L'Unità - anno I - n.1 - 16 dicembre 1911

il vi>,d lc contr ollo della Fcdcrnz ione ~i \'i<lc ca– de re in bre"e tempo tutto un ,i--tema di abu si che erano sembrat i finora una necessità dolo– rosa <ldla funzione scolastica. Ma poi . an ·enute le prime conquiste econo– m iche e ~iurid iche. l'an ima de lla fede razione si sdoppiò: ritennero },:'li uni che si dO\·esse assol– \'Cre il deb ito ass unto \'erso la nazione e fornire ad ess a gli elementi per la rifor ma della scuoi:\; C"edette ro in\'ece gli altri che quel progm mma fosse un inutile perditempo cli i;:ente sodd isfat1.1, e che si do ,·esse ripr endere subito un.1 m1 0 ,·.1 lolla per pron ·edere alla sorte de~li insegna nti pili miseri, che dalle prime conqui ,lt' ern no sta ti poco a\'rnn tagg iati . Pre,·alsero per alcu n tempo i 1>rim i. e dalla loro \'ittoria derh·ò tutta una fior itura di stud i, com•eg nati in par ecchi volumi e nelle discussioni d i du e interi congress i. Può anche dar si che si sia da alcuni cad uto nell'er – rore di credere che un'o rga nizzazione di eia!-• se, sorta per ra~"ioni economiche, potesse per qua lche ann o tras forma rsi in un comitato di stu– dio; lorse le discussioni teor icht: e i progett i ,li riforma co mpleta po~sono esse rt: l'o pera di in• dh .idui, non di a.,-.ociazioni che abbi ano scopi pr .,tic1 e combatti, ·i : certo i sostenitori della ri, forma sco lastica o ffrirono buon j:iuoco agli av– ,·ersari di ogni prog r;unm a che non fosse di im• mediato mi;;lioram ento ~conomico: il fatto C che quant o più dn una parte si insistev;i nella tatti ca idealista (In quale nvern anche il ,,nnt a).:"gio tattico di render e aut orevole e rispeltatrt la Fed erazio• ne), tanto pili si acce ntuava dall 'altra il più greno e miope eJ,:oismo cli classe, in ge nte inetta ad intuir ogni finalità ampia ed elevata e a vedere gli aspetti idea li e polit ici dei prob le– mi che conce rnono interess i anche par ticolari. Il lrloa fo del partlcol1rl1mo . L' eJ,:oismo di classe s' i111piccioli poi in parti co– lar ismo di catcKoric, di grupp etti, di perso ne· genera ndo c1uello stato di disorientamento ge• nera le e di disg reJ,:azione, che si è manifestato in forma tanto acuta in questi ultimi mesi. Comitati e sottocomitrtti sorti ad O).:"ni istante per generazione spontanea e intesi soltanto a sostenere ad esclusio ne di ogni alt ra , questa o quella causa di interesse pa rticolarissimo e de l tutt o continKent e , si sono posti ;1 sollec itare i deput ati dei più svariati colori, hnnno tenuto co ngress i più o me no au tenti ci, parla no e seri• ,·ono (sempre - s'i ntende - in nome dell'in• tera classe de i profossori), a,·an7ano propo ste e richieste illogiche e contrndittorie, iniziano ca m1>agne rum orose che abb andonano po i co n la stess a legg erezza con cui le lrnnno iniziate. A quello spetta colo indecoroso poch i soltan to dei mi),:"liori hanno tentato di resistere : i più o non hnnno saput o rifiuta re la loro ades ione al co mitat o, che diceva di propu).:"nare il loro in– teresse immediat o, o. pur \'Cclend o l'error e <.li questi metod i. hanno preferito tncere. Ed i Con– sigli Fed ernli. di fronte al rum ore di pochi e al disinteress e e al lasciar fare:-dei pii,. h:rnn o do– vuto spesso abb andonare la lotta e cedere an – ch'ess i alla corrente. fl:on è du nque da fare alcuna ,meraviglia St: all a serie de lle vittorie così felicemente ìni1.iata è sub,.:ntrata la serie delle sconlille. L'ult ima e la più significatirn s'C avuta a1>pu11to in questi mesi, e merita d'esse re rico rdata. Xclla prima n~ra ciel '910 Kli insei,:nanti de lle -scuole normali a,·cano condott:t una camp aKna ,·ivacissima cont ro il pro~e tto del ministro Cre– daro di ammenere i maestri elemcnlari alle cattedr e cli pecla~og ia, e cli pro,·,·eclerc alla de– ficien za di maestri creand o cor:-i norma li acce– .Jeratissimi. I.a campa.t,:na avea trovato un'eco nel\ 'ultimo conKrcsso federale. ott enendo il con• se nso unanime dei congressis ti, i (Inali a\'e\'ano sostenuto la necess ita di ele\' are il grad o di coltura dei futur i maestri e di non compromet• terc In necess aria rifor ma dd la scuola 1101male -con pro, ·,•edi menti affrettati. Che co:--a sia suc– cesso dopo d' allora nou sap piamo : ma è certo che la legge sui famosi ~mnasi,peda).:"OJ,:"ici fu prese ntata , discussa e :1ppro\':1ta alla Cmnc.-a e al Senato, senza che alcun o dei fieri a,,,·ersMi di ,ess a si facesse più vi\'o, seb bene la loro atten– zione foss.e richia mata :utchc da una polemica sull '.•lz•mJli .' fra la redru:io nc del gio rna le fa\'O• revole nlla legge e un collabo ratore che ne mo– stra,·a i 1>ericoli e i d:mni . Solo più tar di gli in!ooegnanti si :1ccorsero che 5 •c,a dato un gra,·e colpo :,Ila loro legge sullo s1:1to 1,:"iuridi co, e che non solo si am metteva no i mae::.tri ai concorsi cli pecla~o1,:in, nrn si faceva ad e~si una co ndizio ne di pri,·ileJ,:iOin confronto dei laun:ati : fioccaro no allora le prote ste con tro il fatto compiuto. ma cncldero natura lmente nel vuoto. Nello stesso tempo in cu i si )>Crde\·a ogni au– torit:'t di fronte all' op inione 1>ubblica cd al 1>0- u .-e ct:ntrale , un segno anche più g-ra,·c di de- L'UN I TÀ cnclo::nza ~i manile stavn nella vita della Fede ra– zione: la perdita di (!lici :-cn::.o di cliKnit:i fiera che a\'e\'a costitu ito la sua mas:-ima forza ne.i • primi an ni, l'a more del tjl:ieto \'i\'ere e della concordin ad o~n i costo. l'abband ono cli O!{ni pro1,o-.ito di elernm ento morale . la de risione e la criticrt aspra. male,·ola. calun uio:-.a contro q uei poc hi in~enui che !ooi os tinano ancor a a 1>ar– lar di a ltro cht: di quatt rini e nd esigere che gl'in segnan ti sie no qualcoM di rnei:lio che dei sistemati ci pian gip;me '-e11.aspina dorsale e senza Il c110 Moodolfo. Ed C proprio c1ue:-t.t la \'era causa de lla crisi. cc,me incautam ente con fessa \';1. sul (:io r11al,: d 'l lt1lù1 del 20 no,·embre. l'an onimo aut ore di un articolo che è un \'ero doc umento di irrepa• rabile mi-.eria moral e. t\è la crisi è scoppi;n a prop rio in conseguen• :m de ll'a rticolo del Sa nna sull ' imprcs.a di Tr i– poli, ma ~i era ri\'elata :\Cuti::.sima gi:\ primn in occasione della vertenz:l Gasperoni-Mondolfo. Questo fatto è troppo caratteristico perche 110 11 sia prezzo dd l' ope ra breve men te ricordarlo. li MondC1lfoa,·ern più che due :inni ad dietro scritto due bre,·i articoli sui .\'110:1i /Jo:1 .:ri per mostrnre In scon\·enienza che fosse presidente d i una organizzazione di classe- (A!-soci:uio nt: de gli in;;;egnanti pareggiat i) e membro della Giunta del Consiglio superiore , incHricatn di tu• telare l'osser\'a nza de lla legge sullo stntc, giuri– dico , un uomo come il Gaspero ni, il qua le nella sua carr iern a,·e,·a ottenuto fa\'OÒ non co rretti ed ille~a li. In seg uito alla 1>olemica che ne sorse. ru eletto un i,:iury. E tiuesto. do po c1uasi un anno e mezzo, h:l emesso il suo lodo, ricono– scend o \'ero contra riamente alle smentite oppo– ste da l Gas 1>eroni. che questi ebbe fa\'ori nella sua cnrriera e. ottenn e anche una promo1.ione di grado non consentita, a1 1.i vieta ta da lln legge ; vero altresì che egli tenn e per qualche mese du e uffici ,·011li1111alivi in du e citi:\ diverse e lontane Uesi e Cese na) senza po ter, natur almente. at– tendere ad nmb edue, mentre pur e riscuoteva le retribu1.ioni relati\'e : ma ha trO\'ato che tutto q uesto può scusars i e 11011costituisce ragione di indeg nit:i e che il Mandolfo ha fatto male a oc– cuparsi di questo genere di affari. Se il giurr avesse {poniamo il caso) nssolto il Gas pero ni, negando, pur contro l'ev idenza delle pro\'e, la \'eri tà dei fatti affermati dal Mandolfo, si sarebbe anche p<,tuto ritene re opportuno e possibile che ognun o si astenesse clall' inten ·e– nire nella \'e rte nza, gia cchè il lodo de l giurr non avr ebbe implicrtto ness una afferma zione di prin ci1>io e resta,·a circosc ritto al caso 1>arti co• lare. ~1a il lodo. cosi com'e r:t, riconosce ndo i fotti add eb itnti al Ga:-.peroni e d isconoscend one nello sti;:sso tempo la sco nvenienza , ,•eni\'a a ncg ,u c tutt e quelle esige nze morali che la Fe– derazione a\'ern cercato di suscitar e nella co– scie nza dei colleg hi e di im1>0rre ai pubblici po teri. ,1uelle esige nze morali per cui a, ·e,·a re– clama to la legge sullo slat o giuridico e dato a questa ba llrt).:"lia, per più nn ni le sue migliori en ergie. Se mhrò pertanto giust:unente al ~ urna e ai suoi collt:g:hi che il Con~iglio foderale non sol– t:mto potess e, 111,1 do vesse intervenire nella ,·er– teru::i. rx:r non lasciare pa:-sarc senza riserve i criteri mora li nffcrmat i dal giury. pe r a0Crmare che i pubblici unici 110 11 posso no la, ciars i in mano a pe.-sone anche soltanto sosJ>ètte di poca corre ttezza . di difendere il più ){eloso patrimo– nio ideale della ori;:nnizzalione degl' i11segnan ti. Di fronte ad un tale inter\'e nto del Consiglio Federale, la Federa zione dei primi ann i avrebbe seguit o uuanime il Consiglio federale, :111che af, fatto imlipendentcmente d:1\lc l>cncmerenze acqui – state da l ) lonclolfo ,·crso i suoi colleg hi, con l'o1>era data 1,e r 1\iù anni all'o rJ,::lniz1.a.i.:ioue. In• vece molti colsero <1uest:t occa~io nc J)f'r sfogare contro il Monclolfo i bassi r:mco ri che il )l on– dolfo ha s1>esso suscilati col lini;:u.tJ,:gio franco e rud e con cui egl i ha risolutame nte affro ntato situazio ni scabr ose e combatt uto il i el{oismi di catC);:Oric: e c'è stnta una vera e propria insur– rezione ..;ontro il Sanna, rt cui è ascritto a colpa grave il non a\'er rispctt:lto il 101!0 cli un giurr. Del peri co lo che, seco ndo i criteri morali ciel giury, vada sommersa oi;:ni idealit.'1 di \'ita pub– blicn e che le organiz1.:1zio11i finisca no pe r ca– dere in m:1 10 di ge nte senza ::.cru1>olo e ser– \'ire agli interessi 1>rivati di co, toro , cli tutto ciò i pro testanti non JU0!ootrar ono la 1>iil lontana preocc u1>azionc. O rinnovarsi o perire. Di fronte a segni cosi grav i di clecaclenza re– sta il dubbio se un'a :-.:-.ocin1.ione di ,,ue:-.to ge– ner i;: 1>0ssa an cora prestare ']U:liche ser\'izi o al paese od almeno alla clas,e che e'-'-a dovr ebbe rapp resentare. o se non sia meglio per la dignità stess a deg li insej,'11:lnti cli affrettarne l:1 morte. Ma d' altra parte quand o ..,j pen<iache ~li anni migliori de lla federazio ne sono ancor tan to \'Ì • cini, che i soci so no in gra n part e ~li stess i. che la 111or.1lit:'l indi\'idu ale deg li insegnanti non i! ceno peggiore oggi che cinque ann i fa, si C indo tti a spera re che l'atoni:t e I' im1>0tenza di questi ultimi tempi sieno un fenome no momen• taneo , dO\'\lt0 ad un disorientamento ){ent rale, e cht: la federazione possa ritrO\'are la sun strada e ripren dere la sua funzione b<:netica. ~In per – chè que sto a,·,·enga, bisog na che un gru1>po d'uomin i energici, stabi lito un progra mma cl' a– i ione che r:.iccolga l'adesione dei migliori, ,·ada diri tto 1>er la !iua strad a senza guarda re a criti• che ed n 1>rote ste. Se in\'eCe si ,·orrà acco nten– tar tutt i, la crisi diverrà in bre\ ·e tempo insa• nabile. G1:-.o Ll·1.1.,,TTO. Falsificazioni tripoline . IL RAPPORTO ROHLFS Il car1e11lo Rohlfs,Cdspl,Camptrlo . Kei numeri 13. I i e 2-1 settembre 1911. la Na.1rio1u) h.t pu bblicato un c:u teggio . come essa dice\'a, molto • significante •, inte n ·enuto dura nte ìl seco ndo seme stre ciel 1894 e i primi mesi del 1895 trn Francesco Crispi. allora presidente del Consiglio dei Ministri. il celebre ,·iagg iatore Ge – rardo Rohlfs, il capitano ~lanfredo Camperio, ed altre eminenti per sonalità, intorno alla Tr i1>0lita– nia e alla Cirenai ca. • Per consenso e sollecitudi ne di illustri ami– ci ~. la Nagio11e riporta, ·a per allora solo una parte del cartegg io, altre lettere, sempr e intorno ali '« ardente questione che ora agita l' Italia • · prometteva di pubb licare o: a suo tempo, quan• do l'o pportun it:\ ci sarà per consigliare l'e:-ame di s1>eciali problemi. a cui si riferisco no appun – to le lettere stesse •. I docume nti pubb licati sono sei : a, un 1>rimo rap porto che il Rohlfs, per in\'it o del ca1>itano Camperio i1wia al Crispi sulle CODdizioni della Tri 1>0litania e su un programm a di penetrazione economica italiana, in data 5 luglio 1894 : In let – tera di C:1.mperio al Crispi, che accompag na il rapporto Rohlfs, in data 7 luglio 1894 : r ) lettera di Lr ispi a Camper io di ringrazia mento e di os– servazioni sui doc umenti ricevuti , in data 9 lu• glio 18,94 ; di tm -.econd o rap1>0rto del Rohlf:-.al Crispi sulle condizioni economiche, sociali , poli – tiche della Tri1>olitania e della Cirenaic-a . in data 18 luglio 189.s : e, lettera Cris1>i a Campe rio sulla neccss itù di prep..-,rare 1· Ital ia con una sistema – tica e seria cam1>agna di stam pa e con la pene– tra zione pacificrt nel paese alla conc1uista militare futu ra,fo da ta 14 lug 1 io 1894 ; /J lettera Crispi a Camperi o sull'avvenir e cieli'Affrica settentri onale, sull 'equ ilibrio del )l edite.-raneo, sul do vere che ha l' Italia di andar e a Tr ipo li, in data 16 ago – sto 189-1. Il rapporto Roblt1.... In questo cart egg io uno dei documenti più im portanti è sen1.a dub bio il seco ndo rnpporto Rohlfs del 18 luglio 1894. In c:-so il Rohlfs, cioè il più ardito esplornlore e il mi~liore conoscitore che abbiano avuto la Trip olitrtnia e la Ciren,1,ica nella seco nda metà del se~olo XIX, affer ma risolutamente non solo che quei paesi sono cosi ricchi di ricchezze na– turali eia compensare c1ualunque spesa di con– quista e di orga nizzazione, ma anche che gl' in– dige ni, malco ntenti del dominio turco, a!-pe ttano - gi:\ fino dal 1894: - la conq uista italiana come un:1 liberaz ione, e i Sc nussi - gi:\ sino dal 1894 ! - sono pronti a darn il benvenuto agi' itali:lni e ad osp itarli come fratelli. 11 Rohlfs insomma , fino dal i8c)4, in un rapporto importan– tissimo e segre to an ebbe detto ne più nè meno di ciò che in questi giorni s1ampnvano sulla ric– chezza fo,·olos a della T ripolitan ia e sulla estrema facilità della conq uista l'Idea 11a=io11ale, il Cor– riere ddln u ,·a. la St amj'H1, il C:ionmle d 'fl alia, il Con in·r. d 'fl alia, e ~li altri giornali tri1>olini . Quale n11orit.\ pote\!ano avere, di fronte alle affer m:l1.ioni di un Ge rardo Rohlf.-;, pubh licate sulla /i.'a![iom: del 2-1 St:llembre , gli arti coli che proprio 1>0ehi giorn i prima (20 e 22 settembre) pubblic:1va nella T,.il,1111a Gaet,1110 Mc sca 1>er mettere in luce l:1 gra, ·iti1 e la SC:lrsa ut ilil:\ ciel– i' impresa a cui si ,·ole\'a -.pinger e l' 11.tlia? - Gaeta no )l osca: Carneade; ch i è costui ? - si clonm ncla\'ano indigna ti i com;uislad ores del 11a1.io– nalismo. - i•: professore di diritto cos tituzionale all' Unh·ersit:\ di Tor ino. i•: uno dei più ser i e pilì profoudi scrillori di cose politiche , che a!Jbia l' Italia. Che s'impa ccia eKli a 1>arl:lr di af• fari cli cui non ~a nulla ? i•: forse un es1,lo ratorc co me Gcr:1rdo Rohlfs ? Ila forse att ra\'e rsata la T ripolita ni:1 e la Cirenai ca in lungo e in largo, come Gerardo Rohlfs, il gra nde Roh lP.., il no• 3 stro Rohlfs ~ Che :lutorit:i è In ~u:l, contro <1uella del Kohlfs ! Ebbene, qu c~to strno rdinario rapp ort<• •.•.è falso . Ecco le pro,·e di quanto :-iftCrmia mo. I. - li p!ooeudo Rohlfs scri,·e: c. L' inchiesta da me esperit: 1 du rante il de– cennio 1&SJ• 1Sg3 collima perfettame nte con in– chies te precede nti, condotte a termine dai due migliori consoli italiani, lo Scanig lia ed Augu– :,;to ) leda na.... Ta nto lo Scan iglia <111anto it ~fe– da na furono ,·ernmente benemeriti de lla pubb lica morali t:\, specialmen te nei rispetti cogli ar:tbi più umi!i. ,i:uadagnando ali' influcn1.a itali.tua tito li di bene merenza in\'ero gra n?i e reali ». Ora lo Sc:111iglia andò console a Tripoli nel 190t, cinc1ue anni clc,po chf' il Rohlfs era mor– to, sette an ni do1,o la data del rn1>porto, che il Rohtrs avrebbe inviato a Crispi. E il ) le– da na an dò console a .Tri1>oli con patente de l 1S luglio 1901 fA111111ario dip loma li<o Jd A'e– ,1.;no d' Italia , 1902, pag . 207). I consoli itnliani a Tr ipoli dal 1883 al 1894, furono. ::.econdo gli A l11uu111<d 1i di Cotlta di questi anni : 18&3 Mar– chese di Goyz ueta: 188-1-5 Ue Testrt ; 1S~6-i I.a mbe rtengh i ; 1888-95 Grande. 11 falsario. avendo letto chi sa su qu.-le ;.:ior– nale che i c,,n ~oli Scaniglia e Meda na a, ·e\'ano lavor:ltO una \'Olta a Trip oli n 1>repa ra.-e la con• <1uista italiann. ha creduto buono metterli sen– z'a ltro nel rapporto dello pseudo-Rohlfs, :-enza a\'vedersi de l gros ~ob no anacronismo, che cosi com mette\'.!. li. - Il pseuùo•Kohlf:•. per ass icurare il Crispi ciel luglio 1&9-1 e... . gl' italiani del senem– bre 1911, che la co nquista de lla T ri1>0litania e della Cirenai ca sar:i come mettere una lettera alla pos ta, da1a la smania che hanno ~I' indi);eni e i Senussi di esse re conqu istati , inserisce nel merM·iglioso rap 1>0rto una lettcr ;1giuntagli. calda calda, proprio in Quei giorni . da Giarah ut, sede del capo dei Senussi, nella quale il de tto cnpo in da t:t J luglio 1Sq4 gli scri\'C: • Tu mi chiedi degl' itnliani , della loro azione nel paese e della loro iniluenza nel be ne. Essi, come tu sai, non seguono la nostra fede, ma !'-0110 J,!'iusti e buoni.... Quindi ad ess i mai sarà recala offesa.... Se il go\'erno italinno ,·enisse <1ui a colti\'ar e il paese , noi J,!'li daremo il ben– \'t:nuto e l'ospiterem o come fratello •· Ora, neanche a farlo ap1>0sta , il Rohlfs corse pericolo di essere amma zzato a Cufra nel suo ult imo \'ia),:'gio appunto dai Senussi. l S~nus~i - egli scri\'e nella rclnzione di c1ue, sto n agg-10 - sono • nemici l(iur ati dei cri– stiani... Ciò ..-h,• lidistingue fra tutti J,:li ordini e fra tutt e le sett e maomettan e, non è il sempli ce fo. natismo nei limiti della loro propria relil(ione. ma l'ard ente odio dei cristia11i, che li sprona a c1~1esto riguard o a q1mlunque delitto•· ( T,-ipoli la– m a: da 7ripoli all'o asi di J.."ufn,, trad . G. Cora, Milano, F. \"allardi , 18S9, pngg . q o e 196}. E l'a\'\·. Santi llana , che è uno dei 1>i1 pro– fondi conoscitori del mond o mussulmano, che abbia o,i:gi I' ltali;1, rispo ndendo alla preghiera che io gli ho fatlrt di esaminar e l'autenti cit:\ del documento ::.enussita , cosi m i scrh·e : « Il go0ò documento in p:irol;i cl:\ luogo per l:1sua forma esternn a varie os~erva 1.ioni. Manc:t I" inevitabi le • Gloria a Uio • e « in nome di Dio Clemente e ) liser icordioso •, con cui og ni mu– sulm.1110 comincia le sue lette re ; mancano gli epite ti laud ativi a Mustafù Bcy, come « I' illu- 3tre o l'egregio amico », od altro, che !o-0110 di pramnrnt ic.1; il • Dio abbia in J,:loria • 110 11 può esse r cer to nel tc::.to autentico : la formuln de, ,. 'ess er diver:-.a ; 1:i firma • Sceick-Senu ssi ,. non è certo nell'oriid nale : lo Scei kh-Senus.,i 11011 firma. come noi Europ ei, ma appone il suo si– gillo, come ~i usa\'a nel ~led io E\'O; finalmente manca la chiusa e la data , che dagli Ara bi si ap1>011gono in fi ne :illa lettera, e 1101 in princi . pio , co me nel te!ootO che ho aott 'occhio. Ma tutt o ciò J>Uò cli1lt:ndcrc eia una imper fetta tradu zione. Quello che mi par sospe1to è il conten uto. Se mi si prese ntasse una lettern, :-.upponia rno. di Giu.scppe M:izzini , in cui, in odio .ili:, monar – chia, egli facesse \'Oli per l' insediamento deKli J\ustri:ici in Italia, io dir ei : tutto è 1>0ssihile, rna vorrei proprio \'Celere l'origin;:ile prima di crederc i. F. il caso nost ro: che 1111 Musulmano, e. pe r J,:i1~n~a il Cnl?o d' ~na grand e Con~rega – z10nc rehJ:1osa faccia ,·ot1 per l'occ upa1.ione di un territor io nrnsulm:1110 eia par te degli infedeli, è C03a non crl'clibile e può se mbr:ire :u.ldiri ttura ass urdo a chi l)Cr poco conosca l' Islam . Tu tto può essere, ma 1>rima di crede re a un'e normil:i ~ di questo ge nere, sarei tanto contento di \'Celere l'orit:inalc . li re3tO della lettera è talmente ere, tino che biso~ n:1crede re, per rispett o allo Sce ikh Scnu 01 i-i, ch'e .,;li non ne sia responsahilc », E se <1ues1i indizi di falsificazione 11011bastas• scro, basterclJhc d.l solo a dimos trar e la falsifi– c;izione, il fatto che <1nello stesso Sceikh Se nussi, che nel luglio 189,1avrebbe scritta ;il Rohlfs In let– tera lusingatrice, un anno do1>0, nel gi11J,:no 1895, abba ndonò Ciarnh ub e si ridusse coi più fedeli nell'oas i di Cufra, a 550 chilometri dal ma re, a 400 chilometri dai pr imi luo~hi ab itati, proprio per tenersi pii1 lontano che fosse pos:..ihilc da– gli udimi infedeli. l. ':1rabo Sidi ~lohamm ed Ben Os nrnn el ll u– sciaisci, ..-he nel luglio 1896 fu a Cufra a visitare il gran Sen us<.i. scrive di lui : « l•:Klidete:,ta KI' inglesi e 11011 am<1 srli it11lio11i llt:r gl'intrighi che fanno cd il loro modo di pcn• !o-are , anzi credei.i che '>ia 1>ar tito da Gc:rbub 1>er

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