L'Unità - anno I - n.41 - 21 settembre 1912

162 L'UN I TÀ dei maggiori strumenti di miglioramento eco– .nomico del nostro paese . Cosa non potrebbe fare, o.dunque, il lavoratore meridionalc 1 'i rimanendo nel Mezz:ogiomo, quando i suoi sforzi fos– sero meglio diretti e quando l'ass ociazione gli permettesse di trarne un miglior risultato? Ma a lui manca ogni sentiml!nto di solidarietà coi suoi pari, perchè net passato gli ottimati, i galan– tuomini del suo paese non si occuparono di far na– ·scere questo sentimento, e di dargliene estmpio, essendo pure a loro v,1lta accaniti individualis ti. ·Gli manca tanto cotesto sentimento che, emigrato in America, se fonda a Nuova York, a Boc;ton, a C:hic.tgo delle Società, ricorda 11elloro nome •quello del paese natio, od al più del suo circon– dario. Gli par già troppo arrivare fino alla pro– vincia ed alla regione! An<:he da questo lato si risent ono gli effetti notev oli della differenza fra le provincie mer i– <lionali e quelle del settentrione' . Quivi l'elemen to, che più efficacemente con• ,corse alla costituzione di cooperative 9graril"', fu il ceto di una borgh esia agraria, co~tituito specialmente da affittuari di medie e gross e ttnut e e da propri etari coltivatori delle mede– sime. Altrove fu quello dei piccoli possessori della montagna, abituiti già a forme rudimen– tali di associazioni casearie e di pascolo od altr e, e che danno altresì il contributo più co• pioso a quella emigrazione temporanea che ap• portò tanti benefici alle più povere rc-gioni al• pine. Ma que sta borghesia agraria mancò sempre, da pochi casi in fuori, al mezzogiorno d'Italia. La coltur a del suolo fu da tempo immemorabile abbandonata a grandi spe<:ulatori sul tipo del mercant e di campagna dell'agro romano, oppur e ad una folia di piccoli possessori viventi nel• l'isolamento c:he abbiamo già <lèlineato, od a piccoli affittuari o coloni di grandi o me<li pos-– sessi in condizioni morali e materiali ancor peggiori dei precedenti. I proprietari, preoccu– pati u~icrnnente deJla esozione della rendita fondiaria, poco si curarono inve-ro della sorte dei loro cnlod, e poco se ne curano tuttora: neanche oggi, salvo beainteso lodevoli eccezio• ni, prevalgono per numero o per quote di con– corso nella creazione deÙe cooperative. Ora sembra a noi che la creazione di cotesta borgh esia agraria debba essere uno dei mezzi con cui provvedere e-fficacemente al migliora– mento dell"agricoltura meridionale. 01ui:sn: BoRDIGA. I passatempi di un geografo. I.a relazione dt:lla e lto > è p.:i nostri brav i nazionalisti come un panno rosso da– vanti agli occhi d'un bo\'e. Era naturale, per– tant o, che l'illustre esploratore e geologo na– zionalista, pror. Vinassa de Regny, si assumesse il sacrosanto dovere di lihcrare gli occh i dei suoi cootubernali da quel fastidio:;o strac• cio rosso. La prima idea è stata quella di attenuare per quanto era possibile la competenza e l'autorità della Commissione della e: ho >. E a quest'uopo il nostro Messer Ludovico, pu~ riconoscendo che il Gregory, presidente della Commiasione stessa, è e un bravo cui· tore di geologia, profe ssore alla università di Gl:1scow >, non manca di osservare che non è il caso di e: innalzarlo olt re ai suoi me• riti >. " Ora nessuno ha mai pensalo di innalz are olt re i suoi meriti il Gregory. P111ttosto il pror. Vinassa im•ece di qualificare il Gre – gory sempliceOlente come e un bravo cul– tore di geologia •, avrebbe potuto p ù one– stamente riconoscere che il Gregory è uno dei geologi inglesi pili meritamenle apprez, zati per la bontà e la mole dei suoi lavori ; come anche avrebbe potuto dire che gli al– tri componenti della commissione, oltre ad esser e degne persone > 1 sono tutti vere e proprie competenze nel proprio campo. E il valore della commissione della e ho > sta proprio in questo: nell'essere stata co stiluita di sole persone competenti, a eia· scuna de lle quali fu asst'gnato un campo di indagini ben determinato, mentre la direzione e la coo rdinazione del lavoro di tutti era af• fidata ad un uomo come il Gregory . Il pro f. Vinassa, che si è proclamato no- 1,/ro proprio esploratore della Gerara, e dal suo editore si è fatto dichiar are esplo ratore del Ghebel in seguito alla grandiosa marcia da Homs a Tripoli, durala due giorni in meuo al ghibli - a proposito, che si tratti di un errore di !-lampa 1 e che il proto ab· bia scambiato il glubli col Ghebel? - non ne mena buona una alla povera e: ho >. In– comincia col rimpro\erule - egli che le frellolose ossen•azioni raccolte lungo i l breve tratlo costiero estende senz'altro a tutta la Libia - di a\•ere esteso, dopo soli 18 giorni di esplorazione per una zona di soli 850 chmq. le sue affermazioni a rutta la Ci· . renaica selle111rion.tle - setten trion ale sol– ta11101 si badi. i\la anzitutto occorre tene r conto che una esp lorazione melodica, ratta si~ pure per soli 18 giorni da una Commissione di tecnici, i quali si sieno impad roniti di tutta la let– teratura precedente sulP argomento, e scel– gano con intelligenza le zone da stud iare lungo un percorso di 400 chilometri, utiliz• zando mirabi lmente il tempo e le faciiit.i– zioni ottenute da l governo turco - e fu proprio questo il caso della e Jto > - una esplorazione di questo genere non può non produrre una larga m èsse di osservazioni dirette e di documenti preziosissimi, di cui ogni stud ioso serio ha l'obb ligo di tenere il massimo conto. Inoltre la Co mmis sione della e lto •, al, con trario di quanto il suo critico ha fallo nei suoi, chiamiamoli pure studi, ha semp re la probità scientifica di distin • guere nettamente quello che è dato di os· ser\'azione da ciò che è pura ipotesi, ciò che si rirerisce al territorio esplorato da ciò che essa crede di poterne indurre per il resto della Cirenaica settentrionale i e tali indu– tioni circonda sempre di cautele e riserve, che si cercherebbero invano nelle fantasie dei Vinassa del nazionalismo. Questi però non fanno accuse campate in aria; adducono sempre prove schiaccian ti. « 11 topografo e il geologo - scrive il nostro esploratore-critico - calcolarono che degli 850 kmq . visitati fossero rocciosi circa :ioo kmq., sufficientemente coltivabili 150 1 • steppe e colline 2.6, pianure fertili argillose :115, sabbia e dune circa 5. 1n base a que– sti dati recero una proporz ione, e stimarono per tutto il Barca la pro~>0rzione m.edesima, anzi la peggiorarono rm poco. Sta ber.e che anche gli autori osservano quanto poco si• cure siano queste cifre, sta bene che la sia• tistica ci ha ormai abituati a responsi non meno curiosi ; ma tuttavia anche il semplice accenno mi pare che non deponga troppo a fa– vore di molla 5erietà della inchiesta> (pp. t 65- 166 della Lib) a ilalica). Come ammettere dopo ciò la serietà del– l'inchie sta e non sospettare che in essa i dati sieno ad arte alterati per giungere a conclu– sioni pessimiste? Come non condividere la santa indignazione del pror. Vinassa contro la leggerezu di persone che e: basandosi su 850 kmq. esplorati azzardano un giudizio su 10 .000 kmq., che tanto può stimarsi l'alti • piano del Barca? > Quanto alla serietà noi auguriamo agli studi geologici e geografici che il prof. Vi• nassa scopra un metodo . diverso e più esatto di quello usato dalla « Jto , per lo studio sdentifico di paesi ancora ìnesp lornti. Nella nostra ignora111.anoi abbiamo sempre cre duto che in tali paesi, fino a quando non sia pos– sibile l'adozio ne dei sistemi di rilevame nto topogralico, geologico, catastale, stat istico ecc., la bontà della esplorazione consista proprio nell'os servare quanto pHt è possibile, nel rac– cogliere quanti più elementi di giudizio e di documen1:_tzione è possibile, nel riferire esat• tament e qua nto si è osserv ato, e nel caso che si creda per · ragion i di analogia, o per altre plausib ili conside razioni, di poter estendere a territori non visitati qualch e fot10 1 esp rimere la propria ipotesi come tale con tulle le ra– gioni che la ipotesi rendono plausibil e. Questo e non altro la « ho » ha fatto nel caso che Il! rimprovera il prof. Vinassa: quello stesso pror. \iinassa il quale ha potllto asserire, per es., che nella Gefara si trovano dovunque acque sotterranee a 12 m. di pro– fondità, senza essersi mai -allonlanato dalla costa più di 3-4 km. ad eccezione di un breve tratto dove la car ovaniera si addentra fino a una quindicina di chilometri e senza avere misurato la profondità nepp ure di un pozzo. La serietà della critica del prof. Vinassa ri– sulta però ancor pilt evidente dalla conside razio• ne che il ricordato calco lo non solo non pre– senta nulla di arbitrario per un paese di esplo ra· tione, non solo si basa su diligenti osserva– zioni Compiute da competenti, ma pecca · non nel senso pessimi sta, come il Vinassa vuol rar cred ere, bensl pro prio in senso ot– timi sta. Riportiamo senz'altro il brano della e Ito » relativo al calcolo incriminato dal Vinassa. liasterà la semp lice lettura delle parole in/ere della e Jto » a dimostrare non solo con. quanta cura la Commissione ha messo io chiaro la natura ipo tetica del suo ragiona· mento, ma ~oche con 411anta buona fede il Vinassa nel rip rodurre il citlcolo della • lto > abbia soppre iS0 le considerazioni che lo ac– compa~ 11ano1 consiJerazioni le quali cono · sciute dal lettore ingenuo avrebbero impedito di far credere che la « ho > ha coartati i fatti per scopo pessimista. « Se queste proporzioni si dovessero esten– dere - !-crive la relazione - a tutta la Ci– renaica !-ettentrionale, le 6000 miglia qua• drate di questa andrebbero su,ldivise come ~egue : 1 Terreni roccio si, ma cçJ1iosi e pietrosi 2 ~lacchie e cespugli con cons i– dere voli aree colti\•abili nei lell i degli uadi e nelle de- pressioni 3 Steppe e colline 4 Pianure d i marne e argille Sabbie e dune sabbiose Ptr~ 1,11 t/'1111 la/e calcolo 11<,11 ~lq. 1053 Mq. 1865 Mq. 18;0 Mq. 54 è da fare assegnamenlo. l e dune di sabbia, per es., sono limitate ad una fascia. slretta e spesso int errotta lungo la i;;piaggia; cosi che quando si 1a il calcolo per un trailo più amp io di paese, le dune divengono insigniticanti e probabilmente non coprono che una frazione di appena 1'1 °fo. Il nostro itinerario si è svolio a/traverso il territorio migliore per la caduta della pioggia e per la pùì frequ ente rugiada 1 poichè noi natu ralmente vùitammo la regio"e pit't fer tile nt:11' intento, se essa ci fosse risu ltata cosi favorevol e come noi pre vedevamo, di pro– seguire verso il sud per esplorare Je regioni pili aride. Siccome le pioggie dim inuiscono natural– mente con il crescere della distanza dalla cosla, la proporzione della lerra fertile in una fascia ali' ingrosso parallela alla costa [come fu la {Olla t·isitata ,MIia « Ilo >] è molto pii1 elevata · che in una fascia della stessa area corrente d.ttla costa vers6 l' in– terno . Le pianure fertili dei bacini Come quelle di Mergi e di Silene sono pure proporzio– nalmente esagerate Ltiel calcolo fallo dalla e il o > per una a·ri'a più ampia]: perchè queste pianure noi le Yedemmo in tutta la loro estension e, e perciò queste entrano nel nostro calcolo in proporzione maggiore di que lla che con sicure1.za abbiamo potuto at– tribuire ai terren i macchiosi e alle colline steppose. Inoltre stante la ·reputazio ne di Certilità di queste depressioni piane ggianti, noi percor· · remmo per intero la lungh eua delle più im– portanti i e sebbene vi siano senu dubbio altre pianure nelle depre ssioni fra le colline, pure non essendovi altra città int~rna della importanza qi Mergi, 'si deve supporre che nella parte interna (me ridional e) del paese non vi siano pianure cosl pregevoli come quella di Mergi. · Le colline e. le pianure ondulate che ve· demmo intorno a Slonta probabilmente si estender;.nno, relativamente all'area tota le, via ,·ia che si procede verso il sud, diventando il tipo predominante di paesaggio; e il ter– reno agrario diverrà più sottile, il suolo più secco, l'humus pii1 scar.so 1 la provvista d'a– cqua già deficiente, di modo che verso il sud il loro valore s,•anirà pertino come terra da pascolo. Q11c1,le colline e pianure 011(/ttlafe probah ilmenl,: co~l/tuiscono 'imt'i:me il 50 °/o della Cirenaica stllt'11lrio11alt,e la loro co11- /i,matio11e mmo utile e più arida formerà quasi I' i11tera arta della Cirenaica meridio– nale• . (R,port, p>g. 8). Le cifre nude e crude dellst e ho > 1 dun– que, lungi dall'essere arb itrariamente pessi• miste, come il pror. Vinassa vuole far ·cre– dere, sono d'un ott imismo ad oltranza: rnp· presentano la ipotesi pii.1 fo\'ore\'olc 1 che la commi..,sione potesse dedurre da quanto aveva osservato, tanto che la Commissione sente il dovere di farcene av\'isa:ti I ~l.1 per il nostro esploratore critico è fuori di dubbio che la Comm is~ione della e lto > deve essere an– data in Cire naica con la ferma intenzione di .trrivare a conc lusioni negative . Egli paragona la Commis sione a Bertoldo, che non tro vava mai l'alb ero di proprio gusto per ;mpiccarsì. E fa le grnndi 1Jlt:raviglie, perchè la « Ito » nella ricerca d i un terr itorio adatto alla co• Ionizzazione agricola ebraica , esige che esso abbia almeno i seguent i requ isiti : 1. Un'este nsione continua di territorio in• colto sufficiente allo s1.1hilirsi di qualche mi– lione di ebr~i. lii \' inassa naturalme nte nel tradur re a~gìunge all'incollo un opportunissimo complt1i1me11lr]. 2. Una scarsezza della popola 1.ione stabile preesis1e11tetale da permettere facilmente :illa immigrazione giudaica di supenarla per nu– mern e per sicura influenza. [Il \' i11asa tra– C:uce: mollo sporadica da poter esse1e facil• mente sopra/] 111/a I. 3. Co11di1.ioni di clima e di suolo da ren• dere racile l'adatt amento degli israeliti alle locali cond izioni di \'ita, 4. Cond izioni . politiche tali da rendere possibile\ in proporzione dell' aumento e della permanenza d~ll'elemento israelita, la forma – zione di una colonia o proYincia autonoma. (Rcport, pp. Xl-Xli). Perchè il Vinassa si meravigli tanta tali condizioni, non riusciamo a compren -.: dere. Da che mondo è mondo, perchè una impre sa di colonizzazione agricola riesca si è sempre richiesto che vi sia ter reno suffi– ciente per la massa di popolazione che si presume debba immi grarvi, che tale spazio non sia preoccupa to da altra poro lazione già. così numerosa da esaurire i mezzi di sussistenza che que llo spazio può offrire, e che le con · dizioni di vii.i nel parse da colonizzare sieno tali da pe1metterne lo sfruuamento mediante l'acclimatazione dei nuovi venuti. Quanto al• l'u ltim a condizione riA.ettente la possibilità di conseguire una specie di autonomia politica per la nuova colonia, neppu r ess.a non pre· senta nulla di strano , tanto che le autorità turche promettevano alla colonia ebraica li– bertà religi osa e fi~cale, e la commissione osserva che nel caso si sarebbero Jo vute stabilire ben chiaramente anche le disposi– tioni per la politia nel pae~. E ha un be) lare e un bel dire il profes– sor Vinassa : ma anche dopo- che la conqui– sta italiana avrà tolto di mezzo ogni preoc – cupazione di impedimenti politici alla colo– nizzazione, se le condizioni naturali della Ci renaica sono qual i le ha rile\ •ate la « lto > - e finora nulla Ji ragionevo le è stato ad• dotto contro di essa - certamente la con• elusione cui questa è giunta rimane logica non solo per la colonizzazione ebraica - alla quale non sarebbero mancali forti aiuti fi. nanziari - ma anche, e molto più , per la nostra emigrazione, costituita di mano d'o· pera priva di capilali. E tale conclusione è appunto che la Cirenaica, per ac~ogliere al massimo una popol azione di circa 1/1 mi– lione, 1 ichiede almeno una cinquantina d'a n– ni d'immigrazione, pur comprendendo in quella cifra i circa 170.000 abitanti attuali, 8 una conclusione che non può far co– modo a chi per spingere il nostro paese all 1 im· presa !ibica ha rauo balenar e alle turbe ignare il miraggio di dirigere in Cirenaica e in Tripolitania le centinaia di migliaia d'e– migranti annuali d' Italia. 1'-la per .distrug– gere quella concl.usione bisogna dislru,sgere i fatti sui quali essa è basata. E contro quei fatti il pror. Vinassa non arreca che insinua ••, 1.ioni indegne di uno studio!-o serio e rispet– tabile. Che dire, infatt i, di un critico, il qua le per discre'1itare un autore gli altl'ibui – sc~ opinioni che questi non ha mai manife• state? Il pror. Vinas~, in ratti, insinua che il Gregory. pur essendo un... e bravo geo · logo >, non doveva avere una sufficiente prep arazione per la speciale inchiesta della Cirenaica, avendo scarsa conoscenza dei ter• ritori carsi::i.: e questa scarsa conoscenza è · dimo strata dal fatto che se fosse mai stato in Puglia o sul Carso Adriatico e non fa• rebbe le grandi mer aviglie che egli Ca ri• spetto al regime idrologico del paese I > (li b;•a italica, pag. 167). Mentr e atlendia mo c~e il pror. Vinassa ci .1.dditi il passo in cui sarebbe espressa la suddetta meraviglia, :tv• vertiamo il. lettore che anzi il regime idro• logico della Cirenaica è spiegato di conti· nuo, ma specialmente alle pagine 5-6, dal Gregory con gronde semp licità e chiarezza appunto sulla base delle condizion i cars iche della regione e che l' ing. Duff as~ai disi lluso p! r le con dizioni del paese rispetto all'acqua, che s'aspettava mi gliori da quanto aveva letto nel libro dell'Hildebrandt e in altri, asserisce a pag. 40 avergli spiegato il prof. . Gregory come non potessero essere differenti proprio per la strutt ura carsica del p3ese, com– posto di c.i.lcare, general mente poroso come un l-elaccio 1 attraverso il quale l' acqua scola fino al livello del mare. Legga bene l'egre– gio prof. Vinassa il rapporto del Gregory e dovrà convenire che i suoi occhi gli han fatto un brutto scherzo, a causa forse degli occhia li nazionalisti con i quali ha !etto la relazione. Anche riguardo al temp o scelto dalla e: Ilo> per la esplora1.io11e, il Vinassa non risparmia la sua critic a. e: la Commissione stessa - egli scrive - ricono sce che non poteva essere scelto peggiore per tali ricerche, sia per la s1:igione estiva, sia per la siccità dovuta alle poche piogg e dell'inverno pr~cedente • · (Libya ila– /ica, pag. I 68 ). ln\' ece la Commissiune dice semplicemente che « quanto all'ac1.p.:aha \'eduto il paese nelle peggiori condizioni ; ma - e questo salt a via con tutt a since rità il Vinassa I - ap. pmdo in que~le andava veduto, perchè contro la/i co,ufitioni 1,0110 i"lese le opere idrauli– che • (/lcporl, pag. 40 ). Scambiare le carte io mano con tanta disinvoltura oon è da tutti; bisogna essere pror tss ore univ ersitario, direttore di un giornale di geologia pratica, escursionista tripolino e naziona lista per giun– ta. Ancora un alt ro di ques ti .:scamo"1ges grossolani.

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