L'Unità - anno I - n.15 - 23 marzo 1912

L'UNITÀ La vecchia e la La vecchia T ripliu Alleanza. La Triplice inte sa appar e comuneme nte come un contraltare alla Triplice alleanza. Ma a ben guardare oltre l'apparenza , si scorge un carnt– tere differenziale profondissimo fra i due grandi gruppi diplomatici. L'l')rigine e il contenuto della Triplic e alleanza le assegna un campo d'azione tutt'afl"tto continent ale: essa fu foggiata da Bi– smarck per la difesa <lello sla/u quo lerrif oria /e europ,o delle •tre singole potenze, quand o una politica coloniale o d' espansione in Germania non si era ancora delineata. Nessuno, fuor dei ministri competent i, è · in grado di conoscere quali siano i termini dei due trattati che legano le potenze della Triplic e al– leanza (t) i ma non è difficile indurre dagli avvc• nim enti, ch e han dato luogo ali' alleanza e \.'he si son succ ed uti in quest'ultimo trentennio, la vera sostanza degli accordi predetti. Per vero, mentr e in Germania urgeva la necessita dì non ridiscender e in guerra per sostenere contro le ricostituite armi francesi il trattato di Franco– forte, avendosi bisogno 4i una lunga pace per #dar sviluppo alle forze economich e, in Austria non vi era minore necessità di evitare che il dissidio con la Russia e coli' Italia si riacutiz– zasse e mettesse in forse gli acquisti territ oriali e politici fatti col trattato di Berlino. Quanto al– l'Italia, sembra inutile, tanto dovrebbero .esse re nella conoscenza di tutti, ricordare le ragioni della nostra partecipazione all'alleanza, che già string eva Germania ed Austria. Che la Triplice mm tutelasse akun interesse prtvaltnlemmtt nttdilerraneo t coloniale, si può facilmente scorg ere dall'affermato accordo spe– ciale tra l'It alia e l' lnghilierra del 18g3j e dagli avvenimenti, che dal 18g7 in poi obbligarono l' Italia ai famosi lours de valtatr ton la Fran– cia, e che conduss ero l'Italia ad un atteggia– m.ento diplomati co.diverso da quello della Ger– mania e dcli' Austria unite per gli aftari del Marocco e Jella Bosnia ed Erzegovina. La T dplice intesa. L'obbietto della Triplice intesa è più com– plesso. Essa riguarda, tanto gli interessi europei, quanto quelli extra europei o coloniali di eia• scuna potenza del gruppo diplomatico ; ed ha rif erim en to - per dirla con una espressione sint~tica - alla politica mondiale delle tr e po– tenze. L'intesa risulta da particolari stipulazioni, che accoppiano le potenze predett e a due a due. Cosi si ha, oltre il trattato franco-russo del 18go, quello anglo-francese del 1904, e gli accordi spe– ciali tra l'Inghilterra e la Russia per i loro scambi evoli interessi dell'Asia occidentale e cen– trale. Se non che, il solo trnttato franco-russo importa obbligo esplicito tra le due potenze di cooperazione militar e reciproca. I trattati del• l'Inghilterra con la Duplice hanno esclusiva– mente carattere delimitativo de i risp ettiv i inte• ressi coloniali senza impegno di coop erazione militare. Ma la delimitazione dei particolari in• ter essi apporta in conseguenza una necessita contingente di difenderli contro ogni invade nza e minaccia, poic'hC dalla loro conservazione de– riva l'equili brio comune. Da ciò risulta la dut– tilità della Triplice intesa, capace di piegarsi a tutte le necessità dell' ~1zione internazionale. Se si riguarda ai motivi parti colari che concor• · ron o a formare la Trip lice intesa, si può scorg ere in essi un comune interesse di conservazi one dell o statu quo europeo e di sviluppo coloniale. La Francia, ormai persuasa della sua inferiorità militare in confronto della Germania, trova nella Russia e ndl'Inghilt erra un diversiv o alla con• -cen trazion e delle forze tedesche. La Russia dal -canto suo YUolessere tutelata nei suoi interessi balcanici , mina cciat i dall'Aus tria~ mentre essa e -distornata da una più attiva politi ca europ ea dai suoi affa ri asiat .ici e dalla sua debolezza or• ganica interna. Assai più complesse sono le ragioni che in– dussero l'Inghilt .erra ad abbandonare il suo sto• -rico splendido isolammto . Senza fare una lunga indagine, non utile in questo momento, sì può affermare in sintesi, che l'Inghilterra, minacciata nei suoi interes si mondiali dalla Germania e .per il non mai visto S\•i\uppo delle marine mili– tari delle altre potenze europee e degli Stati ( I) Si 1a ch e le conveozio11,iinter11,uionali, che p,.uaoo tra le tre polonio, sono foruiulale in duo atti distinti: uao tra la German ia e l' Aus1ria, o l'a ltro di adesione del1'h1\i1. Qual• cuoo a11ic;11ra che il trattato tra i due l111peri sia di uo tenore anai piU largo che non quello con l'It alia. li quale - si ar– ferma - 1ubi qualche riuiaoeg~iauiento 11,el teDlo di un trat– tato difensi,o . Si dice aacor a che e1i1te tra l'Italia e l'Au• -ttria una con\'eDliooe particolare per l'Alb1oi.a. nuova Triplice. ·u niti, imposs ibilitat a fiminco a Consen·are lo sta11dardlwo powus della sua marina per la ri– voluzion e de lla tecni ca navale dopo il 1905, do– \'ette cercare nell ' irr iducibile dissidio fran co– german ico il riparo alla nuova situ azione mili– tare marittim a. Da qui ~i origina la politica di Eduard o VII e di Delcassé, e sono na te le con– seguenti intese con la Russia per gli interessi asiatici . La. nuova Trlplfc:t Atleaoi:a.. La disparitài dunqu e, tra gli obbiettivi dei due aggruppamenti europ ei sforza la Triplié e al– leanza a mutare radica lmente le sue finalità per adattarle ai nuovi bisogni della politica mon– dialt:., come si andò m"Hlrando in quest'ultimi anni , specialme nte in rapporto alla Germania e all'Inghilterra. Quello che domin a oggi la politica internazio– nale è il dissidio tra l'Ingh ilterr a e la Germania. Così ciascuna di queste due potenze si sforza di converlire e di adattare ai suoi interessi pre– dominanti, gli interessi e gli scopi che sono e furono della Duplice franco-russa e della Tri– plice alleanz~. Pertanto l'Inghilterra cerca di adatlD:re ai suoi fini gli interessi franc~•russi i la Germania cerca far convergere hi suoi qudli ddl ' Austria e cieli' Italia. Cotesti interessi delle due grandi potenze si fondano sopra l' efficienza militare e marittima dei due gruppi da esse capitanati. Ora, mentre la superiorità delle forze terrestri - a parere dei competent i - della Triplice alleanza su quelle della Triplic e intesa è incontestabile, spe– cialme nte dopo la recente prova della capacità mil itare italiana, diversamente si deve dire nel confronto delle forze navali. Questi raffronti sono noti e furono anche ri– conlati nei passati numeri dell'U11Uà. Posto ciò, è evidente che per dar e efficenza ad un radi· cale mutamento del contenuto politic o della Triplice alleanza, la Germania debba spingere le sue alleate allo sviluppo delle loro marine, in guisa da raggiunger e l'obbiettivo di turbare e mettere in per icolo le vie del mare, così ne– cessarie alla sua rivale , evitando nCI contempo l'aggruppamento di tutte le forze marittim e <lel- 1'Inghilt er ra tra la Manica ed il mar del Nord. Il doppio pericolo dcll' Italia Cotestt': deduzioni non sembrino elucubrazioni infondate: vi sono già manifestazioni di scrit– tori, giornali ed uomini polit ici, che appaiono espress ioni di progetti ben delin ea ti anche in luoghi comPetenti. L' italofobo am miraglio Chiari, pezzo grosso della Lega nav;tle au stria ca, volle giustificare la necr-ssità degli appr estamenti navali .<letla bicipite monarc hi<, con una eventual e coopera– zione con la marimi italiana. Il fine di cote• sta cooperazione nel Mediterraneo fu espressa• mente indicat o dal pr esidente de lla Camera dei deputa ti austriaci in un discorso tenuto l' e– state decors a, cercando di dimostrare il danno che proveniva all'Italia dall' intes a franc o-inglese. In una corrispond enza da Roma al Dculsche Volksblatt, del 6 febbraio 1912 1 si discorre con molta simpatia del1 1 idea lanciata a Roma di un accordo austro-italiano per la difesa dei comtmi i 11 tertssi nel Mediterraneo (evi dentem ~nte si al– lude all'articolo del de1Jutatu, ammiraglio in qua• rantott e~imo, Di Palma, pubbl icato in quei giorn i su un giornalt- tecnico, e fors~ anche alla lett era circolar e della Lega naYale italiana contenente la proposta di una formula da adattarsi alla no– stra potenzialità marittima ); e si r icordano le dichiarazioni del conte Esterhazy alla Delega– zione ungherese, fatte per incarico del ministro degli este ri l'anno scorso, sugli armamenti ~a– vali <lell.i 1',fonarchia austro -ungarica, in cu i si prosp ettava l'eventualità della coope razione dell e due marine. italiana ed austriaca, per la difesa dei comuni interessi, s'intende, nel Mediterraneo. Dunque è chiaro chi muove la ped ina sull'ar– gomento delle spese militari m<1rittime ed il fine a cui si mira (1). Vi è bisogno di attirare l'a ttenzion e del let– tore con lungh i ragionamenti sulla complessità de i peric oli, che in siftatte condizioni si appiat– tano dietro una rinnovazione ed estensione della Triplice alleanza? I~ non ·intendo parlare della necessità, in cui (11Ncll' intcr~allo fra la redazione e la pubb\i c:uione di quctt';ut icolo l'idea della 1ruform:uiooe della Tripl ice A.l– leaou, nel ,e n10 sopra .accennato, ha fatto già grandi progreni uell.a maggior e 1tamp1 tede sca, Quot a, cambiando tono, C011• tidera l'oc cupa:tione di Tripoli come un nuovo baluardo che avrà la Germani.a nel Modi1er,aoeo contro l'Ing hilterra o la Fr10ci1, A que110 proposito occone ricordar e il belliuimo ar• tit olo di ~auma co, pubblicato nel secondo numero dell'U,,iJ,ì. IÙ ldll U ci trover<:mmo <li garegg iare, sia pur relati– vam ente, -in armam enti navali con la Francia e l'Inghilte1 ra, - a cui <lei resto saremo sempre forzati, se non muti amo completamente l' indi• rizzo della nostra politica estera, appoggiandoci risolutam en te ali' Inghi lterra mercè, s'intende, adatta conv enzione; - bensì voglio ailudere al doppio pericolo a cui andremmo incontro, di veder, cioe, discendere definitivamente un nuovo concorr ente nel Mediterr aneo, e alla minac cia non effimera di essere P ostaggio nelle mani dell'In ghilterra e della Francia allo scoppio di un conflitto tra i due aggruppam enti di po– tenze. FRAKCESCO Evo1.1. La colonia tedesca di Kiautsdu. Intorno a quest o argomento riassumiam o qual• che pagina del libro di Adolf Damaschke, Die Bodmreform 1 Jena, Gustav F1scher, 6 ... ed. 1912, pagg. 3!)8-407 (1l. La speculazione sul terreno cominciò nel mo– mento stesso che Kiautsciu fu dichiarata pos– sesso della Germania. Gli stessi cinesi la ini– ziarono: si accordaron o fra loro e chies ero per le terr ('\ al Governo ted esco prezzi dieci volt e più alti di quelli che correvan o prima della con• quista. Però l'amministrazione tedesca non cedette a questo trust . Essa assegnò immed iatamente ad ogni proprietario fondiario cinese una somma in contanli, che rnppresentava presso a poco il doppio della rendita fondiaria annuale normale. In compenso, i dnesi furono sottomessi all'ob– bligo di non vendere nell'avvenire il loro ter– reno ad altri che al governo tedesco, al prezzo corr ente prima della conquista: prezzo che po– tè esse re subito stabilito senza speci.ali diffi– colt à, sulle notizie forr.ite dalle autorità locali e sulla bas e del vecchio catasto cin~se. Oltre ai cinesi, anche nei grandi centri com– merciali dell'Oriente non mancarono perso ne in~ traprendent i, alle quali le terre della nuova co 0 Ionia tedesca dovevano sembrare oggetto assai promettente di specu lazil.)ne. Parecchi fra que– sti speculatori conclusero fra loro cartelli ana– loghi a quelli che concludono i commercianti ambulanti nel distribuirsi le piazze: cioé- si ac– cordano per non rovinarsi reciprocament e i prez– zi; si distribuirono sulle mappe i div ersi bloc– chi di suolo edificatorio i e arrivarono perfino a chiamare ciascun blocco col nome del futuro proprietario. Ma quando questi signori vennero a Kiau• tsciu, l'amminislrazione dichiarò tranqu illamente ma decisam ente, che essa non aveva nessuna fretta di vendere i terr eni. Si sarebbe aspettato finchè tutti i lavori pr epa ratori necessari fos– sero stati compiuti, e sopratutto finché fossero arrivati dalla Germania i rappresentanti del commercio e delt' industria. I circoli dei grossi speculatori montarono na– turalmente sulle furie. E nella "grand e stampa " quotidiana non mancarono i soliti lam enti con– tro il burocratism o e peggio. li 2 si::tternbre 18g8, il porto di Kiaut sciu . fu dichiarnto porto liber o. Nello stess0 tempo fu pubblicato " l'ord inamento fondiario" del paese. In esso si distinguono i terr en i dentro, e quelli fuori del piano regolatore. Per il terreno fuori di questo piano, il governo permise che fosse affittato o venduto con esen– zione da ogni tassa . Co~i, per esempio, la società ferr oviaria di Sciantun e le società dei missio– narii tedeschi ricevettero terreni liheri da ogni tassa. Nei piccl)li villaggi cinesi il Governo con– cede la terra che gli .-1ppartiene, per un piccolis• simo can~ne annuo, colla condizione che le case dei II Cooli~s " e il terreno su cui sono fabbri– cate ritornino in possesso del go,·ern o, quand o lo stato igienico della colonia ne renda neces– sar ia la demolizione , salvo un'indennit à propor– zionata al valore della costn 1 zione. Per le terre dentro i confini del piano edili– zio vigono le disposizioni seguenti : Quando occorra, il governo vende il terr eno all'asta pubblica, cominciand o con un_ prezzo min imo. L'imp osta fondi.tria sul terr eno am– monta al 6 °/ 0 del valor e <lei terre no. li valore è fissato ognì tre anni, in modo che la tassa fondiaria aumenta nella stessa proporzion e che il valore del te rreno. Quest o crescer e dei valori de! terreno se nza dubbio non è dovuto al lavoro dei singoli pro– prietarii, ma è provocato soltanto dal lavoro di tutto il popolo ted esco : ogni nave, che l' im– pero ted esco vi manda, ogni porto , che esso ~a (I) E uscita in questi gioroi la trad111:ione francese , editori Gi.ard et Briflre. 59 costruire, ogril miglioramento delle vie di co– municazione, ogni chiesa, ogni scuola, ogni ca. senna, che esso inalza, ogni imp iegato che esso pag a, - tutto questo contribuisce ad aum entar e il \•alore del terreno di Kiautsciu, Ques to .. aumento non g•Jadagnato " del va– lore del t~rreno apparti ene senza dubbio nella sua sùsta nza a tutta h1 società . Perci ò il proprietario, che rivende la sua terra 1 deve pagare al govern o il 33 1 / 3 °/ 0 della diffe renza fra il prezzo per cui acquistò dapprima la terra dal governo, e quello per cui la vende ora. Se l'aum ento di prezzo è dovuto anche al lavoro personale del proprietario, una commis– sione (li due impiegati e di due pr oprietari lo– cali fa la stima di questa parte di aumento. E la tassa del 33 1/ 3 ° 10 è pagata solo sull'aumento non guadagnato. Per impedir e che alcuno si appropri una parte dello jj aumento non guadagnato ' " mediante prezz i di compera trop po bassi, il governo ha in ogni compra-vendita il diritto di prelazione:. Una tassa di registro del 2 ¾ (I % per il compratore , x 0 / 0 per il venditore) completa que– sto sistema finanziario. Il segretario di Stato pel ministero della ina– rina, \'On Tirpitz, spiega in un dis uorso <lai 31 gennaio rBgg i vantaggi di questo ordi nam ento: " Nel rapporto economico per Kiau tsciu sono . state assicurate la maggg iore libertà commer– cialt e la m..tggiore libertà industrial e, che mai abbia avuto una colonia .... La lassa sul ltrrt110 è i,, Kiaulsciu funica lassa e:ss111.eiale, che gli europ ei devono pagare n. Quasi tutti i rappr esentanti politici del po.. polo tedesco hanno espresso la loro approva – zione per qu esto ordinamento li Bebel, che in prin..:ipio era contrario a questo sislema, ha ri• conosciuto poi nel ·Vorwiir/s che " i principi stabiliti a Kiautsciu per la compra-vendita dei terreni sono assai ragion evoli "· ARTUROLITO\\"SK\'. Il paese delle vacanze. I.o sciocco e pe,-verso allental o, a cui l stai o fall o ug110 i·t Re, è staio subilo utiJilnalo in t11o!le. l'iflà dagli a/wmi delle scuole secondarie; lui/ o ,_; lJ140110 per far vaca11za.E le au,to,·i/il a secondare e ad applaudire il fiwore patn'olfico, no1Jdu..' festaiolo, dei bmvi ragazzi. Ci scrive un inseg ,ra11/e dtlla Sicili a: . Qui, come in tutto il resto d' Italia, il giorno 14 è stata vacanz l,lper il genetliaco del Re. Nel pomeriggio del r4 giunge notizia detl'att _en– tato. E la sera tutti gli alunni dell'Università, del Liceo, delle Tecniche ecc., e il prefetto, e il regio commissario, e due o tre onore\·oli, in giro per la città, musica in testa , bandier e al vento: viva il re, abbasso l'anarchia. Il giorno dopo , 15, i ragazzi delle scuole ri– pigliano le ba11diere, e avanti. E mi dicono che il provveditore parlò con entusiasmo, rammari• candosi di non esser più giovane come loro, per andare con loro ecc. ecc. Naturalmente, anche il 15, \'acanza. Basterebbe, pare. Non basta. La mattina del 16 vado a scuola. Non ce n'C. \"acanza. Con– cessa dal provveditore, dal prefetto, da non so chi altri. E sempre per l'attentat o. Diceva talun o, con Serietà, che il 15 s'era fatta una dimostrazione e una \ 0 acanza di giubilo per lo scampato rischio ; il 16 era dimostrazione e vacanza d'odio cOntro il Turco, che aveva ar– mata la mano del sicario. Comunque , vacanz~. E col consentimento del– le aut orità superiori. Alle quali sareb be'.lecito domandaie (JUalecon– cetto abbiano della disciplina scolastica, della dignità degli studi e della serietà nazionale. R un altro inse,,:11nnle d sffivc, alla1'1{tmdo gi11slame 11/eIn q,u:slioue; Il giorn o 5 del corr. mese gli studenti delle scuole medie di Sassar i, non nuov i a cosiffatte bra\·ate , hanno tumultuato indecorosamente di– nanzi a quella Scuola Normale femminile per cagio ne di una vacanza - diciamo cosi - tri– polina negata, e hanno malmenato un profes– sore. Le condiz ioni partic olarmente morbose del– l'ambie nte scolastico sassares e, nel quale tempre eccezionii.lmente ferme ed equilibrate com~ quella della direttrice della Scuola Norma le, signora Namias-Cat erino, trovano irriducibili e accanite ostilità, - le patologi che e ambigue condizioni locali , dice vo, e il precedente .... incoraggiante di un consimile fatta ccio _rimasto impunito l'an no !->corso,hanno certo avuto la loro parte nella osce na gnzzarra di venti giorni or sono. Ma la ma– lattia non è locale, è generale: è la frenesia cu– pida delle vacant:e : delle \·acanze a tutti i costi e per tutti i pretesti, tristi e giocondi, luttuosi

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