L'Unità - anno II - n.1 - 3 dicembre 1913

L'UNIT À 223 SOCIALISMO E FILOSOFIA La cri si e la necessità di un orient amen to filosofico. Lo sci'sma socialistico italia no è ancora e ,continuerà ad essere argomento di discussioni, p er il fallo stesso che contr o al vecch io è sorto il ,111ot 10 pt:rlit o, rivendicando a sè la -coerenza sistema tica del la teor ia e deJla pras• si, contro il riformismo di sinistra che, ac– ,codato ora al rivoluzionar ismo 1 sembr a rap– rpresen tare un compro messo ambiguo, priv o o incapace di una sua ne tta e sicur a carat– iteristica· differenziale. I due part iti estre mi intendono invec e rap- 1>resentare 1e due opposte posizion i, che il ,pensiero e l' azione dei soc ialisti posso no as– -sumere nella vita politic a e sociale : i corni quas i di un dilemma, oltre i quali nessun'al – tr a via coerente sia possibile. · Ma è vera me nte la loro posizion e cos\ radica lmente di\·ersa com 'essi credo no? P otrà dall'uno o dall' altr o d i essi venire il superam ento de lla crisi de l socialismo con– tempor aneo in Italia, la liberazione da quel -disagio che ha pe rvaso tanti spiriti , pure in– timamente convin ti de lle idee social istiche , ma che in nessuno de i campi, in cui att ual – mentt so n di visi i partiti italian i, si sente a .suo posto ? O c'è, di questo disagio, qualche ragione più alta e gene rale di quelle che possano esser date dalle particolari e mu tevoli con– .ting ent e de ll 'att uale momen to poli tico ? l diri genti il vecchio partit o sono ogg i ,quegli stessi che, nel 190 4 1 con la famosa m ozione di Brescia, affermava no I.a necessità ,di un pe rpet uo atteggia ment o nega tivo di cri– tica e di opposizio ne, che metteva capo na- • tura lment e ad una conc lusione catastrofica : il ,celeb re sasso nella macchin a, che dovev a farne ~altar in aria violentem ente tutti gli ingra– flagg i, spezzarne il me ccanismo , ro mperne il funzio namento. A11ora, sull e rovi ne dell a macc hina borghese, si sarebbe d 1 un tr atto "Pianta ta in pieno assetto di fun1i onamento la m acchin a prole taria. I rivoluzion ar i hanno cer tame nte, dopo la -separa1ione da i sindaca listi, molto attenuato e •m itiga to dell e loro vecchie afferm azioni ; ma 1 1a men talità essenziale resta la med esima : ,quella che il Co mte cons iderava caratteri• :stica del rivo luzion arismo, d i co nfo ndere i •prin cipi c ritici con g li o rga nici, di guardare •solo all'azione dist ruttiva e non a1la rico– :strutti va. .Ciò che impor ta è suscitare l' attivi tà de– m olitrice: sgomb rato il ter reno, sem bra che qu asi per incant o l' edificio nuovo debb a sor · .ger• da sè. I fondatofl de l nuovo partit o sembran o per contr ario preoccupa ti di esercita re un' a– zione posit iva, di costruire l'edificio nuovo ; -di c~stru irlo anz i senza gra ndi de molizioni, ma sost ituendo pietr a per pietra le nuov e all e anti che, sicchè 1 pur senza catastrofi, il ma– teriale e il dil•egno risult ino in fine mutati. Ma all'az ione posith ·a essi non chiamano, .come gli alt ri a quella negativa, le masse : ritengono sunìde nte e sola efficace l'opera de lle iliks, an1.i delle maggiora nze parla men – tari. Parlano di att rarre 9m111/epih for{t sia .po-.sibile intorno alle so lu1ioni conformi agli interessi del proletariato ; ma non !.anno ve• -dere Jor{& fattive ch e nei legisla tori, de i quali le masse appaio no semplici strumenti , poic hè il loro ufficio si riduce alla funzi one elettora le, il cui result ato sembra identico -sia che derh·i da convincimento inti mo de lle idee, sia da fana ti~mo per la persona. ~ella loro antitesi ques te due tendenze 'h :111110 una c:ir:itter istica in com une: che l' opera ricos truttrice non appare nè all' una nè :111':iltra faticos.'l e lenta conq uista e for. m :11.ione progre~sh·a delle masse. Da una p:1rte le masse h:mno soltanto una prepa ra– zione nega ti\·a per la funzione demo lit rice, compi ut:t la qua le, co me scr ive\·a il Mocchi nel commento alla mozione di Brescia, il p.irlilo (cioè una i·lilt) sale al pol,n per realizzan ·i il proprio programma. Dall'altra , l'Nite entra in fun zione sin da ora e de\'e creare grado grado l'am biente , cui le masse no n av ranno che ad adatta rsi. In entra mbe la socie tà socialist ica no n è creaz ione atth •a, conquist.t progre ssiva , vita vissuta dei soci , per cu i sia sangue de l loro organi smo, con – sapevoleua della loro coscienza: è un am – biente nuovo in cui essi entrano, o tutto d'un tratto o un po' alla vo lta, e nel quale pass ivamente si adagiano . Ora questa sostituzione, consapu ta o no, dell'amhienie alla pra ssi (per usare un'espres – sione del Colucc i) suppone e riflette la fede in un soc ialismo che si faccia da sè. Fede chiaramen te visibi le nei rivoluzionari, i quali restano ancor:t nei limiti de l vecchio schema : acce ntramento crescente del proletariato da una parte , de l capi talismo dall' altr a, che mette capo alla rivolu1.ione esprop riatrice ; sicchè attendo no la costr uzione più grand iosa, che la sto ria abbia mai visto, da un att eggia mento essen zialmente nega tivo (1). Ma 1mplicita, per quanto inconsapevole, anche nei rifor – misti, che affidandosi alle éliles cionebbe ro spiegare come la volontà di un ristretto nu• mero di indi vidui possa non solo sempre di– rigersi verso un fine cosl lonta no e cosi poco sen tito da loro, preoccup ati sop ra tutto delle contingenze attuali e della pratica immediata, ma superare anche le resistente delle classi domi nanti e farne an1i le proprie coopera – trici, e com piere per ope ra di poc hi una trasfo rma zione di sua natura un ive rsalistica. Senza supporre una cer ta qua le fatalità og · gettiv a, di cui le éliles sian quasi stru me nto, tutto questo processo avrebbe dell' inv erosi• ( 1) Per una recente riaAermazione del catastro– fismo dei rivoluzionari, con la sua fede nelle ltzgi og-l{ellive contro ogn i intt:rpretazione vo– lontarist ica od etica del socialismo, si vegga. un articolo della UalabanolTnell' A va11liI del 10 di– cembre . Interessa nti in particolar modo sono le discus~ sioni svoltesi sulla giovanile A,•a,rguardia, una eco delle quali risonò anche su queste colonn e. Al Congre sso giovani le piemontese A. Tasca ave\'a assai bene afferma to che e per creare, per sostituire bisogna conosce re prima i bisogni, poi sapere ciò che si deve creare, e ciò che si deve sostituire : ci Vlt.lle insomma eullu ,·a, cultu ra, cultura •· 11 Bordiga nell' Ava11gua,·dia soste nne invece, come com,iulo delt·twinisla , impede ndo l'asse tto capi talistico la diffusione della cultura, si deve dire al proleta riato; e rivoltati e sarai libero e potrai nllom dive ntare civile•... Mostriamo alla gioventù borghe se che la società nuova non sarà distillata dai loro cervelli corros i dalla sifilide, ma edificata possenteme nte <latte nostre mani rudi e callose! » Il lettore forse non capirà che co:,;a abbia a fore il dde rmfoismo couvinlo con questa affer– mazione dell' illimitata potenza creatrice dell'a • ,ione, per cui la rh·olta delle mani callose pro• duce la libertà ~ crea l'c<lificiod ella civiltà nuo– va : una libertà poi che non ha bisogno di con– sape\'olezza cli s~ e del mondo; una creazione che non esige conoscenza delle finalitl1 e dei mezzi. ì\la un articolo posteriore di Bordiga {rfra11g11anlic1, 5 dicemb re) chiari sce l'oscu rità con un richiamo alle ~onvinzioni m:mcistiche e al materinlis mo storico interp retato come asso – luto e rigido deter minismo. Non sono gli uomini, sono le cose che muo– \•ono la storia : la consape\'o lezzn (ripete il B. con Hegel) arriva a cose fatte. Dun que basta de stare il sent imento ùi solidarietà negli sfrut– tati : cosi nasce il socialismo ; opera di senti• mento non di cultura. « Non perdiamo tempo nllc fantasie revisioniste. Delle cli\'agazioni dei filosofi borghesi chi se ne frega? Pensiamo a dif– fondere la fi:imma dell'idea rÌ\'oluzionar ia. Non dobbiamo C\'angdi zz.\re, ma soltnnto accendere, e quando sarà il tempo l' incendio scoppier à •· E,·identcmcnte se si continua a parlar e di sen – timento, di propnJ::rncla, di solidari età de\·e es– sere solo perch è di quando in quand o altre allt: rose si guarda anche c1uelta loro immagine ri· flessa che sono gli uomini: gli uomini (socialisti compre si) sono strumenti delle cose : 1?. propa. ganda si fa perc.:hè le cose la \'OJ.:liono ; le cose m:catastano la legna secca; un bel giorno appic– cheranno il f,1oco e qut:1 giorno sarà il socia– lismo. E la creazione della società 11\IO\·a? Ma... non dicern Eraclito che il fuoco era il creato re di ogni cosa? mile : di ven ta concepibile solo se conside – rato neces sario, non arbi trario ( r). No n per nulla la men talilà de i riform isti co me dei rivoluzi onari si è format a en tro quello, che per tanti an ni fu ch iamato socia– lismo scienl(fico: il peccato comune è un peccato di orig ine. La celebre frase de l Marx, che non la coscie nza dete rmini l'e ssere del – l' uomo, ma il suo essere socia le determini la sua coscienza, presa alla lettera e separa ta da quella filosofia della prassi che le confe• riva il giusto valo re, è stata per troppo tempo (r) ?\cl recente Congresso del partito riformi – sta il Cabrini ha parlato di fare dell'org.tnizz a– zionc dei lavorat ori l'or gano principale della po• litica proleta ria, di indirizzare gli sfoni ad af. frettare le condizioni che consen tiranno l'ema n– cipazio,w proletaria. Dunque azione delle masse, dunque non più affidamento alle tliles? Ahimè no: il Cabrini non ~!..;Jjscosta d.11l'orientament o c.1rattcristir.o del riformismo. All'attivi tà politica ed econo mica il C. non vede in fondo che una mèta: la legisla– zione sociale ; e questa, che egli interse di pic– cole, anche se provvide riforme, è, per sua di– chiara zione, essenzialm ente il risultato della col – laborazione di classe e scende anche dall'alto de l potere, che spesso avverte i bisogni delle cla~si lavoratrici prima che queste classi stesse . E, 1>er sua dichi-1razione, q\1est'opera dev 'essere pragmatica e seguire la lezione delle cose ; il programma deve quind i essere di momento in momento creato dalle conting enze. Data per– tanto questa limitazione dell'orizzonte, e dato il concetto delle riforme che scendono a prevenire i bisogni de lle classi proletarie o risultano dalla collaboraz ione di classe , la fede nel socialismo come resultato ultimo è possibile solo a patto d i suppo rre che la volontà e l'azio ne delle class i domin.mti e delle tliles politiche siano stru mento inconsapevole di ciò che Hege l chiama l'as/11::ia della Rag-ione assoluta , e il socialismo cata – strofico, chiama fatalità dei processi economic i. il vangelo dei socialisti, perchè non abbiano a risentirsi gli effetti di una concezione es· senzial mente materia listka e fatalis tica anche in co loro che, come i riformist i estremi , credono di rapprese ntarne l'antites i pra – tica. Nel fondo de lla menta lità dei riformisti si ce la la contradizione , inconsapevole per essi, che ritenendo la teor ia supe rata nella pra tica han no sdegnato di rifar mai i conti con la filosofia. E i rivoluzionari da pa1te loro han sentita l' efficacia de i loro an tich i alleati, i sindacalisti, solo nella tendenza (più spesso teoriztat.t che pratica ta) antistatale; nulla hanno tratto di quella filosofia volonta ristica, che avrebbe potuto ri nnova re il loro pro– gra mm a e la loro azione. li partito socialis ta per tal modo, sma r• rendosi ed esaurendos i ne lle discus sioni di transigenza e intr ansigenza , min isterialismo ed oppos izione , non è mai arrh·a to a pro – pors i un prog ramma concreto o rganico, :m– che perchè non è mai giunto a stabilire le premesse della propri a azione, l'orientamento della propr ia menta lità. Cosicchè della cris i de l socialismo italiano, fra le varie tendenz e che in esso si sono cont rasta te fino ad ieri e che ogg i si so no scisse in parti ti distin ti, pd'trebbe a ben m i– glior ragione dirsi que llo, che il Com te af– fermava della crisi sociale dei suoi tempi : derivare essa da una disorganizzazione inte l– lettuale, dalla mancanza di una sicura e coe• rente orientazion e filosofica. La chiara con· sapevoletza de lle premesse e la netta \•isione de l fine sono le due co ndizioni della coe • renza nel pensiero e della sicurezza nell ' a• zione : occor re du nque una coscienza teorica, occorre al socialismo la sua filosofi11. R. Ma ndo lfo . Suffragio Universale e partiti. Non so fino a che punto gli eme riti gnl au – luomin i, che reggono le amminis trazioni di gra n par te dei paesi del Mezzogiorn o, app licheranno la nuova legge elettorale . Molto probabilme nte, però, con tutti gl'imb r0- gli possibili , non si riuscirà a ostracizzar e dalle liste elettorali la mnss~ dei citt adini da i 30 anni in su. Di fronte a questa mass a, in maggioranza agrico l~, quale programmil di attività polit ica port eranno i partiti? I~ cerco invano <la più tempo nei giorna li co:-ì detti ~ocialisli e de mo• cratici, quotid iani e settimanali, una guida, una direzione , pe r coloro che dovranno incitare le mass e agricole del Mezzogiorno ad entrare nella vita politica non come gregge al seg uito del padrone, ma come volontà <leter minanti un indirizzo governat ivo, come indice d' una no– vella rapp resen tazione di bisogni e di necessità , che dalla vecchia oliga rchia elettorale , non eran o sentiti. In certe prov incie e paesi , spe cie detta Pu – glia e detta Sicilia , ove una par te del proleta• riato agricolo è organ izzato, forse si riuscirà a detronizzare i signoro tt i, forse si riuscirà anch e a conquistare le amm inistrazio ni, come si potrà riuscire (se non si sarà attenti nello. scelta d~i candida ti, ed oculati nella sorveglianza degli eletti) a por tar su qualche nuova camar illa ra– dicaloide, con molte più tendenze al perve rti – mento che non le attuati. Ma in molti fr• i pae::ìi del Mezzogiorno non s'è mai sentita una pa rola rivendica nte il con– cetto e l'id eale di una retta :amministraz ione. Si prenda per esempio la pr ovincia di Bene– vento, <love spadron eggiano degli individui com e gli On. Cosent ini o Venditti. In dett a pro\•incia, eccetto che nel capoluogo , cred o non sia sta to fatto mai un comizio. In essa nessun candida to ha mai esposto in piazza il suo programma . l contadini non sanno ancora che ci si pub ribel • lare al sindaco ed al deputa to. Eppure, scrutando a fondo la mag gior part e di quelle amminis trazio ni locali, non si trova che putridume . Lasciam o andar e i feudi dei due suddetti de– putati. Esamini amo il collegio dell"On. Leonardo Bianchi, uomo senza dubbio corre tto ed onesto. V 1 è in questo collegio un paese , S. Agata de i Goti, con circa 8500 abitanti, ove dalla procla – mazione del regno d' Italia ad oggi ha Jomi• nato e dom ina una stirpe, da zio a nipote, da fratello a cugino. Adesso domina un signo • rotto ignoran te e pres untuoso, dall'an imo bieco. E tutti sono ai suoi ordin i. Qualche giovane , che aveva incominciato a combatterlo , ha finito per imbra ncarsi nel suo gregge . Airolo è un altro paese del collegio. Fino a qualche anno fa vi ha dominat o un signore e commendator e. costretto a fuggire nella Sviz• cera per sozze accuse. Un altro paese ~ Durazz ano, ove impune – men te un'a mministrazione può fare spa rire i fondi dest inati alla costruz ione d' una strada. C'è Lim atola, c' è Montesarchio : tutli cl' una risma e qualità . ln questi paesi nessuno ha mai sen tito una pa rola di protes ta. 11 Deputa to del collegio è onesto ; ma i suoi capi elettori bisognerebbe get– tarli o. mare. Chi ~ che va a dire a Leonardo Bianchi, ed a quan ti allri deputati si trovano nelle sue con• dizioni, che essi debbono o rinu nziare a sim ili aderenti, o dichiara rsi compl ici dette loro mal• versazio ni ? Chi va a dir e ai contadini di quei paesi che pe r cs~ere meglio ammin istrati, bisogna doman – dare ai candi dati nelle elezioni un programma preciso e delle convinz ioni esatt e? T re quarti dei comuni della Campan i&,e ere· do del Mezzogiorno, sono in queste condizioni, (eccetto che il de1>utato personalmente onesto non si tr ova dapper tutto). Sarebbe stato uffizio e dovere dei social isti portare in ques ti ambien ti una voce di protesta, susci tarvi il bisogno della veri tà e della luce. Invece, i socialisti hanno lasciato che il suf – fragio quasi universale lo introducesse nel Mez– zogiorno l'on. Giolitti, contro la toro volontà cioè contro di essi. E ora, di fronte a ques ta rivolu – zione elettorale destr i e sinis tri e rivoluzionari a tutt'altro pensan o che ad aprire la men te ai contadini. GO►'t'RF.1>0 J\LT►:RISIO.

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