L'Unità - anno I - n.36 - 17 agosto 1912

soluta, sia pure anticlerkalf'. Un Governo cle– ricale - dice l'on. Podrecca - • avrebbe le sue masse operaie cattoliche, alle quali largirc benefizi •; invece con un Governo • democra– tico appoggiato lealmente dai socialisti • le no– stre • trattative riescono indubbiamente a buon fine "• ci~ le organizzazioni clericali restano a ip1mcia vuota. Questo ragionamento è proprio • al di là del bene e del male n I Solamente l'on. Podrecca dovrebbe riconoscere che, messosi su questo terreno dì stomachevole succhionismo amorale, gli ·vien meno anche ogni base seria per im– porre ai suoi proletari lo stesso anticlericalismo. St- un gruppc di operai, a cui avete insegnato che deve essere fedele al Gov"!rno anticlericale, perchè solo da questo può sperare dei favori ad -esclusione delle lf'ghe gialle, e che il • proleta• ciato • deve fare solamente il comodaccio suo • al di là del bene e del mate •• - se questo gruppo di operai un bel giorno trova che anche da un Governo clericale può ottenere una suffi– ciente mangeria, perchè dovrebbe fare lo scon– trO!io per i begli occhi del • patrimonio ideale •? o FraHcia~ o Spagna, basla che s, magna - ,dicevano gl' Italiani del buon tempo antico, ,quando non era venuto ancora il socia lismo riformista e massone a predicare il blocchismo -e il ministeria lismo " al di là del bene e del male ", Se l'on. Podrecca vuol esser logico, -deve fare un ultimo piiSSOsulla via della sin • cerilà, e metlere in soffitta lo stesso anticleri – calismo, e abbandonare apertamente la vec– chia formula socialista: ,i Proletari di tutto il mondo , unitevi •• e proclamare senza tanti scru– poli e tante storie : • Elettori del mio collegio, arrangiatevi mqtio che potete: nella mangeria e nella succhioneria universale, si salvi chi può .... al di là del bene e del male •· Probabilmente, però, a questo estremo non ar• Tiverà neanche l'on. Podrecca Anzitutto, il suo innato senso morate si ribellerebbe alle conse – guenze logiche del sistema, Eppoi, egli corre– r ebbe rischio di rimt{nere co!le sole coope ra– ·tive di lavoro. La grande magg ioranza della -classe lavorat rice si ribe llerebbe a ques ta forma •di arrembaggio, di cui essa farebbe le spese .a vantaggio de lla minoraoza meglio organiz– zata e più intraprendeote. Moltissimi soci delle stesse cooper&tive si --sentirebbero a disagio fra la loro fede sociali• sta di giustizia e di solidarietà, e la pratica del ~-piò volgare e più ingordo opportunismo, spo– gliata di ogni rivestimen to ideale e morale. Le ,moltitudini hanno un fondo inesauribile di mi– -sticismo e di aspirazione al bene, che non bi– gna mai ferire, neanche nel momento in cui pre-– cipitano verso le forme pi"llmorbose o più grette ,d'egoismo. Andate a dire in un comizio che -ognuno deve fare il comodaccio proprio • al di "là del bene e del male •: e anche il più invc. !fecondo strozzino vi fischierà e vi darà del ma– -scalzone. V"/g,,, vttll dtcipi - dicono gli sce ttici. Le mas– ·sc hanno bisog no di credere a qualche cosa di su– -periore alle loro miserie e ai loro guadag ni di -ogni giorno - sente confusamente l'on. Podrec- -ca, e cerca nell'anticlericalismo quel pennac- chietto mistico e sen timentale, che occorre al suo, diciltm co~l, materialismo, per non essere f)re50 a pedate. L'UNITÀ~ li. II programma ,e la tattica del • Nuovo P artito •• Caro Salvtn,;,,;, Roma, 6 •1~0. 1912. Non è bastato nemmeno ~che i militan ti del Pa,-/i/o socialisla-ri/ormisla ilalia 110, fra cui il modes tissimo scrivente , si siano trovati subito nell'orbita della tua nuova concezione dei Par titi moderni, svolta sulle co– lonne detla Uflilà, per poter superare lo scog1io della tua sistematica incontentabilità: chè ti sei dato a fare, nell'articolo del 3 corrente, il pro– cesso alle loro intenzioni e ad attribuir loro propositi che non hanno mai manifestati: Infatti, fermandoti sulla seconda parte del mio articolo pubblicato nell' ..A.siontsociali~la del 13 luglio, dopo esserti compiaciuto che • dal ge– nerale • ero sceso • al particolare •, hai finito con lo svalutare tutto ciò che di particolare io avevo accennato del programma immediato che il nuovo partito si ripromette di propugnare per L'UN I TÀ il proletariato e per il Mezzogiorno; svalutando, ci~, problemi che la stessit U11ilti ha sempre propugnati e chf>,propugnati ora da noi, avreb– bero assunto, sect>ndo te, in sostanza, la forma di promesse che sa rem mo sicuri di non potei mant enere I Un articolo no:1 è, evidentemente, un libro, dove gli accenni possono e debb ono essere svi• luppati esaurirntemente: l'articolo serve solo a richiamare l'attenzione del lettor e su dati pro– blemi o su dati avvenimenti, tanto pill quando problemi e avvenim '!nti sono bet1 noti ai più. Nell'articolo in questione, io non mi sognai mai di • promettere di qua e di là . mari e monti • per indurre proletari e meridionali :::.d iscriversi al nuovo Partito; mi limitai, invee~, a rammentare che compito immediato di que– sto è, in vista della lotta elettorale col suffra– gio universale, il propugnamento delle pensioni operaie, della riforma tr ibutaria , della riJuzione dei dazi protettori e fiscali e della trasforma• zione economica e sociale del Mezzogiorno. E, per la solm:ione appunto del complesso problema meridionale, aggiungevo che solo un numeroso gruppo di giovani, i quf.li II sappiano reclamare con fierezza e con tenacia i diritti della loro terra •, potrebbe, uscito vittorioso dalle prossi me elezioni a suffrag io universa le, impor re allo Sta to il suo intervento dire tto," un intervento nel senso socialista della parola, per accelerare dove è cominciata e per iniziare dove mane a • la trasformazione economica e sociale del Mezzogiono. Naturalmentf', i duecento nuovi deputati che darà il Sud - non dico tutti aderenti al nuovo Partito SO<'ialista, ma che per la maggior parte fossero eletti in virtù del nostro appoggiu - uniti coi deputati riformisti e democratici del Centro e del Nord, avrebbero il dovere e l' in– teresse di assumere direttamente, con ministri usciti da tale coalizione, la responsabilità del potere esecutivo per poter attuare il programma concordato. Come vedi, qai, non si tratta di promesse che non si possono mantenere: qui, c'è un metodo di lotta con in fondo un programma di riforme. Il metodo di lotta, che è soprattutto un do– vere, è quello del riformismo socialista, il quale, come diceva l'on, Bonomi al Congresso di Reggio, deve aiutare • la formazione della nlfova democrazia, facendosi esso nucleo cen– trale per irraggiare le sue idealità socialiste sui partiti alleati; e provvedere, senza intolleranze settarie n:a con la concorrenza fortunata del – l'azione, a che le folle nuove, chiamate al suf– fragio, non restino sotto la influenza del blocco clerico -conservatore •· Il programma di riforme deve corrispondere a; hisogt1irtali del paese e<l avere possihililà di attuazione . Compito del riformismo - diceva pure il Uonomi - sa rà quello di porre innanzi i problemi che più inter!ssano la classe ope– raia, nella sua vita economica e rnora le. Dalle pension i opernie alla scuo la, dalla riforma dei tributi iii probl enrn del l\'[i:zzogiorno, la funzione del riformismo socialista deve esse re quella di attrarre quante più forze è possibilf'! intorno alle soluzioni più conformi agli interessi del • proletariato •, intendiamo parJare dei nove decimi dcli ~ popolazione italiana. Ma esiste un documento che non ~ sfuggito alla tua vigile attenzione e che contiene più. diftusamente tracciato il nostro programma immediato: la lucida relazione dell'on. Bere– nini allo stesso Congresso di Reggio Emilia. Giova riprodurre intera sull'Uni là la parte che m~glio riassume il programma, la quale, essen– do stata tracciata quando non si prevedeva an• cora la costituz.ione del nuovo Parti t(\, assume ora maggior valore. L'on. Berenini scriveva cosl : " Quattro sono, n prescindere da lle riforme mino ri eh~ già preoccupano l'atti_vità _socialista , i problenu che debbono essere risolti. Anzitutto gli stessi problemi che deriva no dall'acqt1islo dtlla Libia. li costo della guerra e la spesa per la messa in valo re della colonia debbono essere ripartiti sulla nazione, non in ragione dei consumi di ciascun cittadino (cioè con impos te indirette) ma mediante imposte sulla agia tezza di ciascun cittadin o, escluse le classi disagiate , e in misura progressiva sc:condo il grado della agiat ezza. L'imposta di Stato progressiva sul reddi to globale dei cittadini sarà il nuov o strumento fisc:'lle per questa equa distribuz ione di oneri. In dipendenza di questa riforma, una seconda si impone con i caratteri della urgenza. Nel toccare il nostro sistema tributar io si dovrà te– ner conto anche del bisogno di trasferire parte del carico dalle imposte indirette alle dirette, ;,, vis/a dtlla nuova sll) ula•io,:t dti Ira/la/i di commtrcio, i quali dovra,rno inspirarsi a "" mi• 11ort prolte iom"smo, falcidiando cosi i proventi di taluni dazi lngamente fiscali. La r:forma tri– butaria dovrà insomma trasferire una parte del car ico da classe a classe, senza però aggrava re le minori fortune. Al terzo posto vengono tutt e le provvid et1•e socia/,~ che (a tacere dalle riforme che non co– stano, come i probiviri agricoli e altr e del ge• nere) si assommano nelle leggi di previd enza : assicurazioni per la vecchiaia, per l'invalidità, per le malattie, per I' ir.fortunio . Di questo grande ed ificio assicurativo abbiamo ora jO l– tanto qualche inizio, mo. la volontà della classe operaia deve esigere che sia fatta pron tamente una condiz ione meno do!Mosa ai veterani del lavoro . Il quàrto $r uppo di riforme comprende ciò che - con linguagg io impreciso -si suol chia– mare q11tslio11t dtl Mt1u1ogiorno, questione che fatta qualche nobile ecce-zione individuale, il partit o socialista ha avuto il torto di non curare 3bbastanza. Nel Sud d'Italia l'em igrazione ha ~vviato a soluzione problemi che parevano prima insolu – bili : ,ma class, ,ruova, falla di rtduci dalf Ame– rica, sia p,r soslituirsi ltHlame11lt ad una bor– glresia rovinala, g-ià aJllilla da lutli i mali dtlla sua i11sanabi/1 vucl,it••a . Occorre però che lo Stato ioterv.-:nga, sia favorendo lo spezza• mento del lalit ondo, sia agevolando il tra passo della terra dai vecchi possessori assent eisti. ai nuovi coltivatori diretti, sia (e ciò ~ il compito più proprio dello Stato) creando quell'ambiente di civiltà che va dal risanamento del suolo alla diffusione della scuola, dai facili mezzi cii co– municazione al più rigor oso rispetto delle leggi da parte di tutte le amministrazioni •· Vero che tale programma non è sta~o ancora tradotto in relativi disegni di legge da prese n– tarsi al Parlamento ; !118 è anche vero che bi• sogna primu avere la foraa ntctssaria per arri– vare all'a ttuazione del programma; e la forza non ·può essere costituita che da un adeguato numero di deputati aderenti al programma me• desimo. Quali e quanti saranno codesti deputati? Ecco un problema di carattere pregiudiziale : può il nuovo Partito, nelle presenti competi– zioni politiche del paese, ripromettersi, con le sue sole forze, l'attuazione di un programma cosi audacemente sconvolgitore d'interessi dif– fusi e radicati in quasi tutti i i::eti della popo– lazione italiana? Credi tu che il protezionismo industriale ed agrario, il sistema tributario, la organizzazione della Libia, prob lemi improrogabili già mess i sul tappeto dalla Unilà e che saranno agitati da noi nei prossimi comizi elettora li, possano lasciare indifferenti i capitalisti e gli specula. lori? Già costoro, che, al contrario dei proletari, leggono i giornali e sono al corrente dell'agita – iione antiprotezionistica 1 vanno, naturalmente, preparand osi alla dife,sa 1 e, il giorno della lotta elettorale, li troveremo senza dubbio al loro posto, non per sostenere - se ne guarderanno bene I - il contraddittorio con noi, ma per rad – doppiare - essendone raddoppiato, anzi, quasi triplicato il numero - la corruzione degli elet– tori con i vec..:hi e, forse, con nuovi niezzi. .. Con ciò non intendo dire che la partita per gli interessati all'attuale regime doganale debba considerarsi come vinta sin da ora ; ma ritengo utile, al fine di non cullarci in vane illusioni, considerare anche il peric0lo di una nost ra sconfitta, nel momento d'in traprendere o di continuare insieme la campagna per la ridu– zione dei vari dazt protettori. Di qui la necessità, caro Salvemini, di cer• care alleanze con altri partiti. non per il solo gusto di combattere una battaglia anticlericale - sempre utile, del resto, specialmente in Ita– lia, - ma appunto per poter attrarre al nostro programma immediato, limitato • a poche ri – forme, nettamente definite e seriamente vo– lute •, il magg ior numero di elementi attivi, intelligenti e, soprattutto, non cointeressati nelle varie industrie protette. E la prima Camera eletta a suffragio quasi universa le ci troverà tutti , o dentro o fuori di essa, a rcclam~re eh~, in partico lar modo , il problema del regime doganale sia risolto se – condo i tuoi, secondo i nostri postu lati. Questo io posso dichiararti subito, senza farti attendere, diffidentr. o no, fino al nostro Con– gresso che terrem o per il prossimo ottobre, in Roma. Coi migliori saluti, Itl. tuo Gn .:sEPPE MAR.1:-.t. La nostra sistematica incontentabilità . Non v'è torment o maggiore - scrive il Rénan - che vedere le idee, a cui siamo giunti at– traverso un grande sforzo individuale, spesso 143 doloroso, essere accolte con estrema facilità ed applicate alla rovescia da amici inaspettati. Questa sentenza ci l venuta al pensiero, leg– gend o nella presente lettera del Mari ni che • i • militanti del Partito socialista riformista si sono trovat i subito nell'ordine della concezione dei partiti moderni svolta sulle colonne dell'Ut1ilà •, e sen tendoci biasimati di • sistematica incon– tentabilità • · Ebbene si! noi siamo incontentabili. Ma la nostra incontentabili tà non rig uarda il progra m– ma di riforme immediate, che il Berenin i e il Marini ci offrono a nome del • Nuovo Par tito•: noi, anzi, troviamo che il • Nuovo Partito • pro– mette troppo, e siamo disposti a contentarci di molto meno . La nostra incontentabilità riguarda i mezzi con cui si vuol arrivare ad atluare il nostro limitatissimo e modestissimo programma. È questo il punto fondament:ale, in cui il Ma– rini non ci ha saputo capire i ed è questo il punto che segna il nostro distacco - forse in – sanabile - dai riformisti di destra. Per il Marini il contenuto del programma ha un'importanza affatto secondaria, finchè non si possieda la forza per imporne l' attuazione: bisogna prima conquistare la maggioranza, e per conquis tar la non c'e altro mezzo che opporre in ogn i parte d' ltalia il blocco democra tico al blocco clerico conserva tore: cemento del blocco democratico sarà naturalmente l'anticlericalis mo massonico, al quale non deve certo mancare un bel contorno di riforme sociali, tdbutarie e doganali, ccc. ecc; ma queste riforme debbono sempre essere espo ste con una tale larghezza ed una tale vaporosità da non ispaventare nes– suno e da consentire l'adesione al blocco de maggior numero di forze e di..• equivoci pos– sibili. Per noi, ia.vecf', il problema dev 'essere lette– ralmente capovolto: l'essenziale è di affermare un programma di pochissimi punti tOodamentali, ma tali da determinare in breve spazio di tempo una netta divisione di partiti . E abbiamo insi– stilo e insistiamo specialmente sulla questione de lla libertà doganale, appunto perc hè la lottta contr o il pro tezionismo, mentre è cosa urgente e improrog'4bile dal pross imo rinnovamento del regime doganale, mentre costituisce il rime– dio migliore ai mali de l Mezzogiorno e <li tutto quanto il proletariato, tocca profondamente nu– merosi e fortissimi interessi e perciò è la più adatta a spazzar via tutte le maschere. tutte le mistificazioni, tutti gli equivoci e tutti. i ban– dieroni elettorali. Prima dobbiamo affermare con chiarezza ed energia di convinzione un tale programma; e solo dopo questa netta e intran– sigente affermazione di programma potremo stringer alteanze con quelle forze che vogliano unirsi a noi per quella opera ben dete rf)linata. Un allcltnza di questo genere sarà una alleanza sincera e fattiva. li gra nde blocco democratico masso nico, invece, sarà sempre sterile in tutto fuorchl negli atti d' int olleranza: esso dovrà semp re sacr ificare ogni azione al puro scopo della propria conservazione, e rinvierà costan• temente tutti i problemi che possano minaccia re qualche scissione nelle schiere raccogliticce del– l'equivoco, della truffa politica e della retorica. [ Riformisti di destra, che mentre si dichia– rano contrari al protezionismo sostengono an– che la necessità dei blocchi eleltorali, hanno mai domandato ai radicali, ai massoni, ai gio– littiani se accettano il programma antiprote– zionista? L'on . Bissolati e l'on. Bonomi che cosa ci garantiscono a questo riguardo? Fincb~ il • Nuovo Partito • continuerà a pro– clamare in astratto la necessità di • fare le ri– forme ., accalastando riforme su riforme, con– servando l' equivoco sul contenuto concreto di ciascuna riforma, scantonando sulle poche rifor – me ·necessarie oggi per sba ndie rare alla rinfusa tut te le riforme buone per tutti i tempi e per tutti i luoghi, - e non compenserà questa incertezza di idee sul programma concreto immediato che con la continua aflermazione della neces sità dei blocchi con quel Partito radicale che è il più schifoso abomini<" deW Italia d'oggi e che è div entato orm ai la cloaca di lutti gli affarismi e di tutti gli opportunismi, - è nec,ssario che il • Nuovo Partito • si adatti ad averci fra i suoi più accani ti 11vversar1,sopratu tto nel Mez– zogiorno, anche senza aspettar e.... il mese d'o t• tobre. La sola consolazione che noi possiamo offrire ai Riformisti di destra, in compEnse della no•

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