La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

Lavoro e salute alla fine del secolo Francesco Carnevale Francesco Carnevale è medico · del lavoro presso il Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro di Firenze. • "Il lavoro costituisce an- . che oggi, e costituirà ancora per molto tempo, uno dei più potenti fattori di malattia è di morte, la cui importanza reale supera quella che molti tra gli stessi medici gli attribuiscono". Così sentenziava, correvano gli anni Venti di questo secolo, Giovanni Loriga, medico e ispettore del lavoro. La sentenza non faceva altro che confermare, aggiornandole, valutazioni dello stesso significato fatte a più riprese anche in periodi precedenti sulla base dei dati disponibili, quelli soggettivi e quelli, in alcuni casi, obiettivi e quantitativi. manierà esemplificativa del fenomeno appena descritto, vengono riportati alcuni risultati di una indagine recente ~ulla mortalità occupazionale, di G.Costa e collaboratori (vedi tabella 1). · È bene avvertire che i dati di mortalità per patologie cronico-degenerative, quali sono quelle che più frequentemente oggi portano a morte e cioè le malattie cardio-vascolari e le tumorali, sono considerate espressione di esposizioni a rischi realizzatisi nei due-tre decenni antecedenti il decesso. Quelli sopra riportati rappresentano pertanto soggetti che hanno lavorato e vissuto a cavallo degli anni Sessanta. Bisogna considerare inoltre che i dati · di mortalità occupazionale spesso non possono essere letti in maniera separata, escludendo cioè con sicurezza il concorso o il subentrare di altri fattori o determinanti che caratterizzano le ineguaglianze sociali. Tra questi fattori risultano più importanti: la direzione e il peso dei meccanismi di selezione capaci di attirare i soggetti con peggiore stato di.salute in basso nella scala sociale; i.differenziali sociali che determinano esposizioni a fattori di rischio ambientali compresi quelli determinati da alcuni stili di vita e dalla privazione di fattori protettivi; il diverso accesso alla diagnosi e alla cura con ridotta efficacia di alcune prestazioni sanitarie. Negli ultimi venticinque anni ha avuto modo di svilupparsi, in quasi tutti i paesi industrializzati e anche in Italia, una situazione caratterizzata dall'aumento della produzione nei servizi, dalla riduzione del peso occupazionale dell'agricoltura e da un incremento della produttività nel settore industriale. Nella nuova fase dell'economia e del lavoro, sorretta da un ruolo specifico giocato dall'innovazione tecnologica, denominata da alcuni come post-industriale e dai più postfordista, emergono, come fenomeni non contingenti bensì strutturali, la riduzione dell'occupàzione con crescente difficoltà di accesso' al lavoro nel tempo anche per le componenti più giovani e per le donne, specie nel Mezzogiorno, e una accentuazione della flessibilità e della mobilità dei lavoratori. Molti altri sono i fenomeni accessori o varia- .mente correlati con i precedenti e tra questi: la mondializzazione dell'economia e quindi del lavoro con produzioni accentrate in alcuni paesi e allontanate da altri, un surplus di offerta di lavoro, rappresentato principalmente da lavoratori migranti, nel terziario cosiddetto arretrato e in lavorazioni sporche o più faticose che non scompaiono neppure nei paesi più ricchi, · la sopravvivenza o lp.resurrezione di particolari aree produttive fatte da piccole o piccolissime aziende con più o meno grandi risorse tecnologiche dove vi_ge sempre un uso intensivo della forza laOggi (ma non da molto tempo) i dati disponibili e specialmente quelli obiettivi sono sicuramente più affidabili. Essi testimoniano indiscutibilmente del fatto che in Italia, come d'altra parte succede, anche se con alcune differenze quantitative, in tutti gli altri paesi industrializzati, la mortalità generale degli anni Ottanta studiata mediante indicatori sociali quali istruzione, abitazione e posizione professionale presenta diffe.,. renze molto pronunciate. Tali differenze fanno capo soprattutto agli uomini giovaniadulti e alle regioni del Centro-Nord. Le disuguaglianze mteressano quasi tutte le cause. di morte e, con. particolare intensità, quelle influenzate da fattori di rischio prevedibili. È stata osservata una netta separazione tra gli addetti a lavori più umili, sporchi, pesanti da una parte, caratterizzati da una più alta mortalità,· e, dall'altra parte, coloro che hanno svolto occupazioni intellettuali, tutti distinti da una forte protezione nel rischio di morte. TABELLA 1 Nella tabella seguente, in10professioni con più alta mortalità (':) camerieri, cuochi, baristi pavimentatori, cantonieri facchini, scaricatori spazzini, pulitori fabbri, fucinatori fonditori operai elettronica lavoratori· commercio - portieri, guardiani -. operai metalmeccanici 1Oprofessioni con più bassa mortalità (') - ufficiali forze armate impiegati di banca - impiegati gomma-plastica impiegati elettronica - veterinari - medici impiegati siderurgia · dirigenti di pubblica ammini• strazione - impiegati metalmeccanica - insegnanti ('') mortalità generale, uomini 18-64 anni, Torino 1981-1989 (G. Costa e coli., 1995)

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