene pago di affermazioni intran-

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