L'Unità - anno I - n.11 - 24 febbraio 1912

42 MINORANZE 11 Questa sarà la vostra guerra del Transv aal ., mi ero permes so di scrivere. il 1 Ottobre scor– so, ad un amico italiano . La previsione pare che si sia già avverata, non solo nella trasforma• zione di una allegra passeggiata militare (an• che nei salpamm o al su ono delle canzoni di Kipling ) in guerriglia cruentissima, costosa e lunga, ma ;anche per l'att eggiame nto morale e intellettuale del due popoli, l'Inghilterra del 1899-1902, e l'Italia del 1911•12, e per I' attcg • giamcut o degli altri popoli civili verso di loro. Anche dagli Inglesi i Boeri, che gl' Inglesi dicevano di volere civilie#are, furono trattati non come belligeranti, che tli(cndevano la pro• pria i'l<lipcnd enza, ma come insorti che ammaz• zasscro i loro signori a tradimento. Anche la stampa ingles,- rispondeva alle ac• cuse di ingiusta aggressione e d' inumani pro-– cedimenti, che tutto il mondo rovesciava su di noi, colle fras i che ritrovo in oggi sui giornali itali ani : minione civilit1talr,fe, allissima ragio• 11e d, staio, tsigrm:a militar,, fovidia dille a/Ire J,otme,, calun,iie umati dei dtt,igratori. Della somiglianza fra le due guerre, special– mente su questo ultimo punto, si sono accorti molti pubblici sti italiani, dietro l'esempio di Jean Carrère. rispondendo col '" quoq11e. Se ne sono accorti nnche buon num ero d' ingles i, fra i quali bnsti rnmmentar~ il Gr.nerale Roberts, il bruciat ore delle fattorie del Transvaal, e l'au– tore stesso della nostra guerra sud-africana, il chiaroveggc11te Chambcrlain, a cui dobbiamo quella perdita di circa vent icinquemila uomini (fra uccisi e morti d'enterite ) e di circl? 6250 milioni di lire italiane, il quale ha ritr ovato l'ard ore giovanile per incoraggiare l'Italia a seguirlo sulle vie dell'espans ione e della civilta, avvertendola a r.on dare reua ai denigratori este ri o nazionali. Anche lui non l'ave\'an forse infastidito i Pro-Boeri'> Di quei Pro.Boeri appunto, di quella mino– runz.adis sidente inglese, vc,rrei parlare alla mino– ranza dissidente italiana - io, inglese, immedesi – mata ali' Italia da lunghi anni ,Ji generosa ospi• Olità avut :1in essa - su questo giornale , che dà il mezzo di esprimersi a tutti coloro i quali, pur affermando la necessità di adempire fino all'uf. timo il proprio dovere mi/ilare, e la soddisfa• zione del decoroso adempimento di quel dovere, non intendono rinunziar e a discutere la giu– stizia, la op1>urtunità 1 la utilità dell'impresa j non intend ono rinunziare nlla ricerca delle re– sponsibilità di ess~, e al diritto di criticare i metodi di!llonesti con cui la shunpa ha prepa– rato e va accompagnando l'impresa. l dissid enti italiani sono chiamati Turchi d' f. lalia, come la minoranza inglese fu chiamata Pro,.Boe:ra. Perchè è evidente che ogni qual • \'olta la minoranza di una nazione A non è del par ere della maggioranza per aggredir e la na• zione 8,\la detta minoranza s'imme desima con U, e ne nasce l' ibrido A·B. Anzi In denomina – zione Turchi d'Italia esprime meglio ancora del termine Pro-Batri la idea fondamentale, che la minoranza va messa al bando dal proprio paese, perchè !le non i! stata corrotta con de,mro dal nemico nA7.Ìonale (nel 1900 c'era un tal Dottor Leyds che 1>0ss11vnper avere comprato tutt a la stampa pro--Boera inglese e esten•) si è lasciata almeno s,•iare dalle • frott ole assurde " e ditlle .atroci calunnie" messe in circolnz ione dal nemico. 1 Pro-Boeri dunque (come i Tur chi d' Italia ) c'era no gi:\ prima della guerra . Cominciarono a protestar e (Istituirono perfino - ligur;.1tevi ! - una lega di co11c,liacio,,e m,glo-afri a ma) già nell'e state del 18gg: allorquando • non era an– cor matura l'opinione pubbliu " - rome spie gò più tardi Lord Lansdow ne pèr scusa re il ritar– do a iniziare la guerra rinfac ciatogli dal Fdd– mare sciallo \Volsel ey ; e quand o i giornali im• pcrialisti (ciò che non spiegò naturalm ente Lord Lansd owne ) stavano nralura,,do l'opinio ne trop– po tardiva con gli spaura c<.hi delle cougiuu olandesi, coli' evocazione dei sudd iti inglesi ,-;. dolli ali' i/olismo nel Sud-Africa , e rip etc,•àno quella misteriosa formola cosi potente : 11 L' a. ;:ione decisiva non può più esse re ritardata , perchè se "o" ci a11diamos11hilo flOi, d andrà q11aklte altro. " Ah qutlr altro, quell'inn ominato misterioso, quel Frego li formidab ile, ora Tedesco, ora Fran • cese, ora Au.!ltr iaco, ora Tur co, quanti sen• izi ha reso e renderà per un pezzo al patriottismo bellicoso insieme e machiavellico t L' Italia, però, è sta ta, in questo , più fortunata ancora dcll'Jn. ghilterra. Oltre a quell' Allro, che insidiava la T ripo– litania, c'è stat o un alt ro..... All ro che ha avvi• sato l'Ita lia del perico lo e I' lm salvata! Seno fortune queste, che capitano solo a un paese glorioso e simpat icissimo insiem e come l'Italia! L'UNITÀ DISSIDENTI Ma i Pro•Boeri si face\'ano un'idea diversa del vantaggio e dell' onore dcli' Inghilterra , e non vollero chetariti neanche davanti al fallo compiuto. lnizi.-ta la guerra, anzi :Ominciata la tragica se– rie delle nost re sconfitte, essi seguitar ono a chie– der e che la guerra si term inasse con patti nccct• tabili dal nemico.Scrisse ro arti cnli, firma rono pro• teste, fect"ro comizi ; spinsero il furore anti pa• triottico fino a raccogliere nei primi mesi della guerra più di 1400 lire sterl ine C35000 Lir e it.) in dan aro, vestiario e viveri per soccorrere non i superstiti dei soldat i inglesi, ma • le femmine f' i cuccioli", come cantò do1cement e Swinburne (il nostro d'Annunzio ), dei traditori Boeri. Fecero peggio. Dettero ascolto - oh delitto imperdonabile contro la patr ia I - alle calmmie tslert, fra cui anche italiane, chiede ndo inchieste · per ricercar'- se le c11lmmie non fossero per avventura v~re. Anzi tant o si agitarono da ot• tenere finalmente una commissione gov.ern~v a (che accertò le pt-ggiori accuse) su quei Campi di Concentrazi one, istituzioni puram ente urna• nilarie, dove fra le donne e i bambini del ne– mico, pietosame nte tenuti come ostagfi O, infie• riv :t una mortalità da grande epidemia: mor– trilità però, che i giorna li patri ottici spiegarono come risultato rincresce vole della notoria in– corregg ibile sudiceria dei Boer i. Ah quella sudiceria Boera ! Ess.1 era agli oc• chi nostri un segn o positivo della barb arie di quel pop<'lO arr etrato e invincibile; come è di• ventata in oggi indizio della missione civilizza– trice dell'Ital ia la sudiceria " laida, fetente " di quegli Arabi, che fanno del lava rsi un super • stizioso obbligo religioso. Questo mi fa venire in mente un altro punto di somiglianza fra la guerra Tripolina e que lla del Transvaal. Ambedue produssero, llccanto ad alt re squisi tezze di sentimento, una supera• cuità del senso di pulizi.1 1 non solo materiale, ma specialmente mornle e metafor ico, che si manif~stava in Kllusioni continue a cose sporche. Sudici(fi/t/,y)erano fisicamen te i Boeri(anc hcqu ei generali che le piil eleganti signore londinesi si strappavano pochi anni dopo). E sudicissimo era, se non di corpo, almeno d'anima, qualun• quc inglese alzasse la voce a lor favore. Sudi• cc ipso faclo le frottole sui Campi di Concen• trazi oni e via discorrendo; chè rifiutando di occuparsen e, uno <liceva di non uoleni ;,,sudi– ciar1 " si,,,;Ji ,ost t J>trso11eschi/o st. Il deside• rio di vomitare ( /te/ sick) era allo sta to cronico e epidemico insieme. I Pro-Boe ri erano <lenomi• nati • uccelli che imhrath1vano il proprio nido " (• foulrrs of lheir own nest 11). Quando ne entrava uno in un SJlotto, i puri patriotti uscivano fac~ndo le viste di non essere stati presentati. Se un Pro-Boero era medico o avvoca to, pt rdeva, secondo il caso, la clientela tutta o in parte; se commt"rciante, gli veniva boicottata la l·ottega. A chi non era nè capita • lista nè intell ettualt", si rompevan o i vetri delle finestre, come successe a mia s~puta con un Pro•Bocro umile fiacchl'"raio. A buoni conli s'i mped iva loro :li l)tirlarc. Il noleggio delle sc1lc era ricusato. Quando tenta• vano un comiiio in qualche II meeting house • di qu~kers loro impr estat o, la f.. lla impediva urlando di proferire una sola parola; e se s'osti• nav:mo nonostant e a rima nrr e zitti sul palco, si tirav ano loro addosso frutta marcia, bastor,i, sassi e le seggio le dell' uditorio. Anzi fu trovata comicissima la fugu di un famoso oratore Pro – Boero, che dovette prendere in prestito l'unifor• mc di un poHcmrnn per scampare dal meritato linciaggio patriottico. Intant o i giornali più gravi applaudi\·ano al– l'11morismo di quelle sane e bonarie masse in– glesi. Di pii) reclamaron o interventi go,•ernati,·i onde repri me:-c siffatti scandali - non le sas• sale nè il tent ato linciaggio, s' intenJ e - ma i comiz:i pro-Boeri , natur alment e. Finalmente quando una signora (una vera si• gnora della società, con perfino uno zio Lord !) spinse l'isteri smo (pcrchè dell'is terismo cc hc fu tanto l) fino u scopr ire l'es istenz,1 e lo stat o micidial e elci Campi di Concentrazione, e suscitò un'agitazione da costringe re il governo a quella inchies ta che riconobbe la veri t:\ di tutt o, que– sta infame calunniatrice, Miss Hobbouse, recatas i nuovament e in Sud Africa per distribuire soc– corsi, fu arrestnta allo sbarc o, e ricusando di arr endersi alla legge mar ziale, venne sollevata di peso e portala da otto soldati in mezzo ad una folla ululante fino ad un pirosc afo in par– tenza, e cosl rispedi ta prig ioniera nella calun • niala patria. Ma senza arriva re a siflatti atti umoristici o epici, l'In ghil terra - ne posso far fede ai miei amici italiani - seppe fare sentir e il suo giusto 1anco sdegn o a quella minoranza dissid ente. Anzi, come lo ha confessa to un Pro-Boero tardivo e remi ssivo, quasi la pe-ggio era 1' aggh iacciante isolamen to morale . il silen zio schiacciante, lo sgua rdo sospe uoso con cui s'osse n·av 11no i gior– nali che uno ricevc,·a, i titoli, specia lmente se stranieri , elci libri sul tavolino del suppos to Pro– Boero: per citarne uno, I' Jmprria/ismo iugl,s, del vostro Malagodi , la cui sola copert ina su– scitava l'csclarn :izione: • Eccoti natura lmente a legge re calunnie contr o In tua patria"· L' imperturbab ile cocciutaggine dei Pro-Boeri era spiega ta coli' isltlls mo di cui pativano. Ed il par ticolare più patologico della loro n,ura– steuin consisteva ir. quest o, che fra ~si vi erano di quelli che normalment e avre bbero dovuto essere contra ri ai rilJelli sud•africani. Vi fu. rono uOiciali, che scri,•evano pubblicamente contro le misure militari, finanche contro quelle a cui dovettero prendere par te. Più mostruoso ancora - vi forono madri ( io ne ho conos • ciute due e di alto parentado) - il cui figlio combatteva eroicamente in Sud -Africa, o ri~ sa,·a già. giovane trentenne, sotto un tumulo del Veldt, che proclamar ono ingiusta la guerra, chiamarono eroico il nemico ! Ma alla fine quegli islen·d Pro -Boeri finirono con farla a modo loro! Ottennero che al nemico tr aditore si dessero non solo 75 milioni di in• dennità, ma sl riconoscesse l'autonomia am• ministrativa (Ilome Rule), con parlamento pro• prio, con un consiglio di ministri locali, in cui sede tter o i capi ribelli Boeri, a cui pres iede tte nient emeno che il Generale Botha ! Giacchè in questo \'ergognoso episodio della sto, ia inglese il fatto più indecent e, veramente patologico, è che con i Pro -Boeri pare che par• teggiass c nientem eno che Domeneddio stesso o il Fato in persona : lascio la scelta della pa• rola alle convinzioni clericali o massoniche del lettore italiano. Basti dire che alle prime ele– zioni avvenute tre o quattro anni dopo con– clus; la pace , i Prç--Boeri si trovarono alla testa della maggioranza liberal e. Pro - Boeri enrno stati non solo l'in tero gruppo di deputati irlandesi e'labourisli (pazienza: quelle 1:onsono mai perso~e per bene!) ma Pro -Boeri erano anche i più cospicui parh11ncntari liberali: Courtn ey, il rappr e!Sentante dei radicali indipen• denti alla Camera dei Lords i Lorebur11, pres i– dente della medesima i Morley, ministro per le Indie: Ellis, sottosegretario pf'!rle Ii,dic i Birrell, attualmen te Ministro per l'Irlanda i Campbcll– Bannermann, alla cui morce succedette come Prim o Ministro un allr?, a cui s'era tirato frutta marc ia nei comi1i pro•Boeri, ci~ Asqu ith. E quel Pro•Boc ro, che s'era dovuto travesti re cosi comi– camente da police1"a11 J>erscampare dalla folla patriottica di Birmingham, si è poi trovato CS· sere il Cancelliere dello scacchiere, il riforma – tore delle finanze, il domatore dei Lords, Lloyd– Georgt-. Pe rchè, vede te, amici d' Italia, ai tempi mo• derni Domeneddio o il Fato, - vogliamo chia– marli insieme la Ria/là delle Cose? - non si lascia più dirigere dai filosofi e dai poeti. Ha perso ogn i senso ideal i~ta, dramma tico e lirico. \ Von si diletta più dei grandi movimenti gregari. Infonde la vita al nucleo di disside nti i qua li, selezionati dalln per1ecuzione, unit i dalla affi• nità indi\'idual e, soprnvvivono, s'intensificano, e penetrando impongono il loro volere alle masse passive, semp re ondeggianti fra I' cntu• sia~mo e lo scoraggiame nto egualmente scon• clusionati , La Realtà d,lle Cose, il Fato dei po1>0li 1 si è fatto prosaico in questi prosaici tempi. Prosaico? - Chi lo sa! - Par agonati coi Dogi dannunziani, che cavano gli occhi alle persone nelle Fosse Fuie, è cert<, che i Pro• Boeri inglesi, dal :otidiano lub e dall' inclutta • bile //tè delle ci,rqut, fanno figura poco pittoresca. Ma un italian o non rotr:\ negar e che erano fi. gurc poetiche i C'>Spirntori Mazziniani (penso al venerando amico della mia infanzia, Giovan • ni Ruffini) e quei volontari Garibaldini, i quali an• ch'essi furono una piccola minoranza dissidente, spesso tradita , alla meglio scett icamente lasciata fare, dai padri di coloro che in oggi inghir lan– dano le loro statu e, inneggiando al\' espiinsione civilizzatrice e 11llaguerra altruistica, che l' J. talia ha portat o, - come la portò l'Inghilterra - in Afr ica. Che anche in Italia si organizzi un partito Pro.Boeri ? - Chiss.i ! - Certo sembrerebbe che solo nei popoli viril mente maturi come l'Inghil – terra del 1Bgg-1903, oppure nella purezza aclo• lescente dcli' Italia dal 1825 al 1870,si sia visto finora questo sintomo di una vita politica intensa: l'affaccia rsi indomabile, il pene trare paziente e vitt orioso, di una piccola minoranza dissid ente, seleziona ta e un ificata dalla antipat ia della mag• gioranza gregaria, clamorosa e mutabile. VF.RNON L Et:. V Arabo e la Minerva. La naltufooc deglf altri e quella della Mfoerva. La. csnllazione tripolina ha fatto 1,:irarc un poco la testa a tulli, a cominciare dai nostri maggiori poeti, dei c1uali Gabriele D' Annunzio nella canzone dei Dardanelli mo\'e ,·a in gue rra contro mezza Europn, ,: Giovanni Pascoli snazio– nalizzò o naziona li,:zò, secondo che piaccia rne• glio dire, la Tri1lOlita11ia, cambiandole in I qne lln maledett issima 11, la c1uale pare rapp resentasse l'e lemento arabo, il berbero e il ll1rco. Dopo i poeti meuiamo pure i preti, i quali rifar.endosi alla battaglia cli Lepant o e con I' abus.1ta con• trapposiz ione della croce e della mezzaluna , cer– carono di riguadagnare ai fini delle lotte ammini– strative e politiche le solidnriet:\ moderate perdute con la mancata 11desione alle feste cinquantenari e. E con i poeti e con i prc1i mettiamo purè Minen·a, la qua le non fu sal\'ata dalla follia neppur e per quel poco di giudizio che avrebbe do\'uto por– tar seco dalla nascita, essendo uscita dal cervello di Cio, •e. Anche Minerva dunqne ha avuto la sua crisi di l)atriottismo, e non sapendo che altro fare, su la fine del p11ssatoottobre, diramò una circolare alle autorit ,\ scolastiche, istituendo corsi d'Arabo nelle scuole tecniche di n1cune città italiane. L'Arabo • le acuole tt colcbe. li Ministro attuale della Istruzione tiene mol– tissimo - e ben si spiega - alla pedagogia. Anche nell' auo , che è tra i migliori del suo go– verno, per cui rc\'ocava nelle scuole classiche la cosi della 01>zionetra il Greco e la Matematica, ha credut o di do\'er ricordare ai professori che quale che si sia la disciplina insegnata da loro, essi debbono anzi tutto essere buoni pedagogisti. Ma allora è lecito domandare : è buona pedago• gia quella di introdurre nelle scuole cosi dette tecniche I' insegnamcnlo di un'altra materia, quando in quelle scuole è innegabile il sovrac – carico intellelluale ? è buona pedagogia quella di introdur re nelle su biasimate scuo le un altro insegnamento , quand o la ragion principale dello scarso profitto in esse è indicata da pili parti nel gran numero dei loro _inseg nanti ? Questi sono provvediment i pedaJ,:ogicamente rovinosi. Non bisognava dunque for nulla? mi sento do• man<larc ; - non bisognava col diffondere lacono• scenz:a dcli' Ara bo presso di noi cercar di strin– gere i vincoli tra la madre -patri a e la nuova colonia? - E io rispon<loche si potevano istituire insegna menti d' Ara bo nelle scuole medie di commercio e nelle superiori (in qualcuna già c'è); e nelle scuole tecniche lasciare le cose cosi come sono. Se pure non si voleva dalle presenti circostanze trarre animo a quakh e ardita riforma, che restituisse le scuole tecniche ai fini pratici dai quali furono sviate per cangiarle in una fab• bricn di diplomi di consolaz,ione per i piccoli borghesi che non possono ani\'are alla laurea. L'ard ita riforma sarebbe stata quella di can– giare alcuna delle cosi dette scuole te"Cr.ichc in scuole veramente commerciali con riguardo ai commerci e all'espa nsione d'Oriente; e in alcune di c1ucste scuole avrebbe poluto en– trare l' insegnamento dell'Arab o, in altre, se• condo 1>articolari indicazioni geografiche, quello del Greco modern o o dcli' Albanese. Poi da cosa nasce cosa, e si sarebbe potuto procedere alla riforma con ahro indirizzo di un altr o buon numero di quelle scuole, finchè avanzassero solo quelle che servono, per cosi dire, di \'ivaio agli istitut i tecnici o meglio alla sezione fisico-mate– matica di quegli istitut i. L'Arabo nell' toaccoameoto eupetfOff. Poi per essere buon insegnante bisogna essere, come abbiamo visto, buon pedagogista. La pe– dagogia s' in~egna nelle Università. Ergo .... par– rebbe che gli insegnanti di Arabo do,•essero essere dei laureati in Lettere, i c1uali fossero ca– paci di insegnare I' Arabo ai piccoli Italiani dell e scuo le tecniche e sopra tutto capaci di insegnare I' Italiano ai piccoli Arahi delle città tripoline . A meno che quest' uOicio non voglia anidarsi an– che in Tri;>olitania e Cirenaica .... alle missioni sved esi, come aveva proposto in una memoranda seduta della Came ra I' on. Cottafavi per la co– lonia Eritrea. Dovrebbe dunque I' Arabo nelle nostre Uni– versità professarsi " un dop1>ioscopo : t• c1uello di preparare i futuri insegnan ti di Italiano agli Arabi e di Arabo agli Italiani , ~ que llo di creare presso di noi un focolare di cultura araba , stu– diand o le \'ari~tà dialettali di una lingua che, si capisce , non può essere l;t medesima dalla ,·alle dcli' Eufrate al Marocco, compilando i di– zionarii dei dialetti stessi, raccogliendo leggende e canti popo lari, illustrando documenti e simili. E senza fare offesa alle Uni\'ersirà maggio ri di

RkJQdWJsaXNoZXIy