L'Unità - anno II - n.21 - 23 maggio 1913

304 L'UNITÀ com e si suole dire, una part ita atti va. G li emi gran ti costano ;111' Italia presso a poco quanto rendono ; ma se non emigr assero continuerebbero a costare lo stesso, ma non renderebbe ro ciò che rendono. Se la po– litica deg li Stati di immig rnio ne s'inspirerà al crit e rio di far prende re radici agli ilT!mi– gra ti1 le rimesse dimi nuira nno fortement e e l' Italia rurale non potrà piil con tare su tale fonte di :1ccumula1.ione capitalistica. G li uo• mini sono un « articolo > che l' Italia esporta e che ha co nvenienza ad espor tare anche sotto costo. E co me gli uom ini, anche gli altri princi · pali articoli che l'It alia espo rta sono agrico li o strettam ente lega ti alle sorti dell' :igricoltura . To lti i prodotti minerari e delle c.1ve, tolt i i tessuti e i filati d i cotone (indu stria pro /ella, artifi ciale e male in gnmbe), tolti i prodo tti chimici, noi vedi;..mo che j pri ncipali gene ri di espor ta1.ione so no seta, olio d'oliva, cana– pa, articoli in paglia e leg no, uova, frutt a, vino, for maggio, bu rro, pollame. Ce n o l'Ila• lia impor ta an che non poc he der rate agricole , mn di que ste una pa rte serve di materia prim a per su.;cessive prodmi oni di gen ere superiore e nn' nltr a par te dovrebbe spror.nrci precisa– mente a r rodur re da noi, perfeziona ndo la nostra ag ricolt urn, quelle derra te alla cui pro– du1.ione la nostra ter ra sarebbe adatta, ma ch e ogg i sono anco ra quanti tativam ente o qu alitativam ente deficienti, nel nostro paese. La nostra economia agraria è dun que una eco nomia che promette buon e esportazioni: naturalm ente ha bisogno di por te aperte e non di confi ni m urati come quelli che ci h:rnno rega lalo siderurgici, zuccherieri ecc. Se no, ben poc hi ben efici noi pot remo trarre dal fatto che il nostro ~ ese sia il primo del mondo nella colt ivazione degli ulivi, il secondo in quella della vite, teng a un'ott ima posizione in que lla degl i agrum i e cosi via. Se gli agricoltori itali ani, bisognosi di espansione avesse ro la coscienza di classe che al tempo di Cobde n ave vano gl'i ndustriali inglesi, do– vrebb ero con quistMe la liber tà mandan do in mal orn il protezionismo. E non c'è tempo da perde re I Balca nia e lbcr ia. Perchè l'It alia non è sola al mondo: alt re na– zioni possono farle concorrem.a pro ducen do le stesse me rci ch 'essa produ ce. Dal punto di vista :igrario il nostro paese deve temere so– pratu tto le due penisole sore lle, le quali sono dotate presso a poco del medesimo clima e hanno non poca affinità naturale. La pe nisola slavo-greca non ~, per nat ura, molto felice. Nella sua parte orienta le è una terra molto frattura la, co m posta largamen te di frammen ti di zolla arcaica ru me lica (sim ile a quella che troviamo in Sard egna e nelle alte terre toscane e nell' estrema C al:lb ria) ; ma hn per com penso delle buone pianur e-. Nella par te occide ntal e è montuosa, prevalentemente ca lcarea , pov era. Nel co mplesso può dirsi che la penisola slavo-g reca è in feriore fisicamente e anche soc ialmente a quell:l italiana. Ci ò nofl toglie che essa, ess~nziahnen le ag ricola, non possa notevolmenle miglio rare. La penisola iberic a ha, i1wece 1 condizi oni fisiche e soc iali , che le perm eltono un gran de avvenire ag ricolo. È un paese che ha un mercato inter– no abbastanza - vasto {la sola Spagna mi– sura chilometri quadrati 504,500 ) ; ha gr ande va riet à di climi che per mette gran de varietà di spec ie colt ivate, ha, come l' Italia le zone funestate da lle inondazioni, ma ha anche quelle arricchi te dalle irri gazion i in– trod ottevi dai Mori ( 1). Poco fertile nell' al– tipiano central e è fertilissima nel!., valle de l G uadalq uivir e negl i e huertas > de lle pia– nure mediter ranee. La Spagna , nella colti va– zione de lla vite- 1 la ter za del mondo, cioè vien subito dopo I' Itali a; neg li uli vi è se– conda (produce tre milioni di Hl. di olio); occupa il prim o posto nell a pr oduzion e de l sughero (che in Italia è poco sviluppa ta, ma (t) J mori hanno in,egnato a tutto il mondo, Italia compre sa (in Sicilia rimangono i ruderi dei se rba toi moreschi) le pra tiche dell'i rriga– zione. Ciò non ha impedi to ai sapientissimi gior– nalisti italiani di an dar e a Tripoli a rid ere del- 1' irriga zione araba ... andrebbe .benissimo); ha una notevole colti– vazione di agrum i. li che sign ifica che ci se– gue da presso in tutt e le maggior i r,ostre col– tivazio ni e può anche supera rci. Se dunque teniamo conto de lle due peniso le med iterrane e e pensiamo alla possibile messa in valore dell'Asia i\linore, appar chiar a la necessità che lo svi luppo agrario dell' Italia si verifichi nel piì:1bre ve tempo possibile. Gi usti zia e libertà . Co nclu dendo questo teltg ralico cenn;; sulle premesse ogge ttive de l proble ma agra rio na– zionale, io mi lim ito a rile\lare che tale pro · ble ma non è una faccenda tecn ica da lascia rsi agli agron omi. Esso ha mo lti lati non solo impo rtanti ma acidiri ttur a essenziali, in cui è necessa ria la buona volont?I e la chiar O\•eg– genza di tutti g h italiani. L' agricoltura non vuole privileg i, vuole soltanto gius tizia e li– be rtà. Le bastereb be non essere dep redata. Per quant o naturalmente l>O\'era, risorge reb – be, se non fosse la vittima pe renne de lla incoscie nza nazionale. Sebbene ignora nte, l' a• g ricolt ore è il figlio d 1 Italia . che ha dimo – strato di avere maggio re eroismo civile. Non si legg ono senza comm ozione queste parole dette da un vecchio di 68 :inni :illa sottoc o– missione d' inchiesta per la Basilicata e la Calab ria: e Ques t'a nno ho sem inato 4 to– moli, ma tutto fu d1~t(utto dalla ne::,•e. Ho dovu to ripetere la semina marzaiuola. Non ho raccol to ch e un sacco di stt1glic 1 e non s'è nemm eno fatta la mietitura . Dove l'anno scorso non raccolsi null a, ho seminato di nuo YO. Se Dio vuo le, il grano crescerà • · Quando una simi le tenacia non debba urtare pH1 co ntro le insorm ont abili diffico lla create dagli uomini, anche la terra poyera potrà diven ire ricca. Nicol ò Fan cello. La propaganda fra i contadini. Qll(mr/o f rrc,m mo projn,ganda socialista f m i co11fadi11i, io ero colpilo d,,I fallo che rrlc1mif ra ; nosfr; am ici, che avrv<wo ric,vufo 111'ed11crrrio11e appart11lem 111lt pi,ì d, mocralica <le/la mia, 11011 sap,va110 pt1rlar1 t1i campe1((1moli o agli o/tra ;– vem,li dalla campag ,m. Trnlat 1t11to d'imita re il dialtllo dei co11ladi11i, impitgm1do "" C1"" mmur o di pr,t ,se • f rasi popolnri "• ma con quts lo 11011riescivano che a rmd ,re il loro ling uagg io pi,ì i11romprm sibi/1. Gli , che 11011 t 1t1crssario <1{fallo reudtr • po– t,olart • il <liscorso. siti che si parli , sia che si scriva per i co11ladi11i. li co11ladi110 capisci prrft llamm le il linguagg io del/' 1101110 istruito> a j,flllo che 11011s,a infa rcito di term ini prrsi a presti/o ali, lingue slra, 1iere. Quel che il conladino 110,i njft rra , è la r1or;io11e aslm/111 r,orr illustrala da tsempi co11crtli. Ma se siporla al campag 11110/o co11sempliciM, par/endo (/a f alli co11crrli, io so per csprrienca che 11011 vi sono /rol'il scir11lific/1e, sociali o 11al11r11/i>che 11011 si posrnr10 sf>iegare bme da "" uomo di media i11lellige11Ja, cJ,e le abbia già compreseper conio suo sollo 111111 f orma co11crt/11. La principale dijf, rrn:sa fm f uomo istruit o t f igt1orm1lt co11sislt a mio par<rt, in qutst o>che l'uomo incollo 11011 riesce a :,,tguire ,ma catn ,a di drducioui : affr rra la primfl, e fo rse la Se· com/a, ma alla ltrssa, s, 11011vnle la co11c/usio11t, i già simico. Ma quant e volle la stessa di.Dico/là 110 11 si trova utile perso,,, irlruile? U11' allrn impressione, cltt provai 11tl co:-so di questo lavoro di propaganda, ma di cui 11011m, rts i co11lo esalto che assai pi,ì l<trd,, meravi– g1ierà st11:,<1dubbio più d' ,m /ti/ore. Ed t lo spirito d' tg uaglia 11ea 1 polt u/cmmle sviluppalo 111/ co11tadi110 ,-usso , credo ;,, /111/i i contadini iu ge 11eml t. li co11ladi110 è capace dell'ohhediemrn p11( servile ve,•so I' age11le di policia; si pitg herà bt1sscm1111le ù111tmci t1llt1 loro vo/011/à; ma 11ou li cousidertt affollo come uomini superiori; e se cli li <• 1111 mi11ulo quello sterso signoree quello stes– so f, m cio,wrio si me/10110 a pm lare co11lui di fi,110o d, mcci a, ecco il co11latli110 co11versart con essi da rgualt oJ rguali. lo 11011lto mai risco11. /n,/11 ml co11/(l(/i,10 quella serv ilità, divenuta se– co11dt1 ,wtura , co11cui 1111 piccolo i111pitg t1/o parla al superiore, o 1111 seroilore al pad rone. Il co11/a. di 11 o , purtroppo i11c/i11e a sol/omtlt ersi alla f orza, ma 11011 I' fldora n ff tlllo. KROPOT KIN E, llo ca Gino Bianco LE TASSE SCOLAST ICH E Nella relazione , che accompag na il dise– gno di legge per la definitiva burocratizza – zione e bru1alizzazio ne della scuola med ia italia na, l'o n. C reda ro appoggia più volte le sue propos te all' au1orità di scrittori francesi o alla forza de ll' ese mpio fran cese. Per es., a png. 5 della relazion e ap pren– diamo in fran cese e sotto il pat rocinio nien• temeno di Léon Bourgeo is la nuova, mera– vigliosa veri t?l che « le bui vir i/ab/e de /'111· !,eignwun l Yco ndaire t!,/ la f orma lion de l'ho mmt /011/ e,1/itr >. E a pag . 7 scopr iamo se mpre in francese l'altr a pe regrin:i e strab i– liante teor ia soc iologica çbe e après lt pai n l'ldu calion e!,/ le pr emier te!,oin du peuple • · A pag. S, poi, l'o n. Cre daro invGca la e lim• pida tradizione de moc ratica de lla Francia • per gi ustificare gli au menti de lle tasse sco la– stiche. Ma in queslo camp o l'esempio della Fran– cia è proprio dia metralmen 1e co ntrario alle propos te, o almeno alle più gra\ 1 i fra le propos te dell' on. C redaro . Jn Francia, dopo le scuole prim arie obbli– gatorie e gratu ite, che durano sei :urn i e che co nduco no l'alunno fino :1i 12 o 13 an ni, vi sono le scuole pr im:irie suped ori 1 o le scuole FRANCIA A mmissione v1· Lire 126 l" Tecni ca. v• 126 Il" ,v· 15 3 li i' Licenza e di plom a Immatri co lazione . li i' I 53 I" h tituto Tecnico Il" 10 2 Il" di comm ercio e d' in dustri a, che dur ano tr t o qua ttr o an ni e ch e si possono cons iderar e equ ivalen ti alle nost re scuole tecn ich e, in quant o sen •ono agli alu nni che non inten– dono dopo d i esse proseg uire negli studi, arric– ch ite di alcuni inseg nament i che in llalia si dà nno nelle sezio ni professionali deg l' istitut i tecnici. O ra queste scuole pr ima rie super iori e scuo le co mm erc inli e industriali sono in Francia totalmente gratuite, prop rio com' era destinata ad essere gra tuita in Italia la scuola tecn ica secondo que lla legge Casati, che fu fatt a in tem pi men radi cali e più codi ni. L'on. Cre daro, invece, porta le tasse d' i– scrizione alle scuole tec nic he da 30 a 60 lire all' anno; e quelle d' iscr izione alle se– zioni profess ional i degl ' isti1uti da 7 2 a 160 lir e all' anno. Co me si vede , l'on. Cre daro è anda to a sceg lierle bene in Francia le sue autorità I Qu anto, poi, alle scuole seco ndarie fran– cesi ecco il loro cos to in confronto a quello che costeran no le corr ispondenti scuole ita • liane dopo la riform a de mocra tica de ll'ono– revo le Cre daro. ITA LI A Lire 10 Am miss ione Lire 10 6o I" G inna siale . So 00 Il" . Bo 60 111· So 2 ; , o 16 0 1v· • 12;0 16 0 v• 120 Licen za e di ploma. ; ; Immatri colazione. , o ,. I 6 2 lit• Fisico -Matematica 160 ,. Liceale 160 Licenza di primo bac- Il' • 160 calaureato 60 Matematiche eiemen • tari o filosofia. 16 2 ,v· . 160 111· . 160 Licenza di secondo baccalaureato 80 Licenu e diploma ~ Licenza e di ploma ~ Totale Lire 1.1 84 Lire 9 60 li re J.I 30 Media dei sette an ni L 169 i\ledia dei sette anni L. I 37 Media degli otto anni L. 14 I Io Francia, dun que, la istru zione seconda • ria costerebbe solo una tren tina di lire al– l'anno piì1 che in l1alia. Ma la ricchena.me • dia delle fami glie francesi si calcola tripla della l'icchezi a media delle fam iglie itali:rne. E i professori delle scuole second arie sono pagati in Fran cia assai meg lio che non sa- . ranno paga ti in Italia anche dopo la legge dell' on. Credaro . In Franc i:a, infatti, i proresso ri son o di due categorie : gl' incaricati, che hann o uno stipendio iniziale di 3000 lire e arri vano in \'enti anni a 550 0 lire; e gli or dinar i che hanno uno stipendio iniziale di 4000 lire e arriv:1110 in sedici anni al massimo di 6000 lire. Ora rio ob blisa torio settim ,rnale d i I S ore. I.a legge Cre daro, invec e, dà ai soli in segn:rnt i delle scuole med ie superiori uno stipe ndio ini1.iale di 3000 lire, elevab ile in 33 anni a 6500 lire, con 18 ore settima· nali ob blig atorie ; e agi' insegnant i delle scuo– le medie inferiori, che sono più che i due P remi agli abbonati A gli abbona ti sostenito ri annui sarann o inviate gratuita mente Le Memori e d'un can– dida/o di G. Salvemini (in vendita dalla Libreria della VOCE al preuo di L 1.25), e la relazio ne di G. Lem ai re, S. A leramo, G. Cena, G. Salvemini su La Scuola po– polare inpro'/J/ncia di 'J?.egg/o Calabria (in ven– dit a presso l'ammini stra zione dell' UNITA ' al preuo di L I). A gli abbon ati sostenitori semes trali sar à in via ta gratuita mente a scelta una defle due suddette pubblicazioni. A chi ci invie rà l'i mpo rto di dieci nuo1'é abbonamenti offri amo un abboname nt o an – nuo gratu ito all'UN_I TA '. P er accor di coli' editore L a terz a i due volum i di G iustino F ort unato, l i M ez– zogiorno e lo Stato li.alé.ano> possono essere acquistat i dagli abbona ti dcli' Un/là, che ne fa ranno richi esta per m ezzo nostro invi an – docene. l' impo rto, per lire ~ anzi che pe r lire 5. terzi ael totale, assegna uno stipendio 1111- ziale di lire 250 0 1 ele vab ile in 33 an ni a 6000 lire, con 2 1 or e sett imanali obbl iga– torie. Se l' on. Cr edaro, o meglio l'on. G iolitti e l'on. Facta rinunziassero a quei qu attr o milioni che vogliono spremere a!le fami glie a vantaggio de ll' erario dello S1ato col prele– sto de l miglioram ento economico deg l' in se• gnant i, si potrebbero ridurre di cir ca la me•a gli aumenti delle tasse in tutte le scuole. E quando siffatti sgra\li fossero maggiori nelle scuole 1ecniche che nelle sezioni professio– nali degl' istituti tecnici, e mnggiori in que– ste ch e nella sezio ne fisico matematica e nei ginnasi-licei ; solo allora l'o n. C red:1ro po– trebb e comin ciare a iin•ocare a sostegno delle propr ie propos te, meno pasticcio ne e meno barbariche di ora, Pesempio della « lim pida tradizione democra1ica della Francia • · Ag r icola . Agli assidui non abbonati, li 110:,lr0 giorn ale ha un largo '1umtro di lei/ ori aJft{ionali e /tdtl i 1 cht però lra !,Cur.wo di abhouarsi. Eppure /11lli sa11110 , he la /o rt a di ,m perio– dico sett imana/e rùi ule !,O/o negli abhona– mm li. I.a vendila al mimdo rapp resenta per le am111"1islra\ùm i gi'ornalisticl,e una cama di for ti pa!,!,f11ilà e di noie mfi nile, anche quando i rivendi/ori !,0no p111/11ali 11ei pag.J11enli t non lrorano oppor luuo inla!care eS!,i 111/0 il pr ~e 11/o <lei/a vm dita , il che accade troppo !,pe!,!,0. 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