L'Unità - anno I - n.17 - 6 aprile 1912

68 <1ltru martire-eroe _non meno autentico dello Sr,a• vcnta , scriveva da Torino, in dala 6 agos to 1861, a M. Pir onti di Napoli : . " S_~ io son disgustato de l Governo, lo sono V!cpp1u del nostro paese. Cos là si è ingoverna • b!h; e la presente gen~ntzione è immerit evole d1 reggime nto civile e di libertà . Conveniamone: costà è sovv ertita ogn i idea di giustizia e di !1loral~, profanata ogni ope ra, calunniata ogni 1ntenz1one. Guarda la stampa spudo rata, che sola trov:' h:llori, e senza <le' quali non potr ebbe sussiste re; dunqu t-, scrittori e lettori son o di una rism~. Guar~a la ingord igia universale; dunqu e, s 1 vuol vivere p;trassiti de l Govern'>: e il Governo diverrà buono, soltanto quand o avrà munit o di impiegh i i no~tri sette milioni d! abitant i, Guarda il brigantaggio e. me sorg e d1 r_epente e dovunque non da' soli soldati sban– dati, ma da num t rosi contadini sorr e.tto ed in• fiammat o da ogni classe di Persone. Guarda Napoli com'era sotto i Borboni e la sua impu– d_enz_a d'oggi, per la quale a n~ssuna necessità s, piega, a nessuna legie, a nessun consiglio, a ncs!-un ~uggi:rimento. 1 utt i bramano, tutti gri– dano, tutti propongono e tutt i criticano: nes– suno ~.cittadino. Negasi fede al presente e al– l'av venire, e si desidera implicitamen te il pas– sato, dacchè i buoni, per negligenza o per di– spetto, lascian fare a' trist i, libera mente e senza contrasto, Degli uomini che l'Europa stima ed amm ira, si ~ fatto sciup o e consumo con la ca• lunnia, falsan done le inlenzi ,,ni, negando tempo al _lor~ operare, mostrandoli alla plebe con sc– gm ~• strapazzo e di pubblica indi,nazione, ro– vesc 1and o!i, calpestandoli ; e se a primi suc– cessero i secondi, e i quarti a' terzi, tutti ve– demmo vittime delle stesse infamie, con la spe• ranza unica degli auto ri di queste, di potere, una volt~ almeno, calca re il pos to del caduto. Questa la mc.la delle presen ti enormità, del sist ematico m~lcontent o, per cui ogni pretesto è riputato utile e buono. Il sacrilegio di awr fischiato i ~eputati meridionali della maggioranza è l'ul• ~imo obbrobrio di Nwpoli, di 9uesta città , che 10 reputo sozza corruttrice dell ex Regno. E gli inglesi e i francesi si domandano : ma è . poi vero che Napo li fa parte d' ItaJ:a? Ma ~ poi vero che l'It alia governi a Napoli ? La Minoranza, al contrario, con a capo il Sandonato, è app laudita! E perche si oltra ggia noi? Perch~ non man– dammo impieghi a tutt i coloro che li vogliono, pcr chC non facciamo cangiar di -sede, e sede costA, al Govern o, perch è non siamo pronti alle ambizioni, a' desideri, alle pazz ie, .tllc eccedenze de' napoletani .... Apri un po' l'el enco de' deputati , e vedrai che, in propo rzione, il gran numero de– gli stipendia ti ~ appun to della Minoranza. Ep– pur e la Maggioranza ~ la Cavurriana . la pic– mon~izzatri~e, la venduta; e la .!òioltraggia e la s1 fiS<:h1a ! Nessun generoso ~ sorto a di – fenderla, nessuno. Si dice: la dimoslr.tzione tu di masca lzoni. Ma quand o nessuno la impedisce, rispondo io, era in essi la manifestazione com• pcndiata della univer salità. Nessun generoso si è fatto innanzi. Eppur q_uando i Borboni vole– v_ano, ceco fin dalle pietre, come i guerrie• n della favola, mille oppressori, carnefic.:i,per· st cutori, giudici, prevarica tori, spie, testimoni comp ri, sgberri, coda rdi, negatori di Dio e di ogni virtù .... Oh, si, io non ho veduto mai que– sto p.:>polo prender le ar mi per la libertà, che ora imbra ndisce a difesa della tirannide! Si dice: H popolo ~ ind ignato, perch~ ancora in candeliere gl' impiegati borbonici. Ma quanti ne 5?" rimas ti? Il ~uinto appena. E credi che, tolti d1 mezzo, lo spinto di ambizione sarà calmato? Ohibò, è un prelesto, che copre la febbre di es– sere man tenuti e provved uti dallo Stato! In cinque mesi, dacch c sono qui depu tato, ·ho ri– c~vut~ 2031 lettera: 53 sole non parlano di im– p1egh1, di posti, d i compensi, di rimune razioni. Si soggi unge : i liberali sono divenu ti indiffe– renti, perchè non tenuti in conto, perch~ non essi hanno occupa to i quatt ro quinti J c' posti vuotati. Ma che sor ta di hberali sono essi? An• che ad aver ricevuti de' torti , debbo n essi met– tersi nelle file degli irosi? Ebbene, essi non sono liberali, se dinnanzi alla imminente ruina della Patr ia, si lasciano sopraffar e, eccita no le impudenze, accolgono le calunnie, contribui• scono al ~encra lc sovver timento "· (Nuova An• tologio, 16 gennaio 1912). Qu!'s ta fu nel Mezzogiorno, guarda ta nella realtà delle cose e non att raverso gli eroismi di poch i individui eccezionali, la " epopea " del '6o. E la realtà delle cose Ha ed è tutto ra la piccola e media borg hesia dei• galantuomini"· La « Sh!ilatra Storka 1 . li " galan tomis mo • meridionale - occorre ri– conoscere ques ta veritA - trovò dapj>rima no– tevoli res istenz e nel nuovo governo • modera– to", consig liato e guidato durant e i primi anni, nei limiti del possibi le, dalla esigua schiera dei patrioti aute ntici del Miezzogiorno. Le atrocità commesse nella repr essio ne del brigantaggio si devono mettere quasi tulle a carico della pic– cola borghesia meridiona le, e non dell'esercito italiano, il quale si difest meglio c:he pote d<ille pressio ni malvagie dei 11 ga lantu omini "· Ma i cavo ur iani del Mt zzogiorno, ossia i moderati, gli allora odiatissimi • ronsor li ", furono spaz . zati via dalle elezioni genera li del 1865: tra i caduti, il Cas tromcd iano, come dieci anni più tardi lo Spaventa. E la nuovJ grande maggio • ranza politic,mte, che si sost itu1 ai caduti , as• sun se più tardi, dopo la viu oria par lamentare del 18 marzo 1876, il nome di Sini stra Moric:1. La Sinis tra storica meridi ona le, quale, fu e quale dominò dal 187<> a circa il 1&)6, t; stata la più inaudi t:-aaccozzaglw di delinquent i, che mai si sia vista al mond o. Giova1111iNicotera ne fu il pili gcnum o e degno·rappr esenlante. I de– putati mer idionnli di o.,egi sono degli angeli, in conl ronto dei loro predecessori del vente:mio 1876,J8g6: pcrcliè oggi, \'1,lere o non volere, e grazi e al mo\·imento soc ialista, per quan to lag- L'UNITÀ giù disordina to e imbastardi to spesso, un certo controllo della opini one pubblica e un ab– bozzo per quanto imperfetto di partit i, non man– ca neanche nel Mezzogiorno; laddove trent'a nni or sono il dominio della delinquenza politica piccolo-b orgh ese era assolutamen te incontr d• slato . Cost ituitisi, grazie · al trio nfo par lamentare della S:nist ra Storica , in classe domi nante, e sba razzatisi di tutti i vincoli che nel pe– riodo borbonico e nel periodo • cavouriano " erano posti al loro fare e 11 loro malfare, i « galantuomini II meridionali si sono im- . padr oniti a prezzi irris ori del beni eccles iastici, hanno usurpa te le terre pubbliche, hanno di– st rutt o i boschi, si sono annida ti divoran done i bilanci nelle istituzioni di beneficenza e nelle amministrazioni comunali e provi nciali, hanno fatto sparire i capitali dtgli istitut i di credi to locali. Tutta la loro Httivit à politica si riduce a ottenere dallo Sta to impieghi e favori perso nali d1 tutti i generi, e sopratu tto ad esigere dall e aut orità tutorie e dalla magistratura carta bianca nella depredazione degli enti locali. Cosi alla vecchia olibarchia borbon ica dei cor– tig iani, dei preti e dei funzionari accentrati a Napoli, si è sos tituit a nel Mezzogio rno una nuova oligarc hia, non migliore, di politica nti, di piccoli borg htsi intellettuali amministratori <legli enti locali, di funzionari gove rnativ i, accentrati a Roma. La borg hesia settentriona le, dopo i primi vani tentativ i di rigidità" moderata w, ha abban donate le redini sul collo al • galantomismo " meridio– nale. In compenso ha otte nuto mano libera nel considerare il Mezzogiorno come una colonia di sfru ttamen to dcli' inJustria settentri onale e nel– l'organiz zare i sistemi doganali e tributari a tutt o escl usivo protitto del capitalismo setten– trionale. Cosl la massa della; popolazione meridionale, la massa cioè dei campagnuoli, porta il peso del • galan tomismo " locale e dcli' industrialismo settentrionale. Organo di questa alleanza fra lo sfruttamen to piccolo borghe se indigeno e lo sfrut– tam ento capital 1 sta scttentr:ona h•, è la organ izza– zione ammini st rativa dello Stato: la cui funzione nel Mezzogiorno è di soste ner e contr o la inqui e– tudin ~ crcsce nte dei contadini il parassitismo perverso dei • galantuomini II locali. In siffa tte condizio ni, piove a un tratto sul Mezzogiorno, a sconvolgere tutt o il vecchio equi– librio dell e forze politi che legali, e ad intro– durre nella vita pubblica la massa dei contadini - il su ffragio qu;\si universa l(. G. SALVEMtNI. La posta dell' " Unità. " Un errore di stampa. Tripoli, 19, '3, 1912. Egregio signor Direi/ore dtl gior11alt • L' U11ilà •, La prego per l'imparzia lità di voler pubbli– care nel suo giorna le questa mia dichiarazion e intorno a <1uant o vi pubbli cò un suo collahora• torc col titolo II Il viaggio di B~vione "· Io arri vai a Tripo li il 30 marzo 19n e vi rimasi fino al 2 maggio, giorno in cui part ii per Dcrna: sbarca i a Derna il 5 maggio e ne ri– part ii il 9 per Bengasi . A Bengasi mi trattenn i due giorni soli, pc rchè, sbarcan .dovi, appresi che a Tripol i la comunità israelitica italiana era in fcrmcn:o per un mio Mticolo (Le quattro raa~t) e vollì regolar e personalm ente e sub ito la faccenda. Giunsi a Tripoli il 13 maggio e vi restni fino ali' 8 giugno, allonta1rnndomi nel pe– riodo 29 maggi o • 7 giugno In cui compii coi dottori Béquino t e Aurigemma il viaggio verso Tarrahuna. Possano testi moniare ddla verità di quest~ mie affermaz ioni, fra gli altri, i R. Consol i che in C(Uell' epoca occupava no i pos ti di Tr ipoli (comm. Pestal ozza), Benga si (cav. Bcrnabei) e Derna (avv. Sa letta). Tutt e le congctiure del suo collaborato re ca• dono, CjlHrndo<1Ha data " 21 maggio " della Jet• tera da Bengasi, co1111>ars per erro re nel \·olu– me, si sostilmsc:1 la data es.itta " 1 r maggi o •. Non inclus i nel vohunc il dispaccio <lei Ij mag• gio (suppongo sui c~si della missione SanfilipJ>o), perché mi proposi cli raccogliere solti le lettere mand ate al mio giornal e durant e la mia prima perman enza in Libi:t, e 0 0 11 i teleg:rnmmi. Cosi nel libro (pngg. 154-155) richiama i in notH, senza riprodu rlo, un altro mio dispaccio comparso nella " Stampa " ciel J giug no. La dal a " giu~no • ;1pposta dalla Reda zione della • St..irnpa " ,11mio arti cr,Jo da Bengasi, sig nifica so lamente clw, per ritard o nella puLblicazione degli articoli p1 eccdenli o per sovrabb ondanza di materia, l'articolo in discorso era rimasto inedi to fin olt re maggìo ; ve nutn il suo turn o, secondo la consuetudine del giornale, gli si era rinfr escata la data. Teng o a rettificare con <lati di fatto contro l– labili i calcoli sbaglia ti del suo collaùora lore : o meglio, a smentire le sue false insinuaz ioni. Della sua dubbia buonafede e della sua ev i– dente malevol enza non mi curo. Con oss l rvanza, dev. mo G1uSY.l'PE BEv10NE. POST ILL A. - /J S ig. Beviout 11011 r,llijìca 11iw te alfa/l o i rnJcoli dtf 11oslro collaboralo rt, i quali non sono 11i111lt alf a/lo sbagliali. Ciò cht il Sig. Beviont rttlifica è la da/a 21 maggio, dO– vula stcondo il Sig. Broio11t ad ,m trrorr di stampa occorso ntl suo libro, e la data giugno, df1Vulaad ,ma • ri11frtscala • compiuta dal suo gior nale. Fine/ii qutlle date 110ntram, correi/e, il 11oslro col!tlboralort avt va il j>itno diril!o di chitdt rsi i mo/ivi dtllt contrtlddfoioui che tsse prt smtnv a110t di ajftrmare cltt qualcosa di ;,,. crtdibi/1 e'tra in quanto si ltggevn ntl /,bro e Ht/Jt corrispondttJ~t primili vt dtlla Stampa. Ed ora 11011 d11biliamo cl1t iJ Sig. Bwio 11e ci s}i tglitrà aucht qualt altro t" ort di stampa o qualt rinfr tscala sia avvt nula ntlla corris/xm– dtn•a dt/ a giugno seri/la 11 ; ,, stila fra Homs e Mstlltlla ,, 1 o/JJ>ttrt ml ltltgra mma stmpre dtl agi ug no spt</iloda Guba. Per ora quts la prima /ti/tra dtl Sig. Btvfo1tt ci fa co11osctrt 1 110,, solo cht dobbiamo corrtg – gtr t 1111a da/a impor latJ/t dtl s110vial{gio in Ci– r,naica, ma onc/11cht qutslo vfaggio di tsj,/a. ra~iout e di rivtla aioni i11audilt, slrabilia11h~ inasptltal ,, consisti in ,ma capati11a di qt1atlro gi'orni a Dtrmi t di dut giorni soU a Bmgasi. 1A quale ,·apidilà 11011 ha sconsi'glialo il Sig. Be– viont dal proc/amar t, a pag . 169-170 dtl s140 vo– lumt, priva di valore la inchitsta dt/J' Jto falla da tre scim•ia li ingltsi: /Jtrchì qutsti scitn11iati 1 dopo tSStrsi prtparali a/J' 11,chitsta ;,, /11ghilltrra con uno studio sisl!malico di lutla la ltlttratura scitnlific a Prtctdt11/t-' visilorono I' i11t1rno dtJla Cirtn aica in un viaggio cltt durò dal 24 luglio al ao agosto, cioè, dice con su}trbo disdtg110il Sig . Btvio11t 1 " meno di quattro s1/lima11 " J L'UNITÀ. Frammenti di vita italiana. Nord e Sud. Un impieg .tto al Ministero a Roma e trasfe– rito come Ricevitore del Registro a Gcnzaoo. • Genzano • - legge nel dizionar io geogr afico - " capol uogo di mandam ento, circondario e • prov incia di Potenza, con posta telegrafo e te- • lefono;8845 abitanti. Specialità: frutta secca•· Un gri do di dolore della giovine consor te. Ma la carrie ra s'impone . E la co;>pia va a Genza– no. Visite e conosce nze. Ammirazione montanara del sesso forte paesano ~r la bella cd elega nte forestiera; e gelosie, sospe tti, malign aziòni ma– stical e tra i denti, oclle rigide matro ne del luo– go, facilmente sopraffa tte dalla coquttltrit della citladi11a, Contro la quale, da part e delle ma– trone, si emette subito ver detto cl' ostracismo , causa il vall•t r della Vedova alle6·ra, cantato dalla cilladi11a in una sc rala in casa del Sin– daco. Lo scandalo per le matrone, per le loro timorate figliuole, non può, non deve oltre per– durarci Ricor so anonimo. Inchies ta govcrna – tiv.t, per I' pnta che dalla scandulosa signo– ra cade sul propr io manto, su tutti i funzio– nari dello Sta to. L' intrap rende nte sig. Ispet– tore inc1uirente, dietr o sfortuna ti assa lti galan ti verso la bella Ricevit orcssa, si convince della perfetta onestà di lei. Ecco, allora ! li difet to sta nel manico, nelle manchevolezze di quella arre – trata landa di Soma lia italiana, la Basilicata. E propone ed ottie ne l' immed iato tr asloco del Ri– cevitore in un con la vivace Ricevi torcssa , io un a evoluta cittadina settentrionale, ad onore e gloria di una civillci ancora sconosciuta nelle lande cli lag1;,riù. Questa è la trama d i una Jìl m proie ttata in quest,, sere tla un cinematografo di J\re u.o. Con che lusso di partic olari morda ci..., è inuti le dire. E vi si precisa propr io " Genzuno, capoluogo di mand urncnto, circortdario e provim.ia di ccc. ccc. •. Frattant o, laggiù, nt:lla lla silicata ... barbara. Giustino Fortunat o ha µresa l' iniziativa perchC: sia inciso nel mar mo, a Rionero di Uusilicata, il nome del sold;tto toscano Modesto Ci:watt ini di Talla, ucciso nel '6o nelle lerre del Vulture, durnnt e la repress ione del brigantag ~io. Da una fi lm d nemat ogra lica, a Giustino For– tunat o? Si. Pcrc hè dalla contra pposizione fra il cine– maÌogr:,fo di Arezzo e l:.1 lapide di Rionc ro in Vulture, risul tan o assai bene (o assai male?) documentati Ju e attegg iamenti psich ici regio– nali - discordanti non per colpa di noi meri– diona li. Io non so se sia da deridere la semplice e se – vera vita mtridionalt, sol perch é non risponde bene alla stregua cli un'altra civillà, che sarebbe rap1,resentata nel cinema tografo di Arezzo, nientemeno, dai merle tt i tra spa renti d'una si– gnora stll111lrio11ale. Merl etti a part e, nessuno di noi può negare che il Mezzogio rno sia, di fronte al Nord, un paese arretra to. Ma cert"! derisi oni, certi di– spr ezzi, cert e ;1Jbagie regionali nordiche den tro e fuori i cinematografi , a che cosa servono se non a rendere sempre pili faticoso il migli ora– mento deJ Mezzogiorno . e a diffondere sempr e pili del Nord un senso di indifferenza egois tica e soddisfatta per una inferio rità, che si do– vrebbe compia ngere e guarire, non deride re e disprezzare, come se il Mezzogio rno non facesse parte d' Italia, e come se i mali de l Mezzogiorno. non fossero mali della nazio ne italiana ? A. PENNACCHIO. A~~. -gtrmt, rtsponsabil;:– Plre■ze - St■b. Tip. ,u,i■o, VI, de' Reul. 11 e Tel. -8~ A Firenze l' UNITÀ si trova in ven– dita presso le seguenti librerie ed agenzie. giornalistiche 1 S!g. Beltrami - 'Via e,f,r/ e/11 Petral _ • • Ceccbl - A•••• Ca'bour • Pratai • CZ>uomo • BaccanJ - 'Vi• Pori& ~os.s& • Reald!ol - • Marle[// ( ang. via Pucd) » BarooeclU - A•••• S. 'j'irense • Upp; Unità. lt& U.a.na. • V annlnl Signori& • Niccolal lndipenden•• • Ptrugi ci>uomo • 13.d,JndU S. Maria ll(p<v<Ct.. • Bu&SOtti • S. 84f&rco • Fontana - C/Jarri.er.a.Curie • O ari Narclao - Pori& .a.! Pt .a.to » O.tri Antonio - Ff.a.••• Goldoni Bruacbl Man/n &Id! VI/torlo Eman. • Orri T& volin ! • Logge Ner a.lo Nu(JIIOO • Duc:cac:bJ - Pi.a.••• Colonnine (.a.ngofo Corso Tintorl) Mili.in.i - 'Vi• Ptocon.solo )I) Goti - » dei Pecorl - PI, .. , di 'R_lfredl Chi desidera un numero arretrato può averlo inviando ali'Amm.ne cartolina con risposta. I GIUS. WlTE~ZII & flGhl• Ba,i EDITORI lflflm• no11/fà : Scrittori d' Italia 0rH41 rauelta cN 11 ce■,.rrl 41 circa • n&..t . hr■..te r I• carta 1 ■ue. BANDELLOM. - ù NovtJlt, a cura di Gioa– chino Brogno ligo (• Ser i/lori d>Jtalia •· 2, 5, 9, 17, 23). Volumi 5 . . L. 27,50 Col quii:1.10 •olu1110ha term ino quctta nuo•a edi1io•• del no•o llloro lombardo , la quale pu meri to del Bro1n~ ligo può diul I' unlc:• odi1iouo critica, con doll• tui te■ti del l~S4 o dol 1~73, con corre1iooi o nrianli che l'edltor o indica 1101\anoia •11iun1a 1ll'ulti1110 •olumo, È rl1apu ta la aran do imporl• nu che per la 1tc,rla del costurao aoll a prima meli del Cioquocento ba l'opera b•11delliana , Jden• tificare in n1odo 1fcuro lo ml1lia ia di peraoa111l ,bo •en– aon no1ni11ati 110n 1010 nell e ded ica1orio ma •nche 1111 corpo delle no•elle. era impreH ardua che richiedo• • Jua~ che o paaient i ricerc~. E ciò ha fatto pu l'appun10 li Brosnoligo, rlauumondo il 1is11h110 dello ■ae i11da1i11I in copi'lliuimo Iodico dei n11mi, dtpo complemento d' lilla cosi accura ta edi1ione . Il plauso unanime col qu• lo la cri– Sica ha 1ccoh l i •olurui, di mano i11 mano che han •i■ta la luce, Ò la mi1lioro riprova della bontà della nostra rlet,mpe. Volami finora pubbl/c;./é: BARP:TTI P. - Le Novtllt . Voi. 5. BERCHETG. - Optrt. Voi. I. Poesie. Bt.MiCII L. Dtlla scitnta milittlrt. Boc c ALISJ T. - Dti ragg"agli di l'ar,,aSQ t Pitlra dtl paragont politico. Voi. J. CocA1 M. - Lt macchtrontt, Voi. 2. Commtdit del Ci11qutcm/o. Voi. I. DELLA PORTAG. B. - L, commtdit, Vol. 2. - - Voi IL FoJ.F.NGO T. Opcrt Ualia1tt. Voi. I. G1ommT1 V. Del riuuovamtulo civile d' lla/i'a. Voi 3. Gozzi C. - M,mo,-ie i,mt i/i. Voi. 2. - La Mtlrfi sa bis::arra . LIR l(."I M AR INISTI. MARIN O G. li. - Epislolar,o Vico G. B /./aut obiografia , ti carltgg io e le potsie var ie. V1TTO Rf-:Lu I. - P0tsit. Pr euo di oa:nl vo lnm e : 8rotl11,11 • , • • • L. 5,50 il't::~'11"':;:.::.:: ~:~ ;•\:;t J; 0 ; : ;,of;..,; .. · ,r;/1,. · d,I; .. Jf,,7. •r• lt " I•. ◄O r • I' Jt,.f;,, , J L 45 f'~ I' n tn ,, Dom,rndare an che con semplice car ta di visita I' e- ~;~~= ~=~~~~~~~ delle opere cbe saranno comprese Dlrlcere commtsalonl e nella alla Casa Editrice OIUS.LATERZA & FJOLJ• B■rl.

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