L'Unità - anno I - n.3 - 30 dicembre 1911

L' U N I TÀ Il servizio consolare italiano in O riente. Alla Consulta è man ca ta sempre ciel tutt o una \'e ra trnditio ne d i Politica orientale; la Consulta non ha mai comp reso c1uali \'an taggi da ll'Ori ente si pote\1ano trar re: ed hn dato conti nue pro,·e d ' ind iffere111_a, di apati a, di \'Cra e propria igno– ranza dd le co nd izioni cli <1uelle con trade. e ignora nz.-, qui1idi anche elci rimedi coi q uali oc– co rre po rre argine .1i nos tri er ror i pass;-iti. i\ ess una nazione ha m·uto t:mte opportunità. t:lnte occasioni propizie per una penet razione civile in Oriente quanto I' Italia. 1\ello stesso tempo dobbia mo purt ropJ'O anche riconosc ere -che nessuna na zione quelle occas ioni ha tanto trascura te cd ig·norate. l't:r~ino nel bre\·e corso de lla mia esperienza perso nale posso ricordare quant o l' influ enza italiana, specialmente nei port i del Medi ter raneo, fosse una de lle più se n– tite e be nefiche. I.a lingua ita liana era uno dei mezzi prescelti di comun icazione tra le \·ar ie po1>0lazioni del Levant e. (; li italiani. forti di una tradiz ione molte \·olle secola re. erano cir – condati eia un ambient e di simpatia e , in alc uni centri pop olosi. come per ese mpio Alessa ndria , il nucleo italiano era uno d i quelli dai qua li ir– radia,·a no le co rrent i più progress i,·e e be11efiche -dell'( )riente. A tale condiz ione di meritat o pri\'ilegio si .aggiungeva anche il fatto assai important e del num ero <lei nost~i opera i che co pri vano l' Asia Minore. una pa rte d ella Siria e rnr ie parti del- 1' Afric:1 se ttentriona le, per i grandi la\'ori pub– blici, co me costruzioni di case. di ponti, di strad e e di ferrovie . Gii italiani sono stati i maestri in tuttt: le arti e specialmente nell 'art e mu raria, e nell' esecuzione dei grandi la\'o ri pu bbli ci coi quali si trasformano le condiz i_oni •eco nomiche di una nazione. Gl i italiani. de \·o :mche ricordarlo, sono stati i mae stri dei solda ti turchi e delle schier e di operai indigen i che hann o costruito la famos a ferro\'ia alle città sante di Arab ia, che fu il so – gno preferito de l cadut o sultano Abdu l Hamid . Ora. di tan ti prezios i \'antaj? gi, di condi zioni •co si favorevo li e liete per il nos tro paese , alla Co nsulta non hann o te nuto alc un co nto. Tutti i vanta gg i che avre mmo potut o trarr e da tanto natur ale pri\·ileg io sono stati , un po ' pe r \'olta , irrimed iabi lmente per dut i. La posizione che a\'e\'amo noi è stata pres.'l d a altr e nazioni pii) intrap rend enti ed energic he. a\·ent i una politica orient ale chiar a e dec isa e sen ·ita da funzionari più ener gici meglio retri– buiti , e meglio adde strati per il mesti ere al quale eran o desti nati. Ogg i dobbia mo constatare questo fatto dolo– roso per l' Italia. Essa è. nella conside razio ne d egli orie nta li. l'u ltima delle cos idette grand i po tenze. Tal e i: la pos izione morale nella qual e ci tro• viamo dinanzi a que lle popolazioni, che ci esa• min ano e ci giudi cano assa i meg lio che no n ~i creda. La Co nsult~. nei quara nt'ann i da che ger isce la politica estera nel nos tro rac se , 11011 ha mai co 1111>reso la diOCfenza esse mda le che corr e tra il ser\' izio consolare e diplomatico nei pae si civ ili e quello nei paes i ~emicivili co me l' Oriente. La burocr azia del Ministero ha im maginato un tipo di rappr ese ntant e nostro all 'es tero, un tipo unico , ne ha fallo un sol conio ed ha credut o di 1>0ter far circo lare nel mond o q11e!,la moneta o diploma tica o consolare nell'illu sione che po– tesse a \'er corso ei,.:\mlmcnte legale in tutte le parti del mond o. E quindi t! c,,duta in un errore C\'idente come .quell o di co nsiderare che un posto a !\"ew York sia l'id entico che a Dama .sco, che Buen os Ayrcs cqui, ·alj,!a a Td 1eran ed al Cairo : ed in• vece chi conosce anche su1>erficialmcnte i pro• fondi di\·ari tra Oriente ed Occide nt e clon:i. pur riconosce re che occor re un a di\'ersissima coltura nei nos tri rn1>prese nta11ti. Le loro funzioni in nn p,1csc civ ile so no molto più facili, molto più consone :lii:\ educazio ne tecnica che si esig"c dai nostri rappr ese ntanti co nso lar i. \ 'i sarà la questione dei li emi~·ran ti, il l;wor o sari1gra\ ·oso. molesto, ma è un la,·oro al qu ale anche un abile impiega to di uno qun• lun que di nostri Dicasteri può facilmente sup– pli re con una bre\·c prcpar.u:ione . Per questi consoli dunqu e I' bt ruzione che si esige con gli esam i, è pili che sunicicntc . Ma quand o \'Cniamo alla rapj>resentanza nei paesi !'iemicivili . nei paesi (Jt1asi barba ri. la pre• par azionc loro è ass.ii incompleta , del tutt o de – ficie nte . I.a funz ione dei consoli e elci nos tri rap pre – sen tmll i in paesi 1>0eo ci\"ili, nei ,111ali !,i intenda seg uire nna poli tica :1bile. prolicua e cosciente , ~è :issa i pi1) diflicile e dl·licatn che altro\'e . E,sa richiede nei nostri rap prese ntanti una dispo, i.tione di animo é di s1>irito tutt a speciale, t , corre in un ce rto modo 1111 \'ero sen'-Odi •'J>O· stoht o nel se r\'ire il proprio p,1ese. Bisog na sa– pere pe netrare nello spir ito delle popola7.ioni, comprenderle. mostra r loro un po' cli simpat ia e cosi compCnetr:m;i con l'.inim.i loro e strap • pare ad esse litici seg reti che esse tengono sem– pre ge los amente nascosti a noi e mercè i quali noi pos!<-iamo sapere qu.1li sono le loro aspira– zio ni, qu ali i loro bi,o ~ni e qui ndi subentr are noi a · pori;:-ere. sia nel campo morale sia in quello economico . que lle utilità che ad esse ma ncano e che noi potr emmo forn ire. :'\'e \'ie ne per consegu enza che un buo n fun. zio nario de lla Consulta. che può essere un ot– tim o co nsole a ì\"cw York. a Uuenos r\ yres o a ~lar sigli:i, rie sce un ra pprest ntant e de l tutt o inefficace e forse persino noci\·o. se è t raspor– tato in un paese d'O riente. Iv ho conosci uto molti consoli. ho ammi rato le loro grandi quali t:i. mora li ed intellettali ; ma alla mia amm irazione per essi, alla mia ricono– sce nza anche per la loro cor tesia, ho do \·uto anche aggiunge re un senso di profondo ramm a– rico nel vedere che uom ini cli tan to \·alore si trova ssero, in posizioni tanto diOicili, disad atte alla loro coltu ra, molte volte impotenti ad ag ire, sprecati, sperdu ti in un mondo che ess i non in· tendeva no e non app rezza\'ano . Affermo questi fatt i dolorosi senza spirito di parte e senza esager azione: mi tengo ai semp lici fatti : co me pro\'a mi bas ti desc ri\'e re bre\'emente quali sono le differenze essenziali tra la rappre – sentanza nostra consolare in Oriente e quella degli altri paesi. Chi \'isitasse una gran parte dei nostri conso– lilti in Oriente , sarebb e colpito dalla tra nqu illità che regna in questi uffici, dalla sca rsa afttuenza deg li ind ige ni, dall a ignora nza nel maggior nu • mer o de i casi nei nostri rappresenta nti della lingua del paese e da l fatto singolare che i no• stri rappresentan ti vivono tra gli abitan ti in uno stato qu:asi di isolame nto morale, com e goccie d' olio so pra uno specchio d'~c qu a. E questi funzionari si sentono perdut i, fuori del loro ele• mento, sono scoragg iati dalla bassezza dei loro stipendi e non sogna no che una cosa sola, il ri– torno in 1>atria, per fugg ire dall'O riente per essi luog o di esilio e di pena . Lo stesso mini stro degli esteri, nella pe nultima discu!-sione del bilan cio degli affari ester i, ricordò la ritl'osia mostra ta da alcun i suoi d ipendenti di and are ad <tSsurnere alcu ni posti in Oriente . Se ci rechiamo invece a \·isitarc i Consolat i di altr e nazioni, co me c;u elli della Germa nia , dcli' Inghilterra e clt:lla Francia, assistia mo ad una 5ccna totalmente di\'er sa. Il rappr esen tante stranier o è in continu o contatto con la pop ola• zione. !'\cll' anticame ra di lui si affollano gl' in• dige ni a port.tre informa zioni ed a chied erle. li rappre se ntante di queste nazioni molte \'Ohe è uomo di larga coltura e di vivace int el– ligenza, il quale hi\ fatto studi :--peda li per ser – \'ire il suo paese in Urie11te. Ha interpret i e funzionari della stess a sua nnzionalit:i.; e tale t! lo spirit o co n cui serve il suo paese che in molte circos tan ze, invece di a mbire il ritorno in patr ia . am a ded icare le ore di libertà ed i mesi cli con• geclo in \·iagg i ed in studi dell' Oriente . lo ricorderò che , per ese mpio, il rappre sen– tante della Fran cia a Bagda d é un \·alente as– sirio logo ; che rapprcse nt;mt e inglese :1 ~lossu l è stat o nel pass ato un famoso archeo logo e poi è salit o al i:rado di am bascia tore cl' lnglulterra. a Mru.lrid; che a Damasco un con~olc in1,:lese C stato un ce lebre \'iab'l(iatore dell'Afri ca: che il \·ice-console tedesco di una città della Palestina è co nOSl iuto nel mondo dei do tti per una ma– gnifica car ta geo J,:rniica di una p.irte de lla Palt!– stina, e via dicendo. Potrei continu are senza fine ques to elenco . Ma pcrchè mai le nazioni es tere h:mno questo prezioso pri \'ileKio sopra la nostra? Per la sen.1- plicc rng"ione che le loro aut orità ha nno richiesto ai propri rap pre-.entanti diplomatici e consolari, una spec iale e raOinata coltur a : hanno fotto una cernita assai se\'era dei concorre nti ed a tutti han no co ncesso l:rnte ed abbo ndanti retribuzion i altam ente app rt zzando i scr\' iJ,:i che potern no re ndt!re. 1•:-.si hanno fondat o scuole speciali. ga rentendo l'a\"\'enirc d i quelli che ne e:-.cono dopo le debi te prove di esa me arruol an doli nel ser \'izio de i Co nsolati, sia nella \'este di rappr ese ntanti, sia nella \'este di int erpr eti. E cosi sono nate le i,:-randi sc11ole prepa r.itorie di Parig·i. Lond ra. Ht!rlino, \ ·ieuna , cli mondia le rip u1,t1io11c. :"\oi null.1 abl,iamo f.ttto in (lt1e, to ~t ll 'iO . A\"e • \·amo a :'\'apoli un i:-titut o di fondaziont pri,·at;1 che 110 11 è mai cos tato un sol do al Governo e che , se il Go\'erno a\' CS:-1:a\' uto la buona \' O • lontà di agirt: ed a\' essc a\'uto la coscienza di una politi c" ori entale, ;::ià da lunj!O tempo si sa – rebbe potuto tra:-formare in una \·era fucina cli Consoli per il ser\'izio in Oriente. In due occasioni ho im•istito pre!<-so l'o n. mini– stro della puhblica istruzione, pet chè si pon esse fine ad uno stato di cose che orm~i di\' Cnta Cjl1asi \'er;.:-ognoso : ed il ministro della pubblica istru– zione. una prima \'Olta, mi rispose d ':t\"er telc- 1,:rafa to .... al ministro degli este ri : e, una seconda \'Olt.t, di a\'e re nominato 11na. Commi ssione . Ep – pure bastuebbero pochi minuti di attenzione per concret.ir e un piano di riforme mercè le qu ali si 1>0treb bero trarre a qu ell' istituto le mi– gliori energie ed intellig en ze del paese: quell i che hanno la pa ssione per l'Or iente e che sareb – bero ben felici d i ser\'ire. ad un te mpo, la pa– tria e colti,·are i loro studi. Allora noi avre mmo, in Oriente , rapp rese ntanti che si tro\·ertbbe ro. pe r coltura, spirito e sensi d'a1 >0stola.to . nelle stesse condizioni dei rap presen rnnt i esteri. con sicu ro e grnnde ,·antaggio de l nostro paese. Da più di \"Cnticinqu e ann i abb iamo le colonie dell' Eritrea e del Benadir . In <1uelle colonie abb iamo popolazioni di varia cultura , di varia lingua e di vari costumi . Abbia mo persino pr,e– teso. duran te un ce rto tP.mpo, di esse re lo Stato protettore dell' impero d • Etiopia: ... In quelle co lonie mandiamo go\·ern atori, im– piegati, giudici: ebb ene, non abbiamo ma i com– preso che per ad empiere con profitto alle loro man sioni, ai nostri funzionari occorre un a spe• ciale cultura : occo rre che es:-i co noscano la lin– gu,1,, i costumi , i bisogni di c1uelle popolazio ni. Kon l'abbia mo mai cap ito'. E, da questo stato di fatto , che ri\'ela un singo lare stato d' inco – scienza neLdicastero degli esteri, sono \·enute fuori \'ari e circostanze addirittur a comiche. Se giunge a Roma , per esempio, un doc u• mento in lingua am arica , alla Consulta non \' 't:' nes suno che l' intenda ; ed allora i funzionari debbono corr ere per la città , chiedendo in ele• mosina ,, <1uakhe profe ssore cl'un i\'er sit:i.. di de– cifrare l'ostico enigma orientale. A\'v enne, non molto tempo fa, che giunges se a Roma un document o turco . I.a Consulta \'Ole\"a a\·erne la tr~cluzione : ma non se ppe trovzr e un tradu ttore. Chi lo tradu sse? l."amha'-f'illtore di Tu rchia ! Cosi, alla Co nsulta \'enne una volta l' idea di comporr e un codic e colo niale, non si sa nè co• me, nè perchè. Delegò du e \'ale ntissimi giuristi a compi larlo : ma, nel fatto stess o d'a, ·erlo com– posto , i du e egreg i uomini si accor sero dell 'inu. tilità assoluta de l loro lm·oro. L'"ncodice uscito teoricam ente dal loro ce n·ello, non 1>0teva mai adattar si a popolazio ni che, da millenn i, a,·e,·ano partico lari tra dizioni soc iali e giurid iche; e co– loro stess i che compi larono il codice , nelle pr i• me parole della loro relazione , dissero: • il la– ,·oro che abbia mo fatto è 1>erfett:1mcnte inutile ». Sicchè ogg i il tCsto gia ce nej.:'li :lrchi\'i del ì\Ii– ni~tcro ; e la fat ica cd i dana ri in esso impie– gati sono stat i ge ttati al \'ento. Qua l meraviglia allora , se le nos tre colon ie si trovino a ncor oggi in condi zioni dir ei ciuasi CO• matose e se , dopo 25. ann i, esse non si siano 1>0tut e sollevare dalle condiz ioni in cui era no prima ? So no an cora passi\'e, e sa ranno passive pe r molti, moltissimi anni in a\·\·cnir e ! Il Dicastero deg li esteri ha a\'ut o sempre un orrore istinti vo per la specializzazio ne dei ser• vizi ; l' ha av uto non già ncll' interesse ge nerale delle nostre relazio ni estere , ma pe r ragioni emin entemente mesc hine di organi ci e di pro– mozioni . E ,1uind1 ha comm esso qu ello che a mio modo di \·edere è stat o un errore gra vis• simo, l'abolizione della carrie ra interna al Mini– stero, abolizione fatta per ragioni che io non vog lio i:1dagar e e per cui la Con sulta è diven– tat a una specie di cam1>0 aperto da tutt e le parti , dove i nostri rappr ese ntan ti, age nti dip lo– matici e conso lari , \'a nno e vengono co me fosse una gra llllc stazion e ferroviaria.... E quindi viene a mancare (1uella che è forse una de lle do ti più prez iose di un Dicaste ro di affari es teri, ,·aie a dire la tradizione diplomatica . Questa noi non l'ab biamo mai an1ta ed ora meno che mai. (1). L~ o:-.,-: C,\ f-:TA:-.1. (1) Da 1111 discorso promme;n/o alla Camera del drputati il i Gi 11g 110 1911. A i prossimi 1111 1cri: Erodott o e Plin io nazionalisti. li An archia di sta mp a. ci,; lur u g u;lo r,m orr/Jiu a/k 11to h, Jt,m,pa quolitl;a11t i/frh'a1111 i11q11rsli ulliwi Ire>mrsi , 11J11 puo 11011 a;•ere 110/ali 1[/i sbt1l:i . /1• i11r,1t·re11: t . k ro11/radi::io11inmlim u Ji·11 /' indiri::,::o di tm 1rior - 110 ,. qudl o dd/'allr o. P,:,· 1111asdti ma11a /111/i,l[ridt1110 rht bisogna orrnpa r lt· isole dl'll' lùrco, bombardare .. \irlonirro e Sm;r,,e, Hd uro r/11· (I(/ 101 /rall o lulli . rhi pri111a, rhi dopo, si ml'll ontJ am soh·,111t artt:11/0 a pr odamm ·t· rhr di dar uoù, t1/I' 1:;f!t'(J, a .'ù1lo11ir• ro, a Smin u: 11011 , 1 il ,~,so. J.Jisog 110, im·ere. for -;an · i /Jllrdand li . .\'issi– g 11ori. P,· · to ut ;,, ,,.,. ,, u lliuw mr i /Ja rda11dli so110 f ari/i a f or :a n ·. snrmm o fo r:ali. so110 gùi f or::ali. - 11/11 bt·,, pra to anrlu i l)a, ·dt111d/i t heue lasriarli ;,, paa . Ora si .:·tr al Cairn11. 'liti/ o i /n-011/0. Ci .souo tw rlu:1:li automobil i. -~ Grne:·a 11011ri arr it-n in .:•enliquttllr ' Ol't' , hisoj!'mr ,·irh iaum, ·lo 01011si dire rosi, j>t'rrlti • 11011.si ;•twlc lurl>a,·c lo u11n11imilà 11a:io 11alr. t' si i•uo/ lasciare al gcn:eruo la ,·espo11sa– h:'lilci e I' iui::iali: •a " ma si fi , rapir e du li uu.-•a doz•reMc rssrre pi11 ... roragJrioso). - (]ua11d'erro sia mo i11fon11ali c si dimost ra come qual111t 11te al Car ia,, a11dn· mo i11pr imm•,.,-;r, qu,wd o più 11011 pi o.·t r,i. Ogg i lulli g-ridan o 111orlra/l '/11a lrfo, t' do111aJti se la prem/0110rolla Francia. Ieri. /' orrupa=ioue di .\0111111 era 1111a briao 11ata ddli1 " perfide, .·li • bio11r " : OJ[,ri i una prot•tr di ami ri=ia ronlial e. Spie.e-are qursti firlli roi bisog11i ronm1, ·r.ia/i dt·i g ionta listi . rlu· debbono dire qualr os,, o.c-ui :•e1iliquallr 'on : per rarrolla, le pala11rltc del pu b• 6/iro, e ron /11 i11collurn rh,: impr disu loro di re11de,·si ro,J/o dt'gli assurdi dipl omaliri r w ili– ltrri rht :•ia :-ia md /0110 in .~iro: - 11011 t' sp it·· ga ::io,,c suOirit'llte. Il Con r110 rlte / al - Questo ,~ 10,0 tll'i pariti rasi, i11rui il Co:•e,·110 dez·c f are, per cr•ilare rl,,. Ili opin ione /ml>/Jlira sitr so:n·r rilala da aspcllc1- lh•e a cui 11011,-iJpo11dera11110 i f alli , e sia ro11- do/la al punt o - rom ·i: atvn tulp più :·o/I,• ;,, 911esli 11/l imi mesi - da ro11sidera,-e romt insur• ressi e sro11fil/e le optra::io11i 11011firll e e le- /u,/ . tag lie ,1011 im/Jt'g'1talc. Più rl,c serra,·,: i .irior 11ali am la rc11sura. il Coi•en ,o in queste ,·frr"ost,m::,i dct 1 t' dinj en ; suoi g iornali, in modo rhc 11011r,·eùto ,mo .flat o d'a• · uimo pc,-iroloso alla stessa poli/ira del Cot'l'nt o. - I i:-ior11a/isi sa; ,,0 11 posson o r,i:•cre St'11:adir e ro,·hrl/c,-ie. Torm nl Co;•t'r,to i11dira,·e :·ia da ai gi ornali suoi la di,-e:i o11e /u,,g-o la quale dr.•0110 s:•il11ppal'Si lt rorbellerie. I l Coz•en, o noslro 1111 compre so 9ueslo suo do– :·u·c fo 11damc11/ak I Oflpur e il primo ad aSl' re disorien/al o I proprio il (/or•e,·,10, e ,,iz,cesso j,t·r il primo di il/11sio11i, c dti ai Kio 1·11alisuoi i,,diri: : i sbag lial i, e O,{!"lli ra111t,iamc11to di posi: io11r dà g-ioruali quolid itwi ,i il ·st'g-110 di di{lirollà rltt· il go:•cnt o 11011p,·1·;,.•t·dc.•a, al/orrhl spinKn•a ; 1rior- 11aliper Jlllll de/t'rmina/a stradaI Oppm ·c rsislc OKfi i111/11/ia tm Coz•er110 ba,,. rn, ·io im•isibile, più polo tlt· dd (:o,•e,·110 po/ilir o : 1 isibilc - il qmrlc C:o:•,•n,o i11l'isibilc di,·i';:t.·molli 1rio,-,a/i quotidiani secondo 1m pr o1:-nm1111a pro– p,·io. rlte 110 11 , 1 q,ud lo dd G'ovt'l'IIO, e rltt: a rca m si di imporrr k pmp, ·ù· 'Ndute al (;oz,en u>: t· g li sbal:i e lr ro11/raddi : io11isi dcz,0110 .fj)ieJ!nrt: ro/ fa i/,, rlte il (:ove n, o /1111,rori CJdti de.srli impu lsi a r1'i il Co:·cn to pol itico se,tle di do:1t'r reagire mrg-lio rlw può m:lla a:iouc di rui t.1 ,·espo11sabilt: e a11dllto a mcrlr 111lt 11/trli,•o, su/Jilo il Co:•,:r,10 in. •isi/Jilr 11e o,'")!tm i:::1 1111 alfro I Quale dtl lt.-Ire t'polrsi sia la buo11a, lo sapn . mo f ra :•c11tiri11q11c a,mi, trllorrltè romi11rcra11110 ad essere J>uhblirnli i doru mt nli ,li q,u·sli 1rior11i. Quale rlu sia prrnltr o la ipole.,i n ra, questo t' rrr lo rhc il uoslr o pacs,•, sc/J/Jenr abbiit f allo J>ro,rrcss i imm c11si speria /11,rnlc ;,, quu li ullim i a1111i, ; aurora assai /011/0110datr tsure pr opri o he11c o,')r'a11i::alo. 1-,.· 11011sard re,•/o lt1 111 )[ue,·ra ,•illorioJtr 11, rltc r1·ur ii i11 11oi prr mi,·arolo le all itm/iui orxm 1i;: alri ri , rl,e ,mrora ri 111att( r110: ess,: 11011 possono ; 1 c11ir rhc da ,m ltmoro ronfi• ,wo lt:nare di 1111/(liornmrulo inld /dlua/ r. e mora – le di n'fo nm · a111mi11islrnli -;•ce poli/i du i11/t.,-11e. Del l'oramai famoso Enn io Quirino Alamanni, morto, resuscilato e mut o se mpr e co me un .. . morto , ritorneremo ad occ uparci 11011 app ena sieno cond otte a term ine le ind:igini da noi in– trap rese per controllare seri:imente le notizie messe in giro in qu esti ult imi gio rni . Coloro che si intere ssano di que ~ta curiosc1 mistificazio ne crispino-tripolin:1, 110 11 perdernnno nu lla dall' att esa . K· s.

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