L'Unità - anno I - n.6 - 20 gennaio 1912

L' UNI TÀ Un aspetto del problema Meridionale. I f■Uorl dcli' ladu11ri1 11rlcol1 . L' indu :--tria agrar ia è sogge tta ne lla ,·arieti\ d elle sui.:espr essioni a i,;ubire I' in lluenza d i mol• tepli ci fattori. I.e condizi oni climati che. quelle fisico-chimiche dei terreni. la struttu ra econo– mie.i, sociale, demografi ca del paese. le condi• zioni g'COgratiche e commerciali, i sistemi dog;i. n.di e tributari, ccc ., i,;ono altrettanti fallori ch e imp rimono una parti colare species ali' indu stria agrnri a. Tutto ciò è onio. >:ondimcno quand o si discute del t>rohlcma ag rario meri dionale , si tra scura da molti la co nsiderazio ne di code sti fatt ori. Così C potuto an·enirc che ad ogni cri:,i, che precipitava sul MezzoKiorno , mut cwano volta a volta -_ a secondo della causa che a,·e,·a ge• nera to la cris i - i J,:iudiz1 sui mali dell'agric ol– tura meridionnle . Qu;mdo, ad es .. dop o il 1880 scoppiò la crisi sulla granicoltura , si ecci tarono gli ngricoltori meridi onali a mutare l' indirino dell a loro indu stria agrnria: s1disse che era pili con\'cni ente pro cede re :illa tr:isformazione dell a coltura granaria in quella arborea. Soprnggiun– sero le crisi \'entennali del vino, 1Jegli olii e degli agrumi, ed ceco tutti i salrntori del '.\lez– zogioruo a ){ridare ad una voce: più, gran o e meno \'ino, olio ed agrumi, Ques to i1:sistente consiglio -- do\ •rebbero ricordar lo tutti - ri– suonò pd l' ultima \'Olla nella Camera dei De– putati , non sono più di quattro anni ra. A par te I' illogicit:\ di simili con sigli - poicht: og nuno sa che I' indu stria agraria non è susce1- tibil e di mutamen ti repentini ed a volont:i , come le altre indu strie-, si scorge in que sta continua \'ariaii one dei giudizi l' empiri smo prc\'alente nella disamina del probl em.l agrari o meridionale. Tutta ,·ia., se si isolano nel tempo e nello spazio tali di sami ne e giudizi, non si può di sconosce re che es!iii rh·elano app unt o le nece ssità con tin– genti dell 'economia agraria dell e pro, ·incie rneri– d ion; li. Or da questa semplice constai.az ione cli fatto dovrebbe sorgere il cOn\'incimento che l'in– dustria agrar ia del '.\lezzogiorno si svolge con caratteri peculiari, clic ma l si appre zzano , se si ignoran o le cond izioni, ancora esse tutte pa rtico– lari, dell'econo mia· intera di quella regione. La t■■1l1u dlll ' 11rlcoll1ra ■cll'econmla merldlou le. In un paese come il Mezzogiorno, in cui tutta l'atti\'ità. econo micit si basa sull'agricoltur a, è <la essa che è stato sempre necessa rio trarr e tutti i mezz i per acquistare ali' estero quei pro– dotti nccessa rii ali ' esistenza che non si fabbri• cano all'int erno. Questo fatto ha det erminato la nec~.ssit;\ della \'endita ruor dei confini della produ zione agraria mer idionale : quùrdt' ha as– sogg-t llala /'ag, ·irol/11ra ·men·dt"onale ai tn'SOK,,; del ,11eralo ester o. Inoltre , le co ndizioni naturali del Mezzogiorno sono assai poco fa\'Ort\'Oli alle colture erbacee e quindi all'allé'\'ament o de l best iame. Cra11iro/lm·a e allt"Va11uutlo sono 11el 1lle=zogio ,·110, g enera/– tHenlt JH1rla11do, produ:t"o11ia1tti•tconomiche. \ 'j. ce versa il Mezzogiorno è fa\'orito da l clima per le -culture nrlJoree, le quali produco no de rrate non cosi indispensabi li, come il grano e la carn e. Ed ecco la nece ssità di sca mbiar e i prodotti ar~ borei locali co n altri prodotti indi spen sabili rii altri mercat i. Pro!llpettando in tal modo uno deg.li aspelli <lei problema agrario mer idionale , si può a\'e re la spiegazione del maggio r male dell'agric oltura meridi onale. In \'erit à le crisi ricorr enti del '.\[ez– zogiorno , la stessa lenta e\'oluzione economi ca del pa ese, hann o la loro radi ce app unto nel fatto dell a predetta funzione 1..lell' ag ricoltura. QuP.sta non ha subito le trasformazioni secondo la ne– cess ità del mercato interno, ma Se l ondo la do– man da estera. Or siccome i bisogni rlelreste ro variano secondo contin gcm:e economiche. politi– che , doganali, ecc. cont inuam ente \'ariabili, cosi l'agr icoltura meridionale ha do\·ulo continuament e adattar si alle variazioni di code ste contin gen~e. Ben 1.li\ 'ersc e pii, stabili sono le condizioni del Nord e del Cenlro d' Italia . I,' Italia setteu– trionale ha a\'uto :-empre poc he c1ua li1à di pro– du zioni ngraric , le quali da seco li non mut ano: gra no ed altr icerenli. riso e prati ;1rtificiali. poca coltura ortense e scars a frutti coltur a ad ecce – zione di tiualche plaga cli lie\'e importan z:l. I.' lla – !ia ce ntrale, dal!' introduzione de lla proprie tà perso nale fino <lai seco lo Xli i, ha a\'u to colturt– promiscue iner enti alla mezzadria. che ancora durano . Le produzioni agra rie di codes te regio ni non mutnr ono mai. 1>cr la sem plice ed e\·iden te ragione che non so ltanto econo micamente erano utili per le co ndizioni natura li favore\·oti 1umi– <lit:i, condiz ioni fisico-chimico dd terr eni e la loro situaz ione geog rafica), quanto pcrc ht! ess i rappr ese ntano prodo u i ind ispe nsabili :ill'a limen– tazione umana. l 'a1rlcollura merldlonalc dopo l' un flcailoac del 1860. L:t nece,~ità dt:ll' esport:11.ione ;"tgricol.1, pt:r de– ficienza del merc ato interno e per m;'tncanz;'tdel– l"industri:i trasrormntrice de lla materia prima, C un fatto <rntico, anti chissimo, lin da (111ando Ca– labri;'! e Sicili:t furono i ).:"r<m;'ti di l<onm. Il ce– lebre , benclu'.: ignorato, tco nomista calabres e, A. Serra, precursore M· 11011 fouda~Ol'c dell' Eco– nom ia Politica. fin thtl ll)(KJ m·c\·an constat.tt o il fatto dell"tccessi, ·a espo rtnzione di materi .i prima da l '.\l1:zzogiorno: ed ;1 tale caus;1, come alla susseg u<=nte mancanza I i opifici e del com mer– cio. attribui,·il l:l inrerioril;\ economi ca di ~ap oli in confro nto ;1 Ce no\'.\ e a \' enezia , da lui tolte a con fronto. Tutta\'ia 11 nrnle. ai tcm1>i<lei Serra, era assai limitato per le specia li condizio ui in cui allora e per due ~t:coli ancora <.i tro\' ò il l\lezzogio rno. 11protezio nisnw, ele\'a to a proibizione sotto il go\·erno borbonico, le co ndizioni stesse de lla produzione indu striale mond iale, 1,c rmette\·ano che il '.\lezzogiorno a\'esse all 'iuterno una sufli– cient e produzion e industri:de limit.tta ai poc hi bisog ni dell a \'ila in modo da non avere grande necess i1:"1 di fare acc1nisti all'estero. E per questo fotto-principalm ente pote\'nno le pro\·incie meri– diona li essere al coperto dai dann i dcli;, lhmua – zione dell'es portazione. '.\la a\'\'enuta nel 1S6o l.1unificazion e politica, dogaua' c, tributaria e in ge nere legislativa ciel– i' ltali;-i, modificate le condizioni indu stria li in– tern e e piil :mcora I" intero regi me eco nomico, la necessità de1t·esportazio ne e perciò la subo r– dinazione dell'agricoltura m{'ridionale ai bisogni dei merca ti es teri si intensificaro no in propor– zioni prim a ignote. (Juand o eia taluni lodat or i del buon tempo antico si paragonano le condizioni economi che del '.\lezzogiorno a,·anti e dopo il 1860, e ap punto a c1ues10 divario <lella funzione dell 'agri– coltura che si \'uole allud ere, sebbene. acce rtato il fatto, non se ne sia data la spiegazione. L'economia patria rcale, la limitazione de i bi– sog ni a que lli pri mordiali. il mercato locale, lo S\'iluppo della piccoln indu stria, la diffusione con caratter i di ge neralitù cli quella do mestica, il lie\·e peso dei tributi statali e comunali, sono stati, prim a del 1860 1 alt rettant i fattor i dell a persistenza di un' agric oltura anche ecs.i pat riar– cale, in cui l'agricoltore era nello stesso tempo produttore e consumator e. L'es portazione era limitata al supero dei bisogni della popolazione , in gra no, olio e poche alt re materie prime . Spa lancate le port e col 186o, assorbito il mer – e-alo loca le in <1uello internazio nale, con l' in\·a– sione della grande industri.\ distrutta la piccola indu stria locale e pil) quella domestica, cresc iuti i bisog ni, fattas i esasp erante la pressio ne tribu– taria, si sente da tutti una necessità di denaro che prima non esiste\'a, e per comprar e fuor dei confini del Mezzogio rno la produzione industriale e per sostenere i pesi fiscali. i-: l'agricoltura che de \'e pagare tutt o ciò. E per questo appunto si trasfo rn1a nelle sue espres – sioni. Una agr icoltura p:Hriarca le non è più possibile: ali' economia del consumo diretto si ~ sos tituit a <111elladi scamb io. e per conseguen– za l'agricoltura de \'e adattar si 31 nUO\'O regime economil'.O. Il l\lczzogiorno en tra nelle :-pire del mer cato internazio n:ile. Questo da ora in poi re)(ola la p--oduzione agra ria, la quale de\·e ada t– tarsi ai bisog ni de i mercati esteri, mano mano • che si manif est.lno, se nza che l'ag ricoltore mer idionale possa per conto prop rio controllar li. E \'Ìa \'ia che i fattori esterni ,·ariano , abbia mo nell 'ag ricoltura meridionale una nuova crisi. 11 lnoro di ~lslfo. Chi \'ogli.l esaminar e le vicende dcli' agricol– tura del Mezzogio rno nel trentennio scorso, non 1>uà non addebitar e appunto alla funzione della agrico ltura nell' economia meridionale e mondiale la ragione di tutte le crisi. « La prodmd one g"rezza del cotone - llicc uno « scri t1orc economista napoletano della prima « metà del stco lo decor so - prima del 1So6 era « cosi insignificant e appo noi che appena giun– o. gern a cinqu e o sei mila balle , dell e quali « meno della quarta parte ne anda\'ano all 'este• • ro, e le altre consuma\'a nsi ali' interno in na- • tura e per ignobili u"i. Kel be l mezzo dell'oc– " cupazione francese. per effetto del sistema « co ntin entale di ~ apoleon e, la Francia quant o • essa era in allora. la S\'i1.Zera e la 1>art c ma• .. nifatturitra della Germania . do, ·ettero ri\·ol– « gere le loro richieste a ques to regno idi ~ a– « poli). e \'ides i cosi nel 1811 el~\'ar senc l;l pro– • duzione a piì1 <li qunrnntamila balle , delle qlrnli « tre nta sei mila ne furon o es tratt e ali' enor me • pre zzo di ducati 150 a 200 (il duralo \'aleva • I.. 4.25 al (:1111,,io 1KilK. ~o. Ce~,.\tO qut l « sistemn, ri:iperto si il commercio con le Am e– « riche t-d in pari ttmpo con l 0 .\iii ca e ccn l'Asia, • il co tone decMldt=al preao di ducati 6o a i O: • ccl i nostri coloni, co me ern naturali: , cadd<:– « ro anc he e.;si, ~iusta suol dirsi. da llt: nubi e « ne abb;uul on.u ono s1>a\'cntati la coltirnz io- • ne. • ( 1 t 11 Ue Augustinis. nel brano ora tra~critto, allude alla co:tirn zione del cotoue per la parte continentale cltll 'cx-rcg no delle Due Sicilie: ma in Sicilia per lt: stesse rn):'ioni non si era meno s\'iluppa ta la stessa colturn , come diurno notizia scrittori siciliani de ll' epoca. Nella Sicilia stessn si t ra introdo tta t: diffusa pt:r i bisog ni esteri la coltura redditizia del so m– macco, que lla della robbin, materie concianti e colorant i, che con lo zaffernno si erano r.ro1>a– gat i nel resto del Mezzo){iorno. Cosi si era s,·i– luppa·ta la coltura dc:1 t:abacco. Ma ecco che scope rte chim iche e prov\'eclimenti am ministrativi inlt!rni strozza no <111cste colture. Le mat erie prime concianti e coloranti cessano di es– sere redditizie in confronto alla produzione chi mi– ca cliesse e col clecnclere all'in terno delle industrie in cui ernno usate . Il monopo lio dei tnhacch i, la famosa Regia, coll'a ,,vento del nuO\'ORegno colpisce a morte la libera colti\':lzione del tabacco. '.\la mentre c1ueste collure, pe r i diversi fat– tori sopra indic:1ti, <.leperirnn o od erano strozzate, ecco che per il \:,isog no de ll'estero di grano , di ,·ino e di ~grumi , l'agricoltore meridiona le si in– duce a \'Olgersi alle nuO\'C colt ure . La coltura gra naria nel '.\lezzogio rno si S\'iluppò enormemente in dipend enza di t:venti slorici che tnrllarono l'Eur opa e l'America nella seconda metà de l secolo scorso. Quando scoppiò la guer– ra di Crimea , \'enne a cessare l'e~portazione di gr:1110 russo in Europa e la richies ta di 1,:rano in conseguen za au mentò in modo enor me. Fu una frenesia nel :\lezzogiorno nel dissoda1e e sbo– scare per da r luogo alle colture c-erealiche . L'l richie sta del granO non diminuisce con la fine della guerra , poichè la lotta ci\'ile di Secessio ne neg li Stati l 'n iti arresta l'es portazione amer icana di granagli e, che già era divenuta sensibile . In– tanto si S\'iluppa in Europa I' induslrialismo e cresce enormem ente la popolazio ne, con magg io– re bisogno di una pii1 con\'enie nte ,dimentazio– ne granifera : e la do1mmda di grnno continua a crescere. Ma a poco a poco immc11si territorii ameri– comi son messi a coltura ccre alica; col taglio dell' istmo cli Suez si affacciano sul mercato eu– ropeo i grani dcli' Ind ia e dell 'Austra lia, nel mentr e le comuni cazion i maritti me di\'engono più celeri e i noli ribassano. Precipita sulle terre a grano dcli' Europa la crisi, che coi11'"olge na– tura lmen te anche il Mezzogiorno. Il disagio economico si s:irehl>efatto 1>iùacuto. se in soccorso alla agrico ltura meridionale non fossero sopragg iunti altri e\·enti matura tisi al– tro\·e. L'in\'a sione fillosseric., distrugge le "igne francesi. Ed ecco che la clc.,manda dei vini au – menta sempre più insistente. Lo S\'iluppo del mercato ~ord-Americ;t nO apre un nuO\'O gran– dissimo sbocc o agli agrumi. Eppure le \'igne era no state gi:\ altra \'Olla distrutte dall'o idio, gli agru mi dnlla rirgna ! Ma l'u){ricoltore meri– dionale non si arres ta; e torna con magi.:'ior lena a rifare il suo la\'oro eia ca1>0. Se non che ben pre5to anche il nuo\'o terreno cli fatica è deva stato d:lll' inrezione fillosserica ! In Germania tro\·ano un preparato, l'nt e,·-oil, in sost ituzione delle essenze .di !Jergamo tto, di arancio e di limone: e tra il rbSo e il 1Sg5 il prezzo delle essen ze decade, precipita anzi. La produ zione agrumaria, che non può 1>iù trasfor– mare in sottoprodotti ciò che 11011può essere direttame nte consumato, en tra pertan to in crisi. Ad acuire la quale , ecco intcr\'enire la concor– renza degli Stati L"niti. che stroz za il mer cato de gli agru mi. E il pre-:czodi questi calle a poco a poco eia I.. 27 a quin tale nel 15is a I.ire S nel 190S. '.\le!:'lio non stanno i \'ini. I.a Fra ncia, nostro mcrc.ito , ricostituis ce le sue "i).:'ne. Cerc hiamo di riparare :1 questa crisi con la conquista del mercato austro unga rico : ma in poc hi :rnni lo conqui:Hiamo e lo perdiam o: da una espor ta– zione di 1,6oo,ooo ettolitri si cade :l qualch e migliaio di etto litri per anno. E anche Kli olii tro,·ano guerra ape rta in que– gli Stati O\'e 1>ro~redisce l:1 prot.!111.ione indu– striale dell'olio di semi : e d 'altra par te più cre– sce la produ zione e la concorrc11.a estera . Orbene anco:- do1>0 c1uesti ro\·esci, con le crisi commerciali e 1>atogcne in pcrman enz;'to Inten ti, l'agricoltor e meridiona lt: non trala !icia di trasfor– mare le culture, pianta e rinn O\'il "ign e, allnrgn gli ulh ·eti, estende i ;:"iard ini di agrumi . (IJ Vedi D E 1\ IJOU lll"I S: /Jt/lt tl}11,{1:i, 11i UIJ~IPmid ,, dd i :!i,~ :1r~·,,:;;~t8 U~.::~;a ':: •. ~:!::"~",~ 1 :·: ·te .i:~~d::ro·~ ef"Onomiche dei con1ad1ni nel Meu c-11iurno piu ,olte si acce una all'urica coltu ra de l COione. 23 Ì•: un imn1t:llM>continuo la\·oro di trn~forma– zione, :lilan11(1Sa, ,ilenzi o1:a, doloro, a. che in– J.:hione ,·olta per ,·olia cnmuli enormi cli c.tpi1ali e d i la\·oro. la pollroacrJ a mcrldlonale . Ep1>11rc l'op inione di ffus,1, 110 11 solo al i\"orcl che non sente l'obhlii;:o di cono~cere il i\lezzc– giorno per giudicnrlo. ma :111che al Sud fra le fila <li quei ,,:alaul110111i1i. che passa no tutt o il giorno al Cirm/o dei ,.;,,ili a fare della m.tldi, cenza e a giuocnrt: a cMte, è proprio ques1a: che siano iJ,:ml\'i e barb ari i-frullatori della terra <1ne!'li agrico ltori eroici e tenaci. i quali tra crisi perpe tue o per difett o o per eccesso di produ– zione, o per continu i mutnmenti di mercali ca– gionati dalla llOlitica dogam,lc nostrana ed estera, tra i mali p.itogeni che di stru s~ero \'igne ed agrum i e produssero la steriliti, degli uli\'i , tra i disti){i di una economi.i 1>0\·era c111ale è 11uella agraria t" parti col.ln; 1ente quella me ridionale. con scarsi capitali , senza credito bancario e tra. i \'ilupp i cieli' IJSUra, mentre do, ·e, ·,1110essere co – stretti nel tren lf'nnio sco rso ad abba:1donn re le colture arboree dispe ndiosissime, tro, ·a,·ano in sè l:l forza per ricominciare i-ìe::~prc da capo! i•: facile in un paese ricco per altre atti\'ità economiche proced ere a 1rasror111azioniagrn ric o indu striali. i•: più focile ancora muta re il prat o. in campo e vice\'e rsa , come pur orn a\·viene in Sta li europei ricchissimi. '.\la non è facile srad i– care, abbatt ere, \'ecchi uli\·eti ed altr i alberi frut– tiferi , che cost.irono capita li e l:woro di derenni, ;>er pianta r \'i;{nt-ed agrumi , <1u:1ndo appare che il mer cnto estero domandi \'ino eù agrumi. an – ziché olio ed nh r.c frutta. Epp un: gli agr icoltori meridionali - i poltroni ! - c1uesto coraggio l' hanno .\\'Uto: e l' l;anno an1to pili \'Olte in po– chi anni. Da alcun tempo in •11rn, da un trienni o. I' a– gr icoltore mer idional e comin cia a respirnre. I suoi prodo tti non tro\·ano pili le passate res i– stenze nei mercati , la domanda all' estero td anche all'interno si è accresc iuta, i prezzi si sono aumentati . Il fotto t! rece nte. ma qua e là apparis cono i segni di rinnO\'ellat e spera nze. Se tra le spire di ang·ustio se erbi permanenti l' agri coltore meridionale non cessò mai dalle trasror mazioni, cosa non 3\'\'err:\ da qui innanzi ? i•: lecito suppo rre cht la frenes ia rinno\'atri ce del decennio 1874•S5 a,·r;\ di nuo, ·o il sop ra,·– \'E'nto e noi ass isteremo fra 1>oco ad un mo,·i– mento di trasformazio ni agrari e mai \'ed uh:-. Sara nno tutl e rose per l'a\'n~nire agricolo me– ridionale? Anche ammes so che siano delle rose, ricor– diamoci che le rose hann o anche le spine. E lt: spine sono naSC'oste dentro l'organizzazi one stessa dell'indust ria a){rari:t meridionale . Dur erann o, e si S\'ilupperann o ancora , di pari passo coll'o fteria internazionale di codes te produzi oni agrar ie, le fa\·ore\·oli condizio ni dei mer cati ? Ecco il prob lema che de,•e renderc i pensosi, se il passato insegna <1ualche cosa. FKAs c~~co E\'01.1. Lo scandalo dei buoi. Si fa un ~ra u parlare cli questi giorn i sullo scandnl o della fornitura dei bo\·i al Commissa– riato milit are di qui. Per reca rmi da casa mia alt' t:fticio, quasi ogni gio rno sono passa to \'icino al parco dei buoi, che il Commissariato amma ssa\'a . Sol– tant o prestando orecch io e occhio ai discors i e a quanto là si focew,. 1110/11• rose a\'e\'O in– tuito . L'arte (?) cli fare aumentar e di 30-50 Kg. il peso :•h•o di ogni bo,·inC", era conosciuta e si s.ipe"a da quanti a\'e\'ano orecchie per sentir e e occ hi 1:>er \'edere. Una egregia Person:1, un agri coltore distintis– !--imo, che a\'e\'a bo\'i da vendere:. e che clo\'ettc cederli ai fornit ori. \'enne dn mc Ire settiman e ra in ullicio e. co1wers:1ndo, mi raccontò per filo e per segno la faccenda del procura to aumento di peso. Commenti non ne faccio. g1rnstereb bero . Aggiungo soltanto che, se: è giusto che si fac– cia SC.'\lpore a ri):'liardo della frode cosi con– sumatn (12000 ho\'Ì, n1111U!11tnti di 30 Kg. l'uno a 130 lire il quintale in rncdi.t, dànuo la somma cli meuo milione circa defra udata allo Stato }, non (; permesso c-he si t:,cci.t del tutto dello sperpero di danaro assai mnJndore che si fo p.t• ;.:·mdo - eia quanto dicono i giornali politici e mi \'ien e assicural o da molti - a qo lire 11. (,ll ' INTAI.I ~ 1,1 l'ESO \'l\'0 qu<:11:l stess.1 ca rni.-, cht: su tulli i merca 1i cl' Italia ~i pa){:t ora in ogni caso non più cli 100 lire e s1>esso al di sotto. I prezzi iniziali per l'e!iercito furono di fatti info– riori ;dle 100 lire, ma poi ab ilment e furono falli s:ilire a 1Jo , 140, 150 ! Scrh·e\·o io sull' A,1.,.,.irollon · de l , 0 cieli' anno. che_il io~·erno JlOle\'a !--pendere di meno e gli agn colton (%ente , /,e 11011 sa e 11011 usa le /nxli dà merra11lif o,·11ilori ) s::uadagnart: di pili. Anch e solo per 10.000 bo\'i di peso medio ,·i\'o di 5 quint;i\i l' uno, per non melter e molto, quaranta lire a <111in1ale rc:1,:al;1tc .1i fornit ori , impo rtano c/11,• milt'oni, che si poteva no risparmiare , pur chè il Commi ssariato .l,·es~e pensat o di andare a com– prare sui mer cati o sulle fien· tra gli agri coltori opportunamente in\'ita ti. ~ on pare che que sto lato dclln faccenda non sia meno interessan te dell 'altro ? El'<.a•::-.u) A1.rn n :-;T1 D,rc\lNC Jell·l'1fa.::o ktgu~n.ilc .!c1 Co,'lli,. A iriri J1 \:, roli.

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