L'Unità - anno I - n.39 - 7 settembre 1912

Qµa nto alla seconda asserzione ch e ne11o interno della Gda ra l'acqua si trova dovun– que e a poca profond ità da lla superficie - con quel e r 2 • t 5 m. ed anche più » vuol lasciare in tendere che la pr ofondit à è sempre poca, e i hevio11i l' hanno comp reso a· ,·olo - co me mai il p ror. Vina ssa non ha saruto d alle sue misteriose escu rsioni ne l1 1 interno rip ortare neppure una prova, citare neppu're un esempio da lui constatato? E io mi domando se è serio per un pro– fessore di geologia, direttore d'un Giornale di geologia pr atica, vedere camp ioni di minerale d i zo lfo in Tripolitania ( 1) e non portarli con s~; asserire che in tutta la Ge fara c'è acqua ab– bondante e a p, ca profo ndità, senta riportare )a misuradella profondità di nessuno dei pozzi { 1) Cfr. L'Unilà, n. 37. L ' UNITÀ che dice di aver visto ; and.,,re nella Ge fara e . nel Gebe l, e non ripo rtare nemmeno uno di q uei miseri ca mpioni di terreno, che pure per la regione cos tiera ha preso e analizzato : neppure un cam pio ne di quelle rocce, che pur e il Mathuisieul x, non geologo, semp lice letterato , ha sapu to raccoglier e e ri porta re. 11 signor Paolo Vinassa dc Regn y non è un hevi'one qua lunque, del q·u; le il critico della de plorevo le lette ratur a trip olina, da cui è stata in quest'u ltimo anno allagata e im– bestialita I' Italia, possa sbarazzarsi con po– che parole di disdegno. Il signor Vinassa è professore di geo log ia in una regi a un h·er• sità. Bisog na, quin di, pre nderlo sul serio, ed esigere da lui una serie1à a cui in un cor – risponden te di giornali si può tranquilla mente ri nunziare. Ca rlo Maranelli . il vecchio cliché della Frar cia dec:1du1a e cor• ro~ a'.e di Parigi ridotti, a un immenso lupanare. Lo stato attuale della Francia. E invero una singolare sih,a zione di spirito quell a oggi prc,·alente tra noi: per la quale, per 'esempio, in Germania possono scoppiare incre– òibili sca ndali di costumi, quali quello Eulem• burg, senza che nessuno di noi osi perder fede nel vecchio dogma della sobrietà e dc1l'auste• rità teutonica; in Croazia si può governare a furia di stati d'assedio e nel parla mento di Bu– dap est le discussioni possono veni r alternat e con colpi di re,•olver, se nza che nessuno dica che l'A~ stria-Ungh eria corre pericolo di sface– lo ; basta invece che <1uattro chiacchieroni anti• militarist i focciano un comizio n Pa: igi, o che succeda qu alche disgrazia a un incrociatore, perch~ tutti i clerico •estcli-sind acal-nat iona listi si mettano a proclamare lo sfacelo della Fran• eia. Non che gli sc:mòali Eulembnrg o le revol• verate di Budapest possano essere assunti come solo infollibil e indi ce delle condizioni della Ger– mania e dell'Austria-Ungheria ; non vogliamo dir ques to ; osiamo solo pre tende re che lo st esso crite rio di valutazione usato per le vicende in– terne <li quelle nazioni, sia usato anche verso le vice nde della Francia. Nell' art icolo pubblic:\to nel n . 33 dell'U nità U. Forme nti ni, criticando le troppo diftuse di– cerie sull'i ndebo limen to e sul dis facimento della Francia, ricord ava l'en ergico e pertinace lavoro ·inizi ato in quella nazione per migliorar e l'es er• cito e la marina, e accer:.nava all' inesau sta forza <li lavoro e di rispa rmio dell e class i rurali fran• cesi . Le considerazioni del Formentini toccano il lasto giusto in un arg ornento eh", anche tr a noi, merita di estere trattato col ma,si mo inte• re sse: ma forse, data l'impo rtanza deWargo– me nto, hanno il difetto di esse re tr oppu rapide -e fugaci. In effetto , la Francia è attu almente trava• .gliata da un pot«-nte movimento di riorganizz a• zione e di elevazione nazionale, che colpisce qu anti passa no 4uak he tempo in quel paese , e -di cui appunto il miglioramen to delle forze mi– litari e navali è la più ap,"lariscen te consegue n• za. Questo risve glio e ques to rinvigorir.iento -dei sentimenti di pat riou ismo e di sana dignità "1Hionale dip endono in gr an purte.dalla lunga e torment osa crisi dell' estate 1911 1 quand o le -questioni del Marocco e del Congo condus sero -qua1i alla auer ta con la G"rmani a e tenner o per qualch e mese tutt a l'anima del patse in un'ans ia angoacioaa. L'imm inenza del per icolo non sol– t anto Infuse nella nazi one e nei suoi rappresen– tanti quella energ ia piena di risolutezza e di d ignità per cui si potè nei momenti culminanti -tenei fronte alle pretese de lla Germ ania, e mo• derarle e ridurl e; ma ebbe anche l'effe tto di ap rire gli ocrhi alla maggio re ed alJa migliore part e dei Francesi sulle pi11ghe che indebo livano e minaccia, ano la ,•ita nazionale"'e sull a neces • altà e l'ur genza di rimedi ertic11ci. Di <1ui que• sto spirito <li rinnovame nto, ques to fen ·ore di sa no entu sias'110, questo ardore di lavoro, che ora è salutato in Fran cia con cosi lieta e con• •cor de mar av iglia. Né la subitanea esplosione di questi senti• menli deve rend ere scett ici sulla loro dur ata e sulla loro efficacia. La Francia è la nazione ca• ratt eris tica per quesli impr o\l\•isi e potenli ri• S\legli di energia, fecondi di durc,,oli ris uh atij la sua stor ia dai tempi di Gio\lanna d';\ rco in poi ne è piena, e non è cerlo que sto il luogo di ricordare le nume rose volte in cui quel paese si è ri:;wut o da un periodo di abbat timento <111asi d' un b3lzo, e si è sp into innanzi più vivo e forte che mai. Gh ultimi anni di governo radical e in Fr an• eia avevano a,·uto 1 isultat i non buoni, per i nu merosi e grav issimi scanda li e.lai quali era stat a tur ba ta la vita pubbli.-a, per i m:,1anni prodotli Ja un politicnntismo mass onico dei pitì sfacci at i, e per quel senso <li males• ser 4"', di sliducia e di disorg anizzazione, che <lai governo e da l parlamento pareva fosse sceso a pervade re tutta Isa nazione. La lotta anticlericale aveva troppo spe sso servito di ban• dicr one per coprire grosse nrngagn e ! Da tempo la ,·oce della pa rte S!ma del paese a,·e\•a co• minciAlo a farsi sentire contro i sistemi di que l rad ic,1li~mo parlam enta re e governativo, che pr ende il nome di comb ismo. La crisi culminante e dec isiva si ebbe nel gemrnio scors o, alla ca– d uta del ministero Caillau x. Chi era in Fra ncia io quei giorni ebbe ,·iva l' impre ssione che lo sdegno del p::.ese contro le mano,·re e i calcoli p11rlamentari era al colmo, e che quella pote,·a ess ere una crisi, non di solo g:1binetto, ma di regim e. Tu tti ricordano il resp iro di sollievo con cui fu sal utata la formazi one del Ministero Poincaré ; pan •e che il paese uscisse da un in• cubo tormentoso. Da allora la reazione contr o le malefalt-: de1 radicalismo si fece in Fran cia più vi';'.ache mai; In stessa oligarchia parl arnentare ne fu scossa e turba ta, come ap1>;1re <lai futto che la mag• gioranza radicale del Parlamento si è lasciata strappare la riforma elett oralt-. la qua le ~ diretta a dare un colpo appunto alla strapotenza dei ra– dicali . E cent o e cento piccoli sintomi difficili a esser e fermat i nelle colonne di un gior nale, ma visib ilissi mi a chi ci viva in mezze-, dimo• strano che la Francia, in questi ultimi me-si, si è musa riso lutame nte in una opera d i ri nnova– men to, nelln quale ha P"r pri ncipale aiuto le sane energie di quelle clas si rura_li, che hanno sempre format o la sua vtr a forza, e le cui virlù di lavoro e di risparm io sono proverbiali nel mond o. Uue interessa nti inchieste sulla giovinezza francese conte mpor aneu, pubblicale e.lirecente sulla R tr.me Helulomadair e e sull 'Opinion , hann o dato prrzios i clementi per apprezzare le nuove corr enti di s~ntimenti e di idee che animano la giovane Francia, specialmen te qu:mdo si mct • tano in confro nto, come ~ stato fatto, con una consimi le inchiesta di vent' anni or sono, i cui ri sultati furono cara tteristici per una specie di cinismo apa triott ico ed arnorale. E rapprese nta• zioni in sommo grado eloqu enli dello sta to at– tuale degli spiriti in Fra ncia si posso no conside– rare in due recentissimi libri : Po"r la j>olrie del conte A . de Mun, e Renaiu a11c, dt I' orgutil fra11rnis di E. R"Y· L'\ lèltura di tali libr i non sarà mai abb astanza raccomandata a quan ti vanno a diri tto e a rovrscio blaterando intorno alla deca denza ,lella Fra ncia. I ministri Dekassé e Millerand, nella loro opera amorosa e continu a per il miglioramento dell'ese rcito e della marina, 110 11 fanno che ob• bedire e interpretare il potente ~ concorde sen• timento della n:u:ione. Bi,ogna a,·er assis tito a qualcu na delle ritirate militari del saba to sera, o a una grande rivista <'Ome quella cli primavera a Vincennes o quella del J4 luglio a Lo ng• champs ; bisogna aver \'isto l' entus iasm o che destano nella folla tali spett acoli, per appr ez– zare qua le valore :1bbia I' atllmle risveglio pa • lr iottico di que lla Francia , che soltanto fino a un ann11 ra ci veniva 1.lipinta piera cli scelti• cismoe di cin ica sfiducia. minata a fondo dalla propaganda antimilitarista dt IJcn ·é e compagn i, minacciata dal sa/Jolnge crganizzato nelle pol– verie re e negli arser.ali. E questo ris,•eglio di patri ott ismo non è che un :1spe lt<", per c1uanto il più app:iri sccnte e tangibile, del \ 0 ;1sto movi– mento rinno \'atore che or:.1ngita la Fran cia. Jr. sieme con esso, nasci:,stc da esso , si muovono mille forze ope rose e fiduciose, 1>er cui si può crede re che, per qu anto gra,·i possano essere le magagne che hann o fon~slato la vita francese in questi ult imi anni, - cd è bene ricordare che nella lor-, pittura si è molto spesso esa~erat o - i loro rffetti potranno esser completamente canc ellati. E tanto più ne<'cssario e do\'croso parlare di questo, insister e su questo, quant o più si vede la ma1:a,;ior par te dei nostri giornali sorvolare sulle ,•ere condizioni ~Htuali della Francia, per diflondersi invece in lunghe colonne su ogni fotto di sangue e su ogni adult erio che accade tra i nostri ,·icini, compi:tccndosi a riprodurre Forse par rà str ano e inopportuno che ci si dift\,nda tant o a parlar e delle condizioni della Francia in un giornale, quulc l'Unità, des tinato a tratt Are i soli proble mi della vita italiana. Ma a nostra gius tificazione bas ta :1ddurre il fatto che, direttamente o indiret1• mente 1 da quak he tempo accenni più o meno esa tti .1llecondizioni della nazione vicina sono impiegati nella di· scussionc di uno dei più vitali cd urgenti pro– blemi de lla vita pubblica italiana : il problema delle alleanze. La fosca pittura delle condi– zioni interne della Francia è uno d"g li argo • menti favori ti su i quali si app oggia. nella sua campag na, la nos tra stampa triplici sta ad ogni costo, cominciand o dagl i organi magni, quali il Corrier, della st ra e La S tampa. Insieme con tale pittu ra va naturalmente anche la descri• zionc pessi mista della situazione internazionale della Fra ncia, vnnno gli inevitabili du bbi, più o meno velati, su la solidit à e l'efticnci:1de l suo sistema di amicizie e di alleanze. Basta, a prova di ciò, ricordare gli art icoli del famigerato Cir• meni nella S tampa del febbraio scorso, in cui si dipingeva la Fra ncia abb rmdonata dall'Inghil– terra, in rapJ>0rti freddi •con la Russia, minac– <'iata dalla Germania, sola e indebolita in mezzo alla procella ; e gli ah ri ar ticoli con cui )'on. Torre SIJI Corrieri della Stra, con appre-zza. menti più cauti ed involuti, ma non meno apro• positati,si diffondeva nel giugno scono a com– mentare le dichiarazi oni di lord Crowe intorno al valore dell 'accordo anglo-francese. Quanto alle condizioni interne dell a Fra ncia, crediamo di a\'crn e discorso abba stanza . Pe r quel che riguarda la sihwzione internazionale di tale n:1zione, proprio in questi ultimi t::mpi avvenimenti molto significativ i sono venuti a smenti re le luguhri previsioni dei due barba • gianni che fanno e disfanno l' Eur opa sulle colonne del Corri ere tlellt1 .<:rrff e dell:t Stampa; voglio dire da una par te il ,liscorso di \V. Chur • chili alla Camera dei Comuni il 25 luglio pas – sato, discorso dal quale l'acco rdo anglo-franc e$e è risultalo più vh·o ed enicace che mai ; e dal– l'altra 1>arte la convenzione nav:1le fra nco-russa, testt conclusa, e il viaggio di Poincarè in Russia , che hann o afferm:110 e aumentalo la solidità dell'alleanza. Dopo tulle que ste manifestni oni ab biam o il dirillo tli afferma re :mcora una \'Olla cd alta• mente, che non s1 tratta 1>er noi di scei;:lierc tra Germ :uua e Austria <-laun lato e Francia sola dall'altr o, ma invece lra Gcrm:rni;,.J\us tria e Francin-Inghiltt:1ra-Russ i:i. E procla111arc tutt o questo è giovevole, è doveroso in questo mo– mento, in cui lroppi sintomi, fra i qua li non ultimi i continui acrc nni all' r,;pansionc neces– sa ria in Afnc a e ai ncstri dtrilli sulla Tuni sia, possono rar cre1.lerc che i nostri incflabili na– zionalisli \'ogliano portarci a una rottur a con la Fra ncia. f~ purt roppo imprt"sa assai facile far credere agli eroi dn caffc, or.i in piena ebbrezza nazio• nalisla, che in una guerra con la Frnnci a l' I– talia avrebbe \'ittoria sirn rn : basti pensare con quan ta fac1li1:\ si riusd a diffondere la sicurezza che la Sf>edizione a Trip oli sarebbe stata una passeggiata militare. L'cs pcrienz,1 ci insegna che orm ai il miglior modo di eccitare l'eroismo 155 è quello di stuzzicare la \liglia ccher ia : fate cre – dere che una guerra è di esito sicuro, che non ci sono pericoli, che si vincerà in <1uattro e qua l• tr' otto, ed è cert o che tutti vorranno la guerra. Ma l'esperie nza purtr oppo ci inseg na anche quali danni si nasconda no sotto illusioni di tal gen ere. Non sarà stato Quindi inutile av er le– vato una mode sta voce di amm onimento, ora che tali illusioni sembra no minacciare le nostre relazioni int ernaz ionnli. P n,:TRO S11.vA. Per sovra bbondanza di materia siamo c:ostrdti a rimandar e al prossimo num ero la continuazion e degli art icoli sul 'Problem11. delle 11.llean$e. L'onorevole Maraini libero scambista ? BricboerHio, J tc11cmbre 1912. Cnro D irti/ore, Voglia consentirmi di ag• giungere una nota a quelle assenn atissime da lei appos te alla lettera Je ll'on. con te Fran cesco Guicciard ini pubblicata nell'ultim o numero del • l'Unità. L'on. conte Guicciardini sa qu anta stima io ho per lui. Mi è stato più volte un dovere gra • dito riconoscere nei miei scri tti che egli è uno dei rari uomi ni di Stato italiani, i quali non hanno mutato casacca an-Jando al Gove rno e non hanno mai rinnegato, per motivi di lucro priva to o di ambiz ione politica, i pri ncipii li– bero-scambisti. Egli ~ stato uno dei pochissimi deputa ti, che hanno osato apert amente combat• tere in Pa rlamen tc e fuori lo sca ndaloso pr er tezionismo dcli' industria dello zucchero, con• tr ibuendo anche a sfatare le interessa le illu – sioni create intorno alla coltivazione de lla bar• babi etola in ha lia, dopo ave re fatta l'esperienza perso nale di tale coltur a sopra vas te estensioni di terreno . Per ciò, in seg uito all"assic urazione dell'on. Guiccisrdini , a me non resta che prendere attoche l'on. Emilio Maraini, accog li~ndo J' invit o <li pa rtecipare alla • Società per lo studi o della Libi;. 11, aderi va al concett o implicito nel pro– gramma di questa che le tariff e doga nali della Colonia deb bano esse re mitissime. Ma l'on. Maraini non è•.. l'on. Guicciar dini. E non vor rei che anche le miti tuiff e doga– nali pe r la Libia possano esse re oggi per l'on. Maraini un altro dei mezzi da lui escogitati per permettere alla troppo benemerita • U11io11# •11cclur i " di strozzare maggiormente i contri • buenti cd i consumatOri italia ni. L'on. Maraini, il quale, eviden trmente, è in• tercssa to ad esse re bene giudicato anche da coloro che pensano come io pe nso in fatto d i 1>0litica commerc iale e doganale, dovreb be sen• tire il dovere di interloquire dirett amente nella questione che io ho solleva ta, dicendo quale precisame nte è il re~ime di d:1zii che egli vor• rebbe stabilire sulla imporlazione deg li zuccheri nclh1 Libia. I tlazii miti l'on. M.araini li vuole per i soli zuccheri che egli ed i suoi colleghi d' industria produc ono in Italia , o li vuole pur e per gli zuc• cheri che pos.iono spedire in Libia i su oi con• correnti stranieri? E. caso mai, quale ;rrfere 11• a vuole per l'indu stria italiana in confronto del• l' indus lria eslHa ? Qucslo è quello che impor ta di conoscere, massime adesso che ~ stato unicialme nte an• nunciato il riti ro del!' Italia dalla Convenzione lntcrnwzion:•le sugli zuccheri , a ro minciare dal J 9 settembr e 191 3. V1 è ragione per crede re, infatti, almr.no sino a che non sia nota l' int enzione del Governo italiano <li volere modificare il re1,ti11eatlu ale sugli zuccheri con spec iale riguardo sigli inte– ressi dei consumatori, che il ritiro dalla Con• , 1 rnz ionc sia stato recla mato e forse impos to dalle vivi· e ripclute insistenze dell'on. Mara ini st ess o. Il c1ualc una ,•olta era cufdo paladi no dell,1 Convenzione, da lui firma ta in <1ualità di pleni1>0tcnziario italian o nel 1902 i ma ne è di• ventr,to aperto e reciso avv el°S;1rio, non appen a gli interessi dei fabbr icant i italiani sono potuti ap par ire minaccia li dalla conscn •:1zio11e de lla clau sola . per cui la protezione loro acco rdata dovrebbe esse re nutomat icamc:nle ridotta, sotto il rf"gime della Con,·enz1one 1 ad un ma~simÒdi lire 6 per <p1intalc <li raffinat o e di lire 5,50 per qmntale di greggio, nel caso che l' Italia comin– ciasse ad es portare zucchero.

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