L'Unità - anno II - n.7 - 14 febbraio 1913

L'UNITÀ 2!7 lici nomi !) ; in Argenliua 11011 ,,j è ness un ispc l• torc ma \lii co nso le in fuuzione di ispeuore, ed anc he lui se ne st.1 1 e sempr e per eco nomia , a Buenos Ayre s. Dalo questo sta to <li cose, come può il Fo11do ddln Emi'gro=i o11e :.tornare fondi ad ahri scopi che non siano <piclli di tut ela dcli' emigrant e ? Il residuo del fondo t 1 1111 residuo jilli=io dovuto "' /nit o che la leJ(,I(~ tldl'enu:irra:io11t: 11011 J sln/11 1· 11011 i: aNt'o ra fl/JP!ir.ata. Se essa venisse ap1>li – C.\I:\, residui non ne rc~tere bhero . Alla scuola po polare deve provvedere il )lini– stero della P. I. e nessun :-ihro org;rno dello Sta– to. Ci pensin o i de1>ut-1ti che an cora si occupano seri:unente delle cose pubbliche . Essi debbono ottenere che il detto )lini stero venga me sso in condizione da po ter s1>endere per la edu cazione popo lare, insi eme al co ntr ibuto dei comuni, c111elle cinque lire pe r ahita nte che da i compe– tenli è appunto ritenuta la son1111a imlisp ensa– bile per togliere l'outa dell'analfah ~tismo in Italia. E se la legge, che proibisce lo sbarco in Ame rica agli analfabe ti \'Cr-rà appro\·ata e por– ter:\ in Italia , come conseg uenza diretta , lo s\·j. luppo dei mezzi di educazione, beuedetla sia la legge e clii l'ha propo sta. Credi9.mo dovero so, prima di finire, ;accennare alla pos izione ed all 'a ttitud ine dd l' ltal ia rispetto nll'alt ra clausola de l proge tto cli legge Dillin gham – Burnett: a quella che cl:\ focolta :-il~linistero dd Commerc io e del Lavoro deg li Stati Uniti di imbarcare a bordo de i piroscafi in se rvizio di emigrazione ispettori-ispettrici, di immigrazi one , e medici federat i. r,.;on appena si è spar sa la noti zia. di questa disposizione del proge tto di legge am ericana, vi sono sta te voci au torevoli, che si so no ele• vate per incitare il Governo Itali ano ad agi tnrsi .per protes tar e contro qu es ta disp os izione cht: se mbra un'offesa :1lla dignità nazionale. Dichiariamo ~ubito che nessuno più di noi è geloso del dec oro d'Italia, ma che noi riteniamo che occor ra fare una grande di stinzione fra sen– timento di dignità nazion ale e permalo sità nazio– nalistica. Quello è st-gno d i forza, la seconda è manif estaz ione di debolez ~a, ed ha il poter e cli annebbia re il cerve llo ecl imp edir e una esatt:-i consideraz ione delle cose delle qual i si parla. L'Italia. prote st:mdo dir ettamen te cont ro il go• verno federale, o, quel che sarebbe peggio per – ché ind ice di man canza di coraggio, provocand o un accordo fra le di\"erse naiioni intere ssate per protestare collettivamente contro la cl:rnsola sud – detta, si porrebbe in una posizione ridico la ed assu rda, perchè dim ostrerebbe di diment icnre che essa è s:ata la prima nnzione al :nond o che ha afferma~o il diritt o di imb:m:are fun– zionari propri (commi ssnri viaggianti ) su pi. roscafi in servizio di emigrazione appa rtenenti o no alla marina nazi ona le itali.ma . Si sa in – fatti che, specie nei primi anni della legge dell 'e migrazione , la maggi ornnza dei piro scafi in se rvizio di em igrazione che part ono dall' Italia è cost ituita da navi strnnicre: ingle si, tedes che, francesi ed au stria che. Ora l'Italia prolnlcn:bb e f'On/ro l' Amerka per una mis11ra du essa stessa /1a adotto/o di eci a,mi /tr ; e ciò facen do raffor – zerebbe l'opinione esi'ìlente fra gli Americani che il governo i1ali.imo è in mani a persone igno – ranti e legger-e. Non vi è dubbio poi che que sta moss., del gO\·erno urtereb be molti ss imo la su– !',Ccllibi lità dell' op inione pubbli ca ame ricana e s:irebbe un nuo\"O ostncolo me~so ali' accordo t:ordialc, fraterno frn il popolo nord-ame ricano e il poJ>olo i1aliano, che qunl siasi nostro co:-.cit– ladin o edo tto in mat eria di emigrazione de\"e auspica re e conti,iuam cnt e prcparM e. l'e rò noi fortement e temiamo clie il Go\ ·erno Italiano dia ascollo a quelle \"OCi : 1>erchè ci è nota l' ignoranza con la <1uale si parla e tratta di cose di emig raz ione relat h•e agli Sta ti t: niti. Nè questa sarebbe la prima col1>a contro i no• str~ emigranti e la nostra cmi grnzio11c in quei paesi. Si sa infatti che, ptu·troppo , esis tono an – cora Prefe tti del reg no, i quali veggono con piacere (se non diretl.lm cnte pro\'oca1io) I' emi– ,;razione \'e rso gli Stati L·niti di ci11adini con– dannali per pen e infam anti, senza pensar-e o c.u– rnrsi del ;;rave danno che il loro arrivo e le loro gesta neg li Stati L·niti proc urano a milioni di ones ti lavora tor i, che di I;\ sped isco:10 in Italia un fiume di oro, frutt o dei loro sncrifici e delle loro fatiche. Si sa che vi sono an cora Amb,1- sci.ltori,- i quali rit eng'Ono che il pos to diploma• tico di \\"ashing1o u dt:bba considerar si come un posto iufcri orc , dim ost rand o con ciù che non hanno né cuore nè i111clletto ada tto a comp ren · dere l' importanza che llCr l' Italia r.tppr cse nta l' emigrazione. E si sa ancora che vi so no .\ m– ba,;ci,ttori desti nati a Wash in~t on i (jllali, pur incns:,.,tndo l'inde nnit :i. di I.ire 90.0 00 all 'anno fissata a <1uel posto, per me~i e 1>er mc-;i riman– gono iu \"acanza in ltHlia. Perciò noi temiamo che il Gove rno cfl~uiva • mente fncci.1 il passo falso e protest i contro l'J\m eric:1per la clau .. nl.t rd ati va ai medid fode – rali vi.1ggiant i, mcn tr\! l'unicn cosa che esso do– \"rebbe fare , una volta :i1>provata la legge, sa – rebùe di im·itare il go\'e rno arneric.tno a stabi - lire , di accordo, un regolame nto per determina re lt: funzioni d i questi ufficiali americani, c1uando essi \'Cngo no ·imbarcat i s•,i pir o.,cafi · in sen •izio di emigrazione , in ar monia con le fumdun i asse – g-natc ai commissa ri \'Ìnggianti della emigrazi one dalla nos tra legg e di emigra zione. Questo e non altr o ~ il dovere del Gove rno. G10,·,\~SI Pu ,:1.1os1. I lavori pubblici in Calabria. Sulf U uta del IJ diu mbrt scorso r;product• vmno ,la/la G,u~tizia di N,ggio Calnbria la 110/i3it1 du: u /tr democra::,i11 nl pol tre" dell'o,i. Sacchi, mmfrt h,:i elt11:1/o con l'ultima lrgge di co11solidammlo da 70 a 110 mil ioni m111ui gli sl m1i,im11mli per oper, pubbli che 1/(I ,s,g uirsi ;,, lui/a r 1/alia fra il 191:1•/J e il 1920-21, Ira ,-;. do/lo da ,ma media di 10 mili oni a um , media ,li J' i mi/i o11iammi g li sln11ciam e11/i per la Ca– labria. Nal11ralm t11lt, i 11ectssar,o ora du •l<1 tlemocra – aia al poi-re" dim ostri e/tequei 1'li mt/ ioni m111ui s0110a,1c!tt troppi e che mm c'è modo di speu . t/r,·/i. E gli espedienli p11,- rrrg iu11gtrt q,11s/o r,s u//11l0 :•0110sempli cissi mi . " / / 110s/ro tt.fficio dtl Genio dvii, - l,ggia mo i11 "'"' corri spo11dem:,a dfl Rrggio Calabria alla T ribuna -, am;i che accresctr11t il perso11alt, i slt1lo imjH>verito; malgrado lt assolute 11rcessilà di strvi~io, bm stlt e i11grg 11,ri fr a i mig liori dd – rupicio st,sso, so110s/ali i11/nlli /ras/tr iti, la– sciand o così sjo r11ili /"lii i s,rvirsi, c/1111011 pos– sono mandare avanti i lavori . To1111110 da R oma i /nog tlli dr/le opere importanti p('r ragioni che 11011srm bra no abbaslm11'a giu stifi cai,. Per ci/a rt "" caso: la nostra Pr ovi ncia aveva mandalo per /'appr o,.1a~io11esu/>,riort ; progelti delle ca• srrme ,/,i Rrali Carnbim"tri, /ulli modr/Jo/i sr, ,mo slrs-:o tipo. Eò!J<11t, si rrspù,go 110 qua si fu/li i progelli, t se 11e approva110 due soli, riman– da ndo gli al!d perd i sian o m t(!lio studiali, mtulr , qursfo ,~ffecio d./ftrma ,li 11011 nutr più 11111/a d slu dù,re su del/i progtlli "· Così nrl/a pro s,,ima l,gge di consolidameu/o sarà possibile rid 11rrt a11cora dtllt1 mtld gli slau– tiameulì prr la pr ovincia di Rtg,((iO Calabria. E si f>o/ra11110, in comp e,:so, a,1mr11/art i ~:,ssidi fwr liuu aulomobili sticlte 11tl Collrgio di Caslel- 1111ov Monti. Agli assidui non abbonati, Il 110:,lro g10nwl e ha 1111 largo 1111mcro di /ellori affi •t1011ali e fi:tltli, che .berò lrt1srnrm10 di ahhouar_çi. Eppure lulli sanno che la /orta di 1111 pcri'o– dfro srtlimanale ri'si'tde solo ,,cJ!li 11hho11a· mmli. La twulita al mùmt o rapprtsa,t, , per le <11mnùul lra;Joui giOr11alislid1e 1111,1 ,aus'1 di /or li p,,s5iri'là e di noi'ei11jim lt 1 a11d1c qu.mdo i rù:auli'lvri sono p1111/11,,/i 11,i' p.,g.muu li e 11011 lrorauo oppor/11110 i'11/a1-care c:,:,i fui/o il provento della t·mdi ta, il che aamle troppo spesso. Il nostro gi'ornalc, pi:r t1it1cre1 ha bi'.~ogno di 2010 al,/,ouali. Se molli'dti nostri /e/lori 11011 aMotMli f .1us1-eroil piccolo sfor(" di' t1bbom1rsi, !., ro11lù111.i;Jo1u de/ gi'oruales.,rehb,;asshurata . I vecchi abbonati, d rt 11011 /,.umo nè di'sdetlo I' ahbouammlo uè in::i'ato I' ~·mporto Je//'abbo11ammlonuot•o,lro– t·er ,11110seg11.to iu lopi's rosso i'I loro ù1di'· ri\\O s11que:,lo numero. 5trll'mO /010 assai' ri · to11osu 11/1~ st: s/ mellermmo "' più preslo 11, re• J!Of11 rou l'ammi11i'slr.1\i'011c, ,a1i'lm11lo " uoi le sprse e a 5(' il dislurho della /rafia postale. Ai lettori dei numeri di saggio, d,t 11011 nf,11/:imlo finora i mw uri riat'll li l,,11110 mamftslalo; come speriamo, I' ù1tc11• ;_i'onc ,li' abbo11,rs,~. rfrolgi'amo la stessa pre• ghiera che ai' .:ecchi abhon.iti ri'lardalari. Al prossimo numero sarà ann esso un mezzo foglio contenen te l'indice anali tico della prima ann ata dell'U n/là . Il numero sarà messo in vendita insieme ail' indice, pe:r il solito prezzo di dieci centesimi. o Bian o SUL PROBLEMA DEGL' IMPIEGA TI (CODICILLO POLEMICO) Nell'Mticolo su l' 11aspe/lo dr! p,-oblm11t dt:trli ÙHpie,rali pubbli cato ne l n. 2 l l{enn. dt:11' 1 ·11ilù io sc rive\'Oc-.°'er:i!',surdo pen sare che I 'impi cg:'tto one– s10 il quale s'a\'\'egga, nell'acl em1>imento elci suo unicio, che ~li interessi dello Stato son o mal tute– lati o lrnditi, possa seguire la via 1,;ernrchk.1 per avvertire coloro cui spe lla di provvede re : « per • chC sono qui;:sti medes imi , assa i spesso, gli au– tod o i co111plici attivi e ncces~Mi del 1rnd1ment o e della concussione; sicchè all'impiegato ones to non res 1a che tacere o rivolger e al puhblico la sua denuncia. Ma la legge sullo stat o giuridico gli attrihuisce a colpa la scelta di <1uest'ultima \•ia, e ,;li impone la rom1>licit:\ del silenzio. i_~ ques ta, pi(1 s1>esso che non si creda , la tute la che essa legge off re ai più g·elosi inte ress i dello Stn to ». Dalle colo1111e della Criti ca sociale lo scrittore, che si cela (o si svela ) sotto il tntspa rcn tissi mo pseudonimo di Peter Auge11, m' op1)()ne, in un art icolo Su ,("li impie~ali 01res/i t la lt:trre sullo sia/o giNrid iro, una recisa confutazione, afler – mando non esse r \·ero che de tta legge imponga In complicità del silenzio, giacc hè essa 11011 ha abro – ga to l'art icolo 1So del codice penale, secondo cui è p:ls.. ibile di pena il pubùlico uOiciaJe, che no n de11un1;i all'aut orità giudiz iar ia rp1ei rea1i d i cu i abbia ncqui stat o notizia 11ell' est:1•riwitJ delle sue fi m::iotti; sogg iung endo che, se a ciascuno fosse lecito di prop alare in pu bblico le uotizie degli atti riguardanti la pubbli ca amministrazione, gli intere ss i dello Stato ne a\"l'"ebbero ass:1i più da nno che vantaggio, ed ogni funzionamento di essa ammini strazione <liver-rebbe impossil>ile ; concl u• dendo infine che spe lla agli impiega ti v~ramente ones ti di resistere alle malefatte, di cui si vor– rebbe impor re ad essi la complicit:\ dell'azio ne o del sileuzio, aflron tando anche il rischio di pagar di 1>ersona , La con futazione di ques to ragionament o può an • che sembrare non neces sar ia. A Peter Auge n il quale afferma• esse r men o dann oso uno str ingi – mento di freni che non il d ilagare di una asso – luta libertà piazuiola •• sarei tent ato di rispondere puram ente e se mplicemente : malo perirt1/osam li6u/a/ e111. ~In occor re anche agg iunge rt: che i perico li di qu esta liber tà sono ben pochi e ben piccoli. Anche i,uppone ndo, per ipotesi, Che man. cass e 1 ella legg e penale una sanzione contro chi trad isce i seg reti della pubbli c.'Iammin istra - 1ione iu maniera peri colosa agli in1eressi dello stato, non si tratter-ebbc che di farvi un'ag giunta , non di slabil ire - come ha fatto la legge sullo Sta to giuridico che sia proibit o de nun ziare anche le frodi, e che chi le denunzi debba esse re giud icat o, n<'ll'o mbra del più assol uto miste ro, dai gr os•601111d i quel la stessa ammini straz ione contro cui fu ri\'olta la pubbli ca nccusa. Au guro an ch' io, lo/o rord e, fmu:iona ri rigidi e coraggiosi , i quali abbiano la fermezza di ri– fiut.,re og ni complici tà in azio ni diso neste e dan• uose allo Stato ; ma perc hè sugli effetti di que– sta resiste1iz:, si possa fare aflìdamento, bisogna su1>porre un esercito tutt o di ero i, fra i c1uali ch i per il suo vantag gio tend a in,;idie agli in• teress i dello Stato non riesca a tro,·nre ness uno che sin <lisposlo a servirlo e a tnccre. iltn se accanto ad una magg iornnia di fuuzionnri rigidi ed on esti alt ri ce ne sono di coscienz a ehlstica od obliqua , nepp ure la fierezza incor ruuibil e di quella magg ioranza sen ·e ad C\ 1 itare che lo Stato sia danneg giato e tradito: e se ess i s'av \·egga no che gli int eres.;i pubb lici sono fraudolentemente sacrificati, la legge impone loro di tacere. No - ribatte Peter Augen - possouo ricor– rere al proc ura tore del re: nn:.:i debbono, in certi cns i. I.' interesse pubb lico è perciò tn telnto suflìcientemcnte. A qua lcuno può infatti par ere che sia cosi ; ma, anche trascurand o molte altre co nsiderazioni, ci \TUOI poco a ca1>ire che 110 11 semp re si tratta di un reato, o non sempre del reato 1>11ò essere offerta la prow,. Qu al magi– st rato potrebbe stab ilire che sia passibile di pena l'a\·e r preferito pe r la fornit ur:t una ditta piut – tosto che un 'a ltra? che sia atto di conc ussio ne o non piutt osto e1Te110 di incolpe vole insipienza o di i~noran za o della fretta con cui bisog nò pro vvedere, l'av er accettato di pagar e 10 qu el che 1>0te,·a nltro\ ·e avers i per 2 o per 3 ? che l' interesse dello Sta to non fu tut ela to, ma tra– dito, con l' incoragg iamento dato alle iniziat h·e del Banco di Roma o dei trivellatori di 1>etrolìo o dei costruttori di corazze ? Jn c1uest i cas i è possibile la de nunzia pubblica che dicn : • Hnda te gli interessi dello Sta to sono mal difesi; si spend ono se nza rag ione due, tre, quatt ro milioni più de l necessar io; il paese stia sull 'att enti , vigili, ammonisca , . Ma nessuno cre– derebbe di pote r andare a sussur rare una de– nunzia alla proc ura del re, la quale, nella mi• gliore del le ipotesi (che le ultime rivelazioni sul pal: \7.zo d i giu-;tizia non consenton o 1><:ri, di ri– ten ere In pii1 ,,rohahi le), giudica di aver qualcos a da fare o;olo ,1uando tro\ •i nel cod ice una 1as,;a. tiva fil,{ura di reato, ent ro cui pos ,a inqu adrnre il fatto ch.:11u111.ia1olc. Il che t! cosi O\'vio ad in– tendersi, che s:1rehbe far torto a /'d t:1· / 111,g-cn ed ai lellori I' i11sis terv i più a lungo. Una ru:ttura riflessione intorno alla legge sullo s1a10 giuridico non può non con\•incere che il sc" reto sugli aui della pubblica ammini– str-t:.:ionc, anche se d isones ti e dannosi allo S1a10, non è soh.rn to un efletto dolor oso della legg e sullo stato giuridico degli imp ie}:ati, ma. fu precisa 111e11te uno deg li,scop i che co u la legge si mirò n conseguire. La necess itit di uria lcg-ge su llo stato giuridico degli impiegati era sta ta affermata gi:\ dalle stesse organ iua1.io ni, come tut ela coutro gli arbitr i del potere esecu tivo. L'on. Sac chi se ne fece allora banditore c ac• cettO, per dirigere l'ag itazione, la pre~ide nza della confedt:ratione degli impie1,.-ati. L'on. Zanardclli, che in un di~corso a Brescia a\'e\ 1 a denunciato il beneplacito am111i111slrat i;;o, riconobbt la neces • sita delb legKe e presen tò un diseg no che non soddi sfece alcuno e non arriv ò, se non erro, nem– meno il).:li onori della discussione . Nel 190.1 fu for– nnilata , e approvata poi nel 1906, con cciIeri ,·e– r-amcntc e audacemen te i1mo\·:uor i e lihera li, la legge sullo stato giuridico degli insegn ant i secon• dar i (1); dumnte il 1907 fu compilata, e appro\·ata poi nel 1908, la legge su llo stato giuridico degli altri impit };ati, la qua le in luogo di esser e una tute la con tro il beneplacit o a111111;11istrat i: vo, fu i11\'ece la co ndanna di og ni resis tenza agli arb itri, fu la conseg na di funziorrnri iudif esi e legati nelle maui di coloro che vollero , in ra• gione del gr14do ger;irchico, averli acquiescen ti alla loro volont:\. Che in <iuesto rovesc iament o di tutti i prin cip i informat ivi della legge abbia avut o parte lo sde• gn o di su1>eriori offesi dal co ntei,'"110 irri spe ttoso dei sottoposti, 11011 vogl io negare; eh~ la petu – lan za pettego la di qualc he organi zzazione o di qualche siugo la perso na abbia pot uto giu st ificare, agli occhi di alcuni, l' opportunit à di ~renare certe manife stazi oni rumo rose e poco serie, è pur anche vero i che qualcuno , nel red igere o nell'appr ov,1,re la legge abbia potuto credere, in perfetta buona fede, di g iovar e alla dign ità e agli intere ssi dello Sta to, è pur questo da ;un– mettersi : ma non si può neppur negare che al– tri moventi abbiano ispira to la compilazione di. quella legge. In cnso d i\·erso , come pote va \'t:· nire in mente di imporre il silenzio su tutti i fa1ti delle puhblichc amm inistra zioni, se nza di– st inguere fra fatti lt:citi cd illeciti, fra fatti che oc– cor ra tene r segre ti e fatti la cui de nunz ia sia in• \"ece ut ile ag li interessi dello Stato, fra accuse \"eritiere e accuse bugiarde e maliziose , con una disposizione di legge che po tC se rvire a far con• dann are il Cam1>anozzi, nientemeno che alla de – stituzio ne, anche per aver- denunciat e le condi:cioni, troppo onerose per l'erario, di un contratto con la ditta Pirelli per la cos truzione dei cavi telegrnfi ci ? Gli alti ssimi bradi della burocrazia si sono cosi chiusi ne lln cerchia in\'iolabile di un silenzi o, da cui dirig ono co n so vranit à irrespons.1bilc, lutti gli aflari dello Stato. Per essi la legge è sta ta Jav– \"ero una manna. : gli onesti non si \"alG:ono di questa ga ranr.ia d' im1rnnità e continuan o a ser – vire lo Stato con zelo e con fcdehà: ma gli altri ? Che nelle pubblic he amminis tra zioni ci sia un marci um e vergog noso, spav entoso, è cos a che tult i 11anno : e gli esempi recenti, cui io :-illudevo nell'a ltro mio articolo , non so uo che un ben picco lo cnmp ionario, in confron to ai molt i che si pot rebbero addurre, e ai moltissimi che si sospe tlano per indizi \'alidissim i e che sa rebbe tuttavia difficile documentar e. Ch i non sa che ·molti funzionari non riuscirebbe ro a sp iegare, nt: col loro stipe ndio nè con altri legi uimi pro\·en ti, la vita agiata che co ndu cono? chi non sa che a Roma c'è, ntto rno ai ministeri, un nu\'olo di gente che offre l'ope ra sua a quanti hann o rnp – por ti d' aOnri con lo Stnto , per otte nere dai fun– zionari che chiudano un occhio o tutt i e due, che nascondano rappor ti per\"enu ti dn :altri uOìci, · che tro, •ino pretesli per escl uder e ditte concor– renti da gare di appalti e di forn iture ~ Possinmo conso larci J>ensando che alt ro\"e il male non è meno gra\"e ; ma è consolaz ione troppo magra. Di c111el ma rci ume ciualcosa com inciava a \'e – nir fuori <1ualche mmo add ietro . E le associa – zioni degli impiegati pubb lici, - le quali andn- (1) Dolla qualo tutt i I dcpu lati, cominciando d, pare cchi soci.t in i, dicono ~o,na, app,.o to perchOtutela in qualcho 1nodo gl' ia1e111aati dagli ub itri dei burocratici o dt:i mioi111i, cioè dallo camone dei dc1,HAtati: (.\". J. R.J \

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