L'Unità - anno I - n.11 - 24 febbraio 1912

44 riescirebbe quello ... ull'en trata in Italia ciel mi• ncr;1Je di ferro, che del ferro di 1• la\·orazione. Tra miner.1lc e carbo ne dovremm o imr>0r1are tre tonnell ate, almeno, in\'Cce d'un ,, sola di prodouo. A111.i, se ma i il dubbio della 1>ossilibi1à di un tale blocco per~i:-.tt:ss~. sarebbe un motivo di piit ,,er impedire subito che venisse consumata l' ultima ri°'en·n di miner:-ile che po ssiede l'Itali a. Rico 1di:11110 che, se I' Jt.11ia dovesse trar re tun o il ferro di cui abbisol{ na dai min era li elbani, non ne: trover ebbe a s11nicicn1.a pd consumi <li due anni. Qual'è. l' lnlertuc della classe lavora trfc:e ? I.a Krande indus tria siclerur l{ica è un fiore di serra in Italia e In sua colti\'a1.ione di\·enta sem• pre più di spcndio :-.a e senza s1>eranza di alcun av\'t nirc. Per essa l'eco nomia nazionale sacri – fica J,:i:\ J 12 milioni e più s.1crificherebbe in a\'• veni re con l'attuale protezione. Tutte h.: indu strie, nessuna escl us., . soffrono del rtgirnc doganale sul ferro e sono impedite nel loro svilup1)0. La grand e ind ustria siderur gica mette in giuo– co capi 1ali ingenti s-.imi, distoglie ndoli dalle im• prese utili nl paese, promu O\'e il movi mento di nwsse enormi di nmtcriali, ma non impiega eh~ sc:irsa nrnuo d' opera. Per la frtbhricaziom,: di circa 1.000.000 di tonn. di prodotti siderurgici <li 1 11 J.worn;done, non ha impit1,:ato 10.000 operai. I.e sole industrie del ferro di 2" l;wornzion e impiegnno oltre 50 .000 operai e focilml!nte aumenterebbero quel num e, ro, se non vi fossero barriere doganali. Dobbiamo per~i~tcrt nella protezione di una industria nata morta, e in buona parte arretrata, gravare l'eco nomia nazionale e l'erari o, compri. men.. lo S\•iluppo di tutte le altre industrie, fino ,'l completo es:rnrimcnto delle riser\'e minerali ~ per tro,·Mci non più tardi del pro ssimo 191S, dinanzi a cris i fin,1111.i:uie e operaie disastrose ? lng . P. RrnO!\'.I d•I Corpo reale dell• mi11i•re. Avanscoperta per ridere. ca!rn~;~r~~•l~~:~~li~ll~te{~~1 t~;~~!:-~~;:li};e~1;:~~s;;: pert11 i,ulustrù,lt si prepur, 1v;1 ad and rire ad avunscoprir e lu Tr ipolitanii,! per illuminar e tutta lu bc nemcri tn ellisse deg i ,1gricoltori, indu• striali, commerc ianti italiani sulle risorse della nuova colonin. li Presidente della Camcrk di commercio di Milano, Comm. S.'llmoirnghi, non app rO\'l'l\'a la fretta di questo com itato: una missi one d'avan. scoperta economica era, a suo gius to giudizio, asso lutamente inlt'mp es tl\'a ; nè s.,peva capaci• tarsi che wltri, pure essendo di indiscusso va• lore tecnico, pensasse di potere intuire i biso• fnniis~!t~n(ir:~~u~~ ~~~o ~~::!~c:~Esd:! ::;~ br i dei Comitato, concorJi in questo giudizio , si dimett evano, non volendo seguire il Comm. 8;:mfi, presidente del Comitato di avanscoper ta, nella sua fretta ... eccess iva. Il Comm . Banli, invece, ern convinto che fosse utile e prat ico un viugglo immediato di rico– ~nizione industri nle, comme rciale cd agricola. s!~s~g~\~~~;~:~~l i:i ,~ ~n.n~,J~tiC~~1~ 1 ,~V:~:~~or: vuo ti lasciati clui dim issionari, e par ti. Ed il Corriere drl/11sera del 13 febbraio ci fa sap ere che il Comm . Bnnfl e i suoi amici " dopo qualch e i;tiorno di pcrmnne nza n Trij)o li " han• no già scoperto tull o ciò che volevano, e si prcparnn o a pubh lh:nre un opuscolo : .. un li• bri ccino fatto da gente prnti cli, d:t gente cornz – ia ta contr o le facili illusio ni "· Dopo avere ava nscopcr to Trip oli, il Comm . Banfi andrà ad avan scop rirc la Cirenaica: .i Via,g rr rmo in par te col pirosc ufn, e pt r <1nalche piccolo tratto con mm torpediniera (stando sul nurrt, sludit· rann o /'agricoltura : quando scrnderam ,o a ftrrt1, slurlitrmmo lfl jHscaJ. Staremo assen ti una quin• dicina di giorni; 1>0i torneremo in Italia, rd rsprimrrrmo ai nostri co11cilladini il ,10s/roe11f11- sit1smo per tutto qtmnto è possibile far qui "· Jnterloquisco per qua nto riguarda l'agric ol – tura e gli agri coltori. ai qua li il Comm. Banfi vorr ebbe giov:ue . Che s·a intempc sti\'O andare or a laggiù, cluandoanc ora è ac\!essibilc soltant o mm minimi s– smrn p.irtc - poche diccinc di km! - di tutt o l'immenso ter ritor io da occupa rsi, rni se mbra OVVIO, Più prud ent(' e più oppo rtuna è se nza dubbio l'iniziativa de ll'A ssoc inzione fiorentina prcs1e• tluta d:1I Senntore Vlllnri, 1:i quale , - racco• ~lienck, In proposta av:11m1ta in pr ivrito dal Va- !~ ~,i c~:~i~ 1 ~\~c 'j'}i 1fl!~f !,~:, df 1 ::~~<!:ro ~ 1 1 1 :~~~~'~:1i ~~- di tntl o il ,•nstiss imo territorio, - si è costitu ita per prom uovere gli st udi sistema tici della nuova colonia, e si è data a rnccoglicrc i fondi neces • san. Notat:i la intcmpcs ti\'i tll, io ,·ado più oltre. E a cot~sti Egregi Si~nori sett entrionali - pre• go ,li prc nrlcr nota che sono se ttentri onale anch'io , - i qua li snno anda ti a Tripoli col Comm. Banfi, mi pcrm cllo di ri, ·olgerc una do – manda . Sono ben sicuri codesti cgr e~i Sign ori set tentrionali tli posse dere la preparaz ione ne.. ccss aria a \'Cdert", capire e riferi re intomo alla 1.>0tenzmlità agric o' a de:la nuo,·a colonia ? Per– chè non hanno Sef!uito il progrnmma che il Va. lenti trncci:wa nell'ottobre pnssato, quello, ci~ . di incominciare col visitar e la Sicilia e poi la Tuni sia, prima 1..li recarsi in T ripo litania? Qual e è la cùnosccnz:t, che del Mczzo~ iorno d'It alia in ~encre e dell,1 Sic ilia in isp<"c1c hanno code– Sli EArf'~i miei co_rrc~ionali, che formano la h-oup, dal Comm. Banli? L'UNITÀ Ahim è: lo temo che le loro cognizioni su qud P.1esc che essi u.sano chrnmar e il .1/tridioualr , siano molto superficiali, e peggio . imbas tite d1 pregi udizi e di errori. D1 se ttcn1r1011ali che co– noscano, non etico bene, ma passabilme nte il ~lezzo~iorno, finora non ne ho i,1contra ti. Xd Mezzogiorno io \'ÌV o da più anni ; e per ra~i oni d'uflì cia l'ho attra n :rsa to. stud iato. se – guilo ; ma non posso con sicur:t coscienza :,f. fer mare di conoscer lo complctamcnte e bene. Trn gli stessi mcnd ion:1li, che vimno per la mar,:gìort•, i 1>iù 110 11 h:umo che una imperfc t – tissìma cognizione del propri" p:.1cse. :,,;on s11rebb e sta to, adunc1uc, un foor d'opern, se ~li Egrf'gi Si~11ort di lass ù, in atte sa che il camp o delle loro osse rvazi oni si :1llargasse ol• tre la brc,•e cerd 1ia difesa d:1lle ridotte e ,lallc trin cee , s, fossero pr epara ti :illa loro es plorazi one stud iando, nelle pubblicazioni prinw , e sopra luogo dopo, la Sicilia e la Tun isi:.1. And.-irc o~gi in Tri polit,mi:,, mentr e ancora si combatte, co: 1 la sicumera cli gr nte che sa il fatto pr opr io, capace di ripo rtare n colpo d'occhio il s icuro giudizio, non è scr io, ,·ia I Bisog na a,·erle St'gu1tc e se ~uir le da '"icino le \'iccnde :igriLole dei p••esi mediterranei , per sapere quant o sia dillic1h•, prima orient ars i in meuo alle moll('plic1 cJ anc ora oscure que– sti oni, e poi giudic ;irc sull'avveni re. Non c'è che l'ig11ornnz;1 che possa far sembra re facile e semplice cib che è enormem ente complesso. Ma l'Ital ia otcgi pullula da ogni parte di agri• coltori compete nti e pronti alle scope rte, anzi alle avan scoJ erte .Non ,•i è giornal is:n o deputa to, che, doJ>Oes se re st11to un paio di giorni a Tri – poli o n Bengasi on Ocrn u, non si cn eia capac e di trin ciar giudizi e lanci:1rc in aria previ sioni, che beni nteso sono tull e ottimi ste. E di corbe llerie se ne scri vono tant e, anche su l:iornali, che v:111nc, per In mnl,{giorc ! Nel m1111cr,> 30 gennaio del Corriere della sera, seconda pagii,u, in una coi rispondenza da Bcn~:1si, si le~ge, tra l':iltr o: .. L'ambo prt·par ;1 <1uts ta terra scuri ss ima ricca di soda (?) e di fosfati, con un aratr o da l vome re di legno, che la scallìsce di 10 ce.nt ime• tri; seminn due volte, in dicembre e in st:ttem• brc (?). e va 1>0i se nz'a ltra n1ra due volte a larghe mess i (? ?\ quand o ~i:\ tutto è appia t– :ito elci lievi solchi 1racci :,ti. Ques ta ter ra at• tr ncle l'incisione del vomere <l'açciaio deJla ci• \'iltà per redim ersi, ricostitui re :.1llaprospe rità d'Italia l'an tiC'Ogr rurnio del mond o !??) •· E p11.) avanh : • E gli aviatori che da due m,.si fendono il ciclo in tutti i sensi sino al Gcbc1 lo confe r– mano, , he ques ta terra è sempre ugualm ente feconda fin lassli ... C'è bisogno di conuuent ar ,•? Nel numero ,lei 1° fcbbrnio la Trib,ma ri– porta uirn lettera d i uno stud enle in lf'j?:ge di Parnm - pn'5sato dullc p:indctte ;,Ile mitr aglia– trici - il c1ualc non si 1>eri ta di :1ffern1:1rcd1e " l'ind11s1ri11ngricola italimrn snpr:\ diss otterrar e da questa tcrrn i suoi teso ri ferti lizzanti "· E poi, - <1unsi n voler dar e la dimos tra zione di ciò che .iffcr nrn, - ngg:iuugc che " vi sono paa scoli rid enti tutt ora, se/Jbrn, ,ul prriodo invtr• ,,alt., verdeggiun ti... "· Con chr, n~li occhi del• l'ultim o contadino siciliano, lo studente di legge è li<1uidnto ! Si redim e pcrc h~ pag., di per • sona ; e pe rò merit a l'assoluzione nostra. Ma niente redimer:\ mai quel corri sponclen le del Corr.trt della sera, che nel numero del q febbr aio, sc ri\'e : • Bisogna abituar e gli arabi ad aratu re più profonde, cosicchè si potrà fare anche nei giar• dini prossimi alla città la pia ntngione di ortag– gi e di alberi da frutta ... Se si pensa che tutta l'oas i è adesso verde , n1algrado che per qua ttr o mesi sia impcn 1 crsata la guerra e sieno cessa ti i lavori, bisogna convenire che ci troviamo di fronte a un ter reno c1uanto altro nrni fertile ... li disgrazia to si immagina che le terr e ad or to o a frutt eto si coltivino ad ara tura; e non sa che il verde dell'oasi è un effetto delle piog– gie invernali , che cadono anche se c'è la guerra e anche se ness uno lavora la terra, la <1uale si ricopre da sè di vr rd ura nei poch i mt'si cli pioggia, e ridiv enterà aridn e dcsol:11anon ap– pena verrà la stagione tìsciutta, rinche se la guerra sa rà finita ... E ci sarebbe da fore un volume con tutte le scicmp iaggini agrnric•gi orn:1listiche. Ma è pro – prio A base di sìffalle scempi11ggini che si con– tinua A coltivare nel p:1ese la illusione di ra• pide ricchezze da realizzare , e di grandi lavori pubbli ci tla fare perciò nl più pres to a spese dello Stato. La posta dell' " Unità." Gli epicurei di Cirene. Cara U11ilii 1 Il Corrirre dr/In Su a ne st a scri\'cnd o di tutti i colori. Olt re :,Ile cor bellerie, che 111,cara Umltì , vni a poco a 1>oco llenun• ciancio, eccone una che non ,leve pass are inos• scrv.1tn, in unn corrispondenza da Bengasi, pub – blicnta nel num ero del 13 febbraio : ,, Cire 1w, b cilt:ì del piacere, gove rnata e1..I abitata da rpicurl't che pr ofess avano c1uclla filo, sofia ottimi sta che rima se cele bre col nome di scuola cirenaicn e consis te,·a nello sprczz:lre o~ni ricercn as lra 1t:1 e nel per~egui re la felicità col solo benesse re mat eria le "· Figli di cani ! Circile J:O\'< rna ta d;i epic ur ei! A far lo a.pposta, si ha notizi:1di fìlosoli epicure i ad ,\ tent", a J.ampa co, nell",\ sia Minore, in Per· ~amo , a Mil1le1w, in Siri:i, in Campa.nia; ma nemmeno uno si sa mai che sia vissuto :.1 Ci– n.ne . Evidentement e il filosofo di Bengasi confonde Aris t1p1)(),edonista. socr: 1tico, cor. Epicuro: ma fraint ende e l'una e l'altrn cos:1. E parb di epi– cure i eh~ se~uono l;1 sc uol::t circnaica e che cerc ano il piacere nrntr rialc e rifiutan o le ricer• che :1s1rntte ! ! Fi~li di cani - lasciamelo ripe tere, cara Uuilà, a tutll que sti giorn alisti ci:,ltroni - qua ndlJ la sme ttercle di a.cc :umula re scemen ze su sce menze, e sl:lcciat:1~i,:ine su sfa1·ciarn{:J.!inc? Ciao. Un gr ecista. Frammenti di vita italiana. Colera ed acqua in Puglia . Qua ndo in Pu~lm ~coppu, il cC\ler.1,nell'es ta– te de l JQJO, al Governo (ecc sa1><:rc che le Spè · se sa nitarie sa.rr bb ero stat e soppor t<1tcper la massn na 1>artc d:tllc Amm; 11stra t io11i loca li. Era un:, ini;iu suziri. Queste spesc .era no fatte nell'mterc :ssc dei CC'lllll 'll non toccati dal cole• ra : i romun i in/dli 11011 m.,r :.,<1110 oramai pili ,mila "" pu tlrrf ,- e lc pr ecau1.io1111>rL'Se nel• l'111teresse degli ;1ltri oovc,·11110 cssc re pagate drigli ahr i, cioè dall o Stato. E lo St:Ho dove va conccntrnre ndl e sue nrnni tutti i se rv izi sa ni• t.iri pflga li da lui, t: combnu e1e con un pi,rno sistematico e unita rio cl, prcv~nzione e di re– press ione il contai;1v. C111q11anrn milioni s1>cs i bene e •• tempo nel Mezzng 1orn o. nell:1 es tate del 1910 1 11vrcbbero ri~paruua ta a tutt a l'lt.-ilia nel 19 11 l:i per dila d1 mct .l'l miliardo. Ma lo Stat o, cioè glt alti turm on:1ri che tor• mano i Ministeri roma ni, :iOIIO stup idi e nnpre· vid~nti. Il Minis;tero del t<"soro dichiar ò çhe le spese ant icolendu : non tocca,· ano allo St:lto, e che lo Stato poteva solo sussi diare i Comuni disagia ti. E il Ministero degl'mtemi si guard ò bene dal d1s:urbare le cam orre locai,, 111\'iando in ciascun comune dd funzionari tecnici, che concen trassero tutti i poteri sanitari e condu – cessero risolutamen te e intelligent eme nte la l,attaJ,tli11: e 1..lel resto, dt1l moment o che erano i Comuni d1e p:1 ;:wano. C'he diritto :t.\'eva il Go\'erno di sos tituirsi :11 Comuni ? Le cricche loc,111, abbandonate cos i a sè stess e, spc-:scro il 1>ossibile e 1'1mpC'lssib1le: tutl i i galoppini clcttornli furono impic~a ti con sti– pendi giornalie ri l:\Utissimi n for le v1s1e di combatt ere' il) colern . Vu da si! chu il colera non fu co111b:Htulo, pcrchè le .tutorità co1m111nli 11011potevano a\'ere l'encq~in per imporr e mi.. surc noiose e dann ose ni 10 1 o elett ori; ogni CJtrnh·oll:, un funzionario gove rn11tivo cercava di far pressioni sui comuni perchè res istesse ro un 1>0' sul scr io 111 contngio, subilo tutt a la clicn• tela d1 impic~nti an11colcnci i11son::cv11. Cosi il colera si diffuse pt'r !'Itali ;,. E {. r:t i Co• muni pug liesi sono pieni LIIdebiti, che per 3 / , rappr esen tano il rcsult :tto ,li spese inutili, .o m('glio utili solo :1i sindaci e a1 consigl ieri co• mun:ili e ai loro elettori. P'"rò il principio chr lo Stato non è tenuto a pagare le s1>cse :111ticolcri çhc 1 è sa lvo. Ma. ora \•iene il bello! Le arr.1111nistrnzioni comurrnli si gm.rdar ono bene da l r bellars i all'as surda pretesa dello Stato çhe le spese foss ero a c:,rico degh enii loc:1li: si limitar ono ;1.piagnuco lare in\locando suss idi. Cosi, in qualità di enti _locah. a cui tocca,•ano gli oneri del1'01>crn anu colenca, ~l\'evan o le mani libere per spender e ,. spaudc1 e; e in qua, lit:\ di pitoc chi Diagnucolosi, spcrn vano di farsi paga re in form:i ,li su;si dio dello Staio tutto ciò che spen dcv11no e ,-;punclc\'nno liberam ente n•me enti locnli. Ma alla resa dei conti, lo Stato non hn vo• Iulo p11g11re ognì cosn. Ed ecco i brnv i I lllss una Pascià delle Puglic p:tssar c tlui piagn istei alle mim1cce e .ii tumuhi . Ed hann o sce lto, con innegabile abili tà, un m~ e~if~~sie~:~ n:ok~~. 1 f tG o~:~~1:~:i ~e a dispo- sizione cli molli Comuni della costa pugliese l'acqua dc ll':1cquedut10 dcll' Ofuntin o, che era stato cos truit o ad uso della ferrovia : le con– duttur e furono falt e nelle ciu.-\ a s,,cse (in a– str atto) dei Comun i, e si rimase intes i (in as1ratto ) cl,e l'acq ua sar ebbe stata pagata dai C?muni. Ma passa ta l:1 festa. f'abb ato lo santo. La conduttura, oramai c'è; l'acqua c't: chi oserà ritirarla. ? Il go,·cmo , dunqu,-, chiede or a che i Comuni pagh ino l'acqua cons umAta. 1 Comuni rifiutano, pcrchè sono rovina ti dalle sp~se della cpidc • mia. li Governo minac iA di non dar e più l'ac• qua . Tullo il 1>0polino, che di pasticci ammini– strat ivi non ne sa nulla, e oram ai ha abban· clonat:, l'acc1ua infetta delle cisterne, e si è a,•. vezzato a bcrr. l';1cc1ua buona dell'Ofant ino, si mett e in agita zione 11la notizia che non :wrà più acqua. La sihrnzionc è chiara: o il Governo ccd~ o 11\lrh In rivoha in tutta la costa puglie se da t.er i~noln a Bari. J::: il Govc•rno C('dc. l::c<"o d1e cosa scrivono i giornaletti flURlics i: "G li r/f rlli di ,ma str itt agita•io ,,,. - Seri: vemm o P'altrn volta che Il g1Jveruo twcw1 avuta In geniale idea tli r ichiedere dai Comuni l'im• porto del consumo dcll'a c<1ua dcll'Ofantin o e che i si ndaci di acco rd o organizza ron o una ,•iva e seria agitazione. Ouesta af,!'.itazione par e al,b i11 fallo buon ef• fetÌo, perchè fin dal 16 corren te il governo te• lcgrafava al Pr efetto di Bari di comunicare ai Comuni , che il Consii:ho di Stato a,·c,·a delibe– rato di concede re i;ratui tamen te l 1 acc1ua dell "Q. fantino fino al funzionamen to dell 'acq uedotto del Scie, che dovrebbe av,•cnire nel 1916 "· Ora noi siamo ben lunl,':id:1Ibia ~inrnrc il Go• verno per aver e • cedut o "• dut o il punt o a cui era ormai giunta la questione. ANTICHI E Ciò che Jepl oriarno è la continua mancanza di una linea {li condoua chiara e.I equa, fino dal princip io dell'arl:trc. Se il Go\'erno si ross t· fino dii pn 'ncipio as • sun te le spese stm ordiunrit ciella lotta anrico– lerica, ponend o a ca.,ico dc, Comuni le sole spese ordi,wrir, fra cui qudla dell'ncqu:t del• l'Ofa ntino, si .1,·r('bbero avuti que sti \'anlaggi : J O l.,.-, Staio, facend o sue tutt e le spes e strao rdinar ir-. :wrcbb e d1r<•t10es so In campagna anticolerica, e le spese non s:11 ebbe ro sta.te fotte secondo i crih'r i delle nut orilà locali. (E \'Cro, che da to lo Sutto ituli :1110 d'o ggi, le spese s.1• rebbt•ro stnte fall e seco ndo i crite ri ciel dire t• tore general e S:mt oliquido, e saremmo caduti ,la lb 1>ndelln nella bnH'e i 111:1 noi parliam o di uno Sta to ita liano senza Sn ntoliqu idi inetti a capire l'intcr e-sse ,·ero dt'I paest'); 2. 0 l Comun i non sar ebbero st1 ti dis ses tati dall e enormi spes e straordmaric de lla epidemia ; 3. 0 Lo tato a,·rt"bbc polut o obblig.tr e i Comun i a pagare le spe,c ordinarit', come quelle de ll'a,.qua; 4 ° Lo Stato non a,·rebbe dat o alle po;>0• !azioni un es~m1>10funesto d1 capriccio pr epo– tente e mgiust o, che cede poi innanz i alle mi.. nacce. In,·ec,-, grazie alla stoltrua elci nostri go\•cr .. nanti, le spese straordinnrir , abba ndona te alle iniz 1ati, ·e degli ent i locali e non contr ollate da nes sun:• au10rit:\ superiore, sono state assolu• tament c forsennatt-, e... non han se n ·110 a nulla; lo Stato ha tlO\'Uto, prima , pagare sotto forma di sussid i una l:mla quot:, di queste spese non giustificate, cd ha do\'uto poi as sumers i il ca• rico delln spesa contlnuati\':1 ordinaria dell'ac• qua - che a conii fatti sarll nss.1i più grave di quella che sarebb e stata In spes a strn or• clin.11 ia; e, questo è il peggi o, le popolazioni meridiona li hann o uvut o unn n11ov11 pro,·a che l'a mmini straz ione itoliana non ha sentim enti di di gius tiz,n, non ha lince sicure di conduua, con• cedc pt r viltà ciò C'hc vorr ebbe rifiutnrc per rnpri ccio. È una nuove lezion e di 11n:1rchia,che prima o poi frutterà: e non frutterà cer to null a di buono. La Libreria della Votc, (Piazza Da– vanza li, Fi renze), h a pubbllcato nei Qua– dcmi della Voce: G. SALVll:I.IINI , Le 1llc- 111oriedi 1111ca11didato (La clc:ùme di A!Jll110 La:iale). Un vo lume di pag. 105 L. 1,25 . Si accett ano commissioni dal– l'Ammin ist r azione dell ' U11iltì, GIUS. hATEijZR & flGhl " Bal'i EDITORI lflflm• no111fà : Scrittor i d' Italia o, .. ,. racc•II• cN el ce■,.n• ,i clru • •••••• · P•r••I• 1• I• carta • ■Ha. 25. Commed; e dii ci11qurcmto 1 a cur:, di IRE• :-.v.oSASHSI, Volume I, d1 pp. 4o8. 24 . G100►:RT1 V, - Del Rinn ovmne11to civili ,lt/1' 1/a/ia. Voi. lii cd clt lmo, di pp. J88. Prirno di oenl volume : B,Nhr, • • . . . L. 6,,50 f:'t::::.•;;:.: .:::!::~ ~•,:;t .,";: ~,.J~,_; Il• Jf;,,; J,/; .;.-.-,. ,,.,, " L. 40 /"' r Itali• t • I.. 4$ /"' r ,,,,~ - Opere varie. BELTRA!'iJ G. - N,11, provi11cù dtl Mt••o • giorno. Come deve ricostru irsi la loro vita nel 1799. Volume in S- di pp. ao2. L 3.00 CECIG. - Saggio di ,ma bibl,ograjia, P,r la storia dtlle nrli fifuratiw 1ttll' /la/in Ml• ridio11nlt. Volume 111 4° di pag. vm-322 La FoRTUSATO G. - Il M1e1Jogiorno , lo Staio italia110. Discors i parlament :ui (188o -1910} Due \lolumi in So, in carta a man o d i circa 1000 pagine . . . . . • . L. 5,- BENEDETTO CROCE ESTETICA come Scienza del1 1 Eapre aa lone e Llngul atiea generale. '/~o,-it, e Slor in. Q11rta edhlo■e rlved■ta dall'autore Lire 8.00 . ~ .B. Quu1a odilÌoft• pud contiden n i come d•6nhin. LA CRITICA Volume Ili (1905!. Sccoeda Nltlo■e - Lire 10.00 . ~ .U. co, ui.11e ili a1ticoll d•I C•oc.c ,u O. C•,rri ,ri, .\f. R•1 •·•• •Ji, A Ceu• . P. C •w.ll •I U, P. F,n .... i, A. r.,,11,, t.. c., ....... N,, .... , v. ,•••.,. . .; • c. o.,.,~ • quelli d~I Gc lfn La tui Pl• l.,.id 1'l•li1101i. 0lrlccrc commlulo■I e nel la 111aCua Editrice OIUS.LATERZA t FIOLI • Bari. As crOLO G IO\'ANNOZZ I, gtr, nte r, sponsabilt. Flrcaic - Stab, Tip. Aldlao,Via de' Rcaal, Il • Tcl. ~ MODERNI In versioni scelte da O. A. BORO ES E O gni v o lum e di c irca p a ~. 14 0 - L . 1. - ------ --- Nuova Collezionedi volumi della Casa Editrice R. Carabba di Lanciano Volumi pubblicati : NOVALIS. (FriPdrich von Ilardenb erg ). l Di scepoli di Sais . Ver– sione e intr oduzione di G. A. Alfero. R . ERDOS . Giovanni il Di sce polo . Dra mma in tre atti . Traduzi one dall 'o riginale ungherese pe r cura cli Paolo Emilio Pavolini. L. ANDR EIEF . L a vi ta dell ' Uomo. Rappr ese nta zione in cinq ue qu adri con pro log-o. Traduzio ne ita liana aut orizzala di Odoardo Campa e Gcrt Stedin g. Presso i princi pali librai e la Libreria della Voce .

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