L'Unità - anno I - n.22 - 11 maggio 1912

vembrc, spl.lrite le illusioni di una facile con• quis ta della Libia, e tenuto conto dell 'accoglien– za negativa fall a dalle potenze al decreto di a nnessio ne, si imposero per la prima volta alla nostra attenzione le difficoltà dcH' impresa africana. Bisog nava - si diceva _; spos tare J'azione e riparare ai nostri primi errori poli– t ico-militari : cosi venne lanciata nella stampa la notizia di una proba bile azione della flotta itali ana ncll' Egeo. È superfluo ricordare come la stampa euro– pea ci consigli asse, a seconda degli interessi prev alenti d i ciascuna potenza, l'e sclusione dalle oper azioni militari eve ntuali ora di que sto ora d i quel punto della Turch ia. Finalmf'Jle, per vi.-, -di esc1usio ni, si giunse a prevedere· la deci – sione del blocco dei Dardane lli. Io non so se ques te sia no state propa lazioni i nfondate della sta mpa, o se siano state i.I ri• fle.sso dei reali proposi ti dell"Italia. Certo è pe rò che la ques tione fu pos ta nei giorna li ; e da lle loro polemiche, moltt- delle quali natural • mente officiose, si può desumere quale era allor a il pens iero delle Cance llerie europee . In sos tanza 1• argomentaz ione di col010, che negavano all' Italìa il diritto di mettere il blocco, ,era questa. - 1 tratt ati inte rnazionali, dichiarand o .apert o al commercio mondiale il mar Nero, in• .tesero di dichiarare libero non soltanto questo mar e, ma ancora gli Stretti che vi ,.Unno ac– cess o, perchè è principio di logica che non si c><>ssa voler e il fine senza i mezzi . Sul mar Nero -vi sono Sta ti riveraschi neutri (R ussia, Romania, Bulgaria), i qua li ha nno come unico sbocco sulle -vie· de l mondo il Bosfor o e i Dardanelli. Ora ,Jo st abilirs i del blocco aili Stretti , per opera di chiunque, soppri mei-ebbe il diritto del libero -commerc io di quest e potenze neutre. Spetta ,invece all' Italia il diri tto di forzare i Dardane lli... La questione solle vala ora da lla Russia colla T urchia l: sos tanzialmente la medesi ma : poichè -è evide nte che la T urchia, chiudendo con le m ine subacquee gli stre tti al libero commer cio, ·non fa che ragg iungere lo stesso effetto, che .avrebb e ragg iunt o il blocco messo da ll'Italia . A quant o pare, la Ru ssia sostiene che l'arti• •colo 3 del trattat o di Londra 1871 stab ilisce -che il commercio del mar Nero sia ap"rt o alle navi mercantili di lulte le nazioni, e non con• ,tempia alcuna eccezio ne pe r il tempo di gue rra . L ' impe ro moscov ita fonda inoltre . il suo diritto. •sul l'art. 24 del famoso tra ttat o di S. Stefano, nel quale è detto: • li Bosforo e i Dardanelli rima n– gono aper ti i,, ltmj>odi gut rrn come in tempo di pace alle navi mercantili provenienti dai porti russi o che vi si reca no •· E qui sorge q uel che si dice un'ele gante que • st ione di dir itto : se cioè quest'a rt icolo, che non fu riprodotto nel tr attato di Berlino, si possa ,considerar e tutt ora vigen te. Pa rrebbe dover si propendere per l'l,Aerma tiva, se si ritiene pri• •mier amente che la pr edetta disposizio ne è sol• tan to tsplicnlivn della regola stabilita dal tratta to di Lond ra; e secon daria mente-, e meglio in linea ,pr eliminare , se si riti ene che il tr attat o di Berlino fu una r1vis1one del trattat o di S. Ste• fano; in modn che le dispos izioni di ques t'ul– (imo trattato non rive dut e e non esp licita mente ann ulla te da q uello di Berli no sia no ancora •vigenti tra i due Stati. Ad ogni modo, la Tu rchia ha deliberato di riaprire gli Strett i al commercio mondia le. Si .,contentera nno le pote nze di una clelibt'razio ne che risolve uno stato di fatto tr ansi torio, ma -che si potrebbe ripetere, se l' Italia insistes se in una azione contr o i Darda nelli; o non piut– tosto tra rra nno argome nto da questi inciden ti per chiarir e il pr incipio de lla libert à assoluta .del passaggio degli Stretti ? Pr obabilm ente, anche i,e la cosa si ripetesse, •si cercherà di gin.re lo scog lio affr ettando la pace: non perchè su ques to punt o vi sia - si badi contradizio ne di interessi tra la Russia e I' lnghi lttr ra o alcuna de lle altre poten ze (chè anzi gli interessi commercia li, eguali più o meno pe r tutt i gli Stati europei, li accomunano su que• sta question e); ma piuttosto perch è diet ro ques ta masch era occh ieggia la ques tione orien tale vera . e propria, di cui quella degli Stretti è la sint~si: questio ne che di, •ide l'Euro pa in·camp i, che non coincido no affatto coli' odie rno assetto diploma– tico, e che susci ta perciò non van i timori di . una conflagrazione terribile. FRA:-i'.CF.sco E,·ou. L ' UNITÀ I prelimina ri della Assicurare un più esatto accertamento dei redd iti impon ibili, ecco la necessità pii) urgente del nostro sistema t ributar io, senza cui C vano credere alla possibilità e alla utilità. di ulteriori riforme più larghe (1). È un prob lema, gra,.; e complesso, il qua le solo in appa renza rimane entro i limiti delle diflicoltà semp licemente tuc:niche, mentre in real• tà, come avviene per tutti i pro blemi finan •. ziari, si complica con elementi politici che ne– rendono sempre più difficile la soluzione. In– fatti in qualsiasi sistema di gove rno, e quindi anche in c1uello parlamen tare, le classi o i gruppi di persone, che monopolizzano il potere politico, si valgono de lla loro influenza a favore pro– prio e deg li nmici per sottrarsi al tributo: • le guarentigie costi tuzionali non assicurano a.ffaffo, nella vita politic,, le realizzazioni degli ideali de lla giustizia finanziaria• (2). Cosi gli interessi di classe, di gruppo e di partito, favoriti in parte dall'o rdinamento attuale del contenzioso tribu– tario , si sono lentame nte, ma ineso rabilme nte, infiltra ti nelle Commissi oni locali, che giudica no sulla misu ra dei reddit i, e specia lmen te di que lli mobiliari. Nelle Commissi,mi di primo e se– condo grado per l'accertamen to dei tributi di– retti, - spiega l' ing. Nicola - 11 il Commis· sari o, contir.uamente rieletto finisce col credersi inam ovibile e col ritenere funzione stabile ciò ·che è e <lovrebbe esse re se mplice incarico - ; attorno a lui e nel nome suo si form 1 mo, poco per volta, clientele d'i nteresse d'o nline econo– mico, finantiario e politico-; gl' ,ndividui a lui devoti divent.lno classi -; poi si fanno pa rti· 1i - ; tantochè da ultimo, pe r vir tù e forza del mandato vitalizio, che gli viene conferito , egli, quasi senza saper lo, si trova ad esse re capo di un partito o commesso gerente di uno . o più partiti politici ed amministra tivi-; il che im• plica necessariamente parzialità e favo:-itismi nei giud izi, in danno della perequazione , ep• però a detrime nto della moralità e del bilancic pubb lico • (3). Appare cosi ben chiaro che la riforma delle bc1si di accer tam ento dei nostri tribut i diretti trascende dal campo di una semplice questio ne di tecnica tribut aria, entro i cui angusti limiti sembra che si sia voluta circoscri vere l' im– portante questione, per ass umer e il carattere di un vero e proprio problemn <li polilicn Jribuln• ria, che solo potrà ess ere riso luto in un regi me di suff ragio 1miv1rsalt , pe rchl=solo in ques to caso la minoranza dei cittadini 11otrà subire le leggi della maggioranza. • Il sistema par lamenta re, per quan to amme tta la rappresentan za di tutte le classi , conduce necessariamen te alla villoria del par tito più forte, e in realtà non ha ottenuto al• tro effetto che questo: di sostituire al 111011opo/ i politico di individu i o di classi posse nti per lrad i•io,,, e per caus e religiose o morali, il pre • dom inio non meno incontes tnto delle class i eco• ,,omicnmtnlt più forti. le quali coll'i nfluenza indiretta e col diritto immediato della maggio• ranzn determina no il contenuto politico del!e leggi,•ed usano della lega lità per riv olgere a proprio vant aggio ln magg ior parie delle spese , addos~an<lo .tllc classi più deboli la quota più. cousidtrtvole de l loro costo 1t (4). In reg ime di suff ragio universale le classi economicamente più deboli, ossia le classi popolari, troveran no nella maggio re forza politica, assic urata ad es,;e dal loro numero , il tTtodo di elimina re dal no• stro sis tema tributario le numerose forme di privilegio attualmente esis tenti. • L'in teresse di classe non tr ionfa mai quando è sottoposto, ben denuda to da ogni orpello, itl giudizio delle masse, al giudizio di t utti quanti, della unive r– salità dei cittadini • (5). Fa tta ques ta riserv3, è innegabi le che molte ingius tizie e dispar ità si potrebb ero elimin are, se si dette mano ad una riforma della proce• dur a di accer tamen to dei reciditi, ,specialme nte mobiliari. La rifo rma dovrebbe, per quanto fosse possi• bile, basarsi su lla collabo razione dei contribuent i stessi per giungere quasi ad una (IUIO•lassa;io ,,e. 11 li giorno che i contribuenti fossero divisi in categorie di industr ie, comme rci e professioni e fossero chiama ti a dis tribuirsi fra loro un <lato contingente d' imJlOSta (e per cominciare , l'at• tuale gettito dell'imposta per qu ella categoria e (I) Vedi l11tild, •• ISe ti . (JI C A. COllllGLtAIU : S• 1.t•• di u , ,,,,,,.;,. Jo/ifu a. t. di uit.11:. ,1,11, fi"•"" • To, i•o , t'.l li & co . 1903, P 124· t:O e Economiua •• 11111,0 1909, P· JS~. (..l C. A. Col'lt Ol.lAl'II : Op. cit. p, ◄t~. (SI MMHO PAl'ITAl.AOl'II : l• l,,i ,Ja.:.it.t•U tii d 4tH, fa dt· ,,,i,e,.a:i1t in , Scritti uri di economi• •. Serie 1.,r&a.Ed. Lib, riforma tributaria. città determinata ), io sono persu aso - ha scritt? giustam ente l'Einaudi sul Corrlrrt de/In St ra del 2,i novemb re 1909 - che la ri1nrtiz ione avverrebbe in maniera quasi idealm ente equ a ; ed il fisco alla lunga trover ebbe un tornaconto grandissim o nel lavarsi le mani di questa brutta bisogna di dover e scoprire redditi, che sono e saranno mai sernpre m1scosti ai suoi satelliti çd alle sue minacce di multa. L'idea , e;press a in forma grezza, meriterebbe cli c;se re largam ente svolta; ma per i redditi dei profc;;sionis ti, in• dustriali e commercian ti priv.ati, quc;ta ritengo l'uàica via di salv ezza "· · Si tratterebbe in sostanza de lla sosti tuzion e del sistema del coulinge11/t a quello attuale di quotilà: la quale sostituz ione, dovrebbe servire a spezzare la coalizione dei contribuenti contr o la finanza e ad impedire l'omertà fiscale dei citta • dini itali ani. Coll'attuale sist ema di quotità, que– sto fine non si può praticame nte :raggiungere, perchè è impossibile infrangere antichi vin – coli di solidariela econ omica, basati sul!' iden • ti~à d' intere-ssi e sullo spirito di classe e di ca• tegoria: e una prova di tale impossibilità !'ab • biamo avuta, in qualche modo, per i red diti mo– biliari coll' istitu ìio ne della " lista dti co,ilri· bum fi ", che è fallita cl)mpletamente al suo scopo. Bisogna procedere nel un'orga nica e sostan– ziale riforma dell'atlu ale sistema di accerta– mento <lei re<lditi mobiliari inrerli e variabili (Cat B e C, 1, tasfonna ndo, come propo ngono il Lia, il Nicola e lo St!SSo Einaudi, l'att uale si – stema di qut)tilà in quello di contiugt-nte, che oggi si pratica per l' imposta sui terreni. Solo per questa via si potrà giungere non solo ad una più equa e razionale applicazione dcli' imposta mobiliare , ma anche ad un'automatica diminu• zione dell'attu&le aliquota d'impos ta, essenzial – mente spoliatrice . Tale riforma non porterebbe nessuna dimi• nuzione nel getti to attua le dcli' impos ta mobi· tiare: elemento di massima impor tanza per l'at• tuazione di ogni nostra riforma tr,butaria. Il guaio è che contr o l'applicazione de l siste ma del con– tingente all'imposta mobiliare, non solo si oppon– gono delle ragioni teor icht-, che potr ebbero fa• cilmente supera rsi, mn sopra ttutt o le avversioni dell'attu ale ambiente parlamentare italiano, che non potrebbe approvare una riforma cost radi. cale, qmuvlo 'si conside rino gli eloque nti inse • gnamenti fornitici da lla rece nte inchie5tot, pro• mossa dalla R,jormn Sociale, di cui ha da to già notizia l'U11it,ì (n. 12). Come punto di parten za in questa riform a si potrebbero accettare le linee fondamen tali pro– poste nei citati studi del Nicola e del Lia, e quefle discusse ed approvate dal 1° Congresso nazionale fra gti Impiegati delle Impos te dire u e, te nuto a Milano nei giorni 29, 30 e 31 Ago– sto 19(16 (1). In questa materia le opinio ni dei pratici della finanza, del giudizio <lei quali l'Ei– naudi ha <liverse volte giustamente tenuto il mas-– simo conto, possono avere un ,,a)ore gran dissimo. Per i redditi mobiliari, cioè indus triali, com– merciali e professio nali {Cat. 8 e C), si potreb• bero conciliare e fondere le propos te già fatte, seb bene in forma embrioni:1le, da l Nicola, e dal Lia con que lle de l 1° Congresso Nazionale degli Impiegati delle lmposte,e riforma re la procedura di accerta mento, lenendo presen ti i segu enti ca• pisaldi: 1.°} Abolire la revisio ne a scadenza fissa, o per lo meno attuare il principio degli ac• certamenti annuali, ùovendo la rettifica dei red • diti accertati forsi, non a lunghi periodi fissi, ma quando - a dimos trazione del fisco, del contribuen te o delle Commissioni d'es timo - il reddito, già preceden temente accer tato, sia aume ntato o diminuito di almeno un quarto, come è stabili to nella legge aust riaca; 2. 0 ) Estendere l' obbligo della produzione del bilancio alle soci~ta in accomandi ta sem• plice ed in nome collettivo, come pure app licare ad esse l' istituto de lla rivalsa per gli inte– ressi dei debi ti contr atti e delle azioni emesse. I possiden ti, le :1ssociaz ioni ave nti qualsia si scopo, erette o no in ente morale, dov rebbero den unziare gli stipendi e le pag he corr isposte ai loro dipendenti ed aver e nel• tempo stesso la responsnbilit à nel pagamento del!' imposta i 3.0) Limitare le funzioni dell'Agente delle Imposte solo a quelle di giudict istn, llort, cioè (1) C!r. Nu,u Ul ,li ,.q.,.,,, J,11, l,1,; rt:l• .liv, •li,/., . 141ft. Dir,tt,, ,,,.• n'zH• rtli ,/,Ila ,,,., 1,jr, ,,,;,.o,,, tltt u, v,'.:,""o, ,/,I la r iH ""'' '" ~ 11}1' 1l • :fo,., t/11' tnl,Hli , DtCli Ani del I Cori.• cruto ~uio nale d.-gli lmpiec•t l delle lmp . Dirette . Milaao, 1906. - La relu "ono à ope11 dt un d11lin10 e collo rou.ioDa• rio dt-gli uffici e1ec111i.-i: il R,g. Gn :nr n: \'IIAI.Lh primo Age11-te dell e ln1po1tc, Dirette preno l'A1en,i a di N.oma. . . s; a ricevere le denuncie, istru irle, documeatarle , inviandole , colle propri e propos te, alla Commis• sione d'estimo, che dovrebbe stabilire la somma del reddito d;.1iscriversi a ruolo, come ai)punto avviene in Austria ed in Inghilte rra i 4-') Limitare ad un breve periodo la durata in carica dei membri elettivi della Commissione mandamentale e provinciale d'estimo, non su• p'°rio re per es. ai quattro anni, scad uti i quali · non possano venir riele tti se non decorso aJ. meno un anno; e dare la preva lenza ai magi• · st rati fra i compone nti le Commissioni stesse ; 5.0) La denunzia e l'accertame nto dei redditi do,•rebbero aver luogo nei distretti detl' Agen zia dell' lmposte, nella cui giurisdizione il reddi to si produce, salvo al contribuente di designare il Comune, che gli è più comodo per il pagamen to dcli' Impos ta. Le società commerciali, per le quali l'accertamento si fa in base al bila ncio, dovrt-bbero avere sempre l'obbligo della denun• zia nel Comune, in cui hanno la sede principa le; 6. 0 ) Ridurre l'aliquota, che dovrebbe tende re ad avv icinarsi al saggio legale dell'interesse. Quest'ultima riforma sarebbe senza dubbio di difficilissima attuazione per le consegue nze, che ne derh •erebbero al bilancio dello Stato, qua– lora non tosse accomp agnata dall'in troduzione del sistema del contingentt-, <la noi più avan ti pr opugna to. Per l' impostn fabbrica ti i redditi accer tati, specialmente nei ,grandi centri urbani, sono, in · seguito a cont inue revis ioni parziali (che possono •sostituire molto bene le revisio ni generali ), <li gran lunga più vicin i al vero di quello , che non siano i redditi mobiliar i. Del resto l'a ltezza del• l'aliquota ,lelle sovrimposte comunali e provi n• ciali sui fabbricati e sui terreni rendono neces • sario cl,e ques te imposte siano stud iate in rap– port o al complesso problema della finauza la. cale (1). Per l' imposta sui terreni, infine, la sperata ptrtqun,.io11e fondiaria, derivante dall'~ttuazione de l nuovo catas to, verrà in gran par te delusa , perchè se il catasto può servire a scopi giuri • dici, non cosl potrà essere utile agli scopi fiscali. data la lentezza inev itabi le dci:lle ope razioni ca• tastali, il progressivo industrializza rsi dell'ag ri– coltur a e le continue oscillazioni dei prezzi dei pr odotti agric oli. Cosl si vede come i cosl detti II prelimi,,nr i ,,, cioè la procedur a di accertamento dei red diti, siano il fulcro di ogni sistema tri butario e che riform ando e perfezionando questa procedura , si riforma silenziosa mente, ma pur se mpre pro • fondameo le, un intero ordina mento tributario i e propug nando questa riforma, si propugna in• direttamen te la più vera e profonda riforma del nostro ordinamento tribu tario. E senza questa riforma sarà impossibile da re una seria base ad una più vas ta riforma t ribu• tari a come l'attuazione dell'imposta genera le sul ;eddito , che dovrebbe servire a rendere più mite quell'imposi zione indire tt a su consumi popolari, che falcidia enorme mente i redditi più miseri della gran mass a dei cittadini, che pro • duce e lavora. E TTORF. LOL INI. (lj cfr, Aw1·0~10 Lu. : I.' ;,,.1411a /dbr icall , ,~ /i1H11:• d,r ti ,,.Ji 1,, •• 1; 11t!l11 ,.,y,,-,,.,. hi6Mt,,rill, Tivoli. Tip. G. )hje ll•, 1910. È impossibile che tutto ciò vada perduto. J c,·ede,,Jisprra110ntl ,·idesltirsi, 11e/ ,·iu11ovarsi ddfo spiri/o di ,·eli'giont. Afa possono i 110n cre-– dtnli co11Pdarenella sola t{licacla. di una rifo rma mo,·ale , a11ro,·a di lii · da Vtnire ! Certo t1011 ,nni ntl mo11do t sfata cosi /arra, cos} viva In dijfusiolle dtlln idea ,,.orale, No11 ignoro tuffi Kli ,rrori, lulle le colpe, fui/e le ver-• goxne delrepoca 11oslr·a. P"re so,,o contento di ave,· vissuto i11essa e co11essa, 11011i11,us sun'al – lra di quelle cht l'l,a,moprrcrdufa , ~0110co11le11/o di essere sfato 1111 uomo del mio tempo, perc l,è 11essu"a ,poca mai, chtcchè ne dica'1o i lauda/ori del tempo pass11lo,/ 11mai p iù nsu tala defl' ideale. Nm, vi J,a ""'"ifeslasio ne socùrlt, ;,, questa {me di secolo, cAe 11011 porli seco l'abito i11effnbile del misticismo, 11011 ,·is11011i,come le foono,·fali sfo• f,mie di Betllrove,,, dtl e/timore imme,,so defle molliludù ,i, 11011 sin eco dtlle /agri,Ht, de' dolo,·i, delle aspira::io11i u11tane, O,· ~ ;,,.possibile cAe tulio cib vada perd11fo. L'avve11fre 11011 è sullt g i• nocchia di Ciovt: è nella fedt, t1e/la /or::a rHo• raie delle nuove gt11trazioni . P,r .cii>io a,no le compa~nia de' giovaui, 11011 sapendomi , 11011 vo. /endomi pusuadere di H0II essu ·e più giova r,e a11cheio.... Il M,: u ri o,,, ~ ~ lo Sl•I• /lali• "o. Bui , Latera , 1911, I, ◄19, GIUSTINO FORT UNATO .

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