L'Unità - anno II - n.27 - 4 luglio 1913

L'UNITÀ Nazioni e Stato in Austria-Ungheria . I. Le origini del conflitto nazionale. L1 buuo l~ dd m.uxhmo, È moda, demo lire M 1rx, non sol tanto come cconomis:a, ma anche come stor ico e socio logo. Pure, c:1i studi la .questione nazionale nell'Au– stria- Ungheria, può, ad ogni pr1sso , riscontra re il valore, se non integral e, cert o fondamentale della concezione marxist:1 della s troria, la realt à della sua metodologia applicata ai conflitti etnici. Non già che, qui al pari che in altr i ·camp i, le pr evisioni ma rxiste si s1cno tutt e avvera te. Anzi, qu ando dall 'esa me delle forze che agiscono sulla compagine sociale, Marx scen de a vat icinarn e la vicend a od il ritmo in un amb iente dete rmin ato, qunnclo cioè, spesso costr etto dalle burras che della vitn, gli tocca dep orre la penna dello storico per brand ire quella del giorn:-ilista•profeta,all ora, molte volte, l'avve nire, che è il nostro presente, gU dà torlo . Ma è un errore di \'alutazione, non di metodo : il torrent e di luce gelta lo dal grande tco1ico del socialismo sul prisma dell a storia, ne illumin a egua lmente, di vi\•O fulgore, le molte– plici foccie, anche se alcune si sono venute via– via colorando di tinte diverse dall e previste da lui. Cosi (è noto) nel 184.8, Man<, credendo al– l'imminen te villor ia nell'Eu ropa centr ale delle democ razie borgh esi, vittoria fhc sarebbe s •ata allora, anche per I'Austril,, vittoria essenzial– mente tedesca, mise gli czcchi fra le • nazional ità morenti •, pred~s tinal e cioè all'assimilazione definitiva nel german smo. La democrazia qua– rant ottesca venne schiacciata, gli czechi sono ph'\ vivi che mai : ecco due previsioni fallite. Mn il rinascim ento nazion ale czcco (come tulti gli altri similari in A. U.) non si può afferrare nella sua essenza , se non stud iandolo nell'evo– luzione statale, dominata a sua volta dall'evo– luzione dello strumento tecnico, dalle vicende, cioè, de l modo di produzione . Ed ecco, nono– stante le previsi oni fallite, il pensiero marxista illuminat ore, trionfa nte. È un pò, mu tatis mul tmdis, ciò che accade con In pr vfezia della proletarizzaz ione crescen te: l) rendendola alla lr.ttera, è fallita anche quella: dovunque, più o meno, lo slm1dard di vita è migliorato; piccola e med ia proprietà resi stono ancora alla concentraz ione capitalistica: eppure va peggiorando il rapporto fra i bisogni che il capi talismo inocula nel corpo sociale con pro• gresso vertiginoso, e la capa cità di soddisfarl i : In proltla ris;aasio 11 mora/, di gra n parte del• l'umani tà, si afferma cosi vicppiù, come l'anti– tesi tragica della tragica civiltà in cui ci tocca di viver e. Dunqu e, senza la bussola del fattore econo– mico, riescono unila terali e superficiali le varie spi egazi oni che solitamente si danno al tenace -agitarsi delle stirpi d' Austria e d' Ungheria in •<:erca del loro ubi consislam. Quelle sp iegazioni hanno forse un po' tutte, qualc he partice lla di ver o, ma nessuna giunge alla radice del feno• meno, ness una vale poi a dargli una luce co– s tante che possa chiari rcelo nel passato e nel prese nte e a proiellarf', almeno in iscorcio, il suo avvenire presumibile . Cosi, si legge e si scrh ·c spesso che il con• nitto nazionale è fomentato e perpe tualo dal centrali smo, cioè clai gruppi ::ler ico-feudo•buro– cratic o-militari che circo ndano la dinastia e ac– cap nrrano in gran parte lo Stato: il vecchio dividi rl impera, sa rebbe ancora il Dm s tx ma• chi 11a della lolla. Ora, è \·erissimo che gli an– tagonismi nazionali hann o aiutat o, (lo vedr emo subi to) e forse aiuteranno ancora il centrali smo a superare qualch e burrasca; ma non è men vero che e:;si si svo lsero e si svolgono sotto lo st imolo di fattori indipend enti da esso, e che, ora più che mai, gli antng rmismi ,~azionali co– stituiscono la debolezza organica e quindi il (1) Quuti cenai noo pr•t•odon o \OCCOIH notarlo?) di dir cot• ■110fe o nemine n d111ie1lmto1• accu • bili, n•i pa1ticol., i, •oc.be a proCJoi. Il leu oro halia110, ia;Hro del tede.KO e du i• derotO di 1ettare v.no •~111auloproroado acl problema uuttia– CO, d,uo deplorare sop1a 111110 cbc noa ui11a tradui ,one di d■a .,_.)umi, werameote foadam ea1all : /.• 111/,a ,lr:llr: n:J:itt• i 011• ,lri o,IH 10 · lo SIJ/o di H. Spfin1er (p1eudonlmo dell'oa . RIN · ~•• ). Vienna . E<I. Oeuticho 1901, l• v11t11t't11r:,. ..:ioNttlr:' f,t J.r:lflOCn» ia itH:in Jilla di Or-ro DAI.H. Vienna . I. Drand 1908. Spoc1aln:1ente itHereuu1v, è l' opera di quut 'ahimo. AmMdae 111a111ori1000 I-Ocial1.1ti: ed aacbe ptit q■o10 pouo ao proc:e– d■ro 1er♦11amea1e per ■A lerrea o 1co1taa111 ed insid ioso. pericolo maggiore per l'av\·enire ddlo StatO centralista . Semp licistico del pari è il definire la lotta nazionnle - come si fece qua e là agli esordi del movimento proletario - 11 un'i nvenzione delle borghes ie "· Certo, la grande borghes ia è tratta a sfrutta re a suo v:rntnggio gli ant :,go– nismi nazionali , cosi come la borghesia minuta :,d esasperarli, spesso, in definiti va, a suo d:,nno. l\la nè l'una nè l'altra potrebbe ro trarli dal nulla. Neppure appa re, in sos tanza, più seria, un'al– trn fraseologia, nonostante le sue pretese scien– tifiche: 11 Lotta di rnzze ; la razza slava contro lu tedesca"· A par te ogni discu!:Sione sul con– cetto di " razza " che la scienza mette sempre più in quara ntena, sta il r.-uo che il conflitto nazionale scopp ia anche fra popoli della stess a • razza •, t: nelle identiche forme che tra stir pi di rnzu diversa , quando sussista no le premess e economiche alle a suscitar lo. Esem1>io 1 la fiera lotta fra polacchi e rut cni (slavi gli uni e gli altri ) in Galizia. È insomnrn nlla struttura eco• nomicn e ulle sue mutazioni , che bisogua guar– dare, per orientarsi . I ttd c:Khi e le oulooi uau sioria. La Babele nazionale ~he ci occupa (1), deriv a, centralmente, da un processo d'im migrazione e di colonizzazione incompleto. Intorno alla seconda m~tà del primo millen• nio dell' era volgare, verso la fine delle grandi trasmigrazio ni, genti ledes che (Boiovari, Franchi, Sassoni, Svevi) scendono dal nord vers o sud-est, nl centro del\'Austr ia attuale, e si urtano colà coi detriti celto romani e con una popolazione slava, i Vendi (donde gli sloveni d'oggi) . L 11 colonizzazi one, favorita dalla propaganda cristiana e dalla superi orità civile dei coloni, si compie integralmen te dove gli slavi sono più rari, sul massicc io alpino (Salisburg hese , Tiro lo, Aus lria super iore ecc.): e ne escono le poche provi ncie ancor oggi pressoc hè unilingu i (tede– sche) della monarchia. Via, via che i coloni tede schi scendono verso il Sud (Sti ria, Carinzia , Carniola), lo lrovano po– polat o sempre più compattamente da slavi, e non riescono ad assimilarli che in modo impe rfetto e ineguale. Sull'Adriat ico. nelle regioni costie re (Giulin, Dalmazia), il germa nismo non arriva , al– meno come colonizzazione di massa. Le popo– la~ioni ccltl)-latinificate si mescolano colà con quelle celto slave, forse infiltr.111tcsi già in epo– che preromane, certo riconosciu te come resi– denti prima del millenni o. Rimango no cosi, neo- \I) :Soa • qal il luo,ao di fa11111ati1tk he del puulo e oem.. meno del ,::,e,ente Ricordo 1ohaa to che, tecoado l'uh iino couimento del 1910.l'Austria nrebbo jcU,e tonde ) 1u 17.900.000 clt1•tlin i : 9.9 ~0.c.oo tedeu :hi. 16 n1ilionl • n1e,10 di 1lavi (mi: lloni 6 '/ 1di uechi, 5 di pol•«h l, 3 1/. di ruteni, I 1/. di slo• uni, tl:o.ooo terbo•cro• ti). 68o.oOO ltall•n l e tJo.ooo rumeni. Cifro, •1,ciun10 tubilo, di nlo ro uu l rtl11lwo. Il ,il ie1'o 111• 1k>n1le, nel centiineuli au1111aci, ti (,1 tu prellllUte n>luta meato equlflM'h■ • iaqai11ato d1U-opera lpe.t.lO teoireua dei nri pal' 1,li 11uion1li1tl che credono d1 .10PfHl1Uere sii awn rtari. can– cellandoli dalle li11e dei cen.1i•u1i, ).la, p,u·q111ntoin6de nei putlcobri, quelle cifre ci danno almen la 1rand1 linee del– l'etno1••6• au111iaca. Sah a 1ubi10 •sii ocr hl l'eno, 1110 pre– pondera 11u de11l tlad uli 1educhl, cho tl11"e11a w:haccianlo 10 •llll 1111'1au111iaci ti •ssiun 11ono (plll di .S milioni) 11uegli d'Un&he,ia e della Bo1nia•Erua:o•l n1. Per dare un' idea 10- po1r16ca del diuidio ouio11a lr , ags lun111c) eh■ u echi e tede• ,ch i ,i u,taao • piU o meno ti meicolano In Doemia, :\lo111"ia, A■11ria lo(erioro IViuoa ) o Sle1ia (qal •nc:bo coa polacch i) ; 1lo1"■11i o teJuc.bi ia Stiria e Caruma ; tlo1'ea i • italiani • T11a•te. Go, i&l• e in 1101bruo 11,i,cia d•1O1ia senen lrionale; croa li o italiani nel\' h tria ceat,ale e metidiooal•; po \acc.bi e nue■l 111G~lf•ia : tcde1chi, polacchi, ru1enl e rumen i in Bako– vln• t Son quelle le ,e1ioni In cui •I Cl commlu lono nu io– nale d1flieila1ente di11ricabilc. eppe1ò d!ul dlo vero e prop,io. In allle , o le tpropoui ooi fra m•11lo1aaH o m oonou 1000 1al/ ebe la lona e Jouli &uta e non pu6 inftairo profoadarueote ulla 'l'ila della prvrincia (cioati • ,tal i.al In D,lmu a · t>hr e mua.o • hone coa lro 1'eeu o IH•l•mlla ; 1!01"■11i • uducb i ia Car a1olal, 01'1'tr0 il d1uid o • a,1i ic alo per u••r• la p10,;n– cla d11"ubtlo io pan i oa&.011ah11e11111 0•0t:enoe (p. .,. ; Tirolo taduco o Trentino italiano). Pro,iocio (• me1lio pae,i) nat io• nalruonte omo1cnei .1000 1altanto Ire ,u 17: Au111ia 1uperiore. Il Sali•burah ese, il Vou,lberR, 111111 ede1chl Dnll 'uh,mo cea • sl■. enl0 un1he,ue non ho a ruano I tlatl, I qu1I•, del rulo, ptt ahr o ra1io.-i, tono aneh• meno a1tend 1bill desii au1t,iaci . But• i:er o-oi upere che i • •gìarl, di fronte ai 1e1bo•croati, 1lo• acclil, r•m eni, teJe1U i, ital ,aai, 1u10 declta minoraou. Gino Bianco romani o slnvi, gomito a gomit o, mnteria di mutu i influssi i pr imi spesso assimilnnti i se • condi, rna ambedue incapaci di ingoiarsi a vi– cenda, predestinati qu indi a futur i risveg li e d1ssid1? In questa, che si può chiama re prei storia na– zionule, a differe nza di ciò che avverr:\ in se• guito, gli strati etnici inforior i resis tono più de i superiori, al processo assirnilatorio: res istenza inc.:onscin e passiva, frull o di es trema depres • sione materiale e intellettua le. Come oggi i co<>– lits cinesi non si assi milano alla civillfl norcla– mcricana , cosi allora , in Austria , l11 gleb~1,il conladimune disperso, piegato sotto il giogo reu• dale, do\•e riesce, per la sola, automatica com– patt ezza del numero, a rom1>ere le fila dei C'O• lonizzatori, rimane slavo. Ciò accade in tutta la Cnrnioln, in parte della Stiria e Carinzia. Invece la gente di guerra, gli smilzi celi mer • cantilì ed artigianeschi, entrano a poco a poco nell:1 nazionalit3 dei ronqui statori. Alla fine del secolo Vlll , un duca di Carant.mia (Carinzi a) è ancora slavo. Nell'820 sem bra ci sia stata an– cora un'insurrezio ne di slavi contro la feudali tà tedesca; ma viene sch iacciata. Poi, gli slavi delle pr ovince centrali dcli' Austria, cessa no di avere esis tenza politica: divengono una di quelle u nnzioni senza storia " (1>er usare la frase en– gelsiana ), che appena il secolo XIX vedrà riap• parir e sulla scena. La parent esi della riforma luterana è troppo breve, e troppo rapidam ente sanguin osa la reazione della controrifo rma cal• tolica nelle province alpine (Carniola, Carinzia ecc.) i essa travo lge insieme i gf'rmogH dell'e– resia e quelli del rinascimento nazionale, a metà del secolo XV I, sulla piazza maggiore di Lu– biana, m1 vescovo cattolico fa br uciure scritt ure eretiche che son compilate non in tedesco o in Ialino ma in sloveno. La pace dei sepolcri torna ad aleggiare sullo slavismo del sud. Le cose vanno un po' diver samen te pii>. a Nord e ad Est : in ~mia, Mora\•ia, Ungheria, Galiz.ia. Boemi• e UagberiA. In Boemia e Morav ia, che hanno etnografia af. fine e storia spess o comune, i coloni lcdcschi si mescolano a una famiglia slava (gli czechi), che ha ben differenziati e già salda men lc organ iz– zati tutti i ceti costitutivi della nazione, e per– ciò resiste assai meglio dei Vendi delle regioni centrali. L'immigrazi one tedes ca, poi, è più spes– so borghese (mercant i, artigiani, curiali ecc.) che proletaria; soltanto ai margini setten trionali dell n llo~mia, mass e di coloni lcdes chi occupano anche le campng ne, e ne vengo no dei dis tretti quasi compa ttamen te tedesch i, la cosicletta Ooc• mia tedes ca (Dml schb6hm t11), che rapp rescnte ~ ranno uno dei gra\'i inciampi al compromesso tra le due nazioni. Nella pii>. par te del paese czeco, i ledeschi formano soltanto delle comuni tà cittadinesc he, accentratr ici de lla ricchezza e irraggiatrici di cultura sugli strati czechi superi ori. La stessa • dinastia slava dei Premy slidi - che regna pres– sochè indipendente in Boemia per cinque secoli (8oo•1300) - subisce l'influ sso tedesco attra– verso i mat rimoni con principe sse tedesche, la presenza a corte di poeti ted eschi ccc. i fa. vorisce l'insediame nto di borghesia led esca nelle citt:\, di minatori tedeschi nei distre tti minerari ccc. La nobiltà czeca a Praga, nel medi o evo, tedesch eggia, come mollo più tardi que lla di Vienna spagnolegger3 prima e it:11ianegge rà poi. Senonchè, una bufera viene a scuotere intorno al 1400 la nnzione czeca e a farle vivere una brevé', inten sa vita politica: la prima insurre• zionc Je ll'occiden lc contro Roma, i: Il ussismo, che ~ moto e tumult o economico, religioso e nazionale, dal quale tutt l i ceti si lasciano tra• volgere. Ci voglion due secoli di lotte 1 perchè Roma e gli J\bsbur go vincano i discepoli e gli ered i intc/lclluali di J-luss ; ci vuole la sconfitta sanguinosa del Monte bianco pre sso Pra ga (16~1), lo ste rminio o l'emigrazione :ldln nobiltà e dcl!a borghesia czeca pro testanti , pe rchè anche la na• zionc czeca scompai a sotto In vernice tedesca , entri anch'essa per 200 an!li nel numero delle nazioni • senza storia •. Nel secolo XVI, insieme alla Bocn1ia 1 anche l'Ungheria , e con essa I~ regioni croa te fra il med io Adriatico, la Sava e la Drnva , veng ono ad alla rga re quella specie di conqu ista colonia le di pae si non tedeschi, che serve sopra tutt o agli Absburgo per consolid are la loro potestà im– periale in Germania. L'i mmigraz.ionc tedes ca • 329 era giunta sino là; ma frastagliandosi in un caos di popoli, si era svolta e conse rvnta, sc m• pre più impe rfettamente, formand o sohanlo delle isol e linguis tiche; sp ecialmen te difiusc e tena ci quelle dei contadini sasso ni pen etrati in Tran– ~ih1:,nia fino dal 1100 e che danno oggi ancora il nome a lutti i tedesc hi d' Ungheria (Sachs m). Le stirpi che, allora come adesso , si mesco– lavano nei paesi de lla corona di S. Stefano, non costi tuiscono, sino n tempi vicini.ssi111ia noi, li i\ problema nazionale. Anche in Ungheria, gli Ab· sburgo trovano, come nelle provincie alpine, nazioni se nza storia, nazioni di contadini, dai ccli superior i assen ti o magia rizzati : gli slovac– chi (parenti stretti degli czechi) a nord ; i dacoro – mani, a sud, su l basso Danubio. Ques ti servi de lla gleba ignornno e sono lungamen te ignora ti dallo Stato . Dei magiari e dei croa ti, lo Stato conosce solta nto i ceti nobiliari, coi quali an che tulvolla si urta, ma che nssai di frequente devono ap• poggiarsi ad esso nella lotta secolnrc contro l'invasione tur ca: lotta che è la missione storica, dal 1500 al 1700, dello St ato absburghese in Oriente. Va notato che, sino alla fine de l secolo XVIII, non fa parte ancora dello Stato la Galizia: bot– tino austriac o della rapin a polacca, dove i J>O· lacchi, llnlichi domina tori, si vedono oggi sorgere contro i rul eni, contad ini dominat i. Anche gli ltaliani del nord, nazione storica per eccellenza (nel senso mg tlsitmo, cioc a ceti m.:di sccolarme nle svilupp. -1.li ), duranle la se• conda mct.\ del seco !o XVlll entrano solo nell'or– bita dello Stato austri aco (La Lombardia nel i748j la Venezi:t 50 anni dopo). Si capisce, insomma, dalla semp lice storia csternn, come intorno al 1600 nei dom ini ab• sbu rghcsi, cioè all'ingrosso nell'A ustria- Unghe– ria d'oggi, mancassero le premes se, non pure di un confiitlo, ma di una quest ione nazionale. LA formuione dd.lo Staio e le elusi rurAU. Ciò appare anche piò chiar o a chi guardi la storia interno dello Stalo. . Proprìo fra il seco lo XV ll e il XV III, si va esau. rendo la lotta fra gli Absb urgo e le nobiltà 1>rovin· ciali,che accampate negli S1tJ11de(assc rnblec) eser– citavan o di fallo i po'.eri statali. Piò che Stati nello Stato, gli Slll11de( di Carinzia, di Sl iria ecc.) erano lo Stato vero : essi soltant o avevano una burocrazia i amministravano dai loro feudi la massa dei suddi ti, avulsi da ogni contatto col sovrano; avevan o proprie forze arma te, che po• levano a loro talento offrir e on cgarc nl sovrn no ecc. Nè fra paese e paese suss istevn okun or– gano comune che li riunisse in compagnie politica unit ar ia ; flnzi, barri ere doganali e daziari e consa• cra vanotalcdisar monia. ln questa fase dell'cv olu– zionestata le, soltant o le nazioni che hanno una nobiltà feudale posso no far sentir e la voce de i loro signori. Vedemmo , che nelle reg ioni ccn • tra li, ciot ncll' Austri:.i odierna, i ceti nobiliari spen ta la rivoluzione boema, sono tedeschi o ns• sumono veste tedesc:t. Soltanto in Ungheria e Croazia lo Stato parla :., latino. Oo\'unqu e Ignora gli idiomi e quasi l'esistenza dc.Ila folla multi• lingu e dei domina ti. Ma ecco i (attori economici affretl nrc il pas– saggio dallo Sta to feudale degli SIIJndt, all'ac– centramen to assolutis ta. Si comincia i;nche nei paesi degli Absburg o & pr odur re più larga– mente, non soltanto per il consumo e lo scnm• bio immed!ato, ma per la vendi ta cli mnssa a iotcrrne diar i: spun t:mo insomma i primi ulbori dell'econo mia capitali stica. E subilo si sente la necessit à di accrescere l'aut orità e polcnza St.J.• tali. Il mcrcant ili§mO impone allo Slalo nuovi obb lighi e gli dà nuove fonti di reddi to: lo Stato deve favor ire le nasce nti forze indus tr iali con privileg i vnri, specie con la crenz ione di mer• cali di sfogo, donde la necess ità di unificnrc dazi , dogan e, leggi. Quindi il bisog no cli una bur ocrazia e di un eser cito: la sostit uzione in– somma della sovranità del principe. unica e as• sorben te alla sovranità doppia, pa rziale e ~pc~ o nomin ale di lui e deg li S1i1t1dt. Ques to processo , che in paes i unil ingui {i>er es. in Franc ia) si ripercuote soltanto sulla com• pagine politico-socia le, nell' A. U. babelica , in– vece, deve :were consegue nze anche nazionali. Esse si avvertono appe na lo Stalo incomincia ad occupars i dei suoi sudd iti più num erosi e più umili : dei contadini. I contadini sono consumatori e contri buenti;

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