L'Unità - anno I - n.49 - 16 novembre 1912

196 Pr emi agli abbonati del l9l3 A gli abbonati sostenitori annui saranno inviate gratuitamente Le Memorie d'un can– didalo di G. Salvemini (in vendit_a dalla Libreria della VOCE al prezzo di L. l.25J, e la relazione di G. Lemaire, S. A leramo, G. Cena, G. Salvemini su La Scuola po– polareinpro'/Jéncia di"J?.eggio Calabria (in ven – dita presso l'amministraz ione dell' UNITÀ al prezzo di L. I). Agli abbonati sostenito ri semestrali sarà invia ta gratuitamen te a scelta una delle due suddette pubblicazioni. Agli abbonati annui ordinari, che ag· giunge ranno ceni. 60 al prezzo dell'abbo · namento, o che ci invieranno l' impor to di due nuo'/Jiabbonamenti oltre il proprio, sa– ranno mandate Le Memorie d'un candidalo. A chi ci invierà 1' importo di diecé nuo'ùé abbonamenti offriamo un abbonamento an– nuo gratuito all'UNITÀ, , Agli amici dell' UNJTA Saremo ;,ssai ricotioscenti .a quelti fra i nostri abbo11ati e lettori, clte 'berranno aiuta re la diffu • sione dell' Unità, lrr'biandoci in busta. aperta e a.f– f,a.ncata con 2 centesimi il presente taUoncino, dopo a'ùerlo staccalo dal giornale e a.'ver'òi iscritti i nomi e gl' indirizzl di persone., a cui l'Ammini– strazione possa manda.re numeri di saggio con sperano. che si abbonino. Ctdola di commlSBlone libraria. (lh1 libero corto come 1t•mr•• Regio Decreto 3 Aprile 188ç, •11. j6, ;8 R~gol. Pon•le ~f.) Indirizzi di possibili abbona.ti a. cui l'Amministra– zione deU' Unità l invitata a mandare numeri d1 a.ggio. J. 2. 3. 4• .. 5. 6. 7. 8. 9. JO • .. Sar emo asni grati a quei nostri abbonati e lettori che vo rranno f adlitard il preventi v o fi– nanzia rio dell'anno ventu ro, sottolineando quella. tra le did1iarazio ni seguenti: lnlendoabbonarmi • riabbonarmi · non riabbonarmi che risponde alle loro Intenzioni. C/zi desidera d{ avere cm· altra. copia non scw – pata. di questo numero per conser"barla. nella coUe– zione, i pregato di sollolinea.re le seguen ti parole: si desidera un'a ltra copia del n. 49 e noi, non appena rice'buto il present e tallondno riempilo con gl'indi,iui, d f,1remo un do"bere di in"biargli la copia richiesta. Nome ed indirizzo di chi invia il presente talloncino. L'UNIT À Il nuovo codice di procedura penale. Chi s'è accorto in Italia che si sia disc ussa nelle ult ime se tt imane in cui fu ape rta la C:1mcra, una com pleta ril onna de l nos tro Cod ice di proce– dura pen ale, che si sia vol;ita una legge , la qua le govern erà d'ora in poi i nos tri rapporti con lo St:1to nell'ese rcizio del suo più te ni bile po tere : il punitiv o? li nuovo Codice pnssò alla Cam era se nza che questa ass umesse la dir etta res ponsab ilità di ciò che dec retava: la Ca mera si limitò ad eser – citare un se mplice potere consultivo, e, \'ala ta in hlocco la legge, autorizzò il potere esec uti\'o a dare :il nuovo Codice la sua forma defin itiva. Cosi il complesso delle norm e più de licate, che costitu iscono la s upre ma garanzia de l cittad ino di fronte allo Stato , C affiJ ato ad una Comm i::,sione compos ta in maggioranza <li Se nat or i, e-, fra questi, tli magistrati appar tenenti alla carr iera inquir en te, e dipe nden ti pe rciò da l po tere ese • cutivo. Non è diflicile quindi prevedere com e il nuovo Codice debb a rius cire for temente pr eve nu to contro il cittadino a dife sa dello Stato. Ed il per icolo è reso più grav e da lla prevalenza che i seguaci dcl i:, scuo la positiva sembrano avere nella Commissio ne. Il Parlamen to in ritar do di . qualche d~ce nnio sul corso de l pensiero scienti · fico, ha voluto dare al nuovo Codice una infarina • tura Ji posi tivismo ferriano; e dat i i presuppo st i di qu esta scuola, per cui il diritt o pena le si tra– sforma in una accozzaglia di..medic ina lega le, di empirismo e di pseudo-scienza, era natural e che il reo dovesse app::11 ire come un predest inal o, un malat o da diagnosticare alla meglio e nel più br eve tempo .- La scuola classica, an che quando erra va, at– tuav a semp re una idea d i diri tto. La pr ocedura si fondava sul pr esupposto de ll'imt octnza del- 1' imputat o, con pn .venzioni quindi giuridiche ad esso favorevoli : e solo l'a nalis i e l'indagi ne de lla volontà dt l soggetto v;.1lev a a formare la convinzi one del giud ice. La nuova dottrina ritiene superflue le inda– gini sull'auimo dell'uomo che deve giudicarsi; per la 1rnova scienza bas ta lo s tudio ananrne– slico della tabe ered itar ia o delle var ie ne • vrosi, basta st:1bilire per mezzo di lunghe chiacchierate di medici lauta menle retr ibuiti, se si tratti di una od altra form a di mal att ia men• tale . Ciò fatt o, lu diagnosi è completa ; e il pen• siero cd il sentire dd reo, le sue scusanti e dif es<', l'analisi degli elemen ti del fatto inqua • drati nella nonna generale della legge ..,. tutto ciò è prc ssoc hè su per fluo: la giustiz ia penale è trasformata in un mos tru oso .;tabilimcnlo che sta tra il manicomio e l'ospeda le ... Quest o amma sso di ciarl atane rie si fonda su lle più fantas tiche dedu zioni scientific he. La ps i– chiatria non ha fatto un solo pa sso , che possa au • torizza rla a sede re arbitra dei dest ini d i un uo– mo. Ancora 11011 si sa qual e sia l'ind ole e l'o• rigine delle psicofrc nie più gravi: il mistero av volge l'e pil, ssia, l' ister ismo e i deliri i de lla foJ. lia. Dunqu e? In nome di qual i pr incip ii si può delegare ai nostri dir ettor i di manicomio l'ammi– nist razio ne della ;;ius tizia penale? Ma non C qucs t:1 la sC'lla minaccia <lei nuovo cod ice di ;,ro~eclnra penale. Un grave pni colo si nasconde pure nelle misure con cui la Com– miss ione intende impedire l'eccessiva lunghezza dei processi . Sulle lam enrn te lun~aggini delle cau se pena li bisog na int endc1si clua ram cn te. Della lentez– za cieli' istrutt oria. qu ando s i debba attribuire all e ne,·essi t:'l della gius tizia, nessu no vorrà cer to lamen t:1rsi; quand o dipenda invece da lla deficienza num erica e qualita tiva dei mag istra ti, l'un ico modo di rip:1rarvi C que llo d i toglier di mezzo la lam ,:nlata deficienza . Qua nto alle lungaggi ni sono spt"SS0 una con– segue nza necessaria e riparatrice de lle grav is• sime deficie nze dcli' ist rutt oria , per cui molte ,·olle de\'C rifar si in ud ienza lutt o il lavoro che avrebbe dovu to compiere il giud ice istruttore. Unico rimedio sarebbe que llo di rinno ,·arc gli ullici d'istruz ione e cli pres idenza. Invece , se • condo la notizia comun icala ai giorna li, la sot– toco mmissione ha approval e fra l'altro: la riduzi one al 111i11:mode lle for malit:) esse n– ziali e nullit :\ conse gue nti; la facoltà concessa al ~lag istra to di ridu~rc le l[sttl tsli11~011i~li; la ,:idu · ;;ione ad un mass,mo d, dut 1 dt , difeu sor, pe r ogni imputat o; la facoltà nl presidc1•te! meg lio ga rtulitll d'ora. cli toglier e che difen sori od ac– cusatori ahusiu o sconfimrta menlt della parola ecc. Orb ene le sudd ette decisio ni hann o quasi tutt e il resultato di dimi nuire le garem;it di drftsn dcl/'imputnto. Ridurr.! le / ormalitr; tssrn:;iali vuol dire spo – gliare l'esercizio della giustiz ia di ciò che forma la sua base stori ca: di menticar e le origini ne– cessarie di que lle formalit ù : igno ra re che I' in• sa nabile ba rri era di Ptillità che lim ita l'o pera del giudice e dell e p;1rti 1 è la salvag uard ia più solenne del diritto individua le.... E parime nti dare modo al Pres ide nte di ri– du rre le liste tes tim oniali a suo arbitri o s igni– fic.a costr ingere il l\fagist ralo a diven tar e giudice e parte ed im•ndere il meri to della diles a che appartie ni.: insindacabilmente al solo accusato. E ridurre il numero dei difenso ri, dare facoltà al presidente di togliere loro la parola, sono scnndalosi attentati al diritt o cli difesa , cosi scandalo si che è mille volte meglio l' inconve – niente di avere le arr inghe intermina bili cd inu – tili dei tropp i avvoca ti ignoranti del nostro paese. Nè queste solta nt o sono le ri forme perico• lose : altre eg ualm en te gravi se ne pr epara no ! Rtggio Cnl•brio. /\t; ùs Tl~ O L A:-.ZIL I.O. La salubrità della • Libya italica •• Un conse rv.1tore, un nazio nalista, ma prima di tutto uu gahrntu omo ed uno stud ioso serio ed equilibrato, l'on. prof. I. . Messed,1glia, h,1pubbli– cato or ora (Estratto Al/i Acrnd . di Vero11a, s. IV, to. Xli; Verona, 1912) un op uscolo c. Per lo studio dell,1 patologia e dcli' lgie n~ dt:lla Libia italiana > confrontand o le osse rvazioni di Paolo Della Cell,1 con quelle di altri viaggiatori antichi e moder ni. JI l\lessedagl ia mette in evidenzn, sulld traccia delle esattissime inforrmo:ioni dd Della Cella, le pessime couclizioni igienic he clella C;reua ica in generale e <li Deru;i in p<1rlicolan•. Sono comunis– sime le oftalmit', la sifilide, le malattie dell a pelle, SO\'ratutte la lebUra , la ma l.\rin, il tif,, pe1ecchiale, la fobbre maltese . Tra le epidemie di Jlt"Ste,que lla tremenda del 182 1 in men o di 40 giorni r i<lusse gli abitant i d i Derna da 7000 a 500 ! Qu est a s1raor<linari,1 ricc.:hezza di malattie con• tagiose in tutta la Libia e sovrn tullo a Derna, si spiega con la grancle sudicer i,1 deg li ambi e con la immensa c1u,1nti1à d' in-;etli trasmettito ri. Dr Ile pu lci (ed è asscxfato che queste trnsme ttouo la peste bubbonica ) il Della Cella scriveva: c. Sono immen se schiere di pulci che sbucano a sciami da queste sabbi~, copro u le gambe dt:i viag1,da– tori, fillrnuo nei baraccaui, e pre para no notti più pt11ose ancora dei <fo:;igi clel gio rno >. Delle mosche , il Dc M.tthmsieu'.x (La. Tripoli– faille d'hier ti de dema i1'. l'ari!!, Ha chette , 19 12, p. 78-79, cito di seconda mano, cioè dall'opuscolo del l\Iessedag lia) nel suo recentissimo libro scri– ve: c. I.e grand fléau di: Derua consiste en une abondance extraordinai re de motJches > che c. cm• plissent l'es pace j usqu 'à l'asso mbr ir•... C'C"Sl par• tou t un bour<lonnem ent i11ferual, à de venir fou ! > Dopo questa po' po' di grazia di Dio, il i\les– seclaglia onestame nte scrive (p. 49): c. Credo per tanto che si del>bauo accog liere con qualche ri– serva gli inni deg li autori, che il Vinassa <le Re– guy (Liby11 italica, Milano, J-luepli, 19n, p. 121) riassume cosi: c. Qu :ui to a. belleu.a e sal ubri tà di clima tu tti però sono d'accordo nel dipinge re la Cirenaica e special mente l'inca ntevole giardino di Derna, co me uno dei luogh i più belli del ~1e– <.literrnne o >. Così dun que, secondo l'il lust re professe re cli geo logia <lei\' Univers ità di l),irma , invece cli an– dare a svernare a Sorre11to o ,1 Ne rvi o a Tao r– mina, basterà .tnittnre un fouduk o un marabutto di Derna pt:r vivere in 11110 de i luoghi più salu– bri e più belli del Med iterrnneo !... Sarebb e lecito chiedere al Vinas sa de Regny chi sono quei e tutti > che lo h:mno informato? C'è eia credere che la ris1>osta si farà aspet– tare . :r. Y· La Lib rer ia della Voce, (P iazza Da – vanzali, Fi renze), ha pub bli cato nei Qua– derni delta Voce: G. SAI.VEMINr, Le 1l!fe– morie di un ca11didato( La elezione dt Albano la:iate) . U n volume di pag. 105 L. 1,25 . Si acce ttano commissioni da l- 1' Amministrazione dcll 1 U1dtà. Fr ammenti di vita italiana. '' Fuo ri I~ prove, sig . Giovanni riverito ,,, Proemio. Ju ,ma d,1/t immo,lali po~si,: d,I Porla 1 si trova no vici ni a ltt1lro il Sign or Cio1,am1i Bou~tt, la sua !tgillima co11so!·/e ! il lt1mf!io,!aro. li lm11pio11f1rOarn srlua tm ptt:,~1col/o Vtrs<> la sposa non s,w. Questa smle l'allmlato e lo St'!Jnala. li Sig nor Giova uui r,spi11ge con ,m pugno r imms1011c . . . . / litigm,ti s0110 n;mlotlt. a(. Com •1~1.ssar,o. d_, pvli~ùt . !101a11ci al quale 1/ .S,,t:~tor &,?va um ri– sale sempr t al pi~.;icolto /u:r sp1r!(t11'tti PllfllO: e il lampiona ro rip11ie srmprc con s1curt1. cosc,en~a al suo ,:ompt!il ore: .. Puori lr pro ve, s1g11orG,o– vmmi riverilo I " Parla il lam pionaro. :\lilano, 11 novt mbre. Sig. Dir ettore dell 'U uil<i, FirenzC". Voi ave te afferma to che io sono masso ne. Ho risposto: lf Noa sono mnssone e voi lo saptle •· Voi ave lc- con una rit orsi one di parole fan– ciullesca, ri~on ferm ato, aggiungend o che sono massone d;1l 1<)02 (I) Ed io, tranqu illamente , replico : No11 son<> ma sso11e e voi lo sllptlt. . Dop o ciò io spero che comp rend erete! ciò che qual unque :1l 1o avrt ·bbe comp reso subi to ~opo la pruna re(·isa smentita nlla vostr11 asserzione► cioè che a\'ele il debit o di pr ov:, rla. Io vi attendo - i lettori vi attendono - alla prova che io sono (o fui) massone! Dnpo io proverò che voi saprtc che io 11011 I<> sono Pubblich erc:te spon tan ea111ente pe r non da r pen a ull'usc1cre. C1 .. Al!D IO TREVES. R isponde il Sig. Giovanni Bongee. O:1. Clnudio Treves, Milano. Voi e11lraslc ;,, massoneria 11el/a prima vera del 1902, al/orrlu 1 divenlasl c ~li~·ellorc d~I '!'empo► pcrrhi: quesl" fu una ro11d1:,to11t! prelwmw,·e a voi imposta da.f!'li a=io11isli dd Tempo per alfi– darvi /a dire::ù.Juc dd loro .trion,a/c, Di questo 1•oslro f'lSS'!-~J!iO sollo le/or~lu cau– dine ddla 11l(lsso,,en a, s, rise nll<>raassni da al– am i ,,ostri "miei intimi. I quali 1 1 i rcgalaro110 ùt quella or<asio11c, per rclia, 1111 ••• 1rrrmbiulc mas– so11iro,pcrrl,t: :,i servisse ndlc ;•oslre 1111,n. ,c /1'_11• ::ioni. Dei quali amiri , qualora m~ m: f'!rcta le 111- vito esplirito, so110pronto_ a /'!re , 110,m, '!/Ji11.d1è essi i11/crve11ga110 ud dtba/11/0 a sme11hr1111 se po~}~"!;-a aspe/lo du voi dimoslriale rhe io so che voi non siete nrnssone. A far.ililarv, la quale dimos/racionc rrrdo oppo,·!111.·o avvcrt it-vi che i falli da mc arrt:nnali qui sopra li /10 co11osciuli da persona asso/11/amenlc i11sospcllabilc, 11011 prima del mng,l['iosron o. . 1\1011 sia/e a dis/11rbarc nessun usrure , cl,è 11011 re n 'è bisogno. G. SA1,v1~MINI. AN GIOLO G1 0VANNOZZ I, gerente rt5!~~·;~ Flrn ze - Stab. Tip. Aldino, Via de' A.eaal, 11• Tel, 3-&6 GIUS. IIATE~ZA & flGhl " Barri ED I T O R I SCRITTORI STRANIERI CER VANT ES M. - Novelle, tradotte e illustrate da A. Giannini. Volume in-8 di pagg. 324. • • • • L. 4. È capit:1to al Cervantes ciò che capit:1. :1.ll :1. maggior parte Ji, quei pcxhi. i qu:1\i h:111,i!o creato un c:tpol:woro da fama mu\'ers:ilc; I immensa l;un :1 del Don Quijote ha fatto rimanere nel– !' ombra queste nov~lle,. ~h~ pure cl~ sole, per giudizio concorde dea crit1c1autorevoli sarebbero bastate- :t far anno\'crare l'autore fra i maggiori lettera ti spagnoli. Delle 12 novelle del Ccn·antes - una trcdi– ccsim:1 non si può con sicurcua attribuire a lui - sette sono storie d':1more romam:cschc e dram• matid 1e 11:ar~a1.ioni d'~vvcnturc , allo s,·olg!mcn10 delle qu:1li 1 arte dcli :1utore d;\ :1spctto d1 vero• simiglianz a, t,111t;1 è l:l n:1t11r:1lcn:1. coi~ I~ quale racconta ; tre r:tpprcsentano quadri di nta na– zio11:1lc e: di CO$tmne,\'Cri sempre anche quando scmhr:tno pili caricate le lintc ; due infine sono pili part icolarmente umoristiche, d'un umorismo acre Un:t nuov:t tr:1duzionc delle 110\·ellc dd Cer– vantes , condotta sulle migliori edizioni originali e in 11101.lo rispondente ai s:usti cd alle esigenze moderne , era vivamente desiderata, e,~cndo le due traduzioni seicentesche che ne posscd1:1motroppo antiquate, oltre che quasi intro, •abili, poichè :ti• ..:uneloro p:1r1.i:1liristampe recenti r:1pprcscntano rifacimenti irriconosc ibili per le inte rpolazioni, le mutila7ioni e le alternzioni d'ogni genere affatto arbitrarie. Molto opportuname nte A. Giannini, ncll'ac • cingersi ali' :ml~10ci1~1ento h~ ~cclto due novelle per ci.1scuno d1 quei tre t1p1: La p,1tmta tltl sa,tf!ll r e /,' i//11sln· S1:1111flrra pp:trtcngono al prìl10; C(l11fuaioe Sr()rrilw e // G'r/os()ddf/_;'s/re- 111ad11ra :1\ se..:ondo; // do/lor Vrlricni e La ro11• 1.:u s1rzio11r ,fri r<111i :11terzo. Il Gi.111ni i h:1 :1ssolto, in qticsto primo gruppo di novelle, il suo compito di traduttore in m :1• nicr:i ,·cr.uucntc :m1111ir 1bilc, per lo_ sc~npoloso rispetto dd testo, per la gra1.1a e ,·"•ac1t:\ dello stile e per l.1 cura posta ncll' cvi1:1rc ogni forma che potesse avere s:1porc di sp:ig:nolisn~o.E il lettore gli s~r:\ g~ato anche per l:t. b~lb mtrodu– zionc:, in cui ragiona ddl:t novclhst1ca del C.:-r– ,·antcs, per le succose ilh1stra1ioni premesse a ci;1sc1ma no"cll:t e per le sobrie note che chia• ris,0110 \JUa e h\ :i)lusion~ ~ f~tti! che altrimenti rim:1rrchbcro oscuri a 1101 1tal1a111. Si è anche pubblicalo In qutsll giorni : GNOLI D. . I potfi della scuola rvman a. (1850-1870) • Volum e 62 della BibUolcca di cultura moderna? di pilgg. Vlll -328 , L. 4, Dirigere comml&11h nl e va1ll1 alla Cua Edltrlct OIUS. LATERZA & PIOLI, Bari.

RkJQdWJsaXNoZXIy