L'Unità - anno II - n.28 - 11 luglio 1913

332 L' UN I T À • del nuovo 1.stituto dì credi to per la coopera• • zionc: • domandano che nella formazione dei Con- • sigli di rcggtnza, e precipuamen te nelle com- • missioni di .sconto, siano in modo assoluto • esclusi coloro che abbiano in qualsiasi guisa • interess i contrari alla Cooperazione e che sia • dato congruo nume ro di pos ti ai rappr csen– ., tanti dire tti de lle Coopcrnt ive; • che il nuovo Lstilut o funzioni sollecitam ente • per ovvia re il dan no gravissimo dcrivnnte dalla • I imit azione de l credi to, prnticnto fino ad oggi•· (Avanti, 3 lugli o). Ma - a pane ogn i discussione sulla cu– riosa pretesa che l 'Amministrazion e di un istituto di credito debba essere affidata no n a chi mette i capita li, ma ai futuri... debitor i - ndi ci domandiamo in che cosa l'ammissione di qualche riformi sta più o meno di sinistra nel onsigllo di amm inistrazio ne della Banca del lavoro o nelle Co mmi ssioni di sconto possa mutare il caraltere fondamtnta le di questo istit uto, e possa far sl che i iappresentanti delle Casse di Risparm io e della Banca d'l• talia e de lle alt re organizzazioni e consen •a• tr icì » 1 che hanno con tri buito a formare il capi tale dcli' Istitut o, non tenga no esse i cor– doni della bor sa e non se ne servano per e inchi oda r » abilmente i coope rator i biso• gnosi agi' interess i politici delle filantr opi che banche sovven trici . Gira e rigira, una banca non può e55ere che una banca; e chi fornisce il c:2pitale alla ba nca, deve logicamen te amministra rla; e il cap itale non possono J arlo (la scope rta non è pereg rina) che i capitalisti i e una Banca <lel lavoro, creata e ammini strnta da capita· listi, con o itenza la partecipnione di qualche coo peratore più o meno socia listoide, non può non crear e dei legam i di subo rd inaiione non solo economica, ma anche poli tica, fra i coo• perator i debit or i e i capilalisti creditor i. La sola via per sfuggi re all'addomestica• mento bancario ~ di non fare aflnri con un istituto, che tutti ricono scono pericoloso o mn l fido. Ma in nessuna protesta abbiamo visto che i cooperat ori min acci no un sl gran rifiuto. I cooperatori fiorentini, anzi, fanno vo to che e il nuovo Istituto funzioni solle– ci tamente ». Quelle proteste sono un po' come gli ultimi deboli scrupoli di una vinù, che ha frett a di capit olare .... Coopera:ion c e democrazia. Fin ora , nel nostro paese, de lle tre form e fondamentali, in cui possono classificars i gli .istituti cooperativi : coope razione di consumo, di produzione e di la,•ori pubblici - 1 le cooperative di consumo e di produzione si sviluppa vano faticosamente, ma liber amente, co me tcntati \1i di orga nizzazione autonoma della classe lavoratri c~ e della più minuta borghesia. La coop erazione di consu mo sembrava ave re davanti a sè un grande avvenire: solo occorreva non sforza re la e,•oluzione naturale delle cose, !asciare che ogni esperienza si producesse, aspe ttar e che i consumatori co– strui ssero a poco a poco, con le loro forze, prov :tndo e riprovando, le line e fondamentali di una nuova organizzazione del commercio e fors'a nco della produzione. Le cooperat ive di produz ione semb ravano meno suscetti bili di un lnrgo sviluppo e meno capaci di assur– ge re alle forme delicate e complesse del grande capitali smo ; e for!e era bene che fosse cosl : perch~ una cooperativa di produzione minac • eia conlinuam en le di trasformare i lavoratori :1ssociati in un gruppo ch iuso, protezionis ta, ego ista 1 solida le con gli interessi delle im– pre se capi taliste ana loghe, ed ìndifteren te o uvverso agi' inter essi ge nera li della class"! lnvor:ttri ce e de l paese . Ma an che que ste or• gan izzazioni 1 fìnchè rimanevano libere da ogn i vassallagg io govern ath •o o bancario, non rap– prescnt.n ·ano nessun gr.we perico lo per la sincerità e la efficacia del movimenio prole – tario e democra tico. l e difficoltà, in cui cooperat ive di con• sumo e di produzione si dib :ute\ 1 :100 1 nasce – vano, in par te dalle difficoltà intrinseche di qua lunque org ani11azione coopera liva 1 in parte dalla mancan za di cnpitJle, Ma chi non sa che la classe proletaria è tale appunto pcr– ch~ non possiede ... capitali? Le attuali grandi organiuui oni coopera tive della Germania, del Belgio, dcli' Inghilterra non cominci a– rono ap punto con scarsissimi capitali ? La gloria più pura di quelle organiu.nioni non era appunto quella di es.sere venute su dal nulla, grnie ai sacrifizi e alla tenacia de i prole tari associa ti ? La peste del movimento socialista e de mo– cratico risieden tinora quasi esclusivarl t nte nelle coopera tive di lnori pubblic i. Le quali, anche quando sono ammini strale bent, anche quando eseguiscono puntualmente i lavori, anche quando la loro minore litigiosi tà in confronto con gli appaltatori isolati non di– pende da maggiore cor ri,•ità delle pubbliche ammini strazioni ad essere indu lgenti pro ho110· pads verso le domande di e poveri l;vora – tori », - anche quando sono, insomma, sane e buone impr tse economiche, la cui opera riesce utile all'amminis trazione dello Sta;~, com, 9utlla di qual11119u,appallal or, on,slo , coscùn(ÌOSO - non dovre!,bero essere protette da nessun partito poli tico, più che non sia lecito proteggere qualunque appaltatore pri– vato. Una coopernliva di b vorì pubb lici no n è che un' associazione di privati, che ese rcifano l'indu stria deg li appa lti. Che quesli privat i sieno prole 1ari anzic h~ capitali sti, che parteci• pino personalmente ai lavo ri anzich~ ricanrne un profitto senza lavorare, - queSlo nulla to · gli e al fatto che gl'interessi della cooperativa, come qudli di qualunque app.,lla/or, pr ivalo, sono in conftitto con gl1 interessi dei contri – buent i, i quali fornisc ono all'amministrazione de llo Stato i fondi nece,sa ri alla esecuzione dei lavori pubbl ici ; nulla loglie al fatto che gl' interessi dei soci della cooperal iva, come quelli di qualunqu e app.,lla lor, prit.•alo, dipe n· dono in misura larghluim:a dal beneplacito dell'amministrazione dello Stato. Si legga un qua lunqu e capi tol:uo d'appalto, e in ogni momento della attun1.ione de l con– tratto, dalla prima aggiudi cazione del la– voro ali' ultimo collau do dcli' ultim a opera d'art e, l'a ppaltatore - singo lo o cooperato re - ~ alla merd dei funzionari del Mini stero dei lavori pub blici, e de,•e andar e d'accordo con questi funzionari, se vuole finire ancl,e 011eslamenle il lavoro senza troppe difficoltà. Sotto questo rispe tto, una cooperati va di lavor atori, scarsamen te fornita di capitali , bisog nosa conti nuamente di anticipazio ni, in• capace di far fronle ai casi fortuiti, si tro va in condizioni assai peggio ri di un privato 1 che sia largamente fornito di capitali e pronto magari a.... cor rompere i funzionari, che do• vre bbc ro sorvegliarlo. La pr ima conseguenza di questo stato di cose è che una coope rati va di lavori pubblici no11 pub godere di ness1mt1 indipmde11{a polili'ca, meno ancora che non possa goderne un ap– palt atore privato che non voglia seccature. E la seconda consegue nza è che le coope rative di lavor i pubb lici sono organizzazio ni, i cui wc i sono cost retti o prima o poi a vendersi in blocco ai politic anti di qua lunque partito : un calcolo mal riuscito, un caso di forza maggiore per cui non si possa legalmen te esigere un inde nnizzo, un qualunque incide n– te che metta in forse le sor ti finanziarie della organin 11.ione, costr ingono gli organizzati a invocare pietà dal Go\·err.0 1 :a mobilita re i deputati per evitare il disastro, a conside rare come benefattore quell'uomo polit ico, che po rti a salvamento la baracca, anche se 9msl'u omo rnmpit in a/lri campi 1m'a{i011t poli fita /un •ers.,. E pii1 que ste coopera tive si sviluppano, più capitale accumulano, piì.t giand i masse riescono ad irre ggimenlare, più interessi raggruppano intorno n sè 1 - e più l:trgo e più profonde, diventa il pervertimen to poli tico degli organizzati. Que ste considerazioni di buon senso avreb· bero do\'ulo indurre il Part ilo Socialista a rompere risolutamen te ogni rapporto con le coope rative di l:n·ori pubblici. Bisognerebbe che la classe la\•oratrice si a,•,•ezzasse a con; siderare i lavora tori organizza li nelle coope – nuive di lnvori pubblici com e perduti per le battaglie poli tiche del pro letaria to. Invece , i deputati e gli 3spiran li deputati 1bliotecaGino Biac,co del Part ito Socialista e i funzionari stipen · diati dall e cooperative, sono riusciti finora a far credere agli altri la,·oratori che le coo · pcrath •e di lnor i pubb:i ci sono la quin tcs· scnz.a del socialismo. E il Part ito soc ialista, inquinato e perve rtito da questa form a asso– lutamen te ant isocialista di coope razione, ~ arrivato ad essere un esempio tipi co di quell a che il Romag nosi chiamava stupendame nte e la prevari cazio ne dei partiti » 1 che si ha quandò un part ito • o non 1iisce 1 o agisce in senso contrario al suo dove rt , sccondand o le mire de l partito opposto ». Ed ecco che ora la Banca del lavoro viene ad offrire per conto del capitalismo privato la possib ilità di nuovi nodi scorso i non solo alle coopera tive di lavori pubb lici, che erano già cost reue a rimaner subordina te alla buro– crazia statale, ma anche al le cooperative di consumo e di produzione, che 11ell'i,,s,4me finora facevano le loro pro,·e in piena libertà e si potevano considerare sicure da troppo pericolosi con tagi I E non b forse a caso che la Banca del lavoro so rge proprio oggi, alla vigilia de lla prima prova del suffragio uni \'ersale, e al– l'anti vigilia della lotta che dovrebbe iniziare la classe lavoratrice co ntro le nuove mina cce del prot ezioni smo dog anale . G. Salvemlni. Una raccolta di monografie sulla politica doganale . La lrga dtl li/uro M'ambio francesr, che tantr. benemerenze si ~ acquis tata per la sua 01>era a favore del mo,•imento liberista in Francia, ha ora iniziata la 1>ubblicazione di una se rie di monografie, che in forma chiara e facile pos– sano utilm ente sen •ire a diffondere nncor più le idee liberiste. Di ques ta 'raccolla, che deve esser segui ta con vivo interesse da quant i si vogliono ad operare a favore del liberismo economico, sono gi:\ uscili due volnmi. Il primo dnl tit..,lo le Biltm du pro/ttlio,,is,,,, " ' Frane, scrill o da M. G. Schelle, esp one in una manier a chi:.ra e sinte– lica le diverse fasi della politica economica se – guita da lla Fra ncia da Colber t fino ai nostri giorni, mette ndo in e\•idenza i dnnni che al paese sono derivati dalla politica protezionista che esso sr gue. Il secondo volume, uscito proprio in questi gior ni, ~ dovu to allo stesso pre siden te della Uga, J ves Guyot, ed è intitolat o l'A . B. C. du libre icha11g1. (Edit ore Felix Alcan, Par igi, prezz o lir e due). In questo suo lavoro il Guyot, dopo aver ampinrnente illustrat o i principi fonda• mentali delle teorie liberi ste, dimostra, basan• dosi su eleme c.ti e dati economici dei vari paesi, la necess ità Jtll'avvent o di una politica libero – scamb ista se si vuole un vero e real e sviluppo delle varie nazioni. L'esposizio ne del Guyot, se mpre chinrn e fa. cile, nellu esposi zione tanto dr-Ilo teorie qua nto dei fntti, è cosi sugges ti\'a che credo sia da parle nostra dovero so contribuire a diffondere ques to libro , <'he non può non esercitar e anche 1>resso di noi una notevole inOuenza. Esso contribuirà intan to, prima che la nostr a Ltga anh'prolaio – ,,;s1a possa iniziare la serie delle sue pubblica– zioni, a rafforzare le convinzioni liberis te in chi gi:\ le ha, ad avv incere al nostro mo,,imc nto molti di coloro che sono ancora incerti, o non han oo ancorn avuto il modo o la volontà di for- mars i un'opin ione sullo spinoso problema della politica doganale . M. S. Agli assidui non abbonati. li 11oslro giornale ha ,,,, largo m1111ero di le/lori t1.ffe{Ì011alie fedeli , c/11perb lrasc11ra110 di ahbom1"si. 1:.ppure fui/i sanno che la / orta di tm perio– dico setlimanale rlJiedt solo negli abbona– menli. la t•wd ila al mi11ulo rappresm/a per le a11111ti11islra(Ì011 i gi'or11ali'slid1e una causa di /orli p.zssirità e di noie 111fi 11ile, anche q11. 11do i ri:-mdil ori sono p,mluJli nei p.11.1,,,enti e 11011 lror.1110 opporlu,io iula.ccare essi lullo il pr Ot'ml o dtlla t't11dita, il c/1e actad, troppo spesso. Il 110s/ro giornal e, per vù•ere 1 lta bisog,u; di 2000 abbonali. Se molli dti noslri le/lori non ahbonali/J a ssero il piccolo sfor\O di ahbonarsi, la co,di11ua\ÙJ11e de/ g,'or11al, sart bhe assi– curala. L' entente clerico-giolittiana Il Corritrt di C1J,so11e (Bergam o), giornale tcl· timanale c.leric.ale, pubblica il resocon to di un Congn:sso magistra le circondariale della Tom– maseo tenuto a Clusone il :a6 giugno. lo stesso giorno in rui a Berga mo si riunìvnno i soci del· l' Unione Ma.gi.strale Nazionale . • I mnestri, che sono convin ti della necessi tà delln Religione nella ~cuoln, e non so:10 asserviti alla Masso – neria, inte rvenner o o nderirono al Congress o di Clusone; i 111:.ssoni o massoneggianti anda– rono a Bergamo • - spiega Il giornale tto cle– ricale , secondo cui chi non è cleri cale è mas · sone o assen·i to alla Masso neria, come del re– sto per i massoni chi non è massone ~ clerica le . I pre ti \•erdi e i pre ti neri si soo,igliano in tutt o fuor che nel colore. • Al banco della Presidenza - leggia mo ne.I resoc onto - presero poll o Il So1101rrf,llo 1 l'Ar– cipre te, il Sindnco, il Prtlor,, ecc. Pre nde su– bito la parola il maestro Gamba, Preside nte de1la sezione Bergamasca della Tonunaseo , che saluta i colleghi e nvo lge parola d i gra• zie alle Autorità intervenult , facendo ,rolar, 1sstrt In prima vo/111c/11m,forilii pobltcht , giu· di.Diari, o,,ornrN11,o di loro presem111 1 mhmm,., dt//11 Tomma seo,- dice sarebbe desiderabile vi fosse rap pre.sentat\f anche l'autorità scolas lica, ma il Rrgio / sptllort s1, scusalo ptr prrctdtHI# ;,,,p,gn o. L'avv. Zenoni dice che la lotta contro la libertà d' insegnarnen to ,•iene fatta a noi dalla Massone ria. li govrr1101"s11'galo dalla Alassont rù, . cerca ,li mo11opoi,,eare la sc11ola. La maes tra Sig. Chiminello esordisce de.scrivendo la Scuo– la illumina ta dalla fede. Chiude il suo dire con un inno alla preghiera, che non offende ness un regolament o ne ~ conlraria ad alcuna decision e Ji Consiglio di Stato e che essa mae– stra recita ogni giorno coi suoi piccoli alunni. Venne vivam ente applaudi ta e I, at1loriltl si COif• gral11laro110 ro11 /,i dello sple11didodiscorso • Alcuni pochi vecchi abbonati ckll' Unità, hanno riffuti1to U tnlt,a poati1Jcdt.11' ab– booi1mento di q~•t' ,anno. Se questo M deve A dlstn .donc, o ad aaamu cl.Il ltgilllmo domlclUo, o a un momento di ultlva di– gatl one, o • quikbc •ltro motivo tu nsllorio, noi voglli.mo 1peru e che I 1ulloc1Atlnoatri •mld vor– unno (ue Il loro dovere, p1ir.1.ndo I' i.bboo.uncnto. E U segno lo l.1.pi1 «-0 1 che tron r•nno 1u I• l•– ICdla di qun lo numero , rqulv.1.le• d un• amkbevo lc preghi«• •Ulnchl vogll•no 1,.J più ptn lo logllt.te & lt- e i. noi quato pensiero. Gli .1.mleldovrcbb<ro cu · urc di non compllure coo I• loro lr •acur.1.tc :u U Uvoro ck.11' .1.mml nbtu:lont., c dJ noa p,rgion,c col loro disordine le c:ondizlonl fin•n:l.1.rie, noa troppo brHl.1.nU,In ~vt.rh .\, ckt giornale. Se poi, quolkhc v«c:hlo •bbooalo b& rlflut.1.loI& tuU,a percbè non Intende conllnuuc l'a bbonamento, noi lo prcghlolmo di ouc rv.1.rc t I. che dur.1.ntcgli ultimi due mcli dt..ll'anno scorso noi pregammo più volle gli 1bbon1ill, che lntcndevi1nodisdire l'abbona– mento, di volt.rei comunlurc quuli loro lnlcn:lonc; 2. che duunte I primi mesi di que1t' 1inno noi •b~ bi.uno c:ontlnu.1.mcnle pregato I ldlor l, che non ln– tenck.noo .1.bbon.1.nl ,a rifiu'llrc il r 'orn.1.le ; 3. che, in qucile c:ondl:lonl, U noo rlfiutu c Il gioro.1.le lilno d.a.t principio del nuovo anno b.1. crul o nd v«c:hl ,abbon.1.U, se sono uomJnl onali, l'obbligo moule e fors'a ncbe giuridico, di paguc l'• bbon•mcn to; ,4, che In queste condizioni lrAllencre Il glorn• lc p,r sci mcal e riflut.1.rcl.1.lull• posl•le, lo un v«c:blo •bbon ato è un atto di vcu e propria disona ll , I vecchi •bbon•tl, dunque, - pochi In vuil à - che entro U prt.Knlc mca,c di luglio non d mcl· ter•nno In rt gol.1. con 1' •mmln lslru lonc, non avr,anno il diritto di dolerai, ac pubbtlcht.rcmo I loro nomi come quelli di veti e propri alruU•lorl del noalro giorn• le. L'A MMINISTRATORE. ABBONAMENTO SEMESTRALE Dd 1° Lu&:llo .1.t31 Dicembre 19J3, U,e 2,50 d• p.igu s.1 dlrd l•mt.ntc mcdliolc v1iglli& all.i ooslr& ammlnlslr•:looe . Abbon ame nto speciale per una serie di num eri successivi: dieci centesimi per ogni numero.

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