L'Unità - anno II - n.3 - 17 gennaio 1913

so lo li111i a11mente e in vi,, d1 co ncesa:ionè. Dopo ave r cn.•ato e f,1tto pros pcrnre, accanto ed a scapit o 1.lcll:t ~ uola 1>ubblica, la scu ola pri vata co nfc ssUm.tle, si dovcva tenta re l'ulti mo col1>0 : porre la scuola co nfessio nale a carico ùdlo Stato, far p.tg are co i de1!:1ri ,li tu lti la sc110\:1 di un p:n– tito . Gi:ì l'orga nizt;u;io ne sco lastica porla\•a 1111 grnn– de :1ggrnvio alle tiuau zc del panito clerica le bel– ga: il Brnun sem\lore cattoli co di Bruxelles, lo con– fessava ap1:1lan1ent c in 11n discgrso al Se11a10, di– chiarnnd u che le scuole prìv11tc l,;(>Slav;•no al suo pa11i10 1G milioni l'rrnno. l)':1\ trn pari e, pui, h: scuole cattoliche 11011 cor – risp o ndeva no affatt o bene, co i loro mt-zzi, al fine precip uo per cui t:nrno create: fornire co1>iosi greggi di fedeli elellori 1>er mant enere s:tldo il predomin io 1)Uhllcu dc-I p.1.rtilo. An che c1ues1aconft-ss:om=. con stu1>efact:nte in– ~euuità o i111p11Jem:a, usciva. ch•lla. penna di uno dei ca1>i del clericalismo belga: il Ve,haegen. Ques ti, corumeutancl o nella Revue Sociale calho– lr·9ue l'esilO infausto pei cleric;iti delle elezioni del maggio 1910, scri\•eva cosi : 1t Tullo pcrmelle di pemure r he 11 Governo po– ttà cu111a1e su\l' 1mnmm ilà de' suoi am ici per do • t11re e11110h,e v~tempo 11 paest: di uua mi.:liore leg– ge scol11s1ica. Se occorresse un nuovo argomento pt:r sping ere a ciò , (Jlle'-l0 ~mrehlJt: dato dalla pro• ponio 11e insufficie nte dei snflrn~i ponati ai cattol ici d:1i nuovi elt:ttori. 1 11uovi elettori d,'1 190 6 al 1910 h:rnno riversMo su di uoi ~o\ta1110 1111 terzo dd vot i che essi hanno emesso . Non vi è forse in ciò il sc– .:no che l'in segnamento impartito a questi eletto ri era riusc ito a formare (n:1 di essi ~olo un ter zo di callolici, conlro <lue ten:i di indiflerenu o di 1w– vers.1ri th:lla reliKiont-? Non v'è dubbio che, se trile propor:done si dov~sse 111an1e11ere, gli elet– tori t:.tllulici 11011 t.1rderel,bero a diventare la mi – noranza nel paese •· Le scuole clericali dovevano essere migliorate e perfezionate; per questo occor revi1no denari nuovi ; e se Il partito, già op1>rt-sso da enormi spese, non poteva druh più, a d.trli doveva pen – sare il governo. eman :-zinne del pulito, Il progdlo Sebollaerl del 19I J. Da que sti v.1ri impulsi trae or igine la legge scol.1stica proposta dal ministero Schullaert nel 1911. Essa cominci.l,v,1proclanrnndo un principio, al qu;1le fino ad allora i clerica li enrno st.tti ostili o recalcitranti: il principio dell'ubbligatorielà del• I' i !itru:1.ioneprimaria . Ma aggiungeva subito che se ogni p~clre ha il dovere cli far istruire i suoi figli, ha anche il diritto di mandarli alla scuola che mt-glio gli pi11ce,sia pubblica sia privat,1, e, di riuv ere dollo Staio i mezzi per potere far ci~- E qui sta il vele,, delfargon,n,/o: allo scopo di fornire ai padri questa prtziosa e indispensabile libertà di scelta, la le&ge stabiliva che lo Stato concedesse a ciascu:i padre di fami&lia un buono del valore di 36 franchi ; questo buono sarebbe st1Ho dal parlre <li famiglia consegnato al diret• tore della scuola dil hli scelta, il quale ne avreb– be riscosso l'ammontare in questa guisa: 3po dal Comune, tpo dalla Provincia, 6110 dallo Stato. Tutti vedono l'in sidia, che in questo modo il clericalismo tend eva al denaro dallo Sta to. Si pens i infatti che cosa avrebbe f.ttto h1 nrnggioranza d i questi padri, n cui lo Stato dava un buono di 36 franchi e la libertà di sceglit-re la scuola, in un paese dove le scuole cleri c~li sono innumerevoli e dove il partito clericale è potentissimo e può disporre di enor mi mezzi di pressione . Spinti, cous:gliali, premuti eia tulle le parti , quei padri, in magg iornnza contadini, Avrebbero consegnato i loro figli e.... i denari dello Stato alle scuole private confessional i. L'en ormità di questa insidia scosse tutta la parte liberale, dem or:rat ica e socialista del Belgio, prov ocando nel paese un'agitaz.ione cosi viva e cosi forti prot este, che il partito ctominante ne fu spl\\'tmtat(". l)i front e a tale mo viment o lo Schol– laert, osteggiato d.tl re, 110 11 sostenuto decisamente da mu, pari e <le' suoi amici, clovè prima ritirare il suo prc1gctto, p~i ritirar si ~gli stessso, cedendo il pm1to a uomini del suo part ito, meno spinti o pil t pieg hevoli di lui, capita1,ati d;t) Broquevi lle. Le ulteriori vicencle sono alla memor ia di tulli. Le elezion i ciel giugno scorso, riuscite favorevoli ai c11tolici, h 1rn110 incoraggiato il ministero a. ri• prend ere la politica scolastica c\ello Schollae~t. Già il Broqueville ha dichi.uatn che il progett o dello Schollaert non è punto sepolto e che egli si propone di d 1>resentarlo , mutato nella. forma, non nella sost1rnt.a. Già gli elementi più rigidi e fanMici della <lestra clerica le, ca5>itanati dallo stesso Schollaert e dal \.Voes te, premono sul ì\fi. nistero perchè la prom essa sia presto m,mt enuta. Lo sforzo cler icale in Uelgio per il dominio com• pleto della scuola non è quindi punto finito; ci rise rha anzi uuove e interes santi vire nde. PIETRO SU1VA. L'UNITÀ 231 Come ' St preparano gli eccidì. Tr e ann i or sono il Comu,e cede tt e per se i anni la f'Sazion«: dei daz i ed i contratti di abbo na– mento con i p"scat ori ad un appaltatore. Il quale, pert anlt\ sapeva nell'a lto di assu mere 1":1ppahQ, che il 31 dicembr e 191:1 sa rebbe sca– duto l'abbonam ento fra il Comune ed i pesca– tori: ed in pr evi sione di ques ta eventualità si era pr epa rato ad impo rr e ai pesca tori un nuovo cont ra tto d i abbo nam ento - sem bra - più ele• vato di quello del quinc1uennio pr ece dente! I lo ass istilo pc rso11.1hnenle, nei giorni pas sa ti, in un Comun e del Mezzog iorno, ad 1110 di que i contras ti fra una par te piu o meno notevole ddln r>opol.1zione e l'J\mmini strnzione comunale , a cui si deve risa lire nove v()lte su died , in caso di tumulti popolari e di cons eguenti ec• cidl, per re ndersi conto csntto delle cause dei pr imi cc..letcnni nar c it~ rrs ponsab ilitàde i seco ndi. 11 cont rns to, ,1ll'ora in cui invio ques le note in tipogra fia (13 gennaio), è sempre nper to : e non so se clomnni, apren do i giornali, non vi leggerò con ang oscia che la se rie delle uccis ioni di poveri diav oli si è allnnj! at a di un altr o nu• mero. Ma anche se - com'c da aug urare con tutt e le forze - la ques tione sarà finalmente e senza funesti inciden ti appiana ta, non sani stata oper,t \"ana averla anal izzala e descr itta nei suoi elemen ti cara tteristici: perchè in ess1. si riflette una situazi one, che mulalis mutautlis è quella di tutl o o quasi tutt o il Mezzog iorno d" Italia. Le insidie di una tariffa daziaria . i\'el Comune aperto di Molfetta, per ammissione concorde di tutti (appnltat ore del dazi o, amm ini– st razione 1.:omunale, pescatori), si consuman o in media circa cinque quintali tli pesce lres•co a-I giorno ; i quali sulla base dell'a ttual e tariffa comunal e, stabili ta nel 1908, dovrebbero fruttare non più d 1 15 mila lire all' anno. li dazi o di minuta ve ndita sul .,esce, invece, è appalt ato dal Municipio per J8 mila lire an– nue, come se il consumo fosse di circa 13 quin • tali al giorno E ques te 38 mila lire annue sono state pa• gat e nel qu inqu ennio passato ;,, nbho,iammlo dalle circa 200 barche da pese~, in rate men– sili, varianti se~ondo la impor tanza delle bar– che, da L. 32 a L. 24 ogni paranza (cioè coppia d i barche da pesca) Per obb ligare i pesca tori al pagamento di un canone cosl iniquo , la tari ffa daziaria divide il pesce in due categorie, per ognuna de lle quali è consi ~lerata minuta vendita ogni vendita non su– periore ai 50 chilogrammi. E poichè è assai raro che una pescata produca più di 50 chilog rammi per ciasc una delle due categorie, ne consegue che i pescatori so no cons iderat i, agli effett i della ta:_ rilfa , come vcnditnri a minut o, e perciò tocca a lor o l'obblig o d i pagare il dazio non appena è avvenut o lo sba rco e il pesce è stato acqui • stat o ali' incanto dai riv endi tori veri e prop ri. Avvenutl'l cosi il passagg io dall~ mani dei pes c;ator i•proJuttori (iniquamen te considerati come rivendit ori a minut o) Hlle mani dei veri e pr oprii pesciven doli, il pesce fresco in par te (cioè in media circa 5 qu intali al giorno ) è ri – venduto davv ero al minut o per il consumo lo– cale ; ed il resto viene espo rtato. Questo sistema non solo libera da ogn i sec– catura i pescivend oli, ma obbliga i pescatori a pag are il dazio anche sul pe1,ce che no" si con• suma nel Comm1e e che è venduto per t• espor– tazi one . Il qua le pesce esporta to, poi. paga un altro dazio - a spese del pesc ivendolo questa volta - nel Comu ne a cui è des tinato. Cosi i pesca tori sono obbli~a ti a pagare un dazio quasi trip lo di quello che il Comune a– vrebb e di ritt o di riscuotere se il dazio cadesse davve ro sulla minula vendi ta e sul consumo locale. E un'altra iniquità ancora più raffinat a con• tiene la tariffa daziaria in quisti one, grazie aHa divi sione del pese~ in due categorir. La seco nd a di ques te cat egot'i~, compre nde alcune dete rmin ate vari età di pesc i 1 purcl, i 110,i si, no più /uughi di dieci o nove o sei cm timtlri ,– la prima cat egoria compr end e tutti gli altri pe• sci ed anche quelle varietà conlemrlate dalla se conda cat egoria che supt rano le lunghezze sud– dett e. Se i pesca tf'lri volessero - come C loro diri tto - paga re il dazio sul pes ce rea lmente vendu to, il che si dice stare a tariff a, dovreb– be ro anzitutto allo sbarco far pesare il pesce alla pesa municipal e, presen tando lo diviso nelle du e categorie, ognuna delle quali paga diverso dazio: è facile immag inare a quali contesta – zioni e contravvenzioui dar ebbe luogo l'attribu– zio ne ciel pesce alle due catego rie. dato che l'appalta tore volesse vessa re quei disgraz iati: t! mai poss ibile cla ssilìcare uno per uno i pesci della stess a varietà seco ndo che sie no più o meno lun ghi di 6, cli 9 o di ro centimetri'? E solo do1>0 avere pc-sa to il pesce e paga to il ,lazio e ottenu to le bollc uc, i pescatori avreb • bero la facoltà di mett erlo :ili' incanto. Ora la pesa ,mmi cipale si troua a pii, di ; oo mc,ri /on– /ano c/(11/fl Uantlli,ur: cioè i pescator i, appena sbarca ti, dov rebbero prendere le ces te dei pe– sci, portar le a pesa re :. più di tr ecr:nto me• tri lont ano, p;igar c il dazio e poi tor nare alla banchina, che è il solo luogo <1datto per la ven• d1t;i ali' incan to! '.\la anche se si rip:1rasse a qu esta incred ibile angh eria e si tenesse per il pes ce un uOìcio daziari o sp e~iale su lla banchina, come del re– sto esige la stessa legg e daziaria, resterebbe sempre la assoluta impossibilità di sbrigare, sen za enormi inconvenient i, le pra tiche per lo sdazia1nent o. La pesca è in balla del vent o. Molte volte lo sbarco a\' viene di nott e. Spesso sba rcano in• sie me e a pochi minuti d' inter vallo tutte le barc he. Si 1>cnsi allo affoll:1mento, che si <leter– miner ebbe intorno ali' Ufficio daziari o per le opernzioni di verifica delle due catego rie, pesa– tura, pagam ento del dazio, regis traz ioni di mol– teplici bollette ccc., nel caso assai comune che dell e cento 1>aranz e ne sba rcassero insic.me una cinqu :rntina: i pescatori, scesi finalment e a terra, dop o le fatiche improbe di un mare cattivo , inzuppati di acqu a, in\' CCC di poter vendere senz 'altro ai pesciv end oli il pesce ed and arsen e a casa, sarebb ero ~ost retti a far la coda inna nzi all'Ufficio daziario! Ogni operaz ione di sdazia – mento richiederebbe una decina di minuti anche se l'appaltat ore non av.:sse interesse a fare ostruz ionismo; il cinquante simo disg raziato che asp etta il suo turn o, dovrebbe aspettare sci o sette ore. In inverno muore dal sonno e dal freddo, mentre il lett o lo attende a casa: in esta te si ved e deperire il pesce sollo gli occhi di quarto d'ora in quarto d' ora. E questo nella ipot esi che I' uffido daziario resti sempre aperto af!che di notte. Che se l'uflìcio non facesse ser vizio not • turn o, il pesce e i pesca tori dovr ebbero aspett~re tranquillam ente l'ora della sveg lia clegl'1mpiegati ! _ App unt o per t-vitar e le angh erie ed i perditempi de llo slart a lari.Ifa, per assicurars i quella che con una sola par ola es si chiamano magnifica • mente • la libertà •, i pescatori .tccoaseotiroao cinque anni or sono a lascia rsi strangoL re col sistema del cos idett o • abbonamento • : si im– pegnar ono cioè a pagare ogni anno j3 mila lire, quasi il tripl o di quanto il consumo locale · con– sentirebbe, ed a pagarle in sos tituz ione dei pe– scivendo li, che sono i vc:ri rivendit ori al minuto. E Ja que sto contr atto il Comune guadagnò non solo un da zio quasi triplo di quello che gli toc- · chereb be, ma anche l'eco nomia delle ingenti spese di controllo ed es azion e, che avrebb e sop · portat o se i pes catori fossero stati a tar iffa. ì\la ali' ing iustizin di cui erano vittima, i pc• E con la tariffa comuna le alla mano egli po– teva e può sempre tenere i pesca tori per il collo : se vo~liono l..1 11 libertà ", debbo~ o ab• bonarsi alle condizioni che pretende lui; se ri– fiutano i'abboname nto, addio II libertà•! E se i pesc atori nelle operazio ni dello sdaziamen to, che non è eletto debbano essere per i loro be– gli occhi facilitate, perderanno la pazienza, tan – to peggio per loro. Diversamente la pensano i pescn tori. Questi nel sett embre 1911 si sono riuniti in una • Al – leanza mu tua coopera tiva fra armat ori, proprie – tari e marinari di bilancelle eia pesca •, che conta ogg i più di duemih1 soc i. J\lla Cassa del- 1' 11 Al:eanza " ogni paranza versa un contri– but o settim :male di cinqu e lire: è la cosidetta co/0 1111(1 1 cioè la somma, che per sec ola re t rnclizione toccava ogni scttirn ana alla ciurma di ogn i paranza , per d1è se la godesse ..... nbbria – candosi. I µesc :1tor i hanno finalm ente voluto ab– bandonare que sta triste consuet udine <lella ub– briaca t 11r.i selli 11u:rnale 1 e lo coloun a dà i fondi per una coopera tiva di consumo che fornisce le pro vvis te di bordo (bisco tti, gallette, vi110, olio), e per assegnare ai soci un sussidio <l'invalidità per malattia o per vecchiaia , per sovvenir li nei casi d' inforlu nii sul lavoro , ecc . Fanno parte del!'• Alleania • lavora tori e pa droni. È un caso tipico di co/laboras;ione di classe, in alcuni punti favorevo li anzi che no ai padroni: i quali , del resto, sono padron i di un capitale assai limitat o e vivono coi lavoratori sul mare la stessa vita di pericoli e di disagi. Ora, pro1>rio alla fine del 19 12 1 subito dopo che l' 11 Alleanza,, <:ra riuscita a superare le prim e diOìcoltà de lla nasci ta e del consol ida• mento, scadeva il cont i :\tlO di abbonamen to. Bisognava ques ta volta non lascia rsi nuovament e strang olare. Era una quisti one che l' • A lleanza 11 non poteva esimersi dal trattare. Ed è anche questo un caso tipico di collnho– rn1,ione di classe. Perchè nella orga nizza zione del nostro lavor o peschereccio i lavor atori non sono pagati 1t giornata, bensl si dividono insieme col pad rone, ciascuno per la sua quota parte , il prodotto della vend ita del pesce, dopo sot– tratt e le spese, comp res o il dazio : ogni r ispar– mio su questa passiv ità, pertanto, rappresenta un guad agno per tutti, padroni e lavorat ori . Nel• l'agitazi one i padroni, che sono responsabili del dazio, figur ano in prima linea i i lavora tori si dichiarano e sono solidali coi propri elar ii. Nessuno intende pill rinnovare il contratto di abbonamento. Tutti vogliono mett ersi a tariffa. Ma domandano al Municipio, che la d istinzi one del pesce in due categ orie sia abo lita, e che il scatori non conse ntirono senzu lunghe o penose re sistenz e. Eraao di sorgan izzati , impauriti delle limite della minuta vendita sia._rido ua a__venti--– minacce , attratti dall e lusing he e dalle promes- -- o~ enticinq ue chilogra mm i. se, non pr otetti da ness uno, avvt•zi p,r stèo· Con un Juciclis;simo intu ito de l loro indiscuti- /are lradi:Jio11e ad aver sempr e /orto. bile diritto , essi hanno de termina to la radic e Alla fine cede tter o e firmaron o il contratto di abbonamento per cinq ue anni , la cui iniquità rivoltante è mess .1in luce contino.unente :li loro occhi dal fatto, che anche le paranze che vanno a pescare ali' es tero - quasi un terzo di ess e si dà c'>ntinuamente il cambio in ques ta forma di emigrazion e temporan ea - devono continuare a pagare in patria il canone mensile di abbo – nam ent o, mentre lavo rn no e pagano le tasse lo– cali in Grecia , in Egitto, nell'Asia Minore. Sj>esso avvien e, che una paranza, cost retta a lunga inazione clni tempi cattivi, dalla necess ità di riparaz ioni, e qualch e volta anche dalla man – canza di pers onale a bordo, non appena ha po– tut o uscire a pes care , ha dovut o al ritorno ri– nunziar e se nz' altro a luUo il provento dell a pesca ta, che ern as sorbito da l pagamento del canone mensile <lei daz io ! Se una paranza è spint a dal vento ad approda re e voendere nei paesi vicini, il pesce pes cato paga qui il da zio cqnsumo, men tre la paranza paga St!mpre anche a Molfetta! La verleon attuale. li contr atto di abbo nam ento tra i pesc atori ed il Comune fu fatto, come dic evam o, nel 19()8 ed è scaduto il 31 dicembre 19 12. della ingius tizia di cui sono vitti me ed il rime – dio più natu rale. Con que sti provvedimenti, in· fatti , le pescale su1>eriori ai 25 chilogra mmi, che sono le più comuni , essi le ve nder anno alt' in– cant o, non appena sbarcati a terra, senza do • verne rendere conto a nessuno, perchè saranno considera ti come venditori all'in gros~o. li pesc e acqui stato per la esp ortazione par tir à senza for– malità dalla banchina, salvo la . sorveglianza degli agt-nti daziarii per impedire agl i esp orta• tori la ven dita abus iva nel Comune, sor veglianza che si può facilissimam ente organizza re. Per il pesce de stinat o al consumo locale, il daz io sarà pagato dai pesciv endo li, che sono i ver i vend itori al minuto e che se n~ rivarrann o sui consum atori . E toccherà ai pesc ivendoli, com'è giusto, sbrigare le pratich e daziarie n~cessarie. Le quali, del res to sarebbero alleggeri te per chiu nque, qua • )ora sparisse la capziosa di vision e del pesce in due categorie, e qua ndo il Municipio o l'appal– tat ore impiantasse sulla banchina un Ufficio da – ziario succursa le con sufficien te numero di bi– lancie e con lavoro anche notturno: nulla, del res to, vieterebbe ai rescivendoli di fare essi con 1•ammini st razion e daziaria un nuovo con– tratt o d'abbonamento .

RkJQdWJsaXNoZXIy