La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

GIOVANI La rivista che non c'è Martina Cozzi Martina Cozzi, giornalista, è Art Director di "King". · ♦ "L'Isià di Urbino è in Italia l'unica Scuola Superiore pubblica di P:ogetta_zion~gr'!'- fica su modello universitario. Le richieste di·ammissione sono ogni anno circa 500. I posti </,isponibilsi ono solo 25. I pochi eletti (italiani e stranieri) che superano la selezione, vengono scelti su criteri molto rigorosi che non trascurano le attitudini intellettuali (anzi le esaltano), per uscire dall'idea di f orinazione artistica solo e sempre basata sulle attitudini . manuali. Agli studenti vengono richieste conoscenze di lingue straniere, inf ormatic(.l,, maturità critica e cultura". Questa scheda, (che ho molto sintetizzato) mi è stata inviata dalla segreteria dell'Istituto. La riporto per sottolineare tre punti molto importanti. L'esistenza di una scuola pubblica ad alta preparazione professionale, la _realtà del numero chiuso ed infine il progetto didattico di· concentrarsi su una formazione colta e critica. Non è un caso che gli studenti_dell'Isia (chiusi in quest'eremo che domina la val_lata),~elezionati anima per amma, siano -persone molto_. interessanti e preparate, allenate a ribaltare qualsiasi concetto di ordine predefinito. Person'e con le quali è bello discutere perché hanno idee proprie e nutrono passioni forti. Fra i molti vantaggi che questa scuola offre, ogni anno vengono o~ganiz~ati ~n cert~ numero di semrnan. Degli "adulti" vengono a raccontare le proprie esperienze lavorative a. ragazzi che non hanno ancora alcun contatto con la realtà del compromesso. A due di questi incontri sono stata invitata nel ruolo di Art Director di·u~ mensile "giovanile~' come è "King". Il primo anno. è stato molto teenico. Ho spiegato loro tutte le meccaniche di una rivista e di una redazione. Come nascono le idee, i temi giornalistici, come poi viene sviluppato il tutto fino all~ c_onclusione. ·Al prodotto fimto. La · parte didattica li ha molto interessati, ma sul concetto di rivista "giovanile" si sono rotti gli argini di un'insoddisfazione di fondo molto sentita, di un disagio forte nel non trovare in nessuna delle riviste a distribuzione nazionale qualcosa che li riguardas~ se da vicino, che parlasse (di loro e a .loro) in maniera corretta, che affrontasse argomenti seri o li informasse su cose che li interessano. Mi è anche stato detto, seppure per interposta persona, che "King" è una rivista ~er ado~ lescenti, che se 1a leggi dopo i vent'anni hai qualche problema. Questo (immagino) per la prosperosità delle immagini femminili, per l'abbondanza di attori e attrici., per la spasmodica ricerca delle nuove tendenze (parola che non riesco più a sopportare), per la "maniera" vecchia di utilizzare. titolazione shock su argomeh ti già sorpassati. Dire queste cose a me, come. fossi un direttore o un editore, era forse solo una forma di provocazione. Io invece ho voluto ,leggerci qualcosa di più che io per prima condivido. Il fatto che non esistano una o molte riviste fatte per i giovani e _coni giovani. E nata allora l'idea di incontrarci l'anno successivo per parlare della "Rivista che non c'è"". Mi aspettavo i "botti", ho trnva-. to solo "miccette". Sono stata . accusata di essere un "adulto''. che veniva a vampirizzarli per ottenere nuove idee da inserire nel giornale, in pochi mi· · hanno creduto quando ho detto che ero _lì per chie_dereil loro aiuto, a nulla è servito spiegargli che vivendo per anni nelle redazioni si fanno propri dei criter.i di giudizio BibliotecaGinoBianco (giornaiistici e visivi), che spesso portano ad uno scollamento dalla realtà. Che questo è terribile m·avero, che alcuni ne soffrono veramente e vorrebbero cambiare le cose. Che è arrivato il momento di farlo, ma· sul serio, perché il rischio che tutti corriamo è · troppo .grande. "Se .riuscissi a portarvi cinque alla volta, voi e i vostri argomenti, ad una riunione di redazione, verreste? No, si, boh, voci che si ac:- cavallano. Risultato: niente. Intervistati uno per uno su un'idea, una soltanto anche folle, su un bisogno, un desiderio, un sogno, for_sesolo 1O ragazzi su 5_0 hanno compreso il significato della domanda. "Vorrei una rivista che d " non ven a . · "Mi piacerebbe che nell'ultima pagina ci fosse una . " poesia . "Vorrei una rivista che raccogliesse i brani più belli di libri che non ho letto". "Farei una rivista con la . copertina aranciop.e e che esca solo ·quando ho qualcos~ da dire. Oppure che lo scnva. Oggi non ho idee". "Non lo so. Non ci sono più tensioni sociali così forti da far nascere riviste nuove". "Mi piacerebbe trovare_al1' improvviso una frase. Da sola una doppia pagina. Per farmi riflettere". · "Vorrei un oggetto da poter conservare e da poter consultare più volte". . · "Qualcosa .che abbia odore e che utilizzi un materiale diverso. Che sia tattile"; "Voglio una rivista fatta solo di dubbi". ·"Un giornale che p~rli del sentimento del tempo"(ragazzò tedesco). · ."La.rivista ch·e·non c'è? Look: a velocità accelerata, interazione (fra parola scritta e tipografia), illustrazione, foto e testo. W the end o( print. Contenuto: via dalle (anzine. 'C'è bisogno di informazione culturale e subculturale in . tutte le sue forme. Interventi professionali perché ogsi il giornalismo ne ha più bisogno che mai. Ma anc4e non professionali (reparto molto wild .di partecipazion~ del pubblicq) per evitare il co11:- sumismo culturale (ragazzo tedesco che poi mi ha mandato un fax). · "Vorrei una rivista di parte." "Vorrei una rivista sopra le parti". · · YQQ

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