L'Unità - anno II - n.7 - 14 febbraio 1913

24 6 si m.rnife stano soltanto nei rapporti con le organizz:11ioni di cui essi sono alla testa; ma nei rapporti con le altre organiuazioni, che hanno in mano il potere 1 i capi social isti sono ancora i leg ittimi rapp resentan ti della classe in nome Jell:t quale 1,,u:1110.Jn 1:11 caso la coi.titu zione de ll:1o li,-::1rchia socialist a ledesca non è per nnl\a in antitesi ..::on I' i– deale democrat ico. E quando il gru ppo dirigente, prodotto da una orga nin:iz ione po litica od econo n1ica, la qu:1le si afferma d<:mocrnt ica, dimentica - come purtroppo è a,·,·enuto nel Partito So– ci:tlisla llali:rno - i diritti e gl' interes~i de lla intera dasse, di cui si afferma rapp re– sentan te, per non occupars i più che dei bisogni Ji alcune minora nze col s,;1cririzio delle mag– gioranze, - allora è preci samente la forma polit ica democratica, che permette la lib era critica di quest i procetlimen ti a chi ne veda l' ingius tizia e senta il dove re di denu ncia rli ; è propr io 1:1 po litica democratic a, che agli ere tici e agli o ppositor i della ol igar chia im– me more delle sue origi ni e de i suoi dove ri consente l:t propagan da accus:1trice, la orga– nizzazione scismatica, il reclutamento di nu ovi insodd isfotli da co ntrap porr e ai sodd isfotti, tutto insom m:1 quel libero bwor o di con – trollo, di polemica, d':11.ione, ch e i regirni non democra tici non co nsentono o cons en– tono co n mino re larghe zza ai gruppi d'op– posiz ione. La de mocrazia, solo in una co ncezione in – f:u1tilc o lontaname nte avveni ristica, pu ò essere inte sa co me il governo di retto di magg io– ranze amorfe. La democ razia h:t bisogno an– ch 'essa di gerarchizzarsi. Ma c'è un abisso fra le gerarchie ch iuse e incon trollabi li, in cui si realizza il princip io, per es., dell a mo – n:trch ia asso luta, e le ge rarchi e di una società democr atica, aper te a tutt e le accessio ni ed e~poste cont inuamen te e leRittimame nte ai co lpi di ,·ento di tutt e le opp•sizion i. In una concezione realistica della vita po • litica e sociale, la demo crazia de\''e ssere in– tesa co me un reg ime, in cui tulle le classi , che nbb i:1110 rat5giuulo la cosc ien za dei loro int eress i ed abb iano una proi,ria ideali1à 1 ab– biano la possib ili tà di farsi \'alere giuridic a– men te per quello che realmenle valgo no ; un regime capace di rispon dere ai bisog ni e all e idee d i un nume ro di classi sempre maggio ri 1 ne l qual e i detentori dei pote ri pubbl ici sieno sempre esposti alla libera cri tica di chiun – que abbia o creda di a,·er e un interesse ad etcrcitarla 1 nel quale anche le singole orga– niz.zazion i pol itiche ed economiche sieno go– \'Crnate da l ii/e$, sogge tte di diritto al con – tro llo degl i interessat i. Og ni classe, cert:1mente, no n può farsi va– le re, in regime democrn tico 1 come in qual– siasi ahr o n-gimc 1 se non per via di una lii/e di rappr esenta nti. Ma la forza di qu esta i/ili' , in rt gime dcmocr:lli co , pili che in qual– siasi altr o r<.'gime , deri\'a soltanto dal con· senso dell;i massa. È sintoma tico , anzi, che di fronte all e ac– cuse contro i cap i, che si fau tiran ni delle masse, noi senti amo ripetere og ni giorno le accuse con tro le masse che, in\'ece di subirne l'autorità , riescono aJ asse r\'ire le persona– litJ 01igliori. La secondd accusa è cer to più ingi11s1a della prima; ma essa in ogn i modo dimostra che, in regime democratico, i capi possono mantenere il loro potere solo in ,p 1::1rtoriesco no ad imporre le proprie ide e e .L! l ' j•ri111cre i sen timcn li o le aspi razioni delle m:is~<'. Finanzieri e democ razia. Pili gr:i, ·c essai è il so~petto ch e l'atto d'ac– cusa del Delai si getta su l'essenza stessa de l rcf.:ime de moc rnlico, che appa rirebbe come il pili focilmc nte co rrom pibile di tulli i go – ,.._·rni1C()me la preda designa ta di pochissime persone, ricch e d i capi tali, di abilità e di ar– di me nto e r ri\'c di og ni scrupolo moral e. .\I.a poic hè i fatti, su cui ragiona il De- 1:isi, sono presi tutti da lla pra tica poli tica fran– l'e"i:, è il caso anzitullo di domandarsi se, in Fr,m"a, il potere po litico della plutocrazia sia realmente in contra sto con gl' interessi gen..:rali del paese. In Francia - no n dimen tichiamolo - g ra- 1ie all'eno1 me accumu lazione cap italistica , a, ·– \·enut:i durante il seco lo scorso: d sono 5 mi • L' UNI TÀ Iioni di piccol i re11/ùrs 1 posse~sori dei I O.J. mi· liardi di ,·alori mob iliari, che for mano l:i massima p:erlc della ricchi::zza mobi liare del paese, L'emi ssione di un prestito, quind i, le quo 1:1zio ni di bo rsa, la dis:r ibuzione de i di– ,·idendi, son tutte questioni a cui è interes– sata in Fnmci:i la ~r~ude massa della popo· !azione. E que i gra ndi cond utt or i dd movi• mento tin:inziatio, che cercano di da re l'i n– diriu.o all'opinione pubblica cd avere una fu11zione dircuiva nella politica del pac:s;;";' rapp resenta no in re:ilt:1 gl'in 1crcss i Ji mili oni e milioni di f,uniglie. Si sta realizu ndo, inso11111,1 1 in Francia prima che ne~li altri 1uc,i, la geniale in1u:– zicne di S2in 1-Simon, il l111.1lc :1ffi:rmna che nell:t nuov:, ~ocil.t:'I non ci s:trebb:: stata alt r.:t organ izzazione ammini strativa e pol rnca al– l'infuori di un sistc rn:, unico di banche na – ziona li1 regionali, com uu.1li 1 e che gli ammi – nistra tori delle banche :tvrcbb.!ro nella nuo,·a macchina soci.:tle, sostituito i sovrani, i mi– nistri, i prefotti , i sin daci ! l pericol i e i danni dell'azio ne politica dei tinanzier i sono ;iss:ti pili grnd ne i paesi do ve li rkc hezz:i è anco ra poco svi lupp;1ta e conce n– trata in poche m:1ni. U1 veram ente la pl u10- cra zia è spess i~simo in an titesi con la demo – crazia, p:!rchè gl'int eressi dd banchier i sono o po,so no ess.ere di\·crsi tbg l' interessi della gran de mag.gioram.a dd la popo lazione . i\la a11d1e in quest i paesi, e anche in q uelli in cui la plutocrazia gestis ce in reahà inte· ressi assai genera li, le acc1..1secon tro la de– mocrazia ci sembra abbiano la stessa ori• gine e lo stesso valore di q_uelle, con cui un:t ,·olta si cercava di S\'aluta re il co ncetto di liber tà politica. Ce n o oggi la stampa libera può sostenere e sostiene spesso una qua nt11:\ d' interessi il– legitti mi ; ma, di grazia, ai tempi de lla cen– sura, non esistevano anco ra interess i illegit– timi , e non trova,•ano modo di farsi valere lo stesso, seh bene per altr e vie e con altri esped ienti ? Solo, oggi la stampa può espr i– r,.erc anche, e cli fotti esprime spes~o, la voce \li chi d:il prc\'.tlcrc dcg l' intere-c:c:i illegitt imi è oppresso e che senza la libertà di stamp a sareb be cond:inna to .ti silenz io. li suffrag io univ ersa le per melte all'alta fi n:mza di crearsi coi suoi milioni un gruppo di dep utati fedeli ; ma perme tte nello stesso tempo agli op!rai di a\•ere qualche loro rap– presen tante genuino nei parlamen ti : e basta spesso in una Camera di deputati un solo uomo, che abbia fede ed energia, pe r impe– di re mo lte ingiustiz ie e per impo rre molte riparaz ioni. Il domi nio alluale de i li11:rnzieri nel regim e de1nocratico del la Fr:mcia prova soltanto che nel momi.:110 i1//uale essi sono i più fort i. ~la, se 150 an ni or sono essi avesse ro avuto la stessa forza di osHi 1 è certo che sarebbe ro riusciti , co11 egua le e for se con nrnggiore f.1cilità 1 ad eserc itare lo stt:sso do mini o in reg ime schietta – me nte aristocrntico . Anzi è ,1ppun 10 il regime de mocrat ico che po trà perm ettere ad una nuo\':i clac:se, fallasi pili forte, J i fron tegg iare e di abb allere la loro potenza . Il Dda isi \'ede la sah ·e1.za soltanto nel sindac:ahsmo, nell' :azione diretta extraparla – men1are del le classi operaie. ~ oi, schbene comprendi:tmo tutla la diffi– denza ,•erso l'attuale parlamentari sm o, non sappiamo apprO\':tre ques ta premeJit :ata limi – tazione imposla all'azione politica delle cbss i la\'ora tric i. Se una c lasse è for te ed è 1 come si dice, matura al potere, ess:a dc,·e saper scegliere i prop ri rapprescnt:rn!i e me lterli in condi1.ioni di loltare con tro le insidie e con– tro la corru zione dcli' amb iente j essa non deve rinun ciare :ti meli'.O pili poderoso , che le può d:irc in man o il potere . I mali della democraz ia, pili che dai di– fetti <lei reg ime, son prodotti, secondo no i, dall'impr eparazione della magg ior part e delle classi che, appa rentemen te, sono siate am– me sse al potere. E il rimedio è uno solo: ottenere con I' opera paziente di pro1nga nda, di orga niz– zazione, di di1fusione della cohura, che que– sla partecipazione divenga a po co a poco ef– fetti\ •a. Com ro i mali della democr azia non c'è altro 1imedio che insistere ncll' azione dem ocratica. Gino Luzzatto . Un a discussione necessaria. Gli arh coli di Rodolfo .1/omlolfo s11 Soci,alismo e fi!os.. lia Jmhblirati uri primi tre 11u11u ri ,li q,,rsl'mm o drlf l;nii:ì. ,.; l1a11110 procu rnlo da 1110 dti noslli /rituri 111111 ftlh rn d1t (sprime prob11- bilmml r i prnsiu, di molli alJri. " l 'o,ni - 1Jtri1 1, il 110::lro amico - salutare com r. 1111 h11011i-:s11110 si11l01110 pur il 1,u1;,m1t11l0 d' uln r d 'a ::;10111· promos. .:o dal! ' Cni lfl la p11!,hli– ca::;1011cdl'i Ir e ,r,•/it:oli di Nodc,/fo J/oudolfo su Socialis1110,. filn~t1fi11. Che gli .. ,.,.illol'i r la più parie dl'i /e/lori delh, Lln11:'1, i11 ma .,. :111u,, si v11d11 ,l',1ccordo 1 uun c'i dubbio. /Ila il 110:s/10 arrordo r... implt'nlo. Siamo d'accordo prrrhé fl"ni t:\ Ira/la bmr 1111 S(IU O di proMtmi roucrr :i, li sinsrr ra, 11011 li lasci,, fiu chi: 11011 11t h, me.~o i11 /11,:r il /a/,J prrrlico. fiu rhè 11011 lur potuto arri t•rrre ml mm propo~lt1 dtler– mm ala, rht n :mllo quasi srmpr, o/lmw, e chr auc/,r qmrmlo pare d1smli hil, 1111 sempre il mt• l"ito d, r:spoll(ltrr almruo " ur i, nq111s1/i ,li clria– rr::;!J11, d, roucrr/t$:;a, di pr r/Jilti inldlr lluaf,, chr 11oimm riusriflmO a lro:•arr iu quaulo lq;gmmo su troppi gio rnali di lroppi t:ruppi e gruppt!li t par/ili. S i11mù d' nrrortlo, ptrrM I' l' 111a ci fa vrdtrr, rifa pr11sfln lm,lt rosr, ri i/11m1i,m /anl i aspri/i nrlla 11oslm vilfl pubblica, cui noi 11011 avrtm mo mai pr11.w1lo. /Ila finora I' Unit:ì mm si I (I/J/J11slr11fJa curala di drji11ire chi siamo e rhe cos11uoglir1 110. Vo~lia mo - diroun a/rimi di noi - lr cose A. JJ. C..., r/,r aolnmuo s/11d1alc rosi t cosi, La legge americana /11/orno al pro![rllo ,ii lrg,rr oppro. ·alo il z5 .e-r,u,aio srorso dalla Ca,,.era di l/ dshi 11,r/011per im/udire lt1 i11mu:,:-,·,r-:icJ,11 • ')[/i .'itali l iti/i d,-g-li am1lfi16d i, saril p11Mlirn /1J11d p, ossi,11011u111ero ddla 1111ot•a riviJ/a J.,'l vila i1,1li:11ia all'e stero di– rei/a dal uoslrù amiro C. l'rrch r..i, 111i11leres• sa11lt•arlirol o dello stesso l'r e: iosi. dd 911,/e pos– sia1110 riprod11rre, rol co11se11sotldl'i111/ore, i pcusi pi ù 110/evoli. Il l' rr::iosi, dupo a:•rn spi,:1tr,ld i 1110/i.•i, pe, àu• rilfrtu dir 1mr11clu: quesiti t•1Jllt1 r,rrivfrd ;,, porlo il leu/Mivo, tante t•o/lt: ripi!lrtlo ,r,:f passalo, per limi/a,•e la i1111111 ',[n :itme dt•)[li op,·rai stra, 11i.:,·i ,tt:,:li 5"/tili l '1u'li, pa.ua a st,u/i,,,-e i p, o,·– twli111r11li, rke orro,·,·erchb,· pr,·nd,•re nella ipotesi che il pro.e-dio divr11/ass, Ji11a/111,•11/,: k,:~e. Jnnam:i tutto - ei,tli spiega - è bene tene r presenle che la legge non cnt rerfl in \'igore se 110 11 dopo quallro mn i dt1/la s11aappro,·a:io11e drfi 11iliz•a. i~ 1>re\'cdihile perciò, che durante ques to 1>eriodo di morn, l'emigrm :iouc italiana verso gli Stali l'n iti aumenter:\ molto. Sorge perciò il <lon:re nel Go,·crno Italiano di pre1>ararsi a <1uesta probabililfl, facendo sì che gli emig ranti trovino disponibili i mezzi t.litrasporlo sullicienti a tr:ispor tnrli in Amcricn. J1 Commissariato della Emigra zione de,·c, fin da orn, pre ndere, cl'.iccon lo con i ,·e1tori, i pro\' • Vf'tlimenti rilen uti necess ari dnlt' ccce zionalit.i. della circosta nza. l'assa li i quattro mesi dall' approvazio ne della legge , ness un anal fobeta polr:\ sbarcme negli Stati Uniti. Ammesso che il pro~cllo venga tra• sformato in lc-~a;:edurante Febbraio , la proibi· zione dello slmrco a).:li analfa!Jcti incomin cerà a decor rere da Lu;:l iu. lu que,;to mese, altitua l– mente , ne~li Stati l •niti il J>eriodo di inizio della stagione di la\'oro la ,1uale incomincin ad Apri le) è g·ia finito; nuo"i l:1vori, in .>\gosto, è raro che se ne iui.1.ino : re,;tano in ,1ui,·ità soltan to quelli che hanno a\'ulo princip io nei mesi precedenti. I.a restri,do nc, 11uim1i, incominciando ad a,·er principio in l.111:lionon :,vrii. (rcl;Ui\·amcntc) ).!rande importan za. o pe r 111\:~lio di re la gra\'ità delle conseguenz e sue snrà minore di que lla che sare bbe se la restrizione si ,·crHicassc in Febbraio o l\lnrzo. Gli annlfoheti il.tliani, che tlcsidcr:1110 cmii;rare negli Srnti Liniti, m1ra11uo perciò diversi mesi di tempo per potersi nwtt• 1• in condizione di leg– gere non meno di treu1.1 e: 110 11 più di quaran ta pnrole nella loro lingua . Essi a\'ran no selle mesi di lcm1)()(dal lui;lio 191.\ n febbraio 1914) per lo meno. Ora chi C,\11osce la rapidit :'1 di percezione delle popolazioni ilei )lezz ogiun 10 d' Italia, le<Juali sono 11uelle che danno il m.1ggior contributo nlla emigrazione analfoh -.:1.l \'erso l' .\mer ica del :\"ord (53.9° v>, non a\'rà un istante di e:-.itazionc per aOermarc che non in selle nia in tre mesi di Lem1>0 qualsias i merid ionale, dellicando un' ora di tempo :,t giorno :tll:t l'ropria istru zione, può Biblioteca Gino Bianco r su ru! f,lt'cù,m o 111,.~II' pr,,posl, rosi e cosi. Slil be11e. il/1111011/1(1.:/1 . . lbb 11mo b1~11'f110 ,li um, idra rr11/r11lr, di 111111 Jo rmul rr, di 1111 nome, di ,ma q11nlrltt rosll 1 ,·J,e sia flf,/'1111/0 /ti 110:;/ra dt– fini ~tour . Che co.:11 ,\ t.·1,ra/ J,,rù,liro di noi . 1 l'rrd, ; ci stil· limno dtl11 1 rsi t/{I 111llt ,fii allri .' l 1 rrdt è ri rag • g ruppùm,o i11tor110 11//' l,;1 it.1, 111l1 ta d,r, pula a1so 1 ali' Idea naz1n11rilt•, o alla Voct-, al/' .\ ;cione di Cr:;rw, , o ali ' 1\zi,111c sot:iali-:1a, o a//' .. \v :111ti, sui quali gioru (l/i pun tli t,111/0 i11lo11lo,·,.w11a110 delle 110/i • 1 chr 11011 .,;/arrbl,cro p1111/o male ,,tifa Cnità I Su qm_,;/o p1111/o fom lammlalr, oserei dirr, pre– giudi:;w/r, /Ji ... og11aù1lt1ufrrt"i. H,I io t10rrà spe• r are rhr r Uni ta ,la on , m pai drdica:;s, s1s/rmali • camml r 1111 poco dd ..:110 ..:pa~io111/0 :;/11,/10 ,1, crr/e qurslioui 11slrall l'(ti dirdlt>rr d,I _çiuru"lr ; prrgalo di mm s/ol'crre troppo 1/ mu so),pur ro11l1111, 11do "d esnmi 11"re prrv11/r11/rmn1/t lr qur.~ltoui co11crrlc. Uumn foccrc t.l :llkrum 111111 omillere •· E poco pruua , ptXo dopo 11ms/11 lr/1,ra ci so,ro gù111/i l't1rlirolo dr/ L11~Jr11/o, rht p11hbli– ch/<lmo in 911rs/1J1111mrro, e lrllrrr t articoli, /111/i pii, o mmo i11lor110 " prohlm,i ,li orirulmutn fo general e. Dis<111t'Nmo, d111 11r, audi, di q11rslio11i aslmll r! E f armw stguirt ,,lfa r/icolo dr/ lu :;callo g li seri/li più i11fn•..:.,;,m/i che ci so110 g iuuli f d te ci perverrtmuo. Solam mtr , t1mit'i scrillo ,·i r nmi ci lel/o,-i, in– lmd iamoci bene: /u, d,, ess,rt pioggi t1, mm /111 da essel't dilmdo I I.' U:\'IT.\. contro gli analfabeti. mette rsi in condizione di soltu 1><Jr:-.ie t!i supe– rare la prO\'a s1abili1:t per I' :unmissione <legli immigranti nt'gli Ststli l' niti. }fa il go,·erno l'ob bligo di aiu1are gli :inalfa . beti che vorranno preparar si n dett a prù,•a ? Non \'i è dubbio alcuno; e noi ~iamo sicuri che il Ministero della l'uhblica lstruzi,,ne saprà chie• der e ed otle ncre cl.ti suoi collq,:hi com pete nti e magari dal Parlamento i (ondi necessa ri per moltiplicare le scuole per ,.:li ad ulti rurnlfaheti in tull i quei comun i d'lt:t lia, 11t!i q11n/i t•t•rnt rhit – s/a l'apn ·lura e lo Slliluppo di In/i sruole. E qui cade acconcio ~1<pri111ere energicamente una nostra protes ta contro chi \'orrt•h hc che i fond i nccessstri :tll'ape rtu rn cd nllo svilupJlO di queste scuole venissero pres i da l Commissa riato dell'E mi~razione, il quale minaccia di di,·enta re il 1>0zzo di S. Palrizio. Qualsiasi 1>ersona che si oc-cupa di emigra– zione in llalia, non può, se è ~incera, non rico– noscere che noi - dopo dieci :11111i dal passag – gio della lt-1.:-ge sull"immigrazio ne - non abbia mo ani-ora saputo organizzare la tutela dell'emigra nte nè in patria nt: all'c slcro. All'interno : i famos i comitati manclamentali, che a,•rcbhero dovuto servire a svol);'ere In 1ui 111al11tcla ~ori:1le degli emigranti, non esistono; nt: nei comuni di cmi• grazione csisle altra orgn niz,:azionc prk ata o pubblica, che l'opera n 11ucst i comitnti asseg nata dalla lcKKe cOetti,·nmentc svolg":1. Nei porti l'im– barco dt:g:li emig·ranti avviene 1111cora, spec ie a Nnpoli, in maniera liarbara; ~li cmi).!'nml i sono trattati con modi inurbani eia perso nale, che per il scn•iziu trop1•0 gmvc è i11 1111 co111i1uo stato cli tt:-nsione ncrvosn e di irri1abi\i t:i. l famosi asili, che avrebl,ero dovu to raJlpre:-.c:11:irc il tri· bu to di ris1lettO che.:l'Italia da ,·.\ ai suo i figli che si allont:uumo d:11 suo territorio per ma n– dare i denari ad essa occorrenti per farla pro– sperare, 11011 sono costruili ancora. ~ on esi~tono stazioni di ricovero e di cura per ;.:li emigranti che ritornan o m:tl,1ti, i vinli dall,1 lolla comba t– tut.l nell' intere sse conmnc, dai pac:-.i di irnmi• gra zione . Se >,tllanliamo nll'o r);':mi:u:,z.ionc: della tutela all'estero il quadro è m1com pili deS()lantc. l\'ell'.-\mer ica dcl ~o n l, lrnnne n New-Yo rk do\'e vi è un a pnrvcma Lii ori,tauizzazionc rachitica per la quale si spen<lc con la lll'O\·erhiale grcttn tirchieria itali,ma, 110 11 vi è 11111:t che serva .1 tu • telarc i nostri emigra nti. Il Banco <li Napoli, che in quella tcrT,l m·rcl,bc potut o rnf'COl{iere .lllori di gloria nazionale , non ha orgnnizza ta che un' m,icr, A,irt·n::ht propria nella sola New \"orck , men tre, come si s,l, il tt:rritorio degl i Slnti L"niti C di 110\'e milioni di chilometri qua- · tirati e gli italiani sono sp:1rsi t si s1>argono su tutta la. su1><:rfic e dcli' .\meri ca. In Brnsilc ed in Argentina si sta pe);'~io : nel primo ,·i C un ls1lC1torcdcll"Emig raziv nc, il tiuale non \'iag– gia mai pcrchC 11011si vogliono spender <lcnari per far \'iaggiare ~li Ispettori 1•iiii:t:"ùr1tli (oh ironia

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