L'Unità - anno I - n.17 - 6 aprile 1912

L' UNITÀ I fasti del protezionismo siderurgico. di lire ad ingf'gncri ed opera i italiani. Ma si pr eferisce impiegare capital i e lavoro in ma– niera ant ieconomica per l'ubbia J i avtr e una industria siderur gica 11 nazionale "· Ci pr epara vamo" riJ,,-odurrt il steo ndo opusco– lo sul proleaionismo siderurg ico del/' /n g. R ibo11i, cht auroam o preamum cia(o nd 11. 11 dr/I' U nit:\, quando è uscilo nella Riforma Socia le del mar– s,o 191a "" articolo, in r.ui Lui'gi Einaud i, uli• Ji.t:sa11domlii . i da/i racco/li dal R ,boni t a.I(· giu11gt ndo di proprio a/l ri dati t a/Ire osserva – .eioni, l,a Ira/lat o mag islral mm lt lo stesso sog– g elto. D iamo q11i il riass,ml o dtll t p,,,.,; più carallt– risliche del lavoro dalf Einaudi . V fodustria delfe rro, prc-ndenò o ques ta par ola nel suo più ampi o significat o, compr ende tre sta– di : 1. r industria dd f erro di pr ima lavora.aiont , detta comunemente iml11s1n·a siderurg ica, la qua – le compra dall e miniere il mineral e di ferr o o acq uista sul mercato rottami di fer ro usato, e ne opera Ja tra sformazi one in ghisa , in pani di (e rr o ed acciaio, in ma sselli e in laminati di prima lavo razione : 2. li11d11slria dtl f erro 4i stco11dalt1vorni:iont, la quale da i prodotti dcli' indu stria siderurgica t rae lavori gr egg i in ferro cd accia io, lamina ti di sec ond a lavora zione, tubi, hw ori piallat i, tor– nit i elc., lamier~, chiodi, aghi, spilli ecc; 3. r i11duslria me.cca11ica, la qual e adopera come materia pr ima i prodotti delle due indu – s trie prec edenti e ne ricava macchine d'og ni sor ta. L' industria pr otetta per eccellenza, quella che vive ·tutta dei favor i governativi, è quella di prima lavorazione, l' i11duslrit1 sidtru rgic a propr iament e eletta. Pri missim o tra i favori govern ativi è la con- · cessione quas i gratui ta de i miner ali elbani. Prima del 1902, lo Sta to incassa va L. 7,25 per tonnellat a sul minera le scavato nell'i sola ed . es portato in Inghi lte rni, Francia cd Amer ica. Concesso il diri tto di scavo alla Società de lle Miniere ed A lti Forni dell'E lba, il canone fu ri dotto a L. 0,50 ; e, poichè il permess o di es tra– zione <lei minera le, dapprima limi tatiss imo, fu elevat o a 450 mila tonn. aWanno, so no cosi pili di 3 milioni di lire, che lo Stato regala ogni anno alla Società conce ss iona ria; ottenendo per giunt a il result ato che ent ro 8 anni i giacimenti saranno esauriti da ques to sfrut tam ento cosi int ensivo , e l' iso la d~Elba non darà più una tonne llata di ferr o. li secondo favo re governativo è quello della pr otezione altissima ..:onccssa ai prodotti della sider urgia, per ì qual i il dazio d' importa ziflne varia da un minim o di 6o ad un ma ssimo di 120 lire per tonnell ata. Accetta ndo anche la media assai bassa di 65 lire, poich è IH produ zione nazionale è stata nel 1910 <Ji g8o,ooo tonn., il sec ondo regalo che lo Stat o {a ai produ ttori sale alla bella cifra <li64 milioni; che sommat a alla pr ima su1>era i 6J m ilioni di lire. Detratti da questi i 6 milioni, pagati da i si– de rur gici come dazio sui materiali gregg i im• portati, possi amo concludere che nel 1910 la sid erurgia • nazionale" è cos tata 61 milioni cli lire ai consumat or i d' Italia. E quali rcs ulta ti si sono ottenuti da ques to altiss imo sac rifizio impos to al paese ? Da un lat o si è cos tituit o il potente " gruppo sid erurgi co " che fa capo all'Elba, all'Ilva, alla Sa vona, alla Piomb ino, che ut ilizza sov ratutt o il min erale dcli' isola, e si è riuni to in un ve ro e pr opr io trust, finanziato dai mag giori istituti ban• cari d'It alia. Ques to grup po ha elevato sul/a clftJ un edificio spavenle\'ole di milioni, si è indcbi, lato con mezzo mondo : e ness uno s.1 se alla fine della concess ione sa rà riesd to ad amm or– tizzare gli impianti. Da un• altra parte si è cos tituit o un ramo dcli' industri a si<leru rgìca, che compera ferro vecchio già rotto, e ne ottiene il cos i<lctto fer– ro al pacch,llo, che è una specia lità it aliana, ma una specia lità catt iva: pcrchè I' amalga ma, che si ottiene con tutt i quei pezzi di fer ro vttc hio di qualità d iverse, è poco resis tente. Sono 20 ann i che le maggio ri n:uion i side• r urgic he hanno abbandonato questo metodo an– tiqtrnto. Noi no. Pre fer iam o far pag ar e il ferro da l 35 al 50 °lo tli più del va lore corrent e al– i' es tero, ed ave re dei ma teri al i di mediocre qualità! E per ott enere qu~i bei risultati e per im1>ie• gare in tutt o poco più d i 10 mila operai, 1,0 11 so lo sciupia mo 61 mihoni all'ann o in premi e protezio ni ali' indu stria siderurgi ca, ma abb iamo creat o un gru ppo str;1potcnte e prepo tente, non di ,·eri induStr iali, 111:1 di speculaturi di bor s.1 1 cltt si impont ntllt lrallt1li:Jt commtrria li t ci u:'tla di co11crdtrr a/1,1 Grrmrmia ltbrra tn/r(l/11 ptr i suoi prodolli sùirrurgiri in rambio di ri– bt1~s, d, da~i sui nostri prodolli agricoli. l\fa il dann o d'ogg i è ancora assa i poca cosa in confronto a quello di domani, qua ndo esau– rite le minier e dell' Elbu, l'i ndustria sideru rgica donà comp rare ali' es tero a 24 lire quella ma, teria pri ma che oggi ottiene all'interno a meno di 9 lire all.1tonnellata, e pre tenderà cd otterrà che la differenza le sia p:tgc1tadalìo Stato sotto fqrma di prem i di importazio ne. Pe r l' industria del ft rro di seconda lavora• ' zione la protezione, secondo i calcoli del Ri• boni, si riduce a 15 milioni ali' anno: se mpre troppi per i contribuenti, ma pochissi mi in rapporto ai 61 milioni che inghiottono i side• ru:gi ci, cci alla magg iore utilità dell'industria di se<.onda lavorazione. Ma anche di qu esti 15 milioni la macg ior par te non va alle piccole o medie imprese , che pre• dominano in queito genere d'indus tr ia. E bensì diviso fra pochi grupp i, e fra questi primeggia l'in dustria delia lavoraziQne della latta . Per le bande di ferro stagnale, o latt:,, e' è una pr otezione altissi ma, di 18o lire per tonnella ta, mentr e per le rotaie, di lavorazione ass ai più <liflìcilf', la protezio ne non r che di 6o lire. Cosi i consuma tori nazio nali paga no la latta con un sopra prezzo del 6o ¼ i e le l:1lte da petrolio e da olio, i bara ttoli per conse rve, le gron<laie, son tutt e rincara te di 20 centesimi a! kg., a ,•anta g– gio di tr e sole socie tà industriali, che producono in tutto 27 mila tonn. all'ann o, e riscuotono cosi da i con tribu enti italiani un tribut o annuo di 5 milioni di lire. La par te del leone spetta fra esse alla Magona d' Italia di Piombino, la quale con ui1 capi tale nominal e di 4 milioni e 111< zzo ha dat o n~ll'eserc izio 1911 un utile netto di 2 milioni, godendo della protezio ne doganale per una pr oduz ione di 16.000 tonn. e per una somma di 2,900.000 lire. Così tutt i i contr ibuent i son chiamati a pagare quas i 3 milioni all'anno per dar e dei larghi di vide ndi ad una sola societ..i. che impiega da 1100 a 1200 operai ! Ma ali' infuori di ques ti pr i,•ilegiati e di po– chiss imi altr i, l' industria di secon da lavorazione sente ass ai più i danni che i vant aggi del si• sterna pr otezionislico. L' indu stria sideru rgica o di prima lavorazione è un mostro contro natur a in Italia. Non abbiamo quas i miner ale di ferr o e quel poco che abbiam o sarà pr es to esa urito; non ubbiamo carb on fossile. Inv ece l' industria di seco nda lavo razione è adatta tiss ima al nostro paese. Qui non sono più le mat eiie prime cd i combustib ili, che non abbiamo, i quali c_ontin o molto come coefficient i del success ,): contano invece l'in gegno alacrr , l'ab ilità nel lavoro, la accortezza comm erc iale, tutt e cose che gli ita– liani posseggo no al pari d 1 ogni altr o popolo. In Svizze ra non hanno nè carbone, nè mineral e di ferro: epp ure l'i ndustr ia del fer ro <li seco nda lavoraz ione e l' indu stria meccanica vi sono sviluppatiss ime. Potrebber o svilupparsi anche da noi, se non fossero soggette alla cappa di piombo della pro– tezione siderurg ica, d1e rincara le materie pr i– me e le mette in condizione di non poter con– corr ere sul merca to internazi onale, <love i con– corrent i possono comprare a buon prezzo ghisa, fer ro ed ncciuio in ma ,scl li, lam inati ecc. Il moltissimo che si potrebbe fare da noi, se fosse poss ibile introdurre in fra nchigia i pro. dott i sideru rgici, è manifesto da ciò che si è potut o fare sotto il regime de lle impur tazioni tempora nee di mat erie grnze , che si c3por tan o poi lavorate , riavendo il dazio di im1>ortazio ne. Nonosta nte le limitazioni della legge, le dif.. ficoltà burocra tiche ed i bastoni mess i fra le m ote dai sideru rgici, l'espor tal ione nostra di bott i, di cordo ni elettrici, di bande stag nate, cli tubi lisci e d 1iodati etc. etc. è andata aumen– tando nell'ultimo quinquenni o in modo ass ai pr omett ente e sem1Jre in cor rispond enza con l'aum ento delle domande di importazione tem, por:rnea dei pr odotti dcli' indu stria siderur gìca. li fallo che l'i mluslria dr/ fe rro di scco11da la• voraciom: chitde ognigio r110 mtoi,, facoltà di im– porla::.io11i ltmf><Jrmu:e ;,, fnm chigia dtll" ma– teria pri,,w , ed tsj>orln all'tslrro q11a11lilricrtsct nli di suoi prodolli, è prova limpidissima ch'tsst, 11011 ha aff allo bisog110 di slamprllr proltll,vt. Invece oggi , per colpa dell:1 pro tezione con• cessa ai sideru rgici, I' 1n<h1s1ria di seco nda la– vorazione non b~sta nepp ure al cons umo inter– no, e si devono importare o~ni anno per circa 8o milioni di lire di la, ·ori di ghis:1, di ferro o di :u:ci aio, i quali - ove non es ist esse il dazi o proibit i\'o sulla materia prima - si pot rebbero fabbric:ue in Itali ~, con un minor cos to, che l' in• gegn ere Riboni, l'On calcoli assa i pr ecisi, fa sa – lire a 48 milioni di lire. Os sia si potrebbe dare la\'oro per 48 milioni Più p'esan te è il~iogo che la protezione sideru r– gica ha imposto all'i11dus tria meccanica. La qua le dovrebb e esse re tipica per l'It alia, paes e se nza carbone e sen za miner ale di ferro, ma dotato lar– gam ente di mano d"opera , che potrebbe dive n– tare abilissi ma, e di tecnici, che per cultura e geni alità possono comp etere con gli stranier i. Ma, com'è poss ibile che I' indnslria meccanica prospe ri, se essa deve com prare le materie prime rincarate a pr o dei sid eru rgici ? Si diede anche ai meccanici una protezione doganale ; nrn per risarcirli delle perdi te che sub iscono a causa del caro prezzo dei mate riali pr imi, bisogne– rebbe impor re dei dazi cosi eso rbitan ti sulle macchine, che in pratica r iuscirebbero incom– portabili. Cosi avv iene che le macchine agrar ie siano protette con dazi che variano da 4 a 9 lire al qui ntale, ment re per la loro ços truzion~ QCcorron o prodotti siderurgi ci che pagano un dazio da 7 a 9 iire al <1uintale. E così per tutt e le altr e macchine i dazi var iant i da 6 ali 8 lire non compensa no l'a lto pr ezzo della mater ia prima. È chiaro che il compra tore italiano h:i mag– giore con\'enienza di comprar e macchin<",cal– daie,, utensili, locomotive. fucili fabbri cati al– l'~stero, paga ndoli da 4 a 9 lire al quintalt-, pimtostod1è versare ai sid erurgici il li ibuto di 7-9 lire per le materie prim e. Ed acc.ade cosi che noi siamo difes i dalla inondazio ne della ghisa e dei lingo tti di ferro e di acciaio, solo per essere inondati di macchi ne che ci arr ivano da tutte le parti del mondo. Nel 1910 i1oi abbiamo im– portat o macc hine d'ogn i sC1rt11per un peso com– ple ssivo <li I milione di qu intali e per un va. lore di lire 1.µ .6o8.ooo. Semp re seco ndo i calcoli dell' ing. R iboni, se non es istesse la pro tezione ali' indus tria side– rurgica, i 2 milioni di quint:ili di ferro, acci;,io ghisa cd altri met,1lli, e i 2 milioni di quintali di car bone necessa ri a produr re tutt e que lle macch ine, non cos terebbero che lire 42.6oo.ooo. Restere bbero dunqu e 100 milioni di lire di gua– dag no neuo, che oggi noi, per pro teggere i si• derur gici,rega liamo ali' indu str ia meccanica stra• nicra, mentre potrem mo se rvi rcene per crear e una fiore ntiss ima ii1dustria nazionale. Soppressa la protezione, che ele,,a del 50 °/ 0 il prez zo del ferro, sa rebbe ro dunque al meno 48 milioni di cui potrebbe avva ntaggiarsi I' indu– stria di seco nda lavorazione, e 100 mil ioni per l' ind ustria meccanica: in tutto q 8 milioni, con cui si potrebbero occupare alme no 100 mila or,e– rai e 2 mila fra ing<"gneri, capitec nici e dis e– gnatori. Tira ndo le somme, la pro tezione alla sideru r– gia cos ta ai contribuenti e consu mat ori italian i la somma annua di 26o milioni, di cui 36 vanno al fisco, ']6 sono regalati ai side ru rg ici e loro soci, e 148 cos tituiscono una perdi ta secca per l'economia del paese. Santa e doverosa è: dunqu e la battaglia con– tro i sideru rg ici. E deve raddoppiar e d' intensità, oggi che si avvicina la rinnovazione dei tra tt ati di com– mercio. Qu i è il momento per gli industriali metal• )urgici, ind ipendenti da l gru ppo side ru rg ico pri– vilegiato, e per gli indus tr iali meccanici d i scuo– tere il giog", Tr oppo hanno ii:tnorato le loro forze, troppo a lun go hanno sopportala I' im• monda schiav itù. I sideru rgici hannu vinto in passa to non pe:-chè avess ero il di ritt o con sè; hanno vinto perchè erano organizzati, perchè eran o fort i. Governo e negoz iatori di t rattali di com mercio non b:1da no a chi si fa umile, ascol– t., no chi si impone. I:: ora degli industriali me• taliurgici e meccanici cli imporsi. Pensino che ess i rappres entano gli interessi generale del paese, gli interessi dei consumatori, i bisogni di chi vuol case a buon merca to, stru menti agricoli a prezzi s01>1>ortabi li, nwcch ine buone e non co• stose per l' industria Se essi :1g1r:rnno compalli e ptr lttnpo, non sa rann o las ciali so.li. L'Amm.ne è aperta dalle ore 9 alle U • daffc 14 alfe 16 in tutti i giorni dcffa settimana , meno il pomeriggio del venerdì • della domenica. La Libr eria della Voce, (Piazza Da– va nzati, F ir enze ), ha pubbli cato nei Qua– dern i della Voce: G. SALVE MI NI, Le 1lfe- 111orit di ttn ca11didato ( La ctezùmc di Albano lacialc). U n vo lum e di pag . 105 L. 1,25. S i acce ttano com miss ioni clal- 1' A m m inist r azio ne del r U11itrì.. 67 La nuova Triplice. Su qutslo giornale è staio più volft spitgnlo eh, la 11uova Triplice t1lltanza, 11tgl'i11lt11dimm li ddla (J,r mania, 110 11 può più tssrrt, nè qualt f u in originr, "" /rafia/o per la stmplict difesa dtllo slalu quo ltrrilorialt mropro ,· 11è quale si tr a rido/la in quts/'11/timo dccm,; io, "" lrallt1/o di effrlliva ntuln ,lità del 'Italia f ra il Blocco A u– sfro-ltdesco t la Triplice /11/tsa . La m,ova Tripl:ct, dati ; bisogni della Ger– ma11ia, dtvt i11feress~rt lulla la politica, 110 11 solo europea; ma 111011dialt di ciascuna polm 11a al– leala. S m tsa q1us la lrasformacio nt, essa non potrebbe servirt allt1Germa nia come tfficact cot1- frapptso "" " politica momiiale t allt inltst del• I' l 11ghil lrrra . Ed tcco a con/ trma dtlle t1oslre ossrrva~ioni, qutl che scrive il lriplicisla Corriere delh.t Sera mi mmtr ri del 24 t 2.f mar co : • Noi crt,liamo che la Triplice, /Jtr avere ,ma profo m/r, ,trd;tii,q ilr:j,..,rrnn,,, 11,'Jn · i,oi1i;,, ~;H: lrr11a~io11alr, dov rtì tU1i/)lltt "'t /e sitt hd sU do~~a co,~1}.ren~ert 1101! solo !°pr obltm iparticolari t , t:;lrtll1, 111 1,,sta dt1 qual, fu coslitui/11e ritf• nova/a, wa obbitlli ,movi r.J ampii : dovrà ri– guar_darr. lnltKm lmwle fui/o il piano polilico drgl, Stati alleali. La politica es/tra odirrm, così d,lla Grrmm,ia come dtll' Italia r polilicd c/,e va ollrt l'E uropa " (24 11wr1:o). ' • U11a visiont 11011 l am:ort1 chiara a molli d~(fa uvt11irt dtlla Triplict, la qut1lt sarà lttnlo pm Jor lt, /~~onda r btnt:Ji~aper il 11oslro f>atst, q uan to /H u la r1[t1smw la base s11cu, -" "ì ri1111oval l:.' un progra mma 1111ovo" (2.f mar•o). i vrmlflggi, cl,e la Germania ricaverri co11/ro I' lngh ilftrra tt contro la Frrmcia, t cl,e ,'A ustria ricnt 1 tnì 1,r/1" quesliont balcanica da qutslo 11uovo programm a della Tripliet, s0110 notissimi. E allt tll anlo noli sono gli aggravi di sj)rst militari mari/lime t i peric.:oli, cht 11c dtd i•trmm o t1II' Ita lia. I{ progr amm a llflV(llt dtllu 11uova 1 ri– plice ohbligherri I' lfalia t r Auslrit1 11 ma11/t•11trt lftl Mediltrra 11eo "'"' jlo lla sup,, iore aliti /lolla della Fm 11cia t a q1u/la parie della j/ 011<1 ;,, . g ltst , cht sartbbt dtsli111fa al Afediltrrmi,o, E data la r11ormt tsle11sio11t di coslt lirrtnicht e io11iche, td ora a11che libiche, t1lla cui difesa I' 1 lalia ,iovrtbbt provvedere i11caso di coujl illo ro11 l' lnghilfr,r a t con lt1 Fra11cù,, è logico che il massimo ontrt delle spese ma ri/lime mtdiltrrmue della ,mova Triplice debba loccart al ' Italia. 111 compmso di ltmli sacrift• i e di la11ti pe– r·icoli, q1tt1/i va11/agg i può sptra re I' /fa lia da qursta nuova polilica mo11diale preconi• isala dal Corrie re della St ra , dalla rtsltmlt slan,pa ila– liaua? NEL MEZZOGIORNO: Dal!' , epopea del '60 • a l s uffr a1r io u niversa le . L'« epopu <M;I '60 "· Fino al 186o I' lt.,alia meridionale fu am mi– nistrata, se nza regi me rap pr esenta tivo, da una oligar chia di cortigiani, di ecd esias tici, di fun– zionari locali che avevano per cen tro la dinastia borbo nica . I • galantuomini ", cioè i medi e piccoli 1>ro• prieta ri fondiari e i borghes i intelle ttuali , erano escl usi dall 'ese rcizio del potere politico e tenuti alla c:-itena dai funzionari borbonici nell'amm ini– straz ione deg li ent i locali. I contadini si se nti– vano protett i, almeno fino a un cer to pun to, dal governo contro il m:ilfare dei • galantuomini " ; e trovavano sui beni ecclesiastici, de mania li e comuna li i mezzi per far fronte a un a parte dc• gli scars i loro bisogni. Quando i ,. i;calan tuomini " tentava no rompere la catena , la olig;irchia gover • nat iva scape strava contr o di ess i i cont adi ni : e i • galantuou1ini " su bito si arrrnd evano a di– screzione e si d 1etav:mo. La villoria del libera lismo e del par lamen ta – s1110 11<'11' Unità d'It alia, fu per il Mezzog iorno la vittoria de i u gal:mtu omini "· Oh, l'epopea del '6o, quale umorist ica mistifi– cazione storica ci appar irà, allorchè allontane– remo gli occhi Jai pochiss imi eroi ve ri, che dct• tero la sp inta al movime nto unitar io, e studie – remo sulle fonti conte mpora nee qu ella che fu l'.1.zione reale di tutti gli altr i attori della II e1>0- pc.i "· 11 Il lezzo e il fracid ume, che è qui - scri– veva Silvio Spaventa, un eroe .... vero, da Napoli 1125 ottobre 186o - mi ammor ba i sensi. Non t i p1101 rare un ' itlc: 1 di quello che .1vvi1ne e di quello che si fa: è un chiedere, un ac– chi:tp parc da tu tte le parti quanto più si può, un 11nn egJ.,::IO, e un intrigare , e un ru bacc hiare d;1per tutto. Non si ,·ede nè modo nè verso come questo paese possa rientrar e in un assf•tlo rn• jil;IOnevule; pare com e se i card ini dell'urdinc morale fo'lscro Sl.tt i sco11ficc11ti : temo che la stessa venuta del Re e del suo governo scio– verà poco o niente "· (S . S1•A\'J~:-.T,\ , Dt1/ 1848 al 186 1, lettere, scri lli, documenti pubblicati da B. Croce. N1 poli, 1e9B, p. 303). E il du ca Sigismondo di C:1stro median o, un

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