L'Unità - anno I - n.1 - 16 dicembre 1911

2 111 questo, come in tutto il resto, il P:ir– tito socialista si ri,·ela incapact: di qualsiasi azione positiva ed eOicace. E continuamente ci an ·iene di domandarci, se esso oramai sia una realtà opp ur e se non sia per a\'ventur a alt ro che lo spettro vano di una realt:J. È ,·is!-uto ven ti anni. Ha con quistato al la classe lavora tr ice la libert à di organizzn ione e di mani festazione e di stampa, che nessu– no toglierà più. Ha contrihuito 1 bene o male, a prepa rar e la conqu ista di una legge elett o– rale più larga assai di quella che gli servi L ' UNITÀ di culla. e assai prossima al suffragio uni" versale . Non è vissuto invan o. Ha fatto molto bene. Ha ev itato molt o male. Cn par tito che vive da vent i anni, è na– tu rale che sia consumato ed esau sto . Prima del \' impresa di Tripoli era ..:erto agonizzante. L'impresa di Tripo li l'ha pro• babilmente ucciso. Dietro a sè non lascia or– ma i che un'accoz u glia disordi nata e info rm e di elem ent i eteroge nei e incapaci di conti• 11uar a lavorare in co mu ne. In tan to sfascium e però, si possono rac • cogliere a piene mani gli eleme nti buon i, oggi disorien1a1i e sperJ u1i, ma ada tti a co– stituire nuo\' i aggrupp:1menti polìt ici . pei qu:1li non sarà a\·venuta in\·an o la esperie nu del passa to. C'è tul'toun imm enso l:t\·oro da fare pe r riunire e impa stare, coi fram me nti sempre buon! del \"ecch io ed ilizio, una nuo\ ·:t pili bella e pii, solida casa. Sarà que sta l'ope ra de i prossimi anni. L'Unità. A l p rossi mo 1111mt ro : Tr ipoli e la Triplice . I cardinidella Questione Meridionale. · Il p,oblema delle Isole e del Mezzogiorno d'Ital ia t: il p rob le m a della m ise r ia : quello, cioè, di una cattiva distri buziont: e, pii.1 ancor a, di una det iciente pro duzio ne della ricchezza. Sono region i, in grandi ssi illa par te, assai pO\·ere per cond izion i diflicilissime d i clima e di suo lo, - non suscett ibili di altra produz io– ne, fuor i de ll'a grico la. Or questa, lagg iù. soffre terribilm ente , più che in ogn: altra co ntra da d' Italia, pe r effetto di una po l i t i.ca linanz iar ia e di una ta r iffa dogana l e, fatte apposta per de– viare da ll'ag rico ltura lo scarso rispa rmio na– z.ionale , e vo lgerl o artificia lmen te al G ran Libro de l deb ito pubb lico e alle industrie pri \·ileg iate. Certo , molti provvedimen ti, e di varia indole, si posso no adottar e in prò della eco• nomi a di quelle provinc e ; mo lto c'è da fare: ed anc he da disfa re dell'op era compi uta fin qui. ~la tutto sarà vano , ed ogni più. savio pron· ed imento non finirà pe r essere se :100 uno dei so liti pann icell i ca ldi, ove lagg iù, alla longa, co nti nui total mente a ma ncare, co me man ca, il capitale a buo n mercato, ossia, fin• chè la po litica econo mi ca del lo Stato italiano sarà quella cli immobilizzare, im pro dutti va– mente, troppa par te dello scarso rispa rmi o_ naziona le. . .• .. O r per chè il capi lale co là si formi e frutti fi– chi, bisogna no anni di pace e di raccog limen– to: oss ia, tutto un nuovo indirizzo di po lit ica generale, ed estera ed interna , che ci assicuri contro ogni spirito , ogni fisima di an· en ture, che abba ndoni il sistema dei premi e dei sus• sidi di favore alla specu lazione privata, camuf – fata sotto il nome d i « lavoro nazi onale >, un regime di te nu i impo s te e di libe ri sca m b i. Solo un lungo per iodo di vigilanz:t e di modera zione, tutt o un periodo , non d i tra– sfor mazione, ma semp licemente di prepar a– zione, frutto di un pen siero tenace, perseguito co n ostinata viri le continuità, po trà tempe– rare, prim a che risolvere , il disagio econo– mico de lle Isole e de l Mezzogio rn o d' Italia. Q uesta politica, fondata su la co noscenza nuda e cruda de l vero , e quind i inspirata alla coscienza sald~t e serena di ciò ch e real– mente noi siamo, di ciò che realmente noi dobbiamo volere per giungere, non a pun– tellare un passato di er rori , ma ad age – vol are le basi di un av vt:nire sano e fe. condo, che renda fina lm ente al Mezzogiorno quella giustizia tributaria e dogan ale, cui ha diritto: que sta poli tica, che rifogge da ogni van egg iamento rettorico , da ogn i simu lazione ~i vitalità, potrà soltanto restaurare e ri nno • vare, co n la vita econom ica de l i\lezzog ior – no, la vita della intera Ital ia. E insieme con un reg ime di prude nza fiscale e di libe rtà dogan ale, occorre vada di pari passo un ene rgico, tenace sforzo pe r co rreg – ge re la dege nerazione di tu tti gl i ordi namen ti politici ed ammi nistrati vi. Q uesta dege nerazione, già antica, ha fatto neg li ultimi anni passi da gigante. L' idea de l ministro docile al le racc omandazio ni e alle press ioni del deputato, e, per co nse– g uenza, l' idea de l depu tato che nell' in te• resse dei suoi pa r1igi ani turb i la retta am • m inistrazione della g iustizia e de l govern o, sono cose, ormai, all'Grdi ne del giorn o. • (Da un di~corso prnuunziato alla Camera ch.·i Dcp11tati il 3 lul{liO I S96). 1no Le :mtorità go \'t:rnath·e loca li hanno cessato di essere super ior i a tu Ili e a tutt o. non ad affat _ inte nte se non alla rigida esecuzione de lle leggi , alla prov\' ida tute la degli an1minist rati: e in • sidiate, sba llotl.ate per ogn i \'erso, quando non sono addiri u ura fatte ser \'e e mancipie, han tinito , og ni giorno pill, per subire esse stesse le influenze, le infram mett enze, Je sop raffa– zion i delle cl ientele loc~li. Da ciò alla tra– sform a1.ione de lle prefettur e e delle sottopre – feuur e in \"ere agenzie elettoral i, il passo, purtro ppo, è brev e. Seco ndo uno S Ia t o d i d i r it t o, per dirl a coi tede schi, il ~ùfetto don ebbc esercitare su le amministrazioni locali quel lo stesso uflicio che il Pubb lico Mi nistero eserci ta su la poliz ia giud iziaria: dov rebbe vegliar e alla osse n ·anza de lle legg i, alla pro ntezza e rego lari tà della gius tizia am – mini strativa, alla 1u1ela dei diritti dello Stato e dei corp i mora li, prov ocando, in caso d'u r– gen za, i pron •edimen ti necessari, pro mO\·en do la repress ione dei reati nella sfera ammin i– stra tiva, avendo ni one dir etta pe r for eseguire tutte le legg i d'o rd ine pubb lico. Secondo, in– vece, la catti va pra tica inval s.'l tra noi, i pre– fetti non sono se non gl' inc ons ci strume nti del potere esecu ti\"o, mut evol i seco ndo le magg iornnze e le co rrenti parlamentar i. E quindi, -Co me la .rena quando il tur~o sp ira, __ noi li vediam o balzati di qua e di là, di su e d i giì.1, sempr e che un Ministero succed a all"altro - - od an che :1d ogni rinnO\·cllarsi di stag ione (Salerno ne ha a,•uti dieci, Gir – genti dod ici in un decen nio !), non ligi, voha per \"Olta, se non a inte ressi, i qua li possono non essere (e il più de lle volte non sono) l'in teresse gene rale cieli' amministra– zion e, ma quelli princi palissimi e specialis– simi di alcu ni gruppi di uomini, ch e giunt i, diretta mente o ind irettame nte, al potere,1ia n• no, d'ordinari o, il fine immedia to e suprem o di serb :arlo ad ogni mod o. Il male è que sto, ed es!-0 è, purtr oppo, comun e a mol le part i del Regno ; ma si com • prende faci lmen te perchè esso sia maggio– re per l'appun to in quelle province, 0\"e più scarse sono le forze ind ipe nde"nti, le forze atte a resistere ad ogni possibi le cricca del pot ere ; in quelle reg ioni, o,,e pili scarsa e peggio distribuita è la ricc hezza privata, o,·e le relazioni soci ali assumono for ma e sostanza di relaz ioni person ali, ove alle classi popo • lari , no n essendo facile il conso ciar si, non è dato di co mb atte re gli abu si e le prepot en ze delle classi domina nti : in una parola , nel Mezzogiorn o. Il G ove rno d' Italia av rebbe dovuto, pe r debito d 'onore, fare ope ra di riparazione, da r pa ce e giu stizia, sop rattutto giustizia, alle po – polazioni de l Mezzog iorn o ; ed esso, invece , è stato pr imo lagg iù :t dar l'esempio di quelle tan te partigi anerie, di qu elle tan te sove rchierie, che son o state e son o la causa vera della rovina delle nostre am mini strazion i loca li. Avreb be dovuto, severi ssimo mae!-tro di morale, non mai cedere a chicchessia ne lla osservanza scrupo losa , nell'app licazione im parziale delle . legg i ; e il Governo non solo ha accettato le con dizioni qua li erano , - quasi avesse a farsi per dona r le origini ; non solo più volte se né è servito per i suoi tini poli tici, - quas i no n potesse da sC bastare a vi\"ere: ma, que llo che è peggi o, è giun to a preten dere dai rno i fonz ionari , anch e da col oro che sono stima ti migliori , non altro se non di ave re Id V dè putati a lui fno revo li, e di co nsen ag lieli, .comu nque, tali . Co si le oli~arc hie loca li, forti della consuetudine e dell:t impu nit:\ 1 han potuto e posson o ciecame nte tirann eggiare e preme re su la mas sa ine rte e imp otente della popo laz ione : ine rte, - ma facilme nte sug– gestiona bile, laddove, in parti co lar modo, è an cor a una ques tione dema niale, da l pri mo causidic o di piazza, dal pr imo pro fession ist:1 a spasso. che sappia ride stare in essa, sotto colore di fanatismo, l'an tico spir ito di ser– vagg io ; affatto imp otent e nelle vie lega li, - e per ciò fatalmente sospint a, in ogn i caso. in ogni giorno, ad att i di ribellion e e di sommossa . Cosi il paese non \·i,·e più di nessuna \'ita morale, <lacch è si conferm a nella persuasione, che si giunge a tutto se si ha dall a pro pria il de putato, e gli si ribad isce il pregiudiz io, che ciò che preme alla fortu na e alla car – riera di un uomo, e quindi al dominio e alla egemonia d i un partit o. è co nquistare un coll eg io, ~ indi , con og ni mezz.o, intrighi , favori, artifici , \"iolenz e, vende tte, sì, an che violen ze e \·endett e, getta :-\·i salde radici ! O ra è inuti le escogitare metod i e leg gi, è inutile fan tasticar nuove forme di istituti, o ra• dical i trasfo rm azion i deg li isti tuti attu ali: nulla, assolutamen te nulla si ott errt1nell 'interesse del– la giustizia e de ll'ammi nistra zione, se, dato un sistema eletth ·o anc ora limi tatò , e un paese po vero co me il nost ro, ove la pubb lica opinione è anco ra fatta esclusivamente dai giornal i, - non si parta, co mu nq ue e sem pre, dalla sem– pli ce ipotesi di un parlam ento integro, che non amm etta e non to lleri mai, alla suprem a direzione dello Stato, un Governo non inte– gro; un Go\·e rn o, che tale non sia, pubbli– came nte e pr ivatamente, in ognu no e in tutti i suoi componen ti, e non abb ia vivo e alto il sentimento del pro prio deco ro e della pro – pria rispettabilit~. Perchè è vano co nfonder si : tutti i ,rimed i saranno infer iori al comp ito, tino a quando il Gove rn o cont inuerà ad essere il primo ele– mento de lla corrutt ela parl amentare de l Mezzo· giorn o, specialmenl e nei rappo rt i ammi nistra– tivi; cioè, lino a quand o il Gove rno, per aver e clienti e seguac i, favor id1 cand idatur e inde– gne, e, per guadag nare o manlene re aderenti 1 con tinu erà a transiger e con ab usi e prepo ten – ze, che doH eb be invece energicamen te repri · mere. A noi non occorro no leggi nuove : la no– st ra legislazione è, in astr atto, tra le mig lioti che abbi a il mo ndo civile. O ccorre solo ch e un Go verno onesto, profo nd amen te, sincer a– men te one sto, pen si lagg iì1, non a fare della po litica (e quale politica mio Dio !, quella dei procuratori e dei proconsoli di alcuni deput ati piuttosto che di altri), ma a fare del!' arnmin islrnzione, niente alt ro se non della buo na amministrazione nel la pra tica della vita co tid iana, - con sentiment o' di veril it, non con ispirito di oppor tunit à: e di farla (ci ò che presto, lag~ iù, finirebbe poi per essere l'o ttima dell e rego le de lla oppor – tunità) sotto la egida della for ma la sacramen – tale de l nostro di ritto pub bl ico interno : 1c la legge è uguale per tutti n. Gius tino Fortunat o. Chi non intende abbonar si, è pre– .gato di respingere il giorn ale ali'Am – min istr azione, Via Borgo Ognissanti, n. 40, F irenze. La decadenza di una organizzazione Il c■ao Saaaa. La cri:--i scoppia ta di recente nella Federnzi om:: clegl'inseg nanti med i. 110 11 ~i :-.piega che in mi– nim .1 p:ut e con la impressio ne :.grnclc\·olc susd – t:\la dall'ornmai famoso art icolo del prof. San na, e con l'abile campagna clt: i ~r:111di ~iornali. che ha nno se mpre os 1eg!_:.i1te le org anizzazioni dei pubblici funzionnri e che hanno :lpprotittato di .llcune inab ililù \'erbali del Presidente della Fe• de razione per S:lta re mldosso alla Federazione stessa. Silh-o poche mani ft:stazioni d'insegnanti na– ziona listi in buonafed e, che 110 11 ha nno \'Oluto confonder si con gli an ·ersari o coi tepidi soste – nitori dell'impresa di Tripoli. tutt e le altr e in– dignazioni apparteng ono ;1 persone le <1uali o condidd ono piena mente il fondo Jel JX:11'-tCro def Sanna. ma non hanno voluto rinun ciar..- ,11la opport unità di dar e sfogo con buo n succe:,!!,O ai propri nscnt ime11ti 1>ersonali. oppu re hanno cre– duto nella ar idi tà de l loro spirito di gio,·are con quella ostentazione d i patriottismo ind ignalo ai prop ri fini parti colari di ..:-ruµpo o di categor ia. Proprio cosi. A voler ana liz;:are quella piog• gia d i ordini del giorno, che si è rovesciata sul buo n Sauna. \'i si tro\'ercbbcro . assai più nume– rose che non si creda , le firme d i uon fode – rati, che ri1>etono ancora una ,·olla il vecchio giuoco di comun icare ai giorn ali compiacenti la loro uscita sch.·gn osa da una organizzazione a cui non hau no mai appa rlenuto: ,·i si \"edrcb – bero tutti gli ;t\'\'ersari <.legliultimi consigli fe– dera li. mossi esclusivamente da cupidigie e da rancori 1>ersonali : \"i si tro,·ereb be al completo s1>ecialmente la falange dei corporali\' isti gret– ti e senza dig nità , che concepiscono le orga– nizzazioni d i classe come compag nie di a\"\"en– turieri e di questuanti, e hanno pensato con le loro ostentazioni di sdeg no antifede ralc cli ingraziarsi i letterati che att ra,·e rso i gior– nali quotidiani dominano ogg i l'opin ione pub– blica italiana , e ave rne in compe nso appog– gio nelle domand e di migliora menti econo mici, e riscatt arsi cosi llall':w\' ersione co n cui la grande stampa quotidia na h.l sempre tra ttati gl 'insegnanti dopo le nobili affer mazioni di pen– siero democratico dei congressi di Cremona, di Milano e di Roma . Di fronte ad una opposizione cosi poco sin– cera e da to il conse nso, meno rumoroso ma sicuro, de lla magg iora nza degl i organizzati all'ope ra de l Consiglio Federa le. il Sa nna e i suo i colleghi potrebb ero anche ritirare le dimissio ni date ; e di crisi foder ale - se di– pendesse da l solo dissenso sull'impresa di Tr i– pol i - non si do" rebbe p.irlare pill per il mo– mento. Ma la crisi è ben più profond a, ed ha cause ben di\"erse e 1>iit remote : il rumore di questi giorni non ne è stato che l' ultimo segn o ri– \·elatore. La ,·era crl1I. Ci fu 1111 tempo - e 110 11 C molto lontano - in cui parve a molti che le org anizz,1zioni degli impiegati fossero chiamat e ad eserc ita re una funzione utilissima nel rinnova mento de lla vila pubblica e deg li organismi statali. As~icurata al– l'i mp iegato la dignità ciel libero cittad ino , una magg iore tutela giur idica ed un:t meno misera condizione di ,,i1a, esse avrebber o do\'uto trasfor– mare 1,diantichi servi in collaboratori volontari e preziosi dello Stato, e gio, 1 are alla i;r:mcle massa dei contribue nli. mettendo a nudo gli er – ror i ed i para ssitismi della burocra zia, sugge– rendo i miglioramenti e le 0J>porlune semplifi– cazioni dei serv izi, concorrendo in tutti i modi a colmare l'abisso che t: finora interceduto fra gli orga ni dello Stat o cd i cill.adini, a cui essi dovrt bbcro servire. Su <1uesta strada s'era mèssa .lrditam ente fra le prime la Fede rnzione degl i Insegna nti medi e nei primi anni l'o pera SU.l avea da to i risultat i più promettenti, guad ;1Knandole le simpat ie di tutta la parte de mocrntica cd 011es1a del paese. Uniti dal disaKi0 generale e dal comune bisog·no di difesa contro l' arbitrio del poltr e e-entrale, gli inseg nanti parvero animat i da uno slancio con<:orde, da uno spirito di combalt ività e di prat icità insos pettati e insos pettah ili in uomini di studio. vissuti sempre lontani dall e lotte polili– che. lb .ssicur;1ti dnlla solidarit:tà de i colleg-hi, una coscienz.1 nuova parve svilupp arsi in uo– mini che avea no se mpre :t\'uto la timide zza del servo: 11110 spirito di indipendenza e di liere1.za parve alcgi,:iare sulla scuola ed 1111 senso \'i~ile di libera critic;1 dominò in o~n i parte. Si ).:'ridò allora :li trionfo dell'inclisci1>li11a e dc:lla ribel – lione : nrn gli spiriti sereni ed imp arziali nota– rono s.ubito ne~li i11seg na11ti una 11:1).:'~ior di– gnità ed 1111 pili alto senso del do\·erc , e sotto

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