L'Unità - anno I - n.4 - 6 gennaio 1912

L'UNITÀ Erodoto e Plinio, nazionalisti. tesi mo c1uidem et Leo ntini Sici liae campi fun– dunt. aliic1ue, et tota Haetica, et in primis Ae– gyptus •· Arcbeolo1la tr lpollu . Che la Tr ipolita uia sia og1ri un paese pove– rissimo per la nrnssima parte della sua !i,upe rfi. cie, e che le ter re colti\' ate o coltivab ili senza ecces~ive anticipazioni di capitale vi abb iano una estensione rissai limitata in rapporto alla massa totale, è ammesso da molti, che pur hanno J._;'randi spera nze sull' avven ire eco nomico della nuova colon ia ita liana . • Oggi - essi dic ono - il paes e è povero. Ma nell'antichità class ici'\ era ricco . Dunque può ritornare ad essere ricco ». È stat o questo il principal e cm·allo di batta– J,:'lia de lla pro 1>aganda nazionalista - tripolina . Se la Tripolitan ia oggi è miserabi le, si canta e si ripete un coro, la co lpa è deg li arabi e dei tur chi. Quand o ci andremo noi, le meravigliose ricchez ze naturali del paese rifioriranno , come fiorirono al ba cio di Roma che il buon te mpo fco . « L'i slam ismo - scri,·e Enri co Corrad ini ne I. 'ora di Trij>oli - che prima domi nò co n gli nrabi e poi coi tur chi , rovinò l'opera inizinta in Africa d:li due po1>oli dell'n ntichità , i greci e i nostri pnclri romani (pagg. 100•1). A chi non .ha occhi per vedere, su ll'altopiano cire naico ap pariscono sopra tutt o la roccia , il sel vatico, la solitud ine, qualche Armento, qualche campicello d 'orzo ste nto. Ta le t: la patria dei beduini. .. Ma a ch i ).:uarda meglio, la \'era natura di qu ei luog hi app; u e nel contrast o tra il pre sen te e l'e• ,·i<lenza che ancora rest.i, cli ciò che furono (pag . 198-200). Di questa sorpre ndente cieca• <lenza de l paese du e sono le cause princi1>ali: la conqu isla aral ia e la cor,t1uista tu rca . La con• quista araba ha dispe rso la popo lazio ne seden– taria agricola; gli invasori si sono da ti alla vita del pastore ... La regione ha perdu to quindi la sua antica florid ezza e ricchezza agricola . La con– <1uista turca ha fatto di pe1;gio (pag. 100) . • E I 'on. And rea Torre sen tenzia con solenne gravi t:i sul Corr iere della sera del 2S sette mbre : « In Tripo litani a e Cirenaica la Turchia ha di– strutto, 110 11 prod otto ; ha cont ribuito ad imm i– seri re terre e popo lazion!, a rid urre contr "d e citate dag li antich i come fertilissime, alla povertà pili deso lata ». Se non che , è prop rio vero che nell'a ntichità -class ica il paese fosse ricco ? Quest 'a(fe rma zione è propr io il res ultato sintetic o di uno stufiio si– ste matico delle fonti ? Siamo certi di non com– me tte re, co n <111est'affer rna:r.ione , lo spropo sito di ge neralizzare a tutta la T ripolitania qu alche notizia ottimi sta di autore class ico, che si potreb– be considerar vera solamente per qualche fram – men to, isola to, assai piccolo, della intt>ra re• gione? i-: co nforme al rigido metod o scientifi co indu rre J.\ una ricchezza anti ca sia (>ure esatta• mente ricava ta da lle fonti, ma da molto temp o scompa rsa, un a sicura ricchezza per l'a,·venir e? Ognu na di queste dom .-.nd e richiederebbe vo– lumi interi di di scussioni critiche tli tu tti i ge – neri, prima di condurre a risposte abbas tant a ser ie.- Qualche t sempio della disinvoltura, con cui so no si.ile manegg iate le fonti clas siche per far credere alla ricchezza anti cil, e... futurn, non s;1rà inutil e ad illustrn rc questo lato assil i caratte ristico della enorme montatur a tripolina, di cui è stata vitti ma l' Ita lia. Erodoto nazlooalhll , Ecco ,111,t, p. es., Enr ico Corrad ini . il quale nella conferenza detta a ) lil:rno , Fir enze, Roma , Ge nova e Bolo){na ne l ma1,ado 19 1 1, e riprodotta nel volume /. ·ora di 1i·ipoli, mette in bocca al vecchio Er odoto c1ueste parole : « Per otto mei,;i continui quei di Cirene non fonno :ill ro che raccog liere • (pag. 4). Erodot o, invece , dice prec is:nnente cosi : « Il pac!'>e di Cirenc [è incer lo se Erodoto co n la parola du ire = /mne intenda tutto I'al• topia no fra il Golfo di Bomha e Bengas i e fra il mare e il dese rto , oppur e solo il terr itorio circost ante a Cirene fra l 'or lo de ll'alto pian o e il mare: questa seconda ipotesi è l.1 pili prob a– bile: perciò il ~lustos idi 1rndu ce q11,:/ di Ci– rt11t, e il Ricci il coulado di Cire11,:l, che è 1:i parte pi1ì elev.tta de lla l.ih ia /wss,•du/,1 dai no– madi [du nque fino dal tempo di Erodoto la Li– bia e ra 1n1est: di nomadi, cioC « patria dei be, du ini », e la • popo lazione st:denlaria agricola • del periodo gre co-ro111:1110 è, salvo che per qual– che par te ect·czionale del paese, uno -.propos ito nnzio1rnli,tn j, presf' nta, fatto d1:;{IIO di mera,·i· glia. tre staJ.:iOni. l'rim a malnrano i prodo tti sul litorale, e si miete e si vend emmi a . I>opo che è falla qui la raccolta. ecco che so no prest i i prodotli della zona mecforna al di sopra de l li– torale, chinmata i roll i. E quando anche questa rncco ha è finita, allora vengon o a maturit à i frulli J ella regio1:e pili alla . Di ma niera che si è appena finito di·nmngiare e di bere il primo prodotto, che l'u ltimo soprn,·\'ie ne. /:" lt1sMg-io– m· dei nurolli orrupa per olla mesi quà di Ci• r,·nc » (l.ib . I\ ', cap. 199, cd. \\"eidm ann). Il passo di Eroclo lo, quando sia inteso rum g-rnuo s11/is - ricordia moci che Erodoto non era uno scen:ciato e non era tenu to alla est rema esatt ezza, co m 'è obbliga lo chi scrive per spin– ge re la sua patria ad una guer ra - , può esse re considerato come abbasta nza, esatt o. Anche in Pugl in o in Sicilia , se nel territorio cli un CO· mune ci sono terre semin atorie, e terre a frut– tet o, vigneto ed olivelo, e giardini chiusi, si può dire che la t: stagione de l raccolto • dura otto mesi : perchè in maggio si colgon o le pri• me ciliegie , poi vengono le nespole, poi le mess i, poi la frutt a di agosto e settembr e, 1>0i la ven– demm ia, poi le olive, e fino agli ultimi di di• cembre nei gia rdini chiusi si tro\'a co nservata ru va fresca sui pergo lati. Che se in qu el terri– torio ci è anche la col tivazione degli o rtag gi, si può dire che la stagio ne de i racco lti dura proprio tutt o l' anno. Ma anzitutto questa success ione di raccolti s11 pm,li dù·ersi dello stesso paese non è la stessa cosa che la success ione di più raccolti sullo s/csso p1111/o, come avviene, per es., in Lombar• dia, do ve le marcite permett ono di mietere il fieno sullo stesso p111/o par t>cchie volte ali' an • no ; e, fatto anche pili importan te, dal ritro • ,·arsi ne l j\lezzoi;iorno alc une zone di <1uesto ge– nere , non si ha il dir itto di ricavar e che /11110 il Mezzogiorno é ricchiss imo o può dive ntare con poco sforzo ricch issimo . Che cosa diremmo noi di quel dottor Pang loss , che dic esse : « Beata e felice umanità! essa ha 365 raccolte nell'an no, perchè og ni giorno c'è sulla terra un paese in cui un prod otto de lla medesima arrh •a a maturità ?• · Tornando alla Cirenaica, il passo di Erodo to è stat o con molto buon senso inte rpretato da l console Motta nel suo rapporto su La Cirenaica nel 1S$9 (Boli. Min. Esleri, 1890). pag . 16: « All'u va specialm ente ~ applicab ile quanto scrisse sulla Cirenaica Erodoto, e ricopiarono quelli che parlaro no di ques to pae se: ' 11 ter – ritorio della Cirena ica ha tre stagi oni : prima sulle roste maturano frutt i e cer eali. Terminato il raccolto sulle coste, è pron to il raccolto sulle rol/i11e. E dopo questo viene il racco lto della rc•gt'one 111011/uosa.. Cosicchè pe r otto mesi i for– tuna ti Lquesto fo rl1111ali nel testo erodo teo non c 'è] ciren ei sono occupati nel raccolto '. Il fatto è vero spe cialmente dell'uva. Ai prim i di lu~ g1io si mangia eccellente uva fresc a e matur a di Bengasi e Derna ; a met il. novembre si man – gia uva fresca proveniente dal Merg. Lo stes so succed e per altri frutt i e per i cereali, il cui rac• colto è vera mente scalato, se non per otto, for.se per quallro mes i dell'a nno • · )l.t <1uale che sia il valore da attribuire ' alla informazione raccolta da Erodoto, evidente ri• suita a chi confronta , senz 'avere le tra veg gole, il testo erodoteo con la citazione corr adini ana : 1_o che le semplici paro le di Erodoto : e E la stag ione dei ra..:colti occupa pe r ott o mesi qu ei di Cirene •, so no state dal Corradini, non tradotte, ma esa~erate i11si nella forma: c. Pe r otto mesi co11/iuu; qu ei cli Cirene non fa nno allro che raccogliere •. 2.0 le parole del testo erodo leo non solo son o state esagerate in St 1 dal Corrad ini ; ma, ;solale da /111/0 dù du /.~:rodo/o p,•ima dice, acquistauo un signi ficato ancora più lonta no dalla inlenzionc di Erod oto: perc hè suscitano I' itlea fallace che in Circne i coltiva lori rica – rn no per otto mesi prodotti an nuali molte• plici dalla slessn ter n, , ladd ove Erodoto dice che in <1uel di Cirene ci sono tre zone di coltura, le cui me ssi e le cui uve arriva no successivam enle a matu rnzione in tre periodi di versi, dura nte otto mesi. Dal momento che cita,·a Erodoto, perchè il Corradini non ha ricordato che Ero doto al ca– pitolo 198 del lib ro I\ ' de lle .\'/or,"e :10Crmava, ~ià al suo tempo, che 1>er la feracità del suolo la Libia, salvo qualc he o.tsi fertili ssima, non po• te,·a ess er paragon: ll a nè con l'As ia, nè con I' Europ a? PIiaio aazlooallsta . Pii1 gra ndioso an cora di quello preso dal Cor– rad ini con Erod oto, è il qui-pro-quo preso dal– l'o n. Andr ea T orr e Stl un passo della Storia 11al11rale cli Plinio. « Plinio racco nta - cos i scrive l'o n. Torre ~ul Corr ù-rc dd !a Sera del 28 seuempre 191 1 - che ali' lm pern tore Augusto fu 1>resentata una spiga, di Biracio, un p.iese all'es t di T unisi, co n .;oo ch icchi di gra no, e a Nero ne un a de lla Ci– renaica co n 3.10 chicchi » . Or ecco le par ole di Plinio nella .\"a/uralis 1/ isloria, X \ "111, 9-1 (ed. T eubner, curata· dal MayhoO, voi. lii , p. 168) : « .. .. cum e modio [trit iciJ, si sit ap tum so• lum, quale in Byzacio Africae campo, centeni quinqu age ni 111od 1i reddantur. Misil ex eo loco Divo Au gusto proc urator ejns ex uno g rano 1,·ix credibile dictu) CCC<.: paucis min us J:ermù,a, cxta ntque de ea re epistu lae. Misit et Nero ni si– militer CCCX L slip ulas cx uno grnno; cum cen• Le c1uali parole, trado tte in italia.no , vogliono dire : e Se il suolo è ad atto alla granicoltu ra, co me nel territorio di Bizacio in Atfrica, da un mog · gio di gran o se minato si ricava no 150 moggia . 1\ \1' impe ro:atore Augusto il suo proruralor 1~1an– dò, 11011 si rr rderebbc a dirl o, poco meno d1400 1;er11w;rli n;1ti da un sol o chicco <li gran o e ci so no tu tto ra lettere che accertano questo fatto . E a :-.-cro ne m.tndò egualm ente ,)6o sie/ i nati da 1111 solo chicco. I campi Leonlini di Sicilia frut• tano il 100 per uno, e cos i tutt a la Betica [la Spa gna meridio nale, fra la Guad iana e il '.\le– dit erran eoJ, e in prima fila l'E gitto • · Confrontarulo, dopo esser ci tolte le tr.we ggole tripolin e, il testo di Plinio con la, diciamo cosi, ritluzionc de l Corri ere delltt & ra, risulta : 1.0 i;; asso/ 11/amenle falso che nel passo di Plinio si parli d i Cirenair a per la seco nda spi • ga (?) di 340 chicchi (?). Il sogge tto Jella pro– posizione : « e a ~e rone mand ò eg ualmente 36o steli • è quello stess o prorura lor, che ha man • dato i 400 germogli da Bizacio: dun que anche il secondo invio fu fatto;da Bizacio. - Certo il testo di Plinio è qui assai du bbio. Fra la morte di Au• gusto (14 cl. C.) e il primo ann o di gove rno di Nerone (54 d. C.) passano 40 anni . No n solo è cliflid le che il pr ocura/or del tempo di Nerone sia sempre quello del tempo d i August o , che cioè si sia meritata la fiducia di tutti gli impe– ratori da Au gusto a Nerone, i quali nomina• 1 ano pe rsonalm ente i loro pr ocural oru , ma la cosa si chiarisce imposs ibile, qu'lndo si pensi che si poteva diventa re pr ocura/or solo a carriera e ad eti inoltrata. Per dare al tes to cli Plinio un scn• so almeno relativam ente accettab ile , occorre pen• sare che Plinio pe r pr orura/ or intenda non la stessa perso na concreta, ma. in ge nere il fun– zionari o di Bizacio . - Ad ogni modo, la Cirenaica nel testo lii Plinio no n c'è : essa è dovu/a /111/a all 'ini: ialiva perso,,a/e dd/'on. Torre, o de lla fonte a cu i l'o n. To rre hil a11into con troppa legger ezza senza controllare il testo. 2.0 Se alcun o, le ggend o sul Corri ere tiell a Ser a che Bizncio è « all' est di Tun isi •• ha ere• dut o che esso sia in Tripoli tania, e pe rciò si è confermal o ne lla opi nione che la Trip olitania è una 11 terra prome ssa », - costui sappia di es• sere cadut o in un gros so errore. La BJ1::are11a aveva per c.tpitale Jl,ulrume/u m =- mode rna Susa, a sud di Tu nisi, e finiva al golfo della piccola Sirti, e non arr ivava neanche all'attua le con fine trip olitano. Essa aveva a sud i Jl dx ues, che occu• pa vano la regione presso la S)•rli s 11/t'nor; ad est il mare; a nord la Zeugitam1.,,,territorio di Cartagine; e ad ovest la Numidia. Si vedan o; Co,-pu.s iuscri• pliom m, la/i11ar111u, \ "lii , 1 introd uzione; \'III , 2 carta in fine del ,·olume ; Ku-:1•1-:RT, Lekr buch der a/!e11 C-eograplu"e, pag. 216; dell o stess o aut ore l\"arlagisrlles Afrira: )l o:u'.\ISE~, Proi·in– d e ro,11am·, ta v. second .t (1). Dopo di che non ci sarebbe più bisogno di discutere la traduzion e dell' on. Torre: escluso che Plinio abbia \'Oluto mai pa rlare della Tr i• politan ia o della Cirenaica , l'all ernzione çerpe – trata clall'on. Torr e sul testo pliniano è e \'itlente. Ma non sarà inutile co ntinua re ad ossc r\!are, a maggio r glo ria de l nazionali smo italian o: 3. 0 che in latin o spiga si dice spica, arist a ; e Plinio non d ice che d.t Rizacio fu i1wiata pri– ma una spiga (spira, arisl ") con 400 e poi una con 340 chicchi di grano; ma fu inviato una ,·olla un ce1>10 di 400 i:ermogl i (ce nn ù,a), e un 'altra un ceppo di 360 ste li (slipulas) nati da un solo ch icco di grano. I.a cosa , dunqu e, è più.... grossa nncora di «1uella, che l'on Torre ha mess a in circolazi one; è tanto grossa che lo stesso Plinio stcnt:. a crederci ~ sente il bisogno di ricordare che ci sono prop rio de i documenti scritti ad a~tesla re il fotto: 4.0 che !'on. Torre, mentre ha tra sformati i J[ermo.~1; e ~li steli in chicchi di gra no ap– part enenti ad una sola spiga, si è guardato bene dal riprodurr e le espre ssioni <li du bbio , con cui Plinio circonda la su.. afferma zione e quasi ne rifiuta la res pons;1bilità (allora l' Italia • l'e lmo di Scipio • ce l'ave\'a da\'vcro su\1a testa, ed ave ,·a anche .... la testa ). Da qualunque par te, dun c1ue , si osserv a la traduzione data clall'o n. Torr e del pas so di Pli– nio, no n si può non riconosce re che rara mente nella sto ria delle interpr etazioni tendenziose si (1) v,a lutt i cli ,torici n1oder ni, il solo Da Ruocc■o, Di– :.it,,,,,ri, ,J1°rr•Ji~o. I. 103,.5 µe111a t ho e prob:abilmcn to •, • ia ua cerio tempo , , la Hyuc:ena abb ia fallo parie t1'11MiNi1trA.• tinlNllnl, della Tfipoht 1nia; n1a non dta nen una fonlc io appou lo della ua ipote ,i. Ad osni modo, la questiono i: ia– difreren to per l'on, Torre , il quale ponendo Uiu cio • ad est di Tunitl • f1 na1te re la. fAha credenu cho per Tuni■i 1i deb• ba intende re in sent o l:u10 IA Tunisia (ad H t di Tunisi in ,e nso , 1,euo c"ò.... il mare ), e lancia co,I Bi11cio nella e terra proaien a • 1ripolllan1, 15 è avuto un caso di .... tradi mento più enorm;) di questo . Qiitl che c'l di vero 11 PIia io. Butt ato nel ces tino, come si merita , il testo pseudo-p liniano mei,;so in circolaziòne dal Cor– rie,-e della sera, che cos a dob biam o pensa re di ciò che scrive Plinio ? É po ssibi le ass umer e il tes to a·utentico di Plinio come doc umento d i meravigli osa fecondi tà natural e almeno per qu al– che p:ut c della T unisia , in modo che i nazio– nalisti possano perme ttersi co n esso un alt ro er rore di generali u;1zione, estendendo alla Tri– polita nia una noti zia, che sia esalta almeno pe r un distretto della Tuni sia ? Non è possibile neanche qu esto! Nel testo di Plinio, la prod uzione normal e delle lerr e di Bizacio t: del 150 per uno. / due i111i da 1/i srado so110 sia/i f alli ;,, a,mi di fe – co11dilà eru::io 11alt!. Inoltre, lo stesso Plinio, allorché in principio del libro V della N alura lis kisl oria parla un 'al• tra volta di Bizacio e ritorna a dir la regione di stra ordinaria fertilità ( « regio fertilitalii exi• miae •) , dice che la terra rend e, non il 150 per uno, ma il 100 per uno (« cum cente sima fruge ag ricolis foenu s red dente terra •). An che il 100 per uno è un bel rend imen to; ma non è più il 150 per uno del L. XVIII, cap. 94. Plinio era piutt osto.... giornalis ta : raccoglieva le notizie da <li\'ersc fonti, e le me tteva ins iem e senza cri tica . Perciò va ad opera to con molta diffidenza , caso per caso. E no n d i rado si con• traddice con sè stesso ed è contradde tto da al– tre fonti . Per es. i campi leo ntiui, secondo Cicerone, che fu questor e - cioè, diremmo noi, ricevi – tore ge nera le della Sicilia - rendeva no il 10 per uno, e non il 100 -per uno ( Verri11e. 111, 47). E que sta è anche ogg i la produzion e CO• mu ne in Sicilia. E oggi la Tu nisia, anche dopo trent 'anni di colonizzazione europea , cioè dopo che le meravigliose ricchezze natur ali dell'an ti– chiti dovrebb ero esse re \'enute alla superficie per la disparizi one del rO\'inoso do min io poli– tico musulman o, dà un prodotto medio inferi ore alla produzione med ia de lle più ingrate zone granifer e italiane ; co me ha dimo strato I ' Ei– naud i (Rif orm a sodal e, ott. nov . 1911), riclu– cen do alle loro prop orzioni reali i e frutt i stu• peface nti ». che Giuseppe Betione aveva novel• lati sulla Slampa . Nè si ha notizia di terre tunisine, che sia pu re in \'ia d1 eccezi one pro• ducano il 100 per uno o qualcosa di sim ile. Quan to ai 400 o :i6o germogli o steli rampo!• lati da un solo chicco di grano, non è imposs i• bile, tra tta ndosi di numeri ,che sia avve nu ta in es:,i <1ualche alterazione nel r•assare da un man o• scritto all'alt ro. Qualche anti co editore, per e!'l. l' Jl ardouin, ha credut o di do\'er ridurr e i 40.::, germogli a .;o. La tradu :r.ione fran cese d el li7J lascia i num eri, quali si trovano nei man oscritti , ma ossen •ll. in 110 1a che forse c'è in essi c111alche esagerazione. I~ \'CrQ che e' è in compen so un corretto re a man o del cod ice Leide nsis, che ha soppre sso il poro mo.o (« pau cis min us >) ed ha lasciati in cifra tonda tutt i i 400 germog li. Si vede che era nazionalista e triv.olino ! Dalle ossen·.tzioni, che prece dono, però , sa– rebbe avventato to~liere proprio ogni cre dit o alla notizia racco lta da Plinio: « Che un solo chicco - ci scrive a c1uesto pro– pos ito un ag ronomo compctentissim o, il profe s. sore Eugenio A1.i111011ti - d ia luogo a 340 culmi portanti spiga, mi par~· ben <lifficile per non dire proprio impossibi le. Può esse rvi eq ui• voco dal fatto che usas i nei pa esi · meridio nali, anche senza uscire d' Itali a, fore una coltura dei ce reali « a buchette •· Cioè si mett ono più chicchi entr o una buche tta aperta con la zappa, e così si semina lutt o un ca mpo , an zichè « a ,·olata • o « a spaglio • come nella gra nde coltura solita. In tal caso può da rsi beni ss imo che da una buchett a si abbiano 340 culmi, per• cht! 3-4-5 cariossidi riunit e e fortemente conràdi– cate possono dare la illusione di 1111 accestì· ment o proveniente da un solo chicco {I ). Circa la resa del cc 11!.J per 11110 è un 'a ltra il– lusio ne o eq ni\'OCO che <lir si voglia. I pu– gliesi, che sono av\'ed uti, non dico no che hanno otte nuto tante sementi , dicono che han no pro • dolli tanti /omo/i a z•crs1u-" (misura di sup erficie) , e ne seminano qu antità forli per unità di sup er• licie. Fuori cli Puglia, si usa irrazio nalmente dire che il gra no ha prodotto le sci, le sette, le otto, le venti sem enti ; nrn se non si ind ica contem– po raneam ente la quant ità semina ta per unità di supe rficie, è una lustra . • I veatunmll• pa■upertl. Questo non è che un piccolo ese mpio delle minuziose caut ele, che occo rre adope rare primn Il) Xon bi~oea a dime.ticue che di quei 100 o 300 ç11r ,i1t,. gli o ,tel i nati ds un iulo chicco, 11 Plinio aon ci dico qunli fon ero coronati da spighe e quanti c-hicc:hi port in o ci11cuna spie• • Il thlcco di eran o p,odnce 1rmpre, intorno al 11uppo drgli 1teli hu1tiferi, un coito numc110 di steli butar dl, quelli cbo i coa1adini pugliu i chiaiun o 1s ~ li,.:liuolan1a •. Il &rand e a• mc,o di f U"'"t li o di 1lrf i , dunque, puU ,ol er dire iulo, per un" buona pu le di cui , un111r11nde i1u1111itl ,Il•.., P•~IÌA,

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