Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

Scene di vita contadina e paesana in un presepio napoletano BibliotecaGino Bianco abruzzese che chi si tuffa in acqua alla mezzanotte sia preservato dalla scabbia, o da altre malattie, e che chi attinga acqua nel primo momento della Natività veda trasformarsi in oro la brocca. Si crede nel Veneto che il pane avanzato la vigilia di Natale si troverà fresco anche molti anni dopo; e altrove che chi nasce la notte di Natale non si corromperà dopo la morte ma resterà mummificato e che la donna che porta in grembo un mos~ro, assistendo alla messa di Natale, lo trasformi in bimbo nor– male. Alla straordinarietà della notte di Natale va congiunta, in molte regioni, la credenza nello scatenarsi di forze demoniache; in– fatti chi vuole evocare il diavolo può farlo assai facilmente la notte di Natale, e così pure le streghe in quella notte possono compiere i loro sortilegi e, d'altra parte, possono venire scoperte più facilmente. I nati durante la notte di Natale non potevano non colpire la fantasia popolare; senonchè in alcuni luoghi si pronostica loro un grande e fortunato destino, in altri invece la trasformazione in lupi man– nari se maschi, in streghe se femmine. E' qui forse possibile supporre che nei paesi, a tradizione e livello di vita mi– gliori, si annetta allo straordinario un si– gnificato propizio, mentre in quelli abituati atavicamente a considerare con diffidenza il nuovo e lo straordinario, la nascita nella notte di Natale sia considerata con timore istintivo. A questi aspetti magici è da riaccostare, sebbene non da confondere, tutta la vasta gamma degli auspici. Anche qui, pur nella grande varietà dei particolari, i motivi fon– damentali convergono intorno a quelli del raccolto, del prezzo del grano, delle con– dizioni meteorologiche, del marito per le ragazze, della salute del bestiame. I modi per trarre gli auspici sono i più vari: chicchi di grano posti ad arrostire sul focolare e dai cui movimenti viene dedotto l'oroscopo, carboni ardenti gettati in broc– che d'acqua, getti di piombo fuso fatti soli– dificare in acqua gelata, e molti altri. Anche i pifferari o zampognari, sono un elemento importante della tradizione popo– lare natalizia nel senso della straordina– rietà degli eventi. Il loro improvviso e stra– no arrivare, li lega all'esistenza di paesi mitici, a una loro presunta contempora– neità con i fatti narrati dalla festività e produce nella fantasia popolare un'imma– gine strettamente collegata alla festa, come se essi fossero degli investiti del compito appunto di annunciarla e di dare inizio alla letizia che l'accompagna. Vengono così nutriti ed ospitati con rispetto. Fio qui la festa del Natale nei suoi aspetti che illuminano la vita sociale dei contadini: ma anche per un'altra ragione il Natale è la festa dei contadini, perchè nella festa di Natale, in cui Dio si fa uomo, gli aspetti della vita dell'uomo sono consacrati, redenti, volti alla salvezza, divi• nizzati. I contadini non separano la vita in una parte spirituale e in una materiale, e meno degna: in questo sono i più vicini allo spirito profondo del cristianesimo, per il quale sono sacri e consacrati a Dio, il mangiare, il dormire, la salute, 1a conser– vazione della specie dell'uomo. Nel fondo storico del mondo contadino il crisnia– nesimo rappresenta la spiritualizzazione, il salto qualitativo più profondo, di cui la tradizione conserva motivi di una intensità altrove sconosciuta. In alcuni paesi marchigiani si mangiano certe pietanze « per devozione » quasi a significare un aspetto sacro del mangiare, in altri si fa un lavoro simbolico, che ha un valore di dedicazione e di augurio. In altri una porzione del cibo viene lasciata al Bambino, e il pranzo acquista così la solennità di un rito. In altri si benedice la casa e anche io questo c'è il senso della consacrazione delle cose umane. Certi con– tadini pugliesi vogliono che i parenti morti partecipino alla cena di Natale, e li fanno perciò rappresentare dai poveri; tradizioni di alta intensità umana e spirituale. Abbiamo considerato la concretezza, la dinamicità e la straordinarietà e la spiri– tualità di cui i motivi natalizi abbondano, e che si riversano sui valori di ambiente illuminandoli e mettendoli in risalto. Anche le differenze di tradizioni, da luo– go a luogo, potrebbero descriverci delle differenze di valori umani, solidificate io quegli ambienti. Ma in questa direzione, in questo campo, il materiale non esiste e gli studi fatti raccolgono dati generici e astrusi. Vna ricerca dei valori umani delle campagne, non confinerà più questi elementi al rango di stranezze da racco– gliere e da descrivere; ma ne indagherà i motivi più profondi, i rapporti con la con– vivenza e la realtà storica, facendo opera utile e necessaria per l'ingresso dei valori contadini nel moto d'espansione umana dell& società. PAOLO TRIO FI 9

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