L'Unità - anno I - n.55 - 27 dicembre 1912

218 I m u tu i per gli I mutu i dal 1878 al 1912. Più volte abbiamo, nei mesi passa ti, richia 4 mal o l'att enzione dei nos tr i lett ori sui crit eri, con cui iI Ministero della Istruzione Pub blica andava dis trib uendo frn le varie provi ncie cl' 1. talia i fond i stan ziati da lla leg ge Da neo-Cre<laro per la cos truzione o il restaur o degli edifiz i sco– las tici I Unilà , nn. :23, 27, 45). Dalla nota comp leta di tutt i i prestit i co m:es– si in forza di que lla legge duran te il pri mo se– mestre del 19 12 - nota, che siamo riesciti fi. nalmcnte a procura rci - risu lta la segu ente di– stribuzione : It alia settr:ntriona.lt. : rof")lu.ion c Aule Prc s1i1i 1c.:10Jo 1..:olun.:hc coo.:eHi ntl 11 ccn1. 1'}11 ct111cn ti 1. s,em . 1911 se.::o:iJo b l~gc Ds– nco-Cu .iaro Piemonte,L~mb~r- i 5.6oo.ooo 35.u B 5.743-500 dia, Veneto,L:guria, Emilia -Romagna. Itatia un trale : Tosc ana , Marche, Lazio, Umbl'ia . 1.04-2.000 Italia meridionale : Nap oletan o, Isole 12 .312 .000 21,o61 882.000 Per compi ere il quadr o, bis ogna aggiungere ai pres titi concessi du rante il semes tre in forza della leg1,:e Daneo- Credar o, i prestiti concessi grn zie alla legge 1go6 (speciale per il Napole– tano, le Isole, le Marche, l'Umbria e il Lazio meno la dtt à d i Roma). I qua li am montaro no a L. 1.079.900 per le provincie dell'Italia meridio– nale e a L. 4.000 pe r quelle dcli' Italia centrale . Inoltr e, si de ,·e osse rvare, che que sta somma di L. 1.o83.900, de.ve esser e aum entata di Lire 5-p .950 1 con cui lo Stato ha con tribuito, sem pre second o la legge de l 1go6, a un terz o dell e spese: la quale som ma va asse gnata per L. 2 000 ali' I– talia centra le, e per L. 539 1 950 ali' Italia me ri– dionale e alle Isole (1). Motivo per cui i pres titi fatti nel se mestre ammonterebb ero alle seguen ti cilr e : Italia settentrionale : seco ndo la legge Dane o•Creclaro L. 5.743.500 Italia centrale i secondo la legg e D.1• neo-Credar o . . . " 1.042.000 seco ndo lo legge 1go6 • 6.000 T otale • . L. 1.048.000 Italia meridionale e Isole: secondo la legge Cre- daro . L. 882.000 secondo la legge 1go6 • 1 .619.850 Tot ale . . L 2.501.85o Ma, an che con que ste aggiunt e, lo squilibri o resta enorme e rivoltante : il Nord, con 15 mi– Jioni e mezzo d'abitanti e 35 mila aul e, ha avuto in un sem estre 5 mìlioni e 700 mila lire (0,30 per nbitante); il Centr o, il Sud e le Isole con t8 mil ioni di abi tanti e 33 mila aule, hanno avu– ti in tutto 3 milioni e mezzo (0 1 16 pe r abi tante) I Lo squil ibrio, del resto,~ antico e non è stato crea to da lla legge Dan eo-Cred aro. 1 23 milioni lii mutui, distr ibuiti ai Comuni secondo la legge 8 luglio 18j8 (la prim a in ma– teri a), ebbe ro il iteguente destin o: lt,dia u ttentrionale L. 12.813.667 Italia centrale ."' . 5.742.5:36 Italia meridionale . • 4.938.815 19 milio ni, arco rda ti secondo la legge 8 lu– glio 1888, furono distribuit i come segue Italia settentrionale L. J 1 .903.366 Italia centrale . • " 4.62y.266 Italia meridionale . 2. 3 50. So a I 22 mil ioni e mezzo, accord ati fino a tutto il 1go8 secondo la legge 15 luglio 1900, seguiro no le seg uenti dir ezio·1i : Italia $etltntrlonale L .12.759.670 Italia centralt . 7.125.343 Italia meridionale: . t .632.750 (1) Qi:au to pri•ile,:io, di cui 1ctdeuno tocondo la legge del t90"- i Comu11i cen 1r1.H e meridfou li, di e.ner e si:au idiati dallo SCa10 con 113 della 1peH fino •Il• coacorrenaa di 100 111ila lire, è •eni:ato meno ro n la le11e Danoo-C redaro. Infatti. i Comuni l,e,,,Jf ,al, dall• leg1e del tgc,6 do ono non solo rimbors., re il capi1ale mutuato in )S, an 1i che io So anni. ma ~nche pacare 111di e110 1'1.50 010 d' lalereu i, se haaa o più di ~ abitan ti, o 1·1 010 Je 10110meao popolos i, No con.1e1uo che i Comuni p1U abitati non han no piUoeu uo uu1a ggio a ha ire dell a leg go 1906 ; e ì Comuni, che hmn110n,e110 di suoo abitani.i, ,cbben.o abbiano a li:anca 1cadenu i:aaminimo v1n1a11io finanziario, sa– rann o 1emp10 propensi a preferire il pag1mento in 50 annu,1.. li1à tleth, teno 1911 , qi:a<"llo in J5 annu,,lità dell :, lecge ,900. Del ret to, lrA b,o, o anrho quut a parto dell a legge 19()6uscirl di ,igoro. L' U NITÀ ed if i zi scol a stic i. I 4 milioni e mezzo accordati se condo la legge speciale del 19()6, so no stati d istrib uiti come segue: Italia centrale (5 milioni di abitanti) L. 2.o86.459 Italiameridionale (n.im ilioni d i abi t.) ., 2.,;-63.559 Ci man cano i da ti del triennio 1909-1911. Ma è e!iltremamente dinìcile che essi si sottra ggan o alla norma del tr entennio 1878-1908 e clel-,..,.fh,o seme stce del 1912. La qui'\le si può ri assu1;1cre nella seguente pr opos izione : d,11 J878 al 1912 gli aiuti offerti dallo Staio al Comuni per la costru– zione e il ru tauro degli edifizi 1Colastki sono stati prevalentemente utilizzati in quelle regioni, che ave· vano meno bisogno di quegli aiuti pn essere più ric– che di risorse finan:iarie e meglio fomite di aule sco· la$licbe. Comuni ricchi e Comuni po'Veri. Sareh be, per altr o, gra ve erro re limitar e l'a– nalisi e la criti ca del fenome no ai soli squilibri reg ionali. Nell'articol o sull'l slruaione tltmm lart in pro– vincia di Jtfassa Carrara, che esce in questo stesso num ero dell'Uuilà, Augu sto T orre spiega come nella sua provincia vi è una città più ricca e meno analfabeta, che ha finora godu to tutti i prestiti dello Sta to j ment re tutti gli altri Co• muni, me no ricchi e più analfabeti , sono rirha– sti quasi completamente fuori delle rotaie d egli aiu ti govern ativi : esis te, inso mma, in pr ovincia di Massa Carrara un Nord relativamente bene – stant e e favorit o, e un Sud misero e accanto – na to. Non alt rime nti av viene in tutt e le altre pro– vincie del Nord e del Centr o d' Italia . Se noi prer.diam o, per es., fra le pr ovincie de l Piem onte, quella che per la legg e d el 1878 ebbe la maggior so mma di pres titi , cioè la pro• vincia di Al essandria, troviamo che i 3+3 Co– muni che la compongono, si possono div idere in tre grupp i : I.• Comuni N. 10 ebbe ro mutui per L. 1.294.400 II. - " 49 " Il I. 160, 200 III. - " :z84 non ebb ero nessu n mu tuo. Per effetto della leg ge dtl 1888, i Comuni de lla provincia di Alessa ndria, ~he ebbero Pre– sti ti per un totale di L. 603.448, fur ono 15, dei quali ofio avevano ~ià approfillalo della legge precedente. Della legge de l 1900 approfi ttarono, per una somm a complessi va di L. 499.550, 16 Comuni, dei quali quall ro avevano ut:'liseafo le ltggi prtce– dw/i. Su 343 Comuni, inso mma, fra il 1878 e il 19()8 1 soli 78 Comuni appr ofittarono dei favori delle leggi. Nella provinci a di Como la legge del 1878 ebbe ques ti risultati I.• Comun i N. ro ebbero mutui p~r L. 552.900 Il . · " 36 " ,, 538.800 lii.• " 464 non ebber o nessun mu tuo. La legge del 1888 beneficò per una somma comp less iva di L. r. 109.23 2, soli 51 Comuni, di cui 5 aveva no godut o della legge precede nte. La legge del 1900 proc urò pres titi per L. 300.000 a 15 soli Comun i, di cu i 4 ave vano approfittato de lle leggi precede nti. I lanno appro fittat o, in– somma, degli aiuti gove rnati\li soli 101 dei 51 0 Comu ni della Provincia. E fenomeni analoghi si hanno in tutt e le al– tre pro vincie del Nord e de l Centro d'It alia, nelle quali il numero dei Comuni favoriti rap • pr esenta sem pre una esig ua minoranza di fron te a quelli, che non si trovano meglio della grand e mag gioranza de i Comuni del Sud. A quali condi zioni speciali si deve nel Nord questa diversità J i attegg iamento fra i Com uni della stessa pr ovi ncia ? Evidentemente, de vono concorrere circos tanze molteplici a determinar e il fenomeno: interessamen to più o meno pro– nunci ato de lle popolazioni d ei singol i Comun i per il servizi o sco lastico, esis tenza di deputati più o me no dispos ti a procurare i pres titi presso gli uffici di Roma, crisi di disocc upazio ne più o men o ricorren ti in cui si è creduto opportuno ri correre all'esped iente dei lav ori pu bblici , ecc. l\fa una causa dev'essere considerata pr emi– nente su tutt e per sp iega re la inerzia di r.Jol– tissi mi Comuni: la disag iata condizione finan– ziaria. 1n provincia di Aless andria, infatt i, ne s– suno dei 6"~ Comuni più poveri, e in pr ovincia cti Como nessuno clc:i 238 Comuni più poveri - cioè av enti una entrata inferiore di q3 o più alla med ia ge neral e della provi ncia - ha mai av uto un solo mutu o Naturalmente, maggiore po\"ertà delle fin~nze comu nali vuol dire non so lo minore capac ità di far debiti e di sostenere il peso degli amm or– tame nti e degli intere ss i d i es si, ma anche mag– giore po\•ert à d ella popolazione, ~11inore inte– re ssa mento di essa per la scuola, minor num ero di elettori, minore influenza polit ica, minori cure da te d:1i dep utati ai Co1nu11i poveri. Lo squilibrio, dunqu e, non è fra Nord e Sud: è in tutt a l'Italia fr:, i Comuni benestanti e i Comuni disagiati. E poichè i Comu ni be nes tanti sono più numerosi al Nord che al Sud, ne conse gue che le med ie regi onali dei mutu i sono più ele\'a te al Nord che al Sud. Ma la veri tà. com pleta è che ali' infuo ri circa 1200 Comuni , che hanno finora fruito dei mutu i - e dei quali 770 sono concen– tr ati al Nord, e 320 e 184 sono dis semin ati ri – spe ttivame nte nel Centro e nel Sud , - tutti gli altri 7000 Comun i sono rimasti all'asciu tto: sono 1utti.... Sud. E fra questi si ritrovano in tutte le pr ovincie i Comuni più poveri, meno pr ovvi sti di aule sco lastiche, più analfabeti (1). La prop osizio ne inn anzi enun ciata,pertanto,va meglio definita e concrda ta nella seguente alt ra propos izione: Dal J878 al J9J2 gli aiuti offerti dallo Stato al Comuni per la costruzione degli edifizi 5'0lastid sono stati as.sorbitl più $ped almenle da quei Comuni, i quali pu avere più agiatezza e per unti re più ,1,cutame.nte Il bisogno di rinnovare I' edilizia scolastica, avev.ino minore necessiti degli aiuti e delle $pinte dello Stato i l Comuni più poveri e più inerti, invece, pei quali l'opera dello Stato era indispensa– bile, sono si.ili abbandonati a se 1teui . La ripartl:ione dei mutui pd J9J2-J9 J3. Le oss er vazioni che precedono, ci ,;ons entono di apprezzar e al suo giusto valore la ripart izione, che il Ministero della P. I. ha fatto dei 20 mi– lioni destinati ai mutui nel bilancio 1912-1913 e che è la segu ente : Italia seltentrionAle Piemon te . L. 1.500.000 Veneto . . u 1.Soo .0 00 Lombar dia. ,, 2 .500 .000 Liguria . . 500 .0 0 0 Emilia-Roma~na • 2 .1 0 0.0 0 0 T otale L. 8.450.000 cioè lire 0,54 per abitante . Italia centrale T osca na. March e Umbria . Lazio .. L. 850.000 950.000 300.000 450.000 T otale L . 3..150.000 ci~ lire 0 1 60 pe r abit ante. Italia meridionale e Isole Abruzzi e ì\foli se L. 1.2 50.00 0 T erra li i Lavoro ,, 1.800 .000 Basi lici1la 250.000 Pu gile " 1.100.000 Sic ilia 2.200.000 Sar degna 6 00 .00 0 T otale L. 8.250.000 cioè lire o,66 per abi tante. Quando si considerino gli squilib ri av, ·eratisi nella att uazione de lle leggi prece den ti e anche nell 'attu azione della legge Daneo-Cred aro du. ran te il primo semest re del 1912, vien fatto di tirare un grand e sosp iro di sollievo dinan zi a queste cifre, le quali documentan o finalmente nel Ministero una preoccupazi one di giustizia distributiv a finora sconosciuta. Ma ci sono nlcuni 11m. Anz itutto, il Ministero, nel comunica to uffi– ciale con cui ha accompa gna to la pubblicazione de i da ti precedenti, ha avut o cura di far os – serva re che u non pochi Comuni avevano già prat iche in corso alla da ta de lla pubblicazio– ne della legge i11diptndt11ltmenlt dalla riparti– ,eio,ie f alla "i il che, in lingua povera , vuol dire cht: questa ripa rtizi one ind ica solamente le (1) La illusione del rap i(lo declinare dell'analfabe tismo od Nord 0 In parecchio pro•i ncie del Cent ro d' ha lia, nasce da l fatto che i dati stat istici ci dànno lo sole medie pro.,.inciali, non .1.nalinab ili comi:aoe per comune : o in questo n,ed ie il ni:a· Olero degli abitan ti, che uo ao le11ore o 1erin re, O tenuto as– sai alto dalla inRi:aen&a do\l o cr andl d ui, in cui I' ittr ur.iooe popolare fa ,•eramentc procreu i notevolissim i. Q111mdo si oli– mioAncro dallo medio le itran.di città , si vedr ebbe cbe fuori di qi:anlle si ha i:an analfabe1i1mo eleut iu imo e ti:att'ahro che in • ia di note,olo docr01cenu . Por es, in provincia di F1rcnr.o fra il circrmd;uì o di Fircnr.oe quelli di S:ln Miuiato o di Rocca San C:uciano dov'cuu m:l ml ,1i1\lvollo del 20 o J0 010. somme minim e asse gnate alle provincie , al di là delle quali ci sa ra nno dei suppleme nti a van– taggi o, al solito, de i Comuni più intr apre ndenti. Inoltr e, occorre tener presen te che i bisogni edilizi dei Comuni sono in ragio ne non della popolazio ne, ma della effett iva mancanza di sc uole. I Comuni ciel Piemonte, p. es., con abitanti 3.400.000 hanno 3632 aule buone 307, " me diocri 2324 11 disad atl e I Comuni della S icilia, invece, con ab itanti 3. 6oo.ooo, hanno 1047 aule b uone 1916 " med iocri 2086 • disada tte Inoltre ai Comuni del Piemon te sono ancora necess arie circa JOOO au le per raccogliere tutta la popolazione obbligat a i alla Sicilia sono aa • cora necess arie 5000 au le. Il fabbi ~ogno de l Piemonte è, pert anto, tra au le disada tte o · mancanti, di cir ca 3.300 ; il fabbisogno della Sicilia è di circa 7.000. Ora, calc olando a 10 .000 lire il cos to d i cias cuna aula, si ha ch e fra dodici anni, allorchè i 240 milioni stanzi ati dall a legge Dan eo-Creclaro per gli edi• fizi scolas tici saranno esaur iti, se gli sta nzia• menti annu i continuera nno ad esser e distr ibuiti ne lle proporzioni di quest'ann o, il P iemon te avr à costru ito 18oo aule, cioè av rà pro vveduto a tutte le mill e aule man canti e avr à potuto sostituire circa un migliai o delle attua li aule di sad atte i men tre Ja S icilia avrà pot uto prov– vede re a sole 2500 de lle aul e che le manca – no, e cont inuerà ad avere se mpre 2000 aule disadatte. Così, ~empre nella ipotesi che res ti immutata la proporz ione del repa rt o di quest'ann o, fra dod ici anni l'E milia. Romagna avrà potuto co– struire ex novo le 2000 aule che le man cano, rimanendo se mpr e con 1000 aule meno del bi– sogno e con le sue attu ali 1300 aule disada tte: mentre le Puglie av ranno pot uto cos tr uire so lo 140 0 delle 3.800 aule, d i cui sono spr ovviste, e dovra nno continuare a tenersi sempr e le attuali 98a au le disad atte. La condizione più dispe rata è quella dei Co– muni della prov incia di Reggio Calabria , i quali - imm utato rimanendo lo stanziam ento di que– st'ann o - avre bbero bisog no di 40 anni pe r provved ere a tutt e le loro aule ! Finalment e - e qu esto sarà il guaio più gr ande I - data la insu nìcienza assolu ta degl i stan ziame nti per tutte le provi ncie, insufficienza più sens ibile nelle provincie più povere e per• ciò meno pr ovviste di aule (i) , e dala la circo– stan za che le som me s tanziat e d alla legge Da– neo-Creda ro non potra nno essere disponibili che a dodices imi su ccess ivi, è facile prev edere che nei confini cli ciascu na provinr ia si avrà una continua lotta d' influenza fra i Comuni più ric– chi, più intrn1>rendenti, o più influenti, e i Co– muni meno ricchi, meno intrapr endenti, meno influen ti, intorno rille so mme messe a disposi – zione di tutt i da lla legge Daneo-Credaro . E in questa lotta i più forti - cioè quelli che hanno meno bisobno cli aiut i - pr eva rr anno necessa – riamen te sui più deb oli, sui più ignorant i, sui più inerti (2). (1) Por la prO\·incia di :'.\filano. , . H., lecc iamo nel n. 1-16 no•. della Colf#,~µJH,J•r t lo 1e111en1i con10lant iu iiuo noti1ie : • Da un'accura ta 1nch1u 1a ri111hc) one ro i:ar1en1e la costru– aiorie di J)9 od161i o l'adat1ame11to di alit i SS. onde aveic lo 1500 aul e occo11cn1i, cho •e rranno a couaro u11a quindicina di milioni . Si ritencv A che il Gon rno avrebbe au egnato alla Pro\'incia di ~ !ili.no unA 1on1ma ta le dApermette re di prov• e– dcro per il cor rent e e vci11icnto anno ali odifi1i i:argcnii 11lmono pei primi Comuni gradu lll1. Ma il .Ministero non mi1n a no1tra dlsposi,i ono cho la 10111ma di 450 mila, In v11,Jle pu.-, i Ja ,nau im a acco,·dala " d111 10/1 n/1 11 pro,•i,uù . Soltanto gli edifici di Afrori, Codo1no, ALbla1c1ra.uo, Mi:a,occo o ~Ionu. - dei quali venne sll rico 11oscii:ata la impro1cindibile nece s– siti - importano la spen di 1.200,00 lire! •• lii pro,i ocia di Atcoli Piceoo, come ann i:aosia la 11cua ri– wi11a, cinque Comuni - e la pro•incia oo ha 70 - hanno cbic , to por •è soh L t169,8.0, J,~ alla intera pro\·incia sono Ital o u tognalo quest'a nno sole 150.000 lire. La pro•incia di Uari. la una inter euanto inch1eua pubbli– cat a in opu.tcolo tLa rcMof• ,-,.,. ,, "' " • 1.-n i,rda di & .-i i H t•Jr rto alla ,J,liti • ,ctlla ,ti c•, Bari, Stab . Ed. • Unione " , 1912). ha ratto IA notA di 101)8aule da riadattar e o collr uire ~.r Ht1r,.'O: spesa prere tlib1le. quu l 11 milioni ; stan1iamcnto dì qi:aes t'ao.no, 400.000 li1e. 121 1n Prov iuci11di )l1laoo, ■\I 303 Comuni, ■oli 78 haooo un'entrat■ 111pcrioro a I.. 9 per abitante. Ebbene i Com i:ao.i di Afrori, Codogno, Abbi1te1ru1 0, M111occo o Monza, 111 cui di– sacio odiliiio si è fcnUMII\prima cho su ah ri l'atten, iono del

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